Europa e recessione-Dove sta' il vero problema?

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Joblack
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Re: Europa e recessione-Dove sta' il vero problema?

Messaggio da Joblack »

iospero ha scritto:Dopo aver letto sopra sia l'intervista a Prodi sia quella ad Alberto Bagnai a quale conclusione possiamo arrivare ?

Certo tutti abbiamo dei dubbi, e fare paragoni con quanto successo ad altri Paesi in simili condizioni non sempre possiamo avere delle risposte sufficienti per il caso nostro. Le variabili in gioco sono tali che basta poco per avere dei risultati imprevedibili
Più che all'economia io guarderei alla Storia e mi sembra che la direzione da prendere per un futuro migliore sia quella che vede l'unione di stati, di popoli piuttosto che una loro divisione in singoli stati,regioni o campanili.
Per questo credo che vada corretto l'attuale modo di stare insieme, bisogna superare la visione di una politica nazionale a favore di una politica internazionale, nel nostro caso di una politica EUROPEA, UNA POLITICA che dia più importanza ai valori delle persone, dei popoli, dell'ambiente e si serva dell'economia come di uno strumento al servizio del benessere generale.
A parole PPE e PSE sembrano promettere e volere un'Europa politicamente unita, ma nei fatti
ci sono molti freni, ancora troppi egoismi.
"L'ALTRA EUROPA CON TSIPRAS" è LA SOLA FORZA POLITICA a livello europeo che potrebbe spostare gli equilibri, a differenza delle altre ha un solo simbolo in tutta Europa, purtroppo attualmente non ha molte risorse per farsi conoscere, cerchiamo di darle una mano.
Avendo ascoltato lunghi interventi di Bagnai su youtube io penso che a questo personaggio non si debba dare molto credito. Egli secondo me rappresenta il nuovo archetipo dell'accademico poco accademico.
Il suo atteggiamento è: visto che le cose che ci circondano sono "molto complesse" ed io non sono in grado di capirci molto allora mi limito a raccogliere frammenti di lavori complessi di gente in gamba (meglio se premi Nobel) x poi utilizzare questi frammenti x comporre un suo pazzle in cui i pezzi messi assieme formano un'opinione .. forse si vorrebbe che fosse verità ... che poi però viene venduta come tale.

Bagnai, personaggio inquietante che si autodefinisce di sinistra perchè va a mangiar con i personaggi del mondo political culturale della cosiddetta sinistra ufficiale, vedi Partito Democratico.

Credo che da i discorsi sprezzanti che fa egli non abbia niente da raccontarci a noi di sx radicale.

Un saluto a tutti gli amici,
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)

‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
paolo11
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Re: Europa e recessione-Dove sta' il vero problema?

Messaggio da paolo11 »

http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2014/ ... onoi-tour/
Esclusivo: Grillo a Torino #VinciamoNoi Tour
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Re: Europa e recessione-Dove sta' il vero problema?

Messaggio da camillobenso »

Euro, quelli che ‘se ne usciamo ci sarà la corsa agli sportelli’
di Alberto Bagnai | 19 maggio 2014Commenti (672)

Siamo al redde rationem.

Mentre gli oligarchi, quelli per i quali i suicidi provocati dalla crisi sono “l’emersione di una contraddizione tale da aprire la strada a un progetto costituente europeo”, se ne stanno ben rinchiusi e defilati nei loro bunker, nelle strade, casa per casa, lotta un’improbabile armata Brancaleone di bambini soldato, mandati allo sbaraglio con argomenti tanto insulsi quanto terroristici. Fra questi, come spesso accade, il più convincente ad occhi inesperti è anche il più ridicolo agli occhi del professionista. Ma se il pubblico non coglie immediatamente il ridicolo, la colpa non è certo sua: la colpa è di un sistema dell’informazione volto da trent’anni a distorcere i più elementari fatti economici. Per ripristinare un minimo di buon senso, però, basta poco, come spero di chiarirvi se avrete la pazienza di leggermi.

Dunque: li avete mai sentiti quelli che raccontano che se si uscisse la nuova lira si svaluterebbe, e quindi, nell’imminenza di questa prospettiva, ci sarebbe una fuga di capitali all’estero, preceduta da una corsa agli sportelli (che gli espertoni chiamano bank run)? La conclusione dei nostri economisti improvvisati è che privando di liquidità il sistema economico italiano, questo fenomeno condurrebbe rapidamente l’Italia al collasso.

Ora, questo argomento è infondato per un semplice motivo: chi aveva soldi da portare all’estero lo ha già fatto, e ha fatto bene, per il semplice fatto che l’euro a 1.37 (diciamo 1.4, arrotondando) sul dollaro è troppo alto, come anche Prodi autorevolmente ci ha ricordato, il che apre la strada a due soluzioni: o l’euro si svaluta, o crolla sotto il proprio peso. La perdita da svalutazione quindi, da qui ai prossimi due anni, ci dovrà essere in ogni caso. Anch’io, che di soldi ne ho pochi, li ho portati all’estero, in modo del tutto legale, investendoli in un fondo dove ho pesato opportunamente dollaro e mercati emergenti, evitando l’Europa (il che non significa escluderla, perché non si devono mai mettere tutte le uova in un solo paniere, ed è sempre bene comprare “basso” per vendere “alto”). Punto. Chi ha senno fa così e lo ha già fatto (come credo abbiano fatto tutti quelli che mi leggono), perché non ha comunque senso investire in un continente che si sta suicidando e va da un rimbalzo del gatto morto al successivo. Se ti vuoi proteggere da una svalutazione, devi investire nella valuta rispetto alla quale sei rivalutato (cioè il dollaro) e se vuoi rendimenti devi investire in economie che crescono (Usa e emergenti).

La morale della favola è che agli intervistatori che con aria sapiente (“Eh, ora ti metto io in difficoltà!”) mi chiedono: “Ma lei cosa farebbe?”, io rispondo: “Niente, perché ho già fatto quello che c’è da fare. Lei no? Mi dispiace.”

Dirò di più.

Il rischio di svalutazione drastica, e in generale il “rischio paese” dell’Europa, è molto più remoto in caso di dissoluzione che in caso di mantenimento dell’euro. Paradosso? No, logica. Il nostro principale concorrente è e resta la Germania. Ora, se noi ci sganciamo da lei, solo un fesso patentato può pensare che la Bundesbank lasci cadere la nuova lira del 20% in una notte, non solo perché non è mai successo, ma anche perché far cadere del 20% la nuova lira significa alzare del 20% l’asticella della Germania, che ora è per lei convenientemente bassa, come affermano tedeschi tanto diversi quanto Hans-Olaf Henkel e Ska Keller. Germania e Italia hanno una struttura di vantaggi comparati molto simile e competono sugli stessi mercati terzi. Se noi ci sganciassimo dall’euro, sarebbe interesse della Germania non calcare troppo la mano e sostenere il nostro cambio, per non perdere importanti quote di mercato. D’altra parte, stando dentro lo “stabile” euro, ci è già successo di sperimentare svalutazioni contro dollaro del 20% pressoché istantanee. Guardate un po’ cos’è successo nel 2008, ad esempio:

bagnai-usd/eur Qualcuno ricorda fughe agli sportelli, inflazione al 20%, e altre amenità simili? I problemi erano, e sono, ben altri.

Mi preme anche farvi notare che se l’euro non scompare, l’unico modo per “risanare” le finanze pubbliche, devastate dal proprio generoso quanto vano tentativo di salvare la finanza privata, sarà quello di “ristrutturare” il debito pubblico. Gentile eufemismo per il più esplicito: dare il pacco ai creditori. Ora: con un haircut poniamo del 20% il creditore da un giorno all’altro si vede restituire il 20% in meno, ma il debitore non riallinea il proprio cambio e quindi, non recuperando competitività, non riesce nemmeno a restituire il restante 80% (è più o meno quello che sta succedendo in Grecia, se avete presente). Con una svalutazione del 20%, il creditore vede sì il 20% in meno, ma il debitore recupera competitività, cresce, e il restante 80% è in grado di restituirlo. Questa è logica. Dentro l’euro quindi c’è più rischio, per i creditori (buon motivo per sottopesare l’Eurozona nei portafogli). E allora perché tutti lo difendono? Ma è semplice: perché il Nord, come da prassi, vuole stravincere. I creditori del Nord sanno che il 20% (o più) è comunque perso, in un modo o nell’altro, ma elaborare questo lutto diventa più facile se pensi che comunque sei riuscito a mantenere i tuoi debitori in una posizione di inferiorità competitiva (impedendo alla tua valuta di rivalutarsi).

Giova ricordare che sarà anche vero che noi italiani ultimamente non abbiamo vinto nessuna guerra, ma i tedeschi in compenso le hanno perse tutte. La storia si sta ripetendo.

Permettetemi di concludere con la madre di tutte le dilettantesche scemenze: l’idea spesso espressa da economisti improvvisati secondo cui la famosa svalutazione del 50% (che non sarebbe tale perché i partner lo impedirebbero, come ho detto sopra) abbatterebbe del 50% in una notte (che non sarebbe una notte perché i riallineamenti anche ampi normalmente prendono almeno un anno) i nostri risparmi.

Scusate, ma i risparmi a cosa servono? In sintesi, a tirare a campare quando si smette di lavorare, no? Ora, io mi chiedo: ma voi, che oggi fate la spesa sotto casa, a 65 anni prenderete ogni giorno l’aereo per farla a Manhattan? Così, per sapere… I cialtroni terroristi sistematicamente confondono il valore esterno della moneta (il suo tasso di cambio) con quello interno (il suo potere di acquisto). Se l’euro si svalutasse del 50%, significherebbe (a spanna) che un dollaro costerebbe del 50% in più. Ma voi il latte sotto casa lo comprate in dollari? L’obiezione (ridicola) è: “Ma le materie prime si comprano in dollari!”. Ma ragazzi: il costo delle materie prime è solo una parte del costo finale del prodotto, le strategie di prezzo delle imprese sono orientate a comprimere i margini in caso di svalutazione per evitare di perdere quote di mercato, ecc. ecc. La morale della favola è che gli studi più recenti ci dicono che nei paesi europei una svalutazione si trasferisce sull’indice dei prezzi al consumo per circa il 23% nel lungo periodo. Quindi anche una svalutazione del 50%, del tutto improbabile, farebbe aumentare l’indice dei prezzi al consumo al massimo del 0.5×0.23=11.5% distribuito su più di un anno. Il che significa, in buona sostanza, che anche in questo scenario catastrofico l’incremento del tasso di inflazione su base annua sarebbe al massimo di 6 punti, sempre nell’ipotesi che il governo non attui contromisure, come, ad esempio, ridurre le accise sulla benzina messe da Monti, guarda un po’, per difendere l’euro. Se invece la svalutazione fosse di un più realistico 20%, come fra 1992 e 1993, l’impatto sull’inflazione in base annua sarebbe di due punti. Proprio quei due punti in più di inflazione che il buon Stefano Fassina chiede alla Bce di provocare… per difendere l’euro!

Ehi, amici, come devo dirvelo? Se tanto svaluteremo dentro o fuori dall’euro, se per difendere l’euro sarebbe opportuno che la Bce provocasse un’inflazione analoga a quella che ci aspetta se ne usciamo, e se per difendere l’euro dobbiamo mettere nuove imposte sulla casa e nuove accise (e in Italia un’accisa è per sempre), mi spiegate a cosa ci serve restare dentro l’euro? A sentirci bravi come i tedeschi? Se avete un complesso di inferiorità parlatene con uno psicanalista: farete felici il vostro (o la vostra) partner. Un economista, se non è un cialtrone, non vi dirà niente di diverso da quanto trovate scritto qui.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... li/990782/
camillobenso
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Re: Europa e recessione-Dove sta' il vero problema?

Messaggio da camillobenso »

Domanda/richiesta (vox populi) appena inoltrata a Bagnai:

camillobenso • alcuni secondi faTieni duro, questo commento deve ancora essere approvato da Il Fatto Quotidiano.
Egregio Bagnai,
La ringrazio per darmi questa opportunità di rivolgerLe una domanda che tutti gli
economisti, di uno schieramento e di quello opposto si rifiutano categoricamente di affrontare in modo dettagliato negli ultimi anni.
In premessa però vorrei ricordarLe quanto affermato da George Bernard Shaw:
“Se tutti gli economisti fossero stesi uno accanto all'altro, non raggiungerebbero una conclusione.”
Mentre, John Kenneth Galbraith ha sostenuto che gli economisti sono influenzati da chi eroga i loro appannaggi.
Immagino poi che conosca la massima di Luigi Einaudi: “Conoscere per deliberare”
Ed è questo che le chiedo: “Conoscere per deliberare, a fronte di una scelta non certo facile come quella di euro si, euro no.
Non credo affatto che Lei acquisti una casa, soprattutto se datata, senza prenderne
visione. Altrettanto per un automobile, soprattutto se usata. Vorrà, come tutti,
prendere visione dello stato dell’arte prima di deliberare di passare all’acquisto
o meno.
Le chiedo pertanto se è in grado di pubblicare su questo giornale l’esame dettagliato di tutti i pro e i contro economici a 360 gradi che influiscono in tutti i settori della società italiana, sia in caso di permanenza dell’euro, che nel caso di
abbandono dell’euro.
Ma non solo.
Dato che riguarda il futuro di 60 milioni di cittadini italiani, anche le
previsioni a 5 e 10 anni, a fronte di queste scelte epocali. In questo modo i
47 milioni di elettori adulti, messi di fronte a conti economici pratici e dettagliati potrebbero scegliere in scienza e coscienza come deliberare e non farlo emotivamente su informazioni emozionali.
In attesa di un sollecito e cortese riscontro, Le porgo cordiali saluti.
A.Hopkins
Maucat
Messaggi: 1079
Iscritto il: 19/04/2012, 12:04

Re: Europa e recessione-Dove sta' il vero problema?

Messaggio da Maucat »

Mi sono stancato di leggere bestialità su Euro Si e Euro No. Non ho mai letto tante corbellerie come quelle inanellate negli ultimi mesi da persone che si spacciano da economisti o similia.
Il fatto semplice e inequivocabile è che tutti i vecchi debiti rimerrebbero in Euro e quindi avremmo il ripetersi della catastrofe dei mutui in ECU degli anni 80/90 del secolo scorso; i nuovi titoli di stato emessi dall'Italia nella nuova moneta avrebbero tassi talmente elevati stile sempre anni 80/90 (quelli che ci hanno portato al disastro attuale) che l'Italia farebbe rapidamente default e quindi nessuno ci presterebbe più un centesimo; i prezzi al dettaglio col nuovo cambio subirebbero una nuova spinta speculativa verso l'alto in più tutto quello che importiamo dagli altri paesi (soprattutto gas e petrolio) colla svalutazione della nuova Lira aumenterebbe di prezzo ulteriormente mentre il nostro potere d'acquisto calerebbe a causa della perdita di valore della nuova Divisa; per tornare competitivi con gli altri paesi emergenti dovremmo portare le retribuzioni al loro livello (gli attuali 200/400 Euro per i paesi europei, 80/150 per quelli extraeuropei) e quindi oltre alle svalutazioni avremmo anche un ulteriore taglio degli stipendi in termini reali d'acquisto... Quindi come potremmo avere un PIL in cresita e una redistribuzione in aumento della ricchezza?
Questo solo per iniziare a parlare dell'Euro...

Il problema dell'Italia è la quantità smisurata di denaro pubblico che viene sprecata causa la corruzione dilagante, è la quantità di tasse che viene evasa dai grandi evasori legalizzati, è uno Stato incapace di garantire lo Stato di Diritto e i servizi essenziali ai suoi cittadini, è l'ormai efficientissima ramificazione delle Malavite Organizzate nel tessuto produttivo e statale dell'Italia, è l'assoluta inefficienza della quasi totalità della macchina pubblica, è il voler difendere a tutti i costi i piccoli o grandi privilegi che in troppi hanno a costo di far crollare tutto...

Altro che Euro Si Euro No...

PS Ma senza Euro avreste mai potuto avere un mutuo a 30 anni al di sotto del 5%? Ve li ricordate i mutui anni 80/90 al 15% quando erano economici? Il problema non è la moneta è il Sistema Italia ovvero gli italiani...!!!
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