L'Altra Europa per Tsipras
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Re: L'Altra Europa per Tsipras
Voterò per la lista Tsipras. Vorrei anche deturpare la cabina elettorale con scritte anti-renzi e anti-caimano ma con la fortuna che ho mi beccherebbero
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: L'Altra Europa per Tsipras
A Bologna
Sindacalista dell'assemblea Pd al comizio
di Tsipras. Ora il partito vuole cacciarla.
Lei si chiama Micol Tuzi,Lei, nonostante il fuoco amico, per ora non è intenzionata a fare marcia indietro o a rinnegare la sua vicinanza alla lista Altra Europa. “Non sono una dirigente del Pd, ma una donna che, forse ingenuamente, è ancora una iscritta e vuole credere che la sua D stia a significare Democratico. Mi assumo piena responsabilità delle mie azioni e ne rivendico l’autonomia. Libertà di opinione e di espressione, secondo Costituzione.
Il capo della giustizia del partito comunista italiano mi ha detto che il sogno di Berlinguer sta continuando con questo movimento.
Non sono pochi i segnali nel M5S che ripropongono il problema morale nella politica, problema che Renzi sembra sottovalutare. Sono tanti gli elettori del centrosinistra che si chiedono dove c'è più democrazia, dove sono ancora in auge i valori del centrosinistra perché non li trovano nell'attuale PD
Sindacalista dell'assemblea Pd al comizio
di Tsipras. Ora il partito vuole cacciarla.
Lei si chiama Micol Tuzi,Lei, nonostante il fuoco amico, per ora non è intenzionata a fare marcia indietro o a rinnegare la sua vicinanza alla lista Altra Europa. “Non sono una dirigente del Pd, ma una donna che, forse ingenuamente, è ancora una iscritta e vuole credere che la sua D stia a significare Democratico. Mi assumo piena responsabilità delle mie azioni e ne rivendico l’autonomia. Libertà di opinione e di espressione, secondo Costituzione.
Il capo della giustizia del partito comunista italiano mi ha detto che il sogno di Berlinguer sta continuando con questo movimento.
Non sono pochi i segnali nel M5S che ripropongono il problema morale nella politica, problema che Renzi sembra sottovalutare. Sono tanti gli elettori del centrosinistra che si chiedono dove c'è più democrazia, dove sono ancora in auge i valori del centrosinistra perché non li trovano nell'attuale PD
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Re: L'Altra Europa per Tsipras
https://www.youtube.com/watch?v=E28JlbI ... gest-vrecs
Alessandro Di Battista - Campofranco - completo
Ciao
paolo11
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paolo11
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Re: L'Altra Europa per Tsipras
vedo TANTI CANDIDATI della lista Tsipras che sono consulenti o collaboratori del M5S , credo che in Europa si possa collaborare.
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Re: L'Altra Europa per Tsipras
da repubblica
Lista Tsipras, da Petrini a Rodotà gli endorsement eccellenti
Carlin Petrini
ROMA - La quantità non è ancora assicurata, ma la qualità sì. Il superamento della soglia di sbarramento del 4% resta ancora in bilico, ma la Lista l'Altra Europa con Tsipras chiude oggi la sua campagna elettorale per il Parlamento di Strasburgo ricordando i tanti endorsement di prestigio raccolti in questi giorni.
L'ultimo in ordine di tempo è stato stamani quello di Carlin Petrini. "Voterò per Alexis Tsipras e per la lista L'Altra Europa con Tsipras perché ne condivido l'orizzonte ideale", ha annunciato il fondatore di Slow Food, che nel 2007 era stato nominato tra i 45 membri del Comitato promotore nazionale per il Partito democratico.
Prima di lui a schierarsi per la formazione che sostiene la candidatura del leader greco erano stati il musicista Nicola Piovani, lo scorittore Andrea Camilleri, Rita Borsellino, il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky, i vignettisti Sergio Staino e Vauro Senesi e Stefano Rodotà. Quest'ultimo ha inviato alla Lista un messaggio particolarmente apprezzato. "L'Altra Europa con Tsipras è l'unica vera novità di queste elezioni che incarna un'impresa difficile, ma necessaria, quasi rispondendo a un dovere civico", ha scritto Rodotà. "Da anni Bruxelles - continua la dichiarazione di voto - è sinonimo di richiesta di sacrifici, l'Unione è stata decostituzionalizzata, ma la ripresa della giusta strada, e quindi l'Altra Europa, è ancora possibile. E questa possibilità è affidata al più democratico degli strumenti, il voto, perché le persone devono tornare protagoniste, rilegittimare l'Unione con la loro fiducia e rendere tutto questo possibile con il loro voto".
Un ultimo appello al voto è stato lanciato infine oggi dallo stesso candidato alla presidenza della Commissione Ue, Alexis Tsipras: "Grillo e Renzi stanno facendo una campagna elettorale improntata solo su insulti e slogan - ha scritto Tsipras in un comunicato - non sono un'alternativa credibile alla Merkel, solo l'Altra Europa lo è, per questo il voto italiano è fondamentale".
Lista Tsipras, da Petrini a Rodotà gli endorsement eccellenti
Carlin Petrini
ROMA - La quantità non è ancora assicurata, ma la qualità sì. Il superamento della soglia di sbarramento del 4% resta ancora in bilico, ma la Lista l'Altra Europa con Tsipras chiude oggi la sua campagna elettorale per il Parlamento di Strasburgo ricordando i tanti endorsement di prestigio raccolti in questi giorni.
L'ultimo in ordine di tempo è stato stamani quello di Carlin Petrini. "Voterò per Alexis Tsipras e per la lista L'Altra Europa con Tsipras perché ne condivido l'orizzonte ideale", ha annunciato il fondatore di Slow Food, che nel 2007 era stato nominato tra i 45 membri del Comitato promotore nazionale per il Partito democratico.
Prima di lui a schierarsi per la formazione che sostiene la candidatura del leader greco erano stati il musicista Nicola Piovani, lo scorittore Andrea Camilleri, Rita Borsellino, il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky, i vignettisti Sergio Staino e Vauro Senesi e Stefano Rodotà. Quest'ultimo ha inviato alla Lista un messaggio particolarmente apprezzato. "L'Altra Europa con Tsipras è l'unica vera novità di queste elezioni che incarna un'impresa difficile, ma necessaria, quasi rispondendo a un dovere civico", ha scritto Rodotà. "Da anni Bruxelles - continua la dichiarazione di voto - è sinonimo di richiesta di sacrifici, l'Unione è stata decostituzionalizzata, ma la ripresa della giusta strada, e quindi l'Altra Europa, è ancora possibile. E questa possibilità è affidata al più democratico degli strumenti, il voto, perché le persone devono tornare protagoniste, rilegittimare l'Unione con la loro fiducia e rendere tutto questo possibile con il loro voto".
Un ultimo appello al voto è stato lanciato infine oggi dallo stesso candidato alla presidenza della Commissione Ue, Alexis Tsipras: "Grillo e Renzi stanno facendo una campagna elettorale improntata solo su insulti e slogan - ha scritto Tsipras in un comunicato - non sono un'alternativa credibile alla Merkel, solo l'Altra Europa lo è, per questo il voto italiano è fondamentale".
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Re: L'Altra Europa per Tsipras
Cattolici e cristiani di base con Tsipras
— Luca Kocci, 23.5.2014
Elezioni. Appello per l'Altra Europa: cacciare i mercanti dal tempio
"Cacciare i mercanti dal tempio". Riprende l’immagine di Gesù che appunto allontana energicamente i mercanti dal tempio di Gerusalemme l’appello ai cristiani d’Europa, sottoscritto da oltre 60 esponenti dell’associazionismo cattolico di base — ci sono attivisti di Pax Christi, il Monastero del Bene comune di Sezano (Vr), diversi preti e religiosi — a sostegno dell’Altra Europa per Tsipras.
Il liberismo, anzi «l’anarchia liberale» — come lo definiva Leone XIII, autore della prima enciclica sociale, la Rerum novarum — è «la causa dell’attuale disordine», l’ideologia che sostiene ed alimenta «un’economia che uccide» e che produce ingiustizie. Si tratta allora di «cacciare i mercanti dal tempio», per ricostruire «un’Europa dei popoli e non delle banche», «un’Europa disarmata» e «un’economia di pace». «Ci sembra — si legge nell’appello — che la figura di Alexis Tsipras incarni le aspirazioni più profonde dei cristiani». Perlomeno dei cristiani che respingono la «istituzionalizzazione della fede» in nome della fedeltà al Vangelo.
Un appello a sostegno di Tsipras — rivolto non solo ai cristiani ma a tutti i cittadini — arriva anche da diversi esponenti delle Comunità cristiane di base italiane e del mondo cattolico progressista, come Ettore Masina, don Paolo Farinella ed Eugenio Melandri. «Vogliamo un’Europa liberata dalle politiche neoliberiste perché hanno profondamente corrotto la vita sociale e hanno condotto l’economia a una delle peggiori recessioni della storia, favorito il disfacimento della democrazia, la disgregazione della solidarietà sociale, l’impoverimento di milioni di persone, la crescita di movimenti e partiti nazionalisti e razzisti». Conclude l’appello: «Riteniamo indispensabile che nel prossimo Parlamento ci sia un consistente gruppo che dia forza e voce ai milioni di cittadini e di cittadine che per tanti anni hanno sentito l’Europa non come un’opportunità di elevazione materiale e spirituale ma come una struttura tecnocratica ed oligarchica, lontana dai reali bisogni delle classi popolari».
http://ilmanifesto.it/cattolici-e-crist ... n-tsipras/
— Luca Kocci, 23.5.2014
Elezioni. Appello per l'Altra Europa: cacciare i mercanti dal tempio
"Cacciare i mercanti dal tempio". Riprende l’immagine di Gesù che appunto allontana energicamente i mercanti dal tempio di Gerusalemme l’appello ai cristiani d’Europa, sottoscritto da oltre 60 esponenti dell’associazionismo cattolico di base — ci sono attivisti di Pax Christi, il Monastero del Bene comune di Sezano (Vr), diversi preti e religiosi — a sostegno dell’Altra Europa per Tsipras.
Il liberismo, anzi «l’anarchia liberale» — come lo definiva Leone XIII, autore della prima enciclica sociale, la Rerum novarum — è «la causa dell’attuale disordine», l’ideologia che sostiene ed alimenta «un’economia che uccide» e che produce ingiustizie. Si tratta allora di «cacciare i mercanti dal tempio», per ricostruire «un’Europa dei popoli e non delle banche», «un’Europa disarmata» e «un’economia di pace». «Ci sembra — si legge nell’appello — che la figura di Alexis Tsipras incarni le aspirazioni più profonde dei cristiani». Perlomeno dei cristiani che respingono la «istituzionalizzazione della fede» in nome della fedeltà al Vangelo.
Un appello a sostegno di Tsipras — rivolto non solo ai cristiani ma a tutti i cittadini — arriva anche da diversi esponenti delle Comunità cristiane di base italiane e del mondo cattolico progressista, come Ettore Masina, don Paolo Farinella ed Eugenio Melandri. «Vogliamo un’Europa liberata dalle politiche neoliberiste perché hanno profondamente corrotto la vita sociale e hanno condotto l’economia a una delle peggiori recessioni della storia, favorito il disfacimento della democrazia, la disgregazione della solidarietà sociale, l’impoverimento di milioni di persone, la crescita di movimenti e partiti nazionalisti e razzisti». Conclude l’appello: «Riteniamo indispensabile che nel prossimo Parlamento ci sia un consistente gruppo che dia forza e voce ai milioni di cittadini e di cittadine che per tanti anni hanno sentito l’Europa non come un’opportunità di elevazione materiale e spirituale ma come una struttura tecnocratica ed oligarchica, lontana dai reali bisogni delle classi popolari».
http://ilmanifesto.it/cattolici-e-crist ... n-tsipras/
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Re: L'Altra Europa per Tsipras
Ah, ecco, se sò svejati. Anni fa appoggiavano i liberisti... MAH
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Re: L'Altra Europa per Tsipras
peanuts ha scritto:Ah, ecco, se sò svejati. Anni fa appoggiavano i liberisti... MAH
E' forse l'effetto Francesco???
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Re: L'Altra Europa per Tsipras
Elezioni europee 2014: chi è causa del suo Grillo pianga se stesso
di PierGiorgio Gawronski | 24 maggio 2014Commenti (82)
In queste ultime ore prima del voto, sui giornali e le televisioni Europee è tutto un gridare “Al lupo, al lupo!”: arrivano i “populisti”, gli “anti-europeisti”, i “no-euro”, i “nazionalisti” più o meno “neofascisti”. Il progetto europeo è in pericolo! Ha garantito pace, benessere, apertura culturale, rafforzato l’Europa nei rapporti internazionali… E non c’è un Piano B. L’alternativa all’Unione Europea è il declino. Né si può negare che molti dei movimenti o partiti sopra ricordati siano inquietanti. Ma gli appelli degli Eurocrati e dei leader ‘democratici’ sono… ipocriti. Davvero loro non hanno responsabilità per l’ascesa di questi movimenti?
Negli anni ’90, i politici europei hanno creato una moneta comune senza che ce ne fossero le condizioni. Sapevano che era disfunzionale, che avrebbe generato delle crisi, ma si ripromettevano di utilizzarla per indurre i popoli Europei, ignari, alla creazione degli Stati Uniti d’Europa (V. dichiarazioni di Monti e Tommaso Padoa Schioppa, fra i tanti che hanno rivendicato questo progetto). Quando nel 2008 è esplosa la crisi, spacciando l’ideologia per scienza (“la crisi non è di domanda”, “l’austerità è espansiva”, “stampare moneta = inflazione”, “la Bce non è responsabile per gli spread”, ecc.) hanno accentuato la crisi.
Di nuovo ora promettono di cambiare verso – vergognandosi di ciò che han fatto finora -, ma ormai tutti sanno che intendono continuare con lo stesso paradigma. Apportandovi modifiche (marginali) solo quando l’Euro minaccia di crollare; spacciandole per autentiche svolte; rimpallandosi le responsabilità sul perché non si fa ‘di più’. Ma dopo sei anni questi politici (giornalisti, economisti, diplomatici) sono screditati: non sono capaci di sconfiggere la crisi. “You can’t fool all the people all the time”.
In teoria, basterebbe votare per qualcun altro, per un progetto alternativo serio. Ma di fronte alla sua progressiva delegittimazione, tutta l’élite democratica europea (per cause ancora in parte da chiarire: voi come lo spiegate?), con poche lodevoli eccezioni, ha scelto di negare gli errori commessi. Si è intestardita: nel considerare l’euro l’unica strada per progredire nell’integrazione europea; e nelle strategie neoliberali (di moda negli anni “80, ma oggi completamente superate dagli avvenimenti). Si è compattata intorno a un progetto di manipolazione della volontà popolare per favorire il federalismo europeo o le banche rentier. Si è blindata riducendo la rappresentanza democratica, con leggi elettorali sempre più maggioritarie, che escludevano le preferenze (o simili), aumentando le barriere all’ingresso dei nuovi partiti. E ha lasciato ai movimenti anti-sistema il monopolio dell’alternativa alle politiche vigenti.
Gli italiani moderati, liberali, tranquilli, si trovano ora di fronte a una scelta impossibile: una scelta fra tre populismi. Berlusconi, che voleva introdurre in Italia la Repubblica Peronista. Renzi, che con Berlusconi è in ‘profonda sintonia’. Grillo, che ha dimostrato anch’egli parecchio disprezzo per le istituzioni democratiche, per la rappresentanza, per la meritocrazia. Renzi, l’altro giorno l’ho sentito dire alla radio: “La priorità è la ripresa economica, ma per riuscirci è necessario fare le riforme istituzionali”. Non so come tanti italiani possano cadere in simili cose. Ma quelli che non ci cadono, per reagire alla Grande Depressione, paiono non avere altra scelta che votare per l’unico che ha ‘bucato’ il sistema politico: un comico inquietante, che promette nel Parlamento Europeo di opporsi (confusamente) alla deriva autoritaria e depressiva. (Per poi proporne una ancora peggiore? Ma tant’è!).
Oppure possono votare le frattaglie antidemocratiche. Quelle che ‘usciamo dall’euro’. Come dire: ‘Tiriamo la bomba atomica’. Ma gli estremismi si alimentano a vicenda: così tali posizioni favoriscono il terrorismo psicologico degli eurocrati sui rischi di cambiare classe dirigente. In realtà, chi dice ‘usciamo dall’euro’ confonde i mezzi con i fini. Perché anche per uscire dall’euro occorre trattare con i partner europei, per minimizzare i disastri.
Bisogna trattare: sugli obiettivi sociali ed economici possibili, oggi negati, e sul come raggiungerli, dentro o fuori l’euro. Perciò la posizione più seria, moderata, europeista, mi pare quella di Tsipras: ‘Noi non ci stiamo più, apriamo un grande negoziato europeo… sulla base di un paradigma alternativo. E vediamo se possiamo evitare di tirarci le bombe atomiche’.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... so/998387/
di PierGiorgio Gawronski | 24 maggio 2014Commenti (82)
In queste ultime ore prima del voto, sui giornali e le televisioni Europee è tutto un gridare “Al lupo, al lupo!”: arrivano i “populisti”, gli “anti-europeisti”, i “no-euro”, i “nazionalisti” più o meno “neofascisti”. Il progetto europeo è in pericolo! Ha garantito pace, benessere, apertura culturale, rafforzato l’Europa nei rapporti internazionali… E non c’è un Piano B. L’alternativa all’Unione Europea è il declino. Né si può negare che molti dei movimenti o partiti sopra ricordati siano inquietanti. Ma gli appelli degli Eurocrati e dei leader ‘democratici’ sono… ipocriti. Davvero loro non hanno responsabilità per l’ascesa di questi movimenti?
Negli anni ’90, i politici europei hanno creato una moneta comune senza che ce ne fossero le condizioni. Sapevano che era disfunzionale, che avrebbe generato delle crisi, ma si ripromettevano di utilizzarla per indurre i popoli Europei, ignari, alla creazione degli Stati Uniti d’Europa (V. dichiarazioni di Monti e Tommaso Padoa Schioppa, fra i tanti che hanno rivendicato questo progetto). Quando nel 2008 è esplosa la crisi, spacciando l’ideologia per scienza (“la crisi non è di domanda”, “l’austerità è espansiva”, “stampare moneta = inflazione”, “la Bce non è responsabile per gli spread”, ecc.) hanno accentuato la crisi.
Di nuovo ora promettono di cambiare verso – vergognandosi di ciò che han fatto finora -, ma ormai tutti sanno che intendono continuare con lo stesso paradigma. Apportandovi modifiche (marginali) solo quando l’Euro minaccia di crollare; spacciandole per autentiche svolte; rimpallandosi le responsabilità sul perché non si fa ‘di più’. Ma dopo sei anni questi politici (giornalisti, economisti, diplomatici) sono screditati: non sono capaci di sconfiggere la crisi. “You can’t fool all the people all the time”.
In teoria, basterebbe votare per qualcun altro, per un progetto alternativo serio. Ma di fronte alla sua progressiva delegittimazione, tutta l’élite democratica europea (per cause ancora in parte da chiarire: voi come lo spiegate?), con poche lodevoli eccezioni, ha scelto di negare gli errori commessi. Si è intestardita: nel considerare l’euro l’unica strada per progredire nell’integrazione europea; e nelle strategie neoliberali (di moda negli anni “80, ma oggi completamente superate dagli avvenimenti). Si è compattata intorno a un progetto di manipolazione della volontà popolare per favorire il federalismo europeo o le banche rentier. Si è blindata riducendo la rappresentanza democratica, con leggi elettorali sempre più maggioritarie, che escludevano le preferenze (o simili), aumentando le barriere all’ingresso dei nuovi partiti. E ha lasciato ai movimenti anti-sistema il monopolio dell’alternativa alle politiche vigenti.
Gli italiani moderati, liberali, tranquilli, si trovano ora di fronte a una scelta impossibile: una scelta fra tre populismi. Berlusconi, che voleva introdurre in Italia la Repubblica Peronista. Renzi, che con Berlusconi è in ‘profonda sintonia’. Grillo, che ha dimostrato anch’egli parecchio disprezzo per le istituzioni democratiche, per la rappresentanza, per la meritocrazia. Renzi, l’altro giorno l’ho sentito dire alla radio: “La priorità è la ripresa economica, ma per riuscirci è necessario fare le riforme istituzionali”. Non so come tanti italiani possano cadere in simili cose. Ma quelli che non ci cadono, per reagire alla Grande Depressione, paiono non avere altra scelta che votare per l’unico che ha ‘bucato’ il sistema politico: un comico inquietante, che promette nel Parlamento Europeo di opporsi (confusamente) alla deriva autoritaria e depressiva. (Per poi proporne una ancora peggiore? Ma tant’è!).
Oppure possono votare le frattaglie antidemocratiche. Quelle che ‘usciamo dall’euro’. Come dire: ‘Tiriamo la bomba atomica’. Ma gli estremismi si alimentano a vicenda: così tali posizioni favoriscono il terrorismo psicologico degli eurocrati sui rischi di cambiare classe dirigente. In realtà, chi dice ‘usciamo dall’euro’ confonde i mezzi con i fini. Perché anche per uscire dall’euro occorre trattare con i partner europei, per minimizzare i disastri.
Bisogna trattare: sugli obiettivi sociali ed economici possibili, oggi negati, e sul come raggiungerli, dentro o fuori l’euro. Perciò la posizione più seria, moderata, europeista, mi pare quella di Tsipras: ‘Noi non ci stiamo più, apriamo un grande negoziato europeo… sulla base di un paradigma alternativo. E vediamo se possiamo evitare di tirarci le bombe atomiche’.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... so/998387/
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Re: L'Altra Europa per Tsipras
Ho ascoltato Moni Ovadia da Mentana e Curzio Maltese a Rainews24. Il livello delle domande e sopratutto delle risposte dei candidati a L'Altra Europa con Tsipras mi ha convinto che non ho motivo di astenermi visto che non voterei PD o M5S per cui andrò.
Il voto utile lo rimando al mittente renzi. A Grillo dico solo ... un'altra occasione persa per dare risposte "serie" al nostro paese.
Saluti a tutti.
Il voto utile lo rimando al mittente renzi. A Grillo dico solo ... un'altra occasione persa per dare risposte "serie" al nostro paese.
Saluti a tutti.
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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