Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la SX?
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Amici, mi conoscete da tempo e sapete che sono radicale nell'essere di sinistra.
Chi guarda ancora al PD secondo me è pazzo o incosciente (senza offesa x nessuno .. xké non voglio offendere nessuno, siamo tutti amici)
Dentro il PD di renzi è in atto un repulisti delle minoranza di stile stalinista ... due esempi recenti:
Epurazione del senatore Corradino Mineo dal parte del Capò gruppo al senato del PD, tal Zanda, con reazione di Pippo Civati:
Niente di buono
La notizia che circola sulla sostituzione di Corradino Mineo nella commissione Affari costituzionali, per opera del capogruppo Zanda, è di una gravità inaudita: anche perché era già circolata in campagna elettorale ma poi ci si fermò (proprio perché eravamo in campagna elettorale e le cose brutte in campagna elettorale non si fanno).
La critica non è ammessa, e va eliminato chi non è d’accordo, anche se si tratta della modifica della Carta costituzionale.
È del tutto evidente che se la decisione del capogruppo del Pd al Senato fosse confermata (così sembrerebbe visto che è stata già fatta circolare), saremmo di fronte a un passaggio delicatissimo per la vita del nostro partito. Democratico
Secondo esempio:
Guardate cosa scrive su Twitter il sindaco di Bari Michele Emiliano ormai renziano di ferro:
Alle 11:16 AM on mer, giu 04, 2014 Michele Emiliano (@micheleemiliano) ha twittato:
PD deve "spazzare" dal suo interno residui vecchio partito sconfitto nel congresso al quale non era chiara-sic-la differenza politica e affari
(https://twitter.com/micheleemiliano/sta ... 1901517825)
Ormai siamo presenti a forze "integraliste" che voglio azzerare l'articolazione democratica all'interno del PD per farne un moloch un monolite dove tutto si fa se lo vuole il capo.
Nessun dissenso viene ammesso oppure epurazione messa al bando come nel caso del senatore Mineo che in commissione affari costituzionali rappresenta la posizione minoritaria di Chiti.
Io voglio lavorare insieme a voi per far si che un nuovo soggetto politico di sx possa nascere sulla scia di Altra Europa con Tsipras. Vedrete che tra quel 45% dei non votanti perchè non rappresentati si possa trovare una bacino che ci porti ad un partito che vada oltre 8%.
Un saluto a tutti,
Chi guarda ancora al PD secondo me è pazzo o incosciente (senza offesa x nessuno .. xké non voglio offendere nessuno, siamo tutti amici)
Dentro il PD di renzi è in atto un repulisti delle minoranza di stile stalinista ... due esempi recenti:
Epurazione del senatore Corradino Mineo dal parte del Capò gruppo al senato del PD, tal Zanda, con reazione di Pippo Civati:
Niente di buono
La notizia che circola sulla sostituzione di Corradino Mineo nella commissione Affari costituzionali, per opera del capogruppo Zanda, è di una gravità inaudita: anche perché era già circolata in campagna elettorale ma poi ci si fermò (proprio perché eravamo in campagna elettorale e le cose brutte in campagna elettorale non si fanno).
La critica non è ammessa, e va eliminato chi non è d’accordo, anche se si tratta della modifica della Carta costituzionale.
È del tutto evidente che se la decisione del capogruppo del Pd al Senato fosse confermata (così sembrerebbe visto che è stata già fatta circolare), saremmo di fronte a un passaggio delicatissimo per la vita del nostro partito. Democratico
Secondo esempio:
Guardate cosa scrive su Twitter il sindaco di Bari Michele Emiliano ormai renziano di ferro:
Alle 11:16 AM on mer, giu 04, 2014 Michele Emiliano (@micheleemiliano) ha twittato:
PD deve "spazzare" dal suo interno residui vecchio partito sconfitto nel congresso al quale non era chiara-sic-la differenza politica e affari
(https://twitter.com/micheleemiliano/sta ... 1901517825)
Ormai siamo presenti a forze "integraliste" che voglio azzerare l'articolazione democratica all'interno del PD per farne un moloch un monolite dove tutto si fa se lo vuole il capo.
Nessun dissenso viene ammesso oppure epurazione messa al bando come nel caso del senatore Mineo che in commissione affari costituzionali rappresenta la posizione minoritaria di Chiti.
Io voglio lavorare insieme a voi per far si che un nuovo soggetto politico di sx possa nascere sulla scia di Altra Europa con Tsipras. Vedrete che tra quel 45% dei non votanti perchè non rappresentati si possa trovare una bacino che ci porti ad un partito che vada oltre 8%.
Un saluto a tutti,
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Secondo me... è l'unica possibile speranza che vale la pena di coltivare.Vedrete che tra quel 45% dei non votanti perchè non rappresentati si possa trovare una bacino che ci porti ad un partito che vada oltre 8%.
L'alternativa all'Intrupparsi è entrare a far parte di quel 45% aspettando, tempo permettendo, prospettive migliori.
Purtroppo ad una certa età il tempo a disposizione ne rimane sempre meno.
Un saluto erding
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Il problema è come far capire alla gente che per cercare di risollevare questo paese si debba votare un partito che avrà tra il 3% e l'8% dei voti e agire in prospettiva un passo alla volta... quando siamo di fronte al baratro...
Tutti oggi vogliono tutto e subito e così facendo ingrossano le file dei PDl, PD di turno che invece fanno solo i loro affari a danno del popolo italiano.
L'alternativa astensione non serve perchè tanto comandano solo quelli che vengono votaati anche se da meno del 50% dei votanti...
Cambiare una mentalità ormai radicata da 30 anni di mala politica è difficile senza più neanche il sostegno di una base territoriale di riferimento.
A ragionare politica ci siamo noi ultra 50enni, i più giovani cresciuti negli anni della Milano da bere Craxiana non ci capiscono e continuano a voler solo tutti quei gadgets che danno loro visibilità e per quelli si indebitano e vendono il loro futuro e quello dei loro figli e nipoti arricchendo i conti dei soliti noti...
E' una società civile ormai cronicamente malata che vive in uno Stato cronicamente malato in un Mondo che viaggia a grandi passi verso l'autodistruzione...
Lo so potrei sembrare un pochino pessimista ma il compito è durissimo per cercare di invertire questa tendenza.
Il primo passo è parlare con tutti sempre cercando di dare informazione seria e sperare che il seme del dubbio si radichi nelle menti da tempo non più abituate a pensare da sole, facendo ricrescere la pintina della ragione...
Io è quello che faccio ogni giorno con colleghi, parenti, amici, persone che incontro e con cui posso iniziare a parlare...
Tutti oggi vogliono tutto e subito e così facendo ingrossano le file dei PDl, PD di turno che invece fanno solo i loro affari a danno del popolo italiano.
L'alternativa astensione non serve perchè tanto comandano solo quelli che vengono votaati anche se da meno del 50% dei votanti...
Cambiare una mentalità ormai radicata da 30 anni di mala politica è difficile senza più neanche il sostegno di una base territoriale di riferimento.
A ragionare politica ci siamo noi ultra 50enni, i più giovani cresciuti negli anni della Milano da bere Craxiana non ci capiscono e continuano a voler solo tutti quei gadgets che danno loro visibilità e per quelli si indebitano e vendono il loro futuro e quello dei loro figli e nipoti arricchendo i conti dei soliti noti...
E' una società civile ormai cronicamente malata che vive in uno Stato cronicamente malato in un Mondo che viaggia a grandi passi verso l'autodistruzione...
Lo so potrei sembrare un pochino pessimista ma il compito è durissimo per cercare di invertire questa tendenza.
Il primo passo è parlare con tutti sempre cercando di dare informazione seria e sperare che il seme del dubbio si radichi nelle menti da tempo non più abituate a pensare da sole, facendo ricrescere la pintina della ragione...
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Analisi pessimistica ma di sano realismo.Maucat ha scritto:Il problema è come far capire alla gente che per cercare di risollevare questo paese si debba votare un partito che avrà tra il 3% e l'8% dei voti e agire in prospettiva un passo alla volta... quando siamo di fronte al baratro...
Tutti oggi vogliono tutto e subito e così facendo ingrossano le file dei PDl, PD di turno che invece fanno solo i loro affari a danno del popolo italiano.
L'alternativa astensione non serve perchè tanto comandano solo quelli che vengono votaati anche se da meno del 50% dei votanti...
Cambiare una mentalità ormai radicata da 30 anni di mala politica è difficile senza più neanche il sostegno di una base territoriale di riferimento.
A ragionare politica ci siamo noi ultra 50enni, i più giovani cresciuti negli anni della Milano da bere Craxiana non ci capiscono e continuano a voler solo tutti quei gadgets che danno loro visibilità e per quelli si indebitano e vendono il loro futuro e quello dei loro figli e nipoti arricchendo i conti dei soliti noti...
E' una società civile ormai cronicamente malata che vive in uno Stato cronicamente malato in un Mondo che viaggia a grandi passi verso l'autodistruzione...
Lo so potrei sembrare un pochino pessimista ma il compito è durissimo per cercare di invertire questa tendenza.
Il primo passo è parlare con tutti sempre cercando di dare informazione seria e sperare che il seme del dubbio si radichi nelle menti da tempo non più abituate a pensare da sole, facendo ricrescere la pintina della ragione...
Io è quello che faccio ogni giorno con colleghi, parenti, amici, persone che incontro e con cui posso iniziare a parlare...
Infatti non ho scritto partito al 30% perchè impossibile come da tua analisi.
Ci vuole una" nuova sinistra" perchè se vogliamo riproporre i cespugli del'ex PCI, SEL è ormai su posizioni "siamo del PD quando diventerà buono" (Migliore), RC sono tutti grigi nei capelli e nell'anima ... non ci credono + al socialismo/comunismo sconfitto dalla storia, allora andremo ad un'altra sconfitta ed è inutile provarci.
L'esempio è Syriza greca. E' di sinistra ma non è il Pasok. Partiamo da qui.
Adesso vediamo la base su cui potremmo aiutare a fondare una nuova sx.
Ahimé dobbiamo partire dai giovani ... mestiere difficile dato che tutti i giovani sotto i 40 anni compresi i miei figli votano M5S.
Il fatto è che è ormai certo che M5S imploderà e lo vedremo alle prossime politiche.
Non possiamo permettere che questa marea di giovani si omologhino verso un partito conservatore come il PD, o non vadano + a votare o che si mettano in testa di fare la rivoluzione votando il peggio x dispetto .. i nazionalisti e xenofobi.
Uno sfogo alle frustrazioni dei giovani senza lavoro e precari nel futuro deve incanalarsi in una sinistra moderna che pensi al futuro immaginando un diverso modello di crescita anzi una decrescita virtuosa dalla demente economia capitalistica verso un'economia della sostenibilità ecologica, indipendenza energetica con le rinnovabili, della fruizione dell'arte e del bello.
Compito difficile ... ma dobbiam provarci.
Un caro saluto a tutti,
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
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Rue: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
OK per quello che avete scritto,.........ma adesso dobbiamo cercare di capire insieme cosa sta per succedere per poi stabilire come muoverci.
Siamo davanti al crollo della seconda Repubblica.
Siamo davanti al crollo della seconda Repubblica.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Un'autentica tdc da mezzo secolo. Basta solo il titolo per capire che a 93 anni è sempre il gran bastardo di sempre. Sempre pronto ad azionare la macchina del fango inutilmente.
Solo un bastardo maestro della disinformazione poteva scrivere per i super merli che Berlinguer è stato sempre fedele a Stalin.
Stalin muore nel 1953, Berlinguer diventa segretario nel 1972, quando lo stalinismo era tramontato e dominavano altri leader sovietici.
Ma è ancora più bastardo perché all'interno dello speciale di ieri, c'è un articolo dedicato alla sua eliminazione perché autore della terza via del comunismo.
Ergo niente Stalin e niente stalinismo. Cervi è stato un fedele servitore di Forza Italia e di Berlusconi.
Oggi la cronaca aggiunge ulteriori banditi al partito dei banditi.
A Cervi piacciono questi personaggi.
La beatifcazione di Berlinguer sempre fedele a Stalin
A 30 anni dalla morte del leader Pci il suo ricordo diventa venerazione
Mario Cervi - Mer, 04/06/2014 - 14:58
Un supplemento di 100 pagine dell'Unità, convegni e dibattiti, o fervidi elogi del mondo politico, gli applausi dei grillini: per i trent'anni dalla morte di Enrico Berlinguer il ricordo prende i connotati della venerazione se non della santificazione laica.
Omaggi più che meritati se si riferiscono all'uomo. Che fu onesto, intelligente, riservato in un mondo di ciarlatani, gran lavoratore. Per dirlo in sintesi una persona per bene. Il culto per lui di chi ha nostalgia dal Partito comunista italiano e alimenta ancora speranze in fulgide sorti progressive della sinistra è non solo giustificato ma doveroso. Perché riguarda chi fu comunista nell'essenza e in tutte le implicazioni del termine. E lo restò sfidando i fatti e le e delusioni con la tenacia indomabile dei credenti.
Gian Carlo Pajetta disse, con il sarcasmo d'obbligo, che «si iscrisse giovanissimo alla direzione del Pci». Lasciando con questo intendere che il ragazzo di buona famiglia borghese fosse stato agevolato nello scalare la Nomenklatura delle Botteghe Oscure. Un raccomandato. In effetti l'ascesa di Berlinguer ai vertici comunisti ebbe l'avallo di Palmiro Togliatti che ai compagni altolocati indirizzò un biglietto così concepito: «Questo è il compagno Berlinguer che viene dalla Sardegna. Utilizzatelo nella vostra organizzazione». In verità, pur con l'iniziale e potente spinta di Ercoli, la successione di Togliatti e di Longo gli spettava di diritto: per le sue qualità e per la sua ortodossia ideologica.
Alla valanga di articoli di questi giorni ne aggiungo uno mio. Con l'ambizione di non voler offendere una memoria, ma anche di non aggiungermi ai gloria imperversanti. Il primo incarico di gran rilievo del ragazzo sardo fu la guida della Federazione giovanile comunista italiana. Il che gli dava accesso ai sommi uffici, compreso quello del sommo tra i sommi, il Migliore. Al rispetto delle gerarchie ci teneva molto. Gli era stato assegnato un segretario particolare, Mario Pirani, (ora editorialista di Repubblica), e s'era accorto che Pirani sfogliava prima di lui la mazzetta dei quotidiani. «Dice con piglio da dirigente - cito dalla biografia di Chiara Valentini - che il primo a sfogliarli vuole essere lui». Non era incline all'ironia e nemmeno alle confidenze.
Aveva da poco compiuto i 24 anni - attingo di nuovo al saggio citato - quando andò per la prima volta in Unione Sovietica con una delegazione di giovani partigiani. Rimase estasiato. Ripeteva in ogni discorso che «la gioventù sovietica felice canta nelle piazze la sua canzone preferita, Com'è bello vivere nel Paese dei Soviet». Ammirava sconfinatamente Stalin che ebbe la fortuna - almeno lui la ritenne tale - di incontrare. Togliatti era il Maestro: da lui aveva mutuato il vezzo d'indirizzare bigliettini in inchiostro verde ai collaboratori. Alla fine del viaggio russo fece firmare dalla delegazione un documento unitario che esaltava le conquiste e le libertà dello stalinismo. Al ritorno a Roma ci fu chi ebbe l'audacia di chiedergli qualcosa sulle donne russe, su come si vestivano, su come si truccavano. La risposta può essere collocata nella casistica del fanatismo quasi delirante. «Nel Paese del socialismo le donne non hanno bisogno di nessun orpello per attrarre gli uomini. In Urss non ci sono donne. Ci sono compagne sovietiche».
Sciocchezze d'un ventenne, si dirà. Invece quel ventenne non era per niente sciocco, era un apparatchik inflessibile che nella sostanza rimase tale fino all'ultimo, quando un malore lo uccise e Sandro Pertini presidente della Repubblica, tanto si agitò da dare l'impressione che protagonista del funerale fosse lui. Ebbe anche nell'abbigliamento e nel linguaggio tratti da asceta. In un suo volumetto Dietro la vetrina a Botteghe oscure, il vecchio militante Fidia Gambetti, messo a dirigere la biblioteca di Rinascita a Roma, così scrisse: «Da Bologna ritorna vincitore Berlinguer, unico e naturale successore di Togliatti e di Longo. Con il suo aspetto sofferente di sempre, più piegato che mai sotto gli sfuggenti colli del soprabito e della giacca. Se dovessi dare un giudizio non potrei che rispondere non lo conosco. Non ha mai messo piede in libreria. Il primo a comparire è il grande sconfitto, Napolitano, sereno e signore come sempre».
Ho indugiato su questi aspetti marginali della vita di Berlinguer non per sminuirlo ma per collocarlo sul podio che gli spetta e che a mio avviso è quello d'un conformista preparato e anche illuminato, non quello degli innovatori. Fu preso a rimorchio dai cambiamenti, talvolta rassegnandosi a malincuore. Anche gli strappi che gli sono valsi inni d'ammirazione erano tutto sommato prudenti e inevitabili. Non si rese mai conto del baratro verso il quale il comunismo si stava avviando, o se si rese conto lo tenne per sé.
Ha scritto Alfredo Reichlin nell'inserto dell'Unità: «È vero, noi non fummo liberaldemocratici. Non avevamo letto i libri dei politologi americani e a Botteghe Oscure del modello Westminster non si parlava». Concesso. Ma la straordinaria vittoria del capitalismo sul comunismo che già era nell'aria non derivava dalla genialità dei politologi, derivava dal disastro di un'utopia tirannica. Berlinguer non sarebbe stato un tiranno. Probabilmente dei tiranni in cui aveva fiducia sarebbe stato vittima. Dopo averli osannati.
A Berlinguer viene accreditato l'aver posto la «questione morale». Credo fosse sincero nel metterla sul tappeto. Credo anche che con la sua condotta privata si sia dimostrato degno della battaglia contro la corruzione. Non lo fu come massimo dirigente del Pci foraggiato e mantenuto dall'Urss.
Personalmente accredito a Enrico Berlinguer, senza distinguo, la scelta della fermezza dopo il sequestro di Aldo Moro e la strage della sua scorta. La scelta arrivò dopo un lungo flirtare del Pci con le frange eversive della sinistra. Ma fu una scelta decisa. Molti anche oggi spiegano che il negoziato con i terroristi assassini sarebbe stato la via migliore per salvare la vita del leader democristiano. Io ritengo che una trattativa svolta ignorando il sacrificio di cinque servitori dello Stato sarebbe stata ignobile.
http://www.ilgiornale.it/news/interni/b ... 24578.html
Solo un bastardo maestro della disinformazione poteva scrivere per i super merli che Berlinguer è stato sempre fedele a Stalin.
Stalin muore nel 1953, Berlinguer diventa segretario nel 1972, quando lo stalinismo era tramontato e dominavano altri leader sovietici.
Ma è ancora più bastardo perché all'interno dello speciale di ieri, c'è un articolo dedicato alla sua eliminazione perché autore della terza via del comunismo.
Ergo niente Stalin e niente stalinismo. Cervi è stato un fedele servitore di Forza Italia e di Berlusconi.
Oggi la cronaca aggiunge ulteriori banditi al partito dei banditi.
A Cervi piacciono questi personaggi.
La beatifcazione di Berlinguer sempre fedele a Stalin
A 30 anni dalla morte del leader Pci il suo ricordo diventa venerazione
Mario Cervi - Mer, 04/06/2014 - 14:58
Un supplemento di 100 pagine dell'Unità, convegni e dibattiti, o fervidi elogi del mondo politico, gli applausi dei grillini: per i trent'anni dalla morte di Enrico Berlinguer il ricordo prende i connotati della venerazione se non della santificazione laica.
Omaggi più che meritati se si riferiscono all'uomo. Che fu onesto, intelligente, riservato in un mondo di ciarlatani, gran lavoratore. Per dirlo in sintesi una persona per bene. Il culto per lui di chi ha nostalgia dal Partito comunista italiano e alimenta ancora speranze in fulgide sorti progressive della sinistra è non solo giustificato ma doveroso. Perché riguarda chi fu comunista nell'essenza e in tutte le implicazioni del termine. E lo restò sfidando i fatti e le e delusioni con la tenacia indomabile dei credenti.
Gian Carlo Pajetta disse, con il sarcasmo d'obbligo, che «si iscrisse giovanissimo alla direzione del Pci». Lasciando con questo intendere che il ragazzo di buona famiglia borghese fosse stato agevolato nello scalare la Nomenklatura delle Botteghe Oscure. Un raccomandato. In effetti l'ascesa di Berlinguer ai vertici comunisti ebbe l'avallo di Palmiro Togliatti che ai compagni altolocati indirizzò un biglietto così concepito: «Questo è il compagno Berlinguer che viene dalla Sardegna. Utilizzatelo nella vostra organizzazione». In verità, pur con l'iniziale e potente spinta di Ercoli, la successione di Togliatti e di Longo gli spettava di diritto: per le sue qualità e per la sua ortodossia ideologica.
Alla valanga di articoli di questi giorni ne aggiungo uno mio. Con l'ambizione di non voler offendere una memoria, ma anche di non aggiungermi ai gloria imperversanti. Il primo incarico di gran rilievo del ragazzo sardo fu la guida della Federazione giovanile comunista italiana. Il che gli dava accesso ai sommi uffici, compreso quello del sommo tra i sommi, il Migliore. Al rispetto delle gerarchie ci teneva molto. Gli era stato assegnato un segretario particolare, Mario Pirani, (ora editorialista di Repubblica), e s'era accorto che Pirani sfogliava prima di lui la mazzetta dei quotidiani. «Dice con piglio da dirigente - cito dalla biografia di Chiara Valentini - che il primo a sfogliarli vuole essere lui». Non era incline all'ironia e nemmeno alle confidenze.
Aveva da poco compiuto i 24 anni - attingo di nuovo al saggio citato - quando andò per la prima volta in Unione Sovietica con una delegazione di giovani partigiani. Rimase estasiato. Ripeteva in ogni discorso che «la gioventù sovietica felice canta nelle piazze la sua canzone preferita, Com'è bello vivere nel Paese dei Soviet». Ammirava sconfinatamente Stalin che ebbe la fortuna - almeno lui la ritenne tale - di incontrare. Togliatti era il Maestro: da lui aveva mutuato il vezzo d'indirizzare bigliettini in inchiostro verde ai collaboratori. Alla fine del viaggio russo fece firmare dalla delegazione un documento unitario che esaltava le conquiste e le libertà dello stalinismo. Al ritorno a Roma ci fu chi ebbe l'audacia di chiedergli qualcosa sulle donne russe, su come si vestivano, su come si truccavano. La risposta può essere collocata nella casistica del fanatismo quasi delirante. «Nel Paese del socialismo le donne non hanno bisogno di nessun orpello per attrarre gli uomini. In Urss non ci sono donne. Ci sono compagne sovietiche».
Sciocchezze d'un ventenne, si dirà. Invece quel ventenne non era per niente sciocco, era un apparatchik inflessibile che nella sostanza rimase tale fino all'ultimo, quando un malore lo uccise e Sandro Pertini presidente della Repubblica, tanto si agitò da dare l'impressione che protagonista del funerale fosse lui. Ebbe anche nell'abbigliamento e nel linguaggio tratti da asceta. In un suo volumetto Dietro la vetrina a Botteghe oscure, il vecchio militante Fidia Gambetti, messo a dirigere la biblioteca di Rinascita a Roma, così scrisse: «Da Bologna ritorna vincitore Berlinguer, unico e naturale successore di Togliatti e di Longo. Con il suo aspetto sofferente di sempre, più piegato che mai sotto gli sfuggenti colli del soprabito e della giacca. Se dovessi dare un giudizio non potrei che rispondere non lo conosco. Non ha mai messo piede in libreria. Il primo a comparire è il grande sconfitto, Napolitano, sereno e signore come sempre».
Ho indugiato su questi aspetti marginali della vita di Berlinguer non per sminuirlo ma per collocarlo sul podio che gli spetta e che a mio avviso è quello d'un conformista preparato e anche illuminato, non quello degli innovatori. Fu preso a rimorchio dai cambiamenti, talvolta rassegnandosi a malincuore. Anche gli strappi che gli sono valsi inni d'ammirazione erano tutto sommato prudenti e inevitabili. Non si rese mai conto del baratro verso il quale il comunismo si stava avviando, o se si rese conto lo tenne per sé.
Ha scritto Alfredo Reichlin nell'inserto dell'Unità: «È vero, noi non fummo liberaldemocratici. Non avevamo letto i libri dei politologi americani e a Botteghe Oscure del modello Westminster non si parlava». Concesso. Ma la straordinaria vittoria del capitalismo sul comunismo che già era nell'aria non derivava dalla genialità dei politologi, derivava dal disastro di un'utopia tirannica. Berlinguer non sarebbe stato un tiranno. Probabilmente dei tiranni in cui aveva fiducia sarebbe stato vittima. Dopo averli osannati.
A Berlinguer viene accreditato l'aver posto la «questione morale». Credo fosse sincero nel metterla sul tappeto. Credo anche che con la sua condotta privata si sia dimostrato degno della battaglia contro la corruzione. Non lo fu come massimo dirigente del Pci foraggiato e mantenuto dall'Urss.
Personalmente accredito a Enrico Berlinguer, senza distinguo, la scelta della fermezza dopo il sequestro di Aldo Moro e la strage della sua scorta. La scelta arrivò dopo un lungo flirtare del Pci con le frange eversive della sinistra. Ma fu una scelta decisa. Molti anche oggi spiegano che il negoziato con i terroristi assassini sarebbe stato la via migliore per salvare la vita del leader democristiano. Io ritengo che una trattativa svolta ignorando il sacrificio di cinque servitori dello Stato sarebbe stata ignobile.
http://www.ilgiornale.it/news/interni/b ... 24578.html
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Re: Rue: Come possiamo contribuire a far nascere un partito
Non ce dubbio!camillobenso ha scritto:OK per quello che avete scritto,.........ma adesso dobbiamo cercare di capire insieme cosa sta per succedere per poi stabilire come muoverci.
Siamo davanti al crollo della seconda Repubblica.
Però dobbiamo impedire (scusa Paolo11) che le ceneri le raccolga un comico ed un finto guru.
Purtroppo non siamo più giovani e la stanchezza a stare ore davanti al PC si fa sentire.
Facciamoci forza a vicenda.
Un caro saluto a tutti!
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Questa e' un'altra via possibile sempre chela sinistra ritrovi la sua identita' politica ma a quanto sembra il serbatotio a disposizione e' gia' occupato da altri. La nuova generazione ha assorbito nel suo dna il qualunquismo e populismo.erding ha scritto:Secondo me... è l'unica possibile speranza che vale la pena di coltivare.Vedrete che tra quel 45% dei non votanti perchè non rappresentati si possa trovare una bacino che ci porti ad un partito che vada oltre 8%.
L'alternativa all'Intrupparsi è entrare a far parte di quel 45% aspettando, tempo permettendo, prospettive migliori.
Purtroppo ad una certa età il tempo a disposizione ne rimane sempre meno.
Un saluto erding
Le colpe di tutto questo non e' solo del berlusconismo ma ancor più dalla nuova dirigenza del PCI nata dopo Berlinguer.
Ora, giustamente, noi ci chiediamo: Che cosa dobbiamo fare a questo punto?
Soluzioni a breve termine non ne abbiamo se non quelle di aprire le piazze con le ghigliottine e cominciare a tagliare le teste.
Questo tessuto sociale e' corrotto in tale misura che non vedo soluzioni, per il momento.
Dobbiamo ricreare uno stato sociale in cui possa ritornare l'etica e la morale e questo non e' facile.
Ricreare un popolo della sinistra e' difficile anche questo poichè da troppi anni lo si e' lasciato solo ed un popolo lasciato solo senza alcun riferimento politico puo cadere nel populismo dal quale non e' poi facile uscirne.
Padre Sorge
:....oggi ai giovani servono ideali, e bastano questi per impegnarsi direttamente, con il loro “saper fare”....
Ha perfettamente ragione il gesuita Sorge. Se e' voluto che i ns. giovani non avessero ideali e quindi in mancanza di questo l'unico ideale disponibile era il denaro e se questo era il fine lo si poteva giustificare con qualsiasi mezzo.
Nel secolo passato i partiti con la loro ideologia erano molto fermi riguardo l'etica e la morale. Ci si poteva non essere d'accordo sui loro obiettivi politici ma la morale e l'etica erano un punto fermo. La DC che proveniva da Sturzo aveva questo imperativo come lo era anche nel PCI, partito della classe operaia. Lo stesso lo si poteva ritrovare sia nel PLI che nel PRI.
Poi che cosa e' successo?
Tutto ha lavorato affinché le ideologia andassero in disgrazia e quando si resero conto che erano proprio queste a contenere sulla retta via un popolo, ormai era troppo tardi. Fatto di proposito? Alcuni addebitano questo alla bassa cultura politica di una generazione di politici mentre altri come me, ritengono invece che tutto questo rientri in un piano molto più ampio di quello che potremmo pensare.(e qui mi ricollego agli obiettivi che descrive il FQ riguardo Renzi e gli States.).
Continua padre Sorge:
...Oggi la Politica è in grave crisi, “ha perso l’anima”, dice P. Sorge, perché è marcia, corrotta, non vive più di ideali e perciò si pone in rapporto diretto con la piazza, alla ricerca di conferme personali; la politica rifiuta le regole che vengono dalle mediazioni, non è più democrazia della rappresentanza; il Parlamento non è più fatto dai nostri “rappresentanti”, ma da taluni eletti su schede e liste già compilate da altri per noi; le istituzioni che dettano le regole (Parlamento – Magistratura) sono superate in un rapporto clientelare con la piazza, che non vuole norme ma esalta o condanna il proprio idolo di turno.
Ciò è il “populismo” che si abbina all’”antipolitica”: come il populismo cerca il rapporto diretto tra idoli e folle, così nella mente dei bempensanti nasce un rifiuto verso un mondo di politici incapaci, se non corrotti, e da tale sfiducia nella politica deriva l’”assenteismo”, e il “qualunquismo”, tutte cose che – per mezzo del disimpegno - agevolano la scalata al potere di chi ha carisma sul popolo delle piazze. Siamo giunti in Italia ad un bivio pericoloso: oggi o si fa spazio per una nuova politica di gente impegnata e consapevole, o seguirà il “baratro”.
E cosa fanno i Cattolici? Oggi, di fronte al populismo di pochi e all’antipolitica di molti, i Cattolici sono afoni, insignificanti, sono palude. I Cattolici hanno retto le sorti d’Italia per cinquant’anni: hanno contribuito a produrre la Carta Costituzionale, sono stati protagonisti nella ricostruzione post-bellica, hanno affrontato con i propri martiri il periodo del terrorismo, hanno contribuito a fondare l’Europa Unita; poi si sono ammutoliti, una volta che è stato decapitato il partito della Democrazia Cristiana da parte di “Tangentopoli”.
Non si tratta ora di far rivivere la DC come il partito dei Cattolici; non sono più i tempi di quei valori cristiani condivisi da tutto un popolo o quasi; lo stesso Concilio Vaticano II ha apertamente dichiarato che la Chiesa “non deve avere un suo partito”; il partito dei Cattolici come “longa manus” della gerarchia è superato storicamente, culturalmente, teologicamente. Si tratta di un nuovo modo di far politica: quello che combatte il populismo e l’antipolitica, quello che, con Papa Francesco, riscopre – senza forse saperlo – l’insegnamento autentico di don Sturzo, che è un insegnamento rivoluzionario: il “popolarismo”.
http://www.resegoneonline.it/articoli/P ... -20140218/
Ora quel che rimane della sinistra, si trova in mezzo al guado e non sa che fare ed e' costretta a "giocare" in difesa.
Come venirne fuori e' una domanda alla quale per ora non so dare risposte. Mi sforzo ma il tutto e' come un blob difficile da capire e quindi metabolizzare per trarre delle conclusioni. Decidere d'impulso potrebbe essere sbagliato come lo potrebbe essere il troppo ponderatismo.
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Si tutto vero tutto giusto.
Il fatto è: o si fa la rivoluzione subito repressa da colpo di stato militare oppure x via democratica ... con il voto!
Il fatto è che quando vai a votare trovi già i simboli messi lì e gli eletti già nominati. Cosa puoi fare?
Scheda bianca scheda nulla o non andare a votare ... cosa già in atto vedi astensione del 45% alle europee.
Guarda Pancho che le persone perbene ci sono: Rodotà, Zagrelbesky, Mattei, Vannucci, Floris D'Arcais, Freccero, Carlassare, Viale, Revelli, Ginsborg, Gallino, Lucarelli, Pepino, ecc.
E' da questi e da Altra Europa con Tsipras e Barbara Spinelli che si deve partire.
Non vedo altro!
Un caro saluto a tutti,
Il fatto è: o si fa la rivoluzione subito repressa da colpo di stato militare oppure x via democratica ... con il voto!
Il fatto è che quando vai a votare trovi già i simboli messi lì e gli eletti già nominati. Cosa puoi fare?
Scheda bianca scheda nulla o non andare a votare ... cosa già in atto vedi astensione del 45% alle europee.
Guarda Pancho che le persone perbene ci sono: Rodotà, Zagrelbesky, Mattei, Vannucci, Floris D'Arcais, Freccero, Carlassare, Viale, Revelli, Ginsborg, Gallino, Lucarelli, Pepino, ecc.
E' da questi e da Altra Europa con Tsipras e Barbara Spinelli che si deve partire.
Non vedo altro!
Un caro saluto a tutti,
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Guarda Pancho che le persone perbene ci sono: Rodotà, Zagrelbesky, Mattei, Vannucci, Floris D'Arcais, Freccero, Carlassare, Viale, Revelli, Ginsborg, Gallino, Lucarelli, Pepino, ecc.
Joblack
E' per questo che bisogna portarli sul forum, perché un forum politico di questo tipo corrisponde ad un congresso permanente di qualità superiore di quelli tradizionali.
Joblack
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