Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!!!!!
Stavo approntandomi per pubblicare un articolo di Repubblica ripreso da Dagospia, quando dal Tg3 arrivano le notizie del Fmi.
“Lavoro ed occupazione devono stare al centro del caso Italia”, è la raccomandazione di madame Lagarde. Per la miseriaccia, dopo sei anni dove un’accelerazione senza precedenti causata della crisi dei subprime ci ha messo letteralmente in ginocchio il Fmi indica qual’è la priorità assoluta italiana.
Tra un quarto d’ora inizia il Tg7. Vi invito a seguire il Tg di Mentana che non mancherà di segnalare la notizia.
“Lavoro ed occupazione devono stare al centro del caso Italia”, è la raccomandazione di madame Lagarde. Per la miseriaccia, dopo sei anni dove un’accelerazione senza precedenti causata della crisi dei subprime ci ha messo letteralmente in ginocchio il Fmi indica qual’è la priorità assoluta italiana.
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
In rete in questo momento............
Fondo Monetario Internazionale, peggiorate le stime di crescita dell'Eurozona: +1,1%. Giù anche l'inflazione
L'Huffington Post
Pubblicato: 14/07/2014 17:07 CEST Aggiornato: 2 ore fa Print ArticleFMI
La ripresa dell'Eurozona sta gradualmente "prendendo piede" ma la sua forza è "insufficiente" e si corre il "rischio di una stagnazione nel medio termine" che potrebbe anche contagiare i Paesi vicini. Lo sostiene il Fondo monetario Internazionale che ha tagliato all'1,1% (dall'1,2% previsto nel World Economic Outlook di primavera) le stime sul Pil di Eurolandia nel 2014, confermando all'1,5% l'espansione attesa nel 2015. Le previsioni sono contenute nel rapporto pubblicato al termine della ricognizione secondo l'Articolo IV sull'area euro dove si sottolinea come l'espansione dell'economia sia stata più debole del previsto nel primo trimestre e come non sia distribuita in maniera omogenea tra i diversi Paesi.
LEGGI IL DOCUMENTO INTEGRALE
Inflazione bassa può spingere Bce a piano acquisto titoli. Corrette al ribasso anche le stime sull'inflazione, la cui previsione scende da +0,9% a +0,7%. Una dinamica dei prezzi al ribasso che che, spiega il fondo, se rimasse in questi livelli potrebbe spingere la Banca centrale europea "considerare un programma di acquisto di asset su larga scala", con particolare attenzione ad asset sovrani. Il Fmi, che apprezza le misure eccezionali decise dalla Bce per gestire l'inflazione, fa notare che l'impegno della Bce verso gli obiettivi sui prezzi "farà alla fine crescere le aspettative sull'inflazione nell'Eurozona".
Per ltalia, il Fondo evidenzia come priorità il contrasto alla disoccupazione e il miglioramento della giustizia civile. Sul fronte del lavoro, gli
ispettori di Washington riconoscono i progressi fatti con la riforma Fornero e con gli incentivi fiscali per l'assunzione di giovani sotto i 30 anni ma l'Italia, avvertono, deve risolvere il problema "dell'alta disoccupazione in tutte le fasce di età". In particolare, i tecnici del Fondo raccomandano di "passare a un contratto unico e più flessibile per i nuovi assunti, prevedendo un graduale aumento delle tutele con l'anzianità in modo tale da abbassare i costi di assunzione e favorire l'apprendistato". Ciò detto l'Italia registra tra i più alti incremento nella disoccupazione giovanile che può essere addebitata "solo per un terzo" al basso livello di crescita economica.
Per quanto riguarda lo snellimento della giustizia civile, gli ispettori del Fondo esprimono un giudizio positivo sullo schema di mediazione pregiudiziale obbligatoria previsto nel "decreto del fare" del 2013 ma suggeriscono di ricorrere alla "mediazione fuori dai processi, di attuare una revisione complessiva delle tariffe forensi, di rafforzare l'organizzazione dei tribunali e la loro gestione, e di consentire il libero alla professione legale". Più in generale , nel rapporto si raccomanda all'Italia di "accelerare i piani di apertura dei servizi professionali e la privatizzazione dei servizi locali" e di eliminare i colli di bottiglia strutturale che spingono al rialzo di costi medi di produzione". Si sollecita poi una maggiore concorrenza nei mercati dei beni e servizi, soprattutto nella fornitura e distribuzione di elettricità.
http://www.huffingtonpost.it/2014/07/14 ... _ref=italy
Fondo Monetario Internazionale, peggiorate le stime di crescita dell'Eurozona: +1,1%. Giù anche l'inflazione
L'Huffington Post
Pubblicato: 14/07/2014 17:07 CEST Aggiornato: 2 ore fa Print ArticleFMI
La ripresa dell'Eurozona sta gradualmente "prendendo piede" ma la sua forza è "insufficiente" e si corre il "rischio di una stagnazione nel medio termine" che potrebbe anche contagiare i Paesi vicini. Lo sostiene il Fondo monetario Internazionale che ha tagliato all'1,1% (dall'1,2% previsto nel World Economic Outlook di primavera) le stime sul Pil di Eurolandia nel 2014, confermando all'1,5% l'espansione attesa nel 2015. Le previsioni sono contenute nel rapporto pubblicato al termine della ricognizione secondo l'Articolo IV sull'area euro dove si sottolinea come l'espansione dell'economia sia stata più debole del previsto nel primo trimestre e come non sia distribuita in maniera omogenea tra i diversi Paesi.
LEGGI IL DOCUMENTO INTEGRALE
Inflazione bassa può spingere Bce a piano acquisto titoli. Corrette al ribasso anche le stime sull'inflazione, la cui previsione scende da +0,9% a +0,7%. Una dinamica dei prezzi al ribasso che che, spiega il fondo, se rimasse in questi livelli potrebbe spingere la Banca centrale europea "considerare un programma di acquisto di asset su larga scala", con particolare attenzione ad asset sovrani. Il Fmi, che apprezza le misure eccezionali decise dalla Bce per gestire l'inflazione, fa notare che l'impegno della Bce verso gli obiettivi sui prezzi "farà alla fine crescere le aspettative sull'inflazione nell'Eurozona".
Per ltalia, il Fondo evidenzia come priorità il contrasto alla disoccupazione e il miglioramento della giustizia civile. Sul fronte del lavoro, gli
ispettori di Washington riconoscono i progressi fatti con la riforma Fornero e con gli incentivi fiscali per l'assunzione di giovani sotto i 30 anni ma l'Italia, avvertono, deve risolvere il problema "dell'alta disoccupazione in tutte le fasce di età". In particolare, i tecnici del Fondo raccomandano di "passare a un contratto unico e più flessibile per i nuovi assunti, prevedendo un graduale aumento delle tutele con l'anzianità in modo tale da abbassare i costi di assunzione e favorire l'apprendistato". Ciò detto l'Italia registra tra i più alti incremento nella disoccupazione giovanile che può essere addebitata "solo per un terzo" al basso livello di crescita economica.
Per quanto riguarda lo snellimento della giustizia civile, gli ispettori del Fondo esprimono un giudizio positivo sullo schema di mediazione pregiudiziale obbligatoria previsto nel "decreto del fare" del 2013 ma suggeriscono di ricorrere alla "mediazione fuori dai processi, di attuare una revisione complessiva delle tariffe forensi, di rafforzare l'organizzazione dei tribunali e la loro gestione, e di consentire il libero alla professione legale". Più in generale , nel rapporto si raccomanda all'Italia di "accelerare i piani di apertura dei servizi professionali e la privatizzazione dei servizi locali" e di eliminare i colli di bottiglia strutturale che spingono al rialzo di costi medi di produzione". Si sollecita poi una maggiore concorrenza nei mercati dei beni e servizi, soprattutto nella fornitura e distribuzione di elettricità.
http://www.huffingtonpost.it/2014/07/14 ... _ref=italy
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
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Fmi all'Italia: più lavoro e riforma della Giustizia. All'Eurozona: ripresa moderata
Nel documento in cui passa in rassegna lo stato di salute dell'Eurozona, il Fondo monetario raccomanda all'Italia di aumentare i posti di lavoro per tutte le fasce di età e di riformare la giustizia snellendo soprattutto le procedure e la burocrazia. Tagliate le stime 2014 del Pil dell'Eurozona da 1,2% all'1,1%. Chiesto un intervento alla Bce su larga scala
MILANO - L'Italia deve aumenatre la lotta contro la disoccupazione e riformare la giustizia, lenta e inefficiente. Sono queste le priorità per l'Italia, secondo le linee guida tracciate dal Fondo monetario internazionale nel rapporto stilato al termine della ricognizione sull'area euro come previsto dall'Articolo IV.
Sul fronte del lavoro, gli ispettori di Washington riconoscono i progressi fatti con la riforma Fornero e con gli incentivi fiscali per l'assunzione di giovani sotto i 30 anni ma l'Italia, avvertono, deve risolvere il problema "dell'alta disoccupazione in tutte le fasce di età".
DISSOCUPAZIONE. In particolare, i tecnici del Fondo raccomandano di "passare a un contratto unico e più flessibile per i nuovi assunti, prevedendo un graduale aumento delle tutele con l'anzianità in modo tale da abbassare i costi di assunzione e favorire l'apprendistato". Ciò detto l'Italia registra tra i più alti incremento nella disoccupazione giovanile che può essere addebitata "solo per un terzo" al basso livello di crescita economca. "Analisi empiriche mostrano che le riforme del lavoro pagherebbero il dividendo - si osserva nel documento - perché la crescita da sola non può risolvere il problema". Nel rapporto viene inoltre suggerito all'Italia di "decentralizzare le retribuzioni, di collegare le indennità di disoccupazione all'impiegabilità, ridisegnando completamente la cassa integrazione per trasformarla in un sistema
universale di sostegno collegato alla ricerca di un lavoro e al training". Gli esperti dell'Fmi indicano poi la necessità di " migliorare il coordinamento e l'efficienza dei servizi per l'occupazione a livello locale" e di "supportare il programma di garanzie per giovani a partire dal 2014".
RIFORMA DELLA GIUSTIZIA. Per quanto riguarda lo snellimento della giustizia civile, gli ispettori del Fondo esprimono un giudizio positivo sullo schema di mediazione pregiudiziale obbligatoria previsto nel "decreto del fare" del 2013 ma suggeriscono di ricorrere alla "mediazione fuori dai processi, di attuare una revisione complessiva delle tariffe forensi, di rafforzare l'organizzazione dei tribunali e la loro gestione, e di consentire il libero alla professione legale".
Più in generale , nel rapporto si raccomanda all'Italia di "accelerare i piani di apertura dei servizi professionali e la privatizzazione dei servizi locali" e di eliminare i colli di bottiglia strutturale che spingono al rialzo di costi medi di produzione". Si sollecita poi una maggiore concorrenza nei mercati dei beni e servizi, soprattutto nella fornitura e distribuzione di elettricità.
EUROZONA. La ripresa dell'Eurozona "sta prendendo piede": il Pil reale è aumentato per quattro trimestri di fila e la fiducia dei mercati finanziari è "migliorata in modo significativo". Nonostante ciò, la ripresa "non è né robusta né sufficientemente solida", dal momento che la domanda aggregata è debole e pesa sull'attività reale. In ogni caso "azioni politiche complementari hanno sostenuto la domanda, alimentato la fiducia degli investitori e allentato le condizioni finanziarie". A livello nazionale i governi "hanno fatto ulteriori progressi" nel rimettere in sesto i propri conti e applicare riforme strutturali per aumentare la competitività. Tagliate all'1,1% (dall'1,2% previsto nel World Economic Outlook di primavera) le stime sul Pil di Eurolandia nel 2014, confermando all'1,5% l'espansione attesa nel 2015, dell'1,7% nel 2016, assestandosi sull'1,6% fino al 2019. Il World economic outlook di aprile sarà aggiornato il prossimo 24 luglio. Il tasso di disoccupazione, che nel 2013 si è attestato al 12%, scenderà quest'anno all'11,7% e all'11,4% nel 2015, abbassandosi in modo costante fino al 9,4% del 2019. Il debito pubblico salirà quest'anno dal 95,2 al 95,9% del pil, poi scenderà al 94,9% nel 2015, quindi dopo un ulteriore ribasso negli anni successivi, si assesterà all'86,3% del pil nel 2019. Il deficit, che si era attestato al 3% del pil l'anno scorso, calerà quest'anno al 2,7% e al 2,1% nel 2015, quindi scenderà in modo costante fino allo 0,4% del pil nel 2019.
La stagnazione, spiega l'Fmi, potrebbe derivare da una "persistente ridotta domanda domestica, da un'insufficiente azione politica e dallo stallo delle riforme strutturali". Al contrario, il miglioramento della fiducia, potrebbe comportare un aumento della crescita, sopra i livelli previsti. La debolezza della domanda aggregata sta influendo negativamente "sull'attività reale, spingendo al ribasso l'inflazione mentre le società, le famiglie e le banche continuano a ripianare i loro bilanci", si sottolinea nel rapporto. "I mercati finanziari sono ancora frammentati - osservano gli esperti dell'Fmi - mentre la contrazione del credito e l'alto costo dei FINANZIAMENTI riducono gli investimenti nei Paesi con grandi output gap (differenza tra prodotto interno reale e Pil potenziale), con ampi carichi di debito e con una disoccupazione alta".
BANCA CENTRALE EUROPEA. Il fondo monetario internazionale avverte la Banca centrale europea: se l'inflazione resta troppo bassa servirà "un programma di acquisti di titoli su ampia scala, innanzitutto di titoli di stato". In generale l'istituzione di Washington vede con favore le decise azioni politiche compiute nell'Eurozona e a livello nazionale "per sostenere la domande e allentare le condizioni finanziarie", cosa che ha migliorato la fiducia dei mercati e le prospettive di ripresa. Bene anche le "eccezionali misure decise recentemente dalla Banca centrale europea per gestire l'inflazione bassa e per rafforzare la domanda" e "l'intenzione di usare ulteriori strumenti non convenzionali se necessario". L'impegno della bce in termini di obiettivi sui prezzi "alla fine farà aumentare le aspettative sull'inflazione in tutta l'Eurozona".
Il fondo fa notare che la Bce "ha varato ampie misure per sostenere la domanda e gestire la frammentazione" e che si fanno progressi continui sull'unione bancaria. In generale, secondo il Fmi politiche di bilancio "neutrali all'interno dell'Eurozona sono ampiamente appropriate", poiché mettono in equilibrio crescita e sostenibilità del debito. Tuttavia le politiche fiscali nazionali devono essere "attentamente calibrate per sostenere la crescita" laddove c'è spazio per farlo, utilizzando "la flessibilità nell'ambito della cornice fiscale ed evitando ulteriore consolidamento" in caso di sorprese negative sulla crescita.
(14 luglio 2014) © RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.repubblica.it/economia/2014/ ... -91556150/
Fmi all'Italia: più lavoro e riforma della Giustizia. All'Eurozona: ripresa moderata
Nel documento in cui passa in rassegna lo stato di salute dell'Eurozona, il Fondo monetario raccomanda all'Italia di aumentare i posti di lavoro per tutte le fasce di età e di riformare la giustizia snellendo soprattutto le procedure e la burocrazia. Tagliate le stime 2014 del Pil dell'Eurozona da 1,2% all'1,1%. Chiesto un intervento alla Bce su larga scala
MILANO - L'Italia deve aumenatre la lotta contro la disoccupazione e riformare la giustizia, lenta e inefficiente. Sono queste le priorità per l'Italia, secondo le linee guida tracciate dal Fondo monetario internazionale nel rapporto stilato al termine della ricognizione sull'area euro come previsto dall'Articolo IV.
Sul fronte del lavoro, gli ispettori di Washington riconoscono i progressi fatti con la riforma Fornero e con gli incentivi fiscali per l'assunzione di giovani sotto i 30 anni ma l'Italia, avvertono, deve risolvere il problema "dell'alta disoccupazione in tutte le fasce di età".
DISSOCUPAZIONE. In particolare, i tecnici del Fondo raccomandano di "passare a un contratto unico e più flessibile per i nuovi assunti, prevedendo un graduale aumento delle tutele con l'anzianità in modo tale da abbassare i costi di assunzione e favorire l'apprendistato". Ciò detto l'Italia registra tra i più alti incremento nella disoccupazione giovanile che può essere addebitata "solo per un terzo" al basso livello di crescita economca. "Analisi empiriche mostrano che le riforme del lavoro pagherebbero il dividendo - si osserva nel documento - perché la crescita da sola non può risolvere il problema". Nel rapporto viene inoltre suggerito all'Italia di "decentralizzare le retribuzioni, di collegare le indennità di disoccupazione all'impiegabilità, ridisegnando completamente la cassa integrazione per trasformarla in un sistema
universale di sostegno collegato alla ricerca di un lavoro e al training". Gli esperti dell'Fmi indicano poi la necessità di " migliorare il coordinamento e l'efficienza dei servizi per l'occupazione a livello locale" e di "supportare il programma di garanzie per giovani a partire dal 2014".
RIFORMA DELLA GIUSTIZIA. Per quanto riguarda lo snellimento della giustizia civile, gli ispettori del Fondo esprimono un giudizio positivo sullo schema di mediazione pregiudiziale obbligatoria previsto nel "decreto del fare" del 2013 ma suggeriscono di ricorrere alla "mediazione fuori dai processi, di attuare una revisione complessiva delle tariffe forensi, di rafforzare l'organizzazione dei tribunali e la loro gestione, e di consentire il libero alla professione legale".
Più in generale , nel rapporto si raccomanda all'Italia di "accelerare i piani di apertura dei servizi professionali e la privatizzazione dei servizi locali" e di eliminare i colli di bottiglia strutturale che spingono al rialzo di costi medi di produzione". Si sollecita poi una maggiore concorrenza nei mercati dei beni e servizi, soprattutto nella fornitura e distribuzione di elettricità.
EUROZONA. La ripresa dell'Eurozona "sta prendendo piede": il Pil reale è aumentato per quattro trimestri di fila e la fiducia dei mercati finanziari è "migliorata in modo significativo". Nonostante ciò, la ripresa "non è né robusta né sufficientemente solida", dal momento che la domanda aggregata è debole e pesa sull'attività reale. In ogni caso "azioni politiche complementari hanno sostenuto la domanda, alimentato la fiducia degli investitori e allentato le condizioni finanziarie". A livello nazionale i governi "hanno fatto ulteriori progressi" nel rimettere in sesto i propri conti e applicare riforme strutturali per aumentare la competitività. Tagliate all'1,1% (dall'1,2% previsto nel World Economic Outlook di primavera) le stime sul Pil di Eurolandia nel 2014, confermando all'1,5% l'espansione attesa nel 2015, dell'1,7% nel 2016, assestandosi sull'1,6% fino al 2019. Il World economic outlook di aprile sarà aggiornato il prossimo 24 luglio. Il tasso di disoccupazione, che nel 2013 si è attestato al 12%, scenderà quest'anno all'11,7% e all'11,4% nel 2015, abbassandosi in modo costante fino al 9,4% del 2019. Il debito pubblico salirà quest'anno dal 95,2 al 95,9% del pil, poi scenderà al 94,9% nel 2015, quindi dopo un ulteriore ribasso negli anni successivi, si assesterà all'86,3% del pil nel 2019. Il deficit, che si era attestato al 3% del pil l'anno scorso, calerà quest'anno al 2,7% e al 2,1% nel 2015, quindi scenderà in modo costante fino allo 0,4% del pil nel 2019.
La stagnazione, spiega l'Fmi, potrebbe derivare da una "persistente ridotta domanda domestica, da un'insufficiente azione politica e dallo stallo delle riforme strutturali". Al contrario, il miglioramento della fiducia, potrebbe comportare un aumento della crescita, sopra i livelli previsti. La debolezza della domanda aggregata sta influendo negativamente "sull'attività reale, spingendo al ribasso l'inflazione mentre le società, le famiglie e le banche continuano a ripianare i loro bilanci", si sottolinea nel rapporto. "I mercati finanziari sono ancora frammentati - osservano gli esperti dell'Fmi - mentre la contrazione del credito e l'alto costo dei FINANZIAMENTI riducono gli investimenti nei Paesi con grandi output gap (differenza tra prodotto interno reale e Pil potenziale), con ampi carichi di debito e con una disoccupazione alta".
BANCA CENTRALE EUROPEA. Il fondo monetario internazionale avverte la Banca centrale europea: se l'inflazione resta troppo bassa servirà "un programma di acquisti di titoli su ampia scala, innanzitutto di titoli di stato". In generale l'istituzione di Washington vede con favore le decise azioni politiche compiute nell'Eurozona e a livello nazionale "per sostenere la domande e allentare le condizioni finanziarie", cosa che ha migliorato la fiducia dei mercati e le prospettive di ripresa. Bene anche le "eccezionali misure decise recentemente dalla Banca centrale europea per gestire l'inflazione bassa e per rafforzare la domanda" e "l'intenzione di usare ulteriori strumenti non convenzionali se necessario". L'impegno della bce in termini di obiettivi sui prezzi "alla fine farà aumentare le aspettative sull'inflazione in tutta l'Eurozona".
Il fondo fa notare che la Bce "ha varato ampie misure per sostenere la domanda e gestire la frammentazione" e che si fanno progressi continui sull'unione bancaria. In generale, secondo il Fmi politiche di bilancio "neutrali all'interno dell'Eurozona sono ampiamente appropriate", poiché mettono in equilibrio crescita e sostenibilità del debito. Tuttavia le politiche fiscali nazionali devono essere "attentamente calibrate per sostenere la crescita" laddove c'è spazio per farlo, utilizzando "la flessibilità nell'ambito della cornice fiscale ed evitando ulteriore consolidamento" in caso di sorprese negative sulla crescita.
(14 luglio 2014) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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14 LUG 2014 11:58
ARRIVA LA TROIKA? DI SICURO NON CI SALVIAMO DA UNA MANOVRA CORRETTIVA IN AUTUNNO – AVVISATE IL GRADASSO RENZI CHE IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO È AUMENTATO IN MAGGIO DI 20 MILIARDI, RAGGIUNGENDO IL NUOVO MASSIMO DI 2.166,3 MILIARDI
Da via Nazionale spiegano l'andamento dicendo che "l'incremento riflette per 5,5 miliardi il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche e per 14,9 miliardi l'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro”. Dal Bollettino di Palazzo Koch emerge anche l'andamento degli incassi per lo Stato… -
Da "Repubblica.it"
Non accenna a rallentare la corsa del debito pubblico italiano: secondo l'ultima rilevazione di Bankitalia, lo stock di indebitamento delle Amministrazioni pubbliche è aumentato in maggio di 20 miliardi, raggiungendo il nuovo massimo di 2.166,3 miliardi.
Da via Nazionale spiegano l'andamento dicendo che "l'incremento riflette per 5,5 miliardi il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche e per 14,9 miliardi l'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (pari a fine maggio a 92,3 miliardi; 62,4 a maggio 2013)". Di contro, il buon momento dei mercati testimoniato dalla "emissione di titoli sopra la pari", unito a fattori quali "l'apprezzamento dell'euro e gli effetti della rivalutazione dei Btp indicizzati all'inflazione (BTPi) hanno contenuto l'incremento del debito per 0,4 miliardi".
Guardando ai sottosettori che hanno aumentato il debito, spiega ancora la Banca d'Italia, "quello delle Amministrazioni centrali è aumentato di 20,9 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,9 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato".
Dal Bollettino di Palazzo Koch emerge anche l'andamento degli incassi per lo Stato. "Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari in maggio a 31 miliardi, in aumento del 2,9 per cento rispetto allo stesso mese del 2013. Nei primi cinque mesi dell'anno le entrate sono cresciute dell'1,6 per cento (2,2 miliardi); tenendo conto di una disomogeneità nella contabilizzazione di alcuni incassi, le entrate tributarie sono aumentate solo lievemente".
ARRIVA LA TROIKA? DI SICURO NON CI SALVIAMO DA UNA MANOVRA CORRETTIVA IN AUTUNNO – AVVISATE IL GRADASSO RENZI CHE IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO È AUMENTATO IN MAGGIO DI 20 MILIARDI, RAGGIUNGENDO IL NUOVO MASSIMO DI 2.166,3 MILIARDI
Da via Nazionale spiegano l'andamento dicendo che "l'incremento riflette per 5,5 miliardi il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche e per 14,9 miliardi l'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro”. Dal Bollettino di Palazzo Koch emerge anche l'andamento degli incassi per lo Stato… -
Da "Repubblica.it"
Non accenna a rallentare la corsa del debito pubblico italiano: secondo l'ultima rilevazione di Bankitalia, lo stock di indebitamento delle Amministrazioni pubbliche è aumentato in maggio di 20 miliardi, raggiungendo il nuovo massimo di 2.166,3 miliardi.
Da via Nazionale spiegano l'andamento dicendo che "l'incremento riflette per 5,5 miliardi il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche e per 14,9 miliardi l'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (pari a fine maggio a 92,3 miliardi; 62,4 a maggio 2013)". Di contro, il buon momento dei mercati testimoniato dalla "emissione di titoli sopra la pari", unito a fattori quali "l'apprezzamento dell'euro e gli effetti della rivalutazione dei Btp indicizzati all'inflazione (BTPi) hanno contenuto l'incremento del debito per 0,4 miliardi".
Guardando ai sottosettori che hanno aumentato il debito, spiega ancora la Banca d'Italia, "quello delle Amministrazioni centrali è aumentato di 20,9 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,9 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato".
Dal Bollettino di Palazzo Koch emerge anche l'andamento degli incassi per lo Stato. "Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari in maggio a 31 miliardi, in aumento del 2,9 per cento rispetto allo stesso mese del 2013. Nei primi cinque mesi dell'anno le entrate sono cresciute dell'1,6 per cento (2,2 miliardi); tenendo conto di una disomogeneità nella contabilizzazione di alcuni incassi, le entrate tributarie sono aumentate solo lievemente".
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Debito pubblico ancora record: a maggio sale di 20 miliardi a quota 2.166
Bollettino Bankitalia: incremento dovuto per 5,5 miliardi all'aumento del fabbisogno e per il resto alle disponibilità liquide del Tesoro. Salgono le entrate tributarie: +2,9% a maggio, ma nei primi cinque mesi dell'anno l'incremento è solamente "lieve"
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Da via Nazionale spiegano l'andamento dicendo che "l'incremento riflette per 5,5 miliardi il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche e per 14,9 miliardi l'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (pari a fine maggio a 92,3 miliardi; 62,4 a maggio 2013)". Di contro, il buon momento dei mercati testimoniato dalla "emissione di titoli sopra la pari", unito a fattori quali "l'apprezzamento dell'euro e gli effetti della rivalutazione dei Btp indicizzati all'inflazione (BTPi) hanno contenuto l'incremento del debito per 0,4 miliardi".
Guardando ai sottosettori che hanno aumentato il debito, spiega ancora la Banca d'Italia, "quello delle Amministrazioni centrali è aumentato di 20,9 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,9 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato".
Dal Bollettino di Palazzo Koch emerge anche l'andamento degli incassi per lo Stato. "Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari in maggio a 31 miliardi, in aumento del 2,9 per cento rispetto allo stesso mese del 2013. Nei primi cinque mesi dell'anno le entrate sono cresciute dell'1,6 per cento (2,2 miliardi); tenendo conto di una disomogeneità nella contabilizzazione di alcuni incassi, le entrate tributarie sono aumentate solo lievemente"
http://www.repubblica.it/economia/2014/ ... -91521446/
Bollettino Bankitalia: incremento dovuto per 5,5 miliardi all'aumento del fabbisogno e per il resto alle disponibilità liquide del Tesoro. Salgono le entrate tributarie: +2,9% a maggio, ma nei primi cinque mesi dell'anno l'incremento è solamente "lieve"
MILANO - Non accenna a rallentare la corsa del debito pubblico italiano: secondo l'ultima rilevazione di Bankitalia, lo stock di indebitamento delle Amministrazioni pubbliche è aumentato in maggio di 20 miliardi, raggiungendo il nuovo massimo di 2.166,3 miliardi.
Da via Nazionale spiegano l'andamento dicendo che "l'incremento riflette per 5,5 miliardi il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche e per 14,9 miliardi l'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (pari a fine maggio a 92,3 miliardi; 62,4 a maggio 2013)". Di contro, il buon momento dei mercati testimoniato dalla "emissione di titoli sopra la pari", unito a fattori quali "l'apprezzamento dell'euro e gli effetti della rivalutazione dei Btp indicizzati all'inflazione (BTPi) hanno contenuto l'incremento del debito per 0,4 miliardi".
Guardando ai sottosettori che hanno aumentato il debito, spiega ancora la Banca d'Italia, "quello delle Amministrazioni centrali è aumentato di 20,9 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,9 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato".
Dal Bollettino di Palazzo Koch emerge anche l'andamento degli incassi per lo Stato. "Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari in maggio a 31 miliardi, in aumento del 2,9 per cento rispetto allo stesso mese del 2013. Nei primi cinque mesi dell'anno le entrate sono cresciute dell'1,6 per cento (2,2 miliardi); tenendo conto di una disomogeneità nella contabilizzazione di alcuni incassi, le entrate tributarie sono aumentate solo lievemente"
http://www.repubblica.it/economia/2014/ ... -91521446/
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
Io ancora devo vederla l'inflazione bassa.camillobenso ha scritto:In rete in questo momento............
Fondo Monetario Internazionale, peggiorate le stime di crescita dell'Eurozona: +1,1%. Giù anche l'inflazione
L'Huffington Post
Pubblicato: 14/07/2014 17:07 CEST Aggiornato: 2 ore fa Print ArticleFMI
La ripresa dell'Eurozona sta gradualmente "prendendo piede" ma la sua forza è "insufficiente" e si corre il "rischio di una stagnazione nel medio termine" che potrebbe anche contagiare i Paesi vicini. Lo sostiene il Fondo monetario Internazionale che ha tagliato all'1,1% (dall'1,2% previsto nel World Economic Outlook di primavera) le stime sul Pil di Eurolandia nel 2014, confermando all'1,5% l'espansione attesa nel 2015. Le previsioni sono contenute nel rapporto pubblicato al termine della ricognizione secondo l'Articolo IV sull'area euro dove si sottolinea come l'espansione dell'economia sia stata più debole del previsto nel primo trimestre e come non sia distribuita in maniera omogenea tra i diversi Paesi.
LEGGI IL DOCUMENTO INTEGRALE
Inflazione bassa può spingere Bce a piano acquisto titoli. Corrette al ribasso anche le stime sull'inflazione, la cui previsione scende da +0,9% a +0,7%. Una dinamica dei prezzi al ribasso che che, spiega il fondo, se rimasse in questi livelli potrebbe spingere la Banca centrale europea "considerare un programma di acquisto di asset su larga scala", con particolare attenzione ad asset sovrani. Il Fmi, che apprezza le misure eccezionali decise dalla Bce per gestire l'inflazione, fa notare che l'impegno della Bce verso gli obiettivi sui prezzi "farà alla fine crescere le aspettative sull'inflazione nell'Eurozona".
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
Con il termine "piugiat" nel dialetto meneghino si indicano i pidocchi. Il termine però non è riservato solo ai fastidiosi animaletti che infestavano un tempo gli uomini, ma anche coloro che hanno una particolare attenzione per trattenere i denaro. Il sito de Il Sole 24 Ore, a differenza di tutta la concorrenza, dico proprio tutta, non consente il copia incolla in soluzione unica. L'articolo sotto riportato ha richiesto ben 8 copia incolla a settori. Il Sole è il giornale di Confindustria, diciamo i più ricchi, e se vuoi copiare un'articolo te lo devi sudare. Anche se poi gli fai propaganda indiretta.
Se la crisi si avvicina al punto di non ritorno
di Carlo Bastasin15 luglio 2014
Dati economici molto deludenti in Germania, Italia e Francia chiamano in questione la politica economica dell'euro area nel suo insieme, benchè nascondano realtà tra loro diverse. Molti analisti per esempio ritengono che in Germania sia in atto solo una correzione tecnica e continuano a stimare la crescita del 2014 attorno al 2% mentre tagliano le stime per Italia e Francia. Se i dati degli ultimi mesi non indicano una recessione dell'euro-area, segnalano comunque un aumento delle divergenze tra i Paesi. Senza una svolta nella politica economica, la tenuta dell'euro-area rimarrà dunque in dubbio.
Il segnale di una nuova iniziativa viene dal coordinamento delle riforme strutturali. Si tratta di una traccia sotterranea che però affiora nei discorsi di diversi esponenti europei.
Jeroen Dijsselbloem, presidente dell'Eurogruppo, ne aveva fatto cenno a maggio a un convegno della Bce; il ministro dell'Economia Piercarlo Padoan ne aveva già discusso con i colleghi a una riunione a marzo e poi proposto un piano europeo in un recente articolo con il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble. Altri hanno parlato di un sistema di valutazione congiunta delle riforme strutturali. Il presidente della Bce, Mario Draghi, infine ha suggerito di recente di sottoporre le riforme dei singoli Paesi a "una disciplina a livello comunitario".
Un esempio concreto è venuto dal comunicato dell'Eurogruppo del 7 luglio scorso, in cui si citano 11 Paesi - tra cui Italia, Germania e Francia - per i quali è necessario realizzare subito una riduzione del "cuneo fiscale" che grava sul costo del lavoro.
I Paesi sono identificati dalla Commissione nelle "raccomandazioni specifiche" che essa ha elaborato e che sono state sottoscritte dai capi di governo. Anche se ogni Paese necessita di interventi ad hoc, il taglio del cuneo ha rilevanza politica per tutti e quindi può essere adottato congiuntamente. Il coordinamento faciliterebbe il processo di approvazione nazionale della riforma: sarebbe imbarazzante per un Paese fare meno o peggio degli altri, o farlo in grande ritardo, o infine scordarsi dei decreti attuativi.
L'aspetto interessante della proposta dell'Eurogruppo è aver riconosciuto che «il taglio del cuneo fiscale deve essere compensato, pur tenendo conto dei margini di manovra fiscale degli Stati membri, rispettando gli obiettivi di finanza pubblica». Il taglio del "cuneo" rappresenta infatti una diminuzione delle entrate e quindi nel breve termine un aumento del disavanzo. L'Eurogruppo suggerisce di compensarlo con tagli alle spese pubbliche o con aumenti delle imposte sui consumi, sugli immobili o sulle attività inquinanti. Il coordinamento delle riforme si lega in tal modo alla politica di bilancio di ogni Paese e si stabilisce quindi il legame tra riforme e flessibilità discusso un po' astrattamente nel dibattito italiano.
Si può dire che partendo dal "cuneo fiscale" i ministri finanziari hanno voluto partire da una riforma facile. Chi protesterà contro una politica di alleggerimento fiscale? Diverso sarebbe stato parlare di politiche che intervengono più direttamente negli ambiti tipici della sovranità nazionale: funzionamento della giustizia, per esempio, o protezioni sociali. A partire da settembre tuttavia l'Eurogruppo discuterà i "principi comuni" per l'implementazione delle riforme nel mercato dei servizi e negli investimenti. Inoltre entro la primavera del 2015 si valuterà la riforma del cuneo fiscale realizzata da ogni Paese.
Nel complesso si tratta di un cambiamento importante. Purtroppo resta un esercizio di coordinamento e non di condivisione delle responsabilità. La scarsa pubblicità della "riforma del cuneo" dimostra che la pressione politica sui governi sarà debole. I governi non sembrano averne rilanciato l'importanza. Non lo ha fatto ieri per esempio François Hollande pur parlando di tasse e di disoccupazione. Se non dovessero riuscire a realizzare riforme impegnative, i governi perderanno forse credibilità a Bruxelles, ma per un po' vivranno in pace a casa loro. Altri piani di riforma basati su simili processi intergovernativi - per esempio l'agenda di Lisbona - sono falliti in passato perchè nascosti all'opinione pubblica nazionale e privi di una responsabilità politica comune. Ora almeno c'è un meccanismo premiale (o sanzionatorio) che consiste nei margini fiscali - se consentiti dai vincoli del Patto di stabilità - la cui ampiezza dipenderà direttamente dalla qualità delle riforme realizzate.
L'esercizio di coordinamento delle riforme strutturali è apprezzabile, ma sembra non tener conto di una crisi che ormai dura da sette anni, che ha raddoppiato il tasso di disoccupazione, tagliato gli investimenti e fatto sparire migliaia di imprese in molti Paesi. Le riforme sono necessarie ed è buon senso economico allinearle non solo al loro effetto fiscale di breve termine, ma a quello positivo di lungo termine. Tuttavia il vuoto di domanda che si è creato in metà dell'area EURO - non solo nel Sud - non può più essere compensato solo dal recupero di competitività delle imprese rimaste. Richiede l'uscita dalla logica delle politiche economiche e finanziarie segmentate lungo i confini nazionali, o al massimo coodinate. Non è un caso che di investimenti comuni - il terzo fattore della triade "riforme, flessibilità, investimenti" - non si riesca ancora a discutere in concreto.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=ABFYFraB
Se la crisi si avvicina al punto di non ritorno
di Carlo Bastasin15 luglio 2014
Dati economici molto deludenti in Germania, Italia e Francia chiamano in questione la politica economica dell'euro area nel suo insieme, benchè nascondano realtà tra loro diverse. Molti analisti per esempio ritengono che in Germania sia in atto solo una correzione tecnica e continuano a stimare la crescita del 2014 attorno al 2% mentre tagliano le stime per Italia e Francia. Se i dati degli ultimi mesi non indicano una recessione dell'euro-area, segnalano comunque un aumento delle divergenze tra i Paesi. Senza una svolta nella politica economica, la tenuta dell'euro-area rimarrà dunque in dubbio.
Il segnale di una nuova iniziativa viene dal coordinamento delle riforme strutturali. Si tratta di una traccia sotterranea che però affiora nei discorsi di diversi esponenti europei.
Jeroen Dijsselbloem, presidente dell'Eurogruppo, ne aveva fatto cenno a maggio a un convegno della Bce; il ministro dell'Economia Piercarlo Padoan ne aveva già discusso con i colleghi a una riunione a marzo e poi proposto un piano europeo in un recente articolo con il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble. Altri hanno parlato di un sistema di valutazione congiunta delle riforme strutturali. Il presidente della Bce, Mario Draghi, infine ha suggerito di recente di sottoporre le riforme dei singoli Paesi a "una disciplina a livello comunitario".
Un esempio concreto è venuto dal comunicato dell'Eurogruppo del 7 luglio scorso, in cui si citano 11 Paesi - tra cui Italia, Germania e Francia - per i quali è necessario realizzare subito una riduzione del "cuneo fiscale" che grava sul costo del lavoro.
I Paesi sono identificati dalla Commissione nelle "raccomandazioni specifiche" che essa ha elaborato e che sono state sottoscritte dai capi di governo. Anche se ogni Paese necessita di interventi ad hoc, il taglio del cuneo ha rilevanza politica per tutti e quindi può essere adottato congiuntamente. Il coordinamento faciliterebbe il processo di approvazione nazionale della riforma: sarebbe imbarazzante per un Paese fare meno o peggio degli altri, o farlo in grande ritardo, o infine scordarsi dei decreti attuativi.
L'aspetto interessante della proposta dell'Eurogruppo è aver riconosciuto che «il taglio del cuneo fiscale deve essere compensato, pur tenendo conto dei margini di manovra fiscale degli Stati membri, rispettando gli obiettivi di finanza pubblica». Il taglio del "cuneo" rappresenta infatti una diminuzione delle entrate e quindi nel breve termine un aumento del disavanzo. L'Eurogruppo suggerisce di compensarlo con tagli alle spese pubbliche o con aumenti delle imposte sui consumi, sugli immobili o sulle attività inquinanti. Il coordinamento delle riforme si lega in tal modo alla politica di bilancio di ogni Paese e si stabilisce quindi il legame tra riforme e flessibilità discusso un po' astrattamente nel dibattito italiano.
Si può dire che partendo dal "cuneo fiscale" i ministri finanziari hanno voluto partire da una riforma facile. Chi protesterà contro una politica di alleggerimento fiscale? Diverso sarebbe stato parlare di politiche che intervengono più direttamente negli ambiti tipici della sovranità nazionale: funzionamento della giustizia, per esempio, o protezioni sociali. A partire da settembre tuttavia l'Eurogruppo discuterà i "principi comuni" per l'implementazione delle riforme nel mercato dei servizi e negli investimenti. Inoltre entro la primavera del 2015 si valuterà la riforma del cuneo fiscale realizzata da ogni Paese.
Nel complesso si tratta di un cambiamento importante. Purtroppo resta un esercizio di coordinamento e non di condivisione delle responsabilità. La scarsa pubblicità della "riforma del cuneo" dimostra che la pressione politica sui governi sarà debole. I governi non sembrano averne rilanciato l'importanza. Non lo ha fatto ieri per esempio François Hollande pur parlando di tasse e di disoccupazione. Se non dovessero riuscire a realizzare riforme impegnative, i governi perderanno forse credibilità a Bruxelles, ma per un po' vivranno in pace a casa loro. Altri piani di riforma basati su simili processi intergovernativi - per esempio l'agenda di Lisbona - sono falliti in passato perchè nascosti all'opinione pubblica nazionale e privi di una responsabilità politica comune. Ora almeno c'è un meccanismo premiale (o sanzionatorio) che consiste nei margini fiscali - se consentiti dai vincoli del Patto di stabilità - la cui ampiezza dipenderà direttamente dalla qualità delle riforme realizzate.
L'esercizio di coordinamento delle riforme strutturali è apprezzabile, ma sembra non tener conto di una crisi che ormai dura da sette anni, che ha raddoppiato il tasso di disoccupazione, tagliato gli investimenti e fatto sparire migliaia di imprese in molti Paesi. Le riforme sono necessarie ed è buon senso economico allinearle non solo al loro effetto fiscale di breve termine, ma a quello positivo di lungo termine. Tuttavia il vuoto di domanda che si è creato in metà dell'area EURO - non solo nel Sud - non può più essere compensato solo dal recupero di competitività delle imprese rimaste. Richiede l'uscita dalla logica delle politiche economiche e finanziarie segmentate lungo i confini nazionali, o al massimo coodinate. Non è un caso che di investimenti comuni - il terzo fattore della triade "riforme, flessibilità, investimenti" - non si riesca ancora a discutere in concreto.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=ABFYFraB
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