La Terza Guerra Mondiale
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Re: La Terza Guerra Mondiale
INTERATTIVO
Qui comanda il Jihad: dove combattono e dove si addestrano
Quali sono le aree in mano agli islamici e chi sono i loro leader. Clicca sulle zone arancioni per leggere le schede
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Hai fatto un bel lavoro Zione!camillobenso ha scritto:Questo è il link:
http://www.cssbi.net/index.php/signoraggio-e-fisco/
andate poi sulla colonna di destra, incontrerete subito:
Centri finanziari offshore
poi sotto:
Fisco e potere monetario
Facendo scorrere la barra a destra dello schermo verso il basso incontrate in azzurrino :
Tavistock
Ne discutero' anche in altre parti.
E' un argomento da non lasciar perdere !!! Complimenti per la tua ricerca
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: La Terza Guerra Mondiale
pancho ha scritto:Hai fatto un bel lavoro Zione!camillobenso ha scritto:Questo è il link:
http://www.cssbi.net/index.php/signoraggio-e-fisco/
andate poi sulla colonna di destra, incontrerete subito:
Centri finanziari offshore
poi sotto:
Fisco e potere monetario
Facendo scorrere la barra a destra dello schermo verso il basso incontrate in azzurrino :
Tavistock
Ne discutero' anche in altre parti.
E' un argomento da non lasciar perdere !!! Complimenti per la tua ricerca
un salutone da Juan
Grazie pancho, ma il merito va ad uno studente di Scienza delle comunicazioni che frequenta la Biblioteca centrale di Sesto SG.
Me l’ha segnalato ieri pomeriggio, in quanto di recente sviluppiamo spesso questo tipo di problematiche.
Ci sono parecchi studenti che usano la biblioteca come luogo di studio. Ma solo alcuni di loro prestano attenzione a noi dinosauri che vogliamo tutti i giorni risolvere i problemi del mondo attraverso la lettura dei quotidiani.
Si mettono sul tavolo a lato e allungano le orecchie, qualcuno se ne è accorto e da allora li abbiamo invitati a partecipare alle nostre lunghe discussioni.
Un mese fa circa, ho proposto loro di organizzare alcuni incontri tra dinosauri e giovani leoni per mettere eventualmente a disposizione la nostra esperienza di vita. La proposta è stata accettata ma subito mi sono trovato in difficoltà perché hanno avanzato la richiesta di parlare di politica.
Io ero intenzionato a lasciarla fuori per il semplice motivo che puoi intendere facilmente. Non dinosauri della sinistra non siamo d’accordo, come sempre, perché Renzi ha prodotto l’ennesima frattura.
Mentre Berlusconi univa, Renzi divide.
Ma adesso gli eventi di questi giorni mi hanno letteralmente spiazzato per via dei venti di guerra. Cosa gli vai a raccontare a questi ragazzi che cercano una soluzione per collocarsi con il lavoro al termine degli studi?
Per quanto riguarda Tavistock, la sua informazione mi è tornata utile per comprendere, nei limiti del possibile, un sospeso ventennale.
Avevo letto a suo tempo che alcuni imprenditori statunitensi di un certo livello, durante la Seconda Guerra Mondiale, avevano mantenute inalterate le attività di alcune aziende sul territorio tedesco che lavoravano impunemente per il successo del Terzo Rich.
Ovviamente mi è sempre sembrato un grande controsenso, in quanto da gli Usa si è sempre voluto trasmettere verso l’esterno la presenza di un forte senso nazionalista.
Inoltre, il tipo di nemico, il nazismo, non era di certo tale da concedere sconti.
Infine, la conoscenza della sorte che veniva riservata a coloro che praticavano l’intelligenza con il nemico.
Ma evidentemente questo non valeva per alcune elite.
Mi è capitato poi di visitare un cimitero di guerra anglo americano almeno mezzo secolo fa. Con tutta quella distesa di croci bianche tutte uguali.
Non puoi non chiederti a questo punto perché giovani o padri di famiglia americani sono stati spinti a morire sul nostro territorio per liberarci dalla bestia nazifascista, mentre un’élite faceva nello stesso momento affari con il Terzo Reich.
E’ un controsenso rispetto alla logica che ci siamo formati nel dopo guerra.
Da ieri lo è un po’ meno se prendiamo in considerazione un modo diverso di operare e di pensare da parte di una ristretta élite che ha a disposizioni ingenti capitali.
Cambia anche molto la visione del corso della storia per quella che conosciamo, ammesso che sia vero l’accenno alla rivoluzione d’ottobre in Russia.
Si entra in un altro ordine di idee su come funziona il mondo.
La giornata dovrebbe essere come minimo di 72 ore per approfondire le vagonate di informazioni che ci pervengono. Ventiquattro non bastano. Ieri Travaglio su IFQ, riprendeva un’informativa di un’articolo pubblicato domenica scorsa sul quotidiano romano, in merito al rapporto stilato un anno fa da un funzionario della JP Morgan, in cui sollecitava a meno socialismo e più aderenza alle impostazioni governative(agli ordini ovviamente delle banche).
Inoltre auspicava il superamento delle Costituzioni dei Paesi europei nate dopo la caduta del fascismo.
E allora ti si drizzano le orecchie per quello che sta facendo il Bomba con il Senato. Un’operazione allineata alle direttive della JP Morgan.
Se poi penso al fegato che mi hanno fatto ingrossare in questi ultimi sei mesi quegli spacca maroni dei sinistri renziani locali, tutti tesi a difendere l’operato del Bomba senza sapere cosa stanno difendendo, ti accorgi della miseria della palude in cui siamo immersi.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Noi in fuga dalla realtà
di ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA
Domanda numero uno: come si può riuscire a fare la guerra a un aggressore che invoca continuamente Dio e l’appartenenza religiosa senza dare alla propria risposta militare alcun carattere anch’esso a propria volta inevitabilmente religioso? Detto altrimenti: è davvero necessario perché si possa parlare di guerra di religione che entrambi gli avversari la proclamino tale, o non basta invece che lo faccia uno solo? Se uno mi ammazza perché io sono sciita, cristiano, o ebreo, o «infedele», e io cerco di difendermi colpendo a mia volta, cos’è questo se non un conflitto religioso?
Domanda numero due: se una persona di diversa religione e origine culturale si trova fin dall’infanzia a vivere per anni ed anni con la propria famiglia in un Paese occidentale, ne apprende perfettamente la lingua, ne frequenta le scuole, vi si fa presumibilmente degli amici, ne assorbe le abitudini quotidiane, ma a un certo punto decide che tutto quanto è stato così intimamente e così a lungo intorno a lui gli è in realtà insopportabile e repellente fino al punto da meritare il più crudele annientamento, che cosa indica ciò? Che nome merita? E un fenomeno del genere ripetuto per centinaia di casi, è un fatto casuale, un puro accidente oppure no?
Sono queste le due domande cruciali che gli eventi drammatici che accadono in Medio Oriente pongono a questa parte del pianeta dove noi abitiamo. Domande alle quali, però, il nostro discorso ufficiale cerca di sfuggire. Spesso ne nega addirittura il senso o preferisce dare risposte di comodo che non sono una risposta: l’ennesimo esempio della vera e propria voragine che si sta spalancando tra la realtà e la politica, tra la massa e le élite.
Non riusciamo a trovare risposte perché le domande in questione evocano tre ambiti - la religione, la guerra e la civiltà - che da un certo momento in poi la nostra cultura e il suo mainstream intellettuale - quello europeo assai più di quello americano - hanno bandito, proclamandone la scostumatezza ideologica e di conseguenza espellendo per decreto tutte e tre dal discorso politicamente corretto.
Alle religioni monoteiste sono stati sottratti i loro propri specifici caratteri storici, quelli che le hanno fatte diverse e spesso rivali; cosicché esse sono divenute tutte assimilabili ne «la religione», cioè nella dimensione di un’astratta spiritualità di sapore teista (adoriamo tutti uno stesso Dio!: come se il califfo Al Baghdadi invece fosse ateo), ovviamente destinata a non poter avere alcuna relazione possibile con nessun aspetto concreto e vivo della società, e tanto meno con i conflitti umani (una guerra per motivi religiosi? Oibò! Quale selvaggia bizzarria! Com’è mai pensabile una simile cosa che nella storia sarà accaduta solo qualche migliaia di volte?).
Quanto alla guerra e alla violenza sono state entrambe oggetto di una tabuizzazione così radicale da sfiorare il pensiero magico: poiché le aborriamo e non vogliamo che esistano, non esistono. E comunque non possiamo neppure pensare di averci qualcosa a che fare. Perlomeno non possiamo usare le parole per dirlo. Noi cittadini dell’Unione europea dunque non facciamo la guerra, ce lo proibisce la nostra moralità superiore (noi italiani ci siamo addirittura inventati che ce lo proibisce la Costituzione). Noi facciamo solo operazioni di peace keeping , e per non assumerci alcuna responsabilità morale e politica, anche quelle solo dietro invito (Nato, Onu). Manteniamo la pace: sparando e uccidendo quando è inevitabile, ma non per vincere; sicché quando ci accorgiamo che così la pace in genere non arriva, allora ci ritiriamo in buon ordine e - vedi il caso dell’Iraq e tra poco dell’Afghanistan - chi s’è visto s’è visto.
Anche il termine e il concetto di civiltà sono ormai fuori dell’uso pubblico consentito. Al gusto democratico corrente sanno entrambi, non si capisce perché, di esclusione, di radici, di «fardello dell’uomo bianco», al limite di razzismo; ed evocano la categoria, mai abbastanza deprecata, di «guerra di civiltà». Parlare di civiltà si può al massimo sui manuali di storia antica (civiltà greca, egizia, ecc.) , ma non al tempo presente. Oggi, infatti, esistono solo le «culture»: tutte naturalmente sul medesimo piede di parità, e tutte naturalmente tra loro compatibili all’insegna dell’universalismo umano. Contrariamente a quel che pure si potrebbe sospettare, insomma, l’islamico di cittadinanza britannica che l’altro giorno ha decapitato un giornalista americano in nome e per conto dell’Isis, non ce l’aveva, no, con la civiltà occidentale: con ogni probabilità si era semplicemente trovato male con la cultura inglese. Avesse vissuto in Alto Adige o nel Lussemburgo sarebbe stata tutta un’altra cosa.
Una radicale riconciliazione con il principio di realtà: ecco che cosa ci manca nel nostro modo di guardare al mondo. Certo, le idee sono una guida necessaria a muoversi in esso. Ma che cosa il mondo sia e come funzioni, non l’hanno quasi mai stabilito le idee.
22 agosto 2014 | 07:31
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/editoriali/14_ag ... e6d8.shtml
di ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA
Domanda numero uno: come si può riuscire a fare la guerra a un aggressore che invoca continuamente Dio e l’appartenenza religiosa senza dare alla propria risposta militare alcun carattere anch’esso a propria volta inevitabilmente religioso? Detto altrimenti: è davvero necessario perché si possa parlare di guerra di religione che entrambi gli avversari la proclamino tale, o non basta invece che lo faccia uno solo? Se uno mi ammazza perché io sono sciita, cristiano, o ebreo, o «infedele», e io cerco di difendermi colpendo a mia volta, cos’è questo se non un conflitto religioso?
Domanda numero due: se una persona di diversa religione e origine culturale si trova fin dall’infanzia a vivere per anni ed anni con la propria famiglia in un Paese occidentale, ne apprende perfettamente la lingua, ne frequenta le scuole, vi si fa presumibilmente degli amici, ne assorbe le abitudini quotidiane, ma a un certo punto decide che tutto quanto è stato così intimamente e così a lungo intorno a lui gli è in realtà insopportabile e repellente fino al punto da meritare il più crudele annientamento, che cosa indica ciò? Che nome merita? E un fenomeno del genere ripetuto per centinaia di casi, è un fatto casuale, un puro accidente oppure no?
Sono queste le due domande cruciali che gli eventi drammatici che accadono in Medio Oriente pongono a questa parte del pianeta dove noi abitiamo. Domande alle quali, però, il nostro discorso ufficiale cerca di sfuggire. Spesso ne nega addirittura il senso o preferisce dare risposte di comodo che non sono una risposta: l’ennesimo esempio della vera e propria voragine che si sta spalancando tra la realtà e la politica, tra la massa e le élite.
Non riusciamo a trovare risposte perché le domande in questione evocano tre ambiti - la religione, la guerra e la civiltà - che da un certo momento in poi la nostra cultura e il suo mainstream intellettuale - quello europeo assai più di quello americano - hanno bandito, proclamandone la scostumatezza ideologica e di conseguenza espellendo per decreto tutte e tre dal discorso politicamente corretto.
Alle religioni monoteiste sono stati sottratti i loro propri specifici caratteri storici, quelli che le hanno fatte diverse e spesso rivali; cosicché esse sono divenute tutte assimilabili ne «la religione», cioè nella dimensione di un’astratta spiritualità di sapore teista (adoriamo tutti uno stesso Dio!: come se il califfo Al Baghdadi invece fosse ateo), ovviamente destinata a non poter avere alcuna relazione possibile con nessun aspetto concreto e vivo della società, e tanto meno con i conflitti umani (una guerra per motivi religiosi? Oibò! Quale selvaggia bizzarria! Com’è mai pensabile una simile cosa che nella storia sarà accaduta solo qualche migliaia di volte?).
Quanto alla guerra e alla violenza sono state entrambe oggetto di una tabuizzazione così radicale da sfiorare il pensiero magico: poiché le aborriamo e non vogliamo che esistano, non esistono. E comunque non possiamo neppure pensare di averci qualcosa a che fare. Perlomeno non possiamo usare le parole per dirlo. Noi cittadini dell’Unione europea dunque non facciamo la guerra, ce lo proibisce la nostra moralità superiore (noi italiani ci siamo addirittura inventati che ce lo proibisce la Costituzione). Noi facciamo solo operazioni di peace keeping , e per non assumerci alcuna responsabilità morale e politica, anche quelle solo dietro invito (Nato, Onu). Manteniamo la pace: sparando e uccidendo quando è inevitabile, ma non per vincere; sicché quando ci accorgiamo che così la pace in genere non arriva, allora ci ritiriamo in buon ordine e - vedi il caso dell’Iraq e tra poco dell’Afghanistan - chi s’è visto s’è visto.
Anche il termine e il concetto di civiltà sono ormai fuori dell’uso pubblico consentito. Al gusto democratico corrente sanno entrambi, non si capisce perché, di esclusione, di radici, di «fardello dell’uomo bianco», al limite di razzismo; ed evocano la categoria, mai abbastanza deprecata, di «guerra di civiltà». Parlare di civiltà si può al massimo sui manuali di storia antica (civiltà greca, egizia, ecc.) , ma non al tempo presente. Oggi, infatti, esistono solo le «culture»: tutte naturalmente sul medesimo piede di parità, e tutte naturalmente tra loro compatibili all’insegna dell’universalismo umano. Contrariamente a quel che pure si potrebbe sospettare, insomma, l’islamico di cittadinanza britannica che l’altro giorno ha decapitato un giornalista americano in nome e per conto dell’Isis, non ce l’aveva, no, con la civiltà occidentale: con ogni probabilità si era semplicemente trovato male con la cultura inglese. Avesse vissuto in Alto Adige o nel Lussemburgo sarebbe stata tutta un’altra cosa.
Una radicale riconciliazione con il principio di realtà: ecco che cosa ci manca nel nostro modo di guardare al mondo. Certo, le idee sono una guida necessaria a muoversi in esso. Ma che cosa il mondo sia e come funzioni, non l’hanno quasi mai stabilito le idee.
22 agosto 2014 | 07:31
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http://www.corriere.it/editoriali/14_ag ... e6d8.shtml
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Tavistock
che ci sia un fondo di verità non lo metto in dubbio, ma da qui a condizionare tutta la politica mondiale, i comportamenti così diversi delle masse, le diverse rivoluzioni del nostro pianeta credo sia un po' difficile da accettare
che ci sia un fondo di verità non lo metto in dubbio, ma da qui a condizionare tutta la politica mondiale, i comportamenti così diversi delle masse, le diverse rivoluzioni del nostro pianeta credo sia un po' difficile da accettare
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Re: La Terza Guerra Mondiale
iospero ha scritto:Tavistock
che ci sia un fondo di verità non lo metto in dubbio, ma da qui a condizionare tutta la politica mondiale, i comportamenti così diversi delle masse, le diverse rivoluzioni del nostro pianeta credo sia un po' difficile da accettare
Come ti spieghi il ventennio berlusconiano?
Ed anche il 40,8 % del Bomba?
Stamani mi hanno fatto vedere un sondaggio su "Il Giorno", in cui secondo loro se si votasse oggi Renzi prenderebbe il 51 %.
In questi giorni stanno tirando le somme dei primi sei mesi della gestione Renzi.
Rispetto a quello che aveva promesso è fallimentare.
Perché allora i tricolori gli danno questo consenso?
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Re: La Terza Guerra Mondiale
iospero ha scritto:Tavistock
che ci sia un fondo di verità non lo metto in dubbio, ma da qui a condizionare tutta la politica mondiale, i comportamenti così diversi delle masse, le diverse rivoluzioni del nostro pianeta credo sia un po' difficile da accettare
E’ interessante la tua riflessione, caro iospero, in quanto induce a riflessione sul lato pratico dell’applicazione della teoria di un controllo mondiale da parte di pochi.
Avevi mai sentito parlare dei Globalisti?
Mentre noi passiamo parte del nostro tempo sul forum a cercare di proporre soluzioni che riguardano limitatamente il territorio nazionale, o al massimo quello europeo, ma senza successo, altri fanno la stessa cosa ma più in grande e con mezzi economici consistenti e determinanti.
*****
Pubblicato: venerdì, 20 aprile 2012
Ecco Spiegati: Globalisti, Elite Ed Il Nuovo Ordine Mondiale
Il Rapporto globalista e molte altre fonti di informazione alternative, utilizzano spesso termini come Globalista, Nuovo Ordine Mondiale e l’Elite. Sfortunatamente, c’è davvero poco da capire su chi siano questi gruppi e gli individui in genere: ciò che rappresentano e quale sia il loro scopo. Ora, vorrei analizzare chi possano essere questi gruppi e cosa possano rappresentare.
Gruppo Bilderberg ecco Mario Monti
Globalisti – I Globalisti sono un gruppo di individui simili, gruppi ed alleanze che condividono un obiettivo comune di governo globale e dominazione del mondo. In buona sostanza, il movimento globalista è un’alleanza basata sullo stesso interesse dei finanziatori privati internazionali e delle reali, ereditarie, dinastiche terre possedute dalle famiglie della Gran Bretagna, Europa ed America, le quali – negli anni – si sono imparentate per creare la struttura dello stesso potere rigenerante che – attraverso le menzogne e gli inganni - cerca di controllare tutto e tutti.
Nuovo Ordine Mondiale – Il Nuovo Ordine Mondiale è la creazione di un governo mondiale che sostituisce tutti gli stati nazionali sovrani, territori e province. Quando, dai Globalisti, fu spiegato cosa fosse il Nuovo Ordine Mondiale, si riferirono – più comunemente – all’idea che la governance globale significasse solo un nuovo sforzo collettivo per identificare, comprendere e risolvere i problemi in tutto il mondo. Problemi che vanno ben oltre la capacità individuale di stato-nazione nel risolverli.
Verità è che il Nuovo Ordine Mondiale è progettato per fornire ai finanziatori privati internazionali ed ai territori reali, dinastici ed ereditari delle famiglie proprietarie, dei percorsi volti ad espandere ulteriormente i loro imperi e garantirne il controllo tramite l’accesso alle nuove risorse e mercati.
Elite - L’Elite è un gruppo privilegiato di individui che è in grado di usare il loro potere di influenza e di manipolare i leaders politici, economici e sociali per adottare politiche che più si adatteranno ai loro scopi. La maggior parte delle persone che viene considerata Elite, è nata in famiglie e dinastie famose.
Illuminati - Illuminati è un gruppo di origini antiche del periodo del 1700 e precedenti. Questo misterioso gruppo condivide un valore che è la costituzione del Nuovo Ordine Mondiale. A causa della loro natura segreta e delle diverse sottosezioni, è davvero difficile ricavarne delle informazioni su quali siano realmente le loro intenzioni. Globalmente, gli Illuminati non sono ben noti e non hanno alcuna influenza reale. La loro influenza ed operazione principale sarà l’Europa ed il Nord America.
Gruppo Bilderberg - Il Gruppo Bilderberg, la conferenza Bilderberg o il Club Bilderberg è annuale e non ufficiale: gli invitati alla conferenza saranno circa 120-140 persone appartenenti all’Europa Occidentale e al Nord America, la maggior parte dei quali saranno persone influenti. La maggior parte dei membri del Gruppo Bilderberg fanno parte del governo, due terzi fan parte della finanza, industria, lavoro, istruzione e comunicazione. Le riunioni sono chiuse al pubblico: futuri presidenti e leaders saranno introdotti nel Gruppo Bilderberg prima di diventare figure famose e ben note.
http://www.gamerlandia.net/2012/04/20/e ... -mondiale/
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Do una mia interpretazione sul caso Monti - Bildelberg.
Una ventina di giorni fa, a sorpresa la Fornero dichiarò che Monti si occupava della propaganda per essere eletto, durante il suo incarico governativo.
Non ho capito il perché di questo intervento postumo e ferragostano della Fornero.
Non ho capito il fine.
Comunque questo intervento conferma una mia interpretazione dell'epoca.
Dopo il disastro Berlusconi, la scelta di un tecnico fuori dalla mischia politica, a mio avviso fu giusta da parte di Re Giorgio.
Quel governo avrebbe dovuto prendere una serie di provvedimenti che un politico, oppure un partito politico, solitamente non prendono perché strettamente legati alla loro rielezione.
Monti e il suo gruppo, avevano ottenuto l'incarico con questa opzione, non essere rieletti.
Infatti, un mese prima di ricevere l'incarico, Mario Monti già in piedi per uscire dallo studio di Otto e mezzo, fu raggiunto dalla domanda della Gruber in merito a due atti se avesse avuto l'incarico.
Monti rispose che avrebbe dato un dispiacere alla sinistra con le pensioni e un dispiacere alla destra con la patrimoniale.
Sappiamo tutti come è andata. Monti si applicò sulle pensioni, ma fu bloccato dall'out out di Silvietto sulla patrimoniale.
Non ottemperò mai la promessa fatta alla Gruber.
Credo che Monti, che fa parte del Gruppo Bildelberg abbia ceduto a sollecitazioni per prendere il controllo entrando in politica.
A mio avviso Bildelberg aveva tutto l'interesse di piazzare un suo uomo alla guida dell'Italia per parecchio tempo.
Ma le cose non andarono nel verso giusto. Monti si dimostrò non all'altezza dell'incarico ed ora è sparito completamente dopo aver fondato inutilmente Scelta civica.
E a mio avviso non è un caso che Napolitano negò l'incarico a Bersani, mentre lo affidò a Letta nipote, anche lui guarda caso membro di Bildelberg.
Una ventina di giorni fa, a sorpresa la Fornero dichiarò che Monti si occupava della propaganda per essere eletto, durante il suo incarico governativo.
Non ho capito il perché di questo intervento postumo e ferragostano della Fornero.
Non ho capito il fine.
Comunque questo intervento conferma una mia interpretazione dell'epoca.
Dopo il disastro Berlusconi, la scelta di un tecnico fuori dalla mischia politica, a mio avviso fu giusta da parte di Re Giorgio.
Quel governo avrebbe dovuto prendere una serie di provvedimenti che un politico, oppure un partito politico, solitamente non prendono perché strettamente legati alla loro rielezione.
Monti e il suo gruppo, avevano ottenuto l'incarico con questa opzione, non essere rieletti.
Infatti, un mese prima di ricevere l'incarico, Mario Monti già in piedi per uscire dallo studio di Otto e mezzo, fu raggiunto dalla domanda della Gruber in merito a due atti se avesse avuto l'incarico.
Monti rispose che avrebbe dato un dispiacere alla sinistra con le pensioni e un dispiacere alla destra con la patrimoniale.
Sappiamo tutti come è andata. Monti si applicò sulle pensioni, ma fu bloccato dall'out out di Silvietto sulla patrimoniale.
Non ottemperò mai la promessa fatta alla Gruber.
Credo che Monti, che fa parte del Gruppo Bildelberg abbia ceduto a sollecitazioni per prendere il controllo entrando in politica.
A mio avviso Bildelberg aveva tutto l'interesse di piazzare un suo uomo alla guida dell'Italia per parecchio tempo.
Ma le cose non andarono nel verso giusto. Monti si dimostrò non all'altezza dell'incarico ed ora è sparito completamente dopo aver fondato inutilmente Scelta civica.
E a mio avviso non è un caso che Napolitano negò l'incarico a Bersani, mentre lo affidò a Letta nipote, anche lui guarda caso membro di Bildelberg.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Fornero mostra invece riconoscenza verso un altro premier, Enrico Letta: "Devo molto a una telefonata di Enrico Letta, era il 3 maggio 2013, era un venerdì, circa le 21 e 30. Io mi ricordo i particolari. Tornava dal primo viaggio da presidente del Consiglio. Mi disse: Elsa, se siamo ancora in Europa lo dobbiamo alle tue riforme. Non mi doveva quella gentile chiamata. Mi ha aiutato".
Noi continuiamo a prendercela con la Fornero che ha realizzato la riforma, ma dimentichiamo chi l'ha voluta.
Elsa Fornero: "Gestivo il tempo per non andare dallo psicologo". E attacca Mario Monti: "Faceva campagna elettorale mentre io sanguinavo"
L'Huffington Post
Pubblicato: 28/07/2014 10:20 CEST Aggiornato: 28/07/2014 10:23 CEST
Parla di sonniferi e di psicologi Elsa Fornero, ex ministro del Lavoro del governo Monti. In un'intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, Fornero ricorda alcuni momenti del suo mandato da ministro: un periodo difficile della sua vita a causa dei furiosi attacchi ricevuti per la riforma delle pensioni. Tempi lontani. Oggi afferma: "Io mi alzo presto, mai dopo le 6:45. Insegno, faccio ricerca, scrivo commenti su riviste straniere. E viaggio molto per le conferenze, mi fa staccare, mi dà equilibrio. Ho gestito il mio tempo per non andare da uno psicologo o da uno psichiatra". Quelle lacrime però non le rinnega: afferma di aver "sofferto tanto, ma era necessario. Un giorno ero abbattuta, poi entusiasta, poi di nuovo abbattuta".
Ma la Fornero si scaglia contro il presidente del Consiglio Mario Monti, quando ricorda come fu lasciata da sola nel mare di polemiche provocate dalla sua riforma. A Carlo Tecce del Fq che le chiede chi fosse dalla sua parte, risponde: "Nessuno. Io sanguinavo come San Sebastiano, mi colpivano ovunque, e dovevo stare zitta, mentre Mario Monti faceva campagna elettorale". Si toglie qualche sassolino dalla scarpa, Elsa Fornero, lei che dopo l'esperienza politica non ha mai ripensato di buttarsi nell'agone politico: "Un ministro impopolare non si può candidare. Ritengo che Mario (Monti) abbia sbagliato" a candidarsi.
Fornero mostra invece riconoscenza verso un altro premier, Enrico Letta: "Devo molto a una telefonata di Enrico Letta, era il 3 maggio 2013, era un venerdì, circa le 21 e 30. Io mi ricordo i particolari. Tornava dal primo viaggio da presidente del Consiglio. Mi disse: Elsa, se siamo ancora in Europa lo dobbiamo alle tue riforme. Non mi doveva quella gentile chiamata. Mi ha aiutato".
http://www.huffingtonpost.it/2014/07/28 ... 25927.html
Noi continuiamo a prendercela con la Fornero che ha realizzato la riforma, ma dimentichiamo chi l'ha voluta.
Elsa Fornero: "Gestivo il tempo per non andare dallo psicologo". E attacca Mario Monti: "Faceva campagna elettorale mentre io sanguinavo"
L'Huffington Post
Pubblicato: 28/07/2014 10:20 CEST Aggiornato: 28/07/2014 10:23 CEST
Parla di sonniferi e di psicologi Elsa Fornero, ex ministro del Lavoro del governo Monti. In un'intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, Fornero ricorda alcuni momenti del suo mandato da ministro: un periodo difficile della sua vita a causa dei furiosi attacchi ricevuti per la riforma delle pensioni. Tempi lontani. Oggi afferma: "Io mi alzo presto, mai dopo le 6:45. Insegno, faccio ricerca, scrivo commenti su riviste straniere. E viaggio molto per le conferenze, mi fa staccare, mi dà equilibrio. Ho gestito il mio tempo per non andare da uno psicologo o da uno psichiatra". Quelle lacrime però non le rinnega: afferma di aver "sofferto tanto, ma era necessario. Un giorno ero abbattuta, poi entusiasta, poi di nuovo abbattuta".
Ma la Fornero si scaglia contro il presidente del Consiglio Mario Monti, quando ricorda come fu lasciata da sola nel mare di polemiche provocate dalla sua riforma. A Carlo Tecce del Fq che le chiede chi fosse dalla sua parte, risponde: "Nessuno. Io sanguinavo come San Sebastiano, mi colpivano ovunque, e dovevo stare zitta, mentre Mario Monti faceva campagna elettorale". Si toglie qualche sassolino dalla scarpa, Elsa Fornero, lei che dopo l'esperienza politica non ha mai ripensato di buttarsi nell'agone politico: "Un ministro impopolare non si può candidare. Ritengo che Mario (Monti) abbia sbagliato" a candidarsi.
Fornero mostra invece riconoscenza verso un altro premier, Enrico Letta: "Devo molto a una telefonata di Enrico Letta, era il 3 maggio 2013, era un venerdì, circa le 21 e 30. Io mi ricordo i particolari. Tornava dal primo viaggio da presidente del Consiglio. Mi disse: Elsa, se siamo ancora in Europa lo dobbiamo alle tue riforme. Non mi doveva quella gentile chiamata. Mi ha aiutato".
http://www.huffingtonpost.it/2014/07/28 ... 25927.html
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Oggi, secondo i calcoli del Global Footprint Network, ci sarebbe bisogno di 1.5 Terre per produrre le risorse rinnovabili necessarie per sostenere l’impronta ecologica dell'umanità. E, in base a una proiezione prudente, si arriverà a 3 pianeti prima della metà di questo secolo. "C’è bisogno non solo di un cambiamento tecnologico, ma anche di una svolta negli stili di vita", osserva Roberto Brambilla, di Rete civica italiana.
Credo che il nuovo ordine mondiale debba svegliarsi prima di venir sommerso dalle mille problematiche umane e dagli imprevisti del nostro pianeta.
Scrive Giambattista Vico " tu vuoi sì raggiungere grandi obiettivi, ma la Storia arriva a conclusioni opposte ".
Io modestamente direi guardiamo cosa vuole ottenere una certa politica, se la direzione va verso una maggiore distribuzione della ricchezza prodotta, un maggior controllo democratico delle istituzioni si va nella direzione giusta, diversamente bisogna darsi da fare per cambiare.
Forze politiche che si muovono in tal senso ci sono , vediamo come aiutarle.
Credo che il nuovo ordine mondiale debba svegliarsi prima di venir sommerso dalle mille problematiche umane e dagli imprevisti del nostro pianeta.
Scrive Giambattista Vico " tu vuoi sì raggiungere grandi obiettivi, ma la Storia arriva a conclusioni opposte ".
Io modestamente direi guardiamo cosa vuole ottenere una certa politica, se la direzione va verso una maggiore distribuzione della ricchezza prodotta, un maggior controllo democratico delle istituzioni si va nella direzione giusta, diversamente bisogna darsi da fare per cambiare.
Forze politiche che si muovono in tal senso ci sono , vediamo come aiutarle.
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