La Terza Guerra Mondiale
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Riccardo89 • un'ora fa
Ma poi ci si domanda perchè la lega non vuole le moschee e mischiarsi con gli islamici.
Ecco qua cosa succede ad assecondarli.
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Luigi B Riccardo89 • un'ora fa
parole al vento .. il nostro destino è segnato
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Lorenzo Luigi B • 36 minuti fa
Il tuo da un bel pezzo a occhio
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X12red • un'ora fa
non vedo l'ora che il terrore sia uniforme
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Irie_1 • un'ora fa
Io non capisco perche questo sia un problema, che crimine viene commesso sul suolo Italiano ? Alla fine quelli reclutati vanno a combattere in Siria, Iraq e via dicendo.
Quale è la differenza con la gente che va a fare il volontario nell'esercito Israeliano ? Dico questo perche va molto di moda in Francia fare due anni di servizio militare nell'esericto Israeliano, specialmente in questo periodo..
Essere reclutati da Israele va bene, dall'ISIS no. Perche ? Non abbiamo gli stessi diritti in base alla nostre opinioni ? Non siamo liberi di combattere le guerre che noi stessi riteniamo giuste ?
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Riccardo89 Irie_1 • un'ora fa
perchè tu sei occidentale.
E' come se l'Italia fosse in guerra con l'iraq e tu ti addestri in italia per entrare nell'esercito iraqeno.
Isis fa la guerra con l'occidente quindi se tu ti vuoi schierare con loro sei un terrorista come loro.
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eisenzahn Riccardo89 • un'ora fa
Oltre che un traditore !!!
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Irie_1 Riccardo89 • un'ora fa
Veramente stanno facendo la guerra in Siria e Iraq.... Questi paesi sono forse entrati nella UE a mia insaputa ?
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Riccardo89 Irie_1 • 39 minuti fa
Cosa c'entra?
La guerra è tra i fondamentalisti islamici Isis ( che hanno dimostrato quanto bene vogliono agli occidentali, teste tagliate) e i loro governi.
Come alleanza (siamo alleati con gli americani, francesi, inglesi) interveniamo contro l'isis quindi arruolandoti con l'isis diventi nemico dell'europa e dell'occidente, e quindi si diventi un terrorista.
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Luigi B Irie_1 • 44 minuti fa
bhe sicuramente no , pero obiettivamente ti schiereresti nela fazione opposta , tra l'altro non è nemmeno un esercito regolare, poi certamente ognuno ha le sue opinioni , ci sono tanti che prendono il buono un po' di qua e un po' di la a seconda delle convenienze
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Maximun Minimo Irie_1 • un'ora fa
tu hai firmato, non ti hanno dimesso spontaneamente.
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Irie_1 Maximun Minimo • un'ora fa
Firmato cosa ? Dimesso da cosa ?
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Maximun Minimo Irie_1 • 43 minuti fa
no, niente niente!
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X12red • un'ora fa
manca solo che arrestino Di Batista per incitamento alla
"Jihad"
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eisenzahn X12red • un'ora fa
E chi ha detto che la Digos non stia valutando la possibilità ???
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X12red • un'ora fa
Oggi più che mai leggere Terra matta di Rabito Vincenzo...ritrovi l'essenza del popolo italiano
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Phoenix_in_war • un'ora fa
pensate un po.. questi 5 clown che credono ad un amico immaginario vanno a combattere per ordine del loro presunto nemico.. stano lavorando alla loro insaputa per la CIA
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ANTONIO D'UGGENTO • 2 ore fa
Siamo un popolo prostituto, ci diamo a tutti americani,tedeschi, inglesi, cinesi e adesso anche con tutti gli islamici.
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Maximun Minimo ANTONIO D'UGGENTO • un'ora fa
conosci le tariffe?
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pino1 Maximun Minimo • 36 minuti fa
L'italiano siprstituisce gratuitamente e per SERVILISMO
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Eugenio Bongiorno Maximun Minimo • un'ora fa
80€ è l'ultima, la prima rata prima del voto, le altre differite, con sorpresona all'atto del conguaglio!
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X12red Maximun Minimo • un'ora fa
80eu
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Maximun Minimo X12red • un'ora fa
che???? no, dimmi quelle che partono da 500€.
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Antonio Demaio • 2 ore fa
Tutti rigorosamente pagati in DOLLARI dallo Zio Sem per operazioni FALSE FLAG? Ecco il motivo perché la povertà ed i denari non verranno mai eliminati, con queste due componeti si COMANDA IL MONDO… ops notizie ultime un americano morto che combatteva per l'ISIS… con 800 dollari in tasca, ormai con i soldi è possibile rovesciare governi e far sembrare rivoluzioni spontanee quelle che invece vengono create a tavolino usando MERCENARI E POTENTISSIMI ARMI DI PERSUASIONE E RIPROVA SOCIALE, sbaglio?
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Claudio Rizzo Antonio Demaio • 39 minuti fa
Gombloddo!!!!!!
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Bender Antonio Demaio • un'ora fa
"ops notizie ultime un americano morto che combatteva per l'ISIS… con 800 dollari in tasca" e cosa doveva portarsi dietro, le noccioline? Non capisco la logica di certe affermazioni dietrologhe
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Ryuk84 • 2 ore fa
Eccoli i risultati della scellerata politica di accoglienza "senza se e senza ma" di questo paese e questa "unione" europea senza attributi
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Originalchoice • 2 ore fa
La cara America, seguita dalla cara Europa, in Me…..a Economicamente,
intelligentemente si è messa in un “” Cul de sac !
E' paragonabile al PD, fuori dal tempo & realtà.
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Matteo Certa • 2 ore fa
Ma....i fondi per i malati di SLA li stanziano?
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Eugenio Bongiorno Matteo Certa • 2 ore fa
Se avessero questo delle armi per combattere la loro malattia, a quest'ora Renzie e gli americanoidi gliele avrebbero già consegnate.
Purtroppo la loro malattia si combatte con la ricerca, ed allora mi sa tanto che dovremo ancora vedere per molto tempo loro morire e chi dovrebbe salvarli, tirarsi delle secchiellate di giaccio sulla boccia tarata.
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noveparole Matteo Certa • 2 ore fa
Intanto si lavano la coscienza con le secchiate d'acqua.
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Antonio Valle Matteo Certa • 2 ore fa
SI, NELLE CASSE DEL PD E FI , STANNO IN ROSSO
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Paciri • 2 ore fa
La Gran Bretagna si sta risvegliando in un incubo.
Per una volta potremmo correre ai ripari prima che sia tardi, prima che siano le nostre metrò a saltare, prima che si impadroniscano dei luoghi.
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AlbertoA Paciri • 2 ore fa
Poi chi sono i complottisti?...
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Maximun Minimo AlbertoA • 2 ore fa
vedi che a londra è esperienza vissuta e nemmeno da poco, complottone!
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Eugenio Bongiorno Maximun Minimo • un'ora fa
A Londra in decine di migliaia muoiono per lo smog, altre ancora per gli incidenti automobilistici, altri ancora per la micro-criminalità, altro che per il terrorismo!!
E' l'ultimo problema di quella città!
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Maximun Minimo Eugenio Bongiorno • un'ora fa
chi te la detto cameron?
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Eugenio Bongiorno Maximun Minimo • un'ora fa
No i dati sulle condizioni di quella città, pare che sia pressoché uguale a quella di Milano.
Però per i fedeli credenti piddini e per i suoi beoti che li hanno votati, corrono più il rischio di essere decapitati da un terrorista che investiti da un autobus.
Se neanche riusciamo ad essere competitivi con l'Africa, un motivo si sarà non credi??
Ad incominciare ad esempio dal fatto che stiamo diventando grazie alla panzane che i media sparano tutti ebeti
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MuzioScevola • 2 ore fa
Ce n'è uno anche a Genova, pericolosissimo perché plagia i fedeli con un blog pieno di bufale e settarismo: Muhammad Abu-Bep al-Grilladen.
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Antonio Valle MuzioScevola • 2 ore fa
NON POTRA MAI NULLA CONTRO PD E FI CHE FANNO IL BELLO E CATTIVO TEMPO ( ANCHE SULLA TESTA DEI TUOI FIGLI E CON IL TUO CONSENSO )
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Diego S. Rossi MuzioScevola • 2 ore fa
Non è poi così pericoloso, predica la jihad soltanto contro il tg1...
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Antiana Diego S. Rossi • 2 ore fa
Ha aggiunto gli altri tre tg della RAI. Sarà il "mala chiffari" si dice dalle mie parti, non so tradurlo, diciamo il da fare che non hai.
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Eugenio Bongiorno Antiana • un'ora fa
Chissà perché quando era il PD a plagiare i suoi credenti dicendo che berlusconi era l'incarnazione del Male e la rovina dell'italia, invece era la Guerra Santa!
Forse perché come hanno fatto gli americanoidi in Medio Oriente, il Male è poi diventato il loro miglior alleato?
Ma poi ci si domanda perchè la lega non vuole le moschee e mischiarsi con gli islamici.
Ecco qua cosa succede ad assecondarli.
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Luigi B Riccardo89 • un'ora fa
parole al vento .. il nostro destino è segnato
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Lorenzo Luigi B • 36 minuti fa
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X12red • un'ora fa
non vedo l'ora che il terrore sia uniforme
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Irie_1 • un'ora fa
Io non capisco perche questo sia un problema, che crimine viene commesso sul suolo Italiano ? Alla fine quelli reclutati vanno a combattere in Siria, Iraq e via dicendo.
Quale è la differenza con la gente che va a fare il volontario nell'esercito Israeliano ? Dico questo perche va molto di moda in Francia fare due anni di servizio militare nell'esericto Israeliano, specialmente in questo periodo..
Essere reclutati da Israele va bene, dall'ISIS no. Perche ? Non abbiamo gli stessi diritti in base alla nostre opinioni ? Non siamo liberi di combattere le guerre che noi stessi riteniamo giuste ?
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Riccardo89 Irie_1 • un'ora fa
perchè tu sei occidentale.
E' come se l'Italia fosse in guerra con l'iraq e tu ti addestri in italia per entrare nell'esercito iraqeno.
Isis fa la guerra con l'occidente quindi se tu ti vuoi schierare con loro sei un terrorista come loro.
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eisenzahn Riccardo89 • un'ora fa
Oltre che un traditore !!!
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Irie_1 Riccardo89 • un'ora fa
Veramente stanno facendo la guerra in Siria e Iraq.... Questi paesi sono forse entrati nella UE a mia insaputa ?
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Riccardo89 Irie_1 • 39 minuti fa
Cosa c'entra?
La guerra è tra i fondamentalisti islamici Isis ( che hanno dimostrato quanto bene vogliono agli occidentali, teste tagliate) e i loro governi.
Come alleanza (siamo alleati con gli americani, francesi, inglesi) interveniamo contro l'isis quindi arruolandoti con l'isis diventi nemico dell'europa e dell'occidente, e quindi si diventi un terrorista.
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Luigi B Irie_1 • 44 minuti fa
bhe sicuramente no , pero obiettivamente ti schiereresti nela fazione opposta , tra l'altro non è nemmeno un esercito regolare, poi certamente ognuno ha le sue opinioni , ci sono tanti che prendono il buono un po' di qua e un po' di la a seconda delle convenienze
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Maximun Minimo Irie_1 • un'ora fa
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Irie_1 Maximun Minimo • un'ora fa
Firmato cosa ? Dimesso da cosa ?
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Maximun Minimo Irie_1 • 43 minuti fa
no, niente niente!
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X12red • un'ora fa
manca solo che arrestino Di Batista per incitamento alla
"Jihad"
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eisenzahn X12red • un'ora fa
E chi ha detto che la Digos non stia valutando la possibilità ???
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Phoenix_in_war • un'ora fa
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ANTONIO D'UGGENTO • 2 ore fa
Siamo un popolo prostituto, ci diamo a tutti americani,tedeschi, inglesi, cinesi e adesso anche con tutti gli islamici.
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Maximun Minimo ANTONIO D'UGGENTO • un'ora fa
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pino1 Maximun Minimo • 36 minuti fa
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Eugenio Bongiorno Maximun Minimo • un'ora fa
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Antonio Demaio • 2 ore fa
Tutti rigorosamente pagati in DOLLARI dallo Zio Sem per operazioni FALSE FLAG? Ecco il motivo perché la povertà ed i denari non verranno mai eliminati, con queste due componeti si COMANDA IL MONDO… ops notizie ultime un americano morto che combatteva per l'ISIS… con 800 dollari in tasca, ormai con i soldi è possibile rovesciare governi e far sembrare rivoluzioni spontanee quelle che invece vengono create a tavolino usando MERCENARI E POTENTISSIMI ARMI DI PERSUASIONE E RIPROVA SOCIALE, sbaglio?
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Claudio Rizzo Antonio Demaio • 39 minuti fa
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"ops notizie ultime un americano morto che combatteva per l'ISIS… con 800 dollari in tasca" e cosa doveva portarsi dietro, le noccioline? Non capisco la logica di certe affermazioni dietrologhe
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Ryuk84 • 2 ore fa
Eccoli i risultati della scellerata politica di accoglienza "senza se e senza ma" di questo paese e questa "unione" europea senza attributi
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Matteo Certa • 2 ore fa
Ma....i fondi per i malati di SLA li stanziano?
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Eugenio Bongiorno Matteo Certa • 2 ore fa
Se avessero questo delle armi per combattere la loro malattia, a quest'ora Renzie e gli americanoidi gliele avrebbero già consegnate.
Purtroppo la loro malattia si combatte con la ricerca, ed allora mi sa tanto che dovremo ancora vedere per molto tempo loro morire e chi dovrebbe salvarli, tirarsi delle secchiellate di giaccio sulla boccia tarata.
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noveparole Matteo Certa • 2 ore fa
Intanto si lavano la coscienza con le secchiate d'acqua.
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Antonio Valle Matteo Certa • 2 ore fa
SI, NELLE CASSE DEL PD E FI , STANNO IN ROSSO
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Paciri • 2 ore fa
La Gran Bretagna si sta risvegliando in un incubo.
Per una volta potremmo correre ai ripari prima che sia tardi, prima che siano le nostre metrò a saltare, prima che si impadroniscano dei luoghi.
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AlbertoA Paciri • 2 ore fa
Poi chi sono i complottisti?...
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Maximun Minimo AlbertoA • 2 ore fa
vedi che a londra è esperienza vissuta e nemmeno da poco, complottone!
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Eugenio Bongiorno Maximun Minimo • un'ora fa
A Londra in decine di migliaia muoiono per lo smog, altre ancora per gli incidenti automobilistici, altri ancora per la micro-criminalità, altro che per il terrorismo!!
E' l'ultimo problema di quella città!
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Maximun Minimo Eugenio Bongiorno • un'ora fa
chi te la detto cameron?
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Eugenio Bongiorno Maximun Minimo • un'ora fa
No i dati sulle condizioni di quella città, pare che sia pressoché uguale a quella di Milano.
Però per i fedeli credenti piddini e per i suoi beoti che li hanno votati, corrono più il rischio di essere decapitati da un terrorista che investiti da un autobus.
Se neanche riusciamo ad essere competitivi con l'Africa, un motivo si sarà non credi??
Ad incominciare ad esempio dal fatto che stiamo diventando grazie alla panzane che i media sparano tutti ebeti
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MuzioScevola • 2 ore fa
Ce n'è uno anche a Genova, pericolosissimo perché plagia i fedeli con un blog pieno di bufale e settarismo: Muhammad Abu-Bep al-Grilladen.
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Antonio Valle MuzioScevola • 2 ore fa
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Diego S. Rossi MuzioScevola • 2 ore fa
Non è poi così pericoloso, predica la jihad soltanto contro il tg1...
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Antiana Diego S. Rossi • 2 ore fa
Ha aggiunto gli altri tre tg della RAI. Sarà il "mala chiffari" si dice dalle mie parti, non so tradurlo, diciamo il da fare che non hai.
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Eugenio Bongiorno Antiana • un'ora fa
Chissà perché quando era il PD a plagiare i suoi credenti dicendo che berlusconi era l'incarnazione del Male e la rovina dell'italia, invece era la Guerra Santa!
Forse perché come hanno fatto gli americanoidi in Medio Oriente, il Male è poi diventato il loro miglior alleato?
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Cronaca di guerra - 11
Fronte - 7 - Europa - 2
Il Tg7 ha annunciato il massimo allarme in Gran Bretagna circa un possibile attentato dell'Is.
Fronte - 7 - Europa - 2
Il Tg7 ha annunciato il massimo allarme in Gran Bretagna circa un possibile attentato dell'Is.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Cronaca di guerra - 12
Fronte - 6 - Italia - 4
Non è che da noi le cose siano migliori......
29 AGO 2014 17:54
LA JIHAD DELLA PORTA ACCANTO –
“ORA DISTRUGGIAMO LE LORO CASE”, DICONO I JIHADISTI ITALIANI INTERCETTATI –
L’ARRUOLAMENTO SU INTERNET E LA RETE DI MOSCHEE CLANDESTINE
Carceri, centri di accoglienza e mosche clandestine ospitate in garage: è qui che vengono arruolati e indottrinati i giovani immigrati da mandare poi al fronte. Sotto controllo oltre 40 sospetti. Un pentito: “Ti spiegano che in questa vita siamo condannati a morire in mezzo a questi porci che ci rubano il petrolio”…
Giuliano Foschini e Fabio Tonacci per “la Repubblica”
La voce italiana della Jihad parla così: «Sembriamo dei vigliacchi in questo paese! Abbiamo equipaggiamento e materiale, bisogna andare e distruggere le loro case». Le parole sono quelle che Hamdi Chamari, 24anni di Castelvetrano in provincia di Trapani, si scambiava con i suoi amici. «Possa Dio sparpagliare i nostri corpi per la sua causa, voglio che le mie carni vadano in pezzi».
Hamdi, origine tunisina, mentre studiava per il test alla facoltà di medicina avrebbe organizzato tra la Sicilia e la Puglia una cellula terroristica con altre cinque persone per - così ricostruiscono i carabinieri del Ros in un’inchiesta della Procura di Bari di un anno fa - «reclutare persone da inviare nelle zone di guerra contro il “nemico infedele” ». Indottrinamento che avveniva in una moschea, ad Andria e proseguiva poi su Internet, mentre ai piedi dell’Etna avevano messo in piedi un campo di addestramento. È così che si diffonde la “jihad della parola”, per dirla con l’espressione che utilizzava Bin Laden per indicare il momento propedeutico alla “jihad della spada”. È accaduto in Italia, sta accadendo.
I NETWORK TRADIZIONALI
I rapporti dell’intelligence posizionano la maggior parte dei 40 soggetti che sono andati o vogliono andare in Siria e Iraq a combattere, tra Liguria, Lombardia, Emilia e Veneto. Nel triangolo tra Genova, Milano e Bologna sono attivi network di provenienza nordafricana, con il compito di arruolare militanti. «Sono forti i legami con il ramo tunisino di Ansar Al Sharia», scrive Lorenzo Vidino in un dossier pubblicato dall’Istituto di studi di politica internazionale.
Anche di questo si è parlato ieri nel vertice al Viminale tra il ministro degli Interni Angelino Alfano, i responsabili dei nostri servizi segreti, Ros e Ucigos. Si stanno valutando «ulteriori iniziative per la lotta al terrorismo integralista». A Genova l’inchiesta della Digos su Giuliano Ibrahim Del Nevo, l’italiano convertito e morto in Siria nel 2013, ha individuato la brigata Jaish al Muhajireen, una delle principali organizzazioni di reclutamento di non-siriani che opera in stretto coordinamento con i militanti di Al Qaeda e dello Stato Islamico dell’Iraq.
A loro si potrebbe essere affidato Del Nevo per raggiungere la Siria. Anche le procure di Milano, Venezia e Bari stanno indagando sulle reti di amicizie che hanno consentito ad alcuni soggetti residenti per lungo tempo in Italia, dal “milalanese” Haisam Sakhanh, detto Abu Omar, all’imbianchino bosniaco di Longarone Ismar Mesinovic, di unirsi ai rivoltosi.
WEB E CHAT NASCOSTE
Ma la “jihad della parola” corre molto più veloce attraverso il web. Twitter e Facebook ne sono i cancelli d’ingresso. Basta guardare quello che posta Umar Andrea Lazzaro, l’altro genovese convertito, sul suo profilo Twitter. È tra gli indagati per associazione con finalità di terrorismo internazionale. Tremilasettecento tweet, da quando Andrea è diventato Umar, assestandosi su posizioni ultraortodosse della scuola indiana Deobandi. “Down with eurocentrism” scrive vicino alla mappa dell’impero ottomano. Un retweet del 7 agosto di uno dei suoi follower recita “human rights don’t exist”.
E poi “beware of the modernist prohomosexual”, foto di libri islamici e di manuali, video presi da Youtube. Un blog, seguito da 343 utenti, in cui spiega il sistema di educazione Deobandi. «Il 95 per cento del proselitismo si fa sulla Rete - racconta una fonte di intelligence - l’aggancio avviene sui social network, poi, per comunicazioni riservate, i reclutatori chiedono di chattare su Tor, il web nascosto ».
CARCERI, CIE E MOSCHEE CLANDESTINE
La polizia monitora la carceri, soprattutto quelle dove è alta la presenza di detenuti nordafricani e balcanici. Così come da tempo sono sotto controllo in Sicilia e in Puglia i Cie e i Cara. Capitolo a parte riguarda invece le moschee, sulle quali al momento non ci sono allerta specifici, dopo gli episodi che hanno riguardato quelle di viale Jenner a Milano, Andria, Ponte Felcino, Macherio e Sellia Marina.
A preoccupare è invece la rete di moschee clandestine (un centinaio almeno) che sorgono povere e segrete in garage, appartamenti, scantinati. È di una queste che parla al Ros il “pentito” Elassi Rihad, mentre ripercorre la sua esperienza in Lombardia: «La trappola è lì nella moschea, dove mettevano dei video, dalla mattina alla sera.
E poi loro parlavano tra una preghiera e l’altra e ci spiegavano che in questa vita siamo ormai condannati a morte e moriremo prima o poi e perché dobbiamo morire, qui in mezzo, adesso uso il termine... in mezzo a questi porci, e questi erano… ci rubano il petrolio, tutte quelle storie per inculcare odio… Arrivi al punto che quando sei solo a casa, tutto diventa niente!…l’unica soluzione è morire...renderti utile morendo».
Fronte - 6 - Italia - 4
Non è che da noi le cose siano migliori......
29 AGO 2014 17:54
LA JIHAD DELLA PORTA ACCANTO –
“ORA DISTRUGGIAMO LE LORO CASE”, DICONO I JIHADISTI ITALIANI INTERCETTATI –
L’ARRUOLAMENTO SU INTERNET E LA RETE DI MOSCHEE CLANDESTINE
Carceri, centri di accoglienza e mosche clandestine ospitate in garage: è qui che vengono arruolati e indottrinati i giovani immigrati da mandare poi al fronte. Sotto controllo oltre 40 sospetti. Un pentito: “Ti spiegano che in questa vita siamo condannati a morire in mezzo a questi porci che ci rubano il petrolio”…
Giuliano Foschini e Fabio Tonacci per “la Repubblica”
La voce italiana della Jihad parla così: «Sembriamo dei vigliacchi in questo paese! Abbiamo equipaggiamento e materiale, bisogna andare e distruggere le loro case». Le parole sono quelle che Hamdi Chamari, 24anni di Castelvetrano in provincia di Trapani, si scambiava con i suoi amici. «Possa Dio sparpagliare i nostri corpi per la sua causa, voglio che le mie carni vadano in pezzi».
Hamdi, origine tunisina, mentre studiava per il test alla facoltà di medicina avrebbe organizzato tra la Sicilia e la Puglia una cellula terroristica con altre cinque persone per - così ricostruiscono i carabinieri del Ros in un’inchiesta della Procura di Bari di un anno fa - «reclutare persone da inviare nelle zone di guerra contro il “nemico infedele” ». Indottrinamento che avveniva in una moschea, ad Andria e proseguiva poi su Internet, mentre ai piedi dell’Etna avevano messo in piedi un campo di addestramento. È così che si diffonde la “jihad della parola”, per dirla con l’espressione che utilizzava Bin Laden per indicare il momento propedeutico alla “jihad della spada”. È accaduto in Italia, sta accadendo.
I NETWORK TRADIZIONALI
I rapporti dell’intelligence posizionano la maggior parte dei 40 soggetti che sono andati o vogliono andare in Siria e Iraq a combattere, tra Liguria, Lombardia, Emilia e Veneto. Nel triangolo tra Genova, Milano e Bologna sono attivi network di provenienza nordafricana, con il compito di arruolare militanti. «Sono forti i legami con il ramo tunisino di Ansar Al Sharia», scrive Lorenzo Vidino in un dossier pubblicato dall’Istituto di studi di politica internazionale.
Anche di questo si è parlato ieri nel vertice al Viminale tra il ministro degli Interni Angelino Alfano, i responsabili dei nostri servizi segreti, Ros e Ucigos. Si stanno valutando «ulteriori iniziative per la lotta al terrorismo integralista». A Genova l’inchiesta della Digos su Giuliano Ibrahim Del Nevo, l’italiano convertito e morto in Siria nel 2013, ha individuato la brigata Jaish al Muhajireen, una delle principali organizzazioni di reclutamento di non-siriani che opera in stretto coordinamento con i militanti di Al Qaeda e dello Stato Islamico dell’Iraq.
A loro si potrebbe essere affidato Del Nevo per raggiungere la Siria. Anche le procure di Milano, Venezia e Bari stanno indagando sulle reti di amicizie che hanno consentito ad alcuni soggetti residenti per lungo tempo in Italia, dal “milalanese” Haisam Sakhanh, detto Abu Omar, all’imbianchino bosniaco di Longarone Ismar Mesinovic, di unirsi ai rivoltosi.
WEB E CHAT NASCOSTE
Ma la “jihad della parola” corre molto più veloce attraverso il web. Twitter e Facebook ne sono i cancelli d’ingresso. Basta guardare quello che posta Umar Andrea Lazzaro, l’altro genovese convertito, sul suo profilo Twitter. È tra gli indagati per associazione con finalità di terrorismo internazionale. Tremilasettecento tweet, da quando Andrea è diventato Umar, assestandosi su posizioni ultraortodosse della scuola indiana Deobandi. “Down with eurocentrism” scrive vicino alla mappa dell’impero ottomano. Un retweet del 7 agosto di uno dei suoi follower recita “human rights don’t exist”.
E poi “beware of the modernist prohomosexual”, foto di libri islamici e di manuali, video presi da Youtube. Un blog, seguito da 343 utenti, in cui spiega il sistema di educazione Deobandi. «Il 95 per cento del proselitismo si fa sulla Rete - racconta una fonte di intelligence - l’aggancio avviene sui social network, poi, per comunicazioni riservate, i reclutatori chiedono di chattare su Tor, il web nascosto ».
CARCERI, CIE E MOSCHEE CLANDESTINE
La polizia monitora la carceri, soprattutto quelle dove è alta la presenza di detenuti nordafricani e balcanici. Così come da tempo sono sotto controllo in Sicilia e in Puglia i Cie e i Cara. Capitolo a parte riguarda invece le moschee, sulle quali al momento non ci sono allerta specifici, dopo gli episodi che hanno riguardato quelle di viale Jenner a Milano, Andria, Ponte Felcino, Macherio e Sellia Marina.
A preoccupare è invece la rete di moschee clandestine (un centinaio almeno) che sorgono povere e segrete in garage, appartamenti, scantinati. È di una queste che parla al Ros il “pentito” Elassi Rihad, mentre ripercorre la sua esperienza in Lombardia: «La trappola è lì nella moschea, dove mettevano dei video, dalla mattina alla sera.
E poi loro parlavano tra una preghiera e l’altra e ci spiegavano che in questa vita siamo ormai condannati a morte e moriremo prima o poi e perché dobbiamo morire, qui in mezzo, adesso uso il termine... in mezzo a questi porci, e questi erano… ci rubano il petrolio, tutte quelle storie per inculcare odio… Arrivi al punto che quando sei solo a casa, tutto diventa niente!…l’unica soluzione è morire...renderti utile morendo».
Ultima modifica di camillobenso il 01/09/2014, 18:51, modificato 1 volta in totale.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Consumismo sfrenato, odio religioso, odio razziale, capitalismo sempre più vorace e insaziabile, ignoranza dilagante, informazione sempre più bugiarda e serva del potere, menti obnubilate da mode sempre più demenziali, caduta degli ideali di fratellanza - solidarietà - socialità...
Come siamo potuti arrivare in un quarto di secolo a tutto ciò?
Sembra un film già visto più volte: il crollo di una grande civiltà o di un grande impero.
Che tipo di nuova era oscura ci aspetta e quanto durerà?
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Oltre ai motivi sopra indicati da Maucat circa il crollo di una civiltà, possiamo aggiungere la denuncia de Il Fatto Quotidiano di lunedì del 18 agosto u.s.. che oltre all'articolo sotto riportato, in altro citava che gli uomini della Silicon Valley, vietano l'uso dei tablet ai loro figli. Non solo, ma li mandano in scuole dove non si usa il tablet perchè rincretiniscono.
Però continuano a produrli.
Fatti mandare dalla mamma a spegnere il tablet
di Elisabetta Ambrosi
LO TROVI IN MANO A BAMBINI SEMPRE PIÙ PICCOLI
AL RISTORANTE, IN CASA, AL POSTO DELLA TV. ORMAI È DIVENTATO LA BABY SITTER CUI AFFIDARLI QUANDO NON VOGLIAMO SECCATURE. E I NOSTRI FIGLI STANNO IMPARANDO A DIVENTARE DIPENDENTI DA SMARTPHONE E MINI COMPUTER ANCHE A POCHI MESI DI ETÀ. L’ALLARME DEI PEDAGOGISTI: ATTENZIONE, STIAMO DISATTIVANDO ALCUNE FUNZIONI CEREBRALI ESSENZIALI. I CONSIGLI DEGLI ESPERTI: INTERNET LIBERO DOPO I 12 ANNI
Scena numero 1: sabato sera, pizzeria affollata di famiglie. Un bambino su tre è chino su un tablet, oppure su uno smartphone, del tutto incurante di ciò che accade intorno a lui. Scena numero 2: reparto pediatrico di un grande ospedale. Sui comodini dei piccoli degenti non c’è più traccia di libri: gli unici passatempi portati da genitori e parenti sono dispositivi elettronici con app e videogiochi. Scena numero 3: classe scolastica. L’insegnante, ignaro di tecnologia, tenta di far funzionare una costosa lavagna elettronica, mentre i ragazzini si scatenano, magari approfittando per giocare di nascosto sulcellulare proibito in classe. Immagini ormai banali nell’Italia di oggi, che però raccontano di una rivoluzione, o meglio, di una controrivoluzione che, secondo una parte ormai consistente degli psichiatri, psicologi, pedagogisti e pediatri di tutto il mondo rischia di trasformare i nostri ragazzini in adulti ebeti, privi di capacità fondamentali come leggere, scrivere, calcolare, osservare la realtà intorno a sé, memorizzare dati e informazioni, oltre che sempre più afflitti da cronica dipendenza da schermo. Con tutto il relativo correlato di disturbi fisici - mal di testa insonnia, dolori articolari e indebolimento muscolare – e psichici: dall’isolamento alla perdita di empatia, dalla depressione alla dispersione scolastica.
Non riesco a fare più i lego
D’altronde se, come hanno rivelato due ricerche, in Inghilterra i bambini inglesi non sanno più fare le costruzioni con i lego - e la prima parola pronunciata da un bebé su otto non è più “mamma” ma “tablet” - la ragione sta nel fatto che sempre di più i genitori di oggi mettono in mano un dispositivo elettronico ai figli già a pochi mesi: prima dei due anni, segnala un report dell’organizzazione Common Sense Media, almeno metà dei bebé ha utilizzato un dispositivo mobile, mentre dalla ricerca europea Net Children Go Mobile - cofinanziata dalla Commissione europea ed effettuata su 3500 bambini tra i 9 e i 16 anni – è emerso che nel 2014 il 46% per cento di bambini e preadolescenti usa un computer o un tablet e il 41% uno smartphone, e che due terzi hanno ormai accesso a internet, mentre già la metà degli undicenni si collega ai social network. Se non bastasse, è stato calcolato che i cosiddetti “nativi digitali”, che ormai passano più ore connessi che a dormire, a 21 anni abbiano già ricevuto 250.000 tra email o sms, trascorso 10.000 ore al cellulare e 3.500 sui social network. Così, mentre i nostri ministri dell’istruzione continuano a inneggiare alla scuola del futuro “digitale e innovativa”, gli scienziati continuano a far luce sulle conseguenze negative dell’utilizzo massiccio di dispositivi elettronici. Una delle ricerche più accurate è quello dello psichiatra tedesco Manfred Spitzer, autore del libro Demenza digitale. Così la nuova tecnologia ci rende stupidi (Corbaccio). Per dimostrare che “nuovo” non significa automaticamente “bene”, Spitzer racconta di quando, negli anni cinquanta, venne introdotto nei negozi di scarpe statunitense il podoscopio, uno strumento che consentiva di vedere la conformazione ossea per comprare le scarpe giuste. Allora sembrava l’innovazione del momento, e anche quando si scoprirono i danni dovuti alle radiazioni ci vollero anni perché scomparisse dalla circolazione. Ma il punto è soprattutto un altro: “Il computer”, spiega lo psichiatra tedesco, “sta all’apprendimento come una bicicletta al nuoto”. Capire perché non è difficile: “Se trascino con un dito una parola da A a B con un touchscreen compio l’azione più superficiale che si possa fare con una parola. Già leggerla e trascriverla è un’operazione più complessa, che aiuta a catturarla mentalmente”. L’uso intensivo di tablet, smartphone e consolle finisce non solo per danneggiare i meccanismi della memoria, visto che “il modo in cui si impara qualcosa determina il modo in cui il contenuto viene memorizzato”, ma anche, poiché mette a riposo alcune zone cerebrali fondamentali, per “arrugginire” il cervello (facilitando addirittura, secondo Spitzer, la possibilità di sviluppare più facilmente da adulti patologie come l’Alzheimer).
Meno parole meno bravi a scuola
Se non bastasse, altri studi, come quello presentato a Vancouver all’ultimo congresso delle Pediatric Academic Societies and Asian Society for Pediatric Research, hanno rilevato che nei bambini che giocano con app non educative si riscontrano ritardi nel linguaggio: un problema sollevato anche dagli insegnanti di molte scuole, insieme all’aumento dei disturbi dell’attenzione dovuti all’imponente multitasking digitale e al calo del rendimento scolastico. E mentre le riviste specializzatedenunciano la mancanza di prove in grado di confermare l’efficacia di computer e tablet a scuola – oltre che delle costose lavagne elettroniche, rivelatesi inutili – in Israele l’introduzione dei pc alle elementari ha portato a un drastico abbassamento del rendimento matematico degli alunni. Ma l’uso precoce e intensivo di dispositivi elettronici erode anche quello che gli studiosi chiamano il “cervello sociale”. Secondo uno studio dei ricercatori della Stanford University sull’effetto di Facebook su 3.462 ragazze tra gli 8 e i 12 anni, il social network più famoso al mondo influenzerebbe negativamente la capacità di instaurare veri rapporti sociali; ancor più allarmante un altro esperimento – chiamato Confortably Numb - effettuato dagli psicologi Brad Bushman e Craig Anderson sulla diminuzione dell’empatia, ad esempio della spinta a soccorrere una persona ferita, dopo l’utilizzo di videogiochi violenti. La perenne connessione e l’uso dell’anonimato sul web porta a una riduzione dell’autocontrollo e alla diffusione del cyber bullismo, visto che, scrive sempre Spitzer, in rete “si può mentire, perseguitare, spillare soldi, essere aggressivi e calunniare”, oltre che entrare in contatto con contenuti non solo violenti o pornografici, ma capaci di sviluppare ulteriore dipendenza, come i giochi d’azzardo on line.
Istruzioni per l’uso migliore
L’ultimo mito smontato dagli esperti è che la massiccia diffusione di tablet e pc aumenti l’uguaglianza. Confuse dalla retorica del nuovo, le classi povere acquistano in massa dispositivi elettronici, che poi aggravano il rendimento scolastico dei figli, accentuando in realtà le diseguaglianze, come ha tra l’altro dimostrato il fallimento del famoso progetto On laptop per Child di Nicholas Negroponte, che aveva portato alla diffusione di centinaia di migliaia di computer nei paesi poveri. “Il problema è che dovremmo chiederci cosa serve prima di un laptop”. Ad esempio, insegnanti preparati (oltre che edifici non pericolanti). Ma perché, di fronte ai sempre più numerosi allarmi del mondo scientifico, nessuno sembra fare nulla, a partire dalle istituzioni? Secondo lo psichiatra tedesco la risposta non sta in oscuri complotti mondiali, ma nel semplice desiderio di profitto delle multinazionali. Quelle che producono giocattoli che simulano cellulari o tablet per adulti - instaurando una dipendenza psicologica dai dispositivi già nei piccolissimi – ma anche quelle, come Google e Apple, che sono state di recente invitate dalla Commissione europea a smettere di utilizzare la dicitura “gratuita” su quelle app che in realtà poi si rivelano a pagamento. La buona notizia per i genitori però è che, prima di dover ricorrere a cliniche per curare la dipendenza da tecnologia molto si può fare. Ad esempio, come inserito nelle linee guida dei medici dell’American Academy of Pediatrics, condivise anche dalla nostra Società italiana di pediatria, evitare di mettere in mano un tablet o un cellulare a bambini sotto i due-tre anni (anche per evitare i danni da elettromagnetismo). Ma anche usare il tablet per leggere storie interattive ad alta voce, scaricare e selezionare le app migliori, vietare i dispositivi a pranzo e la sera prima di dormire, leggere libri di carta insieme ai propri figli e soprattutto passarci del tempo insieme, magari all’aria aperta. Chi volesse riferimenti più precisi, può usare la regola del 3,6,9,12 coniata dallo psichiatra infantile Serge Tisseron (e condivisa dall’Associazione nazionale francese di pediatria ambulatoriale): nessuno schermo fino a tre, nessuna consolle fino a sei, nessun accesso a internet prima dei nove, accesso libero solo dopo i 12. Perché il punto non è demonizzare o vietare la tecnologia, ma imporre un uso progressivo a seconda dell’età, visto che il cervello, e le emozioni, di bambini e adolescenti non sono ancora completi. E soprattutto, evitare di usare i tablet come comodi baby sitter. Insomma, meglio regalare il tablet al nonno e un mazzo di carte a vostro figlio (o nipote). Oppure, mentre la nonna smanetta felicemente su Facebook, proporgli una gara di bocce fuori casa. Oggi sarebbe davvero rivoluzionario.
Da Il Fatto Quotidiano del 18 agosto 2014
Però continuano a produrli.
Fatti mandare dalla mamma a spegnere il tablet
di Elisabetta Ambrosi
LO TROVI IN MANO A BAMBINI SEMPRE PIÙ PICCOLI
AL RISTORANTE, IN CASA, AL POSTO DELLA TV. ORMAI È DIVENTATO LA BABY SITTER CUI AFFIDARLI QUANDO NON VOGLIAMO SECCATURE. E I NOSTRI FIGLI STANNO IMPARANDO A DIVENTARE DIPENDENTI DA SMARTPHONE E MINI COMPUTER ANCHE A POCHI MESI DI ETÀ. L’ALLARME DEI PEDAGOGISTI: ATTENZIONE, STIAMO DISATTIVANDO ALCUNE FUNZIONI CEREBRALI ESSENZIALI. I CONSIGLI DEGLI ESPERTI: INTERNET LIBERO DOPO I 12 ANNI
Scena numero 1: sabato sera, pizzeria affollata di famiglie. Un bambino su tre è chino su un tablet, oppure su uno smartphone, del tutto incurante di ciò che accade intorno a lui. Scena numero 2: reparto pediatrico di un grande ospedale. Sui comodini dei piccoli degenti non c’è più traccia di libri: gli unici passatempi portati da genitori e parenti sono dispositivi elettronici con app e videogiochi. Scena numero 3: classe scolastica. L’insegnante, ignaro di tecnologia, tenta di far funzionare una costosa lavagna elettronica, mentre i ragazzini si scatenano, magari approfittando per giocare di nascosto sulcellulare proibito in classe. Immagini ormai banali nell’Italia di oggi, che però raccontano di una rivoluzione, o meglio, di una controrivoluzione che, secondo una parte ormai consistente degli psichiatri, psicologi, pedagogisti e pediatri di tutto il mondo rischia di trasformare i nostri ragazzini in adulti ebeti, privi di capacità fondamentali come leggere, scrivere, calcolare, osservare la realtà intorno a sé, memorizzare dati e informazioni, oltre che sempre più afflitti da cronica dipendenza da schermo. Con tutto il relativo correlato di disturbi fisici - mal di testa insonnia, dolori articolari e indebolimento muscolare – e psichici: dall’isolamento alla perdita di empatia, dalla depressione alla dispersione scolastica.
Non riesco a fare più i lego
D’altronde se, come hanno rivelato due ricerche, in Inghilterra i bambini inglesi non sanno più fare le costruzioni con i lego - e la prima parola pronunciata da un bebé su otto non è più “mamma” ma “tablet” - la ragione sta nel fatto che sempre di più i genitori di oggi mettono in mano un dispositivo elettronico ai figli già a pochi mesi: prima dei due anni, segnala un report dell’organizzazione Common Sense Media, almeno metà dei bebé ha utilizzato un dispositivo mobile, mentre dalla ricerca europea Net Children Go Mobile - cofinanziata dalla Commissione europea ed effettuata su 3500 bambini tra i 9 e i 16 anni – è emerso che nel 2014 il 46% per cento di bambini e preadolescenti usa un computer o un tablet e il 41% uno smartphone, e che due terzi hanno ormai accesso a internet, mentre già la metà degli undicenni si collega ai social network. Se non bastasse, è stato calcolato che i cosiddetti “nativi digitali”, che ormai passano più ore connessi che a dormire, a 21 anni abbiano già ricevuto 250.000 tra email o sms, trascorso 10.000 ore al cellulare e 3.500 sui social network. Così, mentre i nostri ministri dell’istruzione continuano a inneggiare alla scuola del futuro “digitale e innovativa”, gli scienziati continuano a far luce sulle conseguenze negative dell’utilizzo massiccio di dispositivi elettronici. Una delle ricerche più accurate è quello dello psichiatra tedesco Manfred Spitzer, autore del libro Demenza digitale. Così la nuova tecnologia ci rende stupidi (Corbaccio). Per dimostrare che “nuovo” non significa automaticamente “bene”, Spitzer racconta di quando, negli anni cinquanta, venne introdotto nei negozi di scarpe statunitense il podoscopio, uno strumento che consentiva di vedere la conformazione ossea per comprare le scarpe giuste. Allora sembrava l’innovazione del momento, e anche quando si scoprirono i danni dovuti alle radiazioni ci vollero anni perché scomparisse dalla circolazione. Ma il punto è soprattutto un altro: “Il computer”, spiega lo psichiatra tedesco, “sta all’apprendimento come una bicicletta al nuoto”. Capire perché non è difficile: “Se trascino con un dito una parola da A a B con un touchscreen compio l’azione più superficiale che si possa fare con una parola. Già leggerla e trascriverla è un’operazione più complessa, che aiuta a catturarla mentalmente”. L’uso intensivo di tablet, smartphone e consolle finisce non solo per danneggiare i meccanismi della memoria, visto che “il modo in cui si impara qualcosa determina il modo in cui il contenuto viene memorizzato”, ma anche, poiché mette a riposo alcune zone cerebrali fondamentali, per “arrugginire” il cervello (facilitando addirittura, secondo Spitzer, la possibilità di sviluppare più facilmente da adulti patologie come l’Alzheimer).
Meno parole meno bravi a scuola
Se non bastasse, altri studi, come quello presentato a Vancouver all’ultimo congresso delle Pediatric Academic Societies and Asian Society for Pediatric Research, hanno rilevato che nei bambini che giocano con app non educative si riscontrano ritardi nel linguaggio: un problema sollevato anche dagli insegnanti di molte scuole, insieme all’aumento dei disturbi dell’attenzione dovuti all’imponente multitasking digitale e al calo del rendimento scolastico. E mentre le riviste specializzatedenunciano la mancanza di prove in grado di confermare l’efficacia di computer e tablet a scuola – oltre che delle costose lavagne elettroniche, rivelatesi inutili – in Israele l’introduzione dei pc alle elementari ha portato a un drastico abbassamento del rendimento matematico degli alunni. Ma l’uso precoce e intensivo di dispositivi elettronici erode anche quello che gli studiosi chiamano il “cervello sociale”. Secondo uno studio dei ricercatori della Stanford University sull’effetto di Facebook su 3.462 ragazze tra gli 8 e i 12 anni, il social network più famoso al mondo influenzerebbe negativamente la capacità di instaurare veri rapporti sociali; ancor più allarmante un altro esperimento – chiamato Confortably Numb - effettuato dagli psicologi Brad Bushman e Craig Anderson sulla diminuzione dell’empatia, ad esempio della spinta a soccorrere una persona ferita, dopo l’utilizzo di videogiochi violenti. La perenne connessione e l’uso dell’anonimato sul web porta a una riduzione dell’autocontrollo e alla diffusione del cyber bullismo, visto che, scrive sempre Spitzer, in rete “si può mentire, perseguitare, spillare soldi, essere aggressivi e calunniare”, oltre che entrare in contatto con contenuti non solo violenti o pornografici, ma capaci di sviluppare ulteriore dipendenza, come i giochi d’azzardo on line.
Istruzioni per l’uso migliore
L’ultimo mito smontato dagli esperti è che la massiccia diffusione di tablet e pc aumenti l’uguaglianza. Confuse dalla retorica del nuovo, le classi povere acquistano in massa dispositivi elettronici, che poi aggravano il rendimento scolastico dei figli, accentuando in realtà le diseguaglianze, come ha tra l’altro dimostrato il fallimento del famoso progetto On laptop per Child di Nicholas Negroponte, che aveva portato alla diffusione di centinaia di migliaia di computer nei paesi poveri. “Il problema è che dovremmo chiederci cosa serve prima di un laptop”. Ad esempio, insegnanti preparati (oltre che edifici non pericolanti). Ma perché, di fronte ai sempre più numerosi allarmi del mondo scientifico, nessuno sembra fare nulla, a partire dalle istituzioni? Secondo lo psichiatra tedesco la risposta non sta in oscuri complotti mondiali, ma nel semplice desiderio di profitto delle multinazionali. Quelle che producono giocattoli che simulano cellulari o tablet per adulti - instaurando una dipendenza psicologica dai dispositivi già nei piccolissimi – ma anche quelle, come Google e Apple, che sono state di recente invitate dalla Commissione europea a smettere di utilizzare la dicitura “gratuita” su quelle app che in realtà poi si rivelano a pagamento. La buona notizia per i genitori però è che, prima di dover ricorrere a cliniche per curare la dipendenza da tecnologia molto si può fare. Ad esempio, come inserito nelle linee guida dei medici dell’American Academy of Pediatrics, condivise anche dalla nostra Società italiana di pediatria, evitare di mettere in mano un tablet o un cellulare a bambini sotto i due-tre anni (anche per evitare i danni da elettromagnetismo). Ma anche usare il tablet per leggere storie interattive ad alta voce, scaricare e selezionare le app migliori, vietare i dispositivi a pranzo e la sera prima di dormire, leggere libri di carta insieme ai propri figli e soprattutto passarci del tempo insieme, magari all’aria aperta. Chi volesse riferimenti più precisi, può usare la regola del 3,6,9,12 coniata dallo psichiatra infantile Serge Tisseron (e condivisa dall’Associazione nazionale francese di pediatria ambulatoriale): nessuno schermo fino a tre, nessuna consolle fino a sei, nessun accesso a internet prima dei nove, accesso libero solo dopo i 12. Perché il punto non è demonizzare o vietare la tecnologia, ma imporre un uso progressivo a seconda dell’età, visto che il cervello, e le emozioni, di bambini e adolescenti non sono ancora completi. E soprattutto, evitare di usare i tablet come comodi baby sitter. Insomma, meglio regalare il tablet al nonno e un mazzo di carte a vostro figlio (o nipote). Oppure, mentre la nonna smanetta felicemente su Facebook, proporgli una gara di bocce fuori casa. Oggi sarebbe davvero rivoluzionario.
Da Il Fatto Quotidiano del 18 agosto 2014
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Cronaca di guerra - 13
Fronte - 1 - Ucraina - 2
MONDO
"Crisi ucraina riporta la guerra in Europa"
La Nato pensa a piano d'intervento rapido
Il segretario generale del Patto atlantico Rasmussen: "Faremo ciò che serve per difendere gli alleati
La Russia ci considera un nemico ci adegueremo". Ministro degli Esteri di Putin: "Soluzione pacifica"
"Crisi ucraina riporta la guerra in Europa" La Nato pensa a piano d'intervento rapido
La minaccia di guerra “non riguarda solo l’est dell’Ucraina”. Per questo la Nato risponderà con un piano di intervento rapido, il “Readiness Action Plan“, che assicurerà che l’Alleanza atlantica sia “pronta e capace di difendere tutti gli alleati contro ogni attacco”. Il fronte che al momento causa le maggiori preoccupazioni è quello ucraino e le dichiarazioni rilasciate in giornata da Donald Tusk e da Anders Fogh Rasmussen sono il termometro che misura l’aumento della temperatura della crisi
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Ucraina, l’Europa ha paura. Nato: “Pronto piano di intervento contro minacce da est”
Sale la tensione nel continente. "Siamo in guerra, ci saranno migliaia di morti", ha scritto sul facebook il ministro della Difesa di Kiev. In giornata il premier polacco Tusk, presidente del Consiglio dell'Ue in pectore, aveva messo in guardia: "Rischiamo un conflitto come nel '39", facondo riferimento all'invasione della Polonia da parte della Germania nazista. Lavrov, ministro degli Esteri russo, annuncia la volontà di far cessare gli scontri, ma l'Alleanza Atlantica annuncia un rafforzamento della sua presenza a est
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 1 settembre 2014Commenti (1569)
La minaccia di guerra “non riguarda solo l’est dell’Ucraina”.
Per questo alle “molteplici crisi sui numerosi fronti” di un “mondo che è cambiato” la Nato risponderà con un piano di intervento rapido, il “Readiness Action Plan“, che assicurerà che l’Alleanza atlantica sia “pronta e capace di difendere tutti gli alleati contro ogni attacco”. All’escalation degli scontri tra le truppe di Kiev e i separatisti filorussi (coadiuvati dalle truppe di Mosca) nell’est dell’Ucraina, cui si sommano le fibrillazioni derivanti dall’avanzata dello Stato Islamico nelle regioni del Medio Oriente, corrisponde un aumento direttamente proporzionale della tensione in Europa occidentale.
Mentre i toni del Cremlino si fanno sempre più duri (“Se voglio, prendo Kiev in due settimane“, avrebbe detto Vladimir Putin in una conversazione telefonica con Josè Manuel Barroso secondo indiscrezioni di stampa) dal governo ucraino arriva l’ennesima invocazione di aiuto (“In Ucraina è arrivata una grande guerra mai vista dall’Europa dai tempi della seconda guerra mondiale – ha scritto su Facebook il ministro della Difesa ucraino, Valeri Gheletei – le perdite si conteranno non nell’ordine di centinaia ma di migliaia e persino di decine di migliaia”), l’Alleanza Atlantica e l’Unione Europea si preparano ad affrontare le nuove sfide.
Il fronte che al momento causa le maggiori preoccupazioni è quello ucraino e le dichiarazioni rilasciate in giornata da Donald Tusk e da Anders Fogh Rasmussen sono il termometro che misura l’aumento della temperatura di una crisi cui finora nessuno ha saputo trovare una soluzione. Con il beneficio di inventario vengono prese le dichiarazioni del ministero degli esteri russo, Serghiei Lavrov, che ha sottolineato come un cessate il fuoco sia la soluzione necessaria per il conflitto ucraino. Commemorando a Danzica il 75° anniversario dell’invasione della Polonia da parte della Germania nazista, il premier polacco designato come prossimo presidente del Consiglio d’Europa ha dapprima ammonito gli Stati dell’Ue che ”non possiamo permettere che si ripeta un altro settembre 1939“; quindi ha lanciato un memento: fra pochi giorni al vertice della Nato in Galles i leader saranno chiamati a pensare insieme a una “nuova politica per fronteggiare la minaccia della guerra, ormai non solo nell’est di Ucraina”.
A dare un’idea precisa del livello di tensione raggiunta nel continente è il segretario generale della Nato. “Questo è un momento di crisi molteplici su diversi fronti: a est la Russia interviene apertamente in Ucraina e a sud vediamo instabilità crescente, con stati fragili, conflitti settari, ascesa dell’estremismo“, ha detto Rasmussen in una conferenza stampa a Bruxelles. Per affrontare le sfide la Nato accrescerà la visibilità della sua presenza a est. Nel vertice in programma giovedì e venerdì prossimo a Newport, in Galles, sarà approvato un Piano di intervento rapido (Rap, Readiness Action Plan) “per rispondere al comportamento aggressivo della Russia, ma anche per consentire all’Alleanza di rispondere a tutte le sfide alla sicurezza, dovunque esse si presentino”. “Dalla fine della guerra fredda abbiamo cercato di creare una partnership fra la Nato e la Russia. Oggi oggi constatiamo che la Russia non considera la Nato un partner ma un avversario. Ci adatteremo a questa situazione”, ha spiegato Rasmussen.
Per questo, e qui il segretario scende nei dettagli, “aumenteremo significativamente la capacità della nostra Forza di risposta” afferma Rasmussen, spiegando che sarà sviluppata “quella che noi chiamiamo una ‘punta di lancia‘”, un gruppo di intervento rapido che “includerà diverse migliaia di soldati, pronti a rispondere dovunque necessario, con il supporto di aviazione, marina e truppe speciali”. Questa forza avrà a disposizione “strutture preposizionate” e con strutture di comando dislocate nei paesi dell’est. “Questo – aggiunge – significa una presenza più visibile nell’est per tutto il tempo necessario. Faremo la Nato più adatta, veloce e flessibile per adattarla ad ogni tipo di sfida alla sicurezza. Non perché la Nato voglia attaccare nessuno”, ma per “far sì che ogni potenziale aggressore sappia che siamo pronti a rispondere rapidamente se necessario. Pensiamo che già questa abbia un fortissimo effetto deterrente per ogni potenziale aggressore. Perché appena pensano di aggredire un alleato, saprebbero che non avrebbero a che fare con le truppe nazionali di quel paese, ma direttamente con truppe Nato”.
Resta caldo anche l’altro fronte di conflitto tra l’Occidente e la Russia, quello delle sanzioni. Parlando al Bundestag chiamato a votare sull’invio di armi ai curdi, Angela Merkel ha annunciato “nuove sanzioni” contro Mosca. La Commissione europea è già al lavoro per preparare le nuove proposte. Una portavoce dell’esecutivo di Bruxelles ha spiegato che “i lavori sono in corso perché la Commissione possa presentare entro la scadenza di una settimana, fissata dal Consiglio Ue, le proposte” di nuove misure contro la Russia. Poi, ha aggiunto, “spetterà agli Stati membri prendere una decisione”. Putin spera “che il buon senso prevalga e trionfi e che noi possiamo lavorare normalmente. Auspico che né noi né i nostri partner pagheremo costi troppo elevati per questi colpi”. Ma la cancelliera tedesca è stata chiara: “Ho avvertito che questo potrà significare qualcosa anche per le imprese tedesche. Ma il fatto che in Europa si spostino i confini e si attacchino altri paesi con le truppe, dal mio punto di vista costituisce un pericolo ben maggiore rispetto a determinati svantaggi temporanei per l’economia”. La cancelliera ha sottolineato che l’Ue rifiuta unanime una soluzione militare al conflitto, “ma non si può neppure semplicemente accettare questo comportamento della Russia”.
Sul terreno, intanto, i combattimenti continuano. Le forze ucraine si sono ritirate dall’aeroporto di Lugansk, in seguito a scontri con i separatisti filorussi: lo riferisce una fonte militare ucraina, in quello che è l’ennesima denuncia di Kiev. “La battaglia tra i paracadutisti ucraini e un battaglione rinforzato di blindati delle forze armate russe sta continuando”, ha scritto sulla sua pagina Facebook il portavoce militare, Leonid Matyukhin. Secondo il portavoce del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa ucraino, Andriy Lysenko, nelle ultime 24 ore sono 7 i soldati dell’esercito ucraino rimasti uccisi e 25 feriti durante gli scontri. Mentre sono 230 mila gli sfollati costretti ad abbandonare le loro case nelle regioni di Donetsk e Lugansk. Lo riferisce il Servizio statale delle situazioni di emergenza ucraina, citato dall’agenzia Unian. Solo nelle ultime 24 ore 4725 hanno dovuto lasciare le loro case nella zona dei combattimenti.
Dal Cremlino, intanto, come da tempo accade, arrivano propositi di pace e appelli alla moderazione. Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov - nel giorno in cui si tiene il vertice a Minsk per creare un canale di contatto tra Kiev, Mosca e i separatisti - ha annunciato che Mosca non interverrà militarmente in Ucraina e anzi ha sottolineato che il Cremlino punta a una soluzione pacifica alla crisi: l’obiettivo, per il capo della diplomazia russa, deve essere quello di concordare immediatamente senza alcuna condizione il cessate il fuoco. “Non ci sarà un intervento militare: noi siamo favorevoli a una soluzione esclusivamente pacifica a questa gravissima crisi”, ha detto Lavrov, che ha parlato inaugurando l’anno accademico nell’Istituto di Relazioni internazionali di Mosca. Il ministro russo ha aggiunto che Usa e Ue dovrebbero “chiedere a Kiev quello che chiedono in altri conflitti: mettere fine all’impiego di armi pesanti e dell’aviazione contro le città, contro la popolazione civile, e che non si distruggano scuole e ospedali”.
I piani della Nato per un allargamento a est, verso i confini con la Russia, però al Cremlino danno molto fastidio: sono “assolutamente provocatori“, ha detto ancora Lavrov. Secondo il ministro, “è necessario smettere di dire che la sicurezza può essere garantita solo all’interno dell’Alleanza e che se non sei membro correrai rischi, questa è una logica datata che sfortunatamente i nostri partner non superano”. Per questo, Lavrov li ha invitati “a guardare alla situazione in modo ragionevole e onesto, superando gli stereotipi della Guerra fredda e mostrando volontà politica per fermare le accuse, iniziando a cercare un accordo ed un equilibrio di interessi”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09 ... 9/1104041/
Fronte - 1 - Ucraina - 2
MONDO
"Crisi ucraina riporta la guerra in Europa"
La Nato pensa a piano d'intervento rapido
Il segretario generale del Patto atlantico Rasmussen: "Faremo ciò che serve per difendere gli alleati
La Russia ci considera un nemico ci adegueremo". Ministro degli Esteri di Putin: "Soluzione pacifica"
"Crisi ucraina riporta la guerra in Europa" La Nato pensa a piano d'intervento rapido
La minaccia di guerra “non riguarda solo l’est dell’Ucraina”. Per questo la Nato risponderà con un piano di intervento rapido, il “Readiness Action Plan“, che assicurerà che l’Alleanza atlantica sia “pronta e capace di difendere tutti gli alleati contro ogni attacco”. Il fronte che al momento causa le maggiori preoccupazioni è quello ucraino e le dichiarazioni rilasciate in giornata da Donald Tusk e da Anders Fogh Rasmussen sono il termometro che misura l’aumento della temperatura della crisi
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Ucraina, l’Europa ha paura. Nato: “Pronto piano di intervento contro minacce da est”
Sale la tensione nel continente. "Siamo in guerra, ci saranno migliaia di morti", ha scritto sul facebook il ministro della Difesa di Kiev. In giornata il premier polacco Tusk, presidente del Consiglio dell'Ue in pectore, aveva messo in guardia: "Rischiamo un conflitto come nel '39", facondo riferimento all'invasione della Polonia da parte della Germania nazista. Lavrov, ministro degli Esteri russo, annuncia la volontà di far cessare gli scontri, ma l'Alleanza Atlantica annuncia un rafforzamento della sua presenza a est
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 1 settembre 2014Commenti (1569)
La minaccia di guerra “non riguarda solo l’est dell’Ucraina”.
Per questo alle “molteplici crisi sui numerosi fronti” di un “mondo che è cambiato” la Nato risponderà con un piano di intervento rapido, il “Readiness Action Plan“, che assicurerà che l’Alleanza atlantica sia “pronta e capace di difendere tutti gli alleati contro ogni attacco”. All’escalation degli scontri tra le truppe di Kiev e i separatisti filorussi (coadiuvati dalle truppe di Mosca) nell’est dell’Ucraina, cui si sommano le fibrillazioni derivanti dall’avanzata dello Stato Islamico nelle regioni del Medio Oriente, corrisponde un aumento direttamente proporzionale della tensione in Europa occidentale.
Mentre i toni del Cremlino si fanno sempre più duri (“Se voglio, prendo Kiev in due settimane“, avrebbe detto Vladimir Putin in una conversazione telefonica con Josè Manuel Barroso secondo indiscrezioni di stampa) dal governo ucraino arriva l’ennesima invocazione di aiuto (“In Ucraina è arrivata una grande guerra mai vista dall’Europa dai tempi della seconda guerra mondiale – ha scritto su Facebook il ministro della Difesa ucraino, Valeri Gheletei – le perdite si conteranno non nell’ordine di centinaia ma di migliaia e persino di decine di migliaia”), l’Alleanza Atlantica e l’Unione Europea si preparano ad affrontare le nuove sfide.
Il fronte che al momento causa le maggiori preoccupazioni è quello ucraino e le dichiarazioni rilasciate in giornata da Donald Tusk e da Anders Fogh Rasmussen sono il termometro che misura l’aumento della temperatura di una crisi cui finora nessuno ha saputo trovare una soluzione. Con il beneficio di inventario vengono prese le dichiarazioni del ministero degli esteri russo, Serghiei Lavrov, che ha sottolineato come un cessate il fuoco sia la soluzione necessaria per il conflitto ucraino. Commemorando a Danzica il 75° anniversario dell’invasione della Polonia da parte della Germania nazista, il premier polacco designato come prossimo presidente del Consiglio d’Europa ha dapprima ammonito gli Stati dell’Ue che ”non possiamo permettere che si ripeta un altro settembre 1939“; quindi ha lanciato un memento: fra pochi giorni al vertice della Nato in Galles i leader saranno chiamati a pensare insieme a una “nuova politica per fronteggiare la minaccia della guerra, ormai non solo nell’est di Ucraina”.
A dare un’idea precisa del livello di tensione raggiunta nel continente è il segretario generale della Nato. “Questo è un momento di crisi molteplici su diversi fronti: a est la Russia interviene apertamente in Ucraina e a sud vediamo instabilità crescente, con stati fragili, conflitti settari, ascesa dell’estremismo“, ha detto Rasmussen in una conferenza stampa a Bruxelles. Per affrontare le sfide la Nato accrescerà la visibilità della sua presenza a est. Nel vertice in programma giovedì e venerdì prossimo a Newport, in Galles, sarà approvato un Piano di intervento rapido (Rap, Readiness Action Plan) “per rispondere al comportamento aggressivo della Russia, ma anche per consentire all’Alleanza di rispondere a tutte le sfide alla sicurezza, dovunque esse si presentino”. “Dalla fine della guerra fredda abbiamo cercato di creare una partnership fra la Nato e la Russia. Oggi oggi constatiamo che la Russia non considera la Nato un partner ma un avversario. Ci adatteremo a questa situazione”, ha spiegato Rasmussen.
Per questo, e qui il segretario scende nei dettagli, “aumenteremo significativamente la capacità della nostra Forza di risposta” afferma Rasmussen, spiegando che sarà sviluppata “quella che noi chiamiamo una ‘punta di lancia‘”, un gruppo di intervento rapido che “includerà diverse migliaia di soldati, pronti a rispondere dovunque necessario, con il supporto di aviazione, marina e truppe speciali”. Questa forza avrà a disposizione “strutture preposizionate” e con strutture di comando dislocate nei paesi dell’est. “Questo – aggiunge – significa una presenza più visibile nell’est per tutto il tempo necessario. Faremo la Nato più adatta, veloce e flessibile per adattarla ad ogni tipo di sfida alla sicurezza. Non perché la Nato voglia attaccare nessuno”, ma per “far sì che ogni potenziale aggressore sappia che siamo pronti a rispondere rapidamente se necessario. Pensiamo che già questa abbia un fortissimo effetto deterrente per ogni potenziale aggressore. Perché appena pensano di aggredire un alleato, saprebbero che non avrebbero a che fare con le truppe nazionali di quel paese, ma direttamente con truppe Nato”.
Resta caldo anche l’altro fronte di conflitto tra l’Occidente e la Russia, quello delle sanzioni. Parlando al Bundestag chiamato a votare sull’invio di armi ai curdi, Angela Merkel ha annunciato “nuove sanzioni” contro Mosca. La Commissione europea è già al lavoro per preparare le nuove proposte. Una portavoce dell’esecutivo di Bruxelles ha spiegato che “i lavori sono in corso perché la Commissione possa presentare entro la scadenza di una settimana, fissata dal Consiglio Ue, le proposte” di nuove misure contro la Russia. Poi, ha aggiunto, “spetterà agli Stati membri prendere una decisione”. Putin spera “che il buon senso prevalga e trionfi e che noi possiamo lavorare normalmente. Auspico che né noi né i nostri partner pagheremo costi troppo elevati per questi colpi”. Ma la cancelliera tedesca è stata chiara: “Ho avvertito che questo potrà significare qualcosa anche per le imprese tedesche. Ma il fatto che in Europa si spostino i confini e si attacchino altri paesi con le truppe, dal mio punto di vista costituisce un pericolo ben maggiore rispetto a determinati svantaggi temporanei per l’economia”. La cancelliera ha sottolineato che l’Ue rifiuta unanime una soluzione militare al conflitto, “ma non si può neppure semplicemente accettare questo comportamento della Russia”.
Sul terreno, intanto, i combattimenti continuano. Le forze ucraine si sono ritirate dall’aeroporto di Lugansk, in seguito a scontri con i separatisti filorussi: lo riferisce una fonte militare ucraina, in quello che è l’ennesima denuncia di Kiev. “La battaglia tra i paracadutisti ucraini e un battaglione rinforzato di blindati delle forze armate russe sta continuando”, ha scritto sulla sua pagina Facebook il portavoce militare, Leonid Matyukhin. Secondo il portavoce del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa ucraino, Andriy Lysenko, nelle ultime 24 ore sono 7 i soldati dell’esercito ucraino rimasti uccisi e 25 feriti durante gli scontri. Mentre sono 230 mila gli sfollati costretti ad abbandonare le loro case nelle regioni di Donetsk e Lugansk. Lo riferisce il Servizio statale delle situazioni di emergenza ucraina, citato dall’agenzia Unian. Solo nelle ultime 24 ore 4725 hanno dovuto lasciare le loro case nella zona dei combattimenti.
Dal Cremlino, intanto, come da tempo accade, arrivano propositi di pace e appelli alla moderazione. Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov - nel giorno in cui si tiene il vertice a Minsk per creare un canale di contatto tra Kiev, Mosca e i separatisti - ha annunciato che Mosca non interverrà militarmente in Ucraina e anzi ha sottolineato che il Cremlino punta a una soluzione pacifica alla crisi: l’obiettivo, per il capo della diplomazia russa, deve essere quello di concordare immediatamente senza alcuna condizione il cessate il fuoco. “Non ci sarà un intervento militare: noi siamo favorevoli a una soluzione esclusivamente pacifica a questa gravissima crisi”, ha detto Lavrov, che ha parlato inaugurando l’anno accademico nell’Istituto di Relazioni internazionali di Mosca. Il ministro russo ha aggiunto che Usa e Ue dovrebbero “chiedere a Kiev quello che chiedono in altri conflitti: mettere fine all’impiego di armi pesanti e dell’aviazione contro le città, contro la popolazione civile, e che non si distruggano scuole e ospedali”.
I piani della Nato per un allargamento a est, verso i confini con la Russia, però al Cremlino danno molto fastidio: sono “assolutamente provocatori“, ha detto ancora Lavrov. Secondo il ministro, “è necessario smettere di dire che la sicurezza può essere garantita solo all’interno dell’Alleanza e che se non sei membro correrai rischi, questa è una logica datata che sfortunatamente i nostri partner non superano”. Per questo, Lavrov li ha invitati “a guardare alla situazione in modo ragionevole e onesto, superando gli stereotipi della Guerra fredda e mostrando volontà politica per fermare le accuse, iniziando a cercare un accordo ed un equilibrio di interessi”.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
La vox populi:
rudy49 • 5 minuti fa
a questa notizia sembra che Putin abbia fatto un ruttino!ma deve stare attento perchè l'europa gli manderà una figliola della casta suor Mogherini che gli lancerà contro un vassoio di tartine imburrate col caviale e gli griderà:seSSista!
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Licia • 6 minuti fa
Gli USA sono alle soglie del tracollo economico, il loro debito pubblico ammonta a 17.700MILIARDI di dollari: il dollaro vale 0 perche' la Federal Reserve continua a stampare la valuta straccia alla bisogna.
Gli USA hanno bisogno di mettere le mani sulle risorse naturali della Russia (il piu' grande paese al mondo per estensione con una popolazione di soli 143.000.000 di abitanti e di mettere fuori gioco un possibile rivale per le risorse petrolifere dell'Artide ora libere dai ghiacci grazie al Global Warming.
Stiamo per assistere al sacco dell'Europa dell'Est e della Russia -perche' prima o dopo riusciranno a far assassinare Putin-
PD & PDL si prestano, come in altre occasioni, a questo sconcio. Sto aspettando che il M5S prenda posizione su questo tema.
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Gino Sasso • 11 minuti fa
Rasmussen sa cosa e come fare.
Era premier danese al tempo delle caricature di Maometto e il alcuni Paesi arabi gli bruciavano le ambasciate. Allora si è messo in contatto con il canale tv Al Arabiya facendo questa proposta.
"Vengo da voi e mi faccio intervistare da voi in inglese. Sulle domande decidete voi, io rispondo. Ma ogni dieci minuti mostrate una dicitura "Fogh Rasmussen viene intervistato senza aver messo condizioni alle domande".
L'ha fatto e tanti in giro per il mondo arabo e islamico si sono dati una calmata.
Anche a causa delle sue risposte che hanno messo in evidenza la differenza tra il governo danese e Rasmussen e i "governi" dei paesi dove bruciavano le ambasciate.
Rasmussen ha la determinazione e il coraggio di fare la stessa proposta a Russia Today. Solo che RT non l'accetterà. Visto che si capirà subito chi tra i due statisti - Rasmussen e Putin - è il più "corto"
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Norrin Radd Gino Sasso • 5 minuti fa
rasmussen dovrebbe spiegare cosa ci faceva lui e il comandante in capo della nato in europa gen breedlove alla ultima riunione bildberg
noi siamo in mano a questi criminali in combutta con gli speculatori:
http://www.theguardian.com/wor....
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Nobody • 14 minuti fa
Seee la guerra... Boh forse in Polonia... Voglio vedere quanti italiani son disposti a morire per Renzi, Barroso, Rasmussen, Draghi, etc.
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Gabriele Del Giovine • 15 minuti fa
Acciderbolina, i russi hanno inventato le forze di terra Stealth. Oppure ha addestrato centinala di migliaia di ninja....
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Marco_Bo • 16 minuti fa
comandante del battaglione Volontari "Donbass" Semen Sementchenko, i
cui combattenti erano circondati da miliziani, ha detto che intende chiedere
un Voglio richiedere un cambiamento completo della leadership dello Stato Maggiore Generale delle Forze Armate dell'Ucraina
-
fonte ria novsti
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se lo ottiene si capirà se quell'1% conta o no
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rudy49 • 5 minuti fa
a questa notizia sembra che Putin abbia fatto un ruttino!ma deve stare attento perchè l'europa gli manderà una figliola della casta suor Mogherini che gli lancerà contro un vassoio di tartine imburrate col caviale e gli griderà:seSSista!
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Licia • 6 minuti fa
Gli USA sono alle soglie del tracollo economico, il loro debito pubblico ammonta a 17.700MILIARDI di dollari: il dollaro vale 0 perche' la Federal Reserve continua a stampare la valuta straccia alla bisogna.
Gli USA hanno bisogno di mettere le mani sulle risorse naturali della Russia (il piu' grande paese al mondo per estensione con una popolazione di soli 143.000.000 di abitanti e di mettere fuori gioco un possibile rivale per le risorse petrolifere dell'Artide ora libere dai ghiacci grazie al Global Warming.
Stiamo per assistere al sacco dell'Europa dell'Est e della Russia -perche' prima o dopo riusciranno a far assassinare Putin-
PD & PDL si prestano, come in altre occasioni, a questo sconcio. Sto aspettando che il M5S prenda posizione su questo tema.
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Gino Sasso • 11 minuti fa
Rasmussen sa cosa e come fare.
Era premier danese al tempo delle caricature di Maometto e il alcuni Paesi arabi gli bruciavano le ambasciate. Allora si è messo in contatto con il canale tv Al Arabiya facendo questa proposta.
"Vengo da voi e mi faccio intervistare da voi in inglese. Sulle domande decidete voi, io rispondo. Ma ogni dieci minuti mostrate una dicitura "Fogh Rasmussen viene intervistato senza aver messo condizioni alle domande".
L'ha fatto e tanti in giro per il mondo arabo e islamico si sono dati una calmata.
Anche a causa delle sue risposte che hanno messo in evidenza la differenza tra il governo danese e Rasmussen e i "governi" dei paesi dove bruciavano le ambasciate.
Rasmussen ha la determinazione e il coraggio di fare la stessa proposta a Russia Today. Solo che RT non l'accetterà. Visto che si capirà subito chi tra i due statisti - Rasmussen e Putin - è il più "corto"
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Norrin Radd Gino Sasso • 5 minuti fa
rasmussen dovrebbe spiegare cosa ci faceva lui e il comandante in capo della nato in europa gen breedlove alla ultima riunione bildberg
noi siamo in mano a questi criminali in combutta con gli speculatori:
http://www.theguardian.com/wor....
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Nobody • 14 minuti fa
Seee la guerra... Boh forse in Polonia... Voglio vedere quanti italiani son disposti a morire per Renzi, Barroso, Rasmussen, Draghi, etc.
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Gabriele Del Giovine • 15 minuti fa
Acciderbolina, i russi hanno inventato le forze di terra Stealth. Oppure ha addestrato centinala di migliaia di ninja....
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Marco_Bo • 16 minuti fa
comandante del battaglione Volontari "Donbass" Semen Sementchenko, i
cui combattenti erano circondati da miliziani, ha detto che intende chiedere
un Voglio richiedere un cambiamento completo della leadership dello Stato Maggiore Generale delle Forze Armate dell'Ucraina
-
fonte ria novsti
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se lo ottiene si capirà se quell'1% conta o no
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Re: La Terza Guerra Mondiale
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Nobody • 14 minuti fa
Seee la guerra... Boh forse in Polonia... Voglio vedere quanti italiani son disposti a morire per Renzi, Barroso, Rasmussen, Draghi, etc.
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Questa affermazione la giro come domanda al forum.
I renziani andranno a morire per Renzi????
Nobody • 14 minuti fa
Seee la guerra... Boh forse in Polonia... Voglio vedere quanti italiani son disposti a morire per Renzi, Barroso, Rasmussen, Draghi, etc.
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Questa affermazione la giro come domanda al forum.
I renziani andranno a morire per Renzi????
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Re: La Terza Guerra Mondiale
La colpa di tutto viene dagli USA.Dopo la sissione dell'Unione sovietica avvenuta da Gorbaciof.Gli Usa invece di essere contenti di questo, hanno cominciato a portarsi piu vicino possibile alla Russia cercando di metterla in un angolo nei propri confini.Prima eravano noi Italiani che puntavamo i missili verso L'unione Sovietica.Ora sono in Polonia e certamente vorrebbero pure piazzarli in Ucraina......Questo la Russia non può tollerarlo quindi attenzione.L'ucraina non fa parte della Nato, quindi stiamo calmi.Nessun cittadino europeo vuole la guerra con la Russia.Attenzione politicanti da strapazzo servi degli USA.Potevamo vivere tranquilli tutti noi europei conpresi i russi.Gli Usa devono pensare al loro continente e lasciare in pace L'Europa.Hanno solo fatto nascire odio nei loro confronti.
Ciao
Paolo11
Ciao
Paolo11
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: La Terza Guerra Mondiale
paolo11 ha scritto:La colpa di tutto viene dagli USA.Dopo la sissione dell'Unione sovietica avvenuta da Gorbaciof.Gli Usa invece di essere contenti di questo, hanno cominciato a portarsi piu vicino possibile alla Russia cercando di metterla in un angolo nei propri confini.Prima eravano noi Italiani che puntavamo i missili verso L'unione Sovietica.Ora sono in Polonia e certamente vorrebbero pure piazzarli in Ucraina......Questo la Russia non può tollerarlo quindi attenzione.L'ucraina non fa parte della Nato, quindi stiamo calmi.Nessun cittadino europeo vuole la guerra con la Russia.Attenzione politicanti da strapazzo servi degli USA.Potevamo vivere tranquilli tutti noi europei conpresi i russi.Gli Usa devono pensare al loro continente e lasciare in pace L'Europa.Hanno solo fatto nascire odio nei loro confronti.
Ciao
Paolo11
Una donna, certa Licia, nei commenti su IFQ sostiene:
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Licia • 6 minuti fa
Gli USA sono alle soglie del tracollo economico, il loro debito pubblico ammonta a 17.700MILIARDI di dollari: il dollaro vale 0 perche' la Federal Reserve continua a stampare la valuta straccia alla bisogna.
Gli USA hanno bisogno di mettere le mani sulle risorse naturali della Russia (il piu' grande paese al mondo per estensione con una popolazione di soli 143.000.000 di abitanti e di mettere fuori gioco un possibile rivale per le risorse petrolifere dell'Artide ora libere dai ghiacci grazie al Global Warming.
Stiamo per assistere al sacco dell'Europa dell'Est e della Russia -perche' prima o dopo riusciranno a far assassinare Putin-
PD & PDL si prestano, come in altre occasioni, a questo sconcio. Sto aspettando che il M5S prenda posizione su questo tema.
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Mentre Maucat sostiene:
Consumismo sfrenato, odio religioso, odio razziale, capitalismo sempre più vorace e insaziabile, ignoranza dilagante, informazione sempre più bugiarda e serva del potere, menti obnubilate da mode sempre più demenziali, caduta degli ideali di fratellanza - solidarietà - socialità...
Come siamo potuti arrivare in un quarto di secolo a tutto ciò?
Sembra un film già visto più volte: il crollo di una grande civiltà o di un grande impero.
Che tipo di nuova era oscura ci aspetta e quanto durerà?
Chi c’è in linea
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