Il muro di gomma
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Il muro di gomma
Nei suoi sermoni domenicali, sua eccellenza Eugenio Scalfari, vescovo di Roma, è sempre prolisso. Molto più del sottoscritto.
Oggi si occupa di Draghi e di Renzi e del destino tricolore.
Nei suoi sermoni domenicali, sua eccellenza Eugenio Scalfari, vescovo di Roma è sempre prolisso. Molto più del sottoscritto.
Oggi si occupa di Draghi e di Renzi e del destino tricolore.
^^
Noi siamo bravi ragazzi e
Nessuno ci può fermar
Di EUGENIO SCALFARI
07 settembre 2014
Da tre giorni a questa parte i casi nostri si concentrano in un nome, quello di Mario Draghi e sulla sua politica contro la deflazione che sta massacrando l'Europa e l'Italia in particolare..
La strategia di Draghi è stata da lui stesso illustrata in modo molto chiaro e si può riassumere così: ha già ridotto al minimo il tasso di sconto e sotto al minimo quello sui depositi a breve termine delle banche presso la Bce. Metterà a disposizione del sistema bancario europeo una quantità illimitata di liquidità con contratto a quattro anni; sconterà obbligazioni cartolarizzate di imprese europee; se necessario acquisterà titoli di debiti sovrani sui mercati secondari dei paesi in difficoltà.
Questa politica ha un obiettivo primario: rialzare il tasso di inflazione in prossimità al 2 per cento (attualmente in Europa è prossimo allo zero) e un obiettivo secondario ma interconnesso che è quello di abbassare il tasso di cambio dell'euro-dollaro almeno verso l'1,25 ma possibilmente all'1,20 contro dollaro. Questo risultato potrà essere anche attuato con interventi sui mercati di paesi terzi con monete diverse dall'euro, vendendo quote della nostra moneta e deprimendo così il cambio con riflessi sulle quotazioni del dollaro.
L'insieme di questi intenti non è di facilissima esecuzione ma la Bce e le Banche centrali nazionali dell'area europea sono perfettamente in grado di effettuarli con rapidità ed efficienza. Ma c'è un aspetto molto problematico: le imprese europee sono parte attiva di questo programma, debbono cioè essere disponibili a indebitarsi con le banche, sia pure a tassi di interesse abbastanza ridotti rispetto a quelli attuali.
Se hanno progetti di investimenti e se i governi le incentivano a investire, il sistema delle imprese farà quello che ci si aspetta; ma attualmente questa disponibilità non c'è o è comunque insufficiente, sicché questa seconda parte della strategia di Draghi rischia di non dare i risultati attesi.
La motivazione è evidente: la Bce, come tutte le Banche centrali, può agire sulla deflazione, ma gli strumenti per combattere la recessione-depressione non sono nelle sue mani ma in quelle dei governi ai quali non a caso Draghi raccomanda riforme adeguate sul lavoro, sulla competitività e sulla distribuzione più equa della ricchezza. La Banca centrale è perfettamente consapevole di questa situazione e lo è anche la Commissione europea e in particolare la Germania. Di qui l'alternativa (che non consente alibi) ai paesi più colpiti dalla depressione tra i quali al primo posto c'è purtroppo l'Italia: le riforme economiche sui temi che abbiamo prima indicato debbono essere fatte subito; soltanto dopo, quando saranno state varate e rese esecutive l'Italia potrà ottenere quella flessibilità che gli consenta d'avviare un rilancio della domanda e della crescita consistente e duraturo. Perdere tempo in altre iniziative è letale se ritarda questo tipo di riforme. Meglio in tal caso cedere alla Commissione una parte della propria sovranità nazionale affinché sia l'Ue ad avere la possibilità di emettere direttive direttamente applicate in materia di lavoro e di fisco.
Questo è ora il bivio di fronte al quale il nostro governo si trova.
Finora non sembra sia pienamente consapevole della drammaticità della situazione e delle proprie responsabilità. Renzi si sente politicamente forte nel Partito socialista europeo e per conseguenza anche di fronte all'altro partito, quello Popolare, che con i socialisti fa maggioranza nel Parlamento dell'Unione. Pensa - o almeno così dice di pensare - d'essere in grado di fare la voce grossa a Bruxelles e di ottenere così, almeno in parte, quella flessibilità che gli consenta di alleviare il ristagno della nostra economia.
Le riforme le farà ma ci vuole tempo. Il bivio configurato da Draghi è vero solo in parte e non si può bloccare la forza politica di Renzi. La nomina della Mogherini, secondo lui, ne è stata la prova.
A me, osservando i movimenti del nostro presidente del Consiglio, viene in mente quella vecchia canzone americana nota e canticchiata in tutto il mondo occidentale: "Noi siamo bravi ragazzi e nessuno ci può fermar". E l'altra: "Quando i santi marciano tutti insieme a me piacerebbe marciare con loro".
Ma bisogna essere bravi ragazzi o santi. Francamente non mi pare che siamo né l'una né l'altra cosa e basta guardarsi intorno per capirlo fin dalla prima occhiata.
* * *
Dunque siamo arrivati a Matteo Renzi, al suo governo, alla montagna di problemi che si sono accumulati sulle sue spalle. Debbo dire che li porta molto bene, non perde l'allegria, le battute, la mossa.
La mossa per lui è importante, gli viene spontaneamente e riesce quasi sempre a bucare il video delle tivù e le prime pagine dei giornali. Pensate: sono tre giorni che i media hanno tra gli argomenti principali la decisione di Renzi di non andare al "salotto buono" di Ambrosetti a Cernobbio. Ci saranno cinque dei suoi ministri, due o tre premi Nobel, i principali industriali italiani e la stampa di mezzo mondo ma lui ha deciso che andrà a Brescia per festeggiare la ripresa d'attività d'una azienda che aveva avuto alcuni incidenti di percorso. Tre giorni e ancora se ne parla. Mi sembra incredibile.
Mi piace citare un passo scritto da Giuliano Ferrara sul Foglio di venerdì: "Non vorrei che tutti gli elogi alle grandi doti di comunicatore, per Renzi oggi come per Berlusconi ieri, alludano all'artista compiaciuto di sé che prende il posto dello statista. Finché non faremo un discorso alla nazione, sorridente quanto si voglia, ma pieno di verità, non ce la caveremo. Renzi ha già metà del piede nella tagliola che in Italia non tarda mai a scattare".
Così Ferrara. Personalmente mi auguro che la tagliola non scatti perché allo stato dei fatti non abbiamo alternative. L'ho scritto più volte. Criticavo Renzi per parecchi errori compiuti ma al tempo stesso dicevo: votate per lui, che altro si può fare? Erano in vista le elezioni europee del 25 maggio dove infatti prese il 40,8 per cento dei voti. Non certo per merito mio, ma ne fui contento sperando che cambiasse. Invece è peggiorato. È un artista della comunicazione come scrive Ferrara, io lo definirei un seduttore come Berlusconi, ma tutti e due si credono statisti e questo è il guaio grosso del paese.
L'ultimo mutamento renziano è stato quello dell'annunciazione (meglio che chiamarla "annuncite", come dice lui) del programma dei mille giorni che durerà fino alla fine della legislatura.
Vi ricordate la fase dell'annunciazione? Un giorno diceva: nel prossimo giugno faremo la riforma del lavoro e in un mese la porteremo a termine; io ci metto la faccia, se non si fa me ne vado.
Il giorno dopo annunciava per il mese di luglio la semplificazione della pubblica amministrazione con le stesse parole e metteva sempre la faccia in gioco. Il giorno successivo annunciava per settembre la riforma della scuola. Idem come sopra.
La sola volta in cui riuscì fu la prima approvazione della riforma costituzionale del Senato: la voleva per l'8 agosto e l'ottenne. Quella era a mio avviso una sciagura e si vedrà nei prossimi mesi se e come finirà, ma la ottenne anche perché ci furono i voti di Berlusconi. Due seduttori uniti insieme possono fare uno statista ma di solito di pessima qualità.
* * *
Dunque dall'annunciazione ai mille giorni, perché si è capito che in un mese una riforma che mira a cambiare una parte dello Stato non è neppure pensabile. La faccia non ce l'ha messa. È una fortuna perché oggi ci troveremmo senza un governo, senza un programma, schiacciati dalla recessione e della deflazione proprio nel momento in cui spetta all'Italia ancora per tre mesi la presidenza semestrale dell'Unione europea.
È una fortuna, ma anche una sciagura perché il nostro Renzi, che snobba Cernobbio (e chi se ne frega), adesso interferisce anche con Draghi.
All'esortazione di fare subito almeno la riforma del lavoro per trattare con la Commissione (e con la Merkel) una dose accettabile di flessibilità, ha risposto: "Subito? Ma che dice Draghi? Ci vuole il tempo che ci vuole per una riforma di quell'importanza". Ma lui non ci aveva messo la faccia per farla in un mese?
Io so in che modo la si può far subito: con i voti di Berlusconi il quale altro non vuole che stare nella maggioranza non solo per le leggi costituzionali ma anche per quelle economiche. Per tutte. E non pretende nemmeno che Renzi glielo chieda. Anzi, Renzi dirà che non chiede niente a nessuno, è un bravo ragazzo e nessuno lo fermerà.
Ma Berlusconi si sente un santo, anzi un padre della Patria che vuole marciare con tutti gli altri fino al 2018. Così poi lo vedremo inserito nell'album della storia d'Italia accanto ai volti di Mazzini, Garibaldi e Cavour.
Uno schifo, ma temo assai che finisca così.
* * *
Ci sarebbero tante altre cose da trattare, sulle coperture finanziare che non ci sono, sul taglio lineare di tutti i ministeri, sul blocco per il quinto anno agli stipendi degli statali e sul taglio a quelli delle Forze dell'ordine. Ma tralascio. Una notizia però viene dalla Calabria, anzi due. È una delle regioni più povere d'Italia ed anche purtroppo delle più corrotte.
Non a caso la 'ndrangheta è la mafia più forte d'Europa ed ha ormai i suoi centri più attivi a Milano, Torino, Lione, Amburgo, Bogotà.
La prima notizia arriva dal sindaco di Locri che l'ha resa pubblica, l'ha affissa sui muri della città e l'ha comunicata al presidente della Repubblica e anche a papa Francesco: il Comune ha 125 dipendenti e da tre anni quelli in servizio (non sempre gli stessi) sono 25; gli altri cento stanno a casa o in ospedale perché ammalati o perché l'autobus non funzionava o perché la moglie li ha abbandonati o per altre ragioni più o meno comprensibili.
Il sindaco li ha ammoniti, puniti, ne ha proposto il licenziamento ma il consiglio comunale, la segreteria, i partiti, le famiglie, lo hanno di fatto impedito. I 125 ci sono sempre, i 25 al lavoro anche, i cento assenti pure. Il sindaco si chiama Calabrese ed ama la sua terra. Forse papa Francesco farà un miracolo. Speriamo bene.
La seconda notizia riguarda una sentenza del Tar di Catanzaro ottenuta dall'avvocato Gianluigi Pellegrino che a suo tempo ne aveva ottenuta una analoga sul consiglio comunale di Roma presieduto dalla Polverini.
Nel caso di Catanzaro si trattava della Regione, presieduta da Scopelliti. Indagato per malversazioni varie, Scopelliti fu condannato in primo grado e sei mesi dopo la condanna si dimise dalla Regione. Per automatismo anche il consiglio regionale si sciolse ma prima approvò un atto in extremis: tolse al prefetto il potere di indire le elezioni e lo affidò al vicepresidente del consiglio regionale nonostante anche lui fosse dimissionario.
Nel frattempo il Consiglio dimissionario continuò a riunirsi regolarmente, votare progetti, assunzioni, appalti, incarichi, senza che né la destra (che governava il Comune) né i consiglieri Pd si astenessero da comportamenti indebiti.
A quel punto un comitato di cittadini da tempo esistente, che ha per fine quello di combattere i soprusi e gli illeciti della Pubblica amministrazione, incaricò Pellegrino di citare dinanzi al Tar quanto accadeva a Catanzaro. Contemporaneamente il suddetto comitato e il suddetto avvocato informarono di quanto avveniva la presidenza del Consiglio chiedendone l'intervento. La lettera e l'intera pratica furono passate al capo del Dipartimento uffici giudiziari di Palazzo Chigi, diretto da certa Antonella Manzione, già capo dei vigili urbani di Firenze quando il sindaco era Renzi.
Come un capo dei vigili possa assumere la guida dell'ufficio legislativo della presidenza del Consiglio è un fatto misterioso. Forse si sperava in un mistero gaudioso ma non sembra che sia così. Infatti di fronte al ricorso contro il consiglio regionale di Catanzaro la Manzione non ha trovato di meglio che rivolgersi al ministero dell'Interno per suggerimenti sul da fare e la pratica è ancora ferma lì.
Per fortuna il Tar ha provveduto: le elezioni sono state indette per il 10 ottobre e il commissario ad acta è di nuovo il prefetto.
Malgrado la 'ndrangheta, anche alcuni calabresi sono bravi ragazzi e testardi per natura. Sicché "nessuno li può fermar". Meno male.
http://www.repubblica.it/politica/2014/ ... ef=HRER1-1
Oggi si occupa di Draghi e di Renzi e del destino tricolore.
Nei suoi sermoni domenicali, sua eccellenza Eugenio Scalfari, vescovo di Roma è sempre prolisso. Molto più del sottoscritto.
Oggi si occupa di Draghi e di Renzi e del destino tricolore.
^^
Noi siamo bravi ragazzi e
Nessuno ci può fermar
Di EUGENIO SCALFARI
07 settembre 2014
Da tre giorni a questa parte i casi nostri si concentrano in un nome, quello di Mario Draghi e sulla sua politica contro la deflazione che sta massacrando l'Europa e l'Italia in particolare..
La strategia di Draghi è stata da lui stesso illustrata in modo molto chiaro e si può riassumere così: ha già ridotto al minimo il tasso di sconto e sotto al minimo quello sui depositi a breve termine delle banche presso la Bce. Metterà a disposizione del sistema bancario europeo una quantità illimitata di liquidità con contratto a quattro anni; sconterà obbligazioni cartolarizzate di imprese europee; se necessario acquisterà titoli di debiti sovrani sui mercati secondari dei paesi in difficoltà.
Questa politica ha un obiettivo primario: rialzare il tasso di inflazione in prossimità al 2 per cento (attualmente in Europa è prossimo allo zero) e un obiettivo secondario ma interconnesso che è quello di abbassare il tasso di cambio dell'euro-dollaro almeno verso l'1,25 ma possibilmente all'1,20 contro dollaro. Questo risultato potrà essere anche attuato con interventi sui mercati di paesi terzi con monete diverse dall'euro, vendendo quote della nostra moneta e deprimendo così il cambio con riflessi sulle quotazioni del dollaro.
L'insieme di questi intenti non è di facilissima esecuzione ma la Bce e le Banche centrali nazionali dell'area europea sono perfettamente in grado di effettuarli con rapidità ed efficienza. Ma c'è un aspetto molto problematico: le imprese europee sono parte attiva di questo programma, debbono cioè essere disponibili a indebitarsi con le banche, sia pure a tassi di interesse abbastanza ridotti rispetto a quelli attuali.
Se hanno progetti di investimenti e se i governi le incentivano a investire, il sistema delle imprese farà quello che ci si aspetta; ma attualmente questa disponibilità non c'è o è comunque insufficiente, sicché questa seconda parte della strategia di Draghi rischia di non dare i risultati attesi.
La motivazione è evidente: la Bce, come tutte le Banche centrali, può agire sulla deflazione, ma gli strumenti per combattere la recessione-depressione non sono nelle sue mani ma in quelle dei governi ai quali non a caso Draghi raccomanda riforme adeguate sul lavoro, sulla competitività e sulla distribuzione più equa della ricchezza. La Banca centrale è perfettamente consapevole di questa situazione e lo è anche la Commissione europea e in particolare la Germania. Di qui l'alternativa (che non consente alibi) ai paesi più colpiti dalla depressione tra i quali al primo posto c'è purtroppo l'Italia: le riforme economiche sui temi che abbiamo prima indicato debbono essere fatte subito; soltanto dopo, quando saranno state varate e rese esecutive l'Italia potrà ottenere quella flessibilità che gli consenta d'avviare un rilancio della domanda e della crescita consistente e duraturo. Perdere tempo in altre iniziative è letale se ritarda questo tipo di riforme. Meglio in tal caso cedere alla Commissione una parte della propria sovranità nazionale affinché sia l'Ue ad avere la possibilità di emettere direttive direttamente applicate in materia di lavoro e di fisco.
Questo è ora il bivio di fronte al quale il nostro governo si trova.
Finora non sembra sia pienamente consapevole della drammaticità della situazione e delle proprie responsabilità. Renzi si sente politicamente forte nel Partito socialista europeo e per conseguenza anche di fronte all'altro partito, quello Popolare, che con i socialisti fa maggioranza nel Parlamento dell'Unione. Pensa - o almeno così dice di pensare - d'essere in grado di fare la voce grossa a Bruxelles e di ottenere così, almeno in parte, quella flessibilità che gli consenta di alleviare il ristagno della nostra economia.
Le riforme le farà ma ci vuole tempo. Il bivio configurato da Draghi è vero solo in parte e non si può bloccare la forza politica di Renzi. La nomina della Mogherini, secondo lui, ne è stata la prova.
A me, osservando i movimenti del nostro presidente del Consiglio, viene in mente quella vecchia canzone americana nota e canticchiata in tutto il mondo occidentale: "Noi siamo bravi ragazzi e nessuno ci può fermar". E l'altra: "Quando i santi marciano tutti insieme a me piacerebbe marciare con loro".
Ma bisogna essere bravi ragazzi o santi. Francamente non mi pare che siamo né l'una né l'altra cosa e basta guardarsi intorno per capirlo fin dalla prima occhiata.
* * *
Dunque siamo arrivati a Matteo Renzi, al suo governo, alla montagna di problemi che si sono accumulati sulle sue spalle. Debbo dire che li porta molto bene, non perde l'allegria, le battute, la mossa.
La mossa per lui è importante, gli viene spontaneamente e riesce quasi sempre a bucare il video delle tivù e le prime pagine dei giornali. Pensate: sono tre giorni che i media hanno tra gli argomenti principali la decisione di Renzi di non andare al "salotto buono" di Ambrosetti a Cernobbio. Ci saranno cinque dei suoi ministri, due o tre premi Nobel, i principali industriali italiani e la stampa di mezzo mondo ma lui ha deciso che andrà a Brescia per festeggiare la ripresa d'attività d'una azienda che aveva avuto alcuni incidenti di percorso. Tre giorni e ancora se ne parla. Mi sembra incredibile.
Mi piace citare un passo scritto da Giuliano Ferrara sul Foglio di venerdì: "Non vorrei che tutti gli elogi alle grandi doti di comunicatore, per Renzi oggi come per Berlusconi ieri, alludano all'artista compiaciuto di sé che prende il posto dello statista. Finché non faremo un discorso alla nazione, sorridente quanto si voglia, ma pieno di verità, non ce la caveremo. Renzi ha già metà del piede nella tagliola che in Italia non tarda mai a scattare".
Così Ferrara. Personalmente mi auguro che la tagliola non scatti perché allo stato dei fatti non abbiamo alternative. L'ho scritto più volte. Criticavo Renzi per parecchi errori compiuti ma al tempo stesso dicevo: votate per lui, che altro si può fare? Erano in vista le elezioni europee del 25 maggio dove infatti prese il 40,8 per cento dei voti. Non certo per merito mio, ma ne fui contento sperando che cambiasse. Invece è peggiorato. È un artista della comunicazione come scrive Ferrara, io lo definirei un seduttore come Berlusconi, ma tutti e due si credono statisti e questo è il guaio grosso del paese.
L'ultimo mutamento renziano è stato quello dell'annunciazione (meglio che chiamarla "annuncite", come dice lui) del programma dei mille giorni che durerà fino alla fine della legislatura.
Vi ricordate la fase dell'annunciazione? Un giorno diceva: nel prossimo giugno faremo la riforma del lavoro e in un mese la porteremo a termine; io ci metto la faccia, se non si fa me ne vado.
Il giorno dopo annunciava per il mese di luglio la semplificazione della pubblica amministrazione con le stesse parole e metteva sempre la faccia in gioco. Il giorno successivo annunciava per settembre la riforma della scuola. Idem come sopra.
La sola volta in cui riuscì fu la prima approvazione della riforma costituzionale del Senato: la voleva per l'8 agosto e l'ottenne. Quella era a mio avviso una sciagura e si vedrà nei prossimi mesi se e come finirà, ma la ottenne anche perché ci furono i voti di Berlusconi. Due seduttori uniti insieme possono fare uno statista ma di solito di pessima qualità.
* * *
Dunque dall'annunciazione ai mille giorni, perché si è capito che in un mese una riforma che mira a cambiare una parte dello Stato non è neppure pensabile. La faccia non ce l'ha messa. È una fortuna perché oggi ci troveremmo senza un governo, senza un programma, schiacciati dalla recessione e della deflazione proprio nel momento in cui spetta all'Italia ancora per tre mesi la presidenza semestrale dell'Unione europea.
È una fortuna, ma anche una sciagura perché il nostro Renzi, che snobba Cernobbio (e chi se ne frega), adesso interferisce anche con Draghi.
All'esortazione di fare subito almeno la riforma del lavoro per trattare con la Commissione (e con la Merkel) una dose accettabile di flessibilità, ha risposto: "Subito? Ma che dice Draghi? Ci vuole il tempo che ci vuole per una riforma di quell'importanza". Ma lui non ci aveva messo la faccia per farla in un mese?
Io so in che modo la si può far subito: con i voti di Berlusconi il quale altro non vuole che stare nella maggioranza non solo per le leggi costituzionali ma anche per quelle economiche. Per tutte. E non pretende nemmeno che Renzi glielo chieda. Anzi, Renzi dirà che non chiede niente a nessuno, è un bravo ragazzo e nessuno lo fermerà.
Ma Berlusconi si sente un santo, anzi un padre della Patria che vuole marciare con tutti gli altri fino al 2018. Così poi lo vedremo inserito nell'album della storia d'Italia accanto ai volti di Mazzini, Garibaldi e Cavour.
Uno schifo, ma temo assai che finisca così.
* * *
Ci sarebbero tante altre cose da trattare, sulle coperture finanziare che non ci sono, sul taglio lineare di tutti i ministeri, sul blocco per il quinto anno agli stipendi degli statali e sul taglio a quelli delle Forze dell'ordine. Ma tralascio. Una notizia però viene dalla Calabria, anzi due. È una delle regioni più povere d'Italia ed anche purtroppo delle più corrotte.
Non a caso la 'ndrangheta è la mafia più forte d'Europa ed ha ormai i suoi centri più attivi a Milano, Torino, Lione, Amburgo, Bogotà.
La prima notizia arriva dal sindaco di Locri che l'ha resa pubblica, l'ha affissa sui muri della città e l'ha comunicata al presidente della Repubblica e anche a papa Francesco: il Comune ha 125 dipendenti e da tre anni quelli in servizio (non sempre gli stessi) sono 25; gli altri cento stanno a casa o in ospedale perché ammalati o perché l'autobus non funzionava o perché la moglie li ha abbandonati o per altre ragioni più o meno comprensibili.
Il sindaco li ha ammoniti, puniti, ne ha proposto il licenziamento ma il consiglio comunale, la segreteria, i partiti, le famiglie, lo hanno di fatto impedito. I 125 ci sono sempre, i 25 al lavoro anche, i cento assenti pure. Il sindaco si chiama Calabrese ed ama la sua terra. Forse papa Francesco farà un miracolo. Speriamo bene.
La seconda notizia riguarda una sentenza del Tar di Catanzaro ottenuta dall'avvocato Gianluigi Pellegrino che a suo tempo ne aveva ottenuta una analoga sul consiglio comunale di Roma presieduto dalla Polverini.
Nel caso di Catanzaro si trattava della Regione, presieduta da Scopelliti. Indagato per malversazioni varie, Scopelliti fu condannato in primo grado e sei mesi dopo la condanna si dimise dalla Regione. Per automatismo anche il consiglio regionale si sciolse ma prima approvò un atto in extremis: tolse al prefetto il potere di indire le elezioni e lo affidò al vicepresidente del consiglio regionale nonostante anche lui fosse dimissionario.
Nel frattempo il Consiglio dimissionario continuò a riunirsi regolarmente, votare progetti, assunzioni, appalti, incarichi, senza che né la destra (che governava il Comune) né i consiglieri Pd si astenessero da comportamenti indebiti.
A quel punto un comitato di cittadini da tempo esistente, che ha per fine quello di combattere i soprusi e gli illeciti della Pubblica amministrazione, incaricò Pellegrino di citare dinanzi al Tar quanto accadeva a Catanzaro. Contemporaneamente il suddetto comitato e il suddetto avvocato informarono di quanto avveniva la presidenza del Consiglio chiedendone l'intervento. La lettera e l'intera pratica furono passate al capo del Dipartimento uffici giudiziari di Palazzo Chigi, diretto da certa Antonella Manzione, già capo dei vigili urbani di Firenze quando il sindaco era Renzi.
Come un capo dei vigili possa assumere la guida dell'ufficio legislativo della presidenza del Consiglio è un fatto misterioso. Forse si sperava in un mistero gaudioso ma non sembra che sia così. Infatti di fronte al ricorso contro il consiglio regionale di Catanzaro la Manzione non ha trovato di meglio che rivolgersi al ministero dell'Interno per suggerimenti sul da fare e la pratica è ancora ferma lì.
Per fortuna il Tar ha provveduto: le elezioni sono state indette per il 10 ottobre e il commissario ad acta è di nuovo il prefetto.
Malgrado la 'ndrangheta, anche alcuni calabresi sono bravi ragazzi e testardi per natura. Sicché "nessuno li può fermar". Meno male.
http://www.repubblica.it/politica/2014/ ... ef=HRER1-1
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Re: Il muro di gomma
La vox populi dei lettori di Repubblica:
specialone061 ora fa
A me solo una cosa non mi torna...Fino a ieri i vari D'Alema, Bersani, ecc, non potevano vedere Berlusconi, lo soffrivano,lo combattevano, era il nemico da abbattere...Oggi che Berlusconi (quello vero) è diventato il segretario del PD, e fa anche il premier, nessuno dei vecchi dinosauri del PD si arrabbia, o dice una parola contro...tutti sappiamo il perchè, non siamo fessi, ed è lo stesso motivo per cui sono spariti quei "bravi ragazzi" (per citare Scalfari) di Benigni, Saviano, Moretti, Lerner, ecc, dove prima non facevano altro che fare girotondini e spettacoli in tv per contestare Berlusconi, mentre oggi che è diventato segretario PD e premier, sono tutti spariti...la coerenza non abita e non ha mai abitato a casa dei "bravi ragazzi".
Saluti.
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Richard Lionheart1 ora fa
La verità è che berlusconi è un prodotto della sinistra la quale aveva bisogno di una finta opposizione dopo la caduta dei vecchi partiti come dc e psi.
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bestofthebest50 minuti fa
Perché
ha sconfitto m5s
e lo sconfiggerà anche a maggio 2017.
Per tale capacità, ce lo teniamo stretto.
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nicdom1 ora fa
Dopo l'editoriale atlantista e di nuovo occidentalismo di Ezio Mauro del 5 settembre, Scalfari ci riporta all'oggi.
Sembra che il suo sostegno a Renzi stia progressivamente diminuendo. Bene.
Aver dato l'appoggio a Renzi incondizionamente, come ha fatto Scalfari, si è rilevato sbagliato e controproducente.
Sbagliato perché sostenere un governo non è un atto di fede. Controproducente visto che alle roboanti iniziali dichiarazioni non sono seguiti fatti concreti.Alzato il polverone sull'abolizione del voto popolare per l'elezione dei senatori il dunque sta per arrivare.A chi sarà riservato l'onere di pagare il rilancio economico? Salari, pensioni e stipendi saranno falcidiati? Nuove tasse? Chiusure di ospedali? Licenziamenti di fatto?
Renzi a queste domande non ha fin'ora risposto.
Il tempo ci dicono sta scadendo o forse è scaduto.
Difendere (???) l'occidente (????) non è un fatto militare
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bestofthebest35 minuti fa
Il tempo scade a maggio 2017.
Allora, la maggioranza degli italiani, giudicherà.
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pipi491 ora fa
Dall'articolo si deducono alcune cose : che Renzi non piace a Scalfari , che Renzi non è uno statista , che Renzi sbaglia sempre , che Renzi non ha alternative migliori ( quindi è il migliore ) che di statisti non ne esistono più . Perciò meglio tenersi stretto Renzi.
( Anche se non mi piace e sbaglia sempre).
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Paolo Gasparoni2 ore fa
Continuo non capire come si sia potuto e si possa continuare a sperare che un personaggio come Matteo Renzi possa combinare qualcosa di buono (anche se il problema è anche il "cosa", considerato che bisogna rivedere il mantra del taglio alla spesa pubblica ad ogni costo che ci sta portando nel baratro), quando erano chiari sin dall'inizio la statura politica del personaggio e le sue pulsioni all'agire sorrette solo da una sfrenata ambizione. Non ci sono alternative? Di certo non lo sono Grillo e Berlusconi, ma se il PD si liberasse di Renzi e della suo padronale gestione, forse qualche faccia realmente nuova potrebbe uscire. In ogni caso prima Renzi si toglie, prima possiamo sperare in qualche positivo cambiamento.
RispondiCondividi4 risponde66
Richard Lionheart1 ora fa
Non sono affatto d'accordo.
Renzi è l'evoluzione della specie pd.
Caduto Renzi, che cadrà molto presto sui temi economici, il pd tirerà fuori dal cilindro magico un altro surrogato di Renzi o metterà direttamente qualche banchiere
Grillo è oggi l'unica speranza.
Bisogna leggere gli atti parlamentari lenpropostebdei grillini e le loro puntuali denince.
Certo che se vi basate sulle sciocchezze che dicono i media di reggime certo che GRILLO è da evitare!.
Il pd governa almeno dal 1992 e ha governato anche quando c'era berlusconi omettendo di fare una opposizione seria sui contenuti politici mentre ha sempre e solo fatto finta di strillare contro berlusvonine infatti oggi berlusconi è l'alleato n. 1 di Renzi e del pd assieme a ncd evanche a comunione e liberaione.
Il peggio del peggio del peggio e ancora giù a dire che GRILLO è peggio.
Ma bisogna che venga il default?
RispondiCondividi2 risponde25
egciuffo56 minuti fa
Mi spiace, ma Grillo ha gia' mostrato ampiamente di essere il peggio del peggio ...
RispondiCondividi41
bestofthebest53 minuti fa
il default ci sarebbe con Grillo.
Ma tale ipotesi è ben lontana:
lo spread è a 130 punti,
ed il maggior azionista nello FTSE MIB (borsa italiana), è
il gigante Black Rock, il quale, sicuramente, non si fa sputare
nel piatto dallo straordinario comico genovese.
RispondiCondividi42
estofthebest32 minuti fa
Renzi si toglierà quando lo deciderà Lui, o noi, elettori del PD.
Ma, da quanto sia abile a governare, ed a sconfiggere m5s,
è altamente probabile che sarà Lui a decidere se, e quando.
RispondiCondividi00
pino9542 ore fa
Caro Scalfari,
la realtà in Calabria supera la fantasia.Iil Pd in Calabria è spaccato in due correntoni: una parte che si richiamo a Renzi e che porta Callipo come candidato alle primarie ed una parte che porta mario Oliverio, vecchio dinosauro della politica calabrese. la parte che porta Callipo, che è stato a suo tempo assessore alla provincia di Vibo valentia, in vista delle elezioni provinciali a Vibo sta facendo un accordo con forza Italia e NCd contro il candidato dell'altra parte del pd. Promotore di questo accordo sembra che sia l'ex presidente della provincia De Nisi sostenitore di Callipo e di Renzi.Ad oggi non risulta nessuna presa di distanza di Callipo da questo pasticciaccio. Ritornano in mente le parole del gattopardo.tutto cambi perchè nulla cambi.
RispondiCondividi41
Catello Esposito2 ore fa
Strano che in 8 anni di governo della sinistra ci siano state solo tasse
Strano che in 12 anni di opposizione siano passate tutte le leggi a Vergogna di Berlusconi,strano che oggi i due nemici siano cosi' vicini ed uniti per difendere i loro privilegi,strano che chi era contro (giornalisti tv ..) oggi siano dalla loro parte .I voltagabbana sono sempre stati il problema dell'Italia
RispondiCondividi2 risponde43
gae27011 ora fa
Forse non ci siamo accorti che il disegno della P2 o P3 sta andando avanti, vedi abolizione dl senato ecc...E' cambiato solo il figuro.
RispondiCondividi13
bestofthebest39 minuti fa
L'importante è che non facciano vincere m5s.
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Giuseppe Maritati2 ore fa
Se statista significa "arte di governare uno Stato" direi che sia Renzi che il condannato eccellente si possono considerare, al massimo, due debolezze. Per ragioni diverse naturalmente, ma quando gli addendi si sommano come oggi accade, i risultati che producono sono questi.
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Richard Lionheart2 ore fa
Oggi la casta costa come minimo 120 miliardi l'anno che se venissero risparmiati ci sarebbero meno tasse per tutti soldi per nuovi investimenti pubblici e soldinper iniziare a ripagare il debito e tutto ciò ovviamente determinerebbe crescita occupazione ecc.
Però per fare tutto ciò occorre far fuori le caste che costano come minimo 120 miliardi l'anno così ripartiti:
60 miliardi costi dellabcorruzione la metà dibtutta quella presente nell'europa dei 28;
20 miliardi costi per la giustizia negata
40 miliardi costi per la burocrazia inutile evtutti gli sperperi e i megastipendinpubblici e le pensioni d'oro.
Poi in aggiunta a questi 120 mld c'è l'evasione fiscale e la criminalità organizzata, altri min. 100 miliardi da recuperare.
RispondiCondividi2 risponde49
bestofthebest2 ore fa
Oggi m5s è il principale difensore della casta:
i senatori di m5s sono stati quelli che hanno opposto la maggiore
resistenza a schiodare dalla poltrona.
RispondiCondividi1 risposta105
Daniele Leopardi51 minuti fa
Eh?! Ma che sta dicendo?!
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cmario613 ore fa
bell'articolo ... tutto "grasso che cola"
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fitimal3 ore fa
E' naturale che i Poteri Forti di cui Scalfari è un grande rappresentante se la prendano con Renzi. Era da aspettarselo. Renzi lo sapeva e lo diceva prima di iniziare. Se non riusciranno a buttarlo giù tante cose cambieranno e solo allora si vedrà l'inizio di una nuova era. Seguo Scalfari da prima che facesse Repubblica e mi sembra di leggere sempre le stesse cose, sembra quasi che non siano passati tutti questi anni. Dire che il Fondatore non abbia alcuna responsabilità sulla situazione Italiana sarebbe una grande bugia. Spero tanto che Renzi serva almeno a spezzare questa routine, questo modo vecchio di vedere le cose, questo modo provvisorio di agire di chi si occupa di politica. Alternative non ce ne sono o non le vedo.
RispondiCondividi1 risposta79
ac543 ore fa
Mi sembra che il potere forte oggi lo abbia Renzi, per di più legittimato ( o quasi) da quasi il 41% di voti e dai tanti transfughi approdati al renzismo, come topini in fuga dala nave che affonda. Ma nonostante ciò il nostro leader mi sembra impantanato e più preoccupato dell'immagine, che della sostanza delle cose. Renzi non può aspettarsi di avere un trattamento diverso da quello che lui ha avuto con Letta. Allora non c'era tempo ed era necessario cambiare il manovratore perché oramai impantanato, ora perchè mai si dovrebbe per lui aspettare tre anni per giudicare il suo operato. Va bene qualche mese, ma mica tre anni per vedere qualche risultato positivo.
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specialone061 ora fa
A me solo una cosa non mi torna...Fino a ieri i vari D'Alema, Bersani, ecc, non potevano vedere Berlusconi, lo soffrivano,lo combattevano, era il nemico da abbattere...Oggi che Berlusconi (quello vero) è diventato il segretario del PD, e fa anche il premier, nessuno dei vecchi dinosauri del PD si arrabbia, o dice una parola contro...tutti sappiamo il perchè, non siamo fessi, ed è lo stesso motivo per cui sono spariti quei "bravi ragazzi" (per citare Scalfari) di Benigni, Saviano, Moretti, Lerner, ecc, dove prima non facevano altro che fare girotondini e spettacoli in tv per contestare Berlusconi, mentre oggi che è diventato segretario PD e premier, sono tutti spariti...la coerenza non abita e non ha mai abitato a casa dei "bravi ragazzi".
Saluti.
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Richard Lionheart1 ora fa
La verità è che berlusconi è un prodotto della sinistra la quale aveva bisogno di una finta opposizione dopo la caduta dei vecchi partiti come dc e psi.
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bestofthebest50 minuti fa
Perché
ha sconfitto m5s
e lo sconfiggerà anche a maggio 2017.
Per tale capacità, ce lo teniamo stretto.
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nicdom1 ora fa
Dopo l'editoriale atlantista e di nuovo occidentalismo di Ezio Mauro del 5 settembre, Scalfari ci riporta all'oggi.
Sembra che il suo sostegno a Renzi stia progressivamente diminuendo. Bene.
Aver dato l'appoggio a Renzi incondizionamente, come ha fatto Scalfari, si è rilevato sbagliato e controproducente.
Sbagliato perché sostenere un governo non è un atto di fede. Controproducente visto che alle roboanti iniziali dichiarazioni non sono seguiti fatti concreti.Alzato il polverone sull'abolizione del voto popolare per l'elezione dei senatori il dunque sta per arrivare.A chi sarà riservato l'onere di pagare il rilancio economico? Salari, pensioni e stipendi saranno falcidiati? Nuove tasse? Chiusure di ospedali? Licenziamenti di fatto?
Renzi a queste domande non ha fin'ora risposto.
Il tempo ci dicono sta scadendo o forse è scaduto.
Difendere (???) l'occidente (????) non è un fatto militare
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bestofthebest35 minuti fa
Il tempo scade a maggio 2017.
Allora, la maggioranza degli italiani, giudicherà.
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pipi491 ora fa
Dall'articolo si deducono alcune cose : che Renzi non piace a Scalfari , che Renzi non è uno statista , che Renzi sbaglia sempre , che Renzi non ha alternative migliori ( quindi è il migliore ) che di statisti non ne esistono più . Perciò meglio tenersi stretto Renzi.
( Anche se non mi piace e sbaglia sempre).
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Paolo Gasparoni2 ore fa
Continuo non capire come si sia potuto e si possa continuare a sperare che un personaggio come Matteo Renzi possa combinare qualcosa di buono (anche se il problema è anche il "cosa", considerato che bisogna rivedere il mantra del taglio alla spesa pubblica ad ogni costo che ci sta portando nel baratro), quando erano chiari sin dall'inizio la statura politica del personaggio e le sue pulsioni all'agire sorrette solo da una sfrenata ambizione. Non ci sono alternative? Di certo non lo sono Grillo e Berlusconi, ma se il PD si liberasse di Renzi e della suo padronale gestione, forse qualche faccia realmente nuova potrebbe uscire. In ogni caso prima Renzi si toglie, prima possiamo sperare in qualche positivo cambiamento.
RispondiCondividi4 risponde66
Richard Lionheart1 ora fa
Non sono affatto d'accordo.
Renzi è l'evoluzione della specie pd.
Caduto Renzi, che cadrà molto presto sui temi economici, il pd tirerà fuori dal cilindro magico un altro surrogato di Renzi o metterà direttamente qualche banchiere
Grillo è oggi l'unica speranza.
Bisogna leggere gli atti parlamentari lenpropostebdei grillini e le loro puntuali denince.
Certo che se vi basate sulle sciocchezze che dicono i media di reggime certo che GRILLO è da evitare!.
Il pd governa almeno dal 1992 e ha governato anche quando c'era berlusconi omettendo di fare una opposizione seria sui contenuti politici mentre ha sempre e solo fatto finta di strillare contro berlusvonine infatti oggi berlusconi è l'alleato n. 1 di Renzi e del pd assieme a ncd evanche a comunione e liberaione.
Il peggio del peggio del peggio e ancora giù a dire che GRILLO è peggio.
Ma bisogna che venga il default?
RispondiCondividi2 risponde25
egciuffo56 minuti fa
Mi spiace, ma Grillo ha gia' mostrato ampiamente di essere il peggio del peggio ...
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bestofthebest53 minuti fa
il default ci sarebbe con Grillo.
Ma tale ipotesi è ben lontana:
lo spread è a 130 punti,
ed il maggior azionista nello FTSE MIB (borsa italiana), è
il gigante Black Rock, il quale, sicuramente, non si fa sputare
nel piatto dallo straordinario comico genovese.
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estofthebest32 minuti fa
Renzi si toglierà quando lo deciderà Lui, o noi, elettori del PD.
Ma, da quanto sia abile a governare, ed a sconfiggere m5s,
è altamente probabile che sarà Lui a decidere se, e quando.
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pino9542 ore fa
Caro Scalfari,
la realtà in Calabria supera la fantasia.Iil Pd in Calabria è spaccato in due correntoni: una parte che si richiamo a Renzi e che porta Callipo come candidato alle primarie ed una parte che porta mario Oliverio, vecchio dinosauro della politica calabrese. la parte che porta Callipo, che è stato a suo tempo assessore alla provincia di Vibo valentia, in vista delle elezioni provinciali a Vibo sta facendo un accordo con forza Italia e NCd contro il candidato dell'altra parte del pd. Promotore di questo accordo sembra che sia l'ex presidente della provincia De Nisi sostenitore di Callipo e di Renzi.Ad oggi non risulta nessuna presa di distanza di Callipo da questo pasticciaccio. Ritornano in mente le parole del gattopardo.tutto cambi perchè nulla cambi.
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Catello Esposito2 ore fa
Strano che in 8 anni di governo della sinistra ci siano state solo tasse
Strano che in 12 anni di opposizione siano passate tutte le leggi a Vergogna di Berlusconi,strano che oggi i due nemici siano cosi' vicini ed uniti per difendere i loro privilegi,strano che chi era contro (giornalisti tv ..) oggi siano dalla loro parte .I voltagabbana sono sempre stati il problema dell'Italia
RispondiCondividi2 risponde43
gae27011 ora fa
Forse non ci siamo accorti che il disegno della P2 o P3 sta andando avanti, vedi abolizione dl senato ecc...E' cambiato solo il figuro.
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bestofthebest39 minuti fa
L'importante è che non facciano vincere m5s.
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Giuseppe Maritati2 ore fa
Se statista significa "arte di governare uno Stato" direi che sia Renzi che il condannato eccellente si possono considerare, al massimo, due debolezze. Per ragioni diverse naturalmente, ma quando gli addendi si sommano come oggi accade, i risultati che producono sono questi.
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Richard Lionheart2 ore fa
Oggi la casta costa come minimo 120 miliardi l'anno che se venissero risparmiati ci sarebbero meno tasse per tutti soldi per nuovi investimenti pubblici e soldinper iniziare a ripagare il debito e tutto ciò ovviamente determinerebbe crescita occupazione ecc.
Però per fare tutto ciò occorre far fuori le caste che costano come minimo 120 miliardi l'anno così ripartiti:
60 miliardi costi dellabcorruzione la metà dibtutta quella presente nell'europa dei 28;
20 miliardi costi per la giustizia negata
40 miliardi costi per la burocrazia inutile evtutti gli sperperi e i megastipendinpubblici e le pensioni d'oro.
Poi in aggiunta a questi 120 mld c'è l'evasione fiscale e la criminalità organizzata, altri min. 100 miliardi da recuperare.
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bestofthebest2 ore fa
Oggi m5s è il principale difensore della casta:
i senatori di m5s sono stati quelli che hanno opposto la maggiore
resistenza a schiodare dalla poltrona.
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Daniele Leopardi51 minuti fa
Eh?! Ma che sta dicendo?!
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cmario613 ore fa
bell'articolo ... tutto "grasso che cola"
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fitimal3 ore fa
E' naturale che i Poteri Forti di cui Scalfari è un grande rappresentante se la prendano con Renzi. Era da aspettarselo. Renzi lo sapeva e lo diceva prima di iniziare. Se non riusciranno a buttarlo giù tante cose cambieranno e solo allora si vedrà l'inizio di una nuova era. Seguo Scalfari da prima che facesse Repubblica e mi sembra di leggere sempre le stesse cose, sembra quasi che non siano passati tutti questi anni. Dire che il Fondatore non abbia alcuna responsabilità sulla situazione Italiana sarebbe una grande bugia. Spero tanto che Renzi serva almeno a spezzare questa routine, questo modo vecchio di vedere le cose, questo modo provvisorio di agire di chi si occupa di politica. Alternative non ce ne sono o non le vedo.
RispondiCondividi1 risposta79
ac543 ore fa
Mi sembra che il potere forte oggi lo abbia Renzi, per di più legittimato ( o quasi) da quasi il 41% di voti e dai tanti transfughi approdati al renzismo, come topini in fuga dala nave che affonda. Ma nonostante ciò il nostro leader mi sembra impantanato e più preoccupato dell'immagine, che della sostanza delle cose. Renzi non può aspettarsi di avere un trattamento diverso da quello che lui ha avuto con Letta. Allora non c'era tempo ed era necessario cambiare il manovratore perché oramai impantanato, ora perchè mai si dovrebbe per lui aspettare tre anni per giudicare il suo operato. Va bene qualche mese, ma mica tre anni per vedere qualche risultato positivo.
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Il muro di gomma
Da queste parti il clima è pesante. Molto pesante. Troppo pesante.
Sono in parecchi ad aver compreso che non c’è più niente da fare. O almeno, in via ordinaria.
Qualche sinistro – sinistro, diventato renziano con la scusa della “speranza” adesso non spera più. E’ diventato realista.
Resiste solo lo zoccolo duro renziano, ovviamente.
1) Perché, non vuole ammettere di essersi sbagliato nella valutazione del personaggio,
2) O perché spera ancora nello stellone renziano che lo ha sorretto nel colpo di mano e nel dopo colpo di mano contro Letta nipote.
3) Oppure perché pensa ai suoi interessi personali e ritiene poco conveniente che si vada verso un vuoto politico.
4) Perché è anziano e non vuole essere coinvolto in una crisi più profonda di quella attuale. Meglio passare gli ultimi mesi o anni, anche in questo modo piuttosto che il caos.
Un primo muro di gomma è rappresentato dalla corrente di pensiero che ritiene che bisogna tenerci Renzi perché non c’è nessun altro nel panorama politico italiano.
Anche Scalfari ha sostenuto a suo tempo Renzi perché lo riteneva il male minore. Ora non più.
E’ anche il pensiero di Massimo Cacciari, di Francesco Giavazzi. Padellaro, a sorpresa lo ha scritto anche lui qualche giorno fa. Ma è anche il pensiero di un certo numero di cittadini comuni.
Mi fa però specie che lo pensi il mondo culturale italiano che si occupa da sempre di politica o di economia.
E’ modo troppo superficiale per affrontare il problema.
E se a Renzi venisse il coccolone e finisse nel Paradiso dei boys scout, che facciamo?
Ci suicidiamo tutti quanti come la congregazione del Tempio del Popolo, a Jonestown il 18 novembre 1978, nella giungla della Guyana, bevendo un cocktail al cianuro, secondo gli ordini del loro capo, il reverendo Jim Jones?
http://www.lastampa.it/2008/11/18/ester ... agina.html
Non può una nazione che è stata la settima potenza mondiale e una dei fondatori della Ue, evitare di dare una risposta concreta a questo problema. C’è in ballo il destino di 60 milioni di persone.
Non esiste né la volontà né la capacità di discutere pubblicamente di questo problema. Un vero muro di gomma.
Sono in parecchi ad aver compreso che non c’è più niente da fare. O almeno, in via ordinaria.
Qualche sinistro – sinistro, diventato renziano con la scusa della “speranza” adesso non spera più. E’ diventato realista.
Resiste solo lo zoccolo duro renziano, ovviamente.
1) Perché, non vuole ammettere di essersi sbagliato nella valutazione del personaggio,
2) O perché spera ancora nello stellone renziano che lo ha sorretto nel colpo di mano e nel dopo colpo di mano contro Letta nipote.
3) Oppure perché pensa ai suoi interessi personali e ritiene poco conveniente che si vada verso un vuoto politico.
4) Perché è anziano e non vuole essere coinvolto in una crisi più profonda di quella attuale. Meglio passare gli ultimi mesi o anni, anche in questo modo piuttosto che il caos.
Un primo muro di gomma è rappresentato dalla corrente di pensiero che ritiene che bisogna tenerci Renzi perché non c’è nessun altro nel panorama politico italiano.
Anche Scalfari ha sostenuto a suo tempo Renzi perché lo riteneva il male minore. Ora non più.
E’ anche il pensiero di Massimo Cacciari, di Francesco Giavazzi. Padellaro, a sorpresa lo ha scritto anche lui qualche giorno fa. Ma è anche il pensiero di un certo numero di cittadini comuni.
Mi fa però specie che lo pensi il mondo culturale italiano che si occupa da sempre di politica o di economia.
E’ modo troppo superficiale per affrontare il problema.
E se a Renzi venisse il coccolone e finisse nel Paradiso dei boys scout, che facciamo?
Ci suicidiamo tutti quanti come la congregazione del Tempio del Popolo, a Jonestown il 18 novembre 1978, nella giungla della Guyana, bevendo un cocktail al cianuro, secondo gli ordini del loro capo, il reverendo Jim Jones?
http://www.lastampa.it/2008/11/18/ester ... agina.html
Non può una nazione che è stata la settima potenza mondiale e una dei fondatori della Ue, evitare di dare una risposta concreta a questo problema. C’è in ballo il destino di 60 milioni di persone.
Non esiste né la volontà né la capacità di discutere pubblicamente di questo problema. Un vero muro di gomma.
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