Il "nuovo" governo Renzi
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Portando IVA al 25%i cittadini dal destista non si faranno fare le fatture, questo vale per le officine ecc.......
La gente adopererà meno l'auto, la cambieranno il piu tardi possibile,il costo del trasporto merci aumenterà ecc. Le aziende avranno mano libera di licenziare quando vogliono.Ora spostano pure il pagamento delle pensioni al 10 del mese.Quindi dal decimo giorno ci sarà il pienone negli uffici postali.Lo noto quando vado a prendere la pensione di mia madre per pagare la badante.Poi TFR ho visto la trasmissione di Floris. Quelli che vorranno il TFR in busta paga ogni mese sono pochissimi.Hanno fatto una grande propaganda per farsi la pensione integrativa e ora la tassano di piu.
Vedremo in parlamento cosa succederà.
Ciao
Paolo11
La gente adopererà meno l'auto, la cambieranno il piu tardi possibile,il costo del trasporto merci aumenterà ecc. Le aziende avranno mano libera di licenziare quando vogliono.Ora spostano pure il pagamento delle pensioni al 10 del mese.Quindi dal decimo giorno ci sarà il pienone negli uffici postali.Lo noto quando vado a prendere la pensione di mia madre per pagare la badante.Poi TFR ho visto la trasmissione di Floris. Quelli che vorranno il TFR in busta paga ogni mese sono pochissimi.Hanno fatto una grande propaganda per farsi la pensione integrativa e ora la tassano di piu.
Vedremo in parlamento cosa succederà.
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Paolo11
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Un tweet del ministro ci dice che la faccenda delle pensioni il 10 è solo per chi prercepisce la doppia pensione.
Visto che la faccenda è uscita fuori ieri, una precisazione un po' tardiva.
E' evidente che ci hanno dovuto ripensare dopo la valanga di proteste arrivate.
Idioti. I-DIO-TI
Visto che la faccenda è uscita fuori ieri, una precisazione un po' tardiva.
E' evidente che ci hanno dovuto ripensare dopo la valanga di proteste arrivate.
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"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Renzi: "Non c'è più il posto fisso perché è cambiato il mondo"
Renzi alla Leopolda: "Aggrapparsi all'art. 18 è come prendere un i-Phone e chiedere dove metto il gettone?"
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 62709.html
Caro Renzi il posto fisso c'è ancora nel pubblico impiego ecc....Allora mettiamo tutti nello stesso piano privato e pubblico.
Ho capito che fai presto cambiare idea Art 18 non ti interessava, ci sono dei vedeo che lo dimostrano.
https://www.youtube.com/watch?v=0wdteCdS7Vs
Ciao
Paolo11
Renzi alla Leopolda: "Aggrapparsi all'art. 18 è come prendere un i-Phone e chiedere dove metto il gettone?"
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 62709.html
Caro Renzi il posto fisso c'è ancora nel pubblico impiego ecc....Allora mettiamo tutti nello stesso piano privato e pubblico.
Ho capito che fai presto cambiare idea Art 18 non ti interessava, ci sono dei vedeo che lo dimostrano.
https://www.youtube.com/watch?v=0wdteCdS7Vs
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
paolo11 ha scritto:Renzi: "Non c'è più il posto fisso perché è cambiato il mondo"
Renzi alla Leopolda: "Aggrapparsi all'art. 18 è come prendere un i-Phone e chiedere dove metto il gettone?"
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 62709.html
Caro Renzi il posto fisso c'è ancora nel pubblico impiego ecc....Allora mettiamo tutti nello stesso piano privato e pubblico.
Ho capito che fai presto cambiare idea Art 18 non ti interessava, ci sono dei vedeo che lo dimostrano.
https://www.youtube.com/watch?v=0wdteCdS7Vs
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Paolo11
Una palla al giorno serve ad allontanare il fallimento di torno.
Renzi: "Non c'è più il posto fisso perché è cambiato il mondo"
Non che non c’è più il posto fisso. E’ il lavoro che non c’è più.
La parolaccia adeguata si può dire???
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
https://www.youtube.com/watch?v=lbeYLxXxKJo
Valli (M5S) a Draghi: Smettila di prendere ordini dalla Merkel!
Ciao
Paolo11
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Paolo11
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Cosa c’è nella trattativa?
10/11/2014 di triskel182
Renzi chiama B.: o ti accordi con me sulla legge elettorale, o saltano gli accordi (quali non si capisce, visto che il nazareno non è un atto parlamentare).
E B. risponde che l’accordo si fa solo a prezzo del nome condiviso per il colle, dopo che Napolitano fa sapere che se ne andrà.
Era rimasto al suo posto solo per fare le riforme vere, come la legge elettorale (nel 2013 non si parlava né del Senato, né di articolo 18, né della finta abolizione delle province). Cosa che Letta non ha fatto, mentre Renzi è riuscito nell’impresa di peggiorarla.
Leggevo ieri l’editoriale di Scalfari:
“Giorgio Napolitano è stato, non c’è dubbio, uno dei nostri migliori presidenti della Repubblica: ha avuto un rispetto non formale ma profondo per gli altri poteri dello Stato e per le prerogative che la Costituzione attribuisce al Presidente; ha considerato i cittadini come i destinatari dei benefici che la democrazia gli riconosce”.
Napolitano ha firmato le leggi anticostituzionali di Berlusconi, ha accettato governo tecnici di larghe intese distanti dalle indicazioni dei cittadini, ha avallato questo patto del nazareno tra un non eletto e un pregiudicato. Non ha detto nulla nemmeno sull’Italicum, che pure toglie ai cittadini il diritto di scelta. Come per le province (diventate poltronificio per accordi polititi sottobanco) e forse un giorno anche per il senato.
Spero che il prossimo presidente abbia altro rispetto per i cittadini e la Costituzione.
Ma dipende da cosa c’è nella trattativa. C’è il nome di Letta (Gianni)? La grazia presidenziale?
Se c’è un modo per allargare la distanza tra palazzo e paese è questo.
E oggi piove anche (anche a Genova). Con tutto quello che ne consegue, sia in termini di rischio alluvione, sia per quanto riguarda la percezione della politica come strumento per la risoluzione del problemi. Siamo sempre un paese dove il dibattito politico è appassionante come un romanzo harmony ..
Da unoenessuno.blogspot.it
10/11/2014 di triskel182
Renzi chiama B.: o ti accordi con me sulla legge elettorale, o saltano gli accordi (quali non si capisce, visto che il nazareno non è un atto parlamentare).
E B. risponde che l’accordo si fa solo a prezzo del nome condiviso per il colle, dopo che Napolitano fa sapere che se ne andrà.
Era rimasto al suo posto solo per fare le riforme vere, come la legge elettorale (nel 2013 non si parlava né del Senato, né di articolo 18, né della finta abolizione delle province). Cosa che Letta non ha fatto, mentre Renzi è riuscito nell’impresa di peggiorarla.
Leggevo ieri l’editoriale di Scalfari:
“Giorgio Napolitano è stato, non c’è dubbio, uno dei nostri migliori presidenti della Repubblica: ha avuto un rispetto non formale ma profondo per gli altri poteri dello Stato e per le prerogative che la Costituzione attribuisce al Presidente; ha considerato i cittadini come i destinatari dei benefici che la democrazia gli riconosce”.
Napolitano ha firmato le leggi anticostituzionali di Berlusconi, ha accettato governo tecnici di larghe intese distanti dalle indicazioni dei cittadini, ha avallato questo patto del nazareno tra un non eletto e un pregiudicato. Non ha detto nulla nemmeno sull’Italicum, che pure toglie ai cittadini il diritto di scelta. Come per le province (diventate poltronificio per accordi polititi sottobanco) e forse un giorno anche per il senato.
Spero che il prossimo presidente abbia altro rispetto per i cittadini e la Costituzione.
Ma dipende da cosa c’è nella trattativa. C’è il nome di Letta (Gianni)? La grazia presidenziale?
Se c’è un modo per allargare la distanza tra palazzo e paese è questo.
E oggi piove anche (anche a Genova). Con tutto quello che ne consegue, sia in termini di rischio alluvione, sia per quanto riguarda la percezione della politica come strumento per la risoluzione del problemi. Siamo sempre un paese dove il dibattito politico è appassionante come un romanzo harmony ..
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Repubblica 10.11.14
La Ue avverte l’Italia: pronti alla procedura
La Commissione Juncker minaccia una nuova correzione da 3,3 miliardi sul 2015 e un early warning sul debito Palazzo Chigi spinge sul Jobs act: entro dicembre, anche con la fiducia. Ma in Parlamento i tempi sono stretti
di Roberto Petrini
ROMA Palazzo Chigi tira dritto sul Jobs act e stila un calendario serrato: chiudere entro dicembre, varare i decreti attuativi sui quali sono già al lavoro i tecnici e avere regole certe a partire dal 1° gennaio del 2015. La posizione del governo va ad impattare sul percorso parlamentare della legge di Stabilità che questa settimana comincia l’esame in Commissione Bilancio con l’obiettivo di consegnare il testo all’aula entro il 24 novembre, data che potrebbe slittare di un paio di giorni come spesso avviene.
Il rischio è quello di un «incrocio»: per assecondare il timing del governo potrebbe essere necessario dunque anticipare l’esame del Jobs act rispetto alla legge di Stabilità: la valutazione che viene fatta in Commissione Bilancio è che il ritardo potrebbe spostare la data di consegna della “Finanziaria” al Senato verso il 10 dicembre.
Comprimendo l’esame di Palazzo Madama. A decidere sarà martedì la conferenza dei capigruppo in accordo con ministro dei rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi. Naturalmente la questione non è solo procedurale: dopo la fiducia al Senato (il 9 ottobre) al Jobs act, la minoranza Pd ha detto esplicitamente che vuole modifiche, soprattutto sul tema nodale dell’articolo 18, oggetto delle agitazioni sindacali di questi giorni, e che non intende votare una nuova fiducia al Senato (fiducia che peraltro Palazzo Chigi vuole utilizzate a Montecitorio solo se necessaria).
La partita della legge di Stabilità non ha ancora un esito scontato. In prima linea il Tfr in busta paga, al quale Palazzo Chigi non vuole rinunciare, ma che il Tesoro ha già annunciato di essere pronto a cambiare. L’intervento che sembra più gettonato è quello di ridurre le tasse a chi chiede l’anticipo instaurando una neutralità fiscale con chi riscuote a fine rapporto. L’altra ipotesi di cambiamento, peraltro chiesta da tutti i gruppi parlamentari, riguarda la riduzione delle tasse sul rendimento dei fondi pensione.
La Ue avverte l’Italia: pronti alla procedura
La Commissione Juncker minaccia una nuova correzione da 3,3 miliardi sul 2015 e un early warning sul debito Palazzo Chigi spinge sul Jobs act: entro dicembre, anche con la fiducia. Ma in Parlamento i tempi sono stretti
di Roberto Petrini
ROMA Palazzo Chigi tira dritto sul Jobs act e stila un calendario serrato: chiudere entro dicembre, varare i decreti attuativi sui quali sono già al lavoro i tecnici e avere regole certe a partire dal 1° gennaio del 2015. La posizione del governo va ad impattare sul percorso parlamentare della legge di Stabilità che questa settimana comincia l’esame in Commissione Bilancio con l’obiettivo di consegnare il testo all’aula entro il 24 novembre, data che potrebbe slittare di un paio di giorni come spesso avviene.
Il rischio è quello di un «incrocio»: per assecondare il timing del governo potrebbe essere necessario dunque anticipare l’esame del Jobs act rispetto alla legge di Stabilità: la valutazione che viene fatta in Commissione Bilancio è che il ritardo potrebbe spostare la data di consegna della “Finanziaria” al Senato verso il 10 dicembre.
Comprimendo l’esame di Palazzo Madama. A decidere sarà martedì la conferenza dei capigruppo in accordo con ministro dei rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi. Naturalmente la questione non è solo procedurale: dopo la fiducia al Senato (il 9 ottobre) al Jobs act, la minoranza Pd ha detto esplicitamente che vuole modifiche, soprattutto sul tema nodale dell’articolo 18, oggetto delle agitazioni sindacali di questi giorni, e che non intende votare una nuova fiducia al Senato (fiducia che peraltro Palazzo Chigi vuole utilizzate a Montecitorio solo se necessaria).
La partita della legge di Stabilità non ha ancora un esito scontato. In prima linea il Tfr in busta paga, al quale Palazzo Chigi non vuole rinunciare, ma che il Tesoro ha già annunciato di essere pronto a cambiare. L’intervento che sembra più gettonato è quello di ridurre le tasse a chi chiede l’anticipo instaurando una neutralità fiscale con chi riscuote a fine rapporto. L’altra ipotesi di cambiamento, peraltro chiesta da tutti i gruppi parlamentari, riguarda la riduzione delle tasse sul rendimento dei fondi pensione.
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
http://www.beppegrillo.it/2014/11/pensi ... _doro.html
Pensioni: il comma sparito che cancella il tetto a quelle d'oro
Fatta la norma, trovata la scappatoia. La legge 214 del 2011 voluta dal ministro Elsa Fornero aveva messo un tetto per le pensioni di coloro che, avendo maturato il vitalizio più alto (40 anni di contributi), decidevano di restare in servizio. La loro futura pensione sarebbe aumentata, ma non poteva sfondare l'unico argine che esisteva per le pensioni costruite col vecchio sistema: l'80 per cento dell'ultimo stipendio. Poteva pure essere una pensione stratosferica, ma l'80 per cento della media delle ultime buste paga non poteva superarlo. Questo tetto è stato cancellato.
Scrive Gian Antonio Stella su Corriere.it:
"Quelle quattro righe della «clausola di salvaguardia» che doveva mantenere l'argine, però, sparirono. E senza quell'argine, i fortunati di cui dicevamo possono ora aggiungere, restando in servizio con stipendi sempre più alti, di anno in anno, nuovi incrementi: più 2 per cento, più 2 per cento, più 2 per cento... Al punto che qualcuno (facendo «marameo» alla maggioranza dei cittadini italiani chiamati in questi anni a enormi sacrifici) potrà andarsene fra qualche tempo in pensione col 110 o il 115% dell'ultimo stipendio. Per tradurlo in cifre: il signor Tizio Caio che già potrebbe andare in pensione con 33.937 euro al mese potrà riceverne invece, grazie a questa «quota D», 36.318."
Chi sia il responsabile di questa cancellazione non è dato saperlo. Quello che è chiaro è che il giochino costerà molto alla collettività. Una misteriosa manina ha ideato un giochino simile, facendo sparire alcune parole chiave per le pensioni più ricche. Nel 2014 il giochino costerà 2 milioni di euro: nel 2024 addirittura 493. In un anno. Per un totale nel decennio di 2 miliardi e 603 milioni di euro. A godere di questo regalo, calcola l'Inps, saranno circa 160 mila persone. Quelle che, pur avendo raggiunto nel dicembre 2011 i quarant'anni di anzianità, hanno potuto scegliere di restare in servizio fino ai 70 o addirittura ai 75 anni. In gran parte docenti universitari, magistrati, alti burocrati dello Stato.
Ciao
Paolo11
Pensioni: il comma sparito che cancella il tetto a quelle d'oro
Fatta la norma, trovata la scappatoia. La legge 214 del 2011 voluta dal ministro Elsa Fornero aveva messo un tetto per le pensioni di coloro che, avendo maturato il vitalizio più alto (40 anni di contributi), decidevano di restare in servizio. La loro futura pensione sarebbe aumentata, ma non poteva sfondare l'unico argine che esisteva per le pensioni costruite col vecchio sistema: l'80 per cento dell'ultimo stipendio. Poteva pure essere una pensione stratosferica, ma l'80 per cento della media delle ultime buste paga non poteva superarlo. Questo tetto è stato cancellato.
Scrive Gian Antonio Stella su Corriere.it:
"Quelle quattro righe della «clausola di salvaguardia» che doveva mantenere l'argine, però, sparirono. E senza quell'argine, i fortunati di cui dicevamo possono ora aggiungere, restando in servizio con stipendi sempre più alti, di anno in anno, nuovi incrementi: più 2 per cento, più 2 per cento, più 2 per cento... Al punto che qualcuno (facendo «marameo» alla maggioranza dei cittadini italiani chiamati in questi anni a enormi sacrifici) potrà andarsene fra qualche tempo in pensione col 110 o il 115% dell'ultimo stipendio. Per tradurlo in cifre: il signor Tizio Caio che già potrebbe andare in pensione con 33.937 euro al mese potrà riceverne invece, grazie a questa «quota D», 36.318."
Chi sia il responsabile di questa cancellazione non è dato saperlo. Quello che è chiaro è che il giochino costerà molto alla collettività. Una misteriosa manina ha ideato un giochino simile, facendo sparire alcune parole chiave per le pensioni più ricche. Nel 2014 il giochino costerà 2 milioni di euro: nel 2024 addirittura 493. In un anno. Per un totale nel decennio di 2 miliardi e 603 milioni di euro. A godere di questo regalo, calcola l'Inps, saranno circa 160 mila persone. Quelle che, pur avendo raggiunto nel dicembre 2011 i quarant'anni di anzianità, hanno potuto scegliere di restare in servizio fino ai 70 o addirittura ai 75 anni. In gran parte docenti universitari, magistrati, alti burocrati dello Stato.
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
https://www.youtube.com/watch?v=OgpGXQi ... e=youtu.be
TTIP: il video che nessuno vi farà mai vedere
Ciao
Paolo11
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Paolo11
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