Speriamo abbiano gli attributi per farla... noi intanto ci siamo già scissi non votando più PD...iospero ha scritto:Da un sondaggio di IPR per Porta a porta
Nel caso, invece, di un’ipotetica scissione dell’ala “sinistra” del PD, i rapporti di forza cambierebbero. Il Partito Democratico ridenominato “Partito della Nazione” (nel quale entrerebbero a far parte anche le forze centriste) dovrebbe accontentarsi del 36% dei consensi e di 255 deputati, mentre il nascente “Partito della Sinistra” esordirebbe con un risultato significativo, quasi a due cifre: 9,5% di voti validi, equivalenti a 72 parlamentari. Il M5S ne avrebbe beneficio, acquisendo due punti percentuali e una decina di parlamentari rispetto all’altro scenario, mentre una variazione quasi analoga ma di segno opposto danneggerebbe Forza Italia. Per la Lega Nord non vi sarebbero differenze significative. Inoltre calerebbero indecisi e astenuti, rispettivamente al 21% e al 22%. Quindi in questa seconda ipotesi il Partito della Nazione dovrebbe trovare un accordo post-elettorale, presumibilmente con Forza Italia o con il Partito della Sinistra.
Se Renzi dovese dichiarare prima del voto da che parte stare, credo che per lui sarebbe un grosso problema, perché scegliere di stare con FI lo metterebbe in palese contraddizione con tutte le sue affermazioni di essere di sinistra.
E allora facciamola subito questa scissione
Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la SX?
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Maucat ha scritto:Speriamo abbiano gli attributi per farla... noi intanto ci siamo già scissi non votando più PD...iospero ha scritto:Da un sondaggio di IPR per Porta a porta
Nel caso, invece, di un’ipotetica scissione dell’ala “sinistra” del PD, i rapporti di forza cambierebbero. Il Partito Democratico ridenominato “Partito della Nazione” (nel quale entrerebbero a far parte anche le forze centriste) dovrebbe accontentarsi del 36% dei consensi e di 255 deputati, mentre il nascente “Partito della Sinistra” esordirebbe con un risultato significativo, quasi a due cifre: 9,5% di voti validi, equivalenti a 72 parlamentari. Il M5S ne avrebbe beneficio, acquisendo due punti percentuali e una decina di parlamentari rispetto all’altro scenario, mentre una variazione quasi analoga ma di segno opposto danneggerebbe Forza Italia. Per la Lega Nord non vi sarebbero differenze significative. Inoltre calerebbero indecisi e astenuti, rispettivamente al 21% e al 22%. Quindi in questa seconda ipotesi il Partito della Nazione dovrebbe trovare un accordo post-elettorale, presumibilmente con Forza Italia o con il Partito della Sinistra.
Se Renzi dovese dichiarare prima del voto da che parte stare, credo che per lui sarebbe un grosso problema, perché scegliere di stare con FI lo metterebbe in palese contraddizione con tutte le sue affermazioni di essere di sinistra.
E allora facciamola subito questa scissione
Luigi Pandolfi
Giornalista e politologo
Alla Leopolda nasce la "nuova" destra italiana
Pubblicato: 29/10/2014 10:19 CET Aggiornato: 29/10/2014 10:19 CET
Cosa rappresenta oggi Renzi? Cos'è il "suo" partito democratico? Come si può qualificare l'azione del suo governo? Dopo la grande manifestazione della Cgil a Roma e la Leopolda di Firenze, forse, a queste domande è più agevole dare una risposta.
Incominciamo dalle prime due, con una premessa: questo ragazzotto vivace e molto ambizioso è un figlio prediletto della lunga e pervicace crisi della politica che ci sovrasta dalla fine degli anni ottanta e del modello berlusconiano che, intelligentemente, l'ha interpretata e cavalcata per oltre un ventennio. Non c'è dubbio: il Cavaliere politicamente è finito, ma la sua eredità incombe, impastandosi agli effetti tossici, sul versante politico e sociale, della crisi economica ancora in atto. Di che modello si tratta? Tre, a mio avviso, i suoi principali elementi costitutivi, che, mutatis mutandi, rinnovano con Renzi la loro presenza nel sistema politico italiano:
1)La politica è la comunicazione. Berlusconi è stato il pioniere della televisione commerciale nel nostro paese ed il primo politico al mondo che abbia concepito il suo partito alla stregua di una merce qualsiasi da piazzare sul mercato. In questo caso parliamo ovviamente di mercato elettorale. Di più: Forza Italia, che già nel nome richiamava il genio della trovata pubblicitaria, nacque prima in televisione, in quanto spot, e poi nel paese reale, nelle città, nei territori. Col tempo anche Forza Italia ha dovuto concedere qualcosa alle regole, ed anche alle liturgie, della politica tradizionale, dandosi un minimo di organizzazione a livello sia centrale che periferico. E tuttavia non si può non riconoscere che sia stata più la politica "tradizionale" ad essersi "Forza-italianizzata" in questi anni che non il contrario (il crollo degli iscritti al Pd suffraga ampiamente questa tesi).
2) Il partito è il suo leader. Anche questo fenomeno, che negli ultimi anni è cresciuto enormemente nel nostro paese, è in qualche modo riconducibile alla semina berlusconiana, da cui si è sviluppata una visione dei partiti e della politica in cui a contare sono principalmente il carisma del capo ed il suo "saper apparire" televisivo. Ha fatto scuola, insomma, una certa visione della politica, che dalle parti del partito berlusconiano è stata ad un certo punto anche codificata, con esplicita allusione alla nota categoria weberiana del potere carismatico.
3) Ciò che conta è la volontà del popolo. La "volontà popolare", in questa ottica, diventa l'unica fonte di legittimazione del potere carismatico, anche a scapito delle regole formali della democrazia e del confronto con i corpi intermedi della società. Il ragionamento è questo: chi ha ricevuto un mandato dal popolo per governare, solo a quest'ultimo deve dar conto del proprio operato.
È il poker del populismo postmoderno, della democrazia televisiva (e del web), nuova frontiera dell'integrazione passiva delle masse nella vita pubblica della nazione. Telecomando, tastiera e smartphone al posto dei luoghi fisici della discussione, del confronto, della socializzazione delle idee. E il voto (comprese le primarie) per consegnare una delega in bianco all'uomo della provvidenza.
Matteo Renzi: il presenzialismo generoso nei salotti televisivi nazionalpopolari, il primato delle slide sulla formalità dei provvedimenti adottati, l'immagine dell'uomo solo al comando, la retorica del "noi siamo legittimati dal 40,8% degli elettori" e quella del cambiamento ostacolato da lobby, burocrazia e non meglio decifrabili poteri forti, l'insofferenza verso i sindacati, gli intellettuali e in generale verso il dissenso, costituiscono o no gli ingredienti di una versione 2.0 del berlusconismo che abbiamo conosciuto negli anni passati? Senza dubbio, di più c'è solo Twitter. Perfino la crociata contro la sinistra (Sic!) del partito appare come una prosecuzione della retorica berlusconiana contro i "comunisti", nemici immaginari, ovviamente, che esistevano soltanto nella propaganda, esattamente come i "nemici del popolo" esistevano soltanto nella propaganda dei partiti staliniani.
Il resto è figlio della crisi economico-finanziaria scoppiata sette anni fa, che le élite capitalistiche hanno assurto a metodo di governo, sostenendo ovunque la causa del trasversalismo e delle larghe intese, appoggiando - anche finanziariamente - figure mediocri e ubbidienti a capo dei governi nazionali.
All'ultima Leopolda il Pd neoberlusconiano è stato definitivamente sdoganato. Di fatto è stato rottamato ogni residuale senso del pudore di fronte all'evoluzione di un partito vie più coincidente con il suo leader e il suo ipertrofico esibizionismo mediatico. È nato un nuovo partito, di destra per la sua visione dell'economia e della società, populista ed ispirato dai poteri forti, funzionale al governo autoritario della crisi. Giudizio troppo forte? Non avrei altri aggettivi per definire una forza politica in cui c'è spazio per le posizioni del finanziere Serra sul diritto di sciopero!
Veniamo infine ai contenuti dell'azione di governo. La parola chiave del Renzi-pensiero è "cambiamento". Un termine che, insieme a quello di "progresso", ha da sempre sostanziato il linguaggio della sinistra. Con una differenza di fondo, però: il "cambiamento" perorato dal premier, sotto dettatura di Confindustria e della Troika, è un "cambiamento regressivo", che, in nome dell'ideologia neoliberista oggi dominante, mira a destrutturare, ad alleggerire, ciò che rimane del modello sociale "europeo" nel nostro paese, in continuità con le dure politiche di austerità già adottate dai governi precedenti, a partire dal grigio e rude governo Monti.
Ciò che distingue questa fase da quelle precedenti è solo l'abile, efficace, declinazione populistico - demagogica delle scelte che si compiono, con rovesciamento ingannevole del segno e delle finalità dei provvedimenti che di volta in volta si assumono. Si sta dentro il recinto dell'austerità decretandone il fallimento; si tagliano diritti annunciandone la loro estensione; si crea nuova precarietà dichiarandone tra gli strombazzi la fine.
La legge di stabilità appena varata, che per essere compresa va letta in maniera coordinata con la delega sul lavoro (Jobs Act), è il manifesto di questo nuovo corso del Pd: vecchie ricette liberiste (meno tasse alle imprese = crescita) e attacco ai diritti dei più deboli serviti come se si trattasse di una soluzione (di sinistra) alle crescenti ed insopportabili disuguaglianze della nostra società. Insomma, l'atto di fondazione della nuova destra italiana, che alla vecchia stazione di Firenze ha trovato la sua trionfale ed incontrastata consacrazione.
http://www.huffingtonpost.it/luigi-pand ... 62484.html
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Podemos primo partito in Spagna (in un sondaggio)
Un sondaggio commissionato da "El Pais" assegna a Podemos il 27% delle intenzioni di voto, una percentuale più alta di tutti gli altri partiti.
http://ilmanifesto.info/podemos-irresis ... in-spagna
scrive Armando Pitocco nel forum di L'AltrA EUROPA CON tSIPRAS
Il problema però non è soltanto di punti percentuali, di voti, di come si chiama il partito.
Non è neanche problema di programma politico: esiste chiaramente un'agenda di sinistra, raccolta unitariamente dall'Altra Europa con Tsipras, ed esiste una costellazione di soggetti che la incarna (dai partitini della sinistra, ad alcuni movimenti, ad alcune associazioni culturali o ong...).
Il problema è la "forma", l'organizzazione democratica che si dovrà dare.
Fino ad adesso abbiamo avuto partiti con scarsa democrazia interna, schiacciati sull'immagine autoritaria di un leader, dove il cittadino si abitua ad essere passivo e non partecipe.
Se sinistra e democrazia vuol dire qualcosa invece il nuovo soggetto politico che deve nascere deve essere radicalmente democratico: bisogna che tutti gli iscritti votino frequentemente, che le cariche siano di servizio con una rotazione frequente.
Ecco, Podemos ha fatto il botto grazie a questo (210mila iscritti che votano online, e un forum pubblico online dove partecipano in migliaia, e le idee più condivise vengono messe in evidenza con i "mi piace").
Anche il M5S, non siamo ipocriti, ha avuto successo anche perché Grillo ha illuso tutti con una democrazia diretta (uno vale uno), che poi non c'è stata, visto che lui vale più di tutti (tralasciando diverse nefandezze del programma politico).
E noi invece? Nell'Altra Europa è vietato il voto, non c'è tesseramento, non c'è un forum nazionale (solo questo, per Roma, e pure poco frequentato).
O cambiamo metodo noi per primi, oppure è inutile...
Ci sono già i partitini organizzati in modo verticistico, ci si può iscrivere a quelli.
Io sogno qualcosa di molto più democratico e partecipativo.
Per questo mi sto impegnando per liquid feedback (http://agora.aelqfb.eu/) e per creare un sito nazionale partecipativo
Per iscriversi a liquid feedback per ora bisogna contattare un amministratore (io sono uno di questi) oppure scrivere al servizio di assistenza http://aelqfb.eu/servizio-assistenza
Un sondaggio commissionato da "El Pais" assegna a Podemos il 27% delle intenzioni di voto, una percentuale più alta di tutti gli altri partiti.
http://ilmanifesto.info/podemos-irresis ... in-spagna
scrive Armando Pitocco nel forum di L'AltrA EUROPA CON tSIPRAS
Il problema però non è soltanto di punti percentuali, di voti, di come si chiama il partito.
Non è neanche problema di programma politico: esiste chiaramente un'agenda di sinistra, raccolta unitariamente dall'Altra Europa con Tsipras, ed esiste una costellazione di soggetti che la incarna (dai partitini della sinistra, ad alcuni movimenti, ad alcune associazioni culturali o ong...).
Il problema è la "forma", l'organizzazione democratica che si dovrà dare.
Fino ad adesso abbiamo avuto partiti con scarsa democrazia interna, schiacciati sull'immagine autoritaria di un leader, dove il cittadino si abitua ad essere passivo e non partecipe.
Se sinistra e democrazia vuol dire qualcosa invece il nuovo soggetto politico che deve nascere deve essere radicalmente democratico: bisogna che tutti gli iscritti votino frequentemente, che le cariche siano di servizio con una rotazione frequente.
Ecco, Podemos ha fatto il botto grazie a questo (210mila iscritti che votano online, e un forum pubblico online dove partecipano in migliaia, e le idee più condivise vengono messe in evidenza con i "mi piace").
Anche il M5S, non siamo ipocriti, ha avuto successo anche perché Grillo ha illuso tutti con una democrazia diretta (uno vale uno), che poi non c'è stata, visto che lui vale più di tutti (tralasciando diverse nefandezze del programma politico).
E noi invece? Nell'Altra Europa è vietato il voto, non c'è tesseramento, non c'è un forum nazionale (solo questo, per Roma, e pure poco frequentato).
O cambiamo metodo noi per primi, oppure è inutile...
Ci sono già i partitini organizzati in modo verticistico, ci si può iscrivere a quelli.
Io sogno qualcosa di molto più democratico e partecipativo.
Per questo mi sto impegnando per liquid feedback (http://agora.aelqfb.eu/) e per creare un sito nazionale partecipativo
Per iscriversi a liquid feedback per ora bisogna contattare un amministratore (io sono uno di questi) oppure scrivere al servizio di assistenza http://aelqfb.eu/servizio-assistenza
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Cosa rispondete a questa giusta analisi ? dobbiamo impegnarci e partecipare alla piattaforma liquid feedback ?
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Credo che partecipare alla piattaforma liquid feedback per far nascere un nuovo Vero Partito Democratico sia la scelta migliore, tuttavia è altrettanto vero che la maggiorparte dei cittadini attivi, dopo una giornata di lavoro e con altri mille problemi per la testa, non hanno il tempo materiale per partecipare.
Detto questo mi sembrerebbe giusto trovare una soluzione, ad esempio ogni partecipante alla piattaforma liquid feedback dovrebbe essere il rappresentante di un gruppo di persone, una specie di rappresentante sindacale, chiaramente con regolare delega da parte di chi non partecipa.
Un vostro parere in merito sarebbe gradito
Detto questo mi sembrerebbe giusto trovare una soluzione, ad esempio ogni partecipante alla piattaforma liquid feedback dovrebbe essere il rappresentante di un gruppo di persone, una specie di rappresentante sindacale, chiaramente con regolare delega da parte di chi non partecipa.
Un vostro parere in merito sarebbe gradito
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
[quote="iospero"]Credo che partecipare alla piattaforma liquid feedback per far nascere un nuovo Vero Partito Democratico sia la scelta migliore, tuttavia è altrettanto vero che la maggiorparte dei cittadini attivi, dopo una giornata di lavoro e con altri mille problemi per la testa, non hanno il tempo materiale per partecipare.
Detto questo mi sembrerebbe giusto trovare una soluzione, ad esempio ogni partecipante alla piattaforma liquid feedback dovrebbe essere il rappresentante di un gruppo di persone, una specie di rappresentante sindacale, chiaramente con regolare delega da parte di chi non partecipa.
Un vostro parere in merito sarebbe gradito[/quote]Potrebbe essere una delle vie da percorrere ma di primo acchito la trovo abbastanza incasinata.Difficile da essere compresa e quindi sviluppata.
Questa , da quel che ho capito dandoci un'occhiatina. potrebbe essere l'appendice di un forum o il passo successivo
Cmq mi prometto di darci un'occhiatina piu' attenta.
hola
Detto questo mi sembrerebbe giusto trovare una soluzione, ad esempio ogni partecipante alla piattaforma liquid feedback dovrebbe essere il rappresentante di un gruppo di persone, una specie di rappresentante sindacale, chiaramente con regolare delega da parte di chi non partecipa.
Un vostro parere in merito sarebbe gradito[/quote]Potrebbe essere una delle vie da percorrere ma di primo acchito la trovo abbastanza incasinata.Difficile da essere compresa e quindi sviluppata.
Questa , da quel che ho capito dandoci un'occhiatina. potrebbe essere l'appendice di un forum o il passo successivo
Cmq mi prometto di darci un'occhiatina piu' attenta.
hola
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Ciao
i 210mila in Spagna
Se la probabilità che le elezioni siano vicine , cioè la prossima primavera, credo non ci sia più il tempo materiale per sviluppare una piattaforma liquid feedback , e allora consiglierei il gruppo fondatore de "L'altra Europa con Tsipras" di farsi promotore per un Vero Partito Democratico della Sinistra che raccolga gli scontenti del PD e le tante anime sparse del centrosinistra e invece della piattaforma liquid feedback si realizzi per iscritti e simpatizzanti (dopo opportuna certificazione) i referendum sulle tematiche più importanti da proporre nel programma elettorale, programma quindi non calato dall'alto, ma votato dalla base.
Una commissione in cui siano rappresentati un po' tutti con il compito di proporre e organizzare la campagna elettorale.
Ad esempio referendum semplici e chiari (illustrare i pro e i contro , come già fatto dal M5S) : favorevole o contrario a :
- art. 18
-riforme costituzionali - riduzione dei parlamentari
- patrimoniale sulle grandi ricchezze
- adeguamento dei redditi delle varie cariche dello StATO ALLA MEDIA degli altri Stati europei indicizzandoli al PIL
ecc. ecc.
Importante contattare il M5S e , in base alla legge elettorale, vedere come relazionarsi.
Partecipare ad una piattaforma liquid feedback mi sembra più complicato che rispondere " mi piace" come hanno fattopancho,
Cmq mi prometto di darci un'occhiatina piu' attenta.
i 210mila in Spagna
Se la probabilità che le elezioni siano vicine , cioè la prossima primavera, credo non ci sia più il tempo materiale per sviluppare una piattaforma liquid feedback , e allora consiglierei il gruppo fondatore de "L'altra Europa con Tsipras" di farsi promotore per un Vero Partito Democratico della Sinistra che raccolga gli scontenti del PD e le tante anime sparse del centrosinistra e invece della piattaforma liquid feedback si realizzi per iscritti e simpatizzanti (dopo opportuna certificazione) i referendum sulle tematiche più importanti da proporre nel programma elettorale, programma quindi non calato dall'alto, ma votato dalla base.
Una commissione in cui siano rappresentati un po' tutti con il compito di proporre e organizzare la campagna elettorale.
Ad esempio referendum semplici e chiari (illustrare i pro e i contro , come già fatto dal M5S) : favorevole o contrario a :
- art. 18
-riforme costituzionali - riduzione dei parlamentari
- patrimoniale sulle grandi ricchezze
- adeguamento dei redditi delle varie cariche dello StATO ALLA MEDIA degli altri Stati europei indicizzandoli al PIL
ecc. ecc.
Importante contattare il M5S e , in base alla legge elettorale, vedere come relazionarsi.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Visto il successo della lista PODEMOS in Spagna e di Tsipras in Grecia , credo sia opportuno provare anche in Italia.
Io incomincio con la certificazione, poi si vedrà dove si può arrivare.
Stiamo assistendo a livello europeo alla realizzazione della convergenza tra socialisti e popolari, sul modello della Grosse Koalition tedesca, per mantenere stabile questa situazione dei poteri forti e della finanza, bisogna trovare una via di uscita.
Io incomincio con la certificazione, poi si vedrà dove si può arrivare.
Stiamo assistendo a livello europeo alla realizzazione della convergenza tra socialisti e popolari, sul modello della Grosse Koalition tedesca, per mantenere stabile questa situazione dei poteri forti e della finanza, bisogna trovare una via di uscita.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Da noi manca chi è in grado di fare capire la situazione e i pericoli che stiamo correndo. I giovani fanno paura. Pensano tutti alla poltrona.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Corriere 10.11.14
Un nuovo partito a sinistra del Pd?
Per due italiani su tre sarebbe «inutile»
di Nando Pagnoncelli
Il percorso del Jobs act, per contenuti e modalità, ha creato frizioni all’interno del Partito democratico, accentuando le differenze e lo scontro tra l’area renziana e le minoranze. L’ipotesi di una scissione in seno al principale partito del Paese, più volte agitata dai media, è sembrata prendere consistenza. E, per quanto smentita da molti dei supposti protagonisti, si è ipotizzata la nascita di una forza a sinistra del Pd, alla cui testa molti pensano potrebbe proficuamente esserci Maurizio Landini. E lo stesso Matteo Renzi ha in qualche modo legittimato questa possibilità quando ha dichiarato superato anche uno dei classici fantasmi del vecchio Pci, «nessun nemico a sinistra». Sembra quindi non impossibile un percorso del genere, con la costituzione di una forza composta da fuorusciti del Pd in polemica con Renzi, Sel e le altre componenti della sinistra radicale, sostenuta dalla simpatia di parte della Cgil e della Fiom. La polemica sempre più aspra del presidente del Consiglio (d’altronde ricambiato) con quest’area potrebbe favorire il consolidarsi di un’area di opinione benevola verso l’ipotetica nuova forza di sinistra.
Su questi temi abbiamo testato le opinioni degli italiani. La maggioranza assoluta ritiene che una formazione di questo genere sarebbe inutile, poiché tenderebbe a riproporre le solite visioni ideologiche, percepite come oramai superate. Ma più di un quarto (il 27%) pensa invece che sarebbe utile avere chi rappresenta più validamente il mondo del lavoro oggi sotto attacco. Non bisogna confondere questa opinione con un ipotetico orientamento di voto: l’utilità di questa forza è sottolineata in maggior misura dagli elettori di Forza Italia e del Nuovo centrodestra che probabilmente non voterebbero mai a sinistra ma auspicano un Pd lontano dalle radici originarie, in particolare da quelle rappresentate dal principale dei soci fondatori (Ds-Pds-Pci).
Sul successo elettorale di questa formazione le opinioni si diversificano: la maggioranza relativa (40%) scommetterebbe su un flop, in particolare tra gli elettori di Forza Italia, circa un quarto ritiene che comunque non sfonderebbe, ottenendo grosso modo risultati simili a quelli recenti della sinistra. Tuttavia un quinto degli elettori punterebbe invece su una buona riuscita alle elezioni, contando su un bacino di consenso proveniente da molti elettori stufi delle politiche del Pd e di Renzi.
La corrente di simpatia intorno a questa forza non sarebbe tutto sommato indifferente: il 10% la guarderebbe con molta attenzione, il 22% con qualche simpatia. Un bacino di interesse quindi complessivamente intorno ad un terzo degli elettori. Anche in questo caso non bisogna confondere l’interesse e la simpatia con il comportamento di voto: in questo 30% circa c’è una quota di elettori, centristi o di Forza Italia, elettori che, come detto, sicuramente non convergerebbero su questa forza. La simpatia espressa dagli elettori Pd è assolutamente in linea con la media: 10% molta simpatia, 25% qualche simpatia. Dimensioni d’altronde che sembrano assomigliare molto ai risultati delle primarie che incoronarono Renzi, quando i due competitor (Cuperlo e Civati) ottennero insieme il 32% dei consensi. Non sembra quindi che l’attuale, aspro dibattito sull’articolo 18 e sul Jobs act abbia modificato significativamente i rapporti di forza interni. Infine va sottolineato che il consenso potenziale per quest’area politica verrebbe in misura maggiore da chi è più direttamente colpito dalla crisi come i disoccupati, dagli anziani, dove era maggiore il consenso per l’area non renziana, dalle casalinghe che hanno quotidianamente a che fare con la difficile quadratura del bilancio familiare. Assolutamente lontani, e da tempo non è più un paradosso, gli operai, tra cui la simpatia per questa forza tocca i minimi assoluti.
Difficile individuare un leader forte e indiscusso per questa ipotetica formazione. Anche Maurizio Landini, di cui si è lungamente parlato come della possibile guida, ottiene, nell’elenco dei quattro personaggi sottoposti agli intervistati, un 15% di apprezzamento, vicino a quelli di Civati e di Vendola. Di nuovo, non stiamo parlando di voto potenziale, ma semplicemente di percezione del più adatto tra i leader testati.
In sostanza possiamo dire che emerge un’area di opinione importante, che potremmo indicare in circa un quinto dei nostri connazionali, che appare interessata a questa forza. Questo potenziale consenso raggiunge i livelli massimi tra chi è colpito dalla crisi e tra gli anziani. È un profilo che si sovrappone sostanzialmente a quell’area che ha ridotto il proprio consenso per Renzi, e che tende ad esprimere un disagio che spesso sconfina nella protesta. Scarso invece il consenso potenziale da parte di operai e in linea quello dei ceti medi. Appare difficile quindi che su questa base si formi l’embrione di quello che potrebbe essere il partito del lavoro.
I leader
Tra i nomi citati nel sondaggio Ipsos come possibili leader di una nuova forza politica a sinistra del Pd, il segretario Fiom Maurizio Landini (foto) conquista il 15% sul totale del campione e il 17% dal Pd
Pippo Civati, della minoranza dem, ottiene il 12% sul totale del campione e il 21% dal Pd
Il leader di Sel Nichi Vendola registra un gradimento dell’11% dal totale del campione e il 10% dal Pd
Fermo al 6% (totale del campione) e all’8 (tra gli elettori del Pd) l’ex viceministro Stefano Fassina
Per il 36% (totale del campione) nessuno di questi nomi sarebbe adatto
Un nuovo partito a sinistra del Pd?
Per due italiani su tre sarebbe «inutile»
di Nando Pagnoncelli
Il percorso del Jobs act, per contenuti e modalità, ha creato frizioni all’interno del Partito democratico, accentuando le differenze e lo scontro tra l’area renziana e le minoranze. L’ipotesi di una scissione in seno al principale partito del Paese, più volte agitata dai media, è sembrata prendere consistenza. E, per quanto smentita da molti dei supposti protagonisti, si è ipotizzata la nascita di una forza a sinistra del Pd, alla cui testa molti pensano potrebbe proficuamente esserci Maurizio Landini. E lo stesso Matteo Renzi ha in qualche modo legittimato questa possibilità quando ha dichiarato superato anche uno dei classici fantasmi del vecchio Pci, «nessun nemico a sinistra». Sembra quindi non impossibile un percorso del genere, con la costituzione di una forza composta da fuorusciti del Pd in polemica con Renzi, Sel e le altre componenti della sinistra radicale, sostenuta dalla simpatia di parte della Cgil e della Fiom. La polemica sempre più aspra del presidente del Consiglio (d’altronde ricambiato) con quest’area potrebbe favorire il consolidarsi di un’area di opinione benevola verso l’ipotetica nuova forza di sinistra.
Su questi temi abbiamo testato le opinioni degli italiani. La maggioranza assoluta ritiene che una formazione di questo genere sarebbe inutile, poiché tenderebbe a riproporre le solite visioni ideologiche, percepite come oramai superate. Ma più di un quarto (il 27%) pensa invece che sarebbe utile avere chi rappresenta più validamente il mondo del lavoro oggi sotto attacco. Non bisogna confondere questa opinione con un ipotetico orientamento di voto: l’utilità di questa forza è sottolineata in maggior misura dagli elettori di Forza Italia e del Nuovo centrodestra che probabilmente non voterebbero mai a sinistra ma auspicano un Pd lontano dalle radici originarie, in particolare da quelle rappresentate dal principale dei soci fondatori (Ds-Pds-Pci).
Sul successo elettorale di questa formazione le opinioni si diversificano: la maggioranza relativa (40%) scommetterebbe su un flop, in particolare tra gli elettori di Forza Italia, circa un quarto ritiene che comunque non sfonderebbe, ottenendo grosso modo risultati simili a quelli recenti della sinistra. Tuttavia un quinto degli elettori punterebbe invece su una buona riuscita alle elezioni, contando su un bacino di consenso proveniente da molti elettori stufi delle politiche del Pd e di Renzi.
La corrente di simpatia intorno a questa forza non sarebbe tutto sommato indifferente: il 10% la guarderebbe con molta attenzione, il 22% con qualche simpatia. Un bacino di interesse quindi complessivamente intorno ad un terzo degli elettori. Anche in questo caso non bisogna confondere l’interesse e la simpatia con il comportamento di voto: in questo 30% circa c’è una quota di elettori, centristi o di Forza Italia, elettori che, come detto, sicuramente non convergerebbero su questa forza. La simpatia espressa dagli elettori Pd è assolutamente in linea con la media: 10% molta simpatia, 25% qualche simpatia. Dimensioni d’altronde che sembrano assomigliare molto ai risultati delle primarie che incoronarono Renzi, quando i due competitor (Cuperlo e Civati) ottennero insieme il 32% dei consensi. Non sembra quindi che l’attuale, aspro dibattito sull’articolo 18 e sul Jobs act abbia modificato significativamente i rapporti di forza interni. Infine va sottolineato che il consenso potenziale per quest’area politica verrebbe in misura maggiore da chi è più direttamente colpito dalla crisi come i disoccupati, dagli anziani, dove era maggiore il consenso per l’area non renziana, dalle casalinghe che hanno quotidianamente a che fare con la difficile quadratura del bilancio familiare. Assolutamente lontani, e da tempo non è più un paradosso, gli operai, tra cui la simpatia per questa forza tocca i minimi assoluti.
Difficile individuare un leader forte e indiscusso per questa ipotetica formazione. Anche Maurizio Landini, di cui si è lungamente parlato come della possibile guida, ottiene, nell’elenco dei quattro personaggi sottoposti agli intervistati, un 15% di apprezzamento, vicino a quelli di Civati e di Vendola. Di nuovo, non stiamo parlando di voto potenziale, ma semplicemente di percezione del più adatto tra i leader testati.
In sostanza possiamo dire che emerge un’area di opinione importante, che potremmo indicare in circa un quinto dei nostri connazionali, che appare interessata a questa forza. Questo potenziale consenso raggiunge i livelli massimi tra chi è colpito dalla crisi e tra gli anziani. È un profilo che si sovrappone sostanzialmente a quell’area che ha ridotto il proprio consenso per Renzi, e che tende ad esprimere un disagio che spesso sconfina nella protesta. Scarso invece il consenso potenziale da parte di operai e in linea quello dei ceti medi. Appare difficile quindi che su questa base si formi l’embrione di quello che potrebbe essere il partito del lavoro.
I leader
Tra i nomi citati nel sondaggio Ipsos come possibili leader di una nuova forza politica a sinistra del Pd, il segretario Fiom Maurizio Landini (foto) conquista il 15% sul totale del campione e il 17% dal Pd
Pippo Civati, della minoranza dem, ottiene il 12% sul totale del campione e il 21% dal Pd
Il leader di Sel Nichi Vendola registra un gradimento dell’11% dal totale del campione e il 10% dal Pd
Fermo al 6% (totale del campione) e all’8 (tra gli elettori del Pd) l’ex viceministro Stefano Fassina
Per il 36% (totale del campione) nessuno di questi nomi sarebbe adatto
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