La crisi dell'Europa

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camillobenso
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Re: La crisi dell'Europa

Messaggio da camillobenso »

Charlie Hebdo, attentato a Parigi: 12 morti e 8 feriti – DIRETTA ORA PER ORA

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camillobenso
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Re: La crisi dell'Europa

Messaggio da camillobenso »

Charlie Hebdo, attentato Parigi. Hollande: ‘Terrorismo’. Le Pen: ‘Inorriditi’
Mondo
Il presidente della Repubblica davanti alla sede del giornale colpito dall'attentato terroristico: "Ci attaccano perché siamo un Paese di libertà". Il primo ministro: "Ci hanno colpito al cuore"
di F. Q. | 7 gennaio 2015


http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01 ... o/1320054/
camillobenso
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Re: La crisi dell'Europa

Messaggio da camillobenso »

Questa sera alle 21,10 speciale Tg7. "Attacco al cuore di Parigi", condotto da Enrico Mentana.
pancho
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Re: La crisi dell'Europa

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:Charlie Hebdo, attentato Parigi. Hollande: ‘Terrorismo’. Le Pen: ‘Inorriditi’
Mondo
Il presidente della Repubblica davanti alla sede del giornale colpito dall'attentato terroristico: "Ci attaccano perché siamo un Paese di libertà". Il primo ministro: "Ci hanno colpito al cuore"
di F. Q. | 7 gennaio 2015


http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01 ... o/1320054/
Come affrontare il settarismo,religioso islamico ?
Le soluzioni attuali sono sufficienti o che dobbiamo fare? O come dice Magdi Cristiano Allam che bisogna affrontarli nel loro stesso campo usando la stessa metodologia senza alcun scrupolo?

Un salutone
Ultima modifica di pancho il 07/01/2015, 18:20, modificato 1 volta in totale.
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
camillobenso
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Re: La crisi dell'Europa

Messaggio da camillobenso »

L'ultimo commento arrivato

giemme74 • 9 minuti fa
Matteo Renzi-‏@matteorenzi
Orrore e sgomento per la strage di Parigi,vicinanza totale a Hollande in questo momento terribile, violenza perderà sempre contro la libertà

lui non è vicino alle famiglie delle vittime, non è vicino al popolo francese... no, lui è vicino a Hollande....
non ci arriva proprio...
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camillobenso
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Re: La crisi dell'Europa

Messaggio da camillobenso »

pancho ha scritto:
camillobenso ha scritto:Charlie Hebdo, attentato Parigi. Hollande: ‘Terrorismo’. Le Pen: ‘Inorriditi’
Mondo
Il presidente della Repubblica davanti alla sede del giornale colpito dall'attentato terroristico: "Ci attaccano perché siamo un Paese di libertà". Il primo ministro: "Ci hanno colpito al cuore"
di F. Q. | 7 gennaio 2015


http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01 ... o/1320054/
Come affrontare il settarismo,religioso islamico ?
Le soluzioni attuali sono sufficienti o che dobbiamo fare?

Un salutone

Ieri sera ero stanco e quindi non sono riuscito a pubblicare questa esortazione della Bonino.

Sarebbe stata comunque solo un'esortazione anticipatrice.

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SPECIALE
Emma Bonino: "Laici di tutto il mondo, unitevi contro l'intolleranza"
Per contrastare i semi dell'odio che invadono un'Europa debole con i razzisti e impotente con i dittatori è necessario coltivare il laicismo. Unica arma contro i talebani di ogni credo

DI WLODEK GOLDKORN
06 gennaio 2015

Emma Bonino: Laici di tutto il mondo, unitevi contro l'intolleranza
«Questa conversazione è dedicata a Razan Zaitouneh», dice Emma Bonino, prima che venga aperto il taccuino e messo in moto il registratore. “L’Espresso” ha chiesto all’ex ministro degli Esteri, ex commissario dell’Unione europea, veterana di ogni lotta contro il fanatismo e per i diritti umani e civili, un parere sull’intolleranza, uno stato d’animo che si sta impadronendo del mondo. Ma lei, che per quattro anni ha vissuto al Cairo dove era andata per imparare l’arabo e per capire il mondo al Sud e all’Est del Mediterraneo, ha acconsentito a rispondere alle domande a patto che questo testo cominci con l’avvocato Zaitouneh, appunto: «Perché l’intolleranza spesso sfocia nella violenza e in crimini inenarrabili».


"Guardare al futuro pensandolo migliore del presente e desiderare il bene per sé stessi è un bisogno della nostra specie. Perché ci aiuta a superare i momenti difficili. Ed è importante anche quando si affrontano le malattie". Parla il medico simbolo della lotta contro il cancro
L’avvocato Zaitouneh, dunque, una donna siriana 37enne, fin dal 2001 ha prestato il suo tempo e impegno a difesa dei detenuti per motivi politici nelle carceri di Bashar el Assad. Nel 2011, appena scoppiata la rivolta contro il regime, ha messo in piedi un centro di documentazione dei crimini perpetrati dalle truppe governative: pensava di poter raccogliere prove per portare il dittatore davanti a un tribunale internazionale, e per questo ha collaborato pure con l’associazione Non c’è Pace senza Giustizia. Successivamente la sua attività si è allargata alla raccolta di testimonianze sulle malefatte delle milizie islamiste. Oltre un anno fa, un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione nella sede del centro di documentazione, a Duma, a pochi chilometri da Damasco e ha sequestrato Zaitouneh e tre suoi colleghi.


Lo scrittore di origine sovietica spiega che spesso confondiamo l'egoismo dei nostri rancori con il senso di giustizia. Una scorciatoia morale che descrive con un racconto che affonda le radici nella sua educazione siberiana
«Il filosofo Karl Popper diceva che l’intollerante è colui che sa riconoscere i tabù della propria tribù come assoluti, ma non ha ancora scoperto che altre tribù hanno altri tabù. Questa definizione mette insieme tribù e tabù e quindi l’incapacità di accettare l’Altro. L’esercizio dell’intolleranza può assumere forme così estreme da risultare abbagliante, così abbagliante da accecare la vista».

Lo storico tedesco Wolfgang Benz scrisse che l’Olocausto è come il sole, non può essere guardato frontalmente, pena la perdita della vista...
«Ma prima di arrivare a quello stadio c’è tutta una serie di fatti di intolleranza che Hannah Arendt ha descritto nella “Banalità del Male”: piccoli gesti, che presi singolarmente non spaventano, ma messi insieme fanno vedere come l’intolleranza cresce, monta, fino allo sbocco tragico e catastrofico. Ma allora è già troppo tardi. Oggi, passa la tesi che l’intolleranza riguardi soprattutto la famiglia musulmana: è lì che è praticata con crudeltà inaudita. Ma anche in Italia ci sono fenomeni che mi preoccupano. Ho paura che stiamo imboccando una strada che ci fa scivolare verso il precipizio. Sto parlando dell’incitamento all’odio nei confronti dei rom. Ma anche di chi dice: i profughi non li vogliamo qui, non da noi. C’è un razzismo strisciante in tutta l’Europa. Il razzismo ormai è palese ed è diventato legittimo come lo è stato l’antisemitismo prima di Auschwitz. Basta sostituire la parola ebreo con la parola rom».


E' un’aspirazione che 
spesso non si realizza, ma bisogna continuare a lottare 
per vederla trionfare. Anche se la crisi economica ha inciso profondamente sui diritti e rimesso in discussione molte conquiste sociali. Il commento dello scrittore
E qual è la conseguenza?
«Che li rinchiudiamo nei campi violando leggi e direttive europee e persino speculando sull’assistenza. Sono, certo, diversi dai campi di concentramento, ma non è difficile immaginare quanto tutto questo possa finire male».

Parliamo della tribù musulmana. Perché nel mondo islamico gli intolleranti sono così forti?
«Perché è subentrato, a un certo punto, uno scontro di potere ideologico all’interno della famiglia sunnita. È una guerra per l’egemonia tra due gruppi: i fratelli musulmani da un lato e i salafiti dall’altro. Anche se il fondamento islamico e coranico conta: non dimentichiamo l’odio tra sunniti e sciiti».

Quanto conta invece la questione dei diritti delle donne nell’Islam?
«Molto, perché è emblematica, in negativo. Nella visione dei conservatori l’emancipazione delle donne è destabilizzante. Però non scordiamoci che il tabù del corpo delle donne è antico quanto l’umanità e attraversa tutte le religioni monoteistiche».

La guerra oggi si combatte sul corpo delle donne?
«È sempre stato così. Si vuole controllare la sessualità delle donne perché è pericolosa e sovversiva».

Agli ebrei pii è vietato ascoltare il canto delle donne perché fa venire pensieri impuri.
«I talebani, nel primo periodo avevano vietato calzini bianchi, considerati erotici».

Anche in Occidente a molti maschi risulta disturbante vedere un gruppo di sole donne che ridono, parlano di sesso. Qual è la differenza tra questo disagio e la prassi di imporre il burqa?
«Premesso che in Occidente, e in tutto il mondo, i maschi continuano a uccidere le femmine, la differenza sta nel fatto culturale. In Occidente abbiamo imparato parzialmente a governare le diversità e noi stessi. La differenza femminile però è una conquista delle donne. I maschi sono stati costretti a subirla. Detto questo, anche nel mondo islamico ci sono sempre state differenze e contaminazioni. Basti pensare al presidente tunisino Bourghiba e ad Ataturk, pur sapendo che non erano dei democratici».

Forse si può pensare anche all’egiziano Nasser. C’è un filmato in Rete in cui Nasser racconta, alla fine degli anni Cinquanta, di come i Fratelli musulmani gli avessero chiesto nel 1953 di fare una legge che obbligasse le donne a mettere il velo. E il pubblico che lo ascolta ride. Oltre cinquant’anni fa, mettere il velo alle donne, almeno in città, sembrava ridicolo. Cosa è cambiato?
«Credo che siano intervenuti fattori esterni. In molti Paesi la questione del velo non è religiosa, è identitaria. Si tratta di contrapporsi all’Occidente. Ma vorrei introdurre un discorso che mi sembra importante. Ci sono molti laici nel mondo musulmano; gente che considera la religione un fatto privato. Sono loro i portatori di ogni discorso di tolleranza. Non vorrei che credessimo sul serio che pace e tolleranza siano prodotti occidentali d’esportazione. Pace e tolleranza non sono un evento, sono un processo».

Si spieghi.
«Mentre va di moda il dialogo interreligioso, vorrei invece avviare il dialogo interlaico. Sono sicura che molti laici del mondo musulmano sarebbero d’accordo con me».

Parlava del velo come elemento d’identità e non solo religioso. L’invenzione dell’identità deve portare sempre ad escludere l’Altro?
«Sì, se non ci sono anticorpi. E l’anticorpo - cioè il musulmano laico - c’è, ovunque. Sono prima di tutto le donne, anche con velo. Ma maschi o donne, tutti sono impauriti. E vorrei chiarire: per me il velo non è uno scandalo, proibirei solo il burqa, perché cancella il volto e quindi la persona. Comunque di mancanza di anticorpi soffre pure l’Italia».

Parliamo allora dell’intolleranza a casa nostra.
«In parte è dovuta al disagio sociale. Ma il problema è che la classe politica non risponde con la fermezza dovuta. Intendo anche la fermezza culturale. Anzi, di fronte al razzismo la classe politica manifesta una certa timidezza. Mi dicono: opporsi ai discorsi razzisti è impopolare. E allora rispondo: i cattivi esistono però perché i buoni tacciono. Voglio dire, spesso la risposta ai razzisti è altrettanto razzista, ma solo un po’ più educata. E del resto, la maggioranza dei politici non riesce a dire che da qui al 2050 servono in Europa circa 50 milioni di nuovi immigrati. Una verità così evidente è un tabù. Siamo sempre più assorbiti del presente, della crisi economica. Se si guardasse l’Europa da Marte si direbbe che si tratta della zona più ricca e più istruita e acculturata del pianeta Terra. Quindi si potrebbe pensare all’avvenire, si potrebbero fare progetti immaginifici e audaci. E invece anche le riunioni del Consiglio dell’Unione europea assomigliano a quelle del board di una banca. La classe dirigente, i politici, i media, i princìpi li evocano non perché siano princìpio di vita e azioni, ma solo a condizione che stiano lassù, in una specie di Pantheon».

Questo essere schiacciati sul presente contabile genera intolleranza?
«La tollera, la usa per scopi elettorali. Non ci ci si rende conto che i discorsi razzisti sono come la gramigna, fanno presto a mettere radici. Estirparli è un processo lungo e faticoso».

Lei è stata ministro degli Esteri e si è sempre occupata di questioni internazionali, come testimonia la dedica che ha posto all’inizio di questa conversazione. E allora, cosa fare con gli intolleranti, i dittatori che commettono genocidi? È stato giusto non intervenire in Siria?
«Gli occidentali a fare le guerre sono ancora bravissimi. Si sa bene come si uccidono i dittatori. Il problema è che non si sa cosa fare dopo. E non lo si sa per due motivi. Il primo: perché spesso facciamo le guerre nei Paesi che ci rifiutiamo di conoscere. E basti pensare cosa è successo in Iraq dopo la deposizione di Saddam Hussein. E in secondo luogo perché ricorrere a un intervento armato è diventato un riflesso automatico. Spesso non si prova neanche a cercare un’altra strada. Basta ricordare la proposta fattibile che Marco Pannela e i radicali lanciarono e perseguirono con il progetto dell’esilio forzato per Saddam Hussein. E poi, spesso si scambia la nozione di intervento umanitario per intervento di cambio di regime».

Non ha risposto: era giusto non intervenire in Siria?
«Rispondo partendo dalla mia esperienza in Egitto. Sono stata quattro anni al Cairo: dicevo a tutti che la situazione sotto Mubarak era insostenibile. Ma nessuno mi prendeva sul serio. Poi scoppiarono quelle che abbiamo chiamato “primavere arabe” e tutti si sono sorpresi e spaventati. Ma quali primavere? Lì ci vorranno almeno vent’anni per avere la democrazia. E del resto, anche in Europa dell’Est ci sono voluti vent’anni per arrivare a uno stato di cose decente. E per quanto riguarda la Siria, forse si poteva intervenire nel 2011, non lo so. Del dossier Siria mi sono occupata più tardi. Ma il fatto è che nel frattempo i fondamentalisti islamisti si sono impadroniti di quella che era l’opposizione. Sono intervenute le monarchie del Golfo e l’Arabia Saudita. La loro tattica di guerra è inventarsi dei gruppi terroristici; così sono stati inventati i talebani nel 1997 (con la partecipazione del Pakistan). E così, dal 2006 esiste l’Isis. Nel 2013, quando ero ministro degli Esteri, la resistenza in Siria era ormai nelle mani di gente a cui non avrei dato non solo armi vere, ma neanche una fionda.

http://espresso.repubblica.it/visioni/2 ... =HEF_RULLO
pancho
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Re: La crisi dell'Europa

Messaggio da pancho »

Non so se basti solo il laicismo contro un settarismo chr di questo se ne fotte. Son anni che si segue questa strada ma col fanatismo non ha avuto alcun effetto. Si devono trovare altre strada contro questo fondamentalismo anche fossero cruente.

Un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: La crisi dell'Europa

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7 GEN 2015 18:03


1. DOPO LA STRAGE A “CHARLIE”, MESSO SOTTO PROTEZIONE HOUELLEBECQ, AUTORE DEL LIBRO “SOTTOMISSIONE” SULLA FRANCIA ISLAMIZZATA. A PARIGI AGENTI DAVANTI A SCUOLE E GIORNALI -

2. CONVOCATO IL COMITATO DI SICUREZZA ANTITERRORISMO A ROMA: PIÙ VIGILANZA PER GLI OBIETTIVI SENSIBILI E "PARTICOLARE ATTENZIONE" VERSO LE REDAZIONI GIORNALISTICHE -

3. SECONDO HOLLANDE, “ALMENO SEI OPERAZIONI TERRORISTICHE SONO STATE SVENTATE NELLE ULTIME SETTIMANE”. ANCHE CON LA COLLABORAZIONE DEI SERVIZI AMERICANI, IN GRANDE ALLERTA. OBAMA: “ORRIBILE SPARATORIA, LA FRANCIA È UN ESEMPIO INTRAMONTABILE” -


4. IL DIRETTORE UCCISO, CHARB, AVEVA PREMONITO L’ATTENTATO NELL’ULTIMO NUMERO, CON UN TERRORISTA CHE DICE: “PER GLI ATTENTATI ABBIAMO TEMPO FINO A FINE GENNAIO” -


5. WOLINSKI, UN FUMETTISTA TRA POLITICA, GUERRA ED EROTISMO, CHE ERA COME LA SUA SATIRA: MALEDUCATO, FORTE, ANCHE VOLGARE. UN CAMPIONE DEL POLITICAMENTE SCORRETTO





7 GEN 2015 18:03
1. DOPO LA STRAGE A “CHARLIE”, MESSO SOTTO PROTEZIONE HOUELLEBECQ, AUTORE DEL LIBRO “SOTTOMISSIONE” SULLA FRANCIA ISLAMIZZATA. A PARIGI AGENTI DAVANTI A SCUOLE E GIORNALI - 2. CONVOCATO IL COMITATO DI SICUREZZA ANTITERRORISMO A ROMA: PIÙ VIGILANZA PER GLI OBIETTIVI SENSIBILI E "PARTICOLARE ATTENZIONE" VERSO LE REDAZIONI GIORNALISTICHE - 3. SECONDO HOLLANDE, “ALMENO SEI OPERAZIONI TERRORISTICHE SONO STATE SVENTATE NELLE ULTIME SETTIMANE”. ANCHE CON LA COLLABORAZIONE DEI SERVIZI AMERICANI, IN GRANDE ALLERTA. OBAMA: “ORRIBILE SPARATORIA, LA FRANCIA È UN ESEMPIO INTRAMONTABILE” - 4. IL DIRETTORE UCCISO, CHARB, AVEVA PREMONITO L’ATTENTATO NELL’ULTIMO NUMERO, CON UN TERRORISTA CHE DICE: “PER GLI ATTENTATI ABBIAMO TEMPO FINO A FINE GENNAIO” - 5. WOLINSKI, UN FUMETTISTA TRA POLITICA, GUERRA ED EROTISMO, CHE ERA COME LA SUA SATIRA: MALEDUCATO, FORTE, ANCHE VOLGARE. UN CAMPIONE DEL POLITICAMENTE SCORRETTO


CHARLIE HEBDO: HOUELLEBECQ SOTTO PROTEZIONE POLIZIA
(ANSA) - Lo scrittore Michel Houellebecq è stato posto sotto protezione della polizia e i locali della casa editrice Flammarion, che hanno pubblicato il suo ultimo romanzo "Sottomissione", sono stati evacuati per motivi di sicurezza. Lo si apprende a Parigi.
tignous, charb et cabu
TIGNOUS, CHARB ET CABU


CHARLIE HEBDO:ALLERTA ATTENTATI A PARIGI
(ANSA) - Il governo ha deciso l'immediato aumento del livello di allerta attentati terroristici in tutta l'Ile-de-France, la regione di Parigi, dopo l'attacco armato alla redazione di Charlie Hebdo. Polizia e gendarmi sono stati schierati davanti a scuole, edifici pubblici e redazioni di giornali.


STRAGE PARIGI, ALLERTA ROMA: CONTROLLI A SEDI GIORNALI. CONVOCATO COMITATO SICUREZZA ANTITERRORISMO
riunione di emergenza all eliseo dopo l attentato a charlie hebdo
RIUNIONE DI EMERGENZA ALL ELISEO DOPO L ATTENTATO A CHARLIE HEBDO
Rainews.it - Sale il livello di allerta anche a Roma dopo l'assalto al giornale satirico di Parigi 'Charles Hebdo'. Secondo quanto si è appreso da fonti delle forze dell'ordine, sono stati potenziati i servizi di vigilanza agli obiettivi sensibili nella capitale e c'è una "particolare attenzione" verso le redazioni giornalistiche.

È stato convocato inoltre dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano, il Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo per oggi pomeriggio alle 16.30, presso il Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Il Comitato, composto da tutti gli esperti di antiterrorismo delle Forze dell'Ordine e dell'Intelligence, esaminerà con grande attenzione la minaccia terroristica alla luce del gravissimo attacco avvenuto oggi a Parigi.


GLI USA IN GRANDE ALLERTA PER IL MASSACRO DI PARIGI
la vignetta di zep sulla morte a charlie hebdo
LA VIGNETTA DI ZEP SULLA MORTE A CHARLIE HEBDO
Giampaolo Pioli per http://www.quotidiano.net

E’ un allarme globale. Il massacro di Parigi preoccupa l’America. Siamo all’inizio della “guerra totale dell’Isis”? E’ scattato il via libera ai “lupi solitari” vestiti di nero? Obama viene informato costantemente. Il Pentagono e l’Homeland security sono in stato di massima allerta mentre gli agenti dell’FBI e dell’intelligence Usa sono già in rotta verso la capitale francese perché ritengono che l’attentato di Parigi possa davvero segnare l’inizio del “terrorismo di ritorno”. Anche l’attentato suicida di Istanbul viene considerato un potenziale prologo alla grande offensiva del terrorismo contro l’occidente.

La dinamica, le armi, la tecnica militare usata dai 2 assalitori diventeranno il DNA e le impronte digitali per risalire alle loro origini e agli eventuali campi di addestramento dove sono stati preparati. Dall’America all’Europa esiste già un potenziale esercito di almeno 3000 “terroristi imprendibili”. Sono cittadini Usa e dei vari stati europei indottrinati col fanatismo islamico scomparsi per andare a combattere con l’Isis in Iraq e Afghanistan, ma forse anche in Siria e in tutto il Medio Oriente. Possono tornare all’improvviso tornare e colpire in patria.
la citroen abbandonata dai due attentatori di charlie hebdo
LA CITROEN ABBANDONATA DAI DUE ATTENTATORI DI CHARLIE HEBDO

C’era un asse antiterroristico Washington-Parigi in super allerta da mesi . Almeno sei "operazioni terroristiche" sarebbero state intercettate nelle ultime settimane in Francia attraverso la collaborazione dei servizi di polizia americani e francesi. Ma la chiave adesso rimane il DNA dell’attentato. Anche i proiettili e le granate usate diventeranno documenti d’identità. L’unica certezza adesso però rimane la paura di un ritorno all’incubo del dopo 11 settembre. Per ora è solo un orrendo massacro, ma potrebbero diventare anche piccole stragi quotidiane se i "lupi solitari" o come mini-commando cominceranno a spuntare mostrando i loro "passaporti puliti".


CHARLIE HEBDO, LA PREMONIZIONE DEL DIRETTORE E LE ALTRE VITTIME
charlie hebdo
CHARLIE HEBDO
Corriere.it - Tra le vittime della strage a «Charlie Hebdo» c’è il direttore Stéphane Charbonnier detto «Charb», celebre disegnatore satirico, classe 1967, in passato già minacciato più volte per le vignette su Maometto, e messo sotto la protezione della polizia. Nel numero uscito proprio mercoledì mattina c’è la sua ultima vignetta, terribile alla luce del successivo massacro. Sotto al titolo «Ancora nessun attentato in Francia» viene raffigurato un terrorista islamico, con la barba e il mitra sulle spalle, che dice «Aspettate!». «Abbiamo tempo fino alla fine di gennaio per fare gli auguri».


CHARLIE HEBDO, QUELLA SATIRA “CATTIVA” CHE DISTURBAVA I PERBENISTI
Cesare Martinetti per “La Stampa”

Un simbolo del giornalismo francese, un giornale nato e cresciuto negli anni 70, che si autodefiniva con ironia “bete e méchant”, bestiale e cattivo, iconoclasta, un giornale che disturbava l’opinione pubblica perbenista, capace anche di ironizzare su Charles De Gaulle il giorno della sua morte e che per questo chiuso per un po’.
la citroen abbandonata dai due attentatori di charlie hebdo
LA CITROEN ABBANDONATA DAI DUE ATTENTATORI DI CHARLIE HEBDO

Nato dalle ceneri di Hara-Kiri, lanciato da Georges Bernier e François Cavanna, Charlie Hebdo è un giornale a fumetti satirico che ha fatto della provocazione la sua cifra costituente. “Journal bete et méchant”, secondo l’autodefinizione degli autori. Vi hanno lavorato negli anni caricaturisti come Francis Blanche, Topor, Fred, Reiser, Wolinski, Gébé, Cabu.

wolinski
WOLINSKI
Più volte chiuso e poi riaperto in seguito a denunce e a crisi editoriali. Il nome Charlie viene scelto nel 1969 quando il giornale appare sostanzialmente come versione francese dell’italiano Linus e come quest’ultimo prendi il nome da un personaggio dei Peanuts (Charlie Brown). Nel 1992 assume l’attuale identità. Il giornale è sostanzialmente espressione di una sinistra culturale. Tuttavia vi si trovano le opinioni e le posizioni più diverse e anche contrapposte.

Nel 2002 aveva preso posizione a favore di Oriana Fallaci quando venne pubblicata in Francia “La rabbia e l’orgoglio”, il suo pamphlet contro i cedimenti occidentali all’islamismo. Nel 2006 CB pubblicò le famose vignette di satira su Maometto e i costumi musulmani che erano uscite sul settimanale danese Jyllands-Posten provocando manifestazioni violente di protesta in tutto il mondo islamico. Disegnatori e giornalisti danesi vennero minacciati ripetutamente.
wolinski vignettista
WOLINSKI VIGNETTISTA

Charlie Hebdo scelse di pubblicare quelle vignette aggiungendone altre francesi per solidarietà e per marcare una linea di libertà di espressione contro tutte le intolleranze religiose. La pubblicazione provocò proteste nella comunità musulmana francese, il Consiglio del culto musulmano chiese che il giornale venisse sequestrato, lo stesso presidente della Repubblica Jacques Chirac censurò la scelta di Charlie Hebdo. Da allora il giornale – che pure tratta con articoli e vignette tutti i temi di società - è stato bersaglio di polemica da parte degli esponenti musulmani. Da allora un presidio di polizia era stato istituito davanti alla sede del giornale.

GEORGES WOLINSKI, UN FUMETTISTA TRA POLITICA ED EROTISMO
Guido Tiberga per “La Stampa”

Georges Wolinski, figlio di un polacco e di un’italiana emigrati in Tunisia, aveva 80 anni ed era uno dei più grandi disegnatori satirici d’Europa. Diventato celebre fra gli studenti del maggio francese, a «Charlie Hebdo» era arrivato fin dalla fondazione, quando il settimanale si chiamava ancora «Hara Kiri». In Italia era noto dagli anni Settanta, quando Oreste Del Buono e la Milano Libri cominciarono a pubblicare le sue vignette irriverenti su «Linus». Fu proprio «Linus» a presentare ai lettori italiani il personaggio di Paulette, che Wolinski aveva creato insieme al collega Georges Pichard.
tignous vignettista di charlie hebdo
TIGNOUS VIGNETTISTA DI CHARLIE HEBDO

Paulette, una giovane aristocratica comunista, cercava in ogni episodio di disfarsi dell’enorme patrimonio di famiglia, attraversando nella sua vicenda molti dei momenti topici degli anni Settanta, dalla contestazione giovanile all’avversione per la guerra americana in Vietnam. Tuttavia, quello che gli italiani conobbero 40 anni fa, non era soltanto un disegnatore politico: Wolinski amava il sesso (la stessa Paulette non disdegna le scene erotiche) e ne fece una bandiera della sua arte di disegnatore.

charb direttore di charlie hebdo
CHARB DIRETTORE DI CHARLIE HEBDO
L’erotismo di Wolinski era come la sua satira politica: scorretto, forte, spesso volgare. Alcune sue battute («Le donne sono come i sigari, il primo terzo è la parte migliore», oppure «Bisogna migliorare la condizione della donna: per esempio ingrandendo le cucine, abbassando i lavelli o isolando meglio i manici delle pentole») gli hanno provocato non poche accuse di maschilismo nell’epoca del politically correct.

Nel 2005 aveva vinto il Grand Prix di Angouleme, il premio più prestigioso per i fumettisti europei, ed era stato anche al Torino Film Festival, come membro della giuria del Premio Cipputi. In quell’occasione, aveva disegnato una vignetta in esclusiva per «La Stampa».
camillobenso
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Re: La crisi dell'Europa

Messaggio da camillobenso »

pancho ha scritto:Non so se basti solo il laicismo contro un settarismo chr di questo se ne fotte. Son anni che si segue questa strada ma col fanatismo non ha avuto alcun effetto. Si devono trovare altre strada contro questo fondamentalismo anche fossero cruente.

Un salutone

Questo è solo il pensiero della Bonino. In realtà il punto di non ritorno è stato superato da tempo.

Ma c'è anche dell'altro.

Purtroppo, questo significa guerra.

Cioè la trappola che ci hanno preparato.
pancho
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Re: La crisi dell'Europa

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:
pancho ha scritto:Non so se basti solo il laicismo contro un settarismo chr di questo se ne fotte. Son anni che si segue questa strada ma col fanatismo non ha avuto alcun effetto. Si devono trovare altre strada contro questo fondamentalismo anche fossero cruente.

Un salutone
Questo è solo il pensiero della Bonino. In realtà il punto di non ritorno è stato superato da tempo.

Ma c'è anche dell'altro.

Purtroppo, questo significa guerra.

Cioè la trappola che ci hanno preparato.
Non so se sia la trappola che ci hanno preparato pero bisogna trovare una soluzione al piu presto prima che sia il popolo a trovare le piu' semplici e quindi rimandare al loro paese tutti gli islamici buoni e cattivi che siano.

Non siamo piu' al tempo del Mahatma Gandhi.

Non bisogna pretendere dal popolo troppe elucubrazioni mentali. Loro il problema lo vogliono risolvere subito quale sia la risposta da dare.
Poi casomai potranno anche ragionarci sopra come e' di dovere

Come si muoveranno i servizi segreti dei paesi islamici?

Dipendera' anche da questo su quale risposta dare.

Non ci sentiranno? Allora la risposta sicuramente sara' diversa poiche farebbe notare una certa loro complicita'.

Ora dobbiamo capire se siamo in guerra o non lo siamo. Se si, allora non si deve andar per il sottile costi quel che costi e non lasciate agli States sempre queste responsabilita.


un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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