PURI E REAZIONARI

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E.T.
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PURI E REAZIONARI

Messaggio da E.T. »

Ho preso a prestito una considerazione di Francesco Piccolo che, nel suo ultimo libro, racconta lo snodo post-berlingueriano, quando il PCI si arrocco’, in sdegnosa solitudine, ad assistere al trionfo craxiano, convinti che qualsiasi modernità coincidesse ormai col cinismo, e che “l’etica dei principi” potesse fare a meno dell’ “etica delle responsabilità”.
L’atteggiamento della minoranza PD e di tutti gli altri segmenti di sinistra presenti nella società somiglia oggi a quell’arroccamento, che tanti disastri ha provocato in passato.
Assimilare Renzi a Craxi mi pare una suggestione migliore di quella che lo accosta a Berlusconi, se non altro per le ambizioni di vere svolte politiche universali, che sono state sempre del tutto estranee a quello spregiudicato imprenditore, il cui unico faro è sempre stato l’interesse spicciolo e particolare, suo e della sua parte.
La nascita dell’ulivo aveva infranto quell’arroccamento, ma la “purezza reazionaria” di rifondazione ha affondato il primo esperimento di “etica delle responsabilità” praticato su scala nazionale dalla sinistra italiana. L’etica delle responsabilità prevede che si tenga conto delle cattive conseguenze che un atto, sia pur ispirato a sani principi, può arrecare ad una situazione e a tutti quelli coinvolti.
Quella sinistra, ha assistito anche all’epoca berlusconiana con tutta la distanza che il sarcasmo e una certa sdegnosa incredulità le consentivano, come se bastassero i propri principi e il proprio sdegno ad assolverli da un regime che non li coinvolgeva, come se non fossimo tutti stati coinvolti, e quindi responsabili, dalla realtà di una rappresentanza indegna di un grande paese occidentale.
Lo strano corto-circuito che si è prodotto in seguito è stato ancora più rovinoso, e la “questione morale” è stata relegata a presidiare solo i principi generali, e non le convenienze personali e di partito. Con buona pace della difesa dell’etica di sinistra.
Consiglieri piddini e di Rifondazione colti a mercanteggiare posti e favori, relazioni pericolose con potenti da cui ci si aspetta la legittimazione, l’assidua attività di costruzione di circuiti privilegiati che rinnegano l’universalità dei diritti.
Come dice Rodotà, la mancanza di una vera opposizione politica ha generato quella opposizione sociale che si identifica con Grillo o con l’astensione.
Insomma, tra Aventini, moralismi e morali distorte, la sinistra italiana non può chiamarsi fuori dal disastro, anzi. Il suo tradimento è stato doppiamente infausto, perché alimentava una speranza continuamente disattesa, e poi la rassegnazione impotente di appartenere ad un paese inemendabile.
Siryza ha dimostrato che una sinistra ancorata nella realtà può vincere senza camuffarsi da destra, come fa Renzi.
Ma è folle imputare a Renzi il fatto che la sinistra le abbia ceduto il passo per la propria stessa incapacità di praticare una responsabile politica di sinistra, persi dietro la difesa di antiche conquiste contingenti, come fossero baluardi di civiltà (casse integrazioni, artt.18 e la scala mobile di craxiana memoria), mentre non sono che meccanismi parziali, salvagenti sindacali di categoria, niente a che vedere con i diritti universali di giustizia ed equità che dovrebbero interessare la sinistra: ancore identitarie incomprensibili alle nuove generazioni.
camillobenso
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Re: PURI E REAZIONARI

Messaggio da camillobenso »

C’è molto su cui discutere in questo intervento. C’è solo l’imbarazzo della scelta da cui partire.


Come dice Rodotà, la mancanza di una vera opposizione politica ha generato quella opposizione sociale che si identifica con Grillo o con l’astensione.

E.T.

^^^^

La sera del 12 marzo 2012 Gustavo Zagrebelsky presso l’ex Teatro Smeraldo di Milano, annuncia la fine dei partiti tradizionali dell’epoca.

http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-conte ... nterna.jpg

Il suo manifesto, che lancia all’interno della convention, era inteso come una ripartenza.

“"Dissociarsi per riconciliarsi".

Ma non poteva avere successo a causa del profondo e totale coinvolgimento di tutti i partiti all’interno di un sistema senza speranza quando si vanno ad analizzare tutti i settori della vita pubblica.

Un piccolo esempio.

Noi all’inizio del dicembre del 2014 veniamo a conoscenza dell’implicazione del Pd, nel sistema di Mafia Capitale.

Ma non poteva non esserne a conoscenza la dirigenza dell’epoca.

A questo tipo di malattia diffusa all’interno di tutto il Paese, basta considerare il caso Liguria, recentissimo, si deve associare il distacco abissale che le classi dirigenti, Pds, Ds, Pd, hanno frapposto con il loro elettorato.

Più che normale quindi orientarsi verso il M5S e l’astensione.
cardif
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Re: PURI E REAZIONARI

Messaggio da cardif »

Concordo: tanti spunti di discussione.

Ma mi chiedo:
- fissare a 90 mila € oppure a 25 mila € il limite di reddito familiare per ottenere il bonus per il bebè che nasce dopo il 31/12/2014 è "etica dei principi" oppure "etica delle responsabilità"? Ed è affetto da "purezza reazionaria" chi tenta di convincere che il primo limite tanto agognato da chi lo voleva era esagerato?

- la modifica dell'art. 18, che consente il licenziamento con indennizzo e che riguarderà certamente pochissimi casi ma che pone comunque tutti i lavoratori (che adesso con grande finezza verbale vengono definiti 'collaboratori') in condizioni di sudditanza se non altro psicologica nei confronti del datore di lavoro è davvero legato ad 'antiche conquiste contingenti', e non c'è relazione con i 'baluardi di civiltà'?

cardif
camillobenso
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Re: PURI E REAZIONARI

Messaggio da camillobenso »

cardif ha scritto:Concordo: tanti spunti di discussione.

Ma mi chiedo:
- fissare a 90 mila € oppure a 25 mila € il limite di reddito familiare per ottenere il bonus per il bebè che nasce dopo il 31/12/2014 è "etica dei principi" oppure "etica delle responsabilità"? Ed è affetto da "purezza reazionaria" chi tenta di convincere che il primo limite tanto agognato da chi lo voleva era esagerato?

- la modifica dell'art. 18, che consente il licenziamento con indennizzo e che riguarderà certamente pochissimi casi ma che pone comunque tutti i lavoratori (che adesso con grande finezza verbale vengono definiti 'collaboratori') in condizioni di sudditanza se non altro psicologica nei confronti del datore di lavoro è davvero legato ad 'antiche conquiste contingenti', e non c'è relazione con i 'baluardi di civiltà'?

cardif


Matteo Renzi come tutti gli spregiudicati di quel genere, è fortunato. Il documento dell’Istat che attestava che la scelta degli 80 euro in busta paga sono risultati inefficaci sul piano economico, è uscito nei giorni in cui i giornali venivano inondati di servizi sull’attacco a Charlie Hebo.

Così tutto è passato in fanteria. Si tratta solo di compravendita di voti, sulla falsariga del comandante Lauro ai tempi, quando a Napoli per farsi eleggere donava prima una scarpa. E l’altra ad elezione certa. Oppure elargiva metà mille lire e il resti poi.

Lo stesso dicasi per il bonus bebé.
E.T.
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Re: PURI E REAZIONARI

Messaggio da E.T. »

Non vorrei rivelare un segreto astuto, ma la sudditanza psicologica deriva dai rapporti di forza, anche se lo stato tenta di mitigare gli squilibri economici e sociali.
Tutto il lavoro dipendente è innaturale dal punto di vista degli equilibri economici e psicologici, poichè produce alienazione. Si vende il proprio lavoro, un bene inflazionato, a fronte di uno stipendio, regolato sull’eccesso di offerta.
La dignità del lavoro è sancita da un articolo costituzionale e da uno statuto, che non può però impedire i licenziamenti per ragioni economiche. In effetti, quello che si tutela è il lavoro e le sue modalità, non il singolo posto di lavoro.
L’impresa economica è una cellula sociale composita, in cui il fattore proprietario e manageriale rivendicano una autonomia decisionale fondata sull’assunzione del rischio, mentre la prestazione lavorativa è svincolata dalla produzione del profitto.
L’indennizzo tutela la debolezza del lavoro dipendente, mentre sancisce l’obbligo dell’imprenditore di farsi carico oneroso rispetto ad una decisione proprietaria o manageriale.
Alzi la mano chi vorrebbe farsi imporre da altri la scelta dei propri collaboratori, o vorrebbe essere lasciato nell’incertezza rispetto agli esiti delle proprie scelte.
Si devono cercare altri meccanismi di promozione sociale rispetto all’esercizio del lavoro dipendente, non la rivalsa punitiva nei confronti di una parte, anche se più forte economicamente.

In quanto agli 80 euro, non vedo perché una detrazione fiscale, inserita nella riforma del cuneo fiscale, non debba essere considerata una misura strutturale, così come la riduzione percentuale dell’IRAP.

Io sono sospettosissimo nei confronti di Renzi, ma queste misure mi paiono,seppur timide, una tendenza sacrosanta in direzione della riduzione delle tasse sul lavoro. Ho apprezzato anche l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie.
Non ho ancora capito dove sta il trucco, ma è la prima volta che vengono approvate senza tanti drammi dei provvedimenti certamente di sinistra.
Il democristiano fiorentino, in fondo, si colloca nella scia delle vecchie politiche della sinistra DC, niente di rivoluzionario, ma pragmaticamente cattolico. Ed infinitamente superiore a quanto realizzato dai grandi propositi parolai della sinistra autentica, Landini dixit.
L’osceno abbraccio con Berlusconi è un dèjà-vu , come i baci mafiosi, spettacoli tristemente consueti nella nostra casse dirigente, benevolmente sopportati da una opinione pubblica tanto compromessa quanto irrilevante.
flaviomob
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Re: PURI E REAZIONARI

Messaggio da flaviomob »

La debolezza del lavoro, dipendente o meno, in Italia però è molto più elevata che altrove.
Intanto le tutele nei licenziamenti collettivi non sono così elevate come in quelli individuali (articolo 18 o quel che ne rimane). Poi anche un'azienda che va bene può avvalersi della cessione del ramo d'azienda per mettere sotto pressione i propri dipendenti. Inoltre sono numerose le aziende sotto i 15 dipendenti, mancano tutele universali, il sussidio di disoccupazione è accessibile solo a chi ha già lavorato e ha un'entità insufficiente. Anche il lavoratore dipendente in un certo qual modo è ricattabile ed è sotto pressione. Inoltre manca, rispetto al resto d'Europa (eccetto la Grecia) un reddito minimo garantito, per cui la posizione di subalternità di chi è senza lavoro è accentuata, specie se precario.
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
cardif
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Re: PURI E REAZIONARI

Messaggio da cardif »

Secondo me il riconoscimento della dignità del lavoro, e quindi del lavoratore, non passa attraverso la riconoscenza che il dipendente potrebbe pure avere nei confronti del datore, ma senza nessun obbligo, trattandosi di uno scambio: lavoro in cambio di denaro; nessun rapporto di forza, altrimenti il contratto non è equo.. Ma certamente risulta non più degno il lavoro prestato sotto ricatto.
Poi, è scontato che l'imprenditore ha piena autonomia nelle sue scelte, finalizzate al suo utile e con l'aggiunta dell'indennità di rischio. Ma questo non toglie che, per ottenere il 'suo' maggior vantaggio, possa dimenticare l'art.30 comma 1 della Costituzione, almeno finché è in vigore e Renzi permettendo, licenziando con indennizzo A che paga X ed assumendo B che può pagare X/2, per pura convenienza economica. E' questa facoltà che svilisce il lavoro e squilibra il rapporto. Vabbè, sorvolo sull'art. 41 comma 3.

Io mi sono riferito agli 80 € di bonus bebè e del limite (di che natura?) che Renzi voleva fosse fissato a 90mila € di reddito; non agli 80 € di cosiddetto bonus fiscale.
Per questi altri 80 € mi chedo: se si tratta di bonus fiscale, preché tra due persone che hanno reddito uguale, ad esempio di 20mila €, una paga di meno se ha un reddito, avendo il bonus, e l'altra di più se è pensionato? Chiamo addirittura in causa l'art.53 della Costituzione sulla contribuzione delle spese dello Stato in rapporto al reddito ed il principio di equità fiscale. Certamente di sinistra sarebbe stato utilizzare quella somma da parte dello Stato per alleviare chi è più in difficoltà, come gli incapienti.

E ancora, in tema di tassazione delle rendite. Direi che l'aumento della ritenuta irpef dal 20% al 26% sugli utili dei risparmi, anche dei piccoli risparmiatori e non solo dei grandi, rientra nelle facoltà della politica economica del Governo. Analogamente all'aumento dell'aliquota dall'11,5% al 20% sui fondi pensione. Ma per il futuro. Se un risparmiatore ha fatto una scelta anni prima tra varie forme di risparmio ed ha vincolato una somma sapendo di dover versare allo Stato una certa parte dei suoi interessi, che sono il guadagno sul suo investimento, si trova a doverne versare di più senza poter recedere dal vincolo. A saperlo prima, forse avrebbe fatto una scelta più conveniente. Questo è un caso di 'diritti acquisiti' per scelte già fatte in precedenza,che andrebbe rispettato.

Sul piano personale, Renzi può abbracciare chi vuole. E dell'opinione pubblica irrilevante non so che farmene. Io tengo alla mia :D

cardif
flaviomob
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Re: PURI E REAZIONARI

Messaggio da flaviomob »

Esatto. E' sbagliato accomunare i fondi pensione a forme di risparmio per privilegiati o comunque per chi può permetterselo. Hanno una funzione completamente diversa ed è assurdo tassarli in questa maniera, perché l'effetto di questo "prelievo" viene differito nel tempo e pagato quando una persona è più debole, cioè anziana, priva di lavoro, con un reddito ridotto.
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
aaaa42
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Re: PURI E REAZIONARI

Messaggio da aaaa42 »

caro e.t.
responsabilità di chi e verso cosa ?
diffendiamo il lavoro e non il posto di lavoro ?
queste ichinate chi te le ha insegnate. per altro le ichinate dicono difendiamo non il lavoro ma il lavoro dentro il mercato del lavoro.
sei tu danese ?
vedi la grecia dimostra che la strada è un altra.
in questo forum siamo in pochi ma abbiamo una storia la storia del 900,
siamo persone schierate, usiamo la dialettica come metodologia di elaborazione politica non usiamo la dialettica come oscurantismo reazionario progressista.
gli 80 euro sono un atto giuridicamente illegittimo nella pubblica amministrazione in quanto e in sostituzione della contrattazione sindacale sotto il profilo economico.
gli 80 euro potavano valere 400.000 nuovi posti di lavoro.
queste idee sono il frutto del 900 dei nostri padri e delle nostre madri,
sono il frutto delle culture marxiste e dei socialismi sono il frutto del solidarismo anche cattolico.
noi abbiamo dei padri e delle madri tu hai veltroni come padre e tony blair come madre.
se ti incontro cerchero di essere solidale con te .
camillobenso
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Re: PURI E REAZIONARI

Messaggio da camillobenso »

In quanto agli 80 euro, non vedo perché una detrazione fiscale, inserita nella riforma del cuneo fiscale, non debba essere considerata una misura strutturale, così come la riduzione percentuale dell’IRAP.

Io sono sospettosissimo nei confronti di Renzi, ma queste misure mi paiono,seppur timide, una tendenza sacrosanta in direzione della riduzione delle tasse sul lavoro. Ho apprezzato anche l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie.
Non ho ancora capito dove sta il trucco, ma è la prima volta che vengono approvate senza tanti drammi dei provvedimenti certamente di sinistra.
Il democristiano fiorentino, in fondo, si colloca nella scia delle vecchie politiche della sinistra DC, niente di rivoluzionario, ma pragmaticamente cattolico. Ed infinitamente superiore a quanto realizzato dai grandi propositi parolai della sinistra autentica, Landini dixit.

E.T.


Dipende da quale angolazione vediamo il problema, ma soprattutto l’obiettivo che ci vogliamo prefissare.

Le premesse.

1) La crisi in corso nel mondo Occidentale e che mette in crisi in modo particolare la Ue, inizia nel 2007 negli Usa, con il fallimento della Lehman Brothers

Da Wikipedia
La crisi dei mutui subprime[modifica | modifica wikitesto]

Nell'agosto 2007 la società ha chiuso la sua banca dedicata ai prestiti subprime, BNC Mortgage, eliminando 1.200 posti di lavoro in 23 sedi e registrando una perdita dopo le imposte di US$ 25 milioni e una riduzione di US$ 27 milioni del goodwill. Lehman ha dichiarato che le scadenti condizioni del mercato nel settore di mutui "hanno reso necessaria una sostanziale riduzione delle risorse e dell'impegno nell'area dei prestiti subprime".[31]
Nel 2008 Lehman ha affrontato una perdita senza precedenti per la persistente crisi dei mutui subprime. Tale perdita era apparentemente la conseguenza del mantenimento di ampie posizioni nel settore dei mutui subprime e di altri titoli a basso rating relativi alla cartolarizzazione di tali mutui; non è chiaro se Lehman l'abbia fatto perché semplicemente non è riuscita a vendere i titoli a basso rating in portafoglio, oppure a causa della decisione consapevole di mantenere tali posizioni. In ogni caso, vaste perdite si sono accumulate per tutto il 2008 sui titoli garantiti da mutui a basso rating. Nel secondo trimestre, Lehman ha registrato perdite per US$ 2,8 miliardi ed è stata obbligata a liquidare US$ 6 miliardi di attività.[32] Nel solo primo semestre del 2008, le azioni di Lehman hanno perso il 73% del loro valore, mentre il mercato del credito continuava a frenare.[32] Nell'agosto 2008, Lehman ha annunciato l'intenzione di ridurre del 6% la propria forza lavoro (1.500 persone) entro la data di presentazione dei risultati del terzo trimestre, a settembre.[32] Già a Luglio 2008 si prospettava l'insolvenza dell'istituto.[33] Il 22 agosto 2008 le azioni Lehman hanno chiuso con un progresso del 5% (16% nell'arco della settimana) grazie alle notizie secondo le quali la Korea Development Bank (controllata dallo stato) stava prendendo in considerazione l'acquisizione della banca.[34] La maggior parte di questi guadagni sono stati velocemente erosi non appena si è avuta notizia che la Korea Development Bank stava "fronteggiando difficoltà per soddisfare le autorità regolatrici e per attrarre partner nell'operazione".[35]Tutto è culminato il 9 settembre, quando le azioni sono affondate del 44,95% a US$ 7,79, dopo la notizia che la società statale sudcoreana ha posto le trattative in stand-by.[36]
L'erosione della fiducia degli investitori è proseguita quando le azioni Lehman hanno perso violentemente metà del loro valore spingendo l'indice S&P 500 giù del 3,4% il 9 settembre. Il Dow Jones ha perso 300 punti lo stesso giorno per la preoccupazione degli investitori riguardo alla solidità della banca.[37] Il governo degli Stati Uniti non ha annunciato alcun piano di intervento a soccorso di crisi finanziarie che dovessero riguardare Lehman.[38]
Il 10 settembre 2008 Lehman ha annunciato una perdita di US$ 3,9 miliardi e l'intenzione di liquidare una quota di maggioranza nelle loro attività di investment management, inclusa Neuberger Berman.[39][40] L'azione scivolò del 7% quel giorno.[40][41] Lehman, dopo aver inizialmente respinto ogni domanda riguardo alla vendita della società, annunciò di essere in cerca di un acquirente e il prezzo delle azioni cadde di un ulteriore 40% l'11 settembre 2008.[41]

La bancarotta[modifica | modifica wikitesto]
Il 13 settembre 2008 Timothy F. Geithner, presidente della Federal Reserve Bank di New York, convocò una riunione sul futuro di Lehman, inclusa la possibilità di una liquidazione d'emergenza delle sue attività.[42] In tale sede Lehman riferì che erano in corso trattative con Bank of America e Barclays per la possibile vendita della società.[42] Il 14 settembre 2008 sul The New York Times veniva pubblicato che Barclays aveva posto fine alla sua offerta per l'acquisto di tutta o parte di Lehman e che l'operazione per salvare la banca dalla liquidazione era naufragata.[43] I leader delle più grandi banche di Wall Street continuarono ad incontrarsi durante il giorno per prevenire il rapido fallimento della banca.[43] Il chiacchierato coinvolgimento di Bank of America sembrò anch'esso concludersi quando i regolatori federali si opposero alla sua richiesta che il governo si interessasse alla vendita di Lehman.[43] Sempre il 14 settembre 2008 il The New York Times riportava che Lehman si sarebbe avvalsa della protezione da bancarotta per la società capogruppo, Lehman Brothers Holdings, mantenendo le sue controllate solventi durante le procedure di bancarotta.[44] Un gruppo di società di Wall Street si è accordato per fornire capitali e assistenza finanziaria per le liquidazioni ordinarie della banca e la Federal Reserve, a sua volta, ha acconsentito allo scambio degli asset di qualità più bassa con prestiti ed altri aiuti da parte del governo.[44] La bancarotta di Lehman avrebbe rappresentato il più grande fallimento di una investment bank da quando Drexel Burnham Lambert crollò tra le accuse di frode 18 anni prima.[44] La International Swaps and Derivatives Association (ISDA) ha offerto una sessione straordinaria per domenica, 14 settembre 2008 per permettere agli operatori di mercato di fronteggiare le posizioni in vari derivati sulla base della bancarotta di Lehman in quella giornata.[45][46] Sebbene la richiesta di bancarotta sia stata fatta oltre quella scadenza, molti operatori stanno onorando i contratti chiusi nella sessione speciale.[47]
A New York, il 15 settembre 2008, poco prima dell'una del mattino, Lehman Brothers Holdings ha annunciato l'intenzione di avvalersi della protezione in caso di bancarotta di cui al Chapter 11, sebbene le proprie controllate continueranno ad operare normalmente.[48] La Borsa Australiana (Australian Securities Exchange - ASX) ha comunque sospeso la controllata australiana di Lehman dalla partecipazione al mercato, dopo che la stanza di compensazione aveva chiuso tutti i contratti con la società.[49]
Le azioni Lehman Brothers sono crollate dell'80% nella fase di pre-apertura alla Borsa di New York.[50][51] Il 15 settembre 2008 l'indice Dow Jones ha chiuso in ribasso di 500 punti, realizzando la più grande caduta da quella che era seguita agli attacchi dell'11 settembre 2001.[52] Le condizioni della sala contrattazioni di Lehman quel giorno apparivano pessime: un terzo della forza vendita era assente e quelli che c'erano avevano portato i loro curricula vitae, insieme a pizza, birra e tequila.[53]
Nel Regno Unito, la banca d'affari è entrata in amministrazione controllata con PricewaterhouseCoopers designata come amministratore.[54] Il 16 settembre 2008 la succursale giapponese, Lehman Brothers Japan Inc., e la sua controllante hanno presentato alla Corte del Distretto di Tokyo la richiesta per avvalersi della legge sulla riorganizzazione pilotata in caso di crisi aziendale.[55]
Il fallimento di Lehman è il più grande nella storia delle bancarotte mondiali. Lehman ha superato infatti il crac di WorldCom, il gruppo telefonico che finì in amministrazione controllata nel 2002. Lehman ha un debito pari a circa 613 miliardi di dollari. Ora i 26.000 dipendenti perderanno probabilmente il posto di lavoro. Lehman in Europa conta su 6 mila dipendenti. Nelle sedi italiane i dipendenti sarebbero complessivamente 140, di cui 120 operativi a Milano e i restanti 20 a Roma[56].
Richard Fuld, l'amministratore della banca, aveva da tempo presentato dei falsi bilanci e negli ultimi dieci anni aveva versato 300 mila dollari a deputati e senatori del congresso americano per corromperli è stato messo sotto inchiesta da altri membri del congresso stesso[57].
Il 6 marzo 2012, 1.268 giorni dopo il crack, Lehman Brothers Holdings, quello che resta dalla liquidazione del colosso bancario fallito durante la crisi del 2008, esce dal Chapter 11, ovvero dall'amministrazione controllata da 639 miliardi di dollari. La società cominciò a rimborsare i creditori il successivo 17 aprile, chiudendo in questo modo un capitolo iniziato il 15 settembre 2008, quando Lehman è collassata dando inizio alla crisi finanziaria globale. Ora, 1.268 giorni dopo, comincerà a distribuire ai creditori circa 65 miliardi di dollari, a fronte di richieste per oltre 300 miliardi. "Siamo fieri di annunciare che Lehman è uscita dal Chapter 11 e inizia la parte finale della distribuzione di fondi ai creditori", ha detto John Suckow in un comunicato. Il tribunale fallimentare aveva approvato il piano di rimborso nel dicembre precedente. Il nuovo consiglio di amministrazione, tra le varie cose, continuò con la liquidazione di asset.[58]

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