Come se ne viene fuori ?
Re: Come se ne viene fuori ?
Gli amici di Angela Merkel
di PierGiorgio Gawronski | 27 aprile 2012
Mario Monti è pienamente coinvolto nel fallimento diagnostico della crisi, e nel “Grand Plan” delle destre europee per smantellare le rigidità dell’offerta, “il modello sociale europeo” (Draghi), e per bloccare le politiche di stabilizzazione della domanda (il “Fiscal Compact” è pro-ciclico). Con la manovra di bilancio di fine 2011, ha fornito alla BCE l’occasione di “salvare l’Italia”; per ora. Ma da allora cavalca la polemica contro la “governance europea inadeguata” per disinnescarla: alla Germania ha chiesto liberalizzazioni, non reflazione; e un Fondo Salva Stati la cui irrilevanza – fosse stato anche di 1000 MLD- è sotto gli occhi di tutti. In Finlandia ha detto che “La priorità comune è la crescita, e la ricetta è chiara: riforme strutturali!”. Si prepara ora un’altra truffa mediatica incentrata sulla parola “crescita”: noi intendiamo redditi e occupazione, loro la “crescita potenziale” (non reale!). Tradotto vuol dire: liberalizzazioni e miseria.
Monti guadagna oltre un milione all’anno: può permettersi di inseguire il sogno di un’Europa “flessibile” e deflazionista; la gente comune, no. È urgente imprimere una svolta alla politica economica. Siamo anche noi liberisti ma, prima di tutto, patrioti.
PS.
Complimenti a Fassina e Bersani. Il vuoto lasciato dal PD sta portando i partiti a sinistra oltre il 27% ! Non solo suicidano l’Europa, anche se stessi! Chapeau alla coerenza! Monti & Merkel progettano di isolare Hollande, per disinnescarlo grazie a una manciata di Eurobond; evitando così di ridiscutere lo Statuto della BCE e il Fiscal Compact: la loro Europa. Il PD sosterrà lealmente questa strategia?
Presidente: lasci votare! Se il popolo deve finire in padella o nella brace, almeno che si scelga lui il suo destino; la situazione è del tutto nuova, rispetto al 2008. Nel 2013 la crisi sarà più grave e la coesione sociale al minimo: non l’ideale per un voto sereno. Il populismo chiederà l’uscita dall’Euro: e non si potrà più dare loro torto. Il tempo lavora contro la stabilità del sistema, e dei micro-sistemi sottostanti (famiglie, ecc.).
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04 ... el/210015/
di PierGiorgio Gawronski | 27 aprile 2012
Mario Monti è pienamente coinvolto nel fallimento diagnostico della crisi, e nel “Grand Plan” delle destre europee per smantellare le rigidità dell’offerta, “il modello sociale europeo” (Draghi), e per bloccare le politiche di stabilizzazione della domanda (il “Fiscal Compact” è pro-ciclico). Con la manovra di bilancio di fine 2011, ha fornito alla BCE l’occasione di “salvare l’Italia”; per ora. Ma da allora cavalca la polemica contro la “governance europea inadeguata” per disinnescarla: alla Germania ha chiesto liberalizzazioni, non reflazione; e un Fondo Salva Stati la cui irrilevanza – fosse stato anche di 1000 MLD- è sotto gli occhi di tutti. In Finlandia ha detto che “La priorità comune è la crescita, e la ricetta è chiara: riforme strutturali!”. Si prepara ora un’altra truffa mediatica incentrata sulla parola “crescita”: noi intendiamo redditi e occupazione, loro la “crescita potenziale” (non reale!). Tradotto vuol dire: liberalizzazioni e miseria.
Monti guadagna oltre un milione all’anno: può permettersi di inseguire il sogno di un’Europa “flessibile” e deflazionista; la gente comune, no. È urgente imprimere una svolta alla politica economica. Siamo anche noi liberisti ma, prima di tutto, patrioti.
PS.
Complimenti a Fassina e Bersani. Il vuoto lasciato dal PD sta portando i partiti a sinistra oltre il 27% ! Non solo suicidano l’Europa, anche se stessi! Chapeau alla coerenza! Monti & Merkel progettano di isolare Hollande, per disinnescarlo grazie a una manciata di Eurobond; evitando così di ridiscutere lo Statuto della BCE e il Fiscal Compact: la loro Europa. Il PD sosterrà lealmente questa strategia?
Presidente: lasci votare! Se il popolo deve finire in padella o nella brace, almeno che si scelga lui il suo destino; la situazione è del tutto nuova, rispetto al 2008. Nel 2013 la crisi sarà più grave e la coesione sociale al minimo: non l’ideale per un voto sereno. Il populismo chiederà l’uscita dall’Euro: e non si potrà più dare loro torto. Il tempo lavora contro la stabilità del sistema, e dei micro-sistemi sottostanti (famiglie, ecc.).
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04 ... el/210015/
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Re: Come se ne viene fuori ?
Di disastro in disastro si sta consumando la tragedia italiana.
La copertina de L’Espresso in edicola ieri presenta la foto di Monti con la scritta: SE NON CE LA FA NEANCHE LUI.
Inizialmente, quando Monti è stato nominato premier al posto del cavalier B., nel Pd e nel Cs in generale si è registrata una soddisfazione generale per l’allontanamento del vecchio satrapo senza accorgersi che si stava cadendo dalla padella alla brace.
Quando un mese prima dell’incarico quella peperina della Gruber gli chiede quali provvedimenti avrebbe preso se fosse diventato primo ministro, Mario Monti rispose: <<Darà un dispiacere alla sinistra con la riforma delle pensioni,….e darò un dispiacere alla destra con la patrimoniale>>.
Mario Monti non è stato di parola. La riforma delle pensioni l’ha portata a termine ma non intende affatto porre mano alla patrimoniale.
Da qui, e non solo, nasce l’errore economico della manovra Monti. Secondo Panorama (http://m.panorama.it/noticia.asp?nid=797925&cid=714) il risparmio dello Stato per quest’anno è di 6 miliardi di euro, 2,9 per La Repubblica ed altri. Ma largheggiamo e facciamo i grandi andando incontro a Monti e prendiamo per buono il dato di 6 miliardi.
Plauso degli istituti internazionali ed europei, oltre che dai partiti dell’ammucchiata.
Abbiamo perso cinque mesi ed oggi Monti si mette a parlare di crescita. Troppo tardi, doveva mettere in cantiere subito la patrimoniale.
E’ pur vero che ha dovuto subire il ricatto di Berlusconi sulla patrimoniale con la minaccia esplicita della caduta del governo appena costituito, ma la situazione era così grave da dover superare l’ostacolo berlusconiano, pena il fallimento della manovra economico finanziaria nei mesi successivi.
Monti appena nominato godeva del 71 % del consenso degli italiani. Bastava fare un discorso alla nazione e il Paese avrebbe compreso e il suo indice di gradimento sarebbe salito.
Il Professore invece ha preferito subire il ricatto e adottare una politica dei piccoli passi, come sostiene anche Massimo Riva.
Adesso anche il quotidiano che maggiormente ha sostenuto Monti si rende conto dell’errore.
Massimo Mucchetti del Corriere della Sera aveva valutato la patrimoniale tra i 200 e i 300 miliardi di euro.
Stiamo dalla parte della ragione e accontentiamoci dei 200 miliardi in modo che la patrimoniale rimanesse circoscritta ai quartieri alti. Duecento miliardi da mettere nelle casse dello Stato in breve tempo, perché la disponibilità in alto esiste.
Invece Monti si è accontentato di un risparmio di 6 miliardi in un anno. Evidente che i conti non tornano.
Ieri Briguglio, Fli, ad Agorà ha ripreso il tema dei soldi che lo Stato da in beneficienza agli industriali amici, citando la quota di 40 miliardi. Questa è una cifra controversa in quanto il giornalista di Panorama, Marco Cobianchi, nel suo libro “Mani bucate” riporta 30 mld, (qui, http://www.chiarelettere.it/libro/princ ... bucate.php è possibile visionare parte del libro) e Crosetto del Pdl a Piazzapulita nell’autunno scorso ha dichiarato che l’importo è pari a 80 mld. Anche qui stiamo dalla parte della ragione e accettiamo 30 mld. Ma come faceva notare anche Briguglio, questo denaro viene dato alle imprese amiche, che evidentemente ricambiano e non alle imprese che effettivamente ne hanno bisogno.
Sono in sostanza 30 miliardi a favore di Monti, solo se lo volesse. Destra e sinistra concordano che si possono vendere 300 miliardi del patrimonio dello Stato. Anche se questo dovesse avvenire nell’arco di un anno sarebbe tutto di guadagnato.
C’è molto altro da analizzare, ma questo basta per avere a disposizione denaro a sufficienza sia per rilanciare l’economia che per tamponare i buchi di bilancio.
Non c’è niente da fare, Monti non ne vuol sapere e preferisce continuare con la manovra Tremonti – Berlusconi che la Ragioneria dello Stato ha valutato in 56 miliardi di tasse e nella sua manovra da 30 miliardi di tasse.
Che siano sbagliate le manovre era evidente anche ai sassi eccetto ai partiti dell’ammucchiata, ma questo all’economista Monti non risultava. E’ dovuto intervenire il presidente della Corte dei Conti, Giampaolino
http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... -33816721/
per fare presente che siamo in presenza di troppe tasse: Corte dei Conti: "Troppe tasse in Def"
Passera sta superando i 5 mesi per le frequenze, mentre erano soldi che dovevano essere portati a casa subito.
Ma il dramma è proprio questo la destra sbarra tutti questi provvedimenti e Monti non ha mai avuto la forza d’imporsi tacitandola.
Gawronski chiede di andare ad elezioni. Lo hanno chiesto anche peanuts e Joblack sul forum.
Al giornalista del Il Fatto Quotidiano non posso chiederlo, ma agli amici peanuts e Joblack, si.
Come possiamo andare ad elezione con questi politici falliti?
Non è stato fatto nulla nel Cs per affrontare il rinnovamento dei quadri. Bersani questa settimana ha dichiarato che il Pd è un usato sicuro. In pratica un’autentica follia.
Con chi andiamo al governo se non ci sono gli uomini?
Non possiamo risolvere la crisi con i D’Alema, Veltroni, Bersani, Letta, Turco, Bindi, Gentiloni, Fioroni, Latorre. Citando Grillo queste sono delle autentiche salme e il Pd è un Partito defunto.
Siamo nel mezzo di una tragedia senza via d’uscita.
La copertina de L’Espresso in edicola ieri presenta la foto di Monti con la scritta: SE NON CE LA FA NEANCHE LUI.
Inizialmente, quando Monti è stato nominato premier al posto del cavalier B., nel Pd e nel Cs in generale si è registrata una soddisfazione generale per l’allontanamento del vecchio satrapo senza accorgersi che si stava cadendo dalla padella alla brace.
Quando un mese prima dell’incarico quella peperina della Gruber gli chiede quali provvedimenti avrebbe preso se fosse diventato primo ministro, Mario Monti rispose: <<Darà un dispiacere alla sinistra con la riforma delle pensioni,….e darò un dispiacere alla destra con la patrimoniale>>.
Mario Monti non è stato di parola. La riforma delle pensioni l’ha portata a termine ma non intende affatto porre mano alla patrimoniale.
Da qui, e non solo, nasce l’errore economico della manovra Monti. Secondo Panorama (http://m.panorama.it/noticia.asp?nid=797925&cid=714) il risparmio dello Stato per quest’anno è di 6 miliardi di euro, 2,9 per La Repubblica ed altri. Ma largheggiamo e facciamo i grandi andando incontro a Monti e prendiamo per buono il dato di 6 miliardi.
Plauso degli istituti internazionali ed europei, oltre che dai partiti dell’ammucchiata.
Abbiamo perso cinque mesi ed oggi Monti si mette a parlare di crescita. Troppo tardi, doveva mettere in cantiere subito la patrimoniale.
E’ pur vero che ha dovuto subire il ricatto di Berlusconi sulla patrimoniale con la minaccia esplicita della caduta del governo appena costituito, ma la situazione era così grave da dover superare l’ostacolo berlusconiano, pena il fallimento della manovra economico finanziaria nei mesi successivi.
Monti appena nominato godeva del 71 % del consenso degli italiani. Bastava fare un discorso alla nazione e il Paese avrebbe compreso e il suo indice di gradimento sarebbe salito.
Il Professore invece ha preferito subire il ricatto e adottare una politica dei piccoli passi, come sostiene anche Massimo Riva.
Adesso anche il quotidiano che maggiormente ha sostenuto Monti si rende conto dell’errore.
Massimo Mucchetti del Corriere della Sera aveva valutato la patrimoniale tra i 200 e i 300 miliardi di euro.
Stiamo dalla parte della ragione e accontentiamoci dei 200 miliardi in modo che la patrimoniale rimanesse circoscritta ai quartieri alti. Duecento miliardi da mettere nelle casse dello Stato in breve tempo, perché la disponibilità in alto esiste.
Invece Monti si è accontentato di un risparmio di 6 miliardi in un anno. Evidente che i conti non tornano.
Ieri Briguglio, Fli, ad Agorà ha ripreso il tema dei soldi che lo Stato da in beneficienza agli industriali amici, citando la quota di 40 miliardi. Questa è una cifra controversa in quanto il giornalista di Panorama, Marco Cobianchi, nel suo libro “Mani bucate” riporta 30 mld, (qui, http://www.chiarelettere.it/libro/princ ... bucate.php è possibile visionare parte del libro) e Crosetto del Pdl a Piazzapulita nell’autunno scorso ha dichiarato che l’importo è pari a 80 mld. Anche qui stiamo dalla parte della ragione e accettiamo 30 mld. Ma come faceva notare anche Briguglio, questo denaro viene dato alle imprese amiche, che evidentemente ricambiano e non alle imprese che effettivamente ne hanno bisogno.
Sono in sostanza 30 miliardi a favore di Monti, solo se lo volesse. Destra e sinistra concordano che si possono vendere 300 miliardi del patrimonio dello Stato. Anche se questo dovesse avvenire nell’arco di un anno sarebbe tutto di guadagnato.
C’è molto altro da analizzare, ma questo basta per avere a disposizione denaro a sufficienza sia per rilanciare l’economia che per tamponare i buchi di bilancio.
Non c’è niente da fare, Monti non ne vuol sapere e preferisce continuare con la manovra Tremonti – Berlusconi che la Ragioneria dello Stato ha valutato in 56 miliardi di tasse e nella sua manovra da 30 miliardi di tasse.
Che siano sbagliate le manovre era evidente anche ai sassi eccetto ai partiti dell’ammucchiata, ma questo all’economista Monti non risultava. E’ dovuto intervenire il presidente della Corte dei Conti, Giampaolino
http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... -33816721/
per fare presente che siamo in presenza di troppe tasse: Corte dei Conti: "Troppe tasse in Def"
Passera sta superando i 5 mesi per le frequenze, mentre erano soldi che dovevano essere portati a casa subito.
Ma il dramma è proprio questo la destra sbarra tutti questi provvedimenti e Monti non ha mai avuto la forza d’imporsi tacitandola.
Gawronski chiede di andare ad elezioni. Lo hanno chiesto anche peanuts e Joblack sul forum.
Al giornalista del Il Fatto Quotidiano non posso chiederlo, ma agli amici peanuts e Joblack, si.
Come possiamo andare ad elezione con questi politici falliti?
Non è stato fatto nulla nel Cs per affrontare il rinnovamento dei quadri. Bersani questa settimana ha dichiarato che il Pd è un usato sicuro. In pratica un’autentica follia.
Con chi andiamo al governo se non ci sono gli uomini?
Non possiamo risolvere la crisi con i D’Alema, Veltroni, Bersani, Letta, Turco, Bindi, Gentiloni, Fioroni, Latorre. Citando Grillo queste sono delle autentiche salme e il Pd è un Partito defunto.
Siamo nel mezzo di una tragedia senza via d’uscita.
Re: Come se ne viene fuori ?
a) votare per l'ennesima volta turandosi ogni orifizio e sperare di recuperare più di quanto dicono i sondaggi ( 30% ????) e poi sperare che le "salme" diano vita a riforme "come ce le aspetteremmo".
( ma la contraddizione è già evidente , le salme non possono generare alcunchè, il tempo di fare riforme - ahhh il conflitto d'interessi - lo hanno avuto e anche loro hanno glissato concentrandosi su fantomatiche priorità.... etc etc )
b) buttarsi a pesce su un eventuale "soggetto politico nuovo " che si dica pronto al compito e riuscire a spezzare l'incantesimo ABC . voto utile, voto inutile chi può giudicarlo ?
forse ci aspettano tempi in cui l'esecutivo sarà molto frammentato e i governi cadranno ad ogni piè sospinto....
concordo col pessimismo di cui sopra.
( ma la contraddizione è già evidente , le salme non possono generare alcunchè, il tempo di fare riforme - ahhh il conflitto d'interessi - lo hanno avuto e anche loro hanno glissato concentrandosi su fantomatiche priorità.... etc etc )
b) buttarsi a pesce su un eventuale "soggetto politico nuovo " che si dica pronto al compito e riuscire a spezzare l'incantesimo ABC . voto utile, voto inutile chi può giudicarlo ?
forse ci aspettano tempi in cui l'esecutivo sarà molto frammentato e i governi cadranno ad ogni piè sospinto....
concordo col pessimismo di cui sopra.
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Re: Come se ne viene fuori ?
E' un pò difficile pensare che non faremo la fine della Grecia
Non si possono accettare misure di questo genere in una fase di recessione in quanto si avvita sempre di più la spirale recessiva.
L'aumento dell'energia elettrica comporta automaticamente meno soldi in tasca alle famiglie che pagano due volte questo aumento, in modo diretto sulla bolletta di casa ed in modo indiretto dall'inevitavibe aumento dei prezzi al consumo.
Come per l'aumento dei carburanti i ritocchi ai prezzi lo fanno le aziende che trattano le materie prime, poi le aziende che lavorano e realizzano il prodotto, ed infine le aziende che lo commercializzano. Per alcuni prodotti quindi tre aumenti per lo stesso prodotto, perché in questa fase nessuno è intenzionato a soccombere. Anche i ritocchini singoli alla fine corrispondono ad un ritoccone finale.
Ergo calano i consumi e di conseguenza cala la produzione industriale che allarma tutti visti i dati del primo trimestre.
Ma anche i costi dei nostri prodotti verso l'estero ne risentono.
Un amico Pd, montiano, oggi un pò più morbido di fronte a questo sfacelo, una ventina di giorni fa mi elencava una serie di vie da intraprendere per risanare il Paese, ma tutte, inevitabilmente, per essere realizzabili in concreto, portavano alla presenza del generale Maletti.
Aumenta la luce del 4,3%: stangata da 2.200 euro
di Valerio Raspelli | Scatta il secondo aumento delle tariffe elettriche. Da martedì primo maggio, la bolletta della luce sarà più cara del 4,3%, con un aggravio annuo di oltre 21 euro. A pesare sono gli incentivi alle rinnovabili. Dopo l'aumento della luce, Adusbef e Federconsumatori: tra rialzi di benzina, tariffe energetiche, alimentari, Iva, servizi bancari, trasporto pubblico locale, e con l'introduzione dell'Imu, un aumento di 2.201 euro.
Di Valerio Raspelli 28 aprile 2012 - Scatta il secondo atteso aumento delle tariffe elettriche. Da martedì primo maggio, la bolletta della luce sarà più cara del 4,3%, con un aggravio annuo di oltre 21 euro. A pesare sono - come previsto - gli incentivi alle rinnovabili, gli stessi che il governo si è impegnato a ridurre a partire dal prossimo autunno, dopo il boom degli ultimi anni che ha inciso fortemente sulla spesa energetica delle famiglie. L’adeguamento conferma sostanzialmente le stime dello scorso 30 marzo (+4% circa).
L’Autorità per l’energia aveva allora approvato l’aggiornamento del secondo trimestre 2012 per le sole componenti legate alla materia prima, alle tariffe di rete e agli oneri di dispacciamento, determinando un aumento dal primo aprile del 5,8% (con un aggravio di 27 euro) e annunciando che alla fine del mese si sarebbe reso necessario un ulteriore incremento per il periodo maggio-giugno a copertura della cosiddetta componente A3 della bolletta, quella cioè in cui vengono traslati sulle utenze elettriche i costi degli incentivi alle rinnovabili. «L’obiettivo di allora - ha spiegato il presidente dell’ Autorità Guido Bortoni - era di richiamare l’attenzione dei decisori pubblici sulla necessità di rivedere alcuni parametri dei meccanismi di incentivazione, in quanto alcuni indicatori della politica energetica erano quasi raggiunti. Da quel momento, il decisore pubblico ha avviato un processo per una rinnovata programmazione degli incentivi».
Con l’obiettivo dichiarato di evitare futuri ulteriori balzi della bolletta, il ministero dello Sviluppo economico, di concerto con quello dell’Ambiente e dell’Agricoltura, ha infatti messo a punto a metà aprile i nuovi decreti per l’incentivazione delle fonti rinnovabili, che prevedono il risparmio di 3 miliardi di euro all’anno rispetto al precedente regime, con un drastico ridimensionamento soprattutto dei sostegni al fotovoltaico. A qualcosa, insomma, la mossa dell’Autorità sembra essere servita, anche se per le famiglie italiane il 2012 si annuncia ormai come un anno di esborsi crescenti. L’ aumento delle tariffe energetiche non è infatti l’unico con cui fare i conti. In ballo ci sono anche i carichi fiscali, vecchi e nuovi (dall’Imu all’ atteso aumento dell’Iva), e i rialzi generalizzati dei prezzi (dalla benzina agli alimentari) che porteranno, secondo i consumatori, ad una stangata di oltre 2.200 euro l’anno. Prezzi più alti La voce più consistente sarà proprio quella della tassa sulla casa, che Adusbef e Federconsumatori stimano in media in 405 euro, a cui si aggiungono i rialzi degli alimentari (+392 euro), della luce (+110 euro), del gas (+113 euro), della benzina +252 euro e così via. «È un risultato drammatico. Si tratta di aumenti insostenibili - affermano le associazioni - che determineranno pesantissime ricadute sullo stile di vita delle famiglie e sull’intera economia».
Se gli utenti non ridono le società invece sorridono eccome. L’assemblea di Enel Green Power ha approvato il bilancio 2011 e la distribuzione di un dividendo di 2,48 centesimi di euro ad azione, con stacco cedola il 21 maggio e pagamento il 24. Il gruppo ha chiuso il 2011 con ricavi di 2,53 miliardi di euro, in aumento dell’11%, ebitda di 1,58 miliardi (+21%) e utile netto ordinario di 412 milioni, in calo dell’8,8% rispetto al 2010. La contrazione è stata determinata dall’inasprimento della Robin Hood Tax e dal venir meno dell’agevolazione temporanea della Tremonti-ter. L’Eni per sua parte preme sull’acceleratore della redditività e archivia il primo trimestre dell’anno con risultati in robusta crescita. Il gruppo del cane a sei zampe mostra un utile netto di 3,62 miliardi di euro con una progressione del 42% sull’analogo periodo del 2011 a fronte di un utile operativo in crescita del 27% a 6,45 miliardi di euro
L'Unità
Non si possono accettare misure di questo genere in una fase di recessione in quanto si avvita sempre di più la spirale recessiva.
L'aumento dell'energia elettrica comporta automaticamente meno soldi in tasca alle famiglie che pagano due volte questo aumento, in modo diretto sulla bolletta di casa ed in modo indiretto dall'inevitavibe aumento dei prezzi al consumo.
Come per l'aumento dei carburanti i ritocchi ai prezzi lo fanno le aziende che trattano le materie prime, poi le aziende che lavorano e realizzano il prodotto, ed infine le aziende che lo commercializzano. Per alcuni prodotti quindi tre aumenti per lo stesso prodotto, perché in questa fase nessuno è intenzionato a soccombere. Anche i ritocchini singoli alla fine corrispondono ad un ritoccone finale.
Ergo calano i consumi e di conseguenza cala la produzione industriale che allarma tutti visti i dati del primo trimestre.
Ma anche i costi dei nostri prodotti verso l'estero ne risentono.
Un amico Pd, montiano, oggi un pò più morbido di fronte a questo sfacelo, una ventina di giorni fa mi elencava una serie di vie da intraprendere per risanare il Paese, ma tutte, inevitabilmente, per essere realizzabili in concreto, portavano alla presenza del generale Maletti.
Aumenta la luce del 4,3%: stangata da 2.200 euro
di Valerio Raspelli | Scatta il secondo aumento delle tariffe elettriche. Da martedì primo maggio, la bolletta della luce sarà più cara del 4,3%, con un aggravio annuo di oltre 21 euro. A pesare sono gli incentivi alle rinnovabili. Dopo l'aumento della luce, Adusbef e Federconsumatori: tra rialzi di benzina, tariffe energetiche, alimentari, Iva, servizi bancari, trasporto pubblico locale, e con l'introduzione dell'Imu, un aumento di 2.201 euro.
Di Valerio Raspelli 28 aprile 2012 - Scatta il secondo atteso aumento delle tariffe elettriche. Da martedì primo maggio, la bolletta della luce sarà più cara del 4,3%, con un aggravio annuo di oltre 21 euro. A pesare sono - come previsto - gli incentivi alle rinnovabili, gli stessi che il governo si è impegnato a ridurre a partire dal prossimo autunno, dopo il boom degli ultimi anni che ha inciso fortemente sulla spesa energetica delle famiglie. L’adeguamento conferma sostanzialmente le stime dello scorso 30 marzo (+4% circa).
L’Autorità per l’energia aveva allora approvato l’aggiornamento del secondo trimestre 2012 per le sole componenti legate alla materia prima, alle tariffe di rete e agli oneri di dispacciamento, determinando un aumento dal primo aprile del 5,8% (con un aggravio di 27 euro) e annunciando che alla fine del mese si sarebbe reso necessario un ulteriore incremento per il periodo maggio-giugno a copertura della cosiddetta componente A3 della bolletta, quella cioè in cui vengono traslati sulle utenze elettriche i costi degli incentivi alle rinnovabili. «L’obiettivo di allora - ha spiegato il presidente dell’ Autorità Guido Bortoni - era di richiamare l’attenzione dei decisori pubblici sulla necessità di rivedere alcuni parametri dei meccanismi di incentivazione, in quanto alcuni indicatori della politica energetica erano quasi raggiunti. Da quel momento, il decisore pubblico ha avviato un processo per una rinnovata programmazione degli incentivi».
Con l’obiettivo dichiarato di evitare futuri ulteriori balzi della bolletta, il ministero dello Sviluppo economico, di concerto con quello dell’Ambiente e dell’Agricoltura, ha infatti messo a punto a metà aprile i nuovi decreti per l’incentivazione delle fonti rinnovabili, che prevedono il risparmio di 3 miliardi di euro all’anno rispetto al precedente regime, con un drastico ridimensionamento soprattutto dei sostegni al fotovoltaico. A qualcosa, insomma, la mossa dell’Autorità sembra essere servita, anche se per le famiglie italiane il 2012 si annuncia ormai come un anno di esborsi crescenti. L’ aumento delle tariffe energetiche non è infatti l’unico con cui fare i conti. In ballo ci sono anche i carichi fiscali, vecchi e nuovi (dall’Imu all’ atteso aumento dell’Iva), e i rialzi generalizzati dei prezzi (dalla benzina agli alimentari) che porteranno, secondo i consumatori, ad una stangata di oltre 2.200 euro l’anno. Prezzi più alti La voce più consistente sarà proprio quella della tassa sulla casa, che Adusbef e Federconsumatori stimano in media in 405 euro, a cui si aggiungono i rialzi degli alimentari (+392 euro), della luce (+110 euro), del gas (+113 euro), della benzina +252 euro e così via. «È un risultato drammatico. Si tratta di aumenti insostenibili - affermano le associazioni - che determineranno pesantissime ricadute sullo stile di vita delle famiglie e sull’intera economia».
Se gli utenti non ridono le società invece sorridono eccome. L’assemblea di Enel Green Power ha approvato il bilancio 2011 e la distribuzione di un dividendo di 2,48 centesimi di euro ad azione, con stacco cedola il 21 maggio e pagamento il 24. Il gruppo ha chiuso il 2011 con ricavi di 2,53 miliardi di euro, in aumento dell’11%, ebitda di 1,58 miliardi (+21%) e utile netto ordinario di 412 milioni, in calo dell’8,8% rispetto al 2010. La contrazione è stata determinata dall’inasprimento della Robin Hood Tax e dal venir meno dell’agevolazione temporanea della Tremonti-ter. L’Eni per sua parte preme sull’acceleratore della redditività e archivia il primo trimestre dell’anno con risultati in robusta crescita. Il gruppo del cane a sei zampe mostra un utile netto di 3,62 miliardi di euro con una progressione del 42% sull’analogo periodo del 2011 a fronte di un utile operativo in crescita del 27% a 6,45 miliardi di euro
L'Unità
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Re: Come se ne viene fuori ?
camillobenso ha scritto:Di disastro in disastro si sta consumando la tragedia italiana.
La copertina de L’Espresso in edicola ieri presenta la foto di Monti con la scritta: SE NON CE LA FA NEANCHE LUI.
Inizialmente, quando Monti è stato nominato premier al posto del cavalier B., nel Pd e nel Cs in generale si è registrata una soddisfazione generale per l’allontanamento del vecchio satrapo senza accorgersi che si stava cadendo dalla padella alla brace.
Quando un mese prima dell’incarico quella peperina della Gruber gli chiede quali provvedimenti avrebbe preso se fosse diventato primo ministro, Mario Monti rispose: <<Darà un dispiacere alla sinistra con la riforma delle pensioni,….e darò un dispiacere alla destra con la patrimoniale>>.
Mario Monti non è stato di parola. La riforma delle pensioni l’ha portata a termine ma non intende affatto porre mano alla patrimoniale.
Da qui, e non solo, nasce l’errore economico della manovra Monti. Secondo Panorama (http://m.panorama.it/noticia.asp?nid=797925&cid=714) il risparmio dello Stato per quest’anno è di 6 miliardi di euro, 2,9 per La Repubblica ed altri. Ma largheggiamo e facciamo i grandi andando incontro a Monti e prendiamo per buono il dato di 6 miliardi.
Plauso degli istituti internazionali ed europei, oltre che dai partiti dell’ammucchiata.
Abbiamo perso cinque mesi ed oggi Monti si mette a parlare di crescita. Troppo tardi, doveva mettere in cantiere subito la patrimoniale.
E’ pur vero che ha dovuto subire il ricatto di Berlusconi sulla patrimoniale con la minaccia esplicita della caduta del governo appena costituito, ma la situazione era così grave da dover superare l’ostacolo berlusconiano, pena il fallimento della manovra economico finanziaria nei mesi successivi.
Monti appena nominato godeva del 71 % del consenso degli italiani. Bastava fare un discorso alla nazione e il Paese avrebbe compreso e il suo indice di gradimento sarebbe salito.
Il Professore invece ha preferito subire il ricatto e adottare una politica dei piccoli passi, come sostiene anche Massimo Riva.
Adesso anche il quotidiano che maggiormente ha sostenuto Monti si rende conto dell’errore.
Massimo Mucchetti del Corriere della Sera aveva valutato la patrimoniale tra i 200 e i 300 miliardi di euro.
Stiamo dalla parte della ragione e accontentiamoci dei 200 miliardi in modo che la patrimoniale rimanesse circoscritta ai quartieri alti. Duecento miliardi da mettere nelle casse dello Stato in breve tempo, perché la disponibilità in alto esiste.
Invece Monti si è accontentato di un risparmio di 6 miliardi in un anno. Evidente che i conti non tornano.
Ieri Briguglio, Fli, ad Agorà ha ripreso il tema dei soldi che lo Stato da in beneficienza agli industriali amici, citando la quota di 40 miliardi. Questa è una cifra controversa in quanto il giornalista di Panorama, Marco Cobianchi, nel suo libro “Mani bucate” riporta 30 mld, (qui, http://www.chiarelettere.it/libro/princ ... bucate.php è possibile visionare parte del libro) e Crosetto del Pdl a Piazzapulita nell’autunno scorso ha dichiarato che l’importo è pari a 80 mld. Anche qui stiamo dalla parte della ragione e accettiamo 30 mld. Ma come faceva notare anche Briguglio, questo denaro viene dato alle imprese amiche, che evidentemente ricambiano e non alle imprese che effettivamente ne hanno bisogno.
Sono in sostanza 30 miliardi a favore di Monti, solo se lo volesse. Destra e sinistra concordano che si possono vendere 300 miliardi del patrimonio dello Stato. Anche se questo dovesse avvenire nell’arco di un anno sarebbe tutto di guadagnato.
C’è molto altro da analizzare, ma questo basta per avere a disposizione denaro a sufficienza sia per rilanciare l’economia che per tamponare i buchi di bilancio.
Non c’è niente da fare, Monti non ne vuol sapere e preferisce continuare con la manovra Tremonti – Berlusconi che la Ragioneria dello Stato ha valutato in 56 miliardi di tasse e nella sua manovra da 30 miliardi di tasse.
Che siano sbagliate le manovre era evidente anche ai sassi eccetto ai partiti dell’ammucchiata, ma questo all’economista Monti non risultava. E’ dovuto intervenire il presidente della Corte dei Conti, Giampaolino
http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... -33816721/
per fare presente che siamo in presenza di troppe tasse: Corte dei Conti: "Troppe tasse in Def"
Passera sta superando i 5 mesi per le frequenze, mentre erano soldi che dovevano essere portati a casa subito.
Ma il dramma è proprio questo la destra sbarra tutti questi provvedimenti e Monti non ha mai avuto la forza d’imporsi tacitandola.
Gawronski chiede di andare ad elezioni. Lo hanno chiesto anche peanuts e Joblack sul forum.
Al giornalista del Il Fatto Quotidiano non posso chiederlo, ma agli amici peanuts e Joblack, si.
Come possiamo andare ad elezione con questi politici falliti?
Non è stato fatto nulla nel Cs per affrontare il rinnovamento dei quadri. Bersani questa settimana ha dichiarato che il Pd è un usato sicuro. In pratica un’autentica follia.
Con chi andiamo al governo se non ci sono gli uomini?
Non possiamo risolvere la crisi con i D’Alema, Veltroni, Bersani, Letta, Turco, Bindi, Gentiloni, Fioroni, Latorre. Citando Grillo queste sono delle autentiche salme e il Pd è un Partito defunto.
Siamo nel mezzo di una tragedia senza via d’uscita.
@camillobenso
Grazie per il tuo ottimo contributo. Penso che con questo articolo sei ritornato ad essere lo ZioTom (UncleT) di sempre.
Si hai ragione quando mi citi tra quelli che vogliono andare alle elezioni subito.
Ma come ben saprai dai miei 3D si evince benissimo che io non penso al PD come la soluzione di tutti i mali .... assolutamente NO!
Ho appena postato un messaggio su "servizio pubblico" dove lo dico chiaramente e senza ipocrisia che sto lavorando per "un nuovo soggetto politico".
Se per te Monti è il meno peggio ...per me NO.
Hai ben messo in evidenza la nullità di Passera sulle frequenze TV, della Fornero non ne parliamo (350 mila esodati in mezzo ad una strada), io aggiungere anche la Nullità della Severino (nessuna legge anti-corruzione in sei mesi, la Nullità del ministro dell'ambiente Clini che non si è opposto alla diminuzione degli aiuti al fotovoltaico voluto da Passera. Dei ministri Di Paola e Cancellieri ho scritto in altri 3D.
Intermezzo su ambiente e sviluppo del fotovoltaico.
Vi vorrei dare un contributo da chi conosce bene la Sicilia. Prego alcuni di voi di programmare le vostre prossime vacanze nella parte della Sicilia nota per il suo splendido barocco e non, vedi Siracusa e Ragusa (Noto, Modica e Scicli). Se oltre alle bellezze artistiche date un sguardo al territorio e al clima vi accorgereste che questo territorio abbastanza pianeggiante e ASSOLATISSIMO si presta bene allo sviluppo del "Fotovoltaico". Non per niente nella vicina valle di Adrano (CT) da sempre l'Enel ha avuto impianti del primo fotovoltaico termodinamico, e di recente anche quello di Rubbia (impianto di sicuro valore industriale). Già la Sicilia Produce con le rinnovabili oltre il 60% del suo fabbisogno, ma sviluppando il fotovoltaico avanzato in quelle terre abbandonate dall'agricoltura, la Sicilia potrebbe esportare energia fuori dai suoi confini. Ma si sa che i politici locali sono il NULLA, e che la politica nazionale non vuole produttori di energia elettrica pulita e sopratutto "indipendenti" dal potere politico ed Italiani (nel senso di prorpietà) .
No, la politica nazionale dell'energia fatta dall'Eni ed Enel preferisce comprare all'estero energia elettrica (dalla Francia), comprarsi impianti nucleari all'estero (Slovenia) e spendere denari per costruirne altre.
Eni tratta idrocarburi e gas, Enel tratta l'energia elettrica: non lo capiamo che queste 2 aziende fanno investimenti dove e come vogliono prendendo i soldi dalle "nostre tasche"" tramite bollette + esose d'Europa con fatturazioni illegibili ed incomprensibili, al limite della truffa?
Dulcis in fundo, a maggio la bolletta elettrica aumenterà del 4,XX% con l'avvallo dell'attuale ministro Passera e del suo presidente Monti.
Camillobenso ..... è questo che vuoi?
E' il meno peggio montiano ..... quello che auspichi?"
Attendo tuoi chiarimenti in proposito.
Augh
Ultima modifica di Joblack il 28/04/2012, 12:01, modificato 3 volte in totale.
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: Come se ne viene fuori ?
Ciao Jo
io a Ragusa ci vivo e ti assicuro che col fotovoltaico ci stiamo dando dentro alla grande, anzi forse pure troppo perchè bisogna al contempo salvaguardare il "panorama" , almeno una porzione di esso, in modo che il Val di Noto ( e soprattutto la prov di RG , molto tipicizzata dai muri a secco e dal carrubo) non perda buona parte del suo appeal turistico.
gli investimenti provengono da società non locali ma nazionali e spesso estere .
un conoscente di mio marito sull'etna ha impiantato un parco fotovoltaico a tendone e sotto ci fa la coltivazione delle fragoline di bosco.... doppio business...qui i cervelli camminano ! sono le istituzioni che fanno pietà.
io a Ragusa ci vivo e ti assicuro che col fotovoltaico ci stiamo dando dentro alla grande, anzi forse pure troppo perchè bisogna al contempo salvaguardare il "panorama" , almeno una porzione di esso, in modo che il Val di Noto ( e soprattutto la prov di RG , molto tipicizzata dai muri a secco e dal carrubo) non perda buona parte del suo appeal turistico.
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Re: Come se ne viene fuori ?
@Amadeus,Amadeus ha scritto:Ciao Jo
io a Ragusa ci vivo e ti assicuro che col fotovoltaico ci stiamo dando dentro alla grande, anzi forse pure troppo perchè bisogna al contempo salvaguardare il "panorama" , almeno una porzione di esso, in modo che il Val di Noto ( e soprattutto la prov di RG , molto tipicizzata dai muri a secco e dal carrubo) non perda buona parte del suo appeal turistico.
gli investimenti provengono da società non locali ma nazionali e spesso estere .
un conoscente di mio marito sull'etna ha impiantato un parco fotovoltaico a tendone e sotto ci fa la coltivazione delle fragoline di bosco.... doppio business...qui i cervelli camminano ! sono le istituzioni che fanno pietà.
si Amalia, lo so che bisogna salvaguardare il panorama. Non mi riferivo alla zona del barocco con la perla di Ragusa Ibla che va preservata, mi riferivo alle valli assolate ed incolte tipiche nelle zone siracusane di Floridia. Hai ragione che su queste zone già distrutte da una meridionalismo becere delle cattedrali nel deserto come Priolo, occorra sviluppare nel "pieno rispetto della natura".
Infatti come tu stessa hai detto ci sono soluzioni che rendono compatibili il Fotovoltaico e coltura agricola (vedi Etna).
Vedi io mi riferivo al fotovoltaico avanzato, sarebbe quello termodinamico di Rubbia, va bene solo per i grandi produttori tipo Enel, ed il fotovoltaico a Celle di Silicio avanzato, per intenderci, quello a specchi concentrici sviluppato in Australia (per farmi capire grosse antenne paraboliche che proiettano tutta la luce ad una tavoletta fotovoltaica che raggiunge i 125 gradi con rendimenti elevati, non l'11% del FV classico).
Amà io mi riferivo a terre abbandonate dall'agricoltura, terre esauste ed alquanto rocciose, sopra cui mettere i pannelli FV non sarebbe un disastro ambientale.
Cmq, quello che dici sull'Etna dimostra, e non c'era bisogno, che la Sicilia ha sempre esportato grandi menti (a partire dal Fisico Majorana) ma purtroppo non ha mai prodotto grandi politici tranne i Finocchiaro-Aprile, Don Sturzo, Gramsci.
A parte il populismo di Grillo, ma non è stato lui che pochi anni fa diceva ai siciliani di liberarsi dalla morsa di roma-ladrona e con il fotovoltaico e le rinnovabili diventare un'isola ricca e felice così come la voleva Finocchiaro-Aprile indipendentista antesignano di Bossi?
Invece, cosa fa Roma? Impone un nuovo Ri-gassificatore a Porto Empledoche, costa bellissima con la sua "Scala dei Turchi" e la sua spiaggia "San Leone", città resa nota con il nome di Vigàta dal famoso e unico Andrea Camilleri. Porto Empledoche già distrutta da una centrale enel a petrolio, città di vocazione turistica e di collegamento verso le isole pelagie ma con un porto da TERZO MONDO.
Sono queste le priorità di roma-ladrona per la Sicilia , e non la sua indipendenza energetica che le consentirebbe di chiudere le vecchie centrali a gasolio (Porto Empledoche, Termini Imeresi, ed altre che non conosco) altamente inquinanti, chiudere gli impianti petroliferi di Gela e Priolo (stanno avvelenando un popolo) e puntare tutto sulla trazione elettrica, anche per le auto, magari riconvertendo la ex-fabbrica Fiat per produrre auto-elettriche
Ma che fa l'agrigentino Angelino Jolie? Appoggia il rigassificatore!!!!!!!!!!
un abbraccio
Augh
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Re: Come se ne viene fuori ?
Passera: da idrocarburi +25mila posti
Possibile aumento pil 0,5%
26 aprile, 15:04
(ANSA) - ROMA, 26 APR - Il rilancio della produzione nazionale di idrocarburi portera' alla creazione di 25.000 nuovi posti di lavoro e all'aumento del pil di circa mezzo punto. E' la previsione del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, che ha inserito la produzione di gas e petrolio tutta italiana tra le priorita' della strategia energetica nazionale.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 78541.html
......................................
Ho letto un altro articolo che riguarda proprio questo.In poche parole Passera vuole cominciare ad aprire nuovi pozzi in Italia per estrarre petrolio.
E diverse regioni i cittadini non ne vogliono sapere ,per l'impatto che avranno nell'ambiente.
Ciao
Paolo11
Possibile aumento pil 0,5%
26 aprile, 15:04
(ANSA) - ROMA, 26 APR - Il rilancio della produzione nazionale di idrocarburi portera' alla creazione di 25.000 nuovi posti di lavoro e all'aumento del pil di circa mezzo punto. E' la previsione del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, che ha inserito la produzione di gas e petrolio tutta italiana tra le priorita' della strategia energetica nazionale.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 78541.html
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Ho letto un altro articolo che riguarda proprio questo.In poche parole Passera vuole cominciare ad aprire nuovi pozzi in Italia per estrarre petrolio.
E diverse regioni i cittadini non ne vogliono sapere ,per l'impatto che avranno nell'ambiente.
Ciao
Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
Mi sembra una cavolata! Credo che i piccoli pozzi che abbiamo siano considerati riserve strategiche da usarsi solo in caso di guerra!
Augh
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Re: Come se ne viene fuori ?
Piu petrolio "made in Italy" nel nostro futuro. Passera: in gioco 25mila posti di lavoro
Cronologia articolo26 aprile 2012Commenti (26)
Lo sviluppo della produzione nazionale di petrolio e gas può sbloccare 15 miliardi di investimenti e creare 25mila posti di lavoro. La previsione arriva dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, nel corso di un'audizione al Senato sulla strategia energetica nazionale. «Abbiamo ingenti riserve di gas e petrolio - ha spiegato il ministro - che possono soddisfare il 20% dei consumi nazionali dal 10% attuale».
Per il ministro, è possibile «generare 15 miliardi di euro di investimenti e 25mila posti di lavoro, si può ridurre la bolletta per le importazioni di energia di 6 miliardi, aumentando il Pil di mezzo punto». Ma per fare questo, innanzitutto è necessario «adeguare agli standard internazionali la nostra normativa di autorizzazione e concessione».
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Per migliorare la nostra bolletta energetica, ha concluso Passera, è prioritario semplificare le procedure per l'estrazione di idrocarburi, gas e metano e, in generale, la disciplina delle autorizzazioni per l'avvio delle trivelle «che oggi richiede passaggi lunghissimi e che è, per molti aspetti, più restrittiva di quanto previsto dalle normative europee».
Da Prestigiacomo lo stop alle trivelle a meno di cinque miglia
In seguito all'incidente della piattaforma Bp nel Golfo del Messico, nel luglio del 2007 l'allora ministro all'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha introdotto, nella riforma del Codice ambientale, il divieto a trivellare a meno di cinque miglia dalle coste, che salgono a dodici miglia nel caso delle aree marine protette (ovviamente per i permessi alla trivellazione ancora da concedere). In Italia non c'è bisogno di esplorazioni petrolifere a grande profondità, che è stata la chiave del disastro Deepwater Horizon. Anche se, come ovvio, una vistosa perdita di petrolio nel Mediterraneo avrebbe conseguenze assai peggiori che nel Golfo del Messico. Sempre sull'onda emotiva di quell'evento, la Norvegia (un vero paese petrolifero) aveva istituito una moratoria sulle perforazioni in mare, subito seguita da un intervento della Commissione Europea, che suggeriva agli altri paesi di fare altrettanto. Sia negli Stati Uniti che in Norvegia però, le moratorie sono state archiviate da tempo.
Cisl: il ministro fornisca dati e certezza
La Cisl chiede al ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, di fornire «dati e certezza» alle dichiarazioni sull'aumento di prelievo di idrocarburi dal sottosuolo nazionale, dall'attuale 10 al 20% dei consumi. È quanto si legge in una nota del segretario confederale, Gianni Baratta. «Al momento - secondo Baratta - l'unica certezza è la messa in crisi delle rinnovabili nel fotovoltaico con la cassa integrazione per migliaia di giovani lavoratori». Secondo Baratta, comunque, si tratta di dichiarazioni «importanti», che «meritano di essere verificate e trasformate in piani operativi».
Il ministro, secondo la Cisl, dovrebbe dunque «convocare nell'immediato le Regioni coinvolte per la concertazione istituzionale, i sindacati e le imprese del settore, per la messa in opera degli investimenti», ma bisogna anche «garantire ai territori interessati la massima tutela dell'ambiente». In conclusione la Cisl rinnova a Passera la richiesta e l'avvio di un confronto operativo sul presente e futuro energetico dell'Italia.
Legambiente: «Il Governo vuole favorire le fonti fossili»
L'invito a semplificare le procedure di autorizzazioni per le estrazioni di petrolio in Italia non è piaciuto a Legambiente, secondo cui nell'audizione a Palazzo Madama il ministro «ha svelato le sue carte: frenare con ogni mezzo le rinnovabili per favorire le fonti fossili». Per l'associazione ambientalista, il ministro «si sta battendo per penalizzare le fonti rinnovabili, additandole come responsabili degli aumenti in bolletta, attraverso limiti annui agli investimenti, burocrazia e riduzione degli incentivi che aumentano le incertezze sulla realizzazione degli impianti, e con limiti perfino per gli impianti casalinghi».
Per Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, «le riserve stimate di 187 milioni di tonnellate, agli attuali tassi di consumo, verrebbero consumate in soli due anni e mezzo, mentre i 25mila posti di lavoro ipotizzati dal ministro con l'estrazione di idrocarburi, corrispondono alla metà delle persone impiegate nel settore delle fonti pulite che perderebbero il posto grazie ai suoi decreti».
Pd-Pdl, giudizi opposti
Anche sul fronte politico, non mancano le reazioni alle parole del ministro. Per Francesco Ferrante, responsabile Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici, «Le linee generali della Strategia energetica delineata da Passera, basata su gas, efficienza e rinnovabili è condivisibile, ma l'Italia non è la penisola arabica». E conclude «L'Italia si deve muovere su più direttrici: ridurre il costo del gas attraverso più rigassificatori, più gasdotti e una maggiore capacità di stoccaggio, incentivare l'efficienza energetica e sostenere le energie rinnovabili».
Opposto il giudizio di Stefano Saglia, deputato Pdl: il ministro, spiega, «dimostra lungimiranza con il rilancio della produzione nazionale degli idrocarburi. Già il nostro governo aveva avviato un protocollo d'intesa per lo sviluppo e la coltivazione degli idrocarburi in Basilicata. L'Italia deve puntare sulle proprie risorse nazionali. Senza le attuali restrizioni per l'esplorazione off shore nei mari italiani si potrebbe raddoppiare la produzione di petrolio e di gas e si creerebbero oltre 30.000 posti di lavoro».
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbV4vwTF
Ciao
Paolo11
Cronologia articolo26 aprile 2012Commenti (26)
Lo sviluppo della produzione nazionale di petrolio e gas può sbloccare 15 miliardi di investimenti e creare 25mila posti di lavoro. La previsione arriva dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, nel corso di un'audizione al Senato sulla strategia energetica nazionale. «Abbiamo ingenti riserve di gas e petrolio - ha spiegato il ministro - che possono soddisfare il 20% dei consumi nazionali dal 10% attuale».
Per il ministro, è possibile «generare 15 miliardi di euro di investimenti e 25mila posti di lavoro, si può ridurre la bolletta per le importazioni di energia di 6 miliardi, aumentando il Pil di mezzo punto». Ma per fare questo, innanzitutto è necessario «adeguare agli standard internazionali la nostra normativa di autorizzazione e concessione».
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Da Prestigiacomo lo stop alle trivelle a meno di cinque miglia
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Cisl: il ministro fornisca dati e certezza
La Cisl chiede al ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, di fornire «dati e certezza» alle dichiarazioni sull'aumento di prelievo di idrocarburi dal sottosuolo nazionale, dall'attuale 10 al 20% dei consumi. È quanto si legge in una nota del segretario confederale, Gianni Baratta. «Al momento - secondo Baratta - l'unica certezza è la messa in crisi delle rinnovabili nel fotovoltaico con la cassa integrazione per migliaia di giovani lavoratori». Secondo Baratta, comunque, si tratta di dichiarazioni «importanti», che «meritano di essere verificate e trasformate in piani operativi».
Il ministro, secondo la Cisl, dovrebbe dunque «convocare nell'immediato le Regioni coinvolte per la concertazione istituzionale, i sindacati e le imprese del settore, per la messa in opera degli investimenti», ma bisogna anche «garantire ai territori interessati la massima tutela dell'ambiente». In conclusione la Cisl rinnova a Passera la richiesta e l'avvio di un confronto operativo sul presente e futuro energetico dell'Italia.
Legambiente: «Il Governo vuole favorire le fonti fossili»
L'invito a semplificare le procedure di autorizzazioni per le estrazioni di petrolio in Italia non è piaciuto a Legambiente, secondo cui nell'audizione a Palazzo Madama il ministro «ha svelato le sue carte: frenare con ogni mezzo le rinnovabili per favorire le fonti fossili». Per l'associazione ambientalista, il ministro «si sta battendo per penalizzare le fonti rinnovabili, additandole come responsabili degli aumenti in bolletta, attraverso limiti annui agli investimenti, burocrazia e riduzione degli incentivi che aumentano le incertezze sulla realizzazione degli impianti, e con limiti perfino per gli impianti casalinghi».
Per Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, «le riserve stimate di 187 milioni di tonnellate, agli attuali tassi di consumo, verrebbero consumate in soli due anni e mezzo, mentre i 25mila posti di lavoro ipotizzati dal ministro con l'estrazione di idrocarburi, corrispondono alla metà delle persone impiegate nel settore delle fonti pulite che perderebbero il posto grazie ai suoi decreti».
Pd-Pdl, giudizi opposti
Anche sul fronte politico, non mancano le reazioni alle parole del ministro. Per Francesco Ferrante, responsabile Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici, «Le linee generali della Strategia energetica delineata da Passera, basata su gas, efficienza e rinnovabili è condivisibile, ma l'Italia non è la penisola arabica». E conclude «L'Italia si deve muovere su più direttrici: ridurre il costo del gas attraverso più rigassificatori, più gasdotti e una maggiore capacità di stoccaggio, incentivare l'efficienza energetica e sostenere le energie rinnovabili».
Opposto il giudizio di Stefano Saglia, deputato Pdl: il ministro, spiega, «dimostra lungimiranza con il rilancio della produzione nazionale degli idrocarburi. Già il nostro governo aveva avviato un protocollo d'intesa per lo sviluppo e la coltivazione degli idrocarburi in Basilicata. L'Italia deve puntare sulle proprie risorse nazionali. Senza le attuali restrizioni per l'esplorazione off shore nei mari italiani si potrebbe raddoppiare la produzione di petrolio e di gas e si creerebbero oltre 30.000 posti di lavoro».
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbV4vwTF
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