G R E C I A

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
Rispondi
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: G R E C I A

Messaggio da camillobenso »

iafran ha scritto:
camillobenso ha scritto:A pagare sono così i contribuenti. Nel documento ce n'è pure per il governo greco, colpevole di aver ritardato di molto il via libera alle riforme strutturali e di aver elaborato provvedimenti "che hanno aumentato la sperequazione sociale del paese".
Le "nostre giovani marmotte ed i loro amici, che dicono di agire per il bene dell'Italia" non si sentono minimamente toccati?

No,.....perché sono di religione Bunga-Bunga.
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: G R E C I A

Messaggio da camillobenso »

Spezzeremo le reni alla Grecia....


Corriere 11.2.15
L’abbraccio greco non convince Renzi e l’effetto Tsipras divide la sinistra Pd

«Sulla Grecia la nostra linea qual è?».

La domanda della sinistra pd ha rincorso Matteo Renzi per diversi giorni.

Ieri il segretario ha risposto: ne parliamo lunedì in direzione.

Dopo tanto tempo un tema internazionale — le politiche di austerità in Europa —, e l’atteggiamento verso un governo di sinistra di un altro Paese che le rifiuta, saranno al centro di una discussione.

Torna perfino un termine, «la linea del partito», che appartiene ai riti antichi della sinistra quando «l’analisi della situazione internazionale» era imprescindibile.

Difficile che Renzi segua schemi già visti, e se anche lo volesse qualcuno nel suo partito, non c’è il tempo: sull’asse Atene-Bruxelles-Berlino questi sono giorni decisivi.
  
 Finito il tempo delle congratulazioni per la vittoria elettorale, passato anche quello del primo incontro a Roma con scambio di doni e battute (era il 3 febbraio), ora per Matteo Renzi si tratta di decidere: fare di Tsipras un proprio alleato in Europa, come gli chiede la sinistra, o esercitare un certo distacco verso il tentativo del premier greco e del suo ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, considerando quella trattativa, pur simbolica, un affare principalmente greco.
  


 I segnali vanno nella seconda direzione: nei giorni scorsi il premier ha invitato Atene a rispettare il programma della troika e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha rivendicato la «visione comune» con la signora Merkel, rifiutando di fatto l’«abbraccio» greco.
(Bandito è bello... http://www.repubblica.it/economia/2013/ ... -60472029/)




Qualcosa sta cambiando rispetto all’effetto-novità iniziale, per questo la minoranza pd ha chiesto a Renzi di «chiarire» e la piazza italiana pro Tsipras tornerà a mobilitarsi (sabato a Roma, aderisce anche la Fiom di Landini).

Sopito per qualche tempo, si avvicina un nuovo scontro a sinistra e anche Beppe Grillo ha fiutato l’aria: «È ora di chiamare la gente in piazza per sostenere Atene, ci vuole un fronte comune».
iafran
Messaggi: 191
Iscritto il: 17/01/2015, 9:10

Re: G R E C I A

Messaggio da iafran »

camillobenso ha scritto:ora per Matteo Renzi si tratta di decidere: fare di Tsipras un proprio alleato in Europa, come gli chiede la sinistra, o esercitare un certo distacco verso il tentativo del premier greco e del suo ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, considerando quella trattativa, pur simbolica, un affare principalmente greco.
Renzi ha gettato alle ortiche le opinioni che gli venivano dalla cultura di sinistra e stringerebbe adesso la mano che gli tende il governo greco, per giunta di sinistra? :o

Sta ai pochi parlamentari del PD dimostrare agli elettori che pensavano di votare un partito di centrosinistra di essere autonomi dal capo-marmotta, che di centrosinistra non ha proprio niente! Che la maggioranza PD lo segua, come i topi seguivano il pifferaio magico ad Hamelin ....
iospero
Messaggi: 2444
Iscritto il: 24/02/2012, 18:16

Re: G R E C I A

Messaggio da iospero »

da repubblica

Grecia, Merkel apre al compromesso. Tsipras: "Sono fiducioso"
All'indomani dell'Eurogruppo si riuniscono i capi di Stato e governo. La Germania pronta ad aiutare Atene "nel rispetto delle regole". Renzi chiede flessibilità. Il premier ellenico: "Troveremo un'intesa". La Bce aumenta i fondi per il paese
12 febbraio 2015

Renzi, la battaglia è cambiare politica economica Ue

MILANO - La notte porta consiglio. Dopo le schermaglie dell'Eurogruppo, tra i capi di Stao e governo torna la fiducia e la distensione. Il cancelliere tedesco Angela Merkel apre al compromesso e a Bruxelles stringe la mano al premier greco Alexis Tsipras che al suo primo vertice europeo dice: "Sono fiducioso per un'intesa contro l'austerity". Intanto la Bce ha alzato a 65 miliardi, dai 59,5 precedenti, le disponibilità di liquidità a favore della Grecia: a fine mese il paese si sarebbe trovato a corto di almeno 3 miliardi.

A sbloccare la situazione ha contribuito l'arrivo nella capitale belga del presidente francese Francois Holland e della Merkel: i due leader sono arrivati da Misk dove hanno chiuso l'intesa con il presidente russo Vladimir Putin e l'ucraino Petro Poroshenko per la tregua tra Mosca e Kiev. Chiuso il fronte orientale, i grandi d'Europa sono tornati a concentrarsi sulla Grecia ripartendo dal nulla di fatto raggiunto nella notte a livello di Eurogruppo. "Ci sono stati progressi ma non abbastanza per arrivare ad una soluzione comune" aveva detto il presidente Jeroen Dijsselbloem spiegando come molti ministri avrebbero voluto che la Grecia chiedesse un'estensione del programma attuale di aiuti, che avrebbe dato loro la possibilità di negoziare, ma all'interno di una cornice definita e garantita. Tsipras però ha rimandato la proposta al mittente: "Non accetteremo alcun tipo di salvataggio". Il suo ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, però, si mostra fiducioso: "Lunedì raggiungeremo una soluzione ottimale".

Di certo un accordo è nell'interesse di tutti. Il più diretto è il premier britannico David Cameron secondo cui "quel che è richiesto tra la Grecia e l'Eurozona non è uno stallo ma una soluzione", anche perché "l'economia britannica sta crescendo e facendo bene ma siamo colpiti anche noi dalla situazione dell'Eurozona".

Decisiva sarà comunque la posizione della Germania e dei falchi dell'Eurozona. Mentre Matteo Renzi continua a chiedere un cambio di passo nella politica economica europea, mettendo al centro "crescita e flessibilità", il numero della Bundesbank, il tedesco Jens Weidmann dice: "La Grecia avrà ancora bisogno di aiuti, ma questo può essere dato solo se gli accordi sono rispettati. Un ulteriore taglio del debito non aiuterebbe molto a cambiare la situazione di liquidità" di Atene.

L'apertura di credito più importante arriva però proprio da Angela Merkel: "L'Ue cerca sempre il compromesso, questo è il suo successo. La Germania è pronta ma va detto che la credibilità dell'Ue dipende dal rispetto delle regole e dall'essere affidabili. Vedremo quali proposte farà Atene, saranno discusse all'Eurogruppo lunedì quindi abbiamo ancora qualche giorno".
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: G R E C I A

Messaggio da camillobenso »

iospero ha scritto:da repubblica

Grecia, Merkel apre al compromesso. Tsipras: "Sono fiducioso"
All'indomani dell'Eurogruppo si riuniscono i capi di Stato e governo. La Germania pronta ad aiutare Atene "nel rispetto delle regole". Renzi chiede flessibilità. Il premier ellenico: "Troveremo un'intesa". La Bce aumenta i fondi per il paese
12 febbraio 2015

Renzi, la battaglia è cambiare politica economica Ue

MILANO - La notte porta consiglio. Dopo le schermaglie dell'Eurogruppo, tra i capi di Stao e governo torna la fiducia e la distensione. Il cancelliere tedesco Angela Merkel apre al compromesso e a Bruxelles stringe la mano al premier greco Alexis Tsipras che al suo primo vertice europeo dice: "Sono fiducioso per un'intesa contro l'austerity". Intanto la Bce ha alzato a 65 miliardi, dai 59,5 precedenti, le disponibilità di liquidità a favore della Grecia: a fine mese il paese si sarebbe trovato a corto di almeno 3 miliardi.

A sbloccare la situazione ha contribuito l'arrivo nella capitale belga del presidente francese Francois Holland e della Merkel: i due leader sono arrivati da Misk dove hanno chiuso l'intesa con il presidente russo Vladimir Putin e l'ucraino Petro Poroshenko per la tregua tra Mosca e Kiev. Chiuso il fronte orientale, i grandi d'Europa sono tornati a concentrarsi sulla Grecia ripartendo dal nulla di fatto raggiunto nella notte a livello di Eurogruppo. "Ci sono stati progressi ma non abbastanza per arrivare ad una soluzione comune" aveva detto il presidente Jeroen Dijsselbloem spiegando come molti ministri avrebbero voluto che la Grecia chiedesse un'estensione del programma attuale di aiuti, che avrebbe dato loro la possibilità di negoziare, ma all'interno di una cornice definita e garantita. Tsipras però ha rimandato la proposta al mittente: "Non accetteremo alcun tipo di salvataggio". Il suo ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, però, si mostra fiducioso: "Lunedì raggiungeremo una soluzione ottimale".

Di certo un accordo è nell'interesse di tutti. Il più diretto è il premier britannico David Cameron secondo cui "quel che è richiesto tra la Grecia e l'Eurozona non è uno stallo ma una soluzione", anche perché "l'economia britannica sta crescendo e facendo bene ma siamo colpiti anche noi dalla situazione dell'Eurozona".

Decisiva sarà comunque la posizione della Germania e dei falchi dell'Eurozona. Mentre Matteo Renzi continua a chiedere un cambio di passo nella politica economica europea, mettendo al centro "crescita e flessibilità", il numero della Bundesbank, il tedesco Jens Weidmann dice: "La Grecia avrà ancora bisogno di aiuti, ma questo può essere dato solo se gli accordi sono rispettati. Un ulteriore taglio del debito non aiuterebbe molto a cambiare la situazione di liquidità" di Atene.

L'apertura di credito più importante arriva però proprio da Angela Merkel: "L'Ue cerca sempre il compromesso, questo è il suo successo. La Germania è pronta ma va detto che la credibilità dell'Ue dipende dal rispetto delle regole e dall'essere affidabili. Vedremo quali proposte farà Atene, saranno discusse all'Eurogruppo lunedì quindi abbiamo ancora qualche giorno".



Stamani, i bellimbusti delle Br (Brigate renziane), esprimevano tutta la loro avversità verso Tsipras e per l’avventurismo senza solidità. Eppure sostengono di essere stati in possesso della tessera del Pci già dagli anni ’60. Per via di uno dei tanti misteri della natura, credono che il Pd sia il proseguimento del Pci.

Tsipras e i sui fanno bene ad insistere, ma su una cosa sbagliano. Devono chiedere un aiuto per la stesura di un progetto economico, aderente sia alla realtà economico produttiva greca ed a quella del sistema economico in continua e rapida evoluzione. Un nuovo Piano Marshall affiancato da investimenti stranieri.

Solo lavorando sodo possono pensare di essere in grado di restituire il debito. Solo con questo tipo di sinistra possono sperare di dare una svolta all’economia greca.

La frittata è stata fatta, non da loro, ed ora devono metterci rimedio. Ma noi non siamo molto lontani dall’esperienza greca.

Fa una certa impressione sentir dire che la colpa ce l’ha il popolo greco per aver sbagliato a votare, da parte di sedicenti di sinistra.

Quando è caduta la Prima Repubblica, eravamo sull’orlo di un collasso economico. Con la finanziaria del ’92 Amato carica sugli italiani un obolo di 120mila miliardi di vecchie lire. Ciampi, l’anno dopo, nel ’93 ripeterà l'esperienza. Amato, poi si infilerà la calzamaglia nera, si metterà una mascherina nera, e con un torcia, in una sola notte si calerà in tutti i conti correnti italiani copiando Arsenio Lupin.

Io e tanti altri della sinistra, che siamo sempre stati minoritari per quasi un cinquantennio, che colpa avevamo dei misfatti del pentapartito che ha fatto crollare la Prima Repubblica?

Lo stesso vale per la Grecia, dove dal dopo dittatura dei colonnelli (1974) hanno sempre governato Pasok e ND?

E’ la disperazione che ha fatto vincere Syriza e l’hanno votata anche coloro che non sono di sinistra.

Devono per forza cercare di rimettere in sesto il Paese. Perché se fallisce arriva Alba dorata o i colonnelli un’altra volta.
iospero
Messaggi: 2444
Iscritto il: 24/02/2012, 18:16

Re: G R E C I A

Messaggio da iospero »

Aggiornamento sulla petizione


"IO STO CON LA GRECIA. e Tu ?" - Oltre le 5.000 adesioni da Italia, Europa e altri paesi

Rodolfo Ricci

Roma, Italia

10 feb 2015 — Care e cari sottoscrittori,

vi comunico che a 5 giorni dal lancio, la petizione ha raggiunto e superato le 5.000 adesioni, dall'Italia, da tutta l'Europa e da molti altri paesi.

Penso che possiamo essere soddisfatti di aver dato un contributo alle mobilitazioni che si svolgono in queste ore in numerose città e che sboccheranno nella manifestazione unitaria di sabato 14 febbraio a Roma con inizio alle ore 14,30 da Piazza Indipendenza.

Ringrazio tutti i firmatari e tutti coloro che si sono dati da fare per rilanciare l'appello, in particolare dalle reti associative dell'emigrazione italiana nel mondo.

La petizione resta aperta, perché la Grecia e tutti coloro che si battono contro le politiche di austerity e il ricatto finanziario in Europa, hanno bisogno del massimo sostegno e della vicinanza dei cittadini.

Se avete la forza di continuare a dare una mano, le indicazioni sono queste:
Copiare ed incollare il link che segue sulle bacheche dei vostri amici su Facebook, Twitter, e gli altri social network. Oppure inviarlo per email ai vostri contatti:

https://www.change.org/p/cittadini-euro ... ndere-una-
campagna-europea-a-sostegno-della-grecia-e-del-suo-governo
-democratico-nella-difficile-negoziazione-per-il-
ripristino-dei-diritti-del-popolo-greco-e-dei-popoli-
europei?
tk=ttrsx0oH8FWQxfcOiShQaf9LO1hQyYi080f5f1hqbak&utm_source=p
etition_update&utm_medium=email&utm_campaign=&utm_term=


Nei prossimi giorni consegneremo copia della petizione e delle adesioni alle istituzioni greche, italiane ed europee.

Altri aggiornamenti sull'esito della campagna saranno pubblicate su:
www.cambiailmondo.org

per comunicazioni, l'indirizzo è:
cambiailmondo2012@gmail.com


Ancora grazie a tutti voi.

Rodolfo Ricci
www.cambiailmondo.org
iospero
Messaggi: 2444
Iscritto il: 24/02/2012, 18:16

Re: G R E C I A

Messaggio da iospero »

Non dimentichiamo che
L'ASSEMBLEA GENERALE dell' ONU
proclama
la presente dichiarazione universale dei diritti umani come ideale comune da
raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed
ogni organo della società, avendo costantemente presente questa
Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l'insegnamento e l'educazione, il
rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure
progressive di carattere nazionale e internazionale, l'universale ed effettivo
riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto
fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.

Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono
dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di
fratellanza.


Articolo 25
1. Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la
salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare
riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure
mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in
caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in
altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze
indipendenti dalla sua volontà.
iospero
Messaggi: 2444
Iscritto il: 24/02/2012, 18:16

Re: G R E C I A

Messaggio da iospero »

da repubblica.it Blog Clericetti
15 feb 2015
La frase che svela le ipocrisie


Accade a volte che una frase quasi casuale finisca di squarciare il velo di ipocrisia e mistificazioni che la cattiva politica usa per coprire i suo veri obiettivi. Ed è appunto questa la sensazione che si prova leggendo quanto riferisce il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, riguardo alla trattativa che sta conducendo con Commissione europea, Bce e Fmi sulle modifiche che il governo di Alexis Tsipras vuole ottenere al programma imposto dalla Troika come condizione per l’erogazione degli aiuti.

L’agenzia Reuters sintetizza un’intervista di Varoufakis al quotidiano greco Kathimerini sullo stato del negoziato. Il ministro si dice ottimista, convinto che, magari all’ultimo minuto, un accordo sarà raggiunto, visto che “su molti punti le due parti hanno raggiunto un accordo”. E poi aggiunge, peraltro senza particolare enfasi, che rimangono due sticking points, punti critici: le privatizzazioni e la regolamentazione del lavoro.

E’ appunto quella la frase-chiave. Abbiamo ripetuto più volte che la crisi è funzionale a far affermare definitivamente una ideologia, quella nota come neo-liberismo, nonostante che abbia dato le più evidenti prove di essere uno strumento di instabilità dell’economia, di esasperazione delle disuguaglianze, di produrre enormi vantaggi per una fascia ristretta di persone mentre peggiora la situazione della grande maggioranza. Si fa poco o nulla per superare la crisi in modo da mantenere alta la pressione ad introdurre le cosiddette “riforme strutturali”, che altro non sono se non il modo di trasformare definitivamente la società in senso reazionario.

Lo abbiamo detto e ripetuto, e quella frase è “la prova del nove”. Chi lo dice che per far funzionare uno Stato bisogna privatizzare tutto il privatizzabile? Chi lo dice che per far funzionare l’economia si debba fare strage delle condizioni dei lavoratori? Lo dice quell’ideologia, ma non è una verità rivelata. Nemmeno nei trattati europei ci sono queste cose: fin dall’inizio si decise di vietare gli aiuti di Stato alle imprese, in quanto distorsivi delle concorrenza, ma si mantenne la neutralità rispetto alla proprietà pubblica o privata. E la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea afferma (art. 31) che “Ogni lavoratore ha diritto a condizioni di lavoro sane, sicure e dignitose”: a quanto pare questa parte dei patti costitutivi è stata dimenticata.

Si era detto che la Spagna di Rajoy si era guadagnata l’indulganza verso i suoi clamorosi sforamenti del parametro del deficit grazie alla controriforma del lavoro. Si era detto che l’improvvisa conversione di Matteo Renzi all’ulteriore degradazione dell’articolo 18 era collegata alle sue richieste di flessibilità sui parametri di bilancio. Ebbene, quella frase non è altro che una conferma che quelle interpretazioni erano assolutamente corrette, che la classe dirigente di Bruxelles (e di Berlino) usa le impossibili e deleterie regole sui conti pubblici come arma di ricatto. Non è il consolidamento dei conti che a loro preme di più, anche loro sanno bene che non è quello il punto fondamentale. Quello che vogliono è che l’Europa si adegui definitivamente ai canoni neo-liberisti, sul resto si può trattare.

Si è detto che le idee neo-liberiste sono state sconfitte dalla storia: non è affatto vero. Questa società squilibrata che passa da una crisi all’altra non è uno spiacevole “effetto collaterale”, è proprio quella che vogliono, perché queste situazioni non danneggiano lo strato superiore della scocietà, anzi lo favoriscono. Gli elettori greci lo hanno capito per primi. Solo se altri elettori negli altri paesi dimostreranno con il voto di averlo capito anche loro questa situazione potrà cambiare.
[/
size]
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: G R E C I A

Messaggio da camillobenso »

LA TORRE DI BABELE

Non ci si intende più da nessuna parte.



Grecia, no di Tsipras all’Ue. Salta Eurogruppo
“Proposte dei creditori assurde e inaccettabili”
TUTTI GLI ERRORI DELLA TROIKA: “ASSUNZIONI SBAGLIATE E IMPATTO SU PIL SOTTOVALUTATO”


F. Q. | 16 febbraio 2015


Grecia, salta l’Eurogruppo. Il governo Tsipras rifiuta la proposta dei creditori



Le speranze in un accordo erano minime già prima dell’inizio del vertice dell’Eurogruppo. E adesso è ufficiale: la Grecia ha rigettato le proposte dei ministri dell’Economia e delle Finanze dell’Eurozona riuniti a Bruxelles, che prevedevano un’estensione del programma di assistenza finanziaria alle stesse condizioni previste dal memorandum sottoscritto dal precedente governo. Il governo di Alexis Tsipras le ha definite “assurde e inaccettabili“. Così la riunione, che si era svolta fino a quel momento in un clima di alta tensione, è stata sospesa per consentire riunioni bilaterali. L’Eurogruppo ha proposto al titolare delle Finanze di Atene Yanis Varoufakis di firmare un accordo in base al quale “le autorità greche hanno espresso la loro intenzione di richiedere un’estensione tecnica di sei mesi dell’attuale programma come passo intermedio”. Formulazione respinta dal ministro, visto che il programma elettorale con cui Tsipras ha trionfato alle elezioni del 25 gennaio prevede l’addio all’austerity e non contempla il rispetto delle vecchie clausole di contenimento della spesa pubblica. “Le autorità greche – continuava la bozza di comunicato – hanno indicato che intendono chiudere il programma con successo, tenendo conto dei piani del nuovo governo. In questo contesto intendiamo fare il miglior uso della flessibilità esistente nell’attuale programma”. Non abbastanza, per un esecutivo che ha promesso di aumentare il salario minimo, garantire la sanità gratuita a chi è sotto la soglia di povertà e riassumere i dipendenti pubblici licenziati “licenziati illegalmente” dal governo del predecessore di Tsipras Antonis Samaras.

Pubblicità

Le mezze frasi e dichiarazioni ufficiali rimbalzate sulle agenzie hanno del resto fatto capire molto chiaramente che tra il Paese e i suoi creditori c’è ancora una distanza enorme, impossibile da colmare in poche ore. A dare il via alle danze ci ha pensato, lunedì mattina, il solito Wolfang Schaeuble, il “falco” che guida il dicastero delle Finanze di Berlino. Che, entrando al meeting, ha dichiarato: “Mi dispiace per i greci, hanno eletto un governo che si sta comportando in modo piuttosto irresponsabile in questo momento”. Non proprio un buon viatico per un compromesso sul programma di assistenza finanziaria al Paese messo in campo da Ue, Bce e Fondo monetario internazionale, cioè la ex troika, termine ormai connotato in modo così negativo che si è deciso di utilizzare al suo posto un più politicamente corretto “istituzioni”. Schaeuble ha poi completato la provocazione auspicando che la Grecia si renda conto “che non si può continuare a vivere al di sopra dei propri mezzi e poi continuare a fare proposte su come gli altri dovrebbero continuare a mantenere questo tenore di vita“. Inevitabile la risposta a stretto giro di Gavriil Sakellaridis, portavoce del governo Tsipras, che ha replicato: “Quello che è irresponsabile e quello che è responsabile è soggettivo. Io potrei dire allo stesso modo che il comportamento della Germania è irresponsabile, ma non voglio arrivare a uno scambio di osservazioni”.

A poco sono valsi dunque gli auspici del presidente della Bce Mario Draghi, che domenica sera aveva detto al magazine spagnolo Abc che “non ha senso speculare su una possibile uscita della Grecia dalla moneta unica”. Mercoledì è prevista la riunione del Consiglio dell’Eurotower che dovrà esprimersi sulla proroga della concessione dei fondi di ultima istanza dell’Emergency liquidity assistance (Ela) agli istituti di credito greci. Il membro del board Peter Praet ha ricordato che si tratta di uno strumento “temporaneo” ma si può prevedere una certa “flessibilità in termini di durata” nei casi di crisi sistemiche.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02 ... i/1430742/
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: G R E C I A

Messaggio da camillobenso »

Grecia, gli errori della troika. “Assunzioni sbagliate e impatto su pil sottovalutato”
Economia
Due rapporti del Fondo monetario e uno studio commissionato dal Parlamento europeo evidenziano che il programma predisposto per Atene è stato un insuccesso. La ristrutturazione del debito avrebbe dovuto essere decisa fin dal 2010 per ridurre il peso dell'aggiustamento e rendere meno drammatico l'impatto sull'economia reale, ma l'opzione fu bocciata per motivi politici
di F. Q. | 16 febbraio 2015 COMMENTI



Disoccupazione, Fondo Monetario Internazionale, Grecia, Pil, Troika
Previsioni troppo ottimistiche su crescita e tasso di disoccupazione. Sottovalutazione dell’impatto dell’austerity sul Pil e sui conti pubblici. Sopravvalutazione dell’efficienza della macchina governativa di Atene. E un programma intrinsecamente “fragile“, viziato dal fatto che resistenze e veti politici non permisero di includere tra le misure previste una ristrutturazione del debito. Sono gli errori compiuti in Grecia dalla troika, l’ormai famigerato trio costituito dai rappresentanti di Bce, Commissione europea e Fondo monetario internazionale. Diventato simbolo dell’austerità cieca e bersaglio da Atene a Roma a Lisbona, di manifestazioni e cortei di protesta dei cittadini che ne hanno pagato le conseguenze. A evidenziare tutti gli sbagli commessi sono rapporti e relazioni firmati dagli stessi creditori che tra 2010 e 2013 hanno concesso al Paese 240 miliardi di euro, pari al 130% del suo Pil. Il più grande pacchetto di assistenza finanziaria della storia, sfociato però in un disastro sociale e, dopo l’insediamento del nuovo governo di Alexis Tsipras, in un’impasse politica ed economica che rende l’uscita del Paese dall’Eurozona un’ipotesi concreta.

Il primo mea culpa del Fondo monetario è arrivato già nel 2013, quando un working paper firmato dal capo economista Olivier Blanchard ha messo in luce che i cosiddetti “moltiplicatori fiscali“, cioè il rapporto tra la politica fiscale e l’andamento del Pil, erano stati sottostimati di almeno un terzo. In pratica l’istituzione di Washington ha agito supponendo che il rigore di bilancio imposto alla Grecia nell’ambito del memorandum avrebbe provocato, per ogni euro di aumento delle tasse e riduzione della spesa, un calo del prodotto di 0,5 euro. Ma i fatti hanno dimostrato che il valore reale, in un’economia già in recessione, è di almeno 1,5. Il che spiega – magra consolazione – perché la ricchezza prodotta dal Paese è crollata dal 2010 del 25% contro il 3% messo in conto dalla troika. Con l’effetto collaterale che la disoccupazione è salita oltre il 25%, mentre, secondo i funzionari europei e del Fondo, il tasso avrebbe dovuto limitarsi a salire al 13 per cento.

La troika stimava che ogni euro di aumento delle tasse avrebbe fatto calare il prodotto di 0,5. Invece è crollato di tre volte tanto
Di conseguenza, la spirale dell’indebitamento anziché recedere si è aggravata. Portando il debito, che stando alle ottimistiche aspettative della troika non avrebbe mai superato il 154% del Pil, al 175 per cento. Nonostante l”haircut“, cioè il taglio del valore nominale debito nelle mani dei privati, resosi alla fine inevitabile del 2012. Una strada che, come messo nero su bianco dallo stesso Fondo nel country report sulla Grecia diffuso a giugno 2013, avrebbe dovuto essere intrapresa due anni prima per “ridurre il peso dell’aggiustamento” e rendere “meno drammatica” la contrazione del prodotto. Invece, per evitare scontri politici negli Stati (Germania in primis) che devono ottenere il via libera del Parlamento prima di concedere aiuti finanziari, l’opzione fu bocciata. Con il risultato, si legge nel rapporto, di “fornire ai creditori privati una finestra per ridurre le proprie esposizioni e spostare il debito nelle mani dei creditori ufficiali”.

Ma c’è di peggio: come emerge dal resoconto del meeting del consiglio direttivo del Fondo monetario del 9 maggio 2010, reso noto dal Wall Street Journal, molte di queste perplessità furono espresse fin dall’inizio dai membri sudamericani del board. Per esempio l’argentino Pablo Andrés Pereira previde che la Grecia “sarebbe stata peggio dopo aver implementato il programma” e “la strategia avrebbe avuto un impatto solo marginale sui suoi problemi di solvibilità”. Mentre il brasiliano Paulo Nogueira Batista sottolineò che quello in discussione non era “un salvataggio della Grecia ma dei debitori privati del Paese”. E in effetti è stato proprio così: come Tsipras, alle prese con un debito che ha raggiunto quota 315 miliardi, ha sottolineato più volte, di fatto solo una minima parte dei prestiti ricevuti da Atene sono finiti all’economia reale. Venti miliardi, per la precisione, contro i 48,2 andati a ricapitalizzare le banche e i 149 (tra capitale e interessi) serviti per pagare i creditori. L'”haircut”, realizzato riacquistando i titoli a un prezzo di circa un terzo rispetto al valore nominale ed emettendo nuovi bond a scadenza più lunga, è poi costato circa 45 miliardi.

Uno studio commissionato dal Parlamento europeo sentenzia che “le assunzioni del programma della troika si sono rivelate ampiamente errate”
Una “confessione” ancora più esplicita è contenuta poi nello studio The Troika and financial assistance in the euro area: successes and failure, commissionato l’anno scorso dal comitato per gli Affari economici e monetari del Parlamento europeo. Ottantotto pagine che esaminano nel dettaglio gli esiti dei programmi messi in atto in Grecia, Irlanda, Portogallo e Cipro giungendo alla conclusione che “a questo stadio non si può ritenere” che quello disegnato per Atene “abbia avuto successo” visto che “la competitività è ben lungi dall’essere stata ripristinata”, “l’accesso ai mercati finanziari molto probabilmente non sarà recuperato nel vicino futuro”, “le riforme strutturali stanno procedendo a un ritmo lento” e “le assunzioni del programma della troika si sono ampiamente rivelate errate“.

Non è un caso, quindi, se mentre Tsipras e il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis si giocano tutto a Bruxelles la troika sembra arrivata al capolinea. Il presidente dell’esecutivo Ue Jean Claude Juncker si è più volte detto favorevole alla sua abolizione e la Bce di Mario Draghi dovrà per forza chiamarsene fuori perché glielo impone la sentenza della Corte di giustizia europea sul programma di acquisto di bond governativi, in base alla quale l’Eurotower deve astenersi dal partecipare al monitoraggio dei programmi di assistenza. Il Fondo, dal canto suo, preferisce sfilarsi e fare da sé, recuperando una visuale “globale” e non limitata al continente europeo. Il fatto che, nelle trattative ora in corso sul programma di aiuti, si sia deciso di usare un più neutro “istituzioni” al posto dell’odiata parola a sei lettere, non dipende solo dal niet di Varoufakis, che con la troika si rifiuta di trattare. Ma dimostra che gli uomini in abito scuro saranno anche un capro espiatorio, ma hanno fatto troppi errori per poter restare in campo.


di F. Q. | 16 febbraio 2015

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02 ... o/1428231/
Rispondi

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti