LA LIBIA E' VICINA

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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pancho
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LA LIBIA E' VICINA

Messaggio da pancho »

Certo, la Libia e' più che vicina sopratutto dopo le affermazioni dell'Isis.

Ma come dovrebbe comportarsi il ns. governo dopo aver sentito le affermazioni sia di Renzi che di Gentiloni in cui si auspica l'intervento dell'ONU con una marcata partecipazione dell'Italia?

Un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
iospero
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Re: LA LIBIA E' VICINA

Messaggio da iospero »

Prima di inviare nostre truppe sotto l'egida dell'ONU sarebbe consigliabile sostenere quelle tribù che danno più affidamento e fornire loro personale e materiale per organizzarsi meglio.
erding
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Re: LA LIBIA E' VICINA

Messaggio da erding »

Con un parlamento come quello che ci ritroviamo,

con il governo che ci ritroviamo,

ci manca solo una bella partita di Risiko!
camillobenso
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Re: LA LIBIA E' VICINA

Messaggio da camillobenso »

Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo che sarebbe andata finire così. Già da quella mattina di un anno fa, quando leggendo sul Corriere della Sera la formazione del nuovo governo, il Prof. Sartori aveva scritto: “Un governo di incompetenti guidato da un incompetente”.

Ma non so se Sartori si era reso conto, che per dal fuoco agli effetti speciali ad uso e consumo del merlame tricolore, il poco Royal Baby Paràkulos, aveva piazzato alla Difesa la Pinotti. Era la prima donna a quel dicastero. Con quali meriti? Perché era stata come il poco Royal Baby, da giovane, boys scout???

La situazione richiedeva una formazione di governo di grande competenza per cercare di rimediare al disastro. Fu scelta invece la soluzioni di nani e ballerine guidati da uno showman malato di super autostima megagalattica.

C’era solo da augurarsi che la situazione internazionale si evolvesse con un basso profilo.

Invece no. Ci voleva anche il Califfo a rompere le palle dall’altra parte del Canale di Sicilia, nel nuovo emirato libico.

L’agenda di Paràkulos, è organizzata in modo tale che gli eventi possano celebrare il culto della personalità renziana con una certa continuità. I media devono parlare in continuità di lui.

Finita l’elezione del presidente della Repubblica, va in scena la forzatura della seconda lettura della riforma Costituzionale alla Camera Mortuaria.

Quando Paràkulos indica il giorno di conclusione della lettura della riforma, deve essere eseguito a tutti costi.

Non importa se la riforma fa schifo. Non importa se TUTTE le opposizioni escono dall’aula, quando in passato ha rotto i timpani sostenendo che le riforme dovevano essere CONDIVISE.

L’importante è trasmettere al merlame la solita immagine di potenza. Di colui che può fare.

Ottenuta la forzatura a tutti i costi con la seduta notturna per trasmettere il messaggio di efficientismo, si è passato agli effetti speciali della guerra.

La diplomazia è un’arte raffinata che richiede conoscenza. Molta conoscenza. Mentre il fiorentino, sbattendosene altamente, ci è andato giù duro come un elefante in un negozio di cristalli.

Al suo ministro degli Esteri ha fatto pomposamente annunciare che saremmo intervenuti in Libia guidando una coalizione sotto l’egida dell’Onu.

Una sparata da bar di Rignano sull’Arno, come ai vecchi tempi che gli avevano fatto conseguire la nomea di “BOMBA”

Fregandosene altamente che dall’altra parte ci stanno i tagliagole dell’Isis, che non aspettavano altro per avere una giustificazione ufficiale per marciare su Roma.

Adesso ce l’hanno. Il ministro infedele Gentilò, vuole guidare l’esercito degli atei contro i fedeli di Allah.

Morte agli infedeli, possono gridare ora i furbissimi capi dell’Isis per infiammare gli animi degli esaltati guerrieri neri.

Nello stesso tempo, l’altro furbacchione di Palazzo Chigi, con questa, mossa ha messo una toppa, anzi una toppona gigante, al mega flop emerso con prepotenza su tutti i quotidiani europei che si sono resi conto dell’inesistenza della preferita di Paràkulos, nelle trattative sul cessate il fuoco a Minsk. Eppure la titolare era lei.

Come al solito, l’erede del venditore di tappeti volanti taroccati, ai tempi ce l’aveva presentata come un grande successo personale presso la Ue ed il Kaiser Merkel che si erano piegati al suo dictat, per piazzare Federica Mogherini agli Esteri Ue.

Angelona in quei giorni pensava: “ I zoliti mag gliari spaghetten e mandolinen”

Temevo che prima o poi andasse a finire male con quella masnada di nani e ballerine.

Adesso non lo temo più. Lo so.
camillobenso
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Re: LA LIBIA E' VICINA

Messaggio da camillobenso »

Libia, Prodi: “L’Isis alle porte? La colpa è dell’Occidente. Situazione prevedibile”
Politica
L'ex premier torna sul conflitto del 2011: "Dopo Gheddafi bisognava mettere tutti attorno a un tavolo, invece ognuno ha pensato di poter giocare il proprio ruolo. C'erano interessi economici. Ora occorre far sì che tutti gli interlocutori si confrontino e impegnare in un lavoro comune Egitto e Algeria. Non c’è altra via che non produca una situazione ancora più catastrofica di quella attuale"
di Giampiero Calapà | 15 febbraio 2015 COMMENTI


“Una catastrofe per colpa nostra, dell’Occidente“, ripete Prodi.

Altro che Iraq, Siria e Kobane. Le bandiere nere del Califfato islamico sventolano a trecento chilometri dalle coste italiane di Lampedusa, Paolo Gentiloni invoca l’intervento armato, perché “la situazione si sta deteriorando”, e viene citato dalla radio dell’Isis come “ministro nemico dell’Italia crociata”.

Romano Prodi, ex premier, ex presidente della Commissione europea, già inviato speciale dell’Onu per il Sahel e padre della Fondazione per la collaborazione dei popoli, conosce bene il dossier Libia: “Non era difficile prevedere che si sarebbe arrivati a questo punto, davvero non lo era neppure nel 2011”.

Presidente, adesso che cosa bisogna fare?
Cosa bisogna fare non lo so. Oggi non lo so più, mi creda. So bene quanto si sarebbe dovuto fare dopo la caduta di Gheddafi. Bisognava mettere tutti attorno a un tavolo, invece ognuno ha pensato di poter giocare il proprio ruolo.

Cosa intende?
Si è preferito credere che un primo ministro (il primo nel 2011 fu Mahmud Jibril al-Warfali, ndr) e un parlamento legittimi potessero risolvere le cose da soli, facendo finta di non vedere che la situazione era compromessa in partenza, che alcune fazioni armate avrebbero finito per esser lasciate a loro stesse. Ma il primo ministro non ha mai avuto un potere reale sul territorio.


Come siamo arrivati a tutto questo?

Si tratta di un errore nostro. Delle potenze occidentali. La guerra in Libia del 2011 fu voluta dai francesi per scopi che non lo so… certamente accanto al desiderio di ristabilire i diritti umani c’erano anche interessi economici, diciamo così.

L’Italia?
L’Italia ha addirittura pagato per fare una guerra contro i propri interessi.

Credo che il suo acerrimo nemico di sempre, Silvio Berlusconi, sia d’accordo con lei su questo punto.
Ma sta scherzando? Berlusconi si è fatto trascinare dalla Francia ed è entrato in guerra.

Eppure Berlusconi si professava grande amico del leader libico…
Il presidente del Consiglio in carica era Silvio Berlusconi. Adesso la Libia è caduta nell’anarchia e nel caos più assoluti. La situazione è davvero di una gravità eccezionale, non possiamo fare finta che le nostre azioni non abbiano inciso nel produrre tutto questo.

Ravvisa un pericolo di sicurezza per l’Italia?
La Libia è dietro l’angolo. È un Paese ridotto a essere senza alcuna disciplina, senza controllo, senza alcuna forma di statualità, dove i commercianti di uomini imperversano buttando a mare i disperati che sognano una vita migliore in Europa.

Teme che i terroristi possano arrivare anche sui barconi, come ha detto qualcuno?

I terroristi sono organizzati, altro che barconi.

Ritorno alla prima domanda. Le cancellerie occidentali cosa dovrebbero fare in questo momento secondo lei?
Occorre senza dubbio uno sforza per produrre un minimo risultato nel tentativo di fare sedere tutti gli interlocutori al tavolo e impegnare in un lavoro comune Egitto e Algeria. Non c’è altra via che non produca una situazione ancora più catastrofica di quella attuale.

Pensa che anche gli uomini incappucciati dell’Isis debbano essere fatti sedere al tavolo dei negoziati?
A questa domanda non posso dare una risposta perché è relativa a un presente di cui non voglio parlare.

da il Fatto Quotidiano del 15 febbraio 2015


http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02 ... e/1427442/
Ultima modifica di camillobenso il 15/02/2015, 23:13, modificato 2 volte in totale.
camillobenso
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Re: LA LIBIA E' VICINA

Messaggio da camillobenso »

Libia, radio Isis su Gentiloni: “Ministro di Italia crociata”. Sirte, jihadisti avanzano
Mondo
Il ministro degli Esteri aveva detto che l’Italia è pronta a "combattere in Libia in un quadro di legalità internazionale". Nella città costiera uomini armati hanno preso il controllo di diversi edifici governativi. Distribuiti volantini: "Prenderemo Misurata"
di F. Q. | 14 febbraio 2015 COMMENTI


Una delle emittenti radiofoniche controllate dallo Stato Islamico ha definito il ministro degli esteri Paolo Gentiloni “ministro dell’Italia crociata“.

E’ quanto si apprende dall’edizione odierna del radiogiornale ufficiale dell’Isis, diffuso dall’emittente Al Bayan, che trasmette da Mosul, roccaforte degli jihadisti nel nord dell’Iraq.

L’edizione mattutina del giornale-radio afferma che Gentiloni, “ministro degli esteri dell’Italia crociata”, “dopo l’avanzata dei mujahidin in Libia ha detto che l’Italia è pronta a unirsi alla forza guidata dalle Nazioni atee per combattere lo Stato Islamico”.

L’espressione “Nazioni atee” in arabo è un riferimento implicito alle Nazioni Unite: le due espressioni in arabo sono molto simili.

L’emittente si riferisce alle parole pronunciate dal capo della Farnesina, che in un’intervista a SkyTg24, aveva spiegato che l’Italia è pronta a “combattere in Libia in un quadro di legalità internazionale”, sottolineando che “l’Italia è minacciata da quello che sta accedendo in Libia. Non possiamo accettare l’idea che a poche miglia di navigazione ci sia una minaccia terroristica”.

Oggi, 14 febbraio, Gentiloni è tornato sull’argomento e confermato la propria posizione: “Già ora l’Italia è in prima linea nella lotta a terrorismo sul piano militare, politico, culturale – ha detto il ministro nel suo intervenendo al convegno Come cambia il mondo, organizzato dal Pd – questa battaglia dobbiamo farla anche in Libia di fronte alla minaccia terroristica che cresce a poche ore di navigazione.

Certamente in una cornice Onu, ma non possiamo sottrarci alle nostre responsabilità per ragioni geografiche, economiche e di sicurezza”. “Nessuno pensa a fare interventi al di fuori di un progetto politico – ha aggiunto Gentiloni – ma dobbiamo renderci conto che la situazione si sta deteriorando e il lavoro politico diplomatico deve essere una priorità”. “Per navigare in questo mare in tempesta – ha sottolineato – serve un grande impegno di governo e Parlamento”.

A Sirte, intanto, città sulla costa libica conquistata nei giorni scorsi dai miliziani, uomini armati hanno preso il controllo di diversi edifici governativi compresi uffici dell’amministrazione locale, stazioni radiofoniche e televisive.

Secondo l’agenzia di stampa statale libica uomini armati hanno costretto gli impiegati statali a lasciare il palazzo del governo locale dopo aver fatto irruzione nell’edificio. Un “convoglio militare” con bandiere dello Stato islamico, inoltre, ha circondato l’ospedale difeso dalle milizie islamiche del “Central Libya Shield” e hanno ottenuto lo sgombero del nosocomio.

I pazienti sono stati portati a Misurata, dove è basata la milizia, e sull’edificio sventolerebbe ora la bandiera nera dello Stato islamico ma l’informazione non è confermata. Ma non solo. L’Isis a Sirte ha distribuito volantini annunciando l’intenzione di prendere proprio Misurata.

Dopo Tripoli e Bengasi, Misurata è la terza maggiore città della Libia e principale porto. Finora è stata fedele al governo di Tripoli. E’ circa 250 chilometri a ovest di Sirte.

A Sirte i combattenti hanno anche attaccato i giacimenti petroliferi di Bahi e Dahra vicino alla città, secondo il Libya Herald. Ieri i militanti hanno anche preso il controllo di due stazioni radio di Sirte, “Voce libera” e “Radio Mikdashi,” trasmettendo versi del Corano e discorsi del capo dello Stato islamico Abu Bakr al-Baghdadi e del portavoce del gruppo, Abu Mohammed al-Adnani. Aerei da guerra dell’esercito nazionale libico hanno anche lanciato diversi attacchi aerei contro i militanti dello Stato, ma non è stato immediatamente reso noto il numero delle vittime, secondo quanto ha riferito il giornale locale al-Wasat.

Secondo la Saudi Press Agency, inoltre, i militanti dello Stato islamico avrebbero attaccato un oleodotto che trasporta il petrolio dal sud della Libia fino a Tobruk. L’agenzia cita impiegati della società di gestione del tratto, che trasporta circa 180.000 barili al giorno. Al momento, spiega un funzionario della National Oil Corporation, la società pubblica del petrolio, non è ancora arrivata alcuna rivendicazione ufficiale, ma il forte sospetto è la presenza dell’Isis dietro al sabotaggio.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02 ... o/1425675/
camillobenso
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Re: LA LIBIA E' VICINA

Messaggio da camillobenso »

La vox populi


mzf2 • un'ora fa
questo sconcio manco ha fatto il militare e ora fa il guerrafondaio, sperando in qualche regalo dai fabbricanti d'armi?
Sta scherzando col fuoco
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Belinda • 2 ore fa
Armiamoci e partite!
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bruno 70 • 2 ore fa
E' inutile, ormai è quasi una epidemia: Renzi e Gentiloni vuogliono far sapere che anche loro hanno i c....ni. Però sempre facendosi scudo con quelli degli altri, come già successo con il prototipo di questi aspiranti ducetti, e cioè usando il motto, "armiamoci, ma partite voi..."
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volponi • 2 ore fa
Gentiloni da per scontato che la costituzione sia già cambiata - e che l'art. 11 non esistesse più.

Però se vogliono dare l'esempio mettessero l'elmetto lui ed il funambolo da firenze in prima fila al fronte, dietro la crocerossina delle riforme con il padre vicepresidente della banca e tutti gli altri 340 che costituiscono la maggioranza.

- DAVVERO NON SAPREI PER CHI TIFARE!!!

n.b. Quando vado a mettere benzina mi ricordo sempre che una delle innumerevoli accise è quella della guerra di libia del secolo scorso!!!

(scusate l'allegoria ma siamo a carnevale anche se per il nostro presidente del consiglio è sempre carnevale!!)
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camillobenso
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Re: LA LIBIA E' VICINA

Messaggio da camillobenso »

Costel Sirbu • 2 ore fa
motovedetta minacciata da un barchino( con i kalashnikov)..ridicoloo e Gentiloni vuole andare in guerra
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roscoe Costel Sirbu • 2 ore fa
andrà a finire che gli consegneremo anche le motovedette
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ben poco studiai, ahi, ahi. • 2 ore fa
Proposta dell'inps: mandiamoci i pensionati a combattere.........(perché poi, mah....).

Proposta mia: mandiamoci gli onorevoli!
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sandroz • 2 ore fa
Mentre i ministri parlano, loro agiscono, per mettere insieme l'ONU ci vuole un anno, i libici saranno già a Roma a salutare questo governucolo da vicino.
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camillobenso
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Re: LA LIBIA E' VICINA

Messaggio da camillobenso »

Libia, video Isis: decapitazione di decine di cristiani copti. “Siamo a sud di Roma”

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Il video è comparso sull'account Twitter di un sito internet che sostiene il gruppo dello Stato islamico. Nei giorni scorsi era stata annunciata l’esecuzione dei 21 ostaggi sequestrati tra dicembre e gennaio
di F. Q. | 15 febbraio 2015


I militanti dello Stato islamico hanno diffuso un video che mostra la decapitazione di 21 egiziani cristiani copti che erano stati rapiti in Libia. Lo fa sapere la televisione al-Jazeera. Il video è comparso sull’account Twitter di un sito internet che sostiene il gruppo dello Stato islamico.

Nei giorni scorsi era stata annunciata l’esecuzione dei 21 ostaggi sequestrati tra dicembre e gennaio. Le fonti ufficiali libiche e il ministro degli Esteri egiziano dicono di non aver avuto conferme dell’uccisione.

Secondo quanto riferisce Rita Katz, direttrice del Site (un osservatorio americano che si occupa del monitoraggio del jihadismo) il video ha il titolo “Un messaggio firmato con il sangue alla Nazione della Croce”.


All’interno ci sarebbe anche un riferimento esplicito all’Italia: “Prima ci avete visti su una collina della Siria. Oggi siamo a sud di Roma… in Libia”. E poi ancora: “Avete buttato il corpo di Osama bin Laden in mare, mischieremo il suo sangue con il vostro”. Nel video i militanti vestiti di nero fanno camminare i prigionieri, vestiti con tute arancioni, su una spiaggia. I prigionieri vengono costretti a inginocchiarsi, per poi essere decapitati.

Il filmato dura cinque minuti. In una didascalia si legge: “Il popolo della croce, seguaci dell’ostile chiesa egiziana”. Migliaia di egiziani si sono recati nella vicina Libia per cercare un lavoro dopo la rivolta del 2011, nonostante i consigli del loro governo di non recarsi in uno dei Paesi più pericolosi della regione.

La crisi, anche dopo gli attentati di probabile matrice islamica a Copenaghen, preoccupa sempre di più le forze occidentali.

Mercoledì 18 e giovedì 19 febbario a Washington ci sarà il vertice internazionale sulla sicurezza globale. La situazione in Libia è precipitata nei giorni scorsi. Tra venerdì e sabato, al termine di un’azione rimasta a lungo sotto traccia, con la presa di due radio e una tv è apparso chiaro che l’Isis ha il controllo di parte di Sirte in Libia, dove i jihadisti hanno preso fra l’altro l’ufficio passaporti.


Scade in queste ore un ultimatum dello Stato islamico lanciato a Fajr Libya, la coalizione di milizie filo-islamiche che sostiene il Gnc, affinché sgombrino totalmente il campo. Il congresso però si mostra convinto di poter riprendere la città e già pianifica una “Operation room” per gestire il post-riconquista. Intanto successi militari vengono annunciati anche attorno a due pozzi della “Mezzaluna petrolifera” attaccati da jihadisti vicini all’Isis nei giorni scorsi.


Lo Stato islamico però, che già fra aprile e ottobre ha creato un ufficiale “califfato” a Derna, ha fatto una “parata” di pickup pesantemente armati per sottolineare il possesso anche di Nawfaliya, cittadina desertica 145 km a est di Sirte. Inoltre “le bandiere nere dell’Isis sono già a Tripoli, si vedono sventolare dalle macchine che si aggirano nella capitale libica.

Prima erano poche, nascoste, adesso si stanno moltiplicando. La situazione è gravissima”, è stato l’allarme lanciato da fonti libiche vicine al governo di Tobruk.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02 ... o/1427970/
camillobenso
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Re: LA LIBIA E' VICINA

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La vox populi


Ivo Serenthà • 13 minuti fa
Ormai il pasticciaccio è fatto,con la fine di Gheddafi e ancor prima di Saddam,regna il caos,e l'isis è la drammatica realtà che ha partorito l'entrata a gamba tesa dell'occidente,la diplomazia è inutile,la guerra è ormai una realtà.
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aleste85 Ivo Serenthà • 12 minuti fa
purtroppo è vero. la primavera araba foraggiata dall'occidente ha prodotto questo casino... non si può restare ancora a guardare
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giemme74 • 28 minuti fa
ci manca solo che questo governo vada a provocare il terrorismo islamico, poi ha fatto l'en plien...
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aleste85 giemme74 • 13 minuti fa
dal loro punto di vista sono già stati provocati.
vedono l'europa e gli USA come un blocco unico
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Norrin Radd • 44 minuti fa
e' il war act renziano, un modo per occupare i milioni di giovani nullafacenti italiani, genio.
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