La Terza Guerra Mondiale

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flaviomob
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Re: La Terza Guerra Mondiale

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Mineo su Facebook:

Bugie, greche e somale! Caffè del 17
Solo El Pais e IlSole24ore la raccontano proprio com’è andata: “Ultimatum alla Grecia perché accetti le condizioni dell’Europa”, scrive il giornale spagnolo, “L’Europa gela Atene: ultimatum sul piano Ue”, fa eco il giornale economico. Per il Corriere invece è “la Grecia” che “boccia l’offerta europea”, per Repubblica “Atene (che) rifiuta il piano Ue”, per la Stampa addirittura “la Grecia rompe con l’Europa”.

La verità riaffiora sul Corriere, ma solo a pagina 12: “Yanis Varoufakis, ha confermato di essere entrato nell’Eurogruppo per firmare un testo mediato dal commissario Ue per gli Affari economici, il socialista francese Pierre Moscovici, che legava la concessione di sei mesi di tempo chiesta da Atene alla revisione di impegni del passato fissando «condizioni precise». Quali fossero tali condizioni, lo spiega El Pais, in prima: “la Grecia aveva accettato “di non adottare misure che influiscano sulla stabilità finanziaria”. Accettava vincoli alla spesa. A sorpresa - scrive Ivo Caizzi per il Corriere - il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, su pressione del responsabile tedesco delle Finanze Wolfgang Schäuble e di altri ministri di centrodestra, ha sostituito il documento di Moscovici con una bozza incentrata sull’estensione del programma con le dure misure di austerità imposte dalla troika dei creditori al precedente esecutivo del premier greco Antonis Samaras".

Schäuble ha voluto umiliare Varoufakis, Tsipras e i Greci che li hanno votati. Daltronde l’aveva detto: “Mi scuso, ma i Greci hanno eletto un governo irresponsabile”. Come è noto, i governi si fanno a Berlino. Oltre Oceano, Paul Krugman riesuma Catone il Censore e titola sul New York Times: “Athenae Delenda Est”. In Italia, Stefano Fassina twitta in inglese “Italian govt has to support Greece in defending democracy and an alternative agenda in the €zone. Tonight the €group ignored greek people Il governo italiano sostenga la Grecia, in difesa della democrazia e di un’altra agenda per l’Eurozona. Stasera l’Eurogruppo ha umiliato il popolo greco”. Il governo, però, fa il pesce in barile.

Il resto è presto detto. Mattarella va avanti per la sua strada: a Palermo in volo di linea, il Quirinale aperto ai cittadini e alle mostre d’arte, oggi riceve FI e Sel, senza farsi tirare la giacca da chi grida ma per ascoltare. “Renzi frena sull’intervento militare”, Repubblica. In realtà, come ha detto, frena “isteria”, e sposta il confronto all’Onu. Intanto promette una nuova grande riforma “La nostra scommessa è fare della RAI il più grande asset per raccontare l'idea di Italia nel mondo”. Peccato che vengano alla luce le magagne de #labuonascuola. Spiega la Fondazione Agnelli che assumere i famosi 140mila precari non ci darà gli insegnanti che servono. E che mettere in strada ben 100mila abilitati si rivelerà sbagliato oltre che ingiusto. Se abbandoniamo pure i vincitori di concorso extra scuola, che senso ha parlare di merito?

Infine, Ilaria Alpi. Federica Sciarelli e Chi l’ha visto? hanno scovato, dopo un anno di lavoro, l’unico testimone d’accusa vivente contro Omar Hashi Hassan, che è stato condannato all’ergastolo per aver ucciso nel 1994 la giornalista del Tg3. Ritratta! “Gli italiani avevano fretta di chiudere il caso -dice - e mi avevano promesso denaro in cambio di una testimonianza al processo contro un somalo”. Ahmed Ali Rage “Jelle”, abita a Londra ma nessuno era andato mai a cercarlo. Sento il dovere di chiedere chi e perché abbia avuto fretta di seppellire per la seconda volta Ilaria Alpi, chi abbia ordinato il depistaggio ormai evidente, e quali interessi intendesse proteggere.
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
paolo11
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Re: La Terza Guerra Mondiale

Messaggio da paolo11 »

https://www.youtube.com/watch?v=W-NYaRhaSzU
La verità SHOCK sull'ISIS - Ecco cosa ci Nascondono i Media - di Marcello Foa

https://www.youtube.com/watch?v=gdc688knpv4
Guerre e Terrorismo: L'incredibile Confessione di un Soldato Americano!
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Re: La Terza Guerra Mondiale

Messaggio da camillobenso »

Voi pensate alla guerra, noi intanto ci mangiamo l’Ucraina

19/2 • SEGNALAZIONI •Nello stesso momento in cui gli Stati Uniti, il Canada e l’Unione Europea annunciavano una nuova serie di sanzioni contro la Russia nella metà del dicembre dello scorso anno, l’Ucraina riceveva 350 milioni di dollari in aiuti militari da parte degli Usa, arrivati subito dopo un pacchetto di aiuti da un miliardo di dollari approvato nel marzo 2014 dal Congresso degli Stati Uniti.


Il maggior coinvolgimento dei governi occidentali nel conflitto in Ucraina è un chiaro segnale della fiducia nel consiglio stabilito dal nuovo governo durante i primi giorni di dicembre.

Questo nuovo governo è più unico che raro nella sua specie, dato che tre dei suoi più importanti ministri sono stranieri a cui è stata accordata la cittadinanza Ucraina solo qualche ora prima di incontrarsi per questo loro appuntamento.


Il titolo di ministro delle finanze è andato a Natalie Jaresko, una donna d’affari nata ed educata in America, che lavora in Ucraina dalla metà degli anni ’90, sovraintendente di un fondo privato stabilito dal governo Usa come investimento nel paese.

La Jaresko è anche amministratore delegato dell’Horizon Capital, un’azienda che amministra e gestisce svariati investimenti nel paese.Per strano che possa sembrare, questo appuntamento è in linea con ciò che ha tutta l’aria di essere una acquisizione dell’economia ucraina da parte dell’Occidente.

In due inchieste – “La presa di potere delle aziende sull’agricoltura ucraina” e “Camminando dalla parte dell’Ovest: la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale nel conflitto ucraino” – l’Oakland Institute ha documentato questa presa di potere, in particolarmente evidente nel settore agricolo. Un altro fattore importante nella crisi che ha portato alle proteste mortali ed infine all’allontanamento dagli uffici del presidente Viktor Yanukovich nel febbraio 2014, è stato il suo rifiuto di un patto dell’Associazione Ue, volto all’espansione del commercio e ad integrare l’Ucraina alla Ue, un patto legato a un prestito di 17 miliardi di dollari da parte del Fondo Monetario Internazionale. Dopo la dipartita del presidente e l’installazione di un governo pro-occidente, il Fondo Monetario Internazionale ha messo in atto un programma di riforme come condizione a questo prestito, allo scopo di incrementare gli investimenti privati nel paese.Il pacchetto delle misure adottate include la fornitura pubblica di acqua ed energia e, ancor più importante, si rivolge a ciò che la Banca Mondiale identifica col nome di “radici strutturali” dell’attuale crisi economica esistente in Ucraina, con un occhio in particolare all’alto costo del generare affari nel paese. Il settore agricolo ucraino è stato un obiettivo primario per gli investitori stranieri ed è quindi logicamente visto dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Centrale come un settore prioritario da riformare. Entrambe le istituzioni lodano la prontezza del nuovo governo nel seguire i loro suggerimenti. Ad esempio, il piano d’azione della riforma agraria guidata dall’Occidente nei confronti dell’Ucraina include la facilitazione nell’acquisizione di terreni agricoli, norme e controlli sulle fabbriche e sulla terra, e la riduzione delle tasse per le aziende e degli oneri doganali. Gli interessi che gravitano intorno al vasto settore agricolo dell’Ucraina, che è il terzo maggior esportatore di mais ed il quinto di grano, non potrebbero essere più alti. L’Ucraina è nota per i suoi ampi appezzamenti di suolo scuro e ricco, e vanta più di 32 milioni di ettari di terra fertile ed arabile, l’equivalente di un terzo dell’intera terra arabile di tutta l’Unione Europea.La manovra per il controllo sul sistema agricolo del paese è un fattore decisivo nella lotta che sta avendo luogo negli ultimi anni tra Occidente e Oriente, fin dalla Guerra Fredda. La presenza di aziende straniere nell’agricoltura ucraina sta crescendo rapidamente, con più di 1.6 milioni di ettari acquistati da compagnie straniere per scopi agricoli negli ultimi anni. Sebbene Monsanto, Cargill e DuPont siano in Ucraina da parecchio tempo, i loro investimenti nel paese sono cresciuti in modo significativo in questi ultimi anni. Cargill, gigante agroalimentare statunitense, è impegnato nella vendita di pesticidi, sementi e fertilizzanti, e ha recentemente espanso i suoi investimenti per acquistare un deposito di stoccaggio del grano, nonché una partecipazione nella UkrLandFarming, il maggiore agrobusiness dell’Ucraina. Similarmente, la Monsanto, altra multinazionale americana, era già da un po’ in Ucraina, ma ha praticamente duplicato il suo team negli ultimi tre anni. Nel marzo 2014, appena qualche settimana dopo la destituzione di Yanukovych, l’azienda investì 140 milioni nella costruzione di un nuovo stabilimento di sementi in Ucraina. Anche la DuPont ha allargato i suoi investimenti annunciando, nel giugno 2013, la volontà di investire anch’essa in uno stabilimento di sementi nel paese.Le aziende occidentali non hanno soltanto preso il controllo su una porzione redditizia di agribusiness e altre attività agricole, hanno iniziato una vera e propria integrazione verticale nel settore agricolo, estendendo la presa sulle infrastrutture e sui trasporti. Per dire, la Cargill al momento possiede almeno quattro ascensori per silos e due stabilimenti per la lavorazione dei semi di girasole e la produzione di olio di girasole. Nel dicembre 2013 l’azienda ha acquistato il “25% + 1% condiviso” in un terminal del grano nel porto di Novorossiysk, nel Mar Nero, terminal con una capacità di 3.5 milioni di tonnellate di grano all’anno. Tutti gli aspetti della catena di fornitura dell’Ucraina Agricola – dalla produzione di sementi ed altro, all’attuale possibilità di spedizione di merci fuori dal paese – stanno quindi incrementando sotto il controllo dei colossi occidentali. Le istituzioni europee e il governo degli Usa hanno attivamente promosso questa espansione.Tutto è iniziato con la spinta per un cambiamento di governo quando il fu presidente Yanukovych era visto come un filorusso, manovra ulteriormente incrementata, a cominciare dal febbraio 2014, attraverso la promozione di un’agenda delle riforme “pro-business”, come descritto dal segretario statunitense del commercio, Penny Pritzker, durante il suo incontro con il primo ministro Arsenly Yatsenyuk nell’ottobre 2014. L’Unione Europea e gli Stati Uniti stanno lavorando duramente, mano nella mano, per prendere possesso dell’agricoltura ucraina. Sebbene l’Ucraina non permetta la produzione di coltivazioni geneticamente modificate (Ogm), l’Accordo Associato tra Ue e l’Ucraina, che accese il conflitto che poi espulse Yanukovych, include una clausula (articolo 404) che impegna entrambe le parti a cooperare per “estendere l’uso delle biotecnologie” all’interno del paese. Questa clausula è sorprendente, dato che la maggior parte dei consumatori europei rifiuta l’idea delle coltivazioni Ogm. Ad ogni modo, essa crea un’apertura in grado di portare i prodotti Ogm in Europa, un’opportunità tanto desiderata dai grandi colossi agroalimentari, come ad esempio Monsanto.Aprendo l’Ucraina alle coltivazioni Ogm si andrebbe contro la volontà dei cittadini europei, e non è chiaro come questo cambiamento potrebbe portare migliorie alla popolazione ucraina. Allo stesso modo non è chiaro come gli ucraini beneficeranno di questa ondata di investimenti stranieri nella loro agricoltura, e quale sarà l’impatto che questi ultimi avranno su sette milioni di agricoltori locali. Alla fine, una volta che si distoglierà lo sguardo dal conflitto nella parte est “filorussa” del paese, i cittadini ucraini potrebbero domandarsi cosa è rimasto della capacità del paese di controllare e gestire l’economia e le risorse a loro proprio beneficio. Quanto ai cittadini statunitensi ed europei, alla fine si sveglieranno dalle retoriche sulle aggressioni russe e sugli abusi dei diritti umani, e contesteranno il coinvolgimento dei loro governi nel conflitto ucraino?(Frederic Mousseau, “I giganti agricoli occidentali si accaparrano l’Ucraina”, da “Atimes” del 28 gennaio 2015, ripreso da “Come Don Chisciotte”. Mousseau è direttore delle politiche all’Oakland Institute).
Nello stesso momento in cui gli Stati Uniti, il Canada e l’Unione Europea annunciavano una nuova serie di sanzioni contro la Russia nella metà del dicembre dello scorso anno, l’Ucraina riceveva 350 milioni di dollari in aiuti militari da parte degli Usa, arrivati subito dopo un pacchetto di aiuti da un miliardo di dollari approvato nel marzo 2014 dal Congresso degli Stati Uniti. Il maggior coinvolgimento dei governi occidentali nel conflitto in Ucraina è un chiaro segnale della fiducia nel consiglio stabilito dal nuovo governo durante i primi giorni di dicembre. Questo nuovo governo è più unico che raro nella sua specie, dato che tre dei suoi più importanti ministri sono stranieri a cui è stata accordata la cittadinanza Ucraina solo qualche ora prima di incontrarsi per questo loro appuntamento. Il titolo di ministro delle finanze è andato a Natalie Jaresko, una donna d’affari nata ed educata in America, che lavora in Ucraina dalla metà degli anni ’90, sovraintendente di un fondo privato stabilito dal governo Usa come investimento nel paese.

La Jaresko è anche amministratore delegato dell’Horizon Capital, un’azienda che amministra e gestisce svariati investimenti nel paese.
flaviomob
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Re: La Terza Guerra Mondiale

Messaggio da flaviomob »

Camillo, qual è la fonte di questo scritto rivelatore?

Su Wikipedia c'è qualcosa riguardo a Jaresko:

http://en.wikipedia.org/wiki/Natalie_Jaresko
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
flaviomob
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Re: La Terza Guerra Mondiale

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Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
camillobenso
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Re: La Terza Guerra Mondiale

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Si ricomincia?



I «QUADERNI NERI»
Heidegger profeta del IV Reich
L’antisemitismo è insito nella sua opera. Sperava nel ritorno del dominio tedesco
Una riflessione dopo l’anticipazione dei nuovi Taccuini da parte della «Lettura»

di Emmanuel Faye



Le anticipazioni di alcuni passaggi del prossimo volume dei Quaderni neri in uscita a marzo, fornite da Donatella Di Cesare sulla «Lettura» del «Corriere» lo scorso 8 febbraio, spingono ad approfondire ulteriormente la ricerca su quanto radicati siano nel pensiero di Martin Heidegger i temi nazisti. La proposta di leggere il suo
antisemitismo in modo differente da quello propriamente nazista appare infatti problematica, poiché la progressiva pubblicazione di questi Quaderni, sempre più simile a un sinistro romanzo a puntate, viene via via confermando l’introduzione del nazismo nella filosofia da parte di Heidegger.

Il mio lavoro, lungi dall’indagare l’adesione heideggeriana al nazionalsocialismo come una questione biografica o un errore politico, mira a dimostrare che questa si inscriveva nei fondamenti della sua opera. Il primo documento che testimonia l’antisemitismo di Heidegger risale al 1916, nel pieno della Prima guerra mondiale. Si tratta di una lettera alla moglie Elfride in cui egli si rammarica della «giudaizzazione della nostra cultura e delle nostre università», affermando che «la razza tedesca dovrebbe trovare sufficienti forze interiori» per riuscire a emergere. Le modalità per raggiungere tale scopo si chiariscono in un’altra lettera segreta del 1929 al consigliere Schwoerer, in cui Heidegger mostra la violenza del suo risentimento antisemita prendendosela con la «crescente giudaizzazione», che secondo lui si era impossessata della «vita spirituale tedesca» e indica che il solo modo di «riprendere il cammino» consiste nel dotarla «di forze e di educatori autentici, provenienti dal territorio».

La teoria dell’autoannientamento

Un cammino che egli si avvia a «riprendere» in modo esplicito nei suoi corsi universitari più virulenti degli anni 1933-34, poi pubblicati postumi secondo la sua volontà tra i volumi delle proprie Opere complete, da lui definiti appunto «cammini, non opere».

Nel volume 97 si leggerà che Heidegger vede lo sterminio nazista nei termini di un «autoannientamento» degli ebrei, che tuttavia non è andato completamente a buon fine per colpa degli Alleati. Questi, non avendo compreso il «destino del popolo tedesco», lo avrebbero represso nel suo «volere il mondo».

Heidegger però non perde le speranze e pensa che ci sia ancora un futuro per il compimento di tale «destino».

A fronte di queste rivelazioni ci si domanda ora se egli pensasse a un IV Reich e a quale scopo abbia progettato la pubblicazione dei Quaderni neri. Io sostengo da anni, in base a un’analisi minuziosa dei suoi scritti, che sebbene Heidegger si sia sforzato di differenziare, dopo il crollo del III Reich, l’avvento dell’«altro inizio» evocato nei suoi Contributi alla filosofia da quanto si era compiuto tra il 1933 e il 1945, ciò non è stato altro che una strategia di sopravvivenza. Si trattava infatti di prendere la distanza adeguata da un’impresa il cui fallimento era stato totale.

Non però per rinnegarla — visto che nell’intervista a «Der Spiegel» del 1966, pubblicata postuma dieci anni dopo, egli approverà ancora la direzione «sufficiente» della relazione tra uomo e «essenza della tecnica» intrapresa dal nazionalsocialismo — ma per prepararne il ritorno in forme nuove, anticipate attraverso la diffusione della sua opera intesa a tale scopo.

La dominazione germanica
Nel suo corso invernale del 1933-34 intitolato «Dell’essenza della verità», Heidegger parla di «condurre le possibilità fondamentali dell’essenza della stirpe originariamente germanica verso la dominazione» e ciò si lega strettamente allo scopo di «guadagnare la sovrana levatura della nostra essenza», che possiamo leggere nei Quaderni neri dello stesso inverno. La parola «essenza» (Wesen) giunge a raccogliere l’intera significazione razziale del suo progetto.

Heidegger non ha bisogno di impiegare costantemente il termine «razza», che per lui è una parola straniera, ma gli preferisce spesso termini tedeschi come Stamm, Geschlecht, Art (stirpe, genere, schiatta) oppure semplicemente «essenza».

Questo è molto vicino alla terminologia di Hitler, che nel Mein Kampf impiega più volte il vocabolario dell’essenza a proposito della razza e nel 1933 equipara l’appartenenza a una determinata razza alla «propria essenza». Nel 1938 Heidegger precisa nei Quaderni neri, sottolineando lui stesso il termine essenza, che il «principio del tedesco è quello di combattere per la sua essenza più propria», dove tale combattimento non è un imperativo universale, ma il «principio» del solo popolo tedesco.


Il combattere per l’essenza più propria concederebbe al popolo tedesco il diritto di annientare tutto ciò che la minaccia.

Nel corso invernale del 1933-34 Heidegger propone ai suoi studenti di porsi come obiettivo di lungo periodo l’«annientamento totale» (völligen Vernichtung) del nemico interno «incrostato nella radice più intima del popolo», cioè gli ebrei assimilati. Nel 1941, mentre si va precisando la politica nazionalsocialista di costringere con ogni mezzo i dirigenti delle comunità ebraiche a coinvolgersi nell’organizzazione della loro propria distruzione, egli scrive nei Quaderni neri che «il genere più alto e l’atto più alto della politica consiste nel manovrare con il nemico per metterlo in una situazione in cui si trova costretto a procedere al proprio autoannientamento».

Carnefici e vittime

Ecco dunque l’intreccio dei due termini Vernichtung e Selbstvernichtung, annientamento e autoannientamento, che dovrà essere ben analizzato nei prossimi Quaderni neri.

Ma certamente è possibile osservare da subito che la reversibilità tra carnefici e vittime, manifestata da Heidegger nei passaggi già noti del volume 97, è stata un luogo comune dei nazisti più incalliti all’indomani della sconfitta militare e dei negazionisti che sono loro succeduti.

Gli ebrei sono designati da Heidegger nei Quaderni neri come coloro che sono «senza suolo», «senza essenza», «senza mondo».

Si scopre così che l’esistenziale dell’essere-nel-mondo può essere utilizzato dal suo autore come un termine discriminatorio a scopi antisemiti. Occorre ricordare che Heidegger utilizza l’espressione «senza mondo» per designare l’infraumano: benché l’animale non sia un «formatore di mondo», solo la pietra è detta «senza mondo» nel suo corso Concetti fondamentali della metafisica dell’inverno 1929-30. Per Heidegger gli ebrei non hanno posto nel mondo o, meglio, non lo hanno mai avuto.

Disumanizzazione totale

Questa disumanizzazione totale è ciò che ho chiamato «negazionismo ontologico» di Heidegger nei confronti degli ebrei, che nelle Conferenze di Brema del 1949 giunge fino a escluderli, insieme a tutte le altre vittime dei campi di concentramento, dall’essere-per-la-morte. Tale negazionismo ontologico, di cui Livia Profeti ha saputo dimostrare la convergenza con la «pulsione di annullamento» scoperta dallo psichiatra italiano Massimo Fagioli, vuole significare che Heidegger non solo nega la realtà storica dei fatti, riducendo il numero delle vittime nonché ogni specificità del genocidio nazista, ma annulla l’«essere» stesso delle vittime dei campi. L’antisemitismo di Heidegger è documentato a partire dal 1916, così come è documentato che dal 1934 egli prefigurava la totale Vernichtung, annientamento o sterminio che dir si voglia, degli ebrei. Argomentare filosoficamente il carattere di tale antisemitismo e di tale razzismo significa, per me, opporsi all’introduzione del nazismo nella filosofia da parte dell’autore dei sinistri enunciati dei Quaderni neri.

Il testo pubblicato è un contributo di Emmanuel Faye, docente alla Normandie Université, al dibattito su Martin Heidegger suscitato dall’uscita dei «Quaderni neri». Faye è autore del libro «Heidegger, l’introduzione del nazismo nella filosofia» (L’Asino d’Oro, 2012) Martin Heidegger (1889-1976) è considerato uno dei più importanti filosofi del Novecento, un maestro del pensiero esistenzialista. La sua opera di maggior spicco è il saggio «Essere e tempo» del 1927, edito in Italia da Longanesi e Mondadori Heidegger divenne rettore dell’Università di Friburgo e aderì al nazismo nel 1933, anno dell’ascesa al potere di Hitler. Ma nel 1934 lasciò la carica e in seguito non partecipò più in modo attivo alla vita del partito
23 febbraio 2015 | 10:36


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http://www.corriere.it/cultura/15_febbr ... 5f83.shtml
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Re: La Terza Guerra Mondiale

Messaggio da camillobenso »

flaviomob ha scritto:Camillo, qual è la fonte di questo scritto rivelatore?

Su Wikipedia c'è qualcosa riguardo a Jaresko:

http://en.wikipedia.org/wiki/Natalie_Jaresko

Questa, caro flavio:

http://www.libreidee.org/
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Re: La Terza Guerra Mondiale

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Yemen, l’Arabia Saudita bombarda. AP: “Intervento di terra del Cairo e Ryad”
Mondo
L' Associated Press dà notizia dell'iniziativa saudita ed egiziana. Emirati, Bahrein e Qatar sostengono l'attacco. Anche Obama e Gb con Ryad. L'Iran dalla parte dei ribelli. Il Presidente siriano Assad: "Un atto di aggressione senza ritegno". Il presidente Hadi in fuga via mare. Cresce il prezzo del petrolio.
di F. Q. | 26 marzo 2015 COMMENTI



L’Arabia Saudita bombarda lo Yemen. Con il supporto di Lega Araba, Stati Uniti e Gran Bretagna e l’opposizione di Iran e Siria schierati al fianco dei ribelli Houthi, che hanno posto una taglia sul presidente del Paese arabo riconosciuto dalla comunità internazionale, Hadi, che aveva chiesto il via libera all’intervento al Consiglio di sicurezza dell’Onu e che in queste ore, secondo voci non confermate, starebbe abbandonando Aden via mare. “Le recenti azioni degli Houthi e la loro espansione ad Aden e Taiz sono un ulteriore segnale del loro disprezzo per il processo politico”, ha fatto sapere Londra dopo che l’Arabia Saudita, che mercoledì aveva schierato le truppe al confine, è intervenuta bombardando postazioni dei ribelli sciiti Houthi che, con le forze fedeli all’ex presidente Ali Abdullah Saleh, stanno prendendo il controllo del territorio.

Almeno 25 civili sono stati uccisi e 50 sono rimasti feriti, riferiscono i soccorritori locali. I caccia sauditi hanno distrutto la pista di atterraggio nella base vicino all’aeroporto civile di Sanaa e magazzini di armi armi in una base missilistica controllata dalle forze leali all’ex presidente yemenita Ali Abdullah Saleh. L’aeroporto internazionale invece è rimasto danneggiato ed è stato chiuso.

A sostenere l’attacco l’Egitto, con quattro navi da guerra dirette verso le coste del Paese, ma anche gli Stati Uniti che stanno fornendo il supporto logistico e di intelligence, autorizzata dal presidente Usa Barack Obama dopo una consultazione ad “alti livelli”, come riferisce un ufficiale Usa citato dalla Reuters che ha chiesto di mantenere l’anonimato. “Gli Houthi hanno scelto la via della violenza. I sauditi faranno tutto il necessario per proteggere il popolo yemenita e il legittimo governo dello Yemen”, ha invece fatto sapere l’ambasciatore saudita a Washington, Adel al-Jubeir, secondo il quale Riyad è in contatto con l’amministrazione Usa sull’operazione.

Riyad ha dispiegato 100 caccia e 150mila soldati, cui si aggiungono unità navali. Nel mirino le installazioni Houthi,con l’obiettivo di prendere il controllo dello spazio aereo yemenita. Sembrava che l’intervento militare potesse attendere un vertice della Lega Araba in programma sabato e domenica in Egitto. Il quadro strategico nella regione “sta cambiando a vantaggio dell’Iran”, “non si può ignorare ciò”, “l’invasione degli houthi ha messo fine a tutte le opzioni politiche”, ha commentato il capo della diplomazia degli Emirati Arabi, Anwar Gargash riferendosi al sostegno fornito da Teheran ai ribelli sciiti dopo che in nottata Riyad, Emirati, Bahrein e Qatar avevano fatto sapere in un comunicato congiunto che di aver “deciso di contrastare le milizie Huthi, al Qaida, e l’Isis nel Paese”. Anche il Sudan, annunciato il ministro della Difesa Abdel Raheem Mohammed Hussein, parteciperà all’operazione militare. Dal canto suo la Siria, il cui governo guidato da Bashar Assad è alleato dell’Iran, definisce l’operazione saudita un atto di “aggressione senza ritegno”.

L’Italia era stata informata mercoledì dell’intervento militare con una telefonata del Principe Saud al-Faisal alla Farnesina. Il Ministro Gentiloni ha espresso “comprensione per le preoccupazioni” per gli sviluppo della crisi yemenita e ha fatto riferimento alla necessità di non pregiudicare l’impegno negoziale Onu. Posizione condivisa anche da Cina e Russia, che inviato alla risoluzione dell crisi con mezzi pacifici. Mosca, in una nota, informa di essere “in contatto con tutte le parti coinvolte negli sviluppi in Yemen” e che proseguono gli “sforzi per una soluzione al più presto del conflitto militare”. L‘Iraq non condivide l’operazione militare: “L’uso delle armi fuori dal proprio Stato pone i Paesi a un nuovo livello e a una militarizzazione delle differenze politiche”, ha detto Ibrahim al-Jaafari, ministro degli Esteri iracheno, che ha essere detto l’Iraq “impegnato sul piano politico all’interno del summit arabo per risolvere la crisi in Yemen”.

In Pakistan, invece, è in corso la valutazione della richiesta dell’Arabia di inviare dei soldati in Yemen, fa sapere il ministro degli Esteri. Anche la Turchia fa sapere d’essere stata informata dall’Arabia prima del lancio dell’operazione e sostiene l’operazione militare con una nota del Ministero degli Esteri in cui si legge che “Il gruppo sciita houthi e i suoi “sostenitori stranieri” devono rinunciare ad azioni che minaccino la pace e la sicurezza nella regione”. Sostegno anche da parte del Kuwait e dell’Autorità nazionale palestinese.

Del resto il ministro degli Esteri saudita Saud al Faisal col crescere della tensione aveva già precisato che “se non ci sarà una soluzione pacifica” i Paesi del Golfo “prenderanno le misure necessarie per mettere fine all’aggressione”, mentre l’alto rappresentante dell’Ue per la politica estera Federica Mogherini aveva chiesto agli “attori della regione” di agire in modo “responsabile e non unilaterale”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03 ... d/1539173/
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Re: La Terza Guerra Mondiale

Messaggio da camillobenso »

Enrico Mentana, nel suo Tg serale di ieri si è detto preoccupato per quanto sta accadendo in Siria.

Ha certamente ragione, visionando le immagini oltre al fatto in sé.


Ovviamente ci siamo dimenticati quando toccava a noi. Li sembra ancora peggio osservando questa immagine.


Immagine



LA GUERRA IN SIRIA
L’Isis alle porte di Damasco: occupato campo profughi palestinese
Avanzata degli jihadisti a Yarmouk: preso d’assalto l’ospedale palestinese della zona, catturati tutti i membri dello staff medico e i volontari
di Redazione Online

Articolo + video + foto

http://www.corriere.it/esteri/15_aprile ... e0a5.shtml
camillobenso
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Re: La Terza Guerra Mondiale

Messaggio da camillobenso »

Su questo pianeta funziona così.



Kenya, attacco al campus: 17 morti e cristiani in ostaggio. Al-Shabaab rivendica
Mondo
"Abbiamo ucciso molte persone e i kenioti saranno scioccati quando entreranno nel campus" fanno sapere i miliziani islamisti. Gli assalitori hanno preso in ostaggio un numero imprecisato di persone dividendole per credo religioso: quindici musulmani sono stati rilasciati. Le autorità keniote al momento non hanno ancora notizie certe su 535 degli 815 studenti
di F. Q. | 2 aprile 2015


Articolo + video

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04 ... i/1560338/
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