Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la SX?
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
VIVERE O MORIRE - 1
La fase storica che stiamo attraversando è di quelle che in passato si sono viste già altre molte volte. VIVERE O MORIRE.
A voi cosa interessa? VIVERE O MORIRE????
Renzi sta portando a termine il vecchio disegno gelliano del “PIANO DI RINASCITA DEMOCRATICA”.
Per chi ha partecipato e partecipa a questo forum ed ha partecipato ai precedenti, fino a risalire al forum mamma di Ulivo.it, la libertà, la democrazia, la Costituzione del ’48, l’occupazione, il lavoro, sono valori da difendere.
Berlusconi prima, per un ventennio e Renzi dopo, vanno invece in senso inverso.
Con Renzi, vuol dire morire sotto un nuovo fascismo di tipo moderno contenuto tra le pieghe del “PIANO DI RINASCITA DEMOCRATICA”progettato già alla fine degli anni ’70 dal gran maestro della loggia P2, Licio Gelli, legato alla più potente delle Ur lodges conservatrice del pianeta, la Three Eyes, con forti agganci oltre Atlantico.
E’ in questo nuovo sistema che intendete morire?
La fase storica che stiamo attraversando è di quelle che in passato si sono viste già altre molte volte. VIVERE O MORIRE.
A voi cosa interessa? VIVERE O MORIRE????
Renzi sta portando a termine il vecchio disegno gelliano del “PIANO DI RINASCITA DEMOCRATICA”.
Per chi ha partecipato e partecipa a questo forum ed ha partecipato ai precedenti, fino a risalire al forum mamma di Ulivo.it, la libertà, la democrazia, la Costituzione del ’48, l’occupazione, il lavoro, sono valori da difendere.
Berlusconi prima, per un ventennio e Renzi dopo, vanno invece in senso inverso.
Con Renzi, vuol dire morire sotto un nuovo fascismo di tipo moderno contenuto tra le pieghe del “PIANO DI RINASCITA DEMOCRATICA”progettato già alla fine degli anni ’70 dal gran maestro della loggia P2, Licio Gelli, legato alla più potente delle Ur lodges conservatrice del pianeta, la Three Eyes, con forti agganci oltre Atlantico.
E’ in questo nuovo sistema che intendete morire?
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
[il manifesto] Al via la «fabbrica» di Landini
Creato Giovedì, 26 Febbraio 2015 11:46
Scritto Da Fiom-Cgil Nazionale
Pomigliano. Assemblea alla Fiat con il leader Fiom e Libera. Prima tappa della coalizione sociale. Il segretario delle tute blu: «Oltre i cancelli per una nuova politica dei diritti e del lavoro. Contro il modello Marchionne-Renzi»
di Adriana Pollice, Napoli 25 febbraio 2015
Fonte: il manifesto
Non la costruzione di un nuovo partito ma di una politica dei diritti e del lavoro all’interno di una coalizione sociale: Maurizio Landini ieri a Pomigliano d’Arco ha messo in fila i fatti che hanno spinto la Fiom a cercare fuori dalle fabbriche, anche oltre gli strumenti della contrattazione, sostegno e armi per contrastare il disegno che unisce il governo Renzi e Sergio Marchionne, Confindustria e la Bce.
Si comincia dall’hinterland partenopeo, dove ha sede lo stabilimento Fiat Chrysler, perché è da qui che nel 2010 è partito il modello Marchionne: rinuncia alle pause, ritmi di lavoro serratissimi, azzeramento del conflitto sindacale fino all’esclusione delle organizzazioni dissenzienti, metà della forza lavoro in cassa integrazione, fuga dal contratto nazionale collettivo in cambio della promessa del rientro di tutti i lavoratori sulle linee entro il 2013.
A oggi 2mila sono ancora fuori e solo metà di questi mette piede in fabbrica saltuariamente grazie al contratto di solidarietà, nessuna nuova vettura da affiancare alla Panda.
Modelli differenti di lavoro: la Fiat tiene più tempo sulle linee un gruppo ristretto di operai, spremuti con turni extra anche grazie al governo che detassa gli straordinari; alla Ducati acquistata dalla Volkswagen gli operai hanno contrattato una riduzione da 40 ore settimanali a 30 in cambio di due turni in più, l’accordo ha prodotto cento assunzioni «mentre da Melfi gli operai Fiat scappano perché non reggono alla catena di montaggio — spiega Landini -. In Fca ogni quattro o cinque operai c’è un team leader che li segue, l’operaio è solo di fronte a chi rappresenta l’azienda. Questo modello di fabbrica è quello che il governo vuole replicare nella società azzerando i corpi intermedi. C’è stato un gran trambusto su quella che ho definito “coalizione sociale” perché fa paura, non vogliono che riuniamo ciò che hanno diviso».
Renzi aveva liquidato Landini con un secco «ha perso nel sindacato, si dà alla politica» dopo l’intervista del leader Fiom al Fatto quotidiano, mentre la leader Cgil, Susanna Camusso, ieri ha ripetuto: «Con Landini non c’è alcuna polemica. La Cgil ha un progetto di tipo sindacale, non è nostra intenzione organizzare formazioni politiche o coalizioni sociali o altre modalità». Se l’esecutivo approva a colpi di maggioranza le ricette prescritte all’Italia nel 2011 dalla Bce (liberalizzazione dei servizi, abolizione provincie, tagli a enti locali e pensioni, licenziamenti facili, pareggio di bilancio) «ricette che hanno prodotto 25milioni di disoccupati in Europa, c’è proprio bisogno di fare politica» spiega il leader Fiom.
Da Pomigliano parte la campagna per la creazione di un fondo in cui i lavoratori possono devolvere la maggiorazione dello straordinario a favore dei colleghi in difficoltà economica, a gestirlo Libera e don Peppino Gambardella, il parroco che con la Caritas sostiene già le famiglie in difficoltà. È la prima iniziativa messa in campo dopo lo sciopero del 14 febbraio contro i tre sabato di straordinario (la Fiom chiedeva un turno in più per far rientrare più operai a lavoro) a cui avevano aderito solo in cinque. Il Comitato cassintegrati e licenziati Fiat, con Mimmo Mignano, dà il proprio sostegno alla lotta della Fiom «ma Landini sbaglia a levare dal tavolo l’arma dello sciopero. E’ un diritto anche quando lo esercitano in cinque, non dobbiamo farcelo togliere. Dobbiamo lottare per diventare maggioranza».
Contestata invece dal comitato la Cgil, rappresenta dal segretario regionale Franco Tavella, intervenuto per rilanciare la mobilitazione contro la vendita di Alsaldo a Hitachi e la fuga di Finmeccanica dalla Campania. In sala anche i lavoratori Alenia della sede di Napoli, in via di dismissione.
Il governo smantella lo Statuto dei lavoratori, con il Job Act mette soldi in tasca agli imprenditori lasciandoli liberi di licenziare, non dà il reddito di cittadinanza ma anzi tagli gli ammortizzatori sociali, non blocca la catena di appalti e subappalti che fa proliferare gli affari dei clan, allora «va bene tornare in piazza ma bisogna anche trovare nuove forme di protesta — argomenta Landini — a partire dai territori. Dobbiamo scrivere un nuovo Statuto dei lavoratori e ricorrere al referendum per abrogare le leggi sbagliate». Non è più una questione che riguarda le fabbriche ma tutti quelli che si oppongono alle politiche di Renzi, che vogliono tutelare i propri diritti e non si sentono rappresentati in parlamento. «Bisogna spezzare il ricatto continuo a cui siamo sottoposti con il paravento della crisi – conclude -, far emergere proposte su salute, lavoro, sviluppo ognuno con il proprio ruolo. Ci sono tanti “fenomeni” politici nuovi, come il superpolitico di Firenze, oppure Grillo, o altri. Io resto a fare il sindacalista»
http://www.fiom-cgil.it/web/comunicazio ... di-landini
Creato Giovedì, 26 Febbraio 2015 11:46
Scritto Da Fiom-Cgil Nazionale
Pomigliano. Assemblea alla Fiat con il leader Fiom e Libera. Prima tappa della coalizione sociale. Il segretario delle tute blu: «Oltre i cancelli per una nuova politica dei diritti e del lavoro. Contro il modello Marchionne-Renzi»
di Adriana Pollice, Napoli 25 febbraio 2015
Fonte: il manifesto
Non la costruzione di un nuovo partito ma di una politica dei diritti e del lavoro all’interno di una coalizione sociale: Maurizio Landini ieri a Pomigliano d’Arco ha messo in fila i fatti che hanno spinto la Fiom a cercare fuori dalle fabbriche, anche oltre gli strumenti della contrattazione, sostegno e armi per contrastare il disegno che unisce il governo Renzi e Sergio Marchionne, Confindustria e la Bce.
Si comincia dall’hinterland partenopeo, dove ha sede lo stabilimento Fiat Chrysler, perché è da qui che nel 2010 è partito il modello Marchionne: rinuncia alle pause, ritmi di lavoro serratissimi, azzeramento del conflitto sindacale fino all’esclusione delle organizzazioni dissenzienti, metà della forza lavoro in cassa integrazione, fuga dal contratto nazionale collettivo in cambio della promessa del rientro di tutti i lavoratori sulle linee entro il 2013.
A oggi 2mila sono ancora fuori e solo metà di questi mette piede in fabbrica saltuariamente grazie al contratto di solidarietà, nessuna nuova vettura da affiancare alla Panda.
Modelli differenti di lavoro: la Fiat tiene più tempo sulle linee un gruppo ristretto di operai, spremuti con turni extra anche grazie al governo che detassa gli straordinari; alla Ducati acquistata dalla Volkswagen gli operai hanno contrattato una riduzione da 40 ore settimanali a 30 in cambio di due turni in più, l’accordo ha prodotto cento assunzioni «mentre da Melfi gli operai Fiat scappano perché non reggono alla catena di montaggio — spiega Landini -. In Fca ogni quattro o cinque operai c’è un team leader che li segue, l’operaio è solo di fronte a chi rappresenta l’azienda. Questo modello di fabbrica è quello che il governo vuole replicare nella società azzerando i corpi intermedi. C’è stato un gran trambusto su quella che ho definito “coalizione sociale” perché fa paura, non vogliono che riuniamo ciò che hanno diviso».
Renzi aveva liquidato Landini con un secco «ha perso nel sindacato, si dà alla politica» dopo l’intervista del leader Fiom al Fatto quotidiano, mentre la leader Cgil, Susanna Camusso, ieri ha ripetuto: «Con Landini non c’è alcuna polemica. La Cgil ha un progetto di tipo sindacale, non è nostra intenzione organizzare formazioni politiche o coalizioni sociali o altre modalità». Se l’esecutivo approva a colpi di maggioranza le ricette prescritte all’Italia nel 2011 dalla Bce (liberalizzazione dei servizi, abolizione provincie, tagli a enti locali e pensioni, licenziamenti facili, pareggio di bilancio) «ricette che hanno prodotto 25milioni di disoccupati in Europa, c’è proprio bisogno di fare politica» spiega il leader Fiom.
Da Pomigliano parte la campagna per la creazione di un fondo in cui i lavoratori possono devolvere la maggiorazione dello straordinario a favore dei colleghi in difficoltà economica, a gestirlo Libera e don Peppino Gambardella, il parroco che con la Caritas sostiene già le famiglie in difficoltà. È la prima iniziativa messa in campo dopo lo sciopero del 14 febbraio contro i tre sabato di straordinario (la Fiom chiedeva un turno in più per far rientrare più operai a lavoro) a cui avevano aderito solo in cinque. Il Comitato cassintegrati e licenziati Fiat, con Mimmo Mignano, dà il proprio sostegno alla lotta della Fiom «ma Landini sbaglia a levare dal tavolo l’arma dello sciopero. E’ un diritto anche quando lo esercitano in cinque, non dobbiamo farcelo togliere. Dobbiamo lottare per diventare maggioranza».
Contestata invece dal comitato la Cgil, rappresenta dal segretario regionale Franco Tavella, intervenuto per rilanciare la mobilitazione contro la vendita di Alsaldo a Hitachi e la fuga di Finmeccanica dalla Campania. In sala anche i lavoratori Alenia della sede di Napoli, in via di dismissione.
Il governo smantella lo Statuto dei lavoratori, con il Job Act mette soldi in tasca agli imprenditori lasciandoli liberi di licenziare, non dà il reddito di cittadinanza ma anzi tagli gli ammortizzatori sociali, non blocca la catena di appalti e subappalti che fa proliferare gli affari dei clan, allora «va bene tornare in piazza ma bisogna anche trovare nuove forme di protesta — argomenta Landini — a partire dai territori. Dobbiamo scrivere un nuovo Statuto dei lavoratori e ricorrere al referendum per abrogare le leggi sbagliate». Non è più una questione che riguarda le fabbriche ma tutti quelli che si oppongono alle politiche di Renzi, che vogliono tutelare i propri diritti e non si sentono rappresentati in parlamento. «Bisogna spezzare il ricatto continuo a cui siamo sottoposti con il paravento della crisi – conclude -, far emergere proposte su salute, lavoro, sviluppo ognuno con il proprio ruolo. Ci sono tanti “fenomeni” politici nuovi, come il superpolitico di Firenze, oppure Grillo, o altri. Io resto a fare il sindacalista»
http://www.fiom-cgil.it/web/comunicazio ... di-landini
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
TRA SINDACATO E POLITICA
Landini, nove cose da sapere
Il leader della Fiom viene dalla base dei metalmeccanici e — si dice — potrebbe presto entrare in politica. Dagli studi abbandonati per mantenere la famiglia alla passione per De Gregori, chi è e che cosa pensa l’ex saldatore emiliano che guida 350 mila iscritti
di Davide Casati
http://www.corriere.it/politica/cards/l ... pale.shtml
Landini, nove cose da sapere
Il leader della Fiom viene dalla base dei metalmeccanici e — si dice — potrebbe presto entrare in politica. Dagli studi abbandonati per mantenere la famiglia alla passione per De Gregori, chi è e che cosa pensa l’ex saldatore emiliano che guida 350 mila iscritti
di Davide Casati
http://www.corriere.it/politica/cards/l ... pale.shtml
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
L'ANALISI
Feltri: vi dico io dove va (e quanto vale) Landini
"Landini fonda o non fonda un nuovo partito alla sinistra del Pd?" si chiede Vittorio Feltri sul Giornale. Nel caso, ha la stoffa per farlo? E quanto consenso avrebbe?
Di sicuro, scrive Feltri, "è personaggio", "sa stare in tv con disinvoltura", "non gli mancano prontezza di riflessi e faccia di tolla".
Insomma, "ha le caratteristiche per essere apprezzato da una discreta fetta di pubblico. Però esistono molti però". Innanzitutto deve vedersela con Civati e Cuperlo: "Se Landini fosse all'altezza di persuaderli a dare inizio all'affettamento, e lui stesso persuadesse la base, la più nostalgica della falce e martello, a seguirlo qualcosa di serio accadrebbe di sicuro".
Landini quindi riuscirebbe ad "aggiudicarsi un dieci per cento di voti. Non è poco, sufficiente a raggrumare sotto una unica sigla tutti i massimalisti di risulta". Ma attenzione, avverte Feltri, "se si realizzasse, il più felice sarebbe proprio Renzi, che si leverebbe dai piedi un gruppo di scocciatori e avrebbe facoltà di aprire le porte del Pd a un numero imprecisato di moderati attualmente senza tetto perché la casa delle libertà, edificata da Berlusconi, è stata danneggiata dai suddetti Casini, Fini, Alfano".
A questo punto "la mappa dei partiti sarebbe così composta: un Pd socialdemocratico tra il 30-35 per cento; un centrodestra restaurato (previsione ottimista) intorno al 20-25 per cento; una Lega circa del 15; un Landini con la dote del 10 e il resto mancia, per i pentastellati declinanti".
Questa però è solo una ipotesi perché, conclude Feltri, "non attribuiamo a Landini la forza di aggregare consensi bastanti per diventare il leader di un movimento del tipo di Podemos (Spagna) e di Tsipras (Grecia): non ci pare che l'Italia sia in condizioni di farsi trascinare in avventure simili. Ma non si sa mai".
Feltri: vi dico io dove va (e quanto vale) Landini
"Landini fonda o non fonda un nuovo partito alla sinistra del Pd?" si chiede Vittorio Feltri sul Giornale. Nel caso, ha la stoffa per farlo? E quanto consenso avrebbe?
Di sicuro, scrive Feltri, "è personaggio", "sa stare in tv con disinvoltura", "non gli mancano prontezza di riflessi e faccia di tolla".
Insomma, "ha le caratteristiche per essere apprezzato da una discreta fetta di pubblico. Però esistono molti però". Innanzitutto deve vedersela con Civati e Cuperlo: "Se Landini fosse all'altezza di persuaderli a dare inizio all'affettamento, e lui stesso persuadesse la base, la più nostalgica della falce e martello, a seguirlo qualcosa di serio accadrebbe di sicuro".
Landini quindi riuscirebbe ad "aggiudicarsi un dieci per cento di voti. Non è poco, sufficiente a raggrumare sotto una unica sigla tutti i massimalisti di risulta". Ma attenzione, avverte Feltri, "se si realizzasse, il più felice sarebbe proprio Renzi, che si leverebbe dai piedi un gruppo di scocciatori e avrebbe facoltà di aprire le porte del Pd a un numero imprecisato di moderati attualmente senza tetto perché la casa delle libertà, edificata da Berlusconi, è stata danneggiata dai suddetti Casini, Fini, Alfano".
A questo punto "la mappa dei partiti sarebbe così composta: un Pd socialdemocratico tra il 30-35 per cento; un centrodestra restaurato (previsione ottimista) intorno al 20-25 per cento; una Lega circa del 15; un Landini con la dote del 10 e il resto mancia, per i pentastellati declinanti".
Questa però è solo una ipotesi perché, conclude Feltri, "non attribuiamo a Landini la forza di aggregare consensi bastanti per diventare il leader di un movimento del tipo di Podemos (Spagna) e di Tsipras (Grecia): non ci pare che l'Italia sia in condizioni di farsi trascinare in avventure simili. Ma non si sa mai".
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Chissà se prima di morire riuscirò a capire come un uomo intelligente come Vittorio Feltri, possa lasciarsi andare a riflessioni dozzinali e qualunquistiche che possono mettere in dubbio l’operato di una vita.
Se Landini fosse all'altezza di persuaderli a dare inizio all'affettamento, e lui stesso persuadesse la base, la più nostalgica della falce e martello,
Fare ricorso ai nostalgici della falce e martello è una riflessione troppo dozzinale per un giornalista del suo calibro. Per il momento non ne conosco di nostalgici di quel tipo, ad eccezione di un ex sindacalista della Pirelli, poco più che ottantenne, ancora ben saldo nelle sue posizioni staliniste, e che considera Berlinguer un traditore. Ma una rondine non fa primavera. Oltre al fatto che un ortodosso come lui sta subendo il fascino di Francesco, senza capire, che quel tipo di “filosofia” della vita è stata anticipata 1800 anni prima di Marx e Lenin.
Ad ognuno il suo.
Landini, è un ruspante, è un combattente naturale ed anche per la sua storia. Non ce le vedo proprio quelle mozzarelle da salotto come Cuperlo, Civati, e Fassina alzarsi alle 6 del mattino per essere alle 8 sul posto di lavoro, ed iniziare a saldare all’esterno per 8 ore tutti i santi giorni, al freddo. E non con il freddo temperato di questi anni, ma di quando il generale inverno era degno di quella nomea.
Come viceversa Landini sarebbe sprecato nella vita da salotto dell’arrampicatore sociale come Bertinotti.
Se Landini fosse all'altezza di persuaderli a dare inizio all'affettamento, e lui stesso persuadesse la base, la più nostalgica della falce e martello,
Fare ricorso ai nostalgici della falce e martello è una riflessione troppo dozzinale per un giornalista del suo calibro. Per il momento non ne conosco di nostalgici di quel tipo, ad eccezione di un ex sindacalista della Pirelli, poco più che ottantenne, ancora ben saldo nelle sue posizioni staliniste, e che considera Berlinguer un traditore. Ma una rondine non fa primavera. Oltre al fatto che un ortodosso come lui sta subendo il fascino di Francesco, senza capire, che quel tipo di “filosofia” della vita è stata anticipata 1800 anni prima di Marx e Lenin.
Ad ognuno il suo.
Landini, è un ruspante, è un combattente naturale ed anche per la sua storia. Non ce le vedo proprio quelle mozzarelle da salotto come Cuperlo, Civati, e Fassina alzarsi alle 6 del mattino per essere alle 8 sul posto di lavoro, ed iniziare a saldare all’esterno per 8 ore tutti i santi giorni, al freddo. E non con il freddo temperato di questi anni, ma di quando il generale inverno era degno di quella nomea.
Come viceversa Landini sarebbe sprecato nella vita da salotto dell’arrampicatore sociale come Bertinotti.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Chissà se prima di morire riuscirò a capire come un uomo intelligente come Vittorio Feltri, possa lasciarsi andare a riflessioni dozzinali e qualunquistiche che possono mettere in dubbio l’operato di una vita.
Se Landini fosse all'altezza di persuaderli a dare inizio all'affettamento, e lui stesso persuadesse la base, la più nostalgica della falce e martello,
Fare ricorso ai nostalgici della falce e martello è una riflessione troppo dozzinale per un giornalista del suo calibro.
Mica è dozzinale.
E' coerente con un piano di comunicazione di origine antica.
1. delegittima l'avversario
2. dileggialo e fanne una macchietta
3. scatena il popolino becero al disprezzo
4. alla fine hai distrutto il tuo nemico spingendo i suoi "amici" a distaccarsene per l'imbarazzo
Far passare chiunque non sia liberista per un "nostalgico di falce e martello" ha solo e soltanto questo scopo: impedire l'esistenza stessa di un'alternativa politica.
Non importa se questa alternative sia efficace, plausibile, o meno: la mino alla base impedendole di esistere per mancanza di consensi.
Questa stessa tecnica è usata abbondantemente dai renziani da molti molti anni.
Eppure la "sinistra PD" li rimane e non si muove.
Hanno messo "il tesoro" al sicuro nelle fondazioni proprio per questa evenienza, eppure non si muovono.
soloo42001
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
soloo42001 ha scritto:Chissà se prima di morire riuscirò a capire come un uomo intelligente come Vittorio Feltri, possa lasciarsi andare a riflessioni dozzinali e qualunquistiche che possono mettere in dubbio l’operato di una vita.
Se Landini fosse all'altezza di persuaderli a dare inizio all'affettamento, e lui stesso persuadesse la base, la più nostalgica della falce e martello,
Fare ricorso ai nostalgici della falce e martello è una riflessione troppo dozzinale per un giornalista del suo calibro.
Mica è dozzinale.
E' coerente con un piano di comunicazione di origine antica.
1. delegittima l'avversario
2. dileggialo e fanne una macchietta
3. scatena il popolino becero al disprezzo
4. alla fine hai distrutto il tuo nemico spingendo i suoi "amici" a distaccarsene per l'imbarazzo
Far passare chiunque non sia liberista per un "nostalgico di falce e martello" ha solo e soltanto questo scopo: impedire l'esistenza stessa di un'alternativa politica.
Non importa se questa alternative sia efficace, plausibile, o meno: la mino alla base impedendole di esistere per mancanza di consensi.
Questa stessa tecnica è usata abbondantemente dai renziani da molti molti anni.
Eppure la "sinistra PD" li rimane e non si muove.
Hanno messo "il tesoro" al sicuro nelle fondazioni proprio per questa evenienza, eppure non si muovono.
soloo42001
Insomma,...... Lotta continua.
Vista da questa angolazione, dal punto di vista dell'analisi tecnica, sono d'accordo.
Solo che se Feltri, alla sua età ambisce ad entrare in quel pantheon professionale che fu dei Montanelli, Bocca, Biagi, deve aspettare ancora molto. E' ancora un giornalista comune e non un vecchio del giornalismo italiano.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
dice Landini
Non la costruzione di un nuovo partito ma di una politica dei diritti e del lavoro all’interno di una coalizione sociale:
e rispondo anche a pancho e camillobenso
Nel PD la situazione è in continuo fermento, vedi Sicilia, vedi " Eccoci" in Emilia, vedi " i luoghi ideali" di Fabrizio Barca, un PD di giovani che "Potremo diventare una sperimentazione e un modello per tutto il Pd", vedi la sinistra dem e Civati, tutti si pongono il problema di cambiare questo PD, che Renzi ha stravolto e non corrisponde a un'idea di sinistra, c'è chi tenta di farlo
dall'interno e chi invece dall'esterno. Quelli che vogliono farlo dall'interno sanno benissimo quanto sia importante avere un partito già strutturato (sedi, organizzazione, finanziamenti ...) ; quelli che vogliono farlo dall'esterno o fare un nuovo partito devono decidere e farlo al più presto altrimenti ci si logora e ci si perde in chiacchere.
Una politica dei diritti e del lavoro che parta da una coalizione sociale è tutta da costruire
, oggi le infinite partite IVA e i mille lavori che sono al di fuori di un lavoro tutelato non fanno parte della tradizione di sinistra, sono lavoratori ( artigiani, piccoli imprenditori, commercianti,
stagionali, badanti, ambulanti ecc. ecc. ) che o non votano o votano per qlq partito della galassia italiana.
Quindi è giusto pensare ad un soggetto politico radicato nella società che dia dei diritti a tutti nel rispetto reciproco , che trovi un giusto equilibrio nel produrre la ricchezza e poi nel ridistribuirla.
Non la costruzione di un nuovo partito ma di una politica dei diritti e del lavoro all’interno di una coalizione sociale:
e rispondo anche a pancho e camillobenso
Nel PD la situazione è in continuo fermento, vedi Sicilia, vedi " Eccoci" in Emilia, vedi " i luoghi ideali" di Fabrizio Barca, un PD di giovani che "Potremo diventare una sperimentazione e un modello per tutto il Pd", vedi la sinistra dem e Civati, tutti si pongono il problema di cambiare questo PD, che Renzi ha stravolto e non corrisponde a un'idea di sinistra, c'è chi tenta di farlo
dall'interno e chi invece dall'esterno. Quelli che vogliono farlo dall'interno sanno benissimo quanto sia importante avere un partito già strutturato (sedi, organizzazione, finanziamenti ...) ; quelli che vogliono farlo dall'esterno o fare un nuovo partito devono decidere e farlo al più presto altrimenti ci si logora e ci si perde in chiacchere.
Una politica dei diritti e del lavoro che parta da una coalizione sociale è tutta da costruire
, oggi le infinite partite IVA e i mille lavori che sono al di fuori di un lavoro tutelato non fanno parte della tradizione di sinistra, sono lavoratori ( artigiani, piccoli imprenditori, commercianti,
stagionali, badanti, ambulanti ecc. ecc. ) che o non votano o votano per qlq partito della galassia italiana.
Quindi è giusto pensare ad un soggetto politico radicato nella società che dia dei diritti a tutti nel rispetto reciproco , che trovi un giusto equilibrio nel produrre la ricchezza e poi nel ridistribuirla.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Un supplemento di analisi per soloo42001
Littorio Feltri è ancora protagonista oggi con un'intervista a Francesco Bonazzi per Dagospia:
[img]
http://www.dagospia.com/img/patch/02-20 ... 644129.jpg[/img]
27 FEB 2015 16:23
- 1. FELTRI AL CETRIOLO: ‘’L’INTELLIGHENZIA PIÙ O MENO DI SINISTRA SE LA PASSA MALE, ROTTAMATA DAL CICLONE RENZI, CHE È RIUSCITO DOVE HA FALLITO SILVIO BERLUSCONI’’
- 2. “PER RENZI E' UN GIOCO DA RAGAZZI ASFALTARE QUESTA SINISTRA RADICAL CHIC PERCHÉ LUI PARLA COME AL BAR SPORT E SI FA CAPIRE DA TUTTI. POI FA UN DECIMO DI CIO' CHE RACCONTA”
Conversazione con Vittorio Feltri di Francesco Bonazzi per Dagospia
Direttore Feltri, ieri le “Invasioni barbariche” della Bignardi sono scese sotto il 3% di share, Del Debbio che quasi doppia Formigli, Santoro che si dispera, il “Fatto” e il “Foglio” continuano a bruciare copie e rimpiangono l’era Berlusconi-superstar, gli autori radical chic strillano per l’operazione Mondadori-Rcs Libri ma i libri di carta non li legge più nessuno. Che succede?
“Succede che certe élite più o meno di sinistra non se la passano tanto bene. Quello del talk show è un genere che per fortuna non incontra più. Probabilmente ha stancato. Quello che fanno i conduttori in queste trasmissioni è scontato. Sai già che diranno il giorno dopo e che ospiti avranno. Sempre gli stessi, per altro, e mi ci metto anch’io. L’altra sera ho visto la Bignardi che intervistava Silvio Muccino. Un disastro”.
In che senso?
“Lei ha fatto domande normali, sul fratello, ad esempio. E lui, forse per apparire intelligente, si è addentrato in un labirinto in cui si è perso. Non riusciva a spiegare niente, parlava di violenze e cattiverie, ma senza che il pubblico potesse capire qualcosa. La Bignardi tentava di scendere sul terreno della semplicità, ma non ce l’ha fatta. Mi sono chiesto in quei 20 minuti quanta gente sia fuggita. E’ chiaro che gli ospiti vanno scelti in modo oculato”.
Parlare difficile però è un vizio comune, a sinistra
“Sì è un fatto ricorrente. Sembra quasi che sia un precetto da osservare per far parte di una certa élite. Parlare per confondere chi ascolta. O scrivere in modo involuto. A volte questo capita sul “Foglio”, ma anche altrove. Leggi un articolo e arrivato al terzo capoverso ti chiedi: ma che cavolo stanno dicendo? Invece Renzi non è così”.
Ecco, ha anticipato il punto. Renzi è riuscito in quello in cui ha fallito Berlusconi: sta uccidendo la sinistra del birignao
“Renzi vince su questa sinistra radical chic perché lui parla come al bar Commercio e si fa capire da tutti. Poi magari fa un decimo di quello che racconta, ma lo racconta bene e vince per differenza”.
Nella vecchia fattoria uno che ancora tiene un po’ botta è Fabio Fazio con il suo “Che tempo che fa”
“Fazio è un furbo di tre cotte. Un fenomeno della sinistra pret à porter, una via di mezzo tra desiderio di fare cultura e voglia di far sorridere e intrattenere. In quest’arte lui eccelle, ma anche qui temo che inizierà il declino perché non c’è nessun format che la tv non riesca a bruciare in un periodo più o meno lungo”.
Nicola Porro invece sembra all’opposto, con il suo “Virus”
“Porro è uno che si sforza di farsi capire dalla gente. Il suo problema è che spesso diventa lui il protagonista e non è così attento a sfruttare gli ospiti. Insomma, non è radical chic ma c’è un po’ di narcisismo. O almeno, questa è la mia impressione e lo dico con la massima umiltà”.
Perché Berlusconi non è riuscito a sconfiggere questo milieu chicchissimo?
Berlusconi ormai è un caso clinico. Fece un grande miracolo nel ’94 mettendo su un partito in due o tre mesi e vinse le elezioni. Sulla base di quel successo ha vissuto a lungo. Ma non ha sostanza. Lui confeziona benissimo il prodotto. Ci mette su un bel nastrino colorato. Tu compri il pacco, ma dentro non c’è nulla. Questa è la sua specialità”.
Insomma, ha perso la battaglia con i radical chic perché a sua volta mancava di sostanza…
“Alla fine Berlusconi è stato travolto dalle sue vicende personali, ha perso la trebisonda e sicurezza in se stesso. La caduta fragorosa del 2011, certo, ma già prima aveva capito che questo paese non lo si riesce a governare da Palazzo Chigi. Poi la rivoluzione liberale affidata a un socialista è un po’ stravagante. Tornando alle élite, le élite hanno campato su di lui e lui le ha accettate perché ha visto che la gente normale tanto stava con lui. E poi per il resto Berlusconi preferisce avere intorno a sé adulatori e non rompicoglioni. A me non mi ha mai amato perché sono vissuto come un rompiscatole”.
C’è ancora gente che pende da un giudizio di Roberto Saviano o di Umberto Eco?
“No, sono in parabola discendente. Un certo mondo si sta sfaldando. Forse è l’evoluzione della specie che aiuta a scaricare certi personaggi e a trovarne di nuovi”.
Che cosa pensa della ventilata fusione tra Mondadori e Rcs Libri?
“Non capisco che interesse abbia la Mondadori a spendere 120 milioni per una casa che forse non ne vale neanche la metà. Ma sono cose imprescrutabili se non hai interessi in gioco. Dopo di che scattano appelli contro un presunto monopolio, come se Berlusconi fosse lo stesso di vent’anni fa. Ma lui non è più lo stesso”.
Anche qui, appelli dei vari Eco e Vito Mancuso
“Si rivolgono al loro circolino della sinistra. Tutte storie fra personaggi che si frequentano e si sostengono a vicenda, ma poi si odiano e non aspettano altro che il prossimo crepi”.
Legge ancora il “Foglio”?
“Sì, ma mi sembra che da quando non c’è più Giuliano Ferrara, non so se è un effetto psicologico su noi lettori, sia un po’ nella situazione del Parma”.
Fallimentare
“Sì, mi sembrano in grave difficoltà. Poi, tornando alla tv, dicono che certe trasmissioni come quella di Floris siano in leggere risalita, ma per me vivacchiano. Si spezzettano come Forza Italia, che a furia di perdere fettine è rimasta solo con il culetto”.
Il partito di Repubblica esiste ancora, o il Pd di Renzi se ne va per i fatti propri?
“Renzi va avanti per i fatti suoi. Ha capito che tutti questi supporti cartacei e televisivi contano fino a un certo punto. Che c’è una stanchezza del pubblico, un senso di déja vu. Tutto si sta sfaldando. Nei giornali se Renzi fa un peto, scattano i riflessi condizionati e si fanno quattro pezzi. Perché ha fatto il peto. Le reazioni al peto. Chi ha ascoltato il peto e la storia del peto nel corso dei secoli. Si scrivono quattro articoli sulla stessa cosa e la gente si rompe le scatole. Facciamo i giornali come cinquant’anni fa. Giornali sempre più ricchi di pezzi e sempre più poveri di lettori”.
Vero o falso???
Littorio Feltri è ancora protagonista oggi con un'intervista a Francesco Bonazzi per Dagospia:
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http://www.dagospia.com/img/patch/02-20 ... 644129.jpg[/img]
27 FEB 2015 16:23
- 1. FELTRI AL CETRIOLO: ‘’L’INTELLIGHENZIA PIÙ O MENO DI SINISTRA SE LA PASSA MALE, ROTTAMATA DAL CICLONE RENZI, CHE È RIUSCITO DOVE HA FALLITO SILVIO BERLUSCONI’’
- 2. “PER RENZI E' UN GIOCO DA RAGAZZI ASFALTARE QUESTA SINISTRA RADICAL CHIC PERCHÉ LUI PARLA COME AL BAR SPORT E SI FA CAPIRE DA TUTTI. POI FA UN DECIMO DI CIO' CHE RACCONTA”
Conversazione con Vittorio Feltri di Francesco Bonazzi per Dagospia
Direttore Feltri, ieri le “Invasioni barbariche” della Bignardi sono scese sotto il 3% di share, Del Debbio che quasi doppia Formigli, Santoro che si dispera, il “Fatto” e il “Foglio” continuano a bruciare copie e rimpiangono l’era Berlusconi-superstar, gli autori radical chic strillano per l’operazione Mondadori-Rcs Libri ma i libri di carta non li legge più nessuno. Che succede?
“Succede che certe élite più o meno di sinistra non se la passano tanto bene. Quello del talk show è un genere che per fortuna non incontra più. Probabilmente ha stancato. Quello che fanno i conduttori in queste trasmissioni è scontato. Sai già che diranno il giorno dopo e che ospiti avranno. Sempre gli stessi, per altro, e mi ci metto anch’io. L’altra sera ho visto la Bignardi che intervistava Silvio Muccino. Un disastro”.
In che senso?
“Lei ha fatto domande normali, sul fratello, ad esempio. E lui, forse per apparire intelligente, si è addentrato in un labirinto in cui si è perso. Non riusciva a spiegare niente, parlava di violenze e cattiverie, ma senza che il pubblico potesse capire qualcosa. La Bignardi tentava di scendere sul terreno della semplicità, ma non ce l’ha fatta. Mi sono chiesto in quei 20 minuti quanta gente sia fuggita. E’ chiaro che gli ospiti vanno scelti in modo oculato”.
Parlare difficile però è un vizio comune, a sinistra
“Sì è un fatto ricorrente. Sembra quasi che sia un precetto da osservare per far parte di una certa élite. Parlare per confondere chi ascolta. O scrivere in modo involuto. A volte questo capita sul “Foglio”, ma anche altrove. Leggi un articolo e arrivato al terzo capoverso ti chiedi: ma che cavolo stanno dicendo? Invece Renzi non è così”.
Ecco, ha anticipato il punto. Renzi è riuscito in quello in cui ha fallito Berlusconi: sta uccidendo la sinistra del birignao
“Renzi vince su questa sinistra radical chic perché lui parla come al bar Commercio e si fa capire da tutti. Poi magari fa un decimo di quello che racconta, ma lo racconta bene e vince per differenza”.
Nella vecchia fattoria uno che ancora tiene un po’ botta è Fabio Fazio con il suo “Che tempo che fa”
“Fazio è un furbo di tre cotte. Un fenomeno della sinistra pret à porter, una via di mezzo tra desiderio di fare cultura e voglia di far sorridere e intrattenere. In quest’arte lui eccelle, ma anche qui temo che inizierà il declino perché non c’è nessun format che la tv non riesca a bruciare in un periodo più o meno lungo”.
Nicola Porro invece sembra all’opposto, con il suo “Virus”
“Porro è uno che si sforza di farsi capire dalla gente. Il suo problema è che spesso diventa lui il protagonista e non è così attento a sfruttare gli ospiti. Insomma, non è radical chic ma c’è un po’ di narcisismo. O almeno, questa è la mia impressione e lo dico con la massima umiltà”.
Perché Berlusconi non è riuscito a sconfiggere questo milieu chicchissimo?
Berlusconi ormai è un caso clinico. Fece un grande miracolo nel ’94 mettendo su un partito in due o tre mesi e vinse le elezioni. Sulla base di quel successo ha vissuto a lungo. Ma non ha sostanza. Lui confeziona benissimo il prodotto. Ci mette su un bel nastrino colorato. Tu compri il pacco, ma dentro non c’è nulla. Questa è la sua specialità”.
Insomma, ha perso la battaglia con i radical chic perché a sua volta mancava di sostanza…
“Alla fine Berlusconi è stato travolto dalle sue vicende personali, ha perso la trebisonda e sicurezza in se stesso. La caduta fragorosa del 2011, certo, ma già prima aveva capito che questo paese non lo si riesce a governare da Palazzo Chigi. Poi la rivoluzione liberale affidata a un socialista è un po’ stravagante. Tornando alle élite, le élite hanno campato su di lui e lui le ha accettate perché ha visto che la gente normale tanto stava con lui. E poi per il resto Berlusconi preferisce avere intorno a sé adulatori e non rompicoglioni. A me non mi ha mai amato perché sono vissuto come un rompiscatole”.
C’è ancora gente che pende da un giudizio di Roberto Saviano o di Umberto Eco?
“No, sono in parabola discendente. Un certo mondo si sta sfaldando. Forse è l’evoluzione della specie che aiuta a scaricare certi personaggi e a trovarne di nuovi”.
Che cosa pensa della ventilata fusione tra Mondadori e Rcs Libri?
“Non capisco che interesse abbia la Mondadori a spendere 120 milioni per una casa che forse non ne vale neanche la metà. Ma sono cose imprescrutabili se non hai interessi in gioco. Dopo di che scattano appelli contro un presunto monopolio, come se Berlusconi fosse lo stesso di vent’anni fa. Ma lui non è più lo stesso”.
Anche qui, appelli dei vari Eco e Vito Mancuso
“Si rivolgono al loro circolino della sinistra. Tutte storie fra personaggi che si frequentano e si sostengono a vicenda, ma poi si odiano e non aspettano altro che il prossimo crepi”.
Legge ancora il “Foglio”?
“Sì, ma mi sembra che da quando non c’è più Giuliano Ferrara, non so se è un effetto psicologico su noi lettori, sia un po’ nella situazione del Parma”.
Fallimentare
“Sì, mi sembrano in grave difficoltà. Poi, tornando alla tv, dicono che certe trasmissioni come quella di Floris siano in leggere risalita, ma per me vivacchiano. Si spezzettano come Forza Italia, che a furia di perdere fettine è rimasta solo con il culetto”.
Il partito di Repubblica esiste ancora, o il Pd di Renzi se ne va per i fatti propri?
“Renzi va avanti per i fatti suoi. Ha capito che tutti questi supporti cartacei e televisivi contano fino a un certo punto. Che c’è una stanchezza del pubblico, un senso di déja vu. Tutto si sta sfaldando. Nei giornali se Renzi fa un peto, scattano i riflessi condizionati e si fanno quattro pezzi. Perché ha fatto il peto. Le reazioni al peto. Chi ha ascoltato il peto e la storia del peto nel corso dei secoli. Si scrivono quattro articoli sulla stessa cosa e la gente si rompe le scatole. Facciamo i giornali come cinquant’anni fa. Giornali sempre più ricchi di pezzi e sempre più poveri di lettori”.
Vero o falso???
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- Iscritto il: 24/02/2012, 18:16
Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Una politica dei diritti e del lavoro che parta da una coalizione sociale è tutta da costruire
-Il mio barbiere, padre e due figli M e F, proprietario del locale e due appartamenti
- Il mio panettiere, due fratelli , un figlio un'altra parente ( dalle 3 di notte alle 12,20)
-il mio fruttivendolo, marito, moglie, due figli (proprietario del negozio e appartamento)
- l'idraulico , lavora da quando aveva 16anni, adesso ne ha 60 e va in pensione + qualche lavoretto
proprietario di villetta familiare;
il muratore.... , l'imbianchino, l'artigiano, l'informatico,
tutte partite IVA, un po' di nero, minievasori elettori per lo più del CDX, sono lavoratori che rischiano in proprio, spesso lavorano più di 8 ore al giorno, poche ferie , non bisogna ammalarsi.
Questi lavoratori purtroppo sono per lo più elettori del CDX , ma non sono loro che mettono in crisi
il sistema, bisognerebbe coinvolgerli tutti per riformare veramente la complessa macchina del paese E ALLORA chi lavora da una parte e chi vive di rendita dall'altra
Sarebbe sufficiente eliminare il contante e il segreto bancario per fare pagare il giusto a tutti
http://www.aduc.it/comunicato/eliminare ... _19678.php
http://www.aduc.it/articolo/riforma+rad ... _19516.php
-Il mio barbiere, padre e due figli M e F, proprietario del locale e due appartamenti
- Il mio panettiere, due fratelli , un figlio un'altra parente ( dalle 3 di notte alle 12,20)
-il mio fruttivendolo, marito, moglie, due figli (proprietario del negozio e appartamento)
- l'idraulico , lavora da quando aveva 16anni, adesso ne ha 60 e va in pensione + qualche lavoretto
proprietario di villetta familiare;
il muratore.... , l'imbianchino, l'artigiano, l'informatico,
tutte partite IVA, un po' di nero, minievasori elettori per lo più del CDX, sono lavoratori che rischiano in proprio, spesso lavorano più di 8 ore al giorno, poche ferie , non bisogna ammalarsi.
Questi lavoratori purtroppo sono per lo più elettori del CDX , ma non sono loro che mettono in crisi
il sistema, bisognerebbe coinvolgerli tutti per riformare veramente la complessa macchina del paese E ALLORA chi lavora da una parte e chi vive di rendita dall'altra
Sarebbe sufficiente eliminare il contante e il segreto bancario per fare pagare il giusto a tutti
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