Stato Palestinese

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erding
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Stato Palestinese

Messaggio da erding »

Pasticcio con le mozioni in parlamento.
Passa prima quella del PD che da ok allo Stato Palestinese,
poi quella dei centristi che subordina il via libera alla ripresa del processo di pace


Riconoscimento Stato di Palestina: Camera approva entrambe le mozioni, Pd e Ncd.
Risultato: confusione totale


Alla fine sono state approvate entrambe le mozioni, sia quella presentata dal Partito Democratico che quella voluta da Area Popolare (Ap) e Nuovo Centrodestra (Ncd). Il testo firmato da Speranza-Locatelli ha ottenuto 300 voti favorevoli e 40 contrari (59 gli astenuti). Quello firmato da Cicchitto ha ottenuto 237 sì e 84 no (64 astenuti). Una doppia approvazione che, oltre a scontentare minoranza dem e grillini, genera una buona dose di confusione. Perché i due testi, sostanzialmente, dicono cose diverse: se quello del Pd "impegna il governo a "promuovere" il riconoscimento della Palestina "di pari passo con lo sviluppo dei colloqui di pace", il testo dei centristi subordina l'impegno per il riconoscimento dello Stato palestinese al raggiungimento di un'intesa politica tra i palestinesi e alla ripartenza del processo di pace. In sostanza, il Parlamento italiano ha sostenuto, per qualche minuto, il riconoscimento della Palestina, per poi approvare, subito dopo, una mozione che dice - se non il contrario - qualcosa di molto diverso.

Così, l'esito confuso della mattinata permette dichiarazioni di segno opposto come quella del capogruppo Pd alla Camera, Roberto Speranza, e dell'ambasciata di Israele a Roma: tutti festeggiano, rivendicando però risultati opposti e inconciliabili. "Oggi è un bel giorno per il Parlamento. Approvata mozione per il riconoscimento della Palestina. #duepopoliduestati", twitta Speranza.

Un voto doppio che si presta a letture duplici e contrapposte. Solo così si può spiegare l'esultanza contemporanea dell'ambasciata israeliana e di quella palestinese, che si ritrovano a ringraziare entrambe il governo italiano.

"Accogliamo positivamente la scelta del Parlamento italiano di non riconoscere lo Stato palestinese e di aver preferito sostenere il negoziato diretto fra Israele e i palestinesi, sulla base del principio dei due Stati, come giusta via per conseguire la pace", si legge in un comunicato diffuso oggi dall'ambasciata israeliana a Roma dopo il voto di oggi alla Camera. "Così come scritto all'inizio della mozione - si legge ancora nel comunicato - 'La soluzione potrà essere raggiunta soltanto attraverso i negoziati'. Tutti i governi d'Israele, a partire dagli accordi di Oslo, hanno accettato e fatto propria l'idea di due stati per due popoli". "Dopo le elezioni e la formazione di un nuovo governo in Israele a marzo - sottolinea ancora l'ambasciata - è necessario che i palestinesi decidano di tornare al tavolo delle trattative senza precondizioni, per portare avanti la pace e la sicurezza fra i due popoli".

Diametralmente opposta, invece, la lettura dell'ambasciata della Palestina, comunicata in una missiva indirizzata al Capigruppo di Sel Arturo Scotto (che ha votato, insieme agli altri deputati di Sinistra Ecologia e Libertà, la mozione targata Pd). Una lettera in cui si ringrazia l'Italia per il voto della Camera in cui "si riconosce lo Stato di Palestina": "Oggi il Parlamento italiano ha votato a favore del riconoscimento dello Stato di Palestina, affermando i continui e duraturi rapporti storici di amicizia tra i due paesi e i due popoli", si legge nella lettera dell'ambasciata, indirizzata proprio a Sel poiché forza politica che ha promosso il voto del Parlamento - senza verosimilmente immaginarne l'esito camaleontico.
Il pasticcio di oggi nasce dalla precisazione con cui il governo ha fatto sapere, dopo l'intervento in Aula del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, di sostenere entrambe le mozioni. "Il governo valuta favorevolmente l'impulso parlamentare a promuovere il riconoscimento di uno Stato palestinese e a fare tutti gli sforzi per rilanciare e riprendere il negoziato tra le parti", aveva detto il ministro durante le comunicazioni del governo sulla politica estera. Un parere "favorevole" - precisa più tardi il governo - che si estende a entrambe le mozioni (Pd e Ap-Ncd). L'esecutivo - fa sapere il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova - rende parere favorevole sia alla mozione del Pd sia a quella di Ap-Sc sul riconoscimento dello Stato di Palestina. Una dichiarazione di equidistanza che non è piaciuta né alla minoranza dem né ai Cinque Stelle.

"Se il governo ha dato parere favorevole alla mozione di Ncd sulla Palestina è ridicolo. Quel testo è il contrario della nostra mozione perché non prevede il riconoscimento dello stato di Palestina. Io la mozione di Ncd non la voto e non la votano neppure molti parlamentari del Pd", tuona ad esempio Stefano Fassina. "Al governo o sono dei dissociati o sono in malafede", incalza il grillino Manlio Di Stefano, puntando il dito sulle differenze tra i due testi.

La mozione 1/745 firmata da Roberto Speranza (Pd), Elda Locatelli (Misto - Psi) e Mario Marazziti (Per l'Italia) impegna il governo a "continuare a sostenere in ogni sede l'obiettivo della costituzione di uno Stato palestinese che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo Stato di Israele" e "a promuovere il riconoscimento della Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa, tenendo pienamente in considerazione le preoccupazioni e gli interessi legittimi dello Stato di Israele".

La mozione firmata da Paolo Alli, Nunzia De Girolamo, Fabrizio Cicchitto, Dorina Bianchi, Sergio Pizzolante, Rosanna Scopelliti, Andra Causin e Ganfranco Sammarco di Area popolare - Ncd-Udc, e da Mariano Rabino, Andrea Mazziotti di Scelta civica, impegna invece l'esecutivo a "sostenere sia in sede bilaterale che multilaterale, di concerto con i partner europei, la tempestiva ripresa del negoziato diretto fra israeliani e palestinesi, come via maestra per la realizzazione degli Accordi di Oslo" e a "promuovere il raggiungimento di un'intesa politica tra Al-Fatah e Hamas che, attraverso il riconoscimento dello Stato d'Israele e l'abbandono della violenza, determini le condizioni per il riconoscimento di uno Stato palestinese".

http://www.huffingtonpost.it/2015/02/27 ... mg00000001

Questi Pd e Ncd. sarebbero gli alleati di GOVERNO??
Alleati solo per fare gli affari propri!
Questo fatto indica bene la natura di questo governo ed in generale la natura degli italiani.
Incapaci di una linea ferma, chiara e netta. Italiani ambigui per vocazione, sempre.
erding
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Re: Stato Palestinese

Messaggio da erding »

Banksy, per non dimenticare Gaza


«Se ci disinteressiamo del conflitto tra i forti e i deboli,
ci mettiamo dalla parte dei forti,
non siamo neutrali».



http://ilmanifesto.info/banksy-per-non- ... care-gaza/

Palestina chi?


http://ilmanifesto.info/palestina-chi/
cielo 70
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Re: Stato Palestinese

Messaggio da cielo 70 »

Quello che non capisco è che fanno di Gerusalemme. Si rischia che la dividano come Berlino (se no si potrebbe fare come Gorizia). E poi se lo stato è solo islamico o accoglierà anche i cristiani o anche chi non se la sente di credere in nulla. Era meglio fare uno stato nuovo che racchiudesse le varie etnie, quello che Israele non è stato.
erding
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Re: Stato Palestinese

Messaggio da erding »

La Camera ha votato sia la mozione del Pd, che prevede esplicitamente il riconoscimento,
che quella di Ncd, che detta le condizioni e attutisce gli effetti della decisione in politica estera


Moni Ovadia, scrittore e drammaturgo ebreo, da sempre attento alle istanze del popolo palestinese. Oggi l’aula della Camera ha votato sul riconoscimento dello Stato di Palestina. La maggioranza ha presentato due mozioni: quella del Pd prevedeva esplicitamente il riconoscimento, quella di Ncd no. Sono state votate entrambe.
“È una vergogna. C’è da vergognarsi, veramente da vergognarsi di essere cittadini di un paese da burletta come questo. Siamo in una situazione normalmente italiana: domani i palestinesi diranno che sono stati riconosciuti, gli israeliani diranno di no e l’Italia farà la solita figuraccia. Non mi stupirei che fosse uno di quegli accordicchi alla nostra maniera, per non scontentare nessuno, in questo paese che diventa sempre più una caricatura, con dei poveri presidenti della repubblica che ridicolmente dicono che l’Italia è un grande paese, mentre è un minuscolo, ridicolo, grottesco e anche feroce paese. Ci sono questi grandi italiani che continuano a viverci, da togliersi il cappello, di fronte a chi continua ad alzarsi la mattina, a lavorare, a produrre onestamente, con delle strutture statuali di un paese minuscolo e ridicolo”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02 ... 8/1461888/

Credo che su questo fatto ci sia poco da discutere. A meno che...
camillobenso
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Re: Stato Palestinese

Messaggio da camillobenso »

Repubblica 2.3.15
La crisi in Medio Oriente
Yitzhak Herzog
“L’era di Netanyahu è arrivata alla fine. Cercherò il dialogo con i palestinesi”
Parla il candidato premier del centrosinistra al voto del 17 marzo:
“Sono io l’unica alternativa. Riattiveremo il processo di pace, è necessaria la fiducia
Ma basta con gli atti unilaterali: inaccettabile il ricorso all’Aja”

intervista di Fabio Scuto

L’Iran non può avere la possibilità di realizzare la bomba, un accordo deve essere “corazzato”
Lanceremo un appello per ricostruire la Striscia ma la nostra priorità è la sicurezza
Quella del primo ministro è una giostra mediatica Va ristabilito il rapporto con gli Usa

GERUSALEMME «LA GIOSTRA mediatica di Netanyahu sul suo discorso a Washington deve finire. Tutti sanno perfettamente che nessun leader israeliano, senza distinzione di coalizione, non può accettare la minaccia nucleare iraniana. Ma c’è modo e modo di fare le cose. Io credo in una discussione franca ed aperta con l’Amministrazione americana e penso che il discorso di Netanyahu a Washington sia un errore». Marca subito il territorio Yitzhak Herzog, leader dei laburisti e alleato con Tzipi Livni nell’Unione sionista, la coalizione che tenterà di riportare il centrosinistra al governo dopo 30 anni. Herzog — un cinquantenne di “sangue blu”, suo padre Haim è stato capo dello Stato dal 1983 al 1993 e suo zio Abba Eban è stato ministro degli Esteri negli anni cruciali fra il 1966 e il 1974 e lui stesso è stato ministro più volte — è convinto della vittoria. Quando si presenta, allunga la mano e dice: «Piacere, sono il prossimo premier d’Israele».
Perché avete scelto di chiamare la vostra lista unificata l’Unione Sionista?
«L’idea di sionismo con cui siamo cresciuti è quella propugnata dai padri fondatori della nazione. Come disse David Ben Gurion, il leader storico del mio partito, il Sionismo è il movimento che accomuna tutto il popolo di questo paese, che consente a tutti di vivere adeguatamente e cercare la felicità, che fa appello alla convivenza con i nostri vicini ed alla giustizia sociale. Ci sono elementi nella nostra società che pensano di avere l’esclusiva del Sionismo, mentre lo stanno portando molto lontano dal posto dove dovrebbe essere. Adesso gli elettori hanno un’alternativa».
Con quale piano pensa di convincere gli elettori?
«Da premier mi concentrerò su tre temi. Un piano socio-economico che cambierà totalmente la situazione attuale con grandi “correzioni” sul piano sociale. Tenterò di riprendere il processo di pace con i nostri vicini palestinesi, basandomi sulla piattaforma originale dei negoziati, e ricomporremo i rapporti con gli Usa».
Lei parla di trattare ancora con i palestinesi, ma il “ministro della difesa” designato del suo partito sostiene che il meglio che si possa fare è di «gestire il conflitto, non risolverlo». Quando lei dice di essere l’unica alternativa a Netanyahu, parla anche di pace?
«Assolutamente sì. Parlo di riattivare il processo bilaterale, sulla base della piattaforma internazionale di cui fanno parte anche i nostri vicini, Egitto e Giordania. Dobbiamo essere lucidi: non so di che umore sarà la leadership palestinese dopo il 17 marzo. Può darsi che troverò una leadership così infatuata dei propri atti unilaterali, compreso il ricorso al Tribunale dell’Aja, che ritengo totalmente inaccettabile, che non offrirà di tornare al negoziato. Ora le nostre relazioni con i palestinesi non sono le migliori, ma se vogliamo procedere dobbiamo ricostruire la fiducia. Abbiamo bisogno di parlare faccia a faccia ed è ciò che intendo fare. Non posso promettere il 100% dei risultati, posso promettere solo il 100% degli sforzi».
Questo comprende anche lo stop all’espansione delle colonie nei Territori occupati?
«Per ricostruire i rapporti di fiducia ho intenzione di bloccare le costruzioni nelle colonie al di là dei “blocchi di insediamenti”, che consideriamo vitali alla sicurezza di Israele. Ripeto, non so di che attitudine avranno i palestinesi, ed in ogni caso il ripristino dei rapporti di fiducia richiede bilateralismo. Il nostro obiettivo è di fare cessare gli attacchi ad Israele».
Per ricostruire la fiducia, sarebbe disposto anche a liberare parte dei detenuti palestinesi? A sdoganare Hamas?
«Abbiamo criticato Netanyahu per questo. Ma il nostro approccio gode l’appoggio della maggioranza dell’establishment di sicurezza del paese. Abbiamo intenzione di lanciare un appello internazionale per la ricostruzione di Gaza, ma il nostro obiettivo principale è la sicurezza di Israele. Non tratteremo con Hamas e non libereremo i suoi prigionieri».
Lei è disposto a formare una coalizione di governo con la Lista Araba Unificata?
«Non so che coalizione sarò in grado di formare, perché questo dipende dai risultati delle elezioni. Farò del mio meglio per superare la soglia dei 30 seggi, e chiunque accetti le linee guida del mio programma potrà entrare nella coalizione. I partiti arabi hanno detto più di una volta che non intendono fare parte di nessuna coalizione. Non posso fare altro che accettarlo».
Lei ha detto che nessun leader israeliano è disposto ad accettare un Iran nucleare.
Che ne pensa dell’accordo che si prospetta fra Usa e Iran?
«Mi aspetto che americani ed europei prendano una posizione netta nei confronti di Teheran, il che significa che preferisco un accordo internazionale, condizionato al fatto che sia un accordo “corazzato”, senza scappatoie. Ritengo che debba comprendere un paragrafo che impedisca all’Iran di sviluppare la bomba. Che è una minaccia per Israele, per tutti i Paesi moderati nel Medio Oriente e quindi per la pace nel mondo».
paolo11
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Re: Stato Palestinese

Messaggio da paolo11 »

Altri paesi hanno gia riconosciuto lo stato palestinese.
Noi come al solito facciamo PENA.
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Re: Stato Palestinese

Messaggio da camillobenso »

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Morte ai palestinesi, questa Italia fa rimpiangere Craxi
Scritto il 05/3/15 • nella Categoria: idee


Bei tempi, quelli di Craxi e Andreotti – perlomeno, rispetto all’attuale disastro politico.

Cartina di tornasole, il voto del 27 febbraio sul (mancato) riconoscimento italiano dello Stato di Palestina.

Tutti contrari, in aula – i berlusconiani, Renzi, perfino Sel – con l’unica eccezione del M5S, favorevole ai palestinesi “senza se e senza ma”.


«Il partito unico che ci governa, ivi compresa la Lega Nord e il cespuglio “rosafucsia” alla “sinistra” del Pd», i cui esponenti vendoliani «fingono di litigare nei vari talk-show», non è stato neanche capace di votare quella che di fatto sarebbe stata poco più di una mozione di intenti, sebbene di alto valore simbolico.

Il voto, scrive Fabrizio Marchi, non avrebbe comunque comportato nessuna ricaduta concreta sulla realtà della cosiddetta “crisi” israelo-palestinese, «cioè l’occupazione neocoloniale e razzista a cui è sottoposto da decenni il popolo palestinese da parte dello Stato di Israele e di tutti i suoi governi, nessuno escluso».

Forse, aggiunge Marchi, «ci sono anche modi relativamente più dignitosi per servire i propri padroni, ad esempio fingendo di avere una propria autonomia politica: in fondo a questo serviva o avrebbe potuto servire votare in favore dello Stato di Palestina».

Anche per fare questo, però, «serve un briciolo di dignità e di spessore», scrive Marchi su “L’Interferenza”. Qualità elementari, che purtroppo «questo ceto politico non possiede».


Perlomeno, la classe politica della Prima Repubblica «cercava di assolvere alla funzione che all’interno dell’alleanza politico-militare occidentale le era stata affidata, con un relativo margine di autonomia politica, di equilibrio e di capacità di mediazione reale in quella che era la sua area geopolitica di pertinenza, cioè il bacino del Mediterraneo».


Partiti come Dc, Psi e Pci credevano nel ruolo politico dell’Italia nell’area mediterranea e mediorientale.


Di sicuro si sarebbero comportati «con maggiore dignità e senso dello Stato».


Marchi ricorda il celebre discorso alla Camera del 6 novembre del 1985 con cui l’allora presidente del Consiglio, Bettino Craxi, difese il legittimo diritto dei palestinesi alla lotta armata per liberare la propria terra dalla potenza occupante, «azzardando addirittura un paragone storico fa il movimento di liberazione nazionale palestinese e quello risorgimentale e mazziniano».


Per non parlare del famoso episodio di Sigonella dell’ottobre dello stesso anno, dove lo stesso Craxi impedì ai marines Usa di catturare un commando palestinese del Fplp che aveva sequestrato una nave da crociera italiana, l’Achille Lauro.


Il commando palestinese aveva ucciso un passeggero americano di religione ebraica, Leon Klinghoffer, costretto sulla sedia a rotelle.

Tra parentesi, la vittima «non era un anziano qualsiasi», spiega oggi uno studioso come Gianfranco Carpeoro: Klinghoffer era il capo del “B’Nai Brit”, la superloggia massonica segreta ebraica, che corrisponde alla sezione più impenetrabile del Mossad, l’intelligence israeliana.


«L’aereo su cui viaggiavano i membri del commando palestinese – ricorda Marchi – fu fatto circondare dai carabinieri», che impedirono armi in pugno ai marines americani di catturare i palestinesi, per poi far ripartire l’aereo verso il porto sicuro della Jugoslavia comunista di Tito.

«Un episodio che provocò un momento di grave tensione nei rapporti fra il governo italiano e quello americano», e che oggi appare lunare, incredibile.

La crisi di Sigonella «rilanciava il ruolo dell’Italia nello scacchiere mediorientale come paese non ostile ai popoli arabi, in continuità con una politica di cooperazione e collaborazione con i paesi maghrebini e mediterranei già iniziata a suo tempo dal presidente dell’Eni, Enrico Mattei, che per questo fu assassinato dalle multinazionali del petrolio Usa».

C’è chi sostiene che Usa e Israele non avessero dimenticato quell’affronto, aggiunge Marchi.

Si ritiene infatti che la successiva caduta in disgrazia di Craxi avesse in qualche modo a che vedere con la sua politica di apertura nei confronti dell’Olp e in generale dei governi nazionalisti laici arabi, ben oltre le vicende di Tangentopoli.



«Questo ovviamente non fa di Craxi, così come di Andreotti e in generale di quel ceto politico da loro rappresentato, degli eroi della lotta dei popoli del mondo contro l’imperialismo, però ci offre una testimonianza reale di quale sia il livello dell’attuale classe politica».


Un panorama desolante, che comprende a pieno titolo anche la Lega Nord di Salvini, che «ha votato contro lo Stato di Palestina con una dichiarazione esplicitamente filoisraeliana».

La Lega si rivela così «una forza di finta opposizione al “sistema”, schierata in realtà su posizioni filo-atlantiste».

Le simpatie per Putin e la Corea del Nord? «Nero seppia da buttare in faccia alla parte culturalmente più debole del suo elettorato».

Morte ai palestinesi, dunque, ora e sempre, anche da parte del Salvini che spande odio verso i migranti più disperati.

«E’ bene non farsi ingannare da questa gente, molto abile in queste operazioni di maquillage dalle quali purtroppo molte persone in buona fede tendono a farsi condizionare – conclude Marchi – soprattutto in assenza di un’alternativa politica solida».
flaviomob
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Iscritto il: 08/01/2015, 0:53

Re: Stato Palestinese

Messaggio da flaviomob »

La Lega filo atlantista che poi si becca i soldi da Putin. La Lega "nordista" che poi ha gli altarini con la ndrangheta (comune di Desio, sciolto per mafia). La se'-cessione.
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
cardif
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Iscritto il: 24/01/2015, 20:23

Re: Stato Palestinese

Messaggio da cardif »

Yitzhak Herzog dice:
Sono io l’unica alternativa. Riattiveremo il processo di pace, è necessaria la fiducia ....Ma basta con gli atti unilaterali: inaccettabile il ricorso all’Aja ...Io credo in una discussione franca ed aperta con l’Amministrazione americana e penso che il discorso di Netanyahu a Washington sia un errore (2) ...Da premier ... tenterò di riprendere il processo di pace con i nostri vicini palestinesi, basandomi sulla piattaforma originale dei negoziati (3), e ricomporremo i rapporti con gli Usa ...la leadership (palestinese) così infatuata dei propri atti unilaterali, compreso il ricorso al Tribunale dell’Aja (4), che ritengo totalmente inaccettabile, che non offrirà di tornare al negoziato ... Ora le nostre relazioni con i palestinesi non sono le migliori, ma se vogliamo procedere dobbiamo ricostruire la fiducia.(5). ... Il nostro obiettivo è di fare cessare gli attacchi ad Israele ... Mi aspetto che americani ed europei prendano una posizione netta nei confronti di Teheran"

(1) invitato dai soli Repubblicani
(2) si è in piena campagna elettorale
(3) qual è: Oslo? ritiro nei confini prima del 1967?
(4) e chi si devono rivolgere i palestinesi, alla mafia?
(5) ma cosa offre?

Questi seguenti sono fatti, non opinioni. Spero che Herzog li conosca abbastanza:

Nel 1947 la Palestina storica fu divisa dalle Nazioni Unite in due settori: uno palestinese (il 45% del territorio) e uno israeliano (il 55% del territorio).
Nel 1948 lo Stato di Israele si è preso il 78% del territorio, sottraendo ai palestinesi il 32% del territorio che le Nazioni Unite avevano destinato alla Palestina.
Negli anni 1948/1950 esodo di circa 700.000 palestinesi, in fuga dalla Palestina o espulsi dalla loro terre e dalle loro case diventate di proprietà dello stato di Israele.
Israele rifiuta ogni loro diritto al ritorno nelle proprie terre, sia durante sia al termine del conflitto.
Risoluzioni del CS dell'ONU contro le azioni di Israele (vedi elenco).
Nel 1959 Arafat fonda Al-Fatah (organizzazione politica e paramilitare palestinese, che oggi fa parte dell'OLP).
Nel maggio del 1964 a Gerusalemme viene fondata l'OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina).
Nel 1967 con la "Guerra dei sei giorni" Israele ha occupato l'intero teritorio palestinese.
Nel 1987 (39 anni dopo l'inizio dell'occupazione dei territori palestinesi da parte degli israeliani) scoppia la prima "intifada" (in arabo significa "rivolta"): una sollevazione palestinese di massa contro il dominio israeliano. Fu detta 'intifada delle pietre' perché l'azione più violenta fu il lancio di pietre contro i militari israeliani.
Nel 1987 viene fondata Hamas (acronimo in arabo di Movimento Islamico di Resistenza, ovvero "entusiasmo, zelo, spirito combattente"): organizzazione palestinese, di carattere politico, paramilitare e terrorista secondo l'Unione europea, gli Stati Uniti e l'Australia.
Il 13 settembre 1993 Ytzhak Rabin, primo ministro israeliano, e Yasser Arafat, leader dell'OLP, firmarono gli accordi di Oslo.
Escalation coloniale negli anni Novanta (prima, durante e dopo i negoziati di Oslo tra Palestinesi e Israeliani nel 1993): le colonie israeliane sono penetrate profondamente nel territorio abitato dai palestinesi, circondati dalle colonie ebraiche in continua espansione.
La popolazione dei coloni in Cisgiordania crebbe di circa 10 mila persone l'anno.
Il 4 novembre del 1995 da un fanatico religioso ebreo fu ucciso Rabin, ritenuto traditore del popolo israeliano.

Spero che Herzog abbia letto le Risoluzioni del CS dell'ONU non rispettate da Israele:
http://www.forumpalestina.org/informazi ... sraele.htm

Morti durante la prima intifada (1987 - 1993)
Durante il corso della prima intifada, durata circa sei anni, un numero stimato di 1.100 Palestinesi fu ucciso da soldati israeliani e coloni. I Palestinesi uccisero 160 Israeliani e altri 1.000 Palestinesi accusati di collaborazionismo, benché meno della metà di questi avesse effettivamente mantenuto contatti con le autorità israeliane.

Morti durante la seconda intifada (28/09/2000 - fine stimata nel 2005)
Le cifre della seconda intifada, aggiornate al 15 febbraio 2006, parlano di un totale di 4.995 morti di cui 3.858 di parte palestinese e 1.022 di parte israeliana.

Morti durante la terza intifada (luglio 2014)
Notizie discordanti: il tg7 del 4/8/2014 parla di 1.880 palestinesi e 60 israeliani.
Israele ha compiuto 4.686 raid nella Striscia di Gaza, distruggendo centrali idrielettriche e acquedotti per i vivi. Oltre a fare morti.
2.560 razzi e proiettili di mortaio sono stati lanciati dal territorio palestinese verso Israele, ma danni non rilevanti.
----------

Non ho letto nulla sul blocco di nuovi insediamenti nei territori occupati, figuriamoci sul ritiro dei coloni lasciando gli insegiamenti abusivi ai palestinesi.

Mi sembrano solo discorsi di circostanza in campagna elettorale con i soliti obiettivi: avere il sostegno degli USA e garantire qualunque azione di forza con la copertura ideologica del diritto alla propria difesa, soprattutto nei confronti dell'Iran ma senza nulla concedere ai palestinesi proprietari dei territori occupati.

Vabbè, in buona sintesi sempre israeliano è, pure lui. Mi pare che il lupo israeliano perda il pelo ma non il vizio, anche se si dice di centrosinistra solo perché è contro Netanyahu.

cardif
flaviomob
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Re: Stato Palestinese

Messaggio da flaviomob »

Israele, mutatis mutandis, assomiglia molto all'Italia. Una destra piuttosto atroce e retrograda. Un finto centrosinistra che poi, gratta gratta, gli sta bene l'autoritarismo ed è molto lontano dal riconoscere le responsabilità di Israele negli abusi e nel degrado dei Territori Occupati. Il centrosinistra del "ma anche".
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
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