Podemos e affinità
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Podemos e affinità
http://espresso.repubblica.it/attualita ... a-1.204011
Podemos, viaggio nella sinistra spagnola che fa sognare l'Italia
In questo articolo ci sono diversi temi interessanti secondo me.
- Da qualche cosa si parte. Forse c'è un paragone con l'iniziativa di Landini. Da notare la rapidità della crescita.
"è cominciato tutto, nel gennaio del 2014, con gli incontri di un gruppo di docenti dell’università Complutense di Madrid e alcuni leader dei movimenti che avevano portato in piazza centinaia di migliaia di persone nel maggio del 2011, dando vita al fenomeno degli Indignados. Podemos, quindi, è un bambino di poco più di un anno, che però oggi ha il 23-25 per cento"
- Il fallimento e la reazione ad un bipolarismo convenzionale.
"il bipartitismo che ha governato dalla fine del franchismo in poi e che Podemos chiama appunto “il regime del ’78” (quando fu approvata la Costituzione). Negli ultimi 37 anni, popolari e socialisti si sono alternati al potere garantendo in una prima fase stabilità, democrazia e benessere, ma anche costituendo sul lungo termine - secondo Podemos - un establishment di potere corrotto. Con l’esplosione della crisi, la protesta che ne è derivata si è quindi rivolta indistintamente contro entrambi i partiti “del ’78”. Questi peraltro ci hanno messo del loro per apparire un’unica cosa, rispondendo alla recessione con le stesse ricette: le riforme varate prima dai socialisti poi dai popolari sono state tutte ispirate ad austerità, precarizzazione, privatizzazioni, tagli alla sanità e alla scuola, diminuzione dei salari. Anche il pareggio di bilancio in Costituzione, introdotto nel 2011, è stato votato insieme da Psoe e Pp."
- La crescita rapida sfruttando i mezzi di comunicazione oggi dominanti e coinvolgendo ampia parte della popolazione.
"Iglesias accompagna la sua attività di docenza all’attivismo politico e mediatico: collabora al quotidiano della nuova sinistra “Público” e scrive su siti Web di vario tipo; soprattutto, dal 2010 inizia a condurre “La Tuerka”, un talk show di interviste che viaggia sia attraverso tivù minori sia sulla Rete. È così che Iglesias si scopre efficacissimo comunicatore, dotato di eloquio rapido e argomentato. Quando scoppia il movimento del 2011 trasferisce questo talento sulla Plaza del Sol occupata dagli Indignados; subito dopo, proprio come “opinionista del 15-M”, diventa ospite fisso nel talk show di un’emittente molto più ascoltata, La Sexta, sicché la sua notorietà tracima dai media alternativi a quelli mainstream; insomma parla al grande pubblico che non ha mai fatto politica, disoccupati, casalinghe, precari, pensionati. Intanto, mantiene l’appuntamento fisso con La Tuerka, dove i suoi fan si moltiplicano proprio grazie alla presenza su La Sexta. Avviene quindi un rimpallo tra vecchi e nuovi media che ancora oggi Podemos teorizza e pratica, considerandolo fondamentale per la riconquista di quell’egemonia culturale teorizzata da Gramsci, uno dei maggiori riferimenti culturali del partito."
"«Con il crowdfunding via Internet, abbiamo raccolto i fondi necessari per presentarci alle europee, circa 140 mila euro. Così è arrivato il nostro 8 per cento: un risultato che ha sorpreso tutti e ha acceso l’interesse dei mezzi di comunicazione verso di noi». Di nuovo, avviene un rimpallo tra vecchi e nuovi media: tg e talk show parlano di Podemos, così il sito e la pagina Facebook del partito di Iglesias decollano; si moltiplicano quindi anche le donazioni su PayPal e le casse del partito si riempiono. E il circolo virtuoso fa decollare i consensi nei sondaggi."
"Podemos fa un uso robusto della Rete come strumento di comunicazione, questo non viene visto come alternativo bensì del tutto complementare ai talk-show e alla tv in genere: anzi, è considerato essenziale esserci nei mezzi che entrano nelle case di quella fascia di popolazione non raggiunta dall’informazione Web."
- "Cinque stelle, affinità e differenze: Guillermo Zapata, uno dei leader del centro sociale Patio Maravilla, luogo di ritrovo di tutti i movimenti che ruotano attorno a Podemos: «Il 5 Stelle ha offerto una soluzione solo tecnica a una questione politica e sociale. Offre un protocollo - la partecipazione dal basso - ma non una risposta politica da metterci dentro. L’idea di aprire l’architettura del potere ai cittadini è giusta, tuttavia senza un proposta precisa e completa, resta vuota».
- "La diffusione della corruzione, l’esistenza di una élite di privilegiati, il sequestro della sovranità da parte di poteri extranazionali come il Fmi e la Bce: tutto questo nel 2011 ha prodotto il movimento degli Indignati e ha portato anche l’80 per cento della popolazione a condividerne le proteste, come rivelavano i sondaggi. Però poi nelle elezioni generali che si sono tenute solo pochi mesi dopo il Pp ha vinto le elezioni: nella società c’era stato quindi un divorzio tra il sentire comune e la rappresentanza politica. Ne derivava uno spazio potenziale nuovo da occupare, fuori dal vecchio schema centrosinistra-centrodestra. Ma c’era bisogno di una traduzione organizzativa».
- "Di Renzi non si parla neanche («è una creazione mediatica dell’establishment, maniche di camicie e linguaggio internettiano per nascondere il fatto che fa le politiche delle élite», dice di lui Bescansa)"
Podemos, viaggio nella sinistra spagnola che fa sognare l'Italia
In questo articolo ci sono diversi temi interessanti secondo me.
- Da qualche cosa si parte. Forse c'è un paragone con l'iniziativa di Landini. Da notare la rapidità della crescita.
"è cominciato tutto, nel gennaio del 2014, con gli incontri di un gruppo di docenti dell’università Complutense di Madrid e alcuni leader dei movimenti che avevano portato in piazza centinaia di migliaia di persone nel maggio del 2011, dando vita al fenomeno degli Indignados. Podemos, quindi, è un bambino di poco più di un anno, che però oggi ha il 23-25 per cento"
- Il fallimento e la reazione ad un bipolarismo convenzionale.
"il bipartitismo che ha governato dalla fine del franchismo in poi e che Podemos chiama appunto “il regime del ’78” (quando fu approvata la Costituzione). Negli ultimi 37 anni, popolari e socialisti si sono alternati al potere garantendo in una prima fase stabilità, democrazia e benessere, ma anche costituendo sul lungo termine - secondo Podemos - un establishment di potere corrotto. Con l’esplosione della crisi, la protesta che ne è derivata si è quindi rivolta indistintamente contro entrambi i partiti “del ’78”. Questi peraltro ci hanno messo del loro per apparire un’unica cosa, rispondendo alla recessione con le stesse ricette: le riforme varate prima dai socialisti poi dai popolari sono state tutte ispirate ad austerità, precarizzazione, privatizzazioni, tagli alla sanità e alla scuola, diminuzione dei salari. Anche il pareggio di bilancio in Costituzione, introdotto nel 2011, è stato votato insieme da Psoe e Pp."
- La crescita rapida sfruttando i mezzi di comunicazione oggi dominanti e coinvolgendo ampia parte della popolazione.
"Iglesias accompagna la sua attività di docenza all’attivismo politico e mediatico: collabora al quotidiano della nuova sinistra “Público” e scrive su siti Web di vario tipo; soprattutto, dal 2010 inizia a condurre “La Tuerka”, un talk show di interviste che viaggia sia attraverso tivù minori sia sulla Rete. È così che Iglesias si scopre efficacissimo comunicatore, dotato di eloquio rapido e argomentato. Quando scoppia il movimento del 2011 trasferisce questo talento sulla Plaza del Sol occupata dagli Indignados; subito dopo, proprio come “opinionista del 15-M”, diventa ospite fisso nel talk show di un’emittente molto più ascoltata, La Sexta, sicché la sua notorietà tracima dai media alternativi a quelli mainstream; insomma parla al grande pubblico che non ha mai fatto politica, disoccupati, casalinghe, precari, pensionati. Intanto, mantiene l’appuntamento fisso con La Tuerka, dove i suoi fan si moltiplicano proprio grazie alla presenza su La Sexta. Avviene quindi un rimpallo tra vecchi e nuovi media che ancora oggi Podemos teorizza e pratica, considerandolo fondamentale per la riconquista di quell’egemonia culturale teorizzata da Gramsci, uno dei maggiori riferimenti culturali del partito."
"«Con il crowdfunding via Internet, abbiamo raccolto i fondi necessari per presentarci alle europee, circa 140 mila euro. Così è arrivato il nostro 8 per cento: un risultato che ha sorpreso tutti e ha acceso l’interesse dei mezzi di comunicazione verso di noi». Di nuovo, avviene un rimpallo tra vecchi e nuovi media: tg e talk show parlano di Podemos, così il sito e la pagina Facebook del partito di Iglesias decollano; si moltiplicano quindi anche le donazioni su PayPal e le casse del partito si riempiono. E il circolo virtuoso fa decollare i consensi nei sondaggi."
"Podemos fa un uso robusto della Rete come strumento di comunicazione, questo non viene visto come alternativo bensì del tutto complementare ai talk-show e alla tv in genere: anzi, è considerato essenziale esserci nei mezzi che entrano nelle case di quella fascia di popolazione non raggiunta dall’informazione Web."
- "Cinque stelle, affinità e differenze: Guillermo Zapata, uno dei leader del centro sociale Patio Maravilla, luogo di ritrovo di tutti i movimenti che ruotano attorno a Podemos: «Il 5 Stelle ha offerto una soluzione solo tecnica a una questione politica e sociale. Offre un protocollo - la partecipazione dal basso - ma non una risposta politica da metterci dentro. L’idea di aprire l’architettura del potere ai cittadini è giusta, tuttavia senza un proposta precisa e completa, resta vuota».
- "La diffusione della corruzione, l’esistenza di una élite di privilegiati, il sequestro della sovranità da parte di poteri extranazionali come il Fmi e la Bce: tutto questo nel 2011 ha prodotto il movimento degli Indignati e ha portato anche l’80 per cento della popolazione a condividerne le proteste, come rivelavano i sondaggi. Però poi nelle elezioni generali che si sono tenute solo pochi mesi dopo il Pp ha vinto le elezioni: nella società c’era stato quindi un divorzio tra il sentire comune e la rappresentanza politica. Ne derivava uno spazio potenziale nuovo da occupare, fuori dal vecchio schema centrosinistra-centrodestra. Ma c’era bisogno di una traduzione organizzativa».
- "Di Renzi non si parla neanche («è una creazione mediatica dell’establishment, maniche di camicie e linguaggio internettiano per nascondere il fatto che fa le politiche delle élite», dice di lui Bescansa)"
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Re: Podemos e affinità
@ Cardif
http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... 073#p38073
Sono benvenuti tutti questi movimenti ma non bisogna dimenticarci che sono movimenti di protesta nati in un periodo di recessione economica e che purtroppo non hanno alcuna base politica. Generazioni lasciate per troppo tempo a se stesse . Un precedente post di Camillobenso si metteva proprio in evidenza questa mancanza di maturita' politica fra alcuni giovani spagnoli venuti in italia e qui "intervistati".
Questa e' una realtà non solo spagnola ma di tutto l'occidente. Movimenti di protesta senza alcun riferimento politico. Questo e' un grosso guaio qualora dovessero avere le redini di un governo in mano.
Quindi, per farla corta, direi che l'unica proposta valida sarebbe quella di Landini poiche questa parte dal basso, balla base operaia che a me sembra in questo momento la piu politicizzata fra tutti questi movimenti.
E' sempre stato cosi. Il movimento operaio ha sempre avuto un ruolo importante nei cambiamenti sociali appunto xche' e' il piu' politicizzato anche rispetto i soliti maitre a penser (intellettualoidi) che nel tempo si son confermati peggio degli avversari politici e ci hanno fatto inoltre perder ancor piu tempo.
Quindi, si avvii al piu presto questa nuova coalizione spinta dalla passione politica di chi vive del proprio salario e sopratutto se proviene dalle "linee di montaggio" .
Gli altri, si importanti ma dove ci porteranno se non hanno delle vere guide politiche solide?
La soluzione proposta da Landini e quindi da tutta la FIOM, credo sia la strada giusta che potrebbe far coinvolgere a se non solo noi e i nostri movimenti interni ma anche a quelli all'interno dell'Europa . E perche no anche fuori?
un salutone
http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... 073#p38073
Sono benvenuti tutti questi movimenti ma non bisogna dimenticarci che sono movimenti di protesta nati in un periodo di recessione economica e che purtroppo non hanno alcuna base politica. Generazioni lasciate per troppo tempo a se stesse . Un precedente post di Camillobenso si metteva proprio in evidenza questa mancanza di maturita' politica fra alcuni giovani spagnoli venuti in italia e qui "intervistati".
Questa e' una realtà non solo spagnola ma di tutto l'occidente. Movimenti di protesta senza alcun riferimento politico. Questo e' un grosso guaio qualora dovessero avere le redini di un governo in mano.
Quindi, per farla corta, direi che l'unica proposta valida sarebbe quella di Landini poiche questa parte dal basso, balla base operaia che a me sembra in questo momento la piu politicizzata fra tutti questi movimenti.
E' sempre stato cosi. Il movimento operaio ha sempre avuto un ruolo importante nei cambiamenti sociali appunto xche' e' il piu' politicizzato anche rispetto i soliti maitre a penser (intellettualoidi) che nel tempo si son confermati peggio degli avversari politici e ci hanno fatto inoltre perder ancor piu tempo.
Quindi, si avvii al piu presto questa nuova coalizione spinta dalla passione politica di chi vive del proprio salario e sopratutto se proviene dalle "linee di montaggio" .
Gli altri, si importanti ma dove ci porteranno se non hanno delle vere guide politiche solide?
La soluzione proposta da Landini e quindi da tutta la FIOM, credo sia la strada giusta che potrebbe far coinvolgere a se non solo noi e i nostri movimenti interni ma anche a quelli all'interno dell'Europa . E perche no anche fuori?
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Podemos e affinità
Leggendo l'articolo de L'Espresso, si direbbe:pancho ha scritto: Sono benvenuti tutti questi movimenti ......
- che Podemos è partito dal basso, col movimento degli Indignados, come il tentativo che vuol fare Landini;
- che di riferimenti politici ne abbiano (pensatori italiani come Gramsci, Spinelli, Pasolini e Bobbio; Morales, Correa);
- base politica pure, più di quanta ne abbia il M5S che, secondo loro, non offre una risposta politica.
Landini, almeno per ora, non parla di fare un partito e nemmeno si rivolge solo ai metalmeccanici della linea di montaggio. Che, oltretutto, sarebbe anche limitativo e superato dalla attuale situazione del mondo del lavoro.
E poi c'è pure chi ritiene che "La sua coalizione sociale sara un flop"
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03 ... e/1513088/
Sul fatto che Podemos sia nato sull'onda della protesta, c'è da dire che tutto nasce sull'onda della protesta.
Forza Italia fece il boom sull'onda della protesta verso l'affarismo partitico della DC e del PSI.
Il M5S ha fatto il boom sull'onda della protesta verso l'affarismo personale di politici alla Fiorito e Lusi.
Renzi ha fatto il boom sull'onda della protesta verso il conservatorismo della casta politica da rottamare.
Nihil sub sole novi, neanche per Podemos.
Che la protesta sia legata solo alla recessione e che Podemos non abbia riferimenti politici non è tanto vero. Non risulta così nell'articolo.
Per esempio e per grosse linee: c'è un chiaro tentativo di superare il bipolarismo di facciata e di introdurre una democrazia più partecipativa. Credo che sia un buon contenuto politico, questo.
cardif
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Re: Podemos e affinità
Che Forza italia,M5S nascano da una protesta e' pur vero.cardif ha scritto:Sul fatto che Podemos sia nato sull'onda della protesta, c'è da dire che tutto nasce sull'onda della protesta.pancho ha scritto: Sono benvenuti tutti questi movimenti ......
Forza Italia fece il boom sull'onda della protesta verso l'affarismo partitico della DC e del PSI.
Il M5S ha fatto il boom sull'onda della protesta verso l'affarismo personale di politici alla Fiorito e Lusi.
Renzi ha fatto il boom sull'onda della protesta verso il conservatorismo della casta politica da rottamare.Nihil sub sole novi, neanche per Podemos.
cardif
I primi perche' volevano e vogliono conservare i loro privilegi conquistati come sappiamo
I secondi pure nascono da una protesta verso un sistema ma non hanno dei veri obiettivi politici condivisi nel loro programma ed e' per questo che prima o poi son costretti a dividersi. E ognuno poi seguira' la sua vera strada.
Pure i molteplici movimenti di protesta nati in questi anni non hanno una loro linea politica vera.
Ci son troppe divergenze fra loro e qualora dovessero trovare un punto di unione questi movimenti saranno costretti pure loro a dividersi .
Podemos come pure Syriza hanno anche loro queste caratteristiche.
Far cadere un determinato sistema politico incrudito su politiche clientelari, mafiose e quanta'altro.
Tutto questo mi sta' piu' che bene ma poi quando si andra' al dunque della politica che succedera' se gli obiettivi politici/finanziari non troveranno punti di accordo e ci saranno divergenze incompatibili fra di loro?
A me non basta scacciare questo sistema corrotto e quant'altro.
Se non abbiamo chiaro con che sostituirlo e magari non trovare punti di accordo, i nostri avversari avranno fatto bingo e la situazione che avremo davanti potrebbe anche dimostrarsi peggiore di questa.
Quello che mi fa sperare, almeno lasciami questo sogno, e' la via tracciata dalla Fiom poiche perlomento ha una base forte politicizzata e sa dove vuol arrivare. Gli altri hanno questo obiettivo? Io non credo!
Ora Landini, capendo queste difficolta', lancia una sfida che non parte dal sistema politico attuale anche se questa sfida e' politica ma dal basso all'infuori della solia politica.
Ha chiesto partecipazione ai movimenti e ora a questi spetta capire se rientrano nei loro obiettivi altrimenti se ne staranno fuori a guardare.
Questo vale anche per i politici che si considerano di sinistra. Dovranno accettare o no questa sfida sapendo che non avranno piu la sedia prenotata.
Dovranno sapere che tutto ricomincera' non da tre ma dal numero uno e tutto sara' messo in discussione. Pure la loro "casta". E chi ci sta' ci sta'.
Questa e' la vera differenza rispetto gli altri.
Vorrei sbagliarmi sulla mia analisi ma purtroppo oltre a quello che ha voluto evidenziare Camillobenso nel suo precedente post, anch'io riscontro nella mia zona una forte mancanza di preparazione politica in questi movimenti di protesta.
Sono molto confusi sul dopo. Ogn'uno da la sua interpretazione del dopo e vedo che spesso c'e' da mettersi le mani sui capelli.
I cattolici resistono poiche partono da un'altra visione della vita e quindi meno con i piedi per terra.
La carita e' un valore molto alto perche' si fa carico degli "ultimi" ma la politica e' una cosa ben diversa e diversa deve essere.
Deve guardare in faccia la realta e poi legiferare affinchè gli ultimi siano sempre di meno.
La vecchia sinistra(che poi tanto vecchia non lo era) aveva uno slogan che ormai viene fatto suo dalla lega: Non derrate ed assistenzialismo ai paesi in difficolta ma aratri e sementi perche' diventino autosufficienti e non dipendenti e quindi prigionieri di altri.
Purtroppo oramai la confusione come pure gli obiettivi/valori sani si son dispersi in vari movimenti e ognuno porta avanti la sua parte per poter sopravvivere mente un "tempo" tutti questo era parte dei paesi di sinistra.
Mi fermo perchè mi rendo conto che pian piano sto' andando off topic.
un salutone.
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Re: Podemos e affinità
La protesta se si affida alla piazza può "dare l'assalto alla Bastiglia" come può spegnersi dopo una grossa vampata.pancho ha scritto:Pure i molteplici movimenti di protesta nati in questi anni non hanno una loro linea politica vera.cardif ha scritto:Sul fatto che Podemos sia nato sull'onda della protesta, c'è da dire che tutto nasce sull'onda della protesta.
Forza Italia fece il boom sull'onda della protesta verso l'affarismo partitico della DC e del PSI.
Il M5S ha fatto il boom sull'onda della protesta verso l'affarismo personale di politici alla Fiorito e Lusi.
Renzi ha fatto il boom sull'onda della protesta verso il conservatorismo della casta politica da rottamare.Nihil sub sole novi, neanche per Podemos.
Ci son troppe divergenze fra loro e qualora dovessero trovare un punto di unione questi movimenti saranno costretti pure loro a dividersi .
Podemos come pure Syriza hanno anche loro queste caratteristiche.
Se la base ha modo di organizzarsi e di radicarsi nel territorio per la condivisione di idee e di progetti sociali si trasformerà in un partito politico.
L'ex cavaliere ha costruito il partito tramite le sue televisioni.
Renzi si è impadronito di un partito sull'onda del successo televisivo.
I partiti di tale specie (costruiti o fatti di cortigiani e adulatori) possono garantire potere per breve tempo ... bastante, però, ad avviare riforme costituzionali (maggioritario, premio di maggioranza, liste bloccate, senato di nominati, etc.) e dare corso al presidenzialismo, con la scusa della non governabilità.
Dal presidenzialismo il passo poi è breve per il totalitarismo, soprattutto se il presidente viene ritenuto di capacità eccezionali, "unto", o acclamato come "salvatore della patria" da un nutrito numero di interessati leccapiedi.
La nascita di un vero soggetto politico, duraturo ed alternativo ai facsimili di "partiti personali" esistenti, per avere successo non può fare a meno di partire dalla base, di radicarsi nella società e di dotarsi di strutture stabili (periferiche e centrali) per favorire incontri, discussioni, decisioni ed iniziative autonome o coordinate.
Le proposte personali di Monti, Montezemolo, Passera, Ingroia avranno pur insegnato qualcosa.
Il PD, con mia amarezza, si è trovato a fare il percorso inverso: da partito radicato sul territorio è diventato un raggruppamento "politico" elitario (destinato o a sparire o a tiranneggiare).
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Re: Podemos e affinità
Mi sembrano molto giuste le osservazoni di Cardif, e allo stesso tempo anche una parte di quelle di Pancho, sebbene appaiano divergenti.pancho ha scritto: Pure i molteplici movimenti di protesta nati in questi anni non hanno una loro linea politica vera.
Ci son troppe divergenze fra loro e qualora dovessero trovare un punto di unione questi movimenti saranno costretti pure loro a dividersi .
...
Tutto questo mi sta' piu' che bene ma poi quando si andra' al dunque della politica che succedera' se gli obiettivi politici/finanziari non troveranno punti di accordo e ci saranno divergenze incompatibili fra di loro?
...
Se non abbiamo chiaro con che sostituirlo e magari non trovare punti di accordo, i nostri avversari avranno fatto bingo e la situazione che avremo davanti potrebbe anche dimostrarsi peggiore di questa.
Podemos ha buone basi politiche e ideologiche, non paragonabili con quelle (inesistenti) del M5S o con i Forconi.
Il problema - o meglio, la prospettiva - della "divisione" esiste: ma, appunto, è davvero un problema? Ed è un problema esclusivo dei "movimenti"?
La mia risposta a queste due domande è no. Dividersi è un fattore di vitalità, che riguarda non solo i singoli soggetti, ma la stessa democrazia, ossia il sistema politico nel suo insieme.
La crisi del sistema si accompagna, infatti, al fenomeno di una concentrazione artificialmente "centrista" dell'articolazione partitica, che riduce il confronto e l'alternativa a due poli assai simili nei loro programmi, che si contendono il quid decisivo per la vittoria nel medesimo bacino elettorale teorizzato dal bipolarismo, cioè esattamente in quella categoria di cittadini disposti a scegliere l'uno o l'altro dei due poli, indifferentemente, sulla base delle suggestioni del momento: è così che il bipolarismo diventa non solo "pensiero unico", ma azione e partito unico, ossia ciò che denuncia Podemos e che stiamo vedendo anche noi in Italia da vent'anni.
Si stanno cioè riscoprendo le ragioni che si opponevano, nel post tangentopoli italiano, all'avvento del maggioritario e del bipolarismo, e alla personalizzazione della politica.
La divisione, quindi, temuta o comunque prevista da Pancho significa semplicemnte un ritorno alla moltiplicazione dei partiti basati sulla rappresentanza dell'articolazione sociale, ognuno sulla base di un "pensiero" diverso e di interessi che devono cercare una sintesi attraverso il confronto aperto, che è sia parlamentare, sia comunicativo e culturale in senso lato.
Far confluire le differenze di pensiero e di interessi nel polo/partitone significa vanificare queste differenze, in nome della "ditta", ossia della sua unità in vista del consenso elettorale.
Stiamo parlando, insomma, di un ritorno - diciamo così "ideologico", ossia sostanziale - al concetto/guida del sistema proporzionale, vale a dire al prevalere del concetto di rappresentanza su quello della governance: questo non impedirebbe (lo sappiamo, l'abbiamo sperimentato con la DC e il PCI) che si creino due partitoni, che contengono in sé correnti e interessi diversi, ma si tratterebbe (sappiamo anche questo) di un fenomeno che ha meccanismi spontanei, non artificialmente costrittivi: anzi, una confluenza di diversità di questa natura implica capacità di convergenza nel corpo stesso dell'elettorato, sulla base di un programma e di un "sentimento" comune, o comunque di un fattore comune che ha basi reali - l'elettorato deve potersi dividere, per praticare il valore dell'unità e della condivisione, ossia di una vera partecipazione politica.
Questi vent'anni hanno fatto terra bruciata di troppe cose, e non sembra esserci lo spazio di un Podemos italiano, al momento.
L'iniziativa della FIOM può essere un inizio, e non è un caso che da questa terra bruciata sia rimasta parzialmente indenne proprio quella parte di sindacato che ha un'eredità ideologica più caratterizzata e che rappresenta interessi più netti e meno conciliabili nel calderone del pensiero unico.
Sarebbe importante che quella parte di PD che è attualmente minoranza avesse il coraggio di schierarsi con Landini, insieme con quelle fronde sparse che hanno alzato la voce contro le "riforme" costituzionali del Nazareno. Sarebbe.
Eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati. Eravamo bandiere rosse. E avevamo ragione.
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Re: Podemos e affinità
Anch'io guardo con simpatia questi movimenti spontanei ed inevitabilmente populisti che si legano tutti ad un nome personaggio carismatico (Grillo x il M5S) che poi alla lunga imbarcano personaggi ambigui pronti a saltare sul carro del vincitore di turno (vedi gli ex 5 stelle) oppure fare accordi di convenienza con partiti xenofobi o destra radicale.
L'azione politica di Landini con #coesionesociale è giusta perchè in Italia per fortuna c'è un impegno civile che può dare forza alla protesta (NoTav, Centri Sociali, NoMuos, NoGlobal, Lotte contro la Mafia, Presidi Sanità alternativa, ecc. ecc.).
Tutto ciò non basta se non si è rappresentati politicamente ed elettoralmente ... e specie con l'italicum i piccoli partiti saranno spazzati via. Bisogna pensare in grande come ha fatto Syriza in Grecia.
Saluti
Joblack
L'azione politica di Landini con #coesionesociale è giusta perchè in Italia per fortuna c'è un impegno civile che può dare forza alla protesta (NoTav, Centri Sociali, NoMuos, NoGlobal, Lotte contro la Mafia, Presidi Sanità alternativa, ecc. ecc.).
Tutto ciò non basta se non si è rappresentati politicamente ed elettoralmente ... e specie con l'italicum i piccoli partiti saranno spazzati via. Bisogna pensare in grande come ha fatto Syriza in Grecia.
Saluti
Joblack
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: Podemos e affinità
Impegno civile costruito, praticato e sofferto in tanti anni sul posto, come ha fatto Syriza nelle realtà greche per alleviare le sofferenze della popolazione; altrimenti, non c'è alcuna garanzia che non si imbarchino "personaggi ambigui pronti a saltare sul carro del vincitore" o opportunisti di turno che una volta eletti "chi s'è visto s'è visto" e si schierino con il miglior offerente (con la giustificazione "abusata" di servire meglio la causaJoblack ha scritto:L'azione politica di Landini con #coesionesociale è giusta perchè in Italia per fortuna c'è un impegno civile che può dare forza alla protesta (NoTav, Centri Sociali, NoMuos, NoGlobal, Lotte contro la Mafia, Presidi Sanità alternativa, ecc. ecc.).

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Re: Podemos e affinità
iafran ha scritto:Impegno civile costruito, praticato e sofferto in tanti anni sul posto, come ha fatto Syriza nelle realtà greche per alleviare le sofferenze della popolazione; altrimenti, non c'è alcuna garanzia che non si imbarchino " che una volta eletti "chi s'è visto s'è visto" e si schierino con il miglior offerente (con la giustificazione "abusata" di servire meglio la causaJoblack ha scritto:L'azione politica di Landini con #coesionesociale è giusta perchè in Italia per fortuna c'è un impegno civile che può dare forza alla protesta (NoTav, Centri Sociali, NoMuos, NoGlobal, Lotte contro la Mafia, Presidi Sanità alternativa, ecc. ecc.).).
Questo e' il vero problema e il pericolo, esiste veramente.personaggi ambigui pronti a saltare sul carro del vincitore" o opportunisti di turno
La storia ce lo insegna. Docet Uolter con la sua affermazione: io non sono mai stato comunista!
Se questa nuova azione proposta dalla Fiom prendera' piede dovra essere questo il primo impegno e quindi... occhi aperti, e se vorranno entrare dovranno capire che entreranno come semplici elettori come tutti noi e quindi cominciare da zero. Non vogliamo ricevere in dote nessuna carica .
Solo la loro esperienza qualora possa servirci.
Per quanto riguarda quanto detto da Rom:
Mio parere personale e' quello di lasciarli ancora in naftatalina non nel senso negativo ma per non dare tutta carta bianca al bimbetto di Rignano sull'Arno.Sarebbe importante che quella parte di PD che è attualmente minoranza avesse il coraggio di schierarsi con Landini, insieme con quelle fronde sparse che hanno alzato la voce contro le "riforme" costituzionali del Nazareno.
Per il momento rimangano li ma se vogliono dare un'apporto politico lo possono fare rimanendo ancora nel PD. Lo dico pure riferendomi anche a quelle persone quali Casson ed altri nei quali ho sembra avuto stima. Rimanete al vostro posto altrimenti potreste bruciarvi(tanti all'interno del PD lavorano per questo) e quindi potreste annullare anche quel poco che ora riuscite ad ottenere.
Poi, se il tutto procede bene, pensateci un po'.
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Podemos e affinità
UNA COALIZIONE SOCIALE A PARTIRE DAL MUTUALISMO
di Lorenzo Zamponi – ACT – Agire, Costruire, Trasformare – 18 marzo 2015 -
Il dibattito di queste settimane sulla proposta della FIOM di una coalizione sociale che si ponga l’obiettivo di opporsi alle politiche di austerity imposte a livello europeo e realizzate in Italia dal governo Renzi e di proporre un’alternativa basata sulla cittadinanza, il lavoro, il welfare e i beni comuni può essere utile, se resistiamo alla tentazione di ricadere nel teatrino dei posizionamenti e delle rendite, e sfruttiamo l’occasione, invece, per ricostruire su basi nuove la ragione sociale dei soggetti collettivi.
Il tema della coalizione sociale, infatti, è centrale, e non da oggi, per qualsiasi progetto di cambiamento della società in senso egualitario. La società dell’austerità e del neoliberismo è una società disgregata. La crisi e la sua gestione fungono da acceleratore per arrivare prima possibile al mondo ideale di Margaret Thatcher, quello in cui “la società non esiste” e ogni individuo è in costante competizione con l’altro, ed è perciò disposto a qualsiasi genere di sfruttamento per vincere l’infinita gara al ribasso.
Mettere in contrapposizione il tema della coalizione sociale con quello dell’unità politica è un nonsense: senza la prima, semplicemente, la seconda non si può dare, se non sotto forma di unità di ceti politici priva di qualsiasi relazione con la realtà. La costruzione dell’unità popolare è il tema cardine di qualsiasi progetto politico a sinistra, dalla Rivoluzione Francese all’esperienza di Podemos in Spagna, passando per Gramsci e Salvador Allende. Se non si trovano gli elementi programmatici, materiali, simbolici e organizzativi che costruiscano un’unità, per quanto plurale e articolata, tra i soggetti sociali portatori di interessi progressivi, non c’è sinistra che possa esistere.
È per questo che costruire la coalizione sociale è un progetto assolutamente politico. Perché non si tratta, se di coalizione sociale si sta parlando e non di un semplice coordinamento associativo, di sommare rappresentanti e portavoce, ma di individuare nella società i nodi intorno ai quali si può sconfiggere la logica della competizione e sostituirla con quella della cooperazione. Si tratta di individuare, come i compagni spagnoli ripetono spesso, maggioranze sociali e di costruire una proposta politica alla loro altezza.
Dal tema della lavoro a quello della casa, dal reddito alla previdenza, dall’accesso alla salute a quello all’istruzione, l’Italia di oggi è piena di possibili maggioranze sociali, da individuare attraverso un attento lavoro analitico e da costruire attraverso un lavoro di organizzazione e soggettivazione che è sociale e, perciò, politico. Un percorso che si concretizzi in esperienze reali di mutualismo e cooperazione, a partire dalle tante che già sono in campo, dalla casse di resistenza operaie agli spazi sociali, dal coworking ai gruppi di acquisto, dai servizi autogestiti degli studenti alle esperienze più avanzate di welfare dal basso.
Costruiamo davvero una coalizione sociale. Una coalizione di maggioranze sociali che si faccia unità popolare per il cambiamento, per riconquistare il potere politico e restituirlo ai cittadini. Facciamolo a partire da chi è già organizzato ma anche e soprattutto mettendo a disposizione strumenti di organizzazione e soggettivazione a chi non lo è, andando a costruire esperienze di aggregazione, cooperazione e mutualismo in ogni ambito della nostra società. Se il nostro obiettivo è unire la società, e non le associazioni, allora dobbiamo avere il coraggio di lanciarci in un processo di innovazione vero e profondo, di investire risorse ed energie nella sperimentazione di spazi ed esperienze comuni e condivise, che vadano a svegliare la società italiana e a farne il protagonista di una grande stagione di cambiamento.
Act — Agire, Costruire, Trasformare
da il manifesto del 19 marzo 2015
di Lorenzo Zamponi – ACT – Agire, Costruire, Trasformare – 18 marzo 2015 -
Il dibattito di queste settimane sulla proposta della FIOM di una coalizione sociale che si ponga l’obiettivo di opporsi alle politiche di austerity imposte a livello europeo e realizzate in Italia dal governo Renzi e di proporre un’alternativa basata sulla cittadinanza, il lavoro, il welfare e i beni comuni può essere utile, se resistiamo alla tentazione di ricadere nel teatrino dei posizionamenti e delle rendite, e sfruttiamo l’occasione, invece, per ricostruire su basi nuove la ragione sociale dei soggetti collettivi.
Il tema della coalizione sociale, infatti, è centrale, e non da oggi, per qualsiasi progetto di cambiamento della società in senso egualitario. La società dell’austerità e del neoliberismo è una società disgregata. La crisi e la sua gestione fungono da acceleratore per arrivare prima possibile al mondo ideale di Margaret Thatcher, quello in cui “la società non esiste” e ogni individuo è in costante competizione con l’altro, ed è perciò disposto a qualsiasi genere di sfruttamento per vincere l’infinita gara al ribasso.
Mettere in contrapposizione il tema della coalizione sociale con quello dell’unità politica è un nonsense: senza la prima, semplicemente, la seconda non si può dare, se non sotto forma di unità di ceti politici priva di qualsiasi relazione con la realtà. La costruzione dell’unità popolare è il tema cardine di qualsiasi progetto politico a sinistra, dalla Rivoluzione Francese all’esperienza di Podemos in Spagna, passando per Gramsci e Salvador Allende. Se non si trovano gli elementi programmatici, materiali, simbolici e organizzativi che costruiscano un’unità, per quanto plurale e articolata, tra i soggetti sociali portatori di interessi progressivi, non c’è sinistra che possa esistere.
È per questo che costruire la coalizione sociale è un progetto assolutamente politico. Perché non si tratta, se di coalizione sociale si sta parlando e non di un semplice coordinamento associativo, di sommare rappresentanti e portavoce, ma di individuare nella società i nodi intorno ai quali si può sconfiggere la logica della competizione e sostituirla con quella della cooperazione. Si tratta di individuare, come i compagni spagnoli ripetono spesso, maggioranze sociali e di costruire una proposta politica alla loro altezza.
Dal tema della lavoro a quello della casa, dal reddito alla previdenza, dall’accesso alla salute a quello all’istruzione, l’Italia di oggi è piena di possibili maggioranze sociali, da individuare attraverso un attento lavoro analitico e da costruire attraverso un lavoro di organizzazione e soggettivazione che è sociale e, perciò, politico. Un percorso che si concretizzi in esperienze reali di mutualismo e cooperazione, a partire dalle tante che già sono in campo, dalla casse di resistenza operaie agli spazi sociali, dal coworking ai gruppi di acquisto, dai servizi autogestiti degli studenti alle esperienze più avanzate di welfare dal basso.
Costruiamo davvero una coalizione sociale. Una coalizione di maggioranze sociali che si faccia unità popolare per il cambiamento, per riconquistare il potere politico e restituirlo ai cittadini. Facciamolo a partire da chi è già organizzato ma anche e soprattutto mettendo a disposizione strumenti di organizzazione e soggettivazione a chi non lo è, andando a costruire esperienze di aggregazione, cooperazione e mutualismo in ogni ambito della nostra società. Se il nostro obiettivo è unire la società, e non le associazioni, allora dobbiamo avere il coraggio di lanciarci in un processo di innovazione vero e profondo, di investire risorse ed energie nella sperimentazione di spazi ed esperienze comuni e condivise, che vadano a svegliare la società italiana e a farne il protagonista di una grande stagione di cambiamento.
Act — Agire, Costruire, Trasformare
da il manifesto del 19 marzo 2015
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