quo vadis PD ????
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Re: quo vadis PD ????
Pd, il “dove eravate” di Cuperlo a D’Alema. “Montagna da scalare sarebbe meno alta”
Video
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/03/ ... ta/352267/
“Con te al governo la sinistra ha ceduto culturalmente, se tu avessi fatto di più, anche nella sinistra europea, oggi la montagna non sarebbe così alta da scalare”.
E’ questo il distinguo che Gianni Cuperlo rivolge a Massimo D’Alema dopo aver ascoltato il suo attacco alla gestione renziana, definita “arrogante”, e l’appello alla minoranza a non limitarsi agli ultimatum: “E’ ora di colpire per lasciare un sengo”. Tutto si consuma al convegno ‘A sinistra del Pd’ a Roma. Compreso il j’accuse di Cuperlo, già delfino dell’ex lider massimo.
“Ci hai invitato a stare uniti e a dare battaglia, e hai ragione, ma quando devi recuperare la strada sembra in salita”, sostiene.
Un botta e risposta emblematico da cui emerge una profonda spaccatura nell’ala sinistra del Pd. Nel mentre su twitter il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini liquida così l’evento: “Avete perso il congresso, fatevene una ragione”
di Irene Buscemi
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http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/03/ ... ta/352267/
“Con te al governo la sinistra ha ceduto culturalmente, se tu avessi fatto di più, anche nella sinistra europea, oggi la montagna non sarebbe così alta da scalare”.
E’ questo il distinguo che Gianni Cuperlo rivolge a Massimo D’Alema dopo aver ascoltato il suo attacco alla gestione renziana, definita “arrogante”, e l’appello alla minoranza a non limitarsi agli ultimatum: “E’ ora di colpire per lasciare un sengo”. Tutto si consuma al convegno ‘A sinistra del Pd’ a Roma. Compreso il j’accuse di Cuperlo, già delfino dell’ex lider massimo.
“Ci hai invitato a stare uniti e a dare battaglia, e hai ragione, ma quando devi recuperare la strada sembra in salita”, sostiene.
Un botta e risposta emblematico da cui emerge una profonda spaccatura nell’ala sinistra del Pd. Nel mentre su twitter il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini liquida così l’evento: “Avete perso il congresso, fatevene una ragione”
di Irene Buscemi
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Re: quo vadis PD ????
?camillobenso ha scritto: Una carenza del forum, in questa fase, è quella di non poter usufruire del pensiero di Stefano Rodotà, classe 1933, a proposito dell’intervento odierno del conte Max.
Eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati. Eravamo bandiere rosse. E avevamo ragione.
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Re: quo vadis PD ????
scrive Scalfari :
" dal 1996 al 2006 le condanne sono passate da 1159 l'anno a 186 e quelle per concussione da 555 a 53. Queste cifre spaventano e tanto per ricordarlo, nel '96 governava Prodi e nel 2006 Berlusconi. Le leggi ad personam avevano fatto il loro effetto."
Non mi sembra cosa da poco e oggi il PD sta governando con Ncd , non basta per capire dove finiremo ?
Questi battibecchi che si son visti all'Acquario non mi sono piaciuti per niente, mi sembra che l'emergenza
richieda un diverso atteggiamento, e poi si comprendono i commenti ...che vuoi che faccia questa minoranza?
D’Alema, la pistola di Cechov e il lavoro che dobbiamo fare (che non è una corrente di partito)
l'avete letto ? Civati rivaluta D'Alema
Staino capiva esattamente a cosa serviva la Leopolda, e negli anni successivi lo capirono altrettanto bene (cambiandola in profondità) Baricco con le sue navi da bruciare, Farinetti, e tanti altri fino al finanziere Serra: tutta gente a cui del Pd in quanto Pd non importava e non importa nulla – e così al loro anfitrione, che non a caso ha sempre parlato del Pd di cui oggi ironicamente è segretario come di un mezzo e non un fine – gli importava invece e pure molto il modello di Paese che quel luogo stava delineando, un anno dopo l’altro. Tanto da mettere al servizio di quel progetto loro stessi, la loro capacità di rappresentare persone, di raccogliere idee e risorse. Non si trattava di costruire una corrente o una minoranza, ma di dare forza a un’idea più complessiva e più grande di governo del paese, ed è ancora questo il compito che ci dovremmo dare avendo vissuto come un tradimento l’evoluzione (per tacere del suo rapido invecchiamento) di quello originario.
Ed è incredibile che malgrado il tempo che è passato e le dimostrazioni empiriche ormai clamorose se ne debba ancora discutere, che non se ne capisca il senso, che questi anni non abbiano portato questa consapevolezza. Pensare che l’arrivo di Renzi a Palazzo Chigi sia come la fine della storia di Fukuyama, che si debba accettare questa realtà come immanente e ci si debba accontentare solo di lavorare sugli spazi residuali, sulle ridotte (sulle correnti), è un errore incomprensibile e fallito già in premessa, perché rinuncia a quella missione pensata del 2010, il cui scopo era ed è corretto: riunire una forza che vada ben aldilà di queste anguste e misere gabbie
" dal 1996 al 2006 le condanne sono passate da 1159 l'anno a 186 e quelle per concussione da 555 a 53. Queste cifre spaventano e tanto per ricordarlo, nel '96 governava Prodi e nel 2006 Berlusconi. Le leggi ad personam avevano fatto il loro effetto."
Non mi sembra cosa da poco e oggi il PD sta governando con Ncd , non basta per capire dove finiremo ?
Questi battibecchi che si son visti all'Acquario non mi sono piaciuti per niente, mi sembra che l'emergenza
richieda un diverso atteggiamento, e poi si comprendono i commenti ...che vuoi che faccia questa minoranza?
D’Alema, la pistola di Cechov e il lavoro che dobbiamo fare (che non è una corrente di partito)
l'avete letto ? Civati rivaluta D'Alema
Staino capiva esattamente a cosa serviva la Leopolda, e negli anni successivi lo capirono altrettanto bene (cambiandola in profondità) Baricco con le sue navi da bruciare, Farinetti, e tanti altri fino al finanziere Serra: tutta gente a cui del Pd in quanto Pd non importava e non importa nulla – e così al loro anfitrione, che non a caso ha sempre parlato del Pd di cui oggi ironicamente è segretario come di un mezzo e non un fine – gli importava invece e pure molto il modello di Paese che quel luogo stava delineando, un anno dopo l’altro. Tanto da mettere al servizio di quel progetto loro stessi, la loro capacità di rappresentare persone, di raccogliere idee e risorse. Non si trattava di costruire una corrente o una minoranza, ma di dare forza a un’idea più complessiva e più grande di governo del paese, ed è ancora questo il compito che ci dovremmo dare avendo vissuto come un tradimento l’evoluzione (per tacere del suo rapido invecchiamento) di quello originario.
Ed è incredibile che malgrado il tempo che è passato e le dimostrazioni empiriche ormai clamorose se ne debba ancora discutere, che non se ne capisca il senso, che questi anni non abbiano portato questa consapevolezza. Pensare che l’arrivo di Renzi a Palazzo Chigi sia come la fine della storia di Fukuyama, che si debba accettare questa realtà come immanente e ci si debba accontentare solo di lavorare sugli spazi residuali, sulle ridotte (sulle correnti), è un errore incomprensibile e fallito già in premessa, perché rinuncia a quella missione pensata del 2010, il cui scopo era ed è corretto: riunire una forza che vada ben aldilà di queste anguste e misere gabbie
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Re: quo vadis PD ????
iospero ha scritto:scrive Scalfari :
" dal 1996 al 2006 le condanne sono passate da 1159 l'anno a 186 e quelle per concussione da 555 a 53. Queste cifre spaventano e tanto per ricordarlo, nel '96 governava Prodi e nel 2006 Berlusconi. Le leggi ad personam avevano fatto il loro effetto."
Non mi sembra cosa da poco e oggi il PD sta governando con Ncd , non basta per capire dove finiremo ?
Questi battibecchi che si son visti all'Acquario non mi sono piaciuti per niente, mi sembra che l'emergenza
richieda un diverso atteggiamento, e poi si comprendono i commenti ...che vuoi che faccia questa minoranza?
D’Alema, la pistola di Cechov e il lavoro che dobbiamo fare (che non è una corrente di partito)
l'avete letto ? Civati rivaluta D'Alema
Staino capiva esattamente a cosa serviva la Leopolda, e negli anni successivi lo capirono altrettanto bene (cambiandola in profondità) Baricco con le sue navi da bruciare, Farinetti, e tanti altri fino al finanziere Serra: tutta gente a cui del Pd in quanto Pd non importava e non importa nulla – e così al loro anfitrione, che non a caso ha sempre parlato del Pd di cui oggi ironicamente è segretario come di un mezzo e non un fine – gli importava invece e pure molto il modello di Paese che quel luogo stava delineando, un anno dopo l’altro. Tanto da mettere al servizio di quel progetto loro stessi, la loro capacità di rappresentare persone, di raccogliere idee e risorse. Non si trattava di costruire una corrente o una minoranza, ma di dare forza a un’idea più complessiva e più grande di governo del paese, ed è ancora questo il compito che ci dovremmo dare avendo vissuto come un tradimento l’evoluzione (per tacere del suo rapido invecchiamento) di quello originario.
Ed è incredibile che malgrado il tempo che è passato e le dimostrazioni empiriche ormai clamorose se ne debba ancora discutere, che non se ne capisca il senso, che questi anni non abbiano portato questa consapevolezza. Pensare che l’arrivo di Renzi a Palazzo Chigi sia come la fine della storia di Fukuyama, che si debba accettare questa realtà come immanente e ci si debba accontentare solo di lavorare sugli spazi residuali, sulle ridotte (sulle correnti), è un errore incomprensibile e fallito già in premessa, perché rinuncia a quella missione pensata del 2010, il cui scopo era ed è corretto: riunire una forza che vada ben aldilà di queste anguste e misere gabbie
Diciamo che sono generali alla ricerca delle truppe smarrite.
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Re: quo vadis PD ????
I GIORNI DEI MORTI VIVENTI
21 MAR 2015 17:29
- DOPO ENRICO LETTA, ANCHE L’EXTRAPARLAMENTARE D’ALEMA SFANCULA LA “DITTATURA” DI RENZI. E BERSANI AGGIUNGE IL CARICO: ‘’PAROLE SACROSANTE’’
- GUERINI: ‘’RENZI HA STRAVINTO, FARSENE RAGIONE’’
D'Alema: "Condivido l'idea di dare battaglia in questo partito ma in questo partito si vince giocando all'interno e all'esterno, Renzi è sostenuto anche da forze che non sono iscritte al Pd, il sistema delle Leopolde si va diffondendo in tutto il paese"...
Ansa.it
"Una componente minoritaria in un partito a forte posizione personale e con un carico di arroganza può avere peso solo se si muove con coerenza e, una volta definiti i punti invalicabili, si muove con assoluta intransigenza".
E' il consiglio che Massimo D'Alema rivolge alla minoranza Pd, parlando ad "A sinistra nel Pd" come "extraparlamentare", aggiunge scherzando.??
"Condivido l'idea di dare battaglia dentro Pd ma noi non dobbiamo fare gli iscritti alle correnti ma unirci per creare una grande associazione per il rinnovamento e la rinascita della sinistra che non sia un nuovo partito politico ma offra uno spazio di partecipazione" a chi non si riconosce nel Pd renziano.Così D'Alema alle minoranze dem.
"Se stiamo al numero degli iscritti al Pd - premette D'Alema - non è un grande partito, i Ds avevano 600mila iscritti. Stiamo assistendo ad un processo di riduzione della partecipazione politica che non solo non è contrastato ma è perseguito".
Per il presidente di Italiani europei, "tra i tantissimi che se se ne vanno e quelli che vengono da fuori è un saldo che difficilmente può essere considerato su quantità e qualità positivo". D'Alema si chiede "quale sia il destino di un partito senza popolo ma anche il destino di un popolo senza partito".
"Condivido l'idea di dare battaglia in questo partito ma in questo partito si vince giocando all'interno e all'esterno, Renzi è sostenuto anche da forze che non sono iscritte al Pd, il sistema delle Leopolde si va diffondendo in tutto il paese". Per questo per parlare non solo agli iscritti del Pd D'Alema propone un'associazione della minoranza partendo dalla premessa che "non approvo il fatto che ci sia più di una minoranza".
"Questa parte del Pd sostiene D'Alema - può avere peso se raggiunge un certo grande di unità nell'azione altrimenti non avrà alcun peso. Bisogna darsi degli strumenti in cui ci si riunisce si cerca punto di mediazione e si definisce una posizione comune".
Guerini: Renzi ha stravinto, farsene ragione -"Renzi ha stravinto il congresso e portato il Pd al 41% per cambiare l'Italia dove altri non sono riusciti, qualcuno se ne faccia una ragione". Lo scrive su Twitter Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd.
Orfini, dispiace per toni da rissa da bar - "Dispiace che dirigenti importanti per la storia della sinistra usino toni degni di una rissa da bar. Così si offende la nostra comunità". Così il presidente del Pd, Matteo Orfini, su twitter, critica le parole di Massimo D'Alema sul Pd di Matteo Renzi.
Bersani, da D'Alema parole sacrosante - "D'Alema ha detto una cosa sacrosanta: c'è tanta gente nel Pd che è in sofferenza e a disagio. Dobbiamo trovare il sistema anche dal punto organizzativo per dialogare con questi mondi".
Così Pierluigi Bersani, a margine dell'iniziativa 'A sinistra nel Pd', commenta la proposta di D'Alema di un'associazione per la "rinascita della sinistra". "Conoscendolo non credo che stia strizzando l'occhio a Landini" ha aggiunto l'ex segretario del Pd.
21 MAR 2015 17:29
- DOPO ENRICO LETTA, ANCHE L’EXTRAPARLAMENTARE D’ALEMA SFANCULA LA “DITTATURA” DI RENZI. E BERSANI AGGIUNGE IL CARICO: ‘’PAROLE SACROSANTE’’
- GUERINI: ‘’RENZI HA STRAVINTO, FARSENE RAGIONE’’
D'Alema: "Condivido l'idea di dare battaglia in questo partito ma in questo partito si vince giocando all'interno e all'esterno, Renzi è sostenuto anche da forze che non sono iscritte al Pd, il sistema delle Leopolde si va diffondendo in tutto il paese"...
Ansa.it
"Una componente minoritaria in un partito a forte posizione personale e con un carico di arroganza può avere peso solo se si muove con coerenza e, una volta definiti i punti invalicabili, si muove con assoluta intransigenza".
E' il consiglio che Massimo D'Alema rivolge alla minoranza Pd, parlando ad "A sinistra nel Pd" come "extraparlamentare", aggiunge scherzando.??
"Condivido l'idea di dare battaglia dentro Pd ma noi non dobbiamo fare gli iscritti alle correnti ma unirci per creare una grande associazione per il rinnovamento e la rinascita della sinistra che non sia un nuovo partito politico ma offra uno spazio di partecipazione" a chi non si riconosce nel Pd renziano.Così D'Alema alle minoranze dem.
"Se stiamo al numero degli iscritti al Pd - premette D'Alema - non è un grande partito, i Ds avevano 600mila iscritti. Stiamo assistendo ad un processo di riduzione della partecipazione politica che non solo non è contrastato ma è perseguito".
Per il presidente di Italiani europei, "tra i tantissimi che se se ne vanno e quelli che vengono da fuori è un saldo che difficilmente può essere considerato su quantità e qualità positivo". D'Alema si chiede "quale sia il destino di un partito senza popolo ma anche il destino di un popolo senza partito".
"Condivido l'idea di dare battaglia in questo partito ma in questo partito si vince giocando all'interno e all'esterno, Renzi è sostenuto anche da forze che non sono iscritte al Pd, il sistema delle Leopolde si va diffondendo in tutto il paese". Per questo per parlare non solo agli iscritti del Pd D'Alema propone un'associazione della minoranza partendo dalla premessa che "non approvo il fatto che ci sia più di una minoranza".
"Questa parte del Pd sostiene D'Alema - può avere peso se raggiunge un certo grande di unità nell'azione altrimenti non avrà alcun peso. Bisogna darsi degli strumenti in cui ci si riunisce si cerca punto di mediazione e si definisce una posizione comune".
Guerini: Renzi ha stravinto, farsene ragione -"Renzi ha stravinto il congresso e portato il Pd al 41% per cambiare l'Italia dove altri non sono riusciti, qualcuno se ne faccia una ragione". Lo scrive su Twitter Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd.
Orfini, dispiace per toni da rissa da bar - "Dispiace che dirigenti importanti per la storia della sinistra usino toni degni di una rissa da bar. Così si offende la nostra comunità". Così il presidente del Pd, Matteo Orfini, su twitter, critica le parole di Massimo D'Alema sul Pd di Matteo Renzi.
Bersani, da D'Alema parole sacrosante - "D'Alema ha detto una cosa sacrosanta: c'è tanta gente nel Pd che è in sofferenza e a disagio. Dobbiamo trovare il sistema anche dal punto organizzativo per dialogare con questi mondi".
Così Pierluigi Bersani, a margine dell'iniziativa 'A sinistra nel Pd', commenta la proposta di D'Alema di un'associazione per la "rinascita della sinistra". "Conoscendolo non credo che stia strizzando l'occhio a Landini" ha aggiunto l'ex segretario del Pd.
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Re: quo vadis PD ????
I GIORNI DEI MORTI VIVENTI
Credo che non esista un video in rete sugli interventi della minoranza dem di ieri.
Anche se sono interventi che servono a tenersi in vita, sono importanti per capire cosa sta succedendo in questo transitorio, mettendo mano ai vari tasselli pubblicati.
D’Alema a Renzi: “Partito gestito con arroganza”
Guerini: avete perso, basta. Replica del premier: lessico da vecchia gloria del wrestling
Articolo + video
http://www.lastampa.it/2015/03/21/itali ... agina.html
Credo che non esista un video in rete sugli interventi della minoranza dem di ieri.
Anche se sono interventi che servono a tenersi in vita, sono importanti per capire cosa sta succedendo in questo transitorio, mettendo mano ai vari tasselli pubblicati.
D’Alema a Renzi: “Partito gestito con arroganza”
Guerini: avete perso, basta. Replica del premier: lessico da vecchia gloria del wrestling
Articolo + video
http://www.lastampa.it/2015/03/21/itali ... agina.html
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Re: quo vadis PD ????
L’arroganza, a sinistra, non è mai stata merce rara. Così come la convinzione di aver sempre fatto la propria parte. Un assunto che ha consentito a diverse generazioni politiche di deresponsabilizzarsi rispetto agli insuccessi ed alle catastrofi normative e culturali che si sono verificati mentre “ loro” facevano la loro parte.
Di tutti i personaggi che vogliono costruire una nuova sinistra, sono pochissimi quelli che erano assenti mentre il paese deragliava sotto l’incuria culturale, o mentre si votavano i benefits da terzo mondo per i notabili e la nomenclatura, o mentre si annacquavano i provvedimenti anticorruzione e si costruivano architetture fiscali e giudiziarie a beneficio di evasori e ricchi imputati.
Pochissimi hanno mai lasciato traccia di voler perseguire il bene comune a scapito della carriera, pochissimi si sono ritratti di fronte ad alleanze innaturali, sulla base di una visione chiara degli interessi che si volevano tutelare.
Al contrario, sembrava che gli interessi da tutelare dovessero necessariamente piegarsi alle ragioni dell’avversario, invitato a mortificare le legittime aspettative dei propri elettori.
Con una storia così poco edificante, come si fa a lanciare appelli credibili, a prospettare il sogno della “sinistra giusta”?
Cuperlo si è limitato, molto educatamente, com’è nel suo stile, a ricordare alcune di queste cose all’ultimo critico dell’ultima versione di questa sinistra senza un briciolo di memoria ma con la consueta montagna di arroganza.
All’epoca delle primarie, ricordo che non votai Cuperlo perché, a dispetto delle belle parole e delle giuste idee, subodoravo il solito, esangue impegno a realizzarle, come se bastasse indicare una direzione, senza impegnarsi strenuamente a costruire la strada per percorrerla.
Ma Cuperlo è una persona onesta ed un signore. Che dire della relazione di Barca sul PD romano?
Un partito “pericoloso”.
Mia nonna diceva che “dove non c’è il guadagno, la remissione è certa”, e un partito che pensa solo alle carriere dei propri affiliati è solo nocivo, come l’ennesima consorteria d’affari.
Le risposte puerili dei renziani agli spasmi identitari di questa sinistra a disagio finiscono di disegnare un quadro desolante della sinistra di governo e di quella di “lotta”.
L’autoreferenzialità come analisi politica, le obiezioni di merito derubricate a mugugni da perdenti, il legittimo timore del pantano dilatorio sventolato come unica giustificazione per rifiutare il confronto.
Qualcosa non torna, qualcosa non è mai tornato. C’e chi ritiene che fare la propria parte sia solo intrupparsi nelle fila di una “parte”.
Gramsci diceva che bisogna essere “partigiani”, ma non nel senso dei tifosi e degli ultrà, che tifano a prescindere, ma nel senso della scelta di campo, della direzione di coscienza.
Anch’io odio gi indifferenti, ma detesto ancor più i tifosi schiumanti, quelli che neanche guardano la partita, impegnati come sono ad insultare gli avversari.
Nel nostro panorama, gli esempi sono infiniti.
Di tutti i personaggi che vogliono costruire una nuova sinistra, sono pochissimi quelli che erano assenti mentre il paese deragliava sotto l’incuria culturale, o mentre si votavano i benefits da terzo mondo per i notabili e la nomenclatura, o mentre si annacquavano i provvedimenti anticorruzione e si costruivano architetture fiscali e giudiziarie a beneficio di evasori e ricchi imputati.
Pochissimi hanno mai lasciato traccia di voler perseguire il bene comune a scapito della carriera, pochissimi si sono ritratti di fronte ad alleanze innaturali, sulla base di una visione chiara degli interessi che si volevano tutelare.
Al contrario, sembrava che gli interessi da tutelare dovessero necessariamente piegarsi alle ragioni dell’avversario, invitato a mortificare le legittime aspettative dei propri elettori.
Con una storia così poco edificante, come si fa a lanciare appelli credibili, a prospettare il sogno della “sinistra giusta”?
Cuperlo si è limitato, molto educatamente, com’è nel suo stile, a ricordare alcune di queste cose all’ultimo critico dell’ultima versione di questa sinistra senza un briciolo di memoria ma con la consueta montagna di arroganza.
All’epoca delle primarie, ricordo che non votai Cuperlo perché, a dispetto delle belle parole e delle giuste idee, subodoravo il solito, esangue impegno a realizzarle, come se bastasse indicare una direzione, senza impegnarsi strenuamente a costruire la strada per percorrerla.
Ma Cuperlo è una persona onesta ed un signore. Che dire della relazione di Barca sul PD romano?
Un partito “pericoloso”.
Mia nonna diceva che “dove non c’è il guadagno, la remissione è certa”, e un partito che pensa solo alle carriere dei propri affiliati è solo nocivo, come l’ennesima consorteria d’affari.
Le risposte puerili dei renziani agli spasmi identitari di questa sinistra a disagio finiscono di disegnare un quadro desolante della sinistra di governo e di quella di “lotta”.
L’autoreferenzialità come analisi politica, le obiezioni di merito derubricate a mugugni da perdenti, il legittimo timore del pantano dilatorio sventolato come unica giustificazione per rifiutare il confronto.
Qualcosa non torna, qualcosa non è mai tornato. C’e chi ritiene che fare la propria parte sia solo intrupparsi nelle fila di una “parte”.
Gramsci diceva che bisogna essere “partigiani”, ma non nel senso dei tifosi e degli ultrà, che tifano a prescindere, ma nel senso della scelta di campo, della direzione di coscienza.
Anch’io odio gi indifferenti, ma detesto ancor più i tifosi schiumanti, quelli che neanche guardano la partita, impegnati come sono ad insultare gli avversari.
Nel nostro panorama, gli esempi sono infiniti.
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Re: quo vadis PD ????
I GIORNI DEI MORTI VIVENTI
La giornata di ieri secondo La Stampa.
Colpisce la presenza di Boccia, Bindi. Sono diventati di sinistra???
La Stampa 22.3.15
D’Alema: nel Pd gestione arrogante
Scontro tra minoranza e renziani
L’ex premier attacca il capo del governo: serve una rinascita, fondiamo un’associazione Bersani: parole sacrosante. Guerini: avete perso, dovete farvene una ragione
di Francesca Schianchi
Dopo quasi sei ore di interventi, a metà pomeriggio l’ultimo a raggiungere il leggio è Gianni Cuperlo.
In prima fila, nell’imponente Acquario romano attrezzato con maxi schermi e bandiere del Pd, in questa riunione di tutte le minoranze dem intitolata «A Sinistra nel Pd», sono Rosy Bindi, Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema, Stefano Fassina, più defilato c’è Pippo Civati; fino a poco prima c’erano Guglielmo Epifani, Roberto Speranza, Francesco Boccia («è la prima volta dopo il congresso che le diverse anime di sinistra decidono di mettersi insieme», introduce soddisfatto al mattino Alfredo D’Attorre).
«Massimo, rispetto la tua storia, ma dovresti chiederti perché la sinistra ha ceduto culturalmente negli anni in cui siete stati al potere. Ci hai ammonito di stare insieme: ma se tu e altri lo aveste fatto un po’ prima, ora la montagna sarebbe meno alta da scalare», si rivolge, pacato ma durissimo, Cuperlo all’ex premier, lì a due metri da lui.
Nel corso di questa giornata, è il secondo ex fidatissimo collaboratore a rispondergli per le rime:
«Dispiace che dirigenti importanti per la storia della sinistra usino toni degni di una rissa da bar. Così si offende la nostra comunità», aveva twittato poche ore prima il già dalemiano Matteo Orfini – oggi leader dei Giovani turchi - rispondendo all’intervento di quello che è stato suo maestro in politica.
«Colpi, non ultimatum»
È la rivolta degli ex discepoli, in questo sabato che D’Alema trascorre alla riunione delle minoranze, da «extraparlamentare», ironizza, prendendosi la scena con il suo intervento all’ora di pranzo, pochi minuti punteggiati da continui applausi, per dire che il Pd è «un partito a forte conduzione personale che ha una certa carica di arroganza», un partito «non grande se stiamo al numero degli iscritti: 250 mila quando i Ds ne avevano 600 mila», ma con grande «forza di attrazione del trasformismo», in cui il saldo tra chi se ne va e chi arriva non è positivo.
Ma ne ha anche per le minoranze lì con lui, che striglia ricordando che solo «un certo grado di unità nell’azione» può permettere loro di avere un qualche peso: bisogna definire i punti «invalicabili» e muoversi con «intransigenza»; altro che gli ultimatum pronunciati da Bersani e altri sulle riforme, «non si annunciano ultimatum, si danno dei colpi cercando di fare in modo che lascino il segno».
Un discorso che provoca le reazioni di Cuperlo e Orfini, e come prevedibile dei renziani: «Renzi ha stravinto il congresso e portato il Pd al 41% per cambiare l’Italia dove altri non sono riusciti, qualcuno se ne faccia una ragione», twitta il vicesegretario Lorenzo Guerini. Agli atti, D’Alema lascia anche la proposta di fondare un’associazione «per il rinnovamento della sinistra», aperta a membri del Pd e non.
La ricerca dell’unità
È proprio alla ricerca di un’improbabile unità, per essere più incisivi nel rapporto con Renzi, che si riuniscono le minoranze.
Ma le mediazioni non sono facili: Speranza esclude la scissione e Civati esordisce chiedendosi se «siamo compatibili col renzismo noi oggi, o il renzismo è compatibile con la sinistra».
La Bindi annuncia che, se non cambia la riforma costituzionale, al referendum starà con chi la vorrà abrogare, perché «non possiamo rassegnarci a chiamare di sinistra un governo che non fa cose di sinistra»;
Fassina propone un «coordinamento parlamentare» e Nico Stumpo fa sapere che invece «Area riformista va avanti per la sua strada».
Bersani lancia l’idea di rivedersi «in estate», e conia la più chiara delle sue metafore: accettare il trasformismo «è come vendere casa per andare a stare in affitto».
La risposta di Cuperlo è una proposta e una speranza: «E allora ricompriamocela, questa casa».
La giornata di ieri secondo La Stampa.
Colpisce la presenza di Boccia, Bindi. Sono diventati di sinistra???
La Stampa 22.3.15
D’Alema: nel Pd gestione arrogante
Scontro tra minoranza e renziani
L’ex premier attacca il capo del governo: serve una rinascita, fondiamo un’associazione Bersani: parole sacrosante. Guerini: avete perso, dovete farvene una ragione
di Francesca Schianchi
Dopo quasi sei ore di interventi, a metà pomeriggio l’ultimo a raggiungere il leggio è Gianni Cuperlo.
In prima fila, nell’imponente Acquario romano attrezzato con maxi schermi e bandiere del Pd, in questa riunione di tutte le minoranze dem intitolata «A Sinistra nel Pd», sono Rosy Bindi, Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema, Stefano Fassina, più defilato c’è Pippo Civati; fino a poco prima c’erano Guglielmo Epifani, Roberto Speranza, Francesco Boccia («è la prima volta dopo il congresso che le diverse anime di sinistra decidono di mettersi insieme», introduce soddisfatto al mattino Alfredo D’Attorre).
«Massimo, rispetto la tua storia, ma dovresti chiederti perché la sinistra ha ceduto culturalmente negli anni in cui siete stati al potere. Ci hai ammonito di stare insieme: ma se tu e altri lo aveste fatto un po’ prima, ora la montagna sarebbe meno alta da scalare», si rivolge, pacato ma durissimo, Cuperlo all’ex premier, lì a due metri da lui.
Nel corso di questa giornata, è il secondo ex fidatissimo collaboratore a rispondergli per le rime:
«Dispiace che dirigenti importanti per la storia della sinistra usino toni degni di una rissa da bar. Così si offende la nostra comunità», aveva twittato poche ore prima il già dalemiano Matteo Orfini – oggi leader dei Giovani turchi - rispondendo all’intervento di quello che è stato suo maestro in politica.
«Colpi, non ultimatum»
È la rivolta degli ex discepoli, in questo sabato che D’Alema trascorre alla riunione delle minoranze, da «extraparlamentare», ironizza, prendendosi la scena con il suo intervento all’ora di pranzo, pochi minuti punteggiati da continui applausi, per dire che il Pd è «un partito a forte conduzione personale che ha una certa carica di arroganza», un partito «non grande se stiamo al numero degli iscritti: 250 mila quando i Ds ne avevano 600 mila», ma con grande «forza di attrazione del trasformismo», in cui il saldo tra chi se ne va e chi arriva non è positivo.
Ma ne ha anche per le minoranze lì con lui, che striglia ricordando che solo «un certo grado di unità nell’azione» può permettere loro di avere un qualche peso: bisogna definire i punti «invalicabili» e muoversi con «intransigenza»; altro che gli ultimatum pronunciati da Bersani e altri sulle riforme, «non si annunciano ultimatum, si danno dei colpi cercando di fare in modo che lascino il segno».
Un discorso che provoca le reazioni di Cuperlo e Orfini, e come prevedibile dei renziani: «Renzi ha stravinto il congresso e portato il Pd al 41% per cambiare l’Italia dove altri non sono riusciti, qualcuno se ne faccia una ragione», twitta il vicesegretario Lorenzo Guerini. Agli atti, D’Alema lascia anche la proposta di fondare un’associazione «per il rinnovamento della sinistra», aperta a membri del Pd e non.
La ricerca dell’unità
È proprio alla ricerca di un’improbabile unità, per essere più incisivi nel rapporto con Renzi, che si riuniscono le minoranze.
Ma le mediazioni non sono facili: Speranza esclude la scissione e Civati esordisce chiedendosi se «siamo compatibili col renzismo noi oggi, o il renzismo è compatibile con la sinistra».
La Bindi annuncia che, se non cambia la riforma costituzionale, al referendum starà con chi la vorrà abrogare, perché «non possiamo rassegnarci a chiamare di sinistra un governo che non fa cose di sinistra»;
Fassina propone un «coordinamento parlamentare» e Nico Stumpo fa sapere che invece «Area riformista va avanti per la sua strada».
Bersani lancia l’idea di rivedersi «in estate», e conia la più chiara delle sue metafore: accettare il trasformismo «è come vendere casa per andare a stare in affitto».
La risposta di Cuperlo è una proposta e una speranza: «E allora ricompriamocela, questa casa».
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Re: quo vadis PD ????
Con una storia così poco edificante, come si fa a lanciare appelli credibili, a prospettare il sogno della “sinistra giusta”?
E.T.
Quando si è con l'acqua alla gola si fanno anche queste cose.
Quella sinistra poltronifero - cimiteriale, si è resa conto di essere stata messa all'angolo da Renzie, e sta reagendo dopo aver percepito lo schiaffone.
Non hanno molte prospettive. Se si va ad elezioni il PAV non li ricandida più.
Tardi, ma l'hanno capito di essere stati fatti fuori per non aver capito i giochi della politica.
E.T.
Quando si è con l'acqua alla gola si fanno anche queste cose.
Quella sinistra poltronifero - cimiteriale, si è resa conto di essere stata messa all'angolo da Renzie, e sta reagendo dopo aver percepito lo schiaffone.
Non hanno molte prospettive. Se si va ad elezioni il PAV non li ricandida più.
Tardi, ma l'hanno capito di essere stati fatti fuori per non aver capito i giochi della politica.
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- Iscritto il: 24/01/2015, 20:23
Re: quo vadis PD ????
Guerini: "Renzi ha stravinto il congresso e portato il Pd al 41% per cambiare l'Italia dove altri non sono riusciti, qualcuno se ne faccia una ragione".
Guerini, c'ho provato, ma non ci sono riuscito.
Alle europee 2014 il PD di Renzi, con tutti i voti dell'area di CS, ha avuto 11,17 mln di voti su 27,37 mln di voti utili (40,82%), con votanti pari al 59% degli elettori. E col calo del M5S che ha perso il 33% e del CD che ha perso il 24%.
A confronto: alle europee 2009 l'area di CS, compresa IdV, aveva ottenuto 12,68 mln di voti su 30,39 mln di voti utili (41,74%), con votanti apri la 65,05%
Si direbbe che la % del CS è salita per il calo di M5S e CD e per l'assenteismo.
Alle politiche 2013 Bersani con l'area di CS ha ottenuto 10,05 mln
Alle politiche 2008 Veltroni col solo PD ha ottenuto 12,00 mln
Quegli 11,17 mln alle europee non mi sembrano un granché.
Alle ultime regionali in Emilia Romagna il Pd è sceso da 857 mila a 535 mila voti, perdendo il 38%. E' una vittoria?
Davvero si pensa ad un grande botto del 40,82% tutto dovuto a Renzi? E di poterlo ripetere in futuro? Con questa sua politica?
Persevera un trionfalismo non giustificato.
cardif
Guerini, c'ho provato, ma non ci sono riuscito.
Alle europee 2014 il PD di Renzi, con tutti i voti dell'area di CS, ha avuto 11,17 mln di voti su 27,37 mln di voti utili (40,82%), con votanti pari al 59% degli elettori. E col calo del M5S che ha perso il 33% e del CD che ha perso il 24%.
A confronto: alle europee 2009 l'area di CS, compresa IdV, aveva ottenuto 12,68 mln di voti su 30,39 mln di voti utili (41,74%), con votanti apri la 65,05%
Si direbbe che la % del CS è salita per il calo di M5S e CD e per l'assenteismo.
Alle politiche 2013 Bersani con l'area di CS ha ottenuto 10,05 mln
Alle politiche 2008 Veltroni col solo PD ha ottenuto 12,00 mln
Quegli 11,17 mln alle europee non mi sembrano un granché.
Alle ultime regionali in Emilia Romagna il Pd è sceso da 857 mila a 535 mila voti, perdendo il 38%. E' una vittoria?
Davvero si pensa ad un grande botto del 40,82% tutto dovuto a Renzi? E di poterlo ripetere in futuro? Con questa sua politica?
Persevera un trionfalismo non giustificato.
cardif
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