cardif ha scritto:
1) E' meglio che si formi un nuovo partito a sinistra del Pd? Che peso potrà avere? Col ballottaggio previsto nel nuovo sistema elettorale, quest'area dovrà astenersi e far vincere il CD o convergere comunque sul Pd?
2) E' meglio tentare di contenere all'interno del Pd il dissenso dalla linea attuale, cercando di cambiare questa linea e cambiare anche il segretario Renzi? Non tanto per avere una guida meno effervescente ma per averne una più attenta e di sinistra?
Bah, come dici tu, le risposte di Landini sono prevedibili. Ma sono importanti?
A me sembra che tutto somigli a una serie di candeline messe sulla torta, senza la torta: tutti corrono troppo con le parole, corrono al generale e al bersaglio grosso, mentre la politica e la vita sono fatti di catene molecolari. di situazioni e idee che si costruiscono secondo i meccanismi della "necessità logica".
Insomma, anche in questa fase, tutto continua come è andato nei vent'anni passati, cioè continue invenzioni, soprattutto verbali, una grande schiuma di massimi e minimi sistemi banalizzati al livello di talkshow: senza la possibilità di approfondire nulla, senza lasciar maturare nulla, né nelle sedi politiche canoniche, né soprattutto nella consapevolezza dei cittadini.
Comunque, possiamo provare a rispondere ale domande che hai fatto, laddove l'importante non è costituito dalle risposte, ma dai problemi che le risposte (quali che siano) pongono.
1 - La soluzione più logica è quella di astenersi: sarebbe strano fare una scissione o comunque creare una realtà alternativa al PD, e poi confluire nel PD nel momento elettorale. Più specificamnte, poi, se l'obiezione massima che si fa al PD renziano è quello di essersi spostato a destra: coerentemente, bisogna allora considere poco influente se a vincere è la destra, e allo stesso tempo una sconfitta del PD potrebbe favorire un suo recupero d'identità, oltre a smontare la sua personalizzazione.
2 - La risposta a questa domanda non può prescindere da una rilettura radicale del dissenso interno, prima di decidere cosa può o deve fare questo dissenso. In realtà, una risposta seria coinvolge tali e tanti argomenti che va ben al di là di una "opinione" - tra l'altro, c'è una storia dietro a questa domanda, in quasi due secoli di parlamentarismo, di partiti, di dissensi, correnti, scissioni, fusioni, movimenti, etc.
Intanto, il primo segno di vita che questo dissenso dovrebbe dare (per aspirare ad un ruolo più ambizioso) sarebbe di battersi per impedire che si consolidi un bipolarismo squinternato e artificioso, come l'attuale, e che le riforme costituzionali schifosette passino d opera di un parlamnto e con una maggioranza come l'attuale, contraddittorie e delegittimata sotto tutti gli aspetti.
Eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati. Eravamo bandiere rosse. E avevamo ragione.