Diario della caduta di un regime.

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camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

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Rom
La posizione forse è poco chiara. Ma la sua identità no.
Inoltre è fuorviante pensare che il M5S raccolga il consenso di destra e sinistra: è una dizione molto ambigua, oltre tutto.



Nel settembre del 2011, il M5S, raccoglieva un consenso del 2,5 %. Nel febbraio del 2013, alle elezioni nazionali sale al 25,55% (Alla Camera).

Merito di Grillo e Casaleggio?

Decisamente no. Nel marzo 2012 Gustavo Zagrebelsky dichiarava che i partiti erano morti.

Quasi un anno dopo alla nazionali gli effetti saranno quelli di uno svuotamento a favore del M5S. Voteranno per il Movimento fuoriusciti del Pd, del Pdl, della Lega, dell’Idv.




Rom
Il consenso di chi?
Dei dirigenti di destra e sinistra? Non mi sembra.


Non ha senso che chi è in politica solo e soltanto per la sacra poltrona passi dalla parte di chi per il momento la contesta.
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

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LA CADUTA DELLA SECONDA REPUBBLICA


Il TG7 delle 20,00 di questa sera, condotto da Mentana, sembrava un TG generico di 22 anni fa. Cambiano i nomi dei partiti e quelli degli attori, ma la musica è sempre quella. Allora si parlava della corruzione del Psi e della Dc. Oggi i socialisti del conte Max si sono fusi nel Pd con gli ex Dc per suonare le sinfonie di sempre.
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

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LA CADUTA DELLA SECONDA REPUBBLICA



L'osservazione di Marco Damilano è certamente corretta dal punto politico.

Renzi avrebbe dovuto prima sistemare il Pd e poi passare a guidare il Paese.

Invece Nembo Kid, e chi tira i fili dietro di lui, hanno mirato subito al bersaglio grosso.



LA COOP INDAGATA PER CAMORRA FINANZIAVA TUTTI, ANCHE RENZI

(Vincenzo Iurillo)
03/04/2015 di triskel182

TRA GLI ATTI SEQUESTRATI DAI MAGISTRATI DI NAPOLI, L’ELENCO DELLE LIBERALITÀ DI CPL CONCORDIA: PARTECIPÒ ALLE CENE PD DI AUTOFINANZIAMENTO COL PREMIER.

Napoli – La Cpl Concordia ha finanziato una cena elettorale di Matteo Renzi, ha dato 17.000 euro al Pd di Roma e ha distribuito “erogazioni liberali” a pioggia e “contributi elettorali” a destra e a sinistra: ai democrat Ugo Sposetti ed Eugenio Patané, al comitato “Per Ignazio Marino sindaco di Roma”, alla lista civica Zingaretti e al Pd marchigiano, ma anche all’esponente di Fratelli d’Italia Antonio Paravia e al comitato “Io sto con Giorgia Meloni” (vedere qui sotto).


L’informativa del Noe dell’11 febbraio scorso traccia i rapporti “trasversali” tra la coop rossa modenese di Roberto Casari e la politica. Sentito il 15 gennaio scorso, il direttore generale affari esteri Cpl Fabrizio Tondelli afferma: “Io non darei soldi a nessun politico e infatti anche quando si è parlato di partecipare alla cena di Renzi io ero in disaccordo, non trovavo alcuna utilità.


Tuttavia il cda per motivi commerciali e di opportunità ha poi stabilito diversamente e quindi ha erogato il contributo”. Insomma, accusati di trafficare con la camorra, finanziavano anche Renzi e il sottosegretario Luca Lotti, il fedelissimo, ha messo la firma per sbloccare i 140 mila euro per la metanizzazione al Sud, destinati anche alla Cpl. Coincidenze, naturalmente.


DALLE CARTE depositate dai pm di Napoli Woodcock, Carrano e Loreto sulla presunta corruzione del sindaco Pd di Ischia Giosi Ferrandino per metanizzare l’isola verde, emergono nitidi gli intrecci tra la coop rossa modenese e il clan dei Casalesi.

Scompaiono gli omissis dal verbale di Giulio Lancia, responsabile Cpl del progetto ischitano, ritenuto attendibile dal gip Amelia Primavera che lo indica tra le principali fonti di prova per motivare l’arresto di Casari e Ferrandino quando racconta la propensione del presidente della coop “a ingraziarsi le amministrazioni locali”.

Secondo Lancia, i vertici di Cpl Concordia alla fine degli anni 90 scesero a patti con il clan dei Casalesi per realizzare la metanizzazione di sette comuni dell’Agro aversano in provincia di Caserta, tra cui Casal di Principe e Casapesenna. Casari e Giuseppe “Pino” Cinquanta, all’epoca responsabile commerciale Lazio-Campania-Sardegna.

Secondo Lancia si “sedettero al tavolo” con l’imprenditore casertano Antonio Piccolo per “definire” i subappalti e “i termini dell’affare”. Consapevoli che Piccolo era il referente della camorra e in particolare del boss Michele Zagaria.


Arrivano così le prime conferme alle clamorose dichiarazioni di giugno del boss pentito Antonio Iovine sul modus operandi di Cpl Concordia in terra di Gomorra. Secondo Iovine Zagaria “tramite dei prestanomi era entrato nella Cpl Concordia, acquisendone delle quote societarie”, anche se il boss pentito ne parla per ipotesi “conoscendo Zagaria e sapendo come lo stesso è solito muoversi”.


Quattro dirigenti della coop modenese sono indagati per concorso esterno in associazione camorristica in un fascicolo parallelo, pm Sirignano, Maresca e Giordano. Oltre allo storico ex presidente Roberto Casari, sono Lancia, Pasquale Matano, responsabile Cpl distribuzione nell’Agro aversano e Giuseppe Cinquanta, fino a poco tempo fa direttore di Cns (Consorzio nazionale servizi), coop rossa di Bologna da 700 milioni di fatturato.


“Cpl è una delle (mi pare) 8 cooperative che fanno parte del Cns – sostiene Lancia con i pm ma in realtà le associate di Cns sono di più –. Cns svolge solo pochi lavori e di modesta entità direttamente. I grandi lavori li affida alle singole cooperative parte del consorzio come la Cpl”.


Il meccanismo era emerso in Mafia Capitale. Il Cns vinceva l’appalto dei rifiuti a Roma e poi lo girava alla consorziata “Coop 29 giugno” di Salvatore Buzzi, così come Cpl lavorava nelle scuole campane.


IL 26 GIUGNO ‘14, pochi giorni dopo la pubblicazione delle dichiarazioni di Iovine, Lancia dice ai pm Carrano e Woodcock: “Chi ha introdotto Cpl nell’Agro aversano è stato l’imprenditore Antonio Piccolo, che ha lavorato per anni per Cpl anche a Bologna. Chi a monte ‘si è seduto al tavolo’ con Piccolo non sono certo stato io, ma i vertici Cpl. Piccolo conosceva bene anche Casari”.

Lancia circostanzia: “So per averlo appreso da Pino Cinquanta che prima di partecipare e di aggiudicare gli appalti dell’agro aversano ‘si sedettero attorno a un tavolo’, cioè si misero d’accordo per definire i termini dell’affare, il presidente Casari, Cinquanta e Piccolo.


Cinquanta mi disse che Piccolo era in quella zona una garanzia (…) mi ha fatto capire chiaramente che Piccolo aveva rapporti con la criminalità organizzata del Casertano, per tale ragione Piccolo avrebbe dovuto rappresentare il mio unico punto di riferimento. Io chiedevo sempre a Piccolo se le ditte che noi individuavamo come subappaltatori potevano andar bene per lui, gli chiedevo l’assenso.

Così ad esempio è avvenuto con l’impresa Di Tella che io trovato sul cantiere di Frignano”. E chiarisce: “Cinquanta mi disse che Piccolo era il riferimento di Zagaria. Cinquanta riferiva tutto a Casari e le scelte avvenivano sempre d’intesa con Casari.

Ritengo che anche Casari fosse a conoscenza dei rapporti di Piccolo”.
Cinquanta, sentito il 29 dicembre 2014, e Casari, sentito il 30 gennaio scorso, si sono dimessi dagli incarichi subito dopo.

Da Il Fatto Quotidiano del 03/04/2015.
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

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LA CADUTA DELLA SECONDA REPUBBLICA


Ma il presidente delle Coop, Poletti, non sapeva nulla, oppure perché sapeva è stato fatto ministro?


Cpl Concordia, da D’Alema alla Meloni fino a Renzi: le donazioni della coop rossa
Politica
La cooperativa modenese coinvolta nell’inchiesta di Napoli per un appalto a Ischia, distribuiva decine di migliaia di euro l’anno a partiti e leader politici. Tra i finanziamenti versati ci sono anche quelli per una delle cene elettorali del presidente del Consiglio
di Carlo Tecce | 3 aprile 2015 COMMENTI


Cosa c’entrano la mostra “Avanti popolo” e l’Istituto salesiano, la benedizione pasquale e la beatificazione di Giovanni Paolo II? E poi, cosa c’entrano Fratelli d’Italia, il sindaco Ignazio Marino e il governatore Nicola Zingaretti?

Niente, in apparenza. Ma la Cpl Concordia, la cooperativa modenese coinvolta nell’inchiesta di Napoli per un appalto a Ischia, distribuiva decine di migliaia di euro l’anno.

Un po’ di qua e un po’ di là, perché il contribuito (dichiarato, non sottobanco) fluidifica i rapporti, fa empatia e, a volte, simpatia.


Il tabulato dei magistrati di Napoli, che rendiconta le erogazioni liberali, è un tripudio di sacro e profano, di Peppone e don Camillo, di beneficenza e di opportunismo. Cpl Concordia non sosteneva soltanto la fondazione Italianieuropei di Massimo D’Alema (20.000 euro, 2014), ma accorreva al gran raduno renziano.

Il 5 novembre 2014, la cooperativa registra 5.000 euro in uscita per i democratici. Matteo Renzi ha organizzato due cene di raccolta fondi, il 6 a Milano e la replica il 7 a Roma: una di queste è stata finanziata anche dalla Cpl. La cooperativa rossa ha dato inoltre 17mila euro al Pd di Roma. Non è esaustivo dire che la Cpl aiutava D’Alema e Renzi, i due cari nemici, e neanche che negli ultimi tempi era sensibile alle esigenze dei partiti.

La Cpl ha pagato le campagne elettorali quando il Pd si chiamava ancora Ds. E non ha smesso, anzi ha aumentato gli importi. Già nel 2011, la cooperativa staccava un assegno di 20.000 euro per Virginio Merola, candidato sindaco a Bologna. Lo stesso periodo spediva 10.000 ciascuno ai dem di Pesaro, di Ferrara, il doppio a Urbino, un obolo (2.000) a Foggia e Frosinone. Nel 2012, ancora 15.000 euro a Ferrara e 3.000 al comitato Bersani.

Il 2013 anno di politiche e il 2014 anno di europee, la generosità di Cpl Concordia esonda e invade l’intero emiciclo con preferenza sul versante centrosinistra: 10.000 per il senatore Ugo Sposetti (Pd); 5.000 per il deputato Alfredo D’Attorre; 10.000 per la lista civica Zingaretti e ulteriori 10.000 per il comitato Zingaretti; 6.000 per una cena elettorale di coppia Zingaretti-Marino; 2.000 per il comitato “io sto con Giorgia Meloni” e 3.000 per Antonio Paravia di Fratelli d’Italia; 2.500 per Ignazio Marino sindaco di Roma e 5.000 per Antonio Decaro sindaco di Bari; 2.000 per il mandato a Strasburgo di Cecile Kyenge e 4.000 per l’ex ministro Flavio Zanonato; 1.000 per Antonella Forattini in Lombardia e 10.000 per Eugenio Patané, consigliere regionale poi indagato a Roma nell’ambito di Mafia Capitale; 17.000 per il Partito democratico della provincia di Roma.

La cooperativa con una mano foraggiava la politica con la speranza di ottenere un ricompensa ben più sostanziosa e con l’altra aiutava il “territorio”, la feconda Emilia. Anche per cause nobili. Qualche migliaia di euro per la “nostra Mirandola”, la cittadina devastata dal terremoto, 50.000 “solidarietà la Carpi” (testuale). E centinaia di euro, profuse di tanto in tanto, per le associazioni locali, per un progetto a Chernobyl, per i genitori con figli disabili, per un omaggio alla fondazione di Umberto Veronesi. La beatificazione di Giovanni Paolo II vale uno sforzo in più, 25.000 euro. La coop rossa, però, prediligeva le parrocchie. I preti. Forse sapeva che un giorno un’indulgenza sarebbe tornata utile.

da il Fatto Quotidiano di venerdì 3 marzo 2015
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Rom
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da Rom »

camillobenso ha scritto:Rom
La posizione forse è poco chiara. Ma la sua identità no.
Inoltre è fuorviante pensare che il M5S raccolga il consenso di destra e sinistra: è una dizione molto ambigua, oltre tutto.

Nel settembre del 2011, il M5S, raccoglieva un consenso del 2,5 %. Nel febbraio del 2013, alle elezioni nazionali sale al 25,55% (Alla Camera).
Merito di Grillo e Casaleggio?
Decisamente no. Nel marzo 2012 Gustavo Zagrebelsky dichiarava che i partiti erano morti.
Quasi un anno dopo alla nazionali gli effetti saranno quelli di uno svuotamento a favore del M5S. Voteranno per il Movimento fuoriusciti del Pd, del Pdl, della Lega, dell’Idv.
Rom
Il consenso di chi?
Dei dirigenti di destra e sinistra? Non mi sembra.

Non ha senso che chi è in politica solo e soltanto per la sacra poltrona passi dalla parte di chi per il momento la contesta.
Se l'identità non è "sinistra", chi lo vota non dà un consenso "di sinistra", anche se proviene dall'ex elettorato di sinistra.
Intendo dire che i delusi dal PD che "emigrano" in un altro settore elettorale non rappresentano tutti i delusi del PD, quindi non rappresentano "il consenso" che si sposta da sinistra nell'altro settore - ammesso, poi, che gli elettori ex-PD rappresentassero la sinistra quando votavano PD.
Ecco perché è sbagliato dire che il M5S raccoglie il consenso di destra e di sinistra: è sbagliata la frase, perché semplifica e schematizza in modo esasperato una realtà molto più complessa, e anche perché su questo tipo di frasi si costruiscono assimilazioni che diventano paradossali - come la famosa frase di D'Alema per cui la Lega era "una costola della sinistra".
Fare politica - o analisi politica - tramite i flussi elettorali è come farla tramite i sondaggi, o come lasciare la valutazione qualitativa dei prodotti nelle mani dell'ufficio marketing, cioè ai pasdaran delle "leggi di mercato", del "liberismo" e dell'audience, ossia alla retorica del capitalismo e della democrazia consumistica.

Per quanto riguarda la faccenda dei dirigenti e delle poltrone, certo non ha senso che questi passino dalla parte dei propri avversari.
Però i dirigenti fanno parte di quei soggetti che devono essere elencati, quando mi parli, genericamnte, di "sinistra": elencati per depennarli, ma elencati.
Eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati. Eravamo bandiere rosse. E avevamo ragione.
cielo 70
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da cielo 70 »

camillobenso ha scritto:LA CADUTA DELLA SECONDA REPUBBLICA


Ma il presidente delle Coop, Poletti, non sapeva nulla, oppure perché sapeva è stato fatto ministro?


Cpl Concordia, da D’Alema alla Meloni fino a Renzi: le donazioni della coop rossa
Politica
La cooperativa modenese coinvolta nell’inchiesta di Napoli per un appalto a Ischia, distribuiva decine di migliaia di euro l’anno a partiti e leader politici. Tra i finanziamenti versati ci sono anche quelli per una delle cene elettorali del presidente del Consiglio
di Carlo Tecce | 3 aprile 2015 COMMENTI


Cosa c’entrano la mostra “Avanti popolo” e l’Istituto salesiano, la benedizione pasquale e la beatificazione di Giovanni Paolo II? E poi, cosa c’entrano Fratelli d’Italia, il sindaco Ignazio Marino e il governatore Nicola Zingaretti?

Niente, in apparenza. Ma la Cpl Concordia, la cooperativa modenese coinvolta nell’inchiesta di Napoli per un appalto a Ischia, distribuiva decine di migliaia di euro l’anno.

Un po’ di qua e un po’ di là, perché il contribuito (dichiarato, non sottobanco) fluidifica i rapporti, fa empatia e, a volte, simpatia.


Il tabulato dei magistrati di Napoli, che rendiconta le erogazioni liberali, è un tripudio di sacro e profano, di Peppone e don Camillo, di beneficenza e di opportunismo. Cpl Concordia non sosteneva soltanto la fondazione Italianieuropei di Massimo D’Alema (20.000 euro, 2014), ma accorreva al gran raduno renziano.

Il 5 novembre 2014, la cooperativa registra 5.000 euro in uscita per i democratici. Matteo Renzi ha organizzato due cene di raccolta fondi, il 6 a Milano e la replica il 7 a Roma: una di queste è stata finanziata anche dalla Cpl. La cooperativa rossa ha dato inoltre 17mila euro al Pd di Roma. Non è esaustivo dire che la Cpl aiutava D’Alema e Renzi, i due cari nemici, e neanche che negli ultimi tempi era sensibile alle esigenze dei partiti.

La Cpl ha pagato le campagne elettorali quando il Pd si chiamava ancora Ds. E non ha smesso, anzi ha aumentato gli importi. Già nel 2011, la cooperativa staccava un assegno di 20.000 euro per Virginio Merola, candidato sindaco a Bologna. Lo stesso periodo spediva 10.000 ciascuno ai dem di Pesaro, di Ferrara, il doppio a Urbino, un obolo (2.000) a Foggia e Frosinone. Nel 2012, ancora 15.000 euro a Ferrara e 3.000 al comitato Bersani.

Il 2013 anno di politiche e il 2014 anno di europee, la generosità di Cpl Concordia esonda e invade l’intero emiciclo con preferenza sul versante centrosinistra: 10.000 per il senatore Ugo Sposetti (Pd); 5.000 per il deputato Alfredo D’Attorre; 10.000 per la lista civica Zingaretti e ulteriori 10.000 per il comitato Zingaretti; 6.000 per una cena elettorale di coppia Zingaretti-Marino; 2.000 per il comitato “io sto con Giorgia Meloni” e 3.000 per Antonio Paravia di Fratelli d’Italia; 2.500 per Ignazio Marino sindaco di Roma e 5.000 per Antonio Decaro sindaco di Bari; 2.000 per il mandato a Strasburgo di Cecile Kyenge e 4.000 per l’ex ministro Flavio Zanonato; 1.000 per Antonella Forattini in Lombardia e 10.000 per Eugenio Patané, consigliere regionale poi indagato a Roma nell’ambito di Mafia Capitale; 17.000 per il Partito democratico della provincia di Roma.

La cooperativa con una mano foraggiava la politica con la speranza di ottenere un ricompensa ben più sostanziosa e con l’altra aiutava il “territorio”, la feconda Emilia. Anche per cause nobili. Qualche migliaia di euro per la “nostra Mirandola”, la cittadina devastata dal terremoto, 50.000 “solidarietà la Carpi” (testuale). E centinaia di euro, profuse di tanto in tanto, per le associazioni locali, per un progetto a Chernobyl, per i genitori con figli disabili, per un omaggio alla fondazione di Umberto Veronesi. La beatificazione di Giovanni Paolo II vale uno sforzo in più, 25.000 euro. La coop rossa, però, prediligeva le parrocchie. I preti. Forse sapeva che un giorno un’indulgenza sarebbe tornata utile.

da il Fatto Quotidiano di venerdì 3 marzo 2015
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Non vuol dire che quelli che sono elencati fra i beneficiari sono tutti dei delinquenti.
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Non vuol dire che quelli che sono elencati fra i beneficiari sono tutti dei delinquenti.
cielo70

Dal vocabolario Treccani:

Delinquente
1. Nel linguaggio giur., persona che ha commesso un fatto previsto dalla legge come delitto; in senso più generico, chiunque abbia commesso reato:d. abituale, d. recidivo; una banda di delinquenti.

Non è certo il caso dei molti elencati. Anche il caso D’Alema, limitato ai soli libri e al vino, che sta suscitando tanto scalpore non rientra nella casistica “delinquente”.

Ma come ha fatto rilevare questa settimana ad Agorà un sociologo milanese, non è reato da parte di D’Alema, promuovere il proprio vino o i libri.

Attiene invece alla sfera dell’etica.

Etica che deve essere ristabilita per tornare alla normalità precedente.



Non si tratta di moralismo, tout court, ma di ristabilire, quelle regole di vita minime per poter ricominciare d’accapo.

In un Paese in cui la corruzione percepita è del 90%,
1. In Italia la corruzione percepita è al 90% | Lo sostiene un ...
http://www.si24.it/2015/03/25/in...la-c ... .../85442/
25 mar 2015 - In Italia la corruzione percepita è pari a quasi il 90%, il dato più elevato tra i 34 Paesi dell'area Ocse. È quanto emerge dal 3° rapporto 'Curbing ...


mentre quella reale è al 72%, se si intende ripartire, anche quel tipo di favori deve essere superato.

E’ ovvio che l’acquisto dei libri e del vino non è stato effettuato per la bella faccia di baffino. Ma per acquisire la benevolenza del potente di turno per quando ci sarà l’occasione di chiedere un favore.

Nel dialetto meneghino spicca questo vecchio proverbio:

Dal Dialetto milanese...

Gnanca al can al mena la cua per nigut

Ovvero...

Nemmeno il cane scodinzola gratis



Nel dire a qualcuno che si è ricambiato (o si deve ricambiare) un favore ricevuto si usa questa espressione.

http://www.scienafregia.it/proverbi/?ID=94
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

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Rom ha scritto:
camillobenso ha scritto:Rom
La posizione forse è poco chiara. Ma la sua identità no.
Inoltre è fuorviante pensare che il M5S raccolga il consenso di destra e sinistra: è una dizione molto ambigua, oltre tutto.

Nel settembre del 2011, il M5S, raccoglieva un consenso del 2,5 %. Nel febbraio del 2013, alle elezioni nazionali sale al 25,55% (Alla Camera).
Merito di Grillo e Casaleggio?
Decisamente no. Nel marzo 2012 Gustavo Zagrebelsky dichiarava che i partiti erano morti.
Quasi un anno dopo alla nazionali gli effetti saranno quelli di uno svuotamento a favore del M5S. Voteranno per il Movimento fuoriusciti del Pd, del Pdl, della Lega, dell’Idv.
Rom
Il consenso di chi?
Dei dirigenti di destra e sinistra? Non mi sembra.

Non ha senso che chi è in politica solo e soltanto per la sacra poltrona passi dalla parte di chi per il momento la contesta.
Se l'identità non è "sinistra", chi lo vota non dà un consenso "di sinistra", anche se proviene dall'ex elettorato di sinistra.
Intendo dire che i delusi dal PD che "emigrano" in un altro settore elettorale non rappresentano tutti i delusi del PD, quindi non rappresentano "il consenso" che si sposta da sinistra nell'altro settore - ammesso, poi, che gli elettori ex-PD rappresentassero la sinistra quando votavano PD.
Ecco perché è sbagliato dire che il M5S raccoglie il consenso di destra e di sinistra: è sbagliata la frase, perché semplifica e schematizza in modo esasperato una realtà molto più complessa, e anche perché su questo tipo di frasi si costruiscono assimilazioni che diventano paradossali - come la famosa frase di D'Alema per cui la Lega era "una costola della sinistra".
Fare politica - o analisi politica - tramite i flussi elettorali è come farla tramite i sondaggi, o come lasciare la valutazione qualitativa dei prodotti nelle mani dell'ufficio marketing, cioè ai pasdaran delle "leggi di mercato", del "liberismo" e dell'audience, ossia alla retorica del capitalismo e della democrazia consumistica.

Per quanto riguarda la faccenda dei dirigenti e delle poltrone, certo non ha senso che questi passino dalla parte dei propri avversari.
Però i dirigenti fanno parte di quei soggetti che devono essere elencati, quando mi parli, genericamnte, di "sinistra": elencati per depennarli, ma elencati.




Paolo11, presente sul forum come sostenitore del M5S, rappresenta l’esempio classico della trasmigrazione avvenuta negli anni passati.

Paolo appartiene, come pancho, alla generazione nata immediatamente dopo la seconda guerra mondiale.

Entrambi hanno avuto lo stesso percorso fino all’inizio degli anni 2000. Pci, Pds, Ds. Poi Paolo, perde la fiducia nei Ds perché si allontanano sempre di più dal modello berlingueriano. La Questione morale di Berlinguer, non sfiora minimamente gli ex comunisti diventati socialisti, o socialdemocratici come ha dichiarato di recente Cacciari.

Paolo abbandona l’ex primo partito della sinistra attratto dall’Idv. Pancho abbandonerà la partita qualche tempo dopo la costituzione del Pd.

I valori di Di Pietro rispecchiano quelli del vecchio Pci, per quanto riguarda la giustizia e l’equità sociale.

Ma poi anche Di Pietro delude Paolo11. Quando prendono piede le promesse di Giuseppe Piero Grillo, rappresentano l’ultima spiaggia per Paolo11.

Alle elezioni del 2013, Paolo confermerà il suo voto per il M5S.

Sono in molti nel 2013, che avevano la storia di Paolo11, o similare nei percorsi.

Altri, invece, appartenenti ad una delle 50 sfumature di rosso, hanno deciso di non votare più. Iperschifati dalla politica.

Verrebbe da chiedersi perché non hanno scelto Sel, se proprio non voleva rivolgersi a Rifondazione comunista.

La scelta del 2013, comunque è: Non voto o M5S.

In quell’occasione sarà Bersani che ambiva al premierato a pagarne il fio. Perchè non aveva capito cosa era accaduto all’elettorato di sinistra.
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

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LA CADUTA DELLA SECONDA REPUBBLICA


IN PIENA TANGENTOPOLI II



Fondazione Italianieuropei, la lettera per chiedere soldi alla Cpl Concordia
Lobby
A fine marzo 2011 parte una missiva dalla fondazione dalemiana: "La coop rossa del metano è pregata di elargire 45 mila euro". Nel carteggio si elencano i nomi delle personalità di riferimento, da Amato a Zingaretti, da Violante a Letta
di Daniele Martini | 4 aprile 2015 COMMENTI


La firma in calce alla prima richiesta di finanziamenti è di Andrea Peruzy, il fund-raiser, cioè il procacciatore di fondi per Italianieuropei, la fondazione di Massimo D’Alema.


Il destinatario della perorazione è un capo della Cpl Concordia, la grande cooperativa rossa dello scandalo di Ischia, sospettata dai magistrati di aver unto le ruote del sindaco isolano del Pd e di altri soggetti in cambio di lavori per la metanizzazione.


Siamo alla fine di marzo 2011.

La somma richiesta non è stratosferica, ma nemmeno una bazzecola: 20 mila euro per la fondazione più 25 per la rivista (5 pagine di pubblicità a 5 mila euro la pagina).


Nella prima parte della lunga lettera (3 pagine) si magnificano le mille benemerenze di Italianieuropei e si elencano le tante personalità della politica, della cultura, della pubblica amministrazione e delle imprese, che con D’Alema illustrano la fondazione: Giuliano Amato, Anna Finocchiaro, Luciano Violante, Miguel Gotor, Enrico Letta, Nicola Zingaretti, Franco Marini.


Dulcis in fundo arriva la richiesta di quattrini accompagnata dalle delucidazioni sulle agevolazioni fiscali connesse alla gradita elargizione liberale sollecitata per la fondazione.

In quella parte si legge anche un’annotazione a mano: “In pagamento il 10/6”, postilla da cui si arguisce che la richiesta dalemiana non è stata distrattamente infilata in un cassetto.


Anzi, è stata presa in bella considerazione e soddisfatta in tempi ragionevolmente spediti, considerate le burocrazie aziendali.


In sostanza il dirigente Pd, un tempo definito il lìder Massimo e nelle intercettazioni dello scandalo indicato volgarmente come uno che non disdegna di “mettere le mani nella merda”, si mette in bella mostra e chiede, anche se per interposta persona del fund-raiser.


E la coop dello scandalo sollecita esaudisce. Probabilmente gratificata dall’essere destinataria della perorazione di un politico di quella fatta, convinta così di averlo agganciato acquisendo o almeno credendo di aver acquisito crediti e benemerenze nei suoi confronti.


Tanto da poter poi dire nelle sedi giuste e al momento opportuno: “D’Alema è nostro amico”.


La conferma dell’incasso da parte di Italianieuropei è contenuta in una seconda lettera sempre a firma Peruzy del 4 maggio 2012.


Questa volta il destinatario è proprio il numero uno della coop, quel Roberto Casari che è stato presidente per quasi 40 anni. Il testo questa volta è di appena una paginetta.


Dopo i ringraziamenti per l’aiuto economico ricevuto l’anno precedente, Peruzy bussa di nuovo a denari: sarebbero graditi altri 20 mila euro.


Di seguito il numero di conto corrente su cui indirizzare il bonifico. Poi, a mano, appare una postilla: “Ok conferma di Casari” e una data, 15 ottobre 2012.


Il che lascia supporre che tra la coop e Italianieuropei di D’Alema ci sia effettivamente stato un secondo passaggio di denaro.

Le due missive sono la dimostrazione che tra il politico primo presidente del Consiglio ex comunista e la cooperativa rossa dello scandalo ischitano c’era un solido rapporto di finanziamenti e non solo un feeling enologico culminato in uno scambio commerciale per l’acquisto di spumanti e vini pregiati prodotti nella grande azienda agricola dalemiana, La Madaleine in Umbria condotta dallo stesso D’Alema insieme alla moglie Linda Giuva.


Acquisto di vini (2 mila bottiglie) che peraltro sarebbe stato sollecitato al presidente della coop Cpl in prima persona da D’Alema, stando almeno a quel che avrebbe fatto mettere a verbale Francesco Simone, ex collaboratore di Craxi e responsabile delle relazioni istituzionali della stessa coop.


Sempre la Cpl avrebbe acquistato le copie dei libri di D’Alema da Italianieuropei che a sua volta li aveva comprati dall’editore. Il fund-raiser Andrea Peruzy è una figura importante della fondazione dalemiana almeno quanto lo è Roberto De Santis nelle faccende economiche più intime dell’ex capo del governo.

Come, per esempio, l’acquisto dell’azienda agricola umbra dove D’Alema produce vino o della barca Ikarus.

De Santis è l’uomo ombra, un signore alto quasi 2 metri originario di Martano (Lecce) che conobbe D’Alema quando quest’ultimo fu spedito dal Pci a farsi le ossa in Puglia e che poi riapparve alla guida di una merchant bank, la London Court di piazza Navona, propaggine della dalemiana “merchant bank Palazzo Chigi”. Peruzy è legato ad Alfio Marchini e il link tra D’Alema e il potere capitolino, cioè Francesco Gaetano Caltagirone.


Quando quest’ultimo spadroneggiava all’Acea (acqua e luce della Capitale) Peruzy era nel Consiglio. Idem a Grandi Stazioni dove le Fs hanno la maggioranza (60 per cento) e Caltagirone solo il 20. Ma comanda.

Da Il Fatto Quotidiano di sabato 4 aprile

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04 ... a/1566731/
iafran
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da iafran »

camillobenso ha scritto:Sono in molti nel 2013, che avevano la storia di Paolo11, o similare nei percorsi.

Altri, invece, appartenenti ad una delle 50 sfumature di rosso, hanno deciso di non votare più. Iperschifati dalla politica.
Io, nel 2013, ho votato per il M5S per dare rappresentanza ai cittadini (senza neppure conoscerli) e più di 150 di loro hanno sostituito in Parlamento un altrettanto numero di antipatiche "facce di bronzo".
I "soliti intoccabili" hanno ingoiato la trombata e l'hanno deglutita senza fare autocritica ma solo condannandola e, per correre ai ripari, l'hanno ignorata (D'Alema, adesso vuole denunciare tutti quelli che osano dubitare della sua buona fede ... 100-150.000 elettori?).
I cosiddetti "rappresentanti della sinistra" possono ora rifarsi accettando i vari transfughi belusconiani ed i loro supporters per diventere la maggioranza elettorale alle prossime elezioni ... sempre più disertate e lontane dai cittadini (sofferenti ed incavolati).
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