Il fatto è che Marrazzo è uscito dalla politica per una colpa estremamente discutibile: essere stato coinvolto, come vittima, in un ricatto, dentro una storia assolutamnte privata che riguarda la sua frequentazione di transessuali.pancho ha scritto: In politica non ci puo essere la "resurrezione".
Nella vita normale si. Ci devono essere date alternative per redimerci e una volta redenti avere la possibilita' di ritornare nella società.
Se, come dici te, viene dal giornalismo sociale, beh alloro continui su questa strada. La vera politica sta' qui.
... Con Marrazzo mi sembra che non hai proposto un buon esempio per rinnovarci.
Come giornalista era bravo. In politica si era dimostrato persona corretta.
Essere un giornalista, poi, significa far parte della "vita normale", insieme a tanti altri che lavorano in RAI o nei mezzi di comunicazione, tanto quanto ne fanno parte artigiani, medici, architetti, avvocati e operai.
E non parlerei nemmeno di "resurrezione", sia pure tra virgolette: uscire dalla politica non significa morire, e tornarci non significa recuperare uno status superiore.
Detto ciò, sono d'accordo con te: la politica si fa anche, o forse soprattutto, operando nella propria professione, specialmente in quei campi che hanno un'influenza diretta sulla cultura e sulla formazione delle idee: giornalisti, professori, autori di cinema e televisione, scrittori, urbanisti, maestri di scuola e sindacalisti, solo per fare alcuni esempi.
E tuttavia rimane il fatto che non si nasce politici, e che tutti coloro che fanno politica vengono da una "vita precedente" nella quale sono stati qualcosa d'altro: bisogna, semmai, capire se portano nella politica i vizi o le virtù della vita precedente, e quanto il ruolo politico può ampificare gli uni o le altre, e in quale proporzione.
Non è facile, ma giudicare le persone non è mai facile, soprattutto quando per noi non sono persone ma personaggi: è uno dei grossi problemi della democrazia.