quo vadis PD ????
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: quo vadis PD ????
Lettera a un partito mai nato: abbandoniamo questo Pd
Scritto il 11/4/15 • LIBRE nella Categoria: idee
Siamo un gruppo di iscritti e fondatori del Pd, abbiamo partecipato con entusiasmo e impegno alla nascita del Pd nel 2007 cercando in questi anni ripetutamente, nelle varie sedi istituzionali e di partito, di orientare le scelte del partito verso la tutela dell’ambiente, lo sviluppo sostenibile, la tutela del lavoro e delle regole della concorrenza, una sanità trasparente ed efficiente, il rispetto della legalità, la questione morale, la certezza del diritto ed il rispetto dei valori costituzionali dettati dai nostri padri fondatori. In occasione dell’ultimo congresso nazionale abbiamo sostenuto la candidatura di Pippo Civati. Nel corso degli anni ci siamo imbattuti costantemente in una resistenza dell’apparato politico del partito, impermeabile a qualsiasi critica e cambiamento. Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un’ulteriore involuzione del Partito democratico, ridotto ormai ad un vero e proprio comitato elettorale che ha volutamente dimenticato le radici “uliviste” che avevano contribuito in modo determinante alla sua nascita.
Le regole statutarie vengono spesso eluse ed il metodo di selezione della classe dirigente è ormai delegato al segretario di turno. Non ci sono “cambiamenti di verso” e meno che mai ci sono state le famose rottamazioni. Le leggi delega votate dal Parlamento sono diventate vere e proprie cambiali in bianco nelle mani dell’esecutivo e le slides di slogan come nuova fonte del diritto. Gran parte della vecchia classe dirigente è passata con armi e bagagli sul “carro renziano”, trovando ampi spazi politici. Al contrario, ogni forma di dissenso sulle scelte governative viene vista con fastidio, impedendo, di fatto, un serio e costruttivo confronto negli organismi di partito ed istituzionali competenti. Da dicembre ad oggi abbiamo assistito attoniti ed increduli alla approvazione, a colpi di fiducia, della legge di stabilità, del decreto “sblocca Italia”, del “Jobs Act” e della riforma costituzionale. Tutti atti che non porteranno nessun vantaggio concreto ai cittadini o lo snellimento della macchina burocratico-amministrativa. Al contrario, il risultato sarà un minor controllo degli elettori nei confronti dell’operato del governo.
Non abbiamo voluto partecipare, per protesta, alle primarie per la scelta del segretario comunale di Livorno, perché avevamo capito che non esistevano più le condizioni minime di rappresentanza politica. Il risultato finale ha dimostrato per l’ennesima volta l’inamovibilità del sistema fondato su puri tatticismi di potere. I cittadini livornesi hanno manifestato ampiamente il loro dissenso nei confronti di questo partito democratico, alle scorse amministrative e in queste ultime primarie, stante la scarsissima affluenza al voto. Riteniamo dunque non più eludibile dare un segnale di forte discontinuità con questo sistema, che non ci appartiene, dimettendoci da tutti gli organismi in cui siamo stati eletti in occasione dell’ultimo congresso territoriale. Pertanto, in coerenza con quanto scritto sopra, non rinnoveremo l’iscrizione al Pd. Riteniamo infatti più costruttivo confrontarci con i cittadini sui temi amministrativi che caratterizzano il nostro territorio, non essendo mai stati politici di professione e meno che mai dipendenti direttamente o indirettamente dalla politica. Con l’occasione salutiamo tutti i compagni ed amici che abbiamo conosciuto e con cui abbiamo lavorato in questi anni.
(“Lettera a un partito mai nato”, da “Livorno Possibile” del 28 marzo 2015, lettera aperta e firmata da Antonio Ceccantini, Oriana Rossi, Marco Di Bisceglie, Alessandra Calcagno, Andrea Colli, Giuseppe Sansò, Elena Betti, Fabio Bernardini, Carlo Santucci, Ilaria Porciani).
Scritto il 11/4/15 • LIBRE nella Categoria: idee
Siamo un gruppo di iscritti e fondatori del Pd, abbiamo partecipato con entusiasmo e impegno alla nascita del Pd nel 2007 cercando in questi anni ripetutamente, nelle varie sedi istituzionali e di partito, di orientare le scelte del partito verso la tutela dell’ambiente, lo sviluppo sostenibile, la tutela del lavoro e delle regole della concorrenza, una sanità trasparente ed efficiente, il rispetto della legalità, la questione morale, la certezza del diritto ed il rispetto dei valori costituzionali dettati dai nostri padri fondatori. In occasione dell’ultimo congresso nazionale abbiamo sostenuto la candidatura di Pippo Civati. Nel corso degli anni ci siamo imbattuti costantemente in una resistenza dell’apparato politico del partito, impermeabile a qualsiasi critica e cambiamento. Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un’ulteriore involuzione del Partito democratico, ridotto ormai ad un vero e proprio comitato elettorale che ha volutamente dimenticato le radici “uliviste” che avevano contribuito in modo determinante alla sua nascita.
Le regole statutarie vengono spesso eluse ed il metodo di selezione della classe dirigente è ormai delegato al segretario di turno. Non ci sono “cambiamenti di verso” e meno che mai ci sono state le famose rottamazioni. Le leggi delega votate dal Parlamento sono diventate vere e proprie cambiali in bianco nelle mani dell’esecutivo e le slides di slogan come nuova fonte del diritto. Gran parte della vecchia classe dirigente è passata con armi e bagagli sul “carro renziano”, trovando ampi spazi politici. Al contrario, ogni forma di dissenso sulle scelte governative viene vista con fastidio, impedendo, di fatto, un serio e costruttivo confronto negli organismi di partito ed istituzionali competenti. Da dicembre ad oggi abbiamo assistito attoniti ed increduli alla approvazione, a colpi di fiducia, della legge di stabilità, del decreto “sblocca Italia”, del “Jobs Act” e della riforma costituzionale. Tutti atti che non porteranno nessun vantaggio concreto ai cittadini o lo snellimento della macchina burocratico-amministrativa. Al contrario, il risultato sarà un minor controllo degli elettori nei confronti dell’operato del governo.
Non abbiamo voluto partecipare, per protesta, alle primarie per la scelta del segretario comunale di Livorno, perché avevamo capito che non esistevano più le condizioni minime di rappresentanza politica. Il risultato finale ha dimostrato per l’ennesima volta l’inamovibilità del sistema fondato su puri tatticismi di potere. I cittadini livornesi hanno manifestato ampiamente il loro dissenso nei confronti di questo partito democratico, alle scorse amministrative e in queste ultime primarie, stante la scarsissima affluenza al voto. Riteniamo dunque non più eludibile dare un segnale di forte discontinuità con questo sistema, che non ci appartiene, dimettendoci da tutti gli organismi in cui siamo stati eletti in occasione dell’ultimo congresso territoriale. Pertanto, in coerenza con quanto scritto sopra, non rinnoveremo l’iscrizione al Pd. Riteniamo infatti più costruttivo confrontarci con i cittadini sui temi amministrativi che caratterizzano il nostro territorio, non essendo mai stati politici di professione e meno che mai dipendenti direttamente o indirettamente dalla politica. Con l’occasione salutiamo tutti i compagni ed amici che abbiamo conosciuto e con cui abbiamo lavorato in questi anni.
(“Lettera a un partito mai nato”, da “Livorno Possibile” del 28 marzo 2015, lettera aperta e firmata da Antonio Ceccantini, Oriana Rossi, Marco Di Bisceglie, Alessandra Calcagno, Andrea Colli, Giuseppe Sansò, Elena Betti, Fabio Bernardini, Carlo Santucci, Ilaria Porciani).
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: quo vadis PD ????
Repubblica 11.4.15
Italicum, sinistra a Renzi “Almeno evita la fiducia” Bersani: “Sostituitemi”
L’ex segretario non vuole votare in commissione. Mercoledì la conta nel gruppo Pd. Anche Fi chiede modifiche sui capilista
di Giovanna Casadio
ROMA «In commissione Affari costituzionali è meglio che mi sostituiate».
Pier Luigi Bersani, l’ex segretario del Pd, lo chiederà formalmente nella riunione dei deputati dem, mercoledì prossimo.
L’assemblea sull’Italicum sarà la definitiva resa dei conti tra i democratici.
Renzi rilancerà la sua linea, quella passata a maggioranza nella Direzione del partito, e alle minoranze chiude la porta: «Niente modifiche, ne sono state già fatte, la legge elettorale va approvata così com’è».
E chiederà il voto in assemblea, soppesando così la reale consistenza del fronte del no, se cioè sono davvero un centinaio (su 309, un terzo) i dissidenti.
Ma la sinistra dem ha un piano d’attacco. Vogliono innanzitutto inchiodare Renzi a un impegno preciso, cioè escludere la fiducia sull’Italicum.
«Almeno dacci l’assicurazione di non mettere il voto di fiducia», sarà la richiesta di Sinistradem, la corrente di Stefano Fassina e di Gianni Cuperlo, di Pippo Civati e della stessa “Area riformista” che è guidata dal capogruppo del Pd a Montecitorio, Roberto Speranza.
Cuperlo è convinto: «Credo che non solo le sinistre bensì una larga parte del gruppo porranno questa questione».
Se si andasse al braccio di ferro, l’epilogo potrebbe essere uno strappo da parte di Speranza che metterebbe a disposizione il proprio posto di capogruppo.
Del resto lo ha già fatto in direzione e nell’assemblea nazionale di “Area riformista” a Bologna. Per ora tuttavia i “trattativisti” cercano di tenere i toni bassi e Speranza invita a «evitare tensioni e spaccature».
Getta acqua sul fuoco: «Sulla fiducia la discussione è prematura». Una riunione di corrente è stata però organizzata martedì, alla vigilia della resa dei conti nell’assemblea del gruppo. Invitati sono i settanta deputati che hanno sottoscritto l’appello a Renzi, proponendo un unico cambiamento all’Italicum: ridurre il numero dei parlamentari nominati per i partiti che non prendono il premio di maggioranza.
Nell’assemblea di mercoledì, “Area riformista” si presenterà con una decisione precisa.
La tensione cresce ancora. Civati parla di provocazione vera e propria se fosse messo il voto di fiducia sulla legge elettorale e cita la possibilità, con tanto di parere dell’esperto, che possa essere segreto il successivo voto definitivo. «Io sono uno che esprime il suo dissenso a viso aperto, ma non so come andrebbe a finire con un voto segreto sull’Italicum... Con la minaccia della fiducia, il quorum pure sarebbe a rischio».
Nella prima riunione della commissione Affari costituzionali, Scelta civica ha fatto sapere che chiede modifiche. Luca Lotti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e braccio destro di Renzi, afferma che il ricorso alla fiducia non è escluso: «Decideremo mercoledì all’assemblea del gruppo alla Camera». Il livello dello scontro è così alto che dalla minoranza trapela l’aut aut: se l’Italicum non sarà modificato, potrebbero mancare i voti in Senato sulla riforma costituzionale.
E a Montecitorio Forza Italia pone sul tavolo le stesse richieste di modifica all’Italicum della minoranza dem. Giovanni Toti, il consiglio politico di Berlusconi, spariglia, lascia intravedere la possibilità di un sì forzista se venissero accolti alcuni emendamenti: «Si può aprire una riflessione sui capilista e le preferenze e sul premio di maggioranza o almeno dare la possibilità di apparentarsi al secondo turno».
Insomma un asse tra sinistra dem, forzisti, Lega e Sel potrebbe saldarsi.
«Sarà già mercoledì un passaggio delicatissimo - riflette Alfredo D’Attorre - Do per scontato che il governo non metta la fiducia sull’Italicum, Renzi deve sgombrare il campo da questa ipotesi.
Dal mio personale punto di vista, un governo che mettesse la fiducia sulla legge elettorale non merita la fiducia ».
Nella partita politica sull’Italicum, lo spauracchio della fiducia compatta le minoranze, in genere divise sulle strategie e spaccate tra “trattativisti” e “oltranzisti”. La ministra delle Riforme, Maria Elena Boschi e i renziani negano la volontà di forzature e però ritengono che non ci sia ormai altro tempo da perdere e che soprattutto l’Italicum non debba tornare al Senato per ulteriori ritocchi ma avere il via libero definitivo della Camera. Matteo Richetti, renziano, avverte: «Io credo che si debba fare di tutto per evitare la fiducia. Ma, se l’alternativa è voto di fiducia o rinunciare alla legge elettorale, si deve sceglie la prima opzione».
Italicum, sinistra a Renzi “Almeno evita la fiducia” Bersani: “Sostituitemi”
L’ex segretario non vuole votare in commissione. Mercoledì la conta nel gruppo Pd. Anche Fi chiede modifiche sui capilista
di Giovanna Casadio
ROMA «In commissione Affari costituzionali è meglio che mi sostituiate».
Pier Luigi Bersani, l’ex segretario del Pd, lo chiederà formalmente nella riunione dei deputati dem, mercoledì prossimo.
L’assemblea sull’Italicum sarà la definitiva resa dei conti tra i democratici.
Renzi rilancerà la sua linea, quella passata a maggioranza nella Direzione del partito, e alle minoranze chiude la porta: «Niente modifiche, ne sono state già fatte, la legge elettorale va approvata così com’è».
E chiederà il voto in assemblea, soppesando così la reale consistenza del fronte del no, se cioè sono davvero un centinaio (su 309, un terzo) i dissidenti.
Ma la sinistra dem ha un piano d’attacco. Vogliono innanzitutto inchiodare Renzi a un impegno preciso, cioè escludere la fiducia sull’Italicum.
«Almeno dacci l’assicurazione di non mettere il voto di fiducia», sarà la richiesta di Sinistradem, la corrente di Stefano Fassina e di Gianni Cuperlo, di Pippo Civati e della stessa “Area riformista” che è guidata dal capogruppo del Pd a Montecitorio, Roberto Speranza.
Cuperlo è convinto: «Credo che non solo le sinistre bensì una larga parte del gruppo porranno questa questione».
Se si andasse al braccio di ferro, l’epilogo potrebbe essere uno strappo da parte di Speranza che metterebbe a disposizione il proprio posto di capogruppo.
Del resto lo ha già fatto in direzione e nell’assemblea nazionale di “Area riformista” a Bologna. Per ora tuttavia i “trattativisti” cercano di tenere i toni bassi e Speranza invita a «evitare tensioni e spaccature».
Getta acqua sul fuoco: «Sulla fiducia la discussione è prematura». Una riunione di corrente è stata però organizzata martedì, alla vigilia della resa dei conti nell’assemblea del gruppo. Invitati sono i settanta deputati che hanno sottoscritto l’appello a Renzi, proponendo un unico cambiamento all’Italicum: ridurre il numero dei parlamentari nominati per i partiti che non prendono il premio di maggioranza.
Nell’assemblea di mercoledì, “Area riformista” si presenterà con una decisione precisa.
La tensione cresce ancora. Civati parla di provocazione vera e propria se fosse messo il voto di fiducia sulla legge elettorale e cita la possibilità, con tanto di parere dell’esperto, che possa essere segreto il successivo voto definitivo. «Io sono uno che esprime il suo dissenso a viso aperto, ma non so come andrebbe a finire con un voto segreto sull’Italicum... Con la minaccia della fiducia, il quorum pure sarebbe a rischio».
Nella prima riunione della commissione Affari costituzionali, Scelta civica ha fatto sapere che chiede modifiche. Luca Lotti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e braccio destro di Renzi, afferma che il ricorso alla fiducia non è escluso: «Decideremo mercoledì all’assemblea del gruppo alla Camera». Il livello dello scontro è così alto che dalla minoranza trapela l’aut aut: se l’Italicum non sarà modificato, potrebbero mancare i voti in Senato sulla riforma costituzionale.
E a Montecitorio Forza Italia pone sul tavolo le stesse richieste di modifica all’Italicum della minoranza dem. Giovanni Toti, il consiglio politico di Berlusconi, spariglia, lascia intravedere la possibilità di un sì forzista se venissero accolti alcuni emendamenti: «Si può aprire una riflessione sui capilista e le preferenze e sul premio di maggioranza o almeno dare la possibilità di apparentarsi al secondo turno».
Insomma un asse tra sinistra dem, forzisti, Lega e Sel potrebbe saldarsi.
«Sarà già mercoledì un passaggio delicatissimo - riflette Alfredo D’Attorre - Do per scontato che il governo non metta la fiducia sull’Italicum, Renzi deve sgombrare il campo da questa ipotesi.
Dal mio personale punto di vista, un governo che mettesse la fiducia sulla legge elettorale non merita la fiducia ».
Nella partita politica sull’Italicum, lo spauracchio della fiducia compatta le minoranze, in genere divise sulle strategie e spaccate tra “trattativisti” e “oltranzisti”. La ministra delle Riforme, Maria Elena Boschi e i renziani negano la volontà di forzature e però ritengono che non ci sia ormai altro tempo da perdere e che soprattutto l’Italicum non debba tornare al Senato per ulteriori ritocchi ma avere il via libero definitivo della Camera. Matteo Richetti, renziano, avverte: «Io credo che si debba fare di tutto per evitare la fiducia. Ma, se l’alternativa è voto di fiducia o rinunciare alla legge elettorale, si deve sceglie la prima opzione».
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: quo vadis PD ????
SONDAGGIO SUL FORUM
Domanda :
Secondo voi i morti viventi della minoranza dem (ex sinistri) devono rimanere all'interno del Pd???
1) Non credo che nessuno possa pensare che quella minoranza di morti viventi possa riprendersi il partito, in presenza della faina rignanese. Ben descritta da Vittorio Feltri.
2) Pensare che la faina ricandidi i rompiballe della minoranza è un madornale errore politico.
Fatti fuori in un modo o nell'altro, se non appartenessero al mondo dei morti viventi con un forte attaccamento al ricordo della poltrona, se avessero un minimo di orgoglio si batterebbero.
3) Tornare a lavorare per raccattare voti si fa fatica. E loro di voglia di lavorare, di impegnarsi per la sinistra non ne hanno.
Il forum come la pensa?
Domanda :
Secondo voi i morti viventi della minoranza dem (ex sinistri) devono rimanere all'interno del Pd???
1) Non credo che nessuno possa pensare che quella minoranza di morti viventi possa riprendersi il partito, in presenza della faina rignanese. Ben descritta da Vittorio Feltri.
2) Pensare che la faina ricandidi i rompiballe della minoranza è un madornale errore politico.
Fatti fuori in un modo o nell'altro, se non appartenessero al mondo dei morti viventi con un forte attaccamento al ricordo della poltrona, se avessero un minimo di orgoglio si batterebbero.
3) Tornare a lavorare per raccattare voti si fa fatica. E loro di voglia di lavorare, di impegnarsi per la sinistra non ne hanno.
Il forum come la pensa?
-
- Messaggi: 822
- Iscritto il: 08/03/2012, 23:18
Re: quo vadis PD ????
non dobbiamo sottovalutare l autocritica di massimo d alema e di bersani
questi ex comunisti convertiti al neoliberismo
hanno creato un clima culturale sbagliato
enel societa pubblica distribuisce gas a prezzi ragionevoli.
se tu chiami il call center e chiedi il subentro perche per esempio hai affittato l' appatamento il subentro avviene con enel energia azienda privata con tariffe che sembrano molte piu alte.
quindi uno chiama per un subentro e si ritrova con una altra societa.
a parte le problematiche giudiziarie sia civilitiche che penali che lasciamo al mestiere dei giudici.
io dico si alla sinistra pd sono dei bravi ragazzi .
perche' ?
sembra che D' Alema e Bersani siano disponibili a pagare le bollette dei contratti truffa .
se è vero , RIABILITIAMOLI
sono dei nostri....
questi ex comunisti convertiti al neoliberismo
hanno creato un clima culturale sbagliato
enel societa pubblica distribuisce gas a prezzi ragionevoli.
se tu chiami il call center e chiedi il subentro perche per esempio hai affittato l' appatamento il subentro avviene con enel energia azienda privata con tariffe che sembrano molte piu alte.
quindi uno chiama per un subentro e si ritrova con una altra societa.
a parte le problematiche giudiziarie sia civilitiche che penali che lasciamo al mestiere dei giudici.
io dico si alla sinistra pd sono dei bravi ragazzi .
perche' ?
sembra che D' Alema e Bersani siano disponibili a pagare le bollette dei contratti truffa .
se è vero , RIABILITIAMOLI
sono dei nostri....
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: quo vadis PD ????
In questa puntata di Servizio Pubblico, Santoro, mette a nudo tutti i limiti di quella che viene chiamata convenzionalmente "la sinistra dem (democristiana)", in modo particolare i limiti del suo personaggio più rappresentativo, Pier Luigi Bersani.
Questi limiti, li stanno pagando la sinistra e di conseguenza l'intero Paese.
Bersani, tardivamente, ha intuito il pericolo autoritario, ma la sua debolezza e suoi limiti ci portano al disastro.
ZITTO E PEDALA!
Matteo Renzi lega le sorti dell'Italicum a quelle del governo e gioca un all-in sulla riforma elettorale: nell'assemblea notturna passa la linea del premier, il capogruppo Speranza si dimette e la minoranza critica, che ha scelto di non votare e chiede la sospensione dei lavori, finisce in un angolo. Civati, Bindi, Fassina, D'Attorre si alzano e vanno via, mentre Bersani attacca: "Se si vuole, si può cambiare. Se si va avanti così non ci sto". Quale futuro c'è per quella parte del Pd che si oppone al Rottamatore e ha una visione alternativa per la soluzione dei problemi che il nostro Paese deve affrontare (dalla riforma del lavoro a quella della Rai passando per le scelte di politica economica come i tagli agli enti locali o il tesoretto, che non è piaciuto a Confindustria) rispetto a quella di Renzi? Ne abbiamo discusso con Pier Luigi Bersani, deputato ed ex segretario del Pd, Enrico Mentana, direttore del Tg La7, Lucia Annunziata, direttore dell'Huffington Post Italia)e Mario Giordano, direttore del Tg4.
Questi limiti, li stanno pagando la sinistra e di conseguenza l'intero Paese.
Bersani, tardivamente, ha intuito il pericolo autoritario, ma la sua debolezza e suoi limiti ci portano al disastro.
ZITTO E PEDALA!
Matteo Renzi lega le sorti dell'Italicum a quelle del governo e gioca un all-in sulla riforma elettorale: nell'assemblea notturna passa la linea del premier, il capogruppo Speranza si dimette e la minoranza critica, che ha scelto di non votare e chiede la sospensione dei lavori, finisce in un angolo. Civati, Bindi, Fassina, D'Attorre si alzano e vanno via, mentre Bersani attacca: "Se si vuole, si può cambiare. Se si va avanti così non ci sto". Quale futuro c'è per quella parte del Pd che si oppone al Rottamatore e ha una visione alternativa per la soluzione dei problemi che il nostro Paese deve affrontare (dalla riforma del lavoro a quella della Rai passando per le scelte di politica economica come i tagli agli enti locali o il tesoretto, che non è piaciuto a Confindustria) rispetto a quella di Renzi? Ne abbiamo discusso con Pier Luigi Bersani, deputato ed ex segretario del Pd, Enrico Mentana, direttore del Tg La7, Lucia Annunziata, direttore dell'Huffington Post Italia)e Mario Giordano, direttore del Tg4.
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: quo vadis PD ????
La democrazia dei bambinoni
di Michele Santoro| 16 apr 2015
“Ogni volta che nello show di Crozza appare Bersani, risuona “vieni via con me” come a dire: “Che ci fai lì a pettinare le bambole?” Oggi c’è Renzi, il più bambino di tutti. Quello che sa tutto. Il politico deve fingere di sapere anche quello che non sa. L’altro bambinone è Salvini che smonterebbe la democrazia come un trenino per vedere dentro che c’è. Il saggio sa di non sapere, il politico finge di sapere anche quello che non sa. Prendiamoci tutta la Libia. E poi conquistiamo la Kamchatka e così vinciamo il Risiko. Zitto, brutto talk! La nuova Italia è appena nata ed è una splendida bambina. It’s wonderful!”
http://www.serviziopubblico.it/2015/04/ ... bambinoni/
di Michele Santoro| 16 apr 2015
“Ogni volta che nello show di Crozza appare Bersani, risuona “vieni via con me” come a dire: “Che ci fai lì a pettinare le bambole?” Oggi c’è Renzi, il più bambino di tutti. Quello che sa tutto. Il politico deve fingere di sapere anche quello che non sa. L’altro bambinone è Salvini che smonterebbe la democrazia come un trenino per vedere dentro che c’è. Il saggio sa di non sapere, il politico finge di sapere anche quello che non sa. Prendiamoci tutta la Libia. E poi conquistiamo la Kamchatka e così vinciamo il Risiko. Zitto, brutto talk! La nuova Italia è appena nata ed è una splendida bambina. It’s wonderful!”
http://www.serviziopubblico.it/2015/04/ ... bambinoni/
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: quo vadis PD ????
Bersani sull’Italicum: “Non posso accettare l’uomo solo al comando”
di Redazione Servizio Pubblico| 16 apr 2015
Bersani si scaglia subito contro le parole di Renzi ed esprime le sue critiche alla riforma delle legge elettorale: “Non è vero che in venti anni non è mai cambiato niente: sono state fatte riforme importanti. Il sistema del “ghe pensi mi” non lo accetto. Di riforme se ne sono già fatte in questi ultimi anni. Il punto è se sono state buone o cattive. Il rischio è andare verso un sistema che non è né parlamentare né presidenziale. Con le modifiche alla legge elettorale non risolviamo tutti i problemi, ma togliamo via alcuni rischi. Il ballottaggio? Correggiamolo, facendolo assomigliare di più ad un secondo turno. Dando flessibilità e rappresentativa al sistema. Stavolta non me la sento di votare, è la prima volta che mi accade”.
http://www.serviziopubblico.it/2015/04/ ... l-comando/
di Redazione Servizio Pubblico| 16 apr 2015
Bersani si scaglia subito contro le parole di Renzi ed esprime le sue critiche alla riforma delle legge elettorale: “Non è vero che in venti anni non è mai cambiato niente: sono state fatte riforme importanti. Il sistema del “ghe pensi mi” non lo accetto. Di riforme se ne sono già fatte in questi ultimi anni. Il punto è se sono state buone o cattive. Il rischio è andare verso un sistema che non è né parlamentare né presidenziale. Con le modifiche alla legge elettorale non risolviamo tutti i problemi, ma togliamo via alcuni rischi. Il ballottaggio? Correggiamolo, facendolo assomigliare di più ad un secondo turno. Dando flessibilità e rappresentativa al sistema. Stavolta non me la sento di votare, è la prima volta che mi accade”.
http://www.serviziopubblico.it/2015/04/ ... l-comando/
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: quo vadis PD ????
50 sfumature di sì
di Redazione Servizio Pubblico| 16 apr 2015
Marco Travaglio sferza la minoranza Pd, a parole sempre pronta alla battaglia ma inerte nell’opposizione interna a Renzi, che continua imperterrito sulla strada disegnata dal Patto del Nazareno: “Quando governava B. e il Pd fingeva di opporsi, Ellekappa lo fulminò in una vignetta: ‘Oppositori? Chiamiamoli diversamente concordi’. Vale anche oggi per descrivere la minoranza interna del Pd: quando proprio ha mangiato bistecca di tigre, esce dall’aula per non votare no. Renzi non si preoccupa nemmeno più: conosce i suoi polli. E tira diritto, facendo il bello e il cattivo tempo”.
http://www.serviziopubblico.it/2015/04/ ... ure-di-si/
di Redazione Servizio Pubblico| 16 apr 2015
Marco Travaglio sferza la minoranza Pd, a parole sempre pronta alla battaglia ma inerte nell’opposizione interna a Renzi, che continua imperterrito sulla strada disegnata dal Patto del Nazareno: “Quando governava B. e il Pd fingeva di opporsi, Ellekappa lo fulminò in una vignetta: ‘Oppositori? Chiamiamoli diversamente concordi’. Vale anche oggi per descrivere la minoranza interna del Pd: quando proprio ha mangiato bistecca di tigre, esce dall’aula per non votare no. Renzi non si preoccupa nemmeno più: conosce i suoi polli. E tira diritto, facendo il bello e il cattivo tempo”.
http://www.serviziopubblico.it/2015/04/ ... ure-di-si/
-
- Messaggi: 1188
- Iscritto il: 21/02/2012, 22:55
Re: quo vadis PD ????
Una opinione degna di... attenzione
"… come l’onda in mezzo al mar …
Lo scrivo da sempre, ma lo ripeterò qui a scanso di equivoci, malintesi, facili battute da parte di chi legge solo per poter commentare con della cazzate auto soddisfacenti, forse, ma inutili certamente: NON STIMO IL PD, non lo voto e della sua sorte non me ne potrebbe fregare di meno.
Fatta questa premessa posso ritornare a parlare del comportamento del bamboccio fiorentino e dei renziani suoi accoliti. Riaffermato che non sono altro che la caricatura in chiave sinistra del berlusconismo e delle sue “ministre” dove per sinistra si intenda il significato di bieco, malevolo, torbido e non quello di parte politica, occorre dire che la minoranza di quel partito deve interrogarsi seriamente sul perché il piccolo figlio del piccolo padre arcoriano si lanci sempre più spregiudicatamente in comportamenti di rottura e di estremizzazione di una leadership rubata e non legittimata da un voto nazional-politico.
Mi sembra evidente che una rottura nel Pd porterebbe quel partito alle stesse identiche condizioni in cui versa la destra oggi: ci sarebbe ancora e di più una frammentazione anche di quella pseudo sinistra che è il Pd ed i giochi elettorali che vedono adesso il centro destra messo alle corde si riaprirebbero alla grande al punto da non poter escludere una resurrezione dello stesso nano della bovisa ed una sua ennesima vittoria sul filo di lana.
Non bisogna mai dimenticare che “questopaese” e le sue genti sono fondamentalmente e geneticamente vigliacchi, succubi e masochisti !.
Dunque per il bene stesso della sinistra, quella vera ed a meno di una crescita seria e responsabile del popolo vero di sinistra che si dichiarasse apertamente per una coalizione di forze, una UNIONS e cominciasse seriamente a lottare da popolo della sinistra, la minoranza del Pd NON DEVE DARE CORSO AD UNA SCISSIONE. Farlo significherebbe dare campo libero a quel cavallo di troia che risponde al nome di Matteo ed alla sua politica di distruzione di una storia prima ancora di una distruzione sociale quale quella che sta mettendo in atto.
I comportamenti di quella minoranza perciò devono tutti essere concentrati in una lotta dura, ma dall’interno del partito, agendo da forze partigiane e da guerriglieri all’interno del parlamento nel boicottare esplicitamente tutti quei provvedimenti che sono in antitesi con quella che è l’idea genetica della sinistra e sino a provocare una responsabile caduta del governo nel non approvare l’italicum o qualsiasi altra legge su cui viene posta la fiducia.
Ricordiamoci sempre che se cade il governo in assenza di una nuova legge elettorale, in caso di ritorno al voto lo si fa con il Mattarellum che non sarà la pancea di tutti i mali, ma di certo è il meglio ad esistere allo stato delle cose.
Il gioco renziano è oramai spudoratamente di carattere centrista per non dire che è apertamente di destra; ogni suo atteggiamento, anche a tacere dei provvedimenti presi, lo dichiara e dimostra; in più e di più Renzi si rende, ad ogni giorno che passa, sempre più responsabile di un disamore crescente verso le idee stesse di lealtà ed onestà intellettuali nonché verso la politica, anche quella con la p maiuscola, facendosi gioco degli alleati, sempre mutevoli, delle promesse, mai mantenute, dei programmi sempre riadattati, delle esigenze e dei bisogni del popolo, comunque disattesi o ignorati.
Se si comprende questo allora diventa ancora più urgente, allo stato delle cose, ricorrere a quella federazione, per ora extra parlamentare, di tutte le altre componenti della sinistra vera; quella federazione che non deve più mostrare al esterno divisioni o distinguo per quanti ce ne fossero al interno e che deve finalmente cominciare ad essere quello che geneticamente è: una forza di lotta e di conquista e tutela dei diritti dei più deboli e della democrazia in generale.
Per fare questo e per ottenere questo non è necessario essere forza di governo, ma è necessaria una consapevolezza del proprio ruolo ed una ambizione altruistica e di servizio che nei soggetivismi e nelle idiosincrasie reciproche non avrà mai la gioia di un vagito. Il resto …
solo uno starnazzare di oche in una aia miserabile e sporca!."
Francesco Briganti
"… come l’onda in mezzo al mar …
Lo scrivo da sempre, ma lo ripeterò qui a scanso di equivoci, malintesi, facili battute da parte di chi legge solo per poter commentare con della cazzate auto soddisfacenti, forse, ma inutili certamente: NON STIMO IL PD, non lo voto e della sua sorte non me ne potrebbe fregare di meno.
Fatta questa premessa posso ritornare a parlare del comportamento del bamboccio fiorentino e dei renziani suoi accoliti. Riaffermato che non sono altro che la caricatura in chiave sinistra del berlusconismo e delle sue “ministre” dove per sinistra si intenda il significato di bieco, malevolo, torbido e non quello di parte politica, occorre dire che la minoranza di quel partito deve interrogarsi seriamente sul perché il piccolo figlio del piccolo padre arcoriano si lanci sempre più spregiudicatamente in comportamenti di rottura e di estremizzazione di una leadership rubata e non legittimata da un voto nazional-politico.
Mi sembra evidente che una rottura nel Pd porterebbe quel partito alle stesse identiche condizioni in cui versa la destra oggi: ci sarebbe ancora e di più una frammentazione anche di quella pseudo sinistra che è il Pd ed i giochi elettorali che vedono adesso il centro destra messo alle corde si riaprirebbero alla grande al punto da non poter escludere una resurrezione dello stesso nano della bovisa ed una sua ennesima vittoria sul filo di lana.
Non bisogna mai dimenticare che “questopaese” e le sue genti sono fondamentalmente e geneticamente vigliacchi, succubi e masochisti !.
Dunque per il bene stesso della sinistra, quella vera ed a meno di una crescita seria e responsabile del popolo vero di sinistra che si dichiarasse apertamente per una coalizione di forze, una UNIONS e cominciasse seriamente a lottare da popolo della sinistra, la minoranza del Pd NON DEVE DARE CORSO AD UNA SCISSIONE. Farlo significherebbe dare campo libero a quel cavallo di troia che risponde al nome di Matteo ed alla sua politica di distruzione di una storia prima ancora di una distruzione sociale quale quella che sta mettendo in atto.
I comportamenti di quella minoranza perciò devono tutti essere concentrati in una lotta dura, ma dall’interno del partito, agendo da forze partigiane e da guerriglieri all’interno del parlamento nel boicottare esplicitamente tutti quei provvedimenti che sono in antitesi con quella che è l’idea genetica della sinistra e sino a provocare una responsabile caduta del governo nel non approvare l’italicum o qualsiasi altra legge su cui viene posta la fiducia.
Ricordiamoci sempre che se cade il governo in assenza di una nuova legge elettorale, in caso di ritorno al voto lo si fa con il Mattarellum che non sarà la pancea di tutti i mali, ma di certo è il meglio ad esistere allo stato delle cose.
Il gioco renziano è oramai spudoratamente di carattere centrista per non dire che è apertamente di destra; ogni suo atteggiamento, anche a tacere dei provvedimenti presi, lo dichiara e dimostra; in più e di più Renzi si rende, ad ogni giorno che passa, sempre più responsabile di un disamore crescente verso le idee stesse di lealtà ed onestà intellettuali nonché verso la politica, anche quella con la p maiuscola, facendosi gioco degli alleati, sempre mutevoli, delle promesse, mai mantenute, dei programmi sempre riadattati, delle esigenze e dei bisogni del popolo, comunque disattesi o ignorati.
Se si comprende questo allora diventa ancora più urgente, allo stato delle cose, ricorrere a quella federazione, per ora extra parlamentare, di tutte le altre componenti della sinistra vera; quella federazione che non deve più mostrare al esterno divisioni o distinguo per quanti ce ne fossero al interno e che deve finalmente cominciare ad essere quello che geneticamente è: una forza di lotta e di conquista e tutela dei diritti dei più deboli e della democrazia in generale.
Per fare questo e per ottenere questo non è necessario essere forza di governo, ma è necessaria una consapevolezza del proprio ruolo ed una ambizione altruistica e di servizio che nei soggetivismi e nelle idiosincrasie reciproche non avrà mai la gioia di un vagito. Il resto …
solo uno starnazzare di oche in una aia miserabile e sporca!."
Francesco Briganti
-
- Messaggi: 1188
- Iscritto il: 21/02/2012, 22:55
Re: quo vadis PD ????
Renzi negli Usa: “Italicum in poche settimane”
E per convincere i ribelli offre il Senato elettivo
Alla Georgetown University di Washington Matteo Renzi professa tutta la propria sicurezza: “L’Italicum sarà approvato nelle prossime settimane”. Dopo lo strappo consumato mercoledì in assemblea, il presidente del Consiglio intavola una trattativa con la minoranza. Con un’apertura fino a poco tempo fa insperata: “Cambiare la riforma costituzionale? Tornare al Senato elettivo? Per me si può fare”, ha spiegato a La Repubblica. Ma a patto che i ribelli votino le legge elettorale, è il sottinteso del premier. Che oggi vedrà il presidente Barack Obama
http://www.ilfattoquotidiano.it/
La Costituzione non è merce di scambio. Se il premier sconfessa la riforma, facciamola bene (finalmente)
http://www.ciwati.it/
Pare che Renzi smentisca lo scambio.
Chi ci capisce è bravo!
E per convincere i ribelli offre il Senato elettivo
Alla Georgetown University di Washington Matteo Renzi professa tutta la propria sicurezza: “L’Italicum sarà approvato nelle prossime settimane”. Dopo lo strappo consumato mercoledì in assemblea, il presidente del Consiglio intavola una trattativa con la minoranza. Con un’apertura fino a poco tempo fa insperata: “Cambiare la riforma costituzionale? Tornare al Senato elettivo? Per me si può fare”, ha spiegato a La Repubblica. Ma a patto che i ribelli votino le legge elettorale, è il sottinteso del premier. Che oggi vedrà il presidente Barack Obama
http://www.ilfattoquotidiano.it/
La Costituzione non è merce di scambio. Se il premier sconfessa la riforma, facciamola bene (finalmente)
http://www.ciwati.it/
Pare che Renzi smentisca lo scambio.
Chi ci capisce è bravo!
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Google [Bot] e 1 ospite