quo vadis PD ????

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

iospero ha scritto:scrive Civati
Il partito della nazione, fondato sull’Italicum
Il premier dice che se non si voterà l’Italicum non ci sarà più il Pd.

In realtà, è proprio vero il contrario: il Pd che non è più Pd si fonderà proprio sull’Italicum (da qui la solerzia con cui si spinge per l’approvazione). Se ci sarà l’Italicum, il Pd istituzionalizzerà il partito della nazione che vediamo già all’opera dalla Liguria alla Puglia, dalla Campania al Parlamento: è la legge elettorale perfetta a questo scopo e così la legge di riforma costituzionale che l’accompagna.

Non ci sarà più il bipolarismo, ci sarà solo il PdR, come scrive anche Ilvo Diamanti, come dice Romano Prodi nel suo libro, come spiegano molti analisti sbaragliati in questi mesi dalla retorica violentissima del governo.



E di conseguenza?

Pippone Cuor di Leone che fa?

Gioca al Gatto e al Topo con Renzie permettendo che vinca anche l’ultima partita dopo 14 mesi passati alla finestra ad osservare le mosse del rignanese, senza colpo ferire?
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

PRIMO PIANO

La tentazione degli ex leader Pd Scissione e ritorno all'Ulivo ma la minoranza è spaccata
Niente fiducia anche da Epifani, Cuperlo, Bindi, Fassina e Civati Oltre 40 i no
29 aprile 2015 - 1 Commento »
Giovanna Casadio



Roma- Un ex premier, Enrico Letta. Due ex segretari del Pd, Pierluigi Bersani e Guglielmo Epifani. Una ex presidente del partito, Rosy Bindi. Il capogruppo dimissionario, Roberto Speranza. I due sfidanti di Renzi alle ultime primarie, Gianni Cuperlo e Pippo Civati. E poi Alfredo D'Attorre, Stefano Fassina, Danilo Leva, Andrea Giorgis, Marco Meloni... E l'elenco dei dissidenti dem che non voteranno la fiducia a Renzi è destinato a allungarsi.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

SIAMO AI FUNERALI. LA SINISTRA CIMITERIALE SI E' SQUAGLIATA.

SEL E' BLOCCATA NELLE MANI DEL NARRATORE. I RIFONDAIOLI MANOPENSARCI.

SIAMO AL: C'ERA UN VOLTA IL PCI


LA DESTRA E' ALLA FRUTTA


RESISTE SOLO IL DUZE.



“La ditta s’è squagliata molto prima dell’Italicum”
(Tommaso Rodano)
30/04/2015 di triskel182


Immagine


PARLANO I MILITANTI DEL PD: GLI ISCRITTI DIMINUISCONO E SONO SEMPRE PIÙ DIVISI, MA LA LEGGE ELETTORALE È L’ENNESIMO PRETESTO, LA FRATTURA VIENE DA LONTANO.


La ditta s’è sfasciata, e da un bel po’.

A Montecitorio ne ha dato l’annuncio Pier Luigi Bersani, che si era inventato il nome e aveva incarnato quell’idea di partito, fino alle primarie che hanno messo il Pd nelle mani di Matteo Renzi.


Nei territori, invece, ne danno l’annuncio tantissimi militanti.


Dal 2009 al 2014 gli iscritti sono più che dimezzati, passando da 831.042 a 366.641.


Anche chi è rimasto, nei giorni dell’Italicum, non si sente tanto bene.



Bologna Festa dell’Unità addio

Il caso più clamoroso è quello del capoluogo emiliano.

A Bologna i militanti di diversi circoli minacciano il boicottaggio della Festa dell’Unità domenica, quando sul palco salirà il presidente del Consiglio.




Mirella Signoris è una militante “rossa” di lunga data della sezione Pratello.

“Le condizioni sono tali – dice – che per la prima volta in vita mia potrei disertare la festa.




Immagine




Non condivido la linea politica e il modo con cui il segretario impone le sue decisioni, dal Jobs Act all’Italicum. Siamo stati trasformati in comitati elettorali.




Il programma non esiste più: è il segretario del partito.

Noi cresciuti a sinistra soffriamo profondamente”.






Alberto Aitini è un altro militante, ex coordinatore dei Giovani democratici. Per combattere il drastico calo degli iscritti nei circoli della città, si è inventato una campagna di tesseramento porta a porta. “Da Roma non ci danno una mano – sorride –, questo clima non contribuisce ad avvicinare al Pd”. Ha saputo della fiducia sull’Italicum proprio mentre lavorava da volontario in uno dei ristoranti della Festa dell’Unità felsinea.



È molto meno critico di altri nei confronti di Renzi (“Il governo ha portato a casa tanti risultati”), ma riconosce che la fiducia sull’Italicum è stata un errore: “Renzi ha sbagliato.



E sbaglia ancora di più Bersani: la fiducia non andava messa, ma arrivati a questo punto non ci si poteva rifiutare di votarla”.


Roma Fiducia, prova di debolezza


DanielePiva, 26 anni, si è iscritto al Pd quando ne aveva 21.


Non ha fatto in tempo a frequentare Ds e Margherita: non può essere accusato di avere nostalgia di quello che c’era prima.


Oggi è il segretario del circolo Pd di San Paolo. “La fiducia è stata una forzatura che si poteva evitare – dice – ma la sofferenza non inizia certo oggi.


Renzi gode dell’appoggio di una buona parte della base, ma quelli che sono depressi o incazzati sono sempre di più.


Tanti se ne sono già andati, altri lo faranno. Non solo e non tanto per l’Italicum.


Ci sono state scelte più gravi, come la cacciata di Letta o le scelte sul lavoro”.




Melissa Mongiardo è una giovane consigliera del Comune di Viterbo, delegata dell’Assemblea nazionale del Pd: “La fiducia? La fanno passare come prova di forza. Invece per me quando non ti fidi dei compagni di partito è una prova di estrema debolezza. Renzi ha distrutto il Pd: il calo degli iscritti è mostruoso.


Qui sono più o meno un terzo di quelli che c’erano ai tempi di Bersani.


Ma anche la minoranza del partito ha dato il suo contributo.


Invece di ‘rompere’ sull’Italicum avrebbero dovuto fare battaglia sui temi che definiscono l’identità di sinistra, come immigrazione e lavoro”.



Milano ”I rapporti sono difficili” “La composizione degli iscritti a Milano è cambiata tantissimo nell’ultimo anno e mezzo: oggi c’è una forte predominanza renziana.




E i rapporti interni sono sempre più difficili, da diverso tempo”.

Parla Alessandro Giungi, quarantenne della truppa dei civatiani, consigliere comunale del Partito democratico, iscritto al circolo Caponnetto: “Il malessere c’è, sì, ma da un bel po’.




L’Italicum è l’ultimo dei problemi, ci sono questioni politiche che ci dividono molto più della legge elettorale”.




Trapani L’esodo di massa In Sicilia la situazione è precipitata pochi mesi fa, quando il Pd – per opera del renziano Davide Faraone – ha accolto i cosiddetti “Articolo 4”, un quintetto di deputati ex cuffariani e lombardiani.






Tanti hanno stracciato la tessera allora, come la trapanese Sabrina Rocca: “Gran parte di noi aveva votato un Pd diverso da questo – spiega – e la vittoria di Renzi si è trasformata nella nostra sconfitta. L’Italicum è l’ultimo atto.




Alcuni si sono arresi e se ne sono andati, altri provano a resistere”.



Tra questi ultimi c’è il sindacalista Saverio Piccione: “Io resto dentro e faccio le mie battaglie.


Il Pd di Renzi è un partito che in questo momento guida la regressione democratica del Paese. Io voglio cambiarlo e per farmi andare via mi devono cacciare”.

Da Il Fatto Quotidiano del 30/04/2014.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

SIAMO AI FUNERALI. LA SINISTRA CIMITERIALE SI E' SQUAGLIATA.

SEL E' BLOCCATA NELLE MANI DEL NARRATORE. I RIFONDAIOLI MANCOPENSARCI.

SIAMO AL: C'ERA UN VOLTA IL PCI


LA DESTRA E' ALLA FRUTTA


RESISTE SOLO IL DUZE.



“La ditta s’è squagliata molto prima dell’Italicum”
(Tommaso Rodano)
30/04/2015 di triskel182


Immagine


PARLANO I MILITANTI DEL PD: GLI ISCRITTI DIMINUISCONO E SONO SEMPRE PIÙ DIVISI, MA LA LEGGE ELETTORALE È L’ENNESIMO PRETESTO, LA FRATTURA VIENE DA LONTANO.


La ditta s’è sfasciata, e da un bel po’.

A Montecitorio ne ha dato l’annuncio Pier Luigi Bersani, che si era inventato il nome e aveva incarnato quell’idea di partito, fino alle primarie che hanno messo il Pd nelle mani di Matteo Renzi.


Nei territori, invece, ne danno l’annuncio tantissimi militanti.


Dal 2009 al 2014 gli iscritti sono più che dimezzati, passando da 831.042 a 366.641.


Anche chi è rimasto, nei giorni dell’Italicum, non si sente tanto bene.



Bologna Festa dell’Unità addio

Il caso più clamoroso è quello del capoluogo emiliano.

A Bologna i militanti di diversi circoli minacciano il boicottaggio della Festa dell’Unità domenica, quando sul palco salirà il presidente del Consiglio.




Mirella Signoris è una militante “rossa” di lunga data della sezione Pratello.

“Le condizioni sono tali – dice – che per la prima volta in vita mia potrei disertare la festa.


Ma quel che conta è che non riconosco più il mio partito, e con me tantissimi iscritti bolognesi. Non condivido la linea politica e il modo con cui il segretario impone le sue decisioni, dal Jobs Act all’Italicum. Siamo stati trasformati in comitati elettorali.





Non condivido la linea politica e il modo con cui il segretario impone le sue decisioni, dal Jobs Act all’Italicum. Siamo stati trasformati in comitati elettorali.




Il programma non esiste più: è il segretario del partito.

Noi cresciuti a sinistra soffriamo profondamente”.






Alberto Aitini è un altro militante, ex coordinatore dei Giovani democratici. Per combattere il drastico calo degli iscritti nei circoli della città, si è inventato una campagna di tesseramento porta a porta. “Da Roma non ci danno una mano – sorride –, questo clima non contribuisce ad avvicinare al Pd”. Ha saputo della fiducia sull’Italicum proprio mentre lavorava da volontario in uno dei ristoranti della Festa dell’Unità felsinea.



È molto meno critico di altri nei confronti di Renzi (“Il governo ha portato a casa tanti risultati”), ma riconosce che la fiducia sull’Italicum è stata un errore: “Renzi ha sbagliato.



E sbaglia ancora di più Bersani: la fiducia non andava messa, ma arrivati a questo punto non ci si poteva rifiutare di votarla”.


Roma Fiducia, prova di debolezza


DanielePiva, 26 anni, si è iscritto al Pd quando ne aveva 21.


Non ha fatto in tempo a frequentare Ds e Margherita: non può essere accusato di avere nostalgia di quello che c’era prima.


Oggi è il segretario del circolo Pd di San Paolo. “La fiducia è stata una forzatura che si poteva evitare – dice – ma la sofferenza non inizia certo oggi.


Renzi gode dell’appoggio di una buona parte della base, ma quelli che sono depressi o incazzati sono sempre di più.


Tanti se ne sono già andati, altri lo faranno. Non solo e non tanto per l’Italicum.


Ci sono state scelte più gravi, come la cacciata di Letta o le scelte sul lavoro”.




Melissa Mongiardo è una giovane consigliera del Comune di Viterbo, delegata dell’Assemblea nazionale del Pd: “La fiducia? La fanno passare come prova di forza. Invece per me quando non ti fidi dei compagni di partito è una prova di estrema debolezza. Renzi ha distrutto il Pd: il calo degli iscritti è mostruoso.


Qui sono più o meno un terzo di quelli che c’erano ai tempi di Bersani.


Ma anche la minoranza del partito ha dato il suo contributo.


Invece di ‘rompere’ sull’Italicum avrebbero dovuto fare battaglia sui temi che definiscono l’identità di sinistra, come immigrazione e lavoro”.



Milano ”I rapporti sono difficili” “La composizione degli iscritti a Milano è cambiata tantissimo nell’ultimo anno e mezzo: oggi c’è una forte predominanza renziana.




E i rapporti interni sono sempre più difficili, da diverso tempo”.

Parla Alessandro Giungi, quarantenne della truppa dei civatiani, consigliere comunale del Partito democratico, iscritto al circolo Caponnetto: “Il malessere c’è, sì, ma da un bel po’.




L’Italicum è l’ultimo dei problemi, ci sono questioni politiche che ci dividono molto più della legge elettorale”.




Trapani L’esodo di massa In Sicilia la situazione è precipitata pochi mesi fa, quando il Pd – per opera del renziano Davide Faraone – ha accolto i cosiddetti “Articolo 4”, un quintetto di deputati ex cuffariani e lombardiani.






Tanti hanno stracciato la tessera allora, come la trapanese Sabrina Rocca: “Gran parte di noi aveva votato un Pd diverso da questo – spiega – e la vittoria di Renzi si è trasformata nella nostra sconfitta. L’Italicum è l’ultimo atto.




Alcuni si sono arresi e se ne sono andati, altri provano a resistere”.



Tra questi ultimi c’è il sindacalista Saverio Piccione: “Io resto dentro e faccio le mie battaglie.


Il Pd di Renzi è un partito che in questo momento guida la regressione democratica del Paese. Io voglio cambiarlo e per farmi andare via mi devono cacciare”.

Da Il Fatto Quotidiano del 30/04/2014.
iospero
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da iospero »

da Ciwati

Ma se sei così forte, perché ti allei con soggetti così?

La domanda sorge spontanea scorrendo le liste del Pd e dei suoi alleati: ce n’è per tutti, opportunisti e trasformisti di ogni risma. Perché?

Nel senso che sei uno che può fare a meno di sindacati insegnanti ambientalisti e minoranze varie, che tratti con fastidio, che allontani volentieri dal tuo elettorato.

Nel senso che non hai avversari perché la destra si presenta confusa e infelice, il centro è stato assorbito, Grillo non si allea con nessuno, insomma: sembra la pubblicità del “ti piace vincere facile?”

E allora perché ti allei con De Mita (rottamazione esagerata), candidi fascisti, cosentiniani, sodali di Scajola, in ogni provincia, in ogni regione?

Perché, se l’Italicum prevede solo una lista a cui collegare il premio, ne presenti millemila, a tre a tre, collegandole direttamente al candidato presidente, quando tu teorizzi che devono stare tutti dentro (appunto) al Pd.

Alle Regionali va in scena il partito della nazione, prima vera puntata in cui esso si presenta. Più che un partito però è una coalizione della nazione, una cosa che assomiglia, senza la politica di allora, a un pentapartito che di volta in volta assume caratteristiche e forme diverse.

Nessuna vera rottamazione, nessun cambiamento particolare, anzi: l’assunzione surrettizia di ciò che c’era già, a destra e a sinistra.

Potevi anche vincere senza, questo è certo. E allora si vede che ti piace, appollottolare il sistema al centro, far saltare il bipolarismo, il conflitto e l’alternanza. Ed è il progetto che ti è venuto meglio, finora.

Quello che trasforma il Pd con le modalità degli ogm, rendendo un comunista capace di sopportare la presenza di forzisti, un popolare capace di reagire bene alla presenza di un fascista, un giovane liberal capace di relazionarsi a un vecchio capatáz.
pancho
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da pancho »

iospero ha scritto:da Ciwati

Ma se sei così forte, perché ti allei con soggetti così?

La domanda sorge spontanea scorrendo le liste del Pd e dei suoi alleati: ce n’è per tutti, opportunisti e trasformisti di ogni risma. Perché?

Nel senso che sei uno che può fare a meno di sindacati insegnanti ambientalisti e minoranze varie, che tratti con fastidio, che allontani volentieri dal tuo elettorato.

Nel senso che non hai avversari perché la destra si presenta confusa e infelice, il centro è stato assorbito, Grillo non si allea con nessuno, insomma: sembra la pubblicità del “ti piace vincere facile?”

E allora perché ti allei con De Mita (rottamazione esagerata), candidi fascisti, cosentiniani, sodali di Scajola, in ogni provincia, in ogni regione?

Perché, se l’Italicum prevede solo una lista a cui collegare il premio, ne presenti millemila, a tre a tre, collegandole direttamente al candidato presidente, quando tu teorizzi che devono stare tutti dentro (appunto) al Pd.

Alle Regionali va in scena il partito della nazione, prima vera puntata in cui esso si presenta. Più che un partito però è una coalizione della nazione, una cosa che assomiglia, senza la politica di allora, a un pentapartito che di volta in volta assume caratteristiche e forme diverse.

Nessuna vera rottamazione, nessun cambiamento particolare, anzi: l’assunzione surrettizia di ciò che c’era già, a destra e a sinistra.

Potevi anche vincere senza, questo è certo. E allora si vede che ti piace, appollottolare il sistema al centro, far saltare il bipolarismo, il conflitto e l’alternanza. Ed è il progetto che ti è venuto meglio, finora.

Quello che trasforma il Pd con le modalità degli ogm, rendendo un comunista capace di sopportare la presenza di forzisti, un popolare capace di reagire bene alla presenza di un fascista, un giovane liberal capace di relazionarsi a un vecchio capatáz.
A questa domanda di Civati io do una mia risposta che potrebbe sembrare facilitona ma che rispecchia un po la storia politica Italiana.

Il centro inteso come agglomerato politico in cui trovano casa un po tutti e' quello che anche nel passato ha dato i suoi frutti.
Per alcuni positivi per altri invece no.

Questa area politica ha solo l'interesse di conservare quello che hanno nel bene e nel male costruito e questa area comprende gran parte di riformisti e liberali che per un certo senso son sempre stati conservatori e liberisti.

Accettano si qualche riforma ma attenti a non uscire da quei paletti che potrebbero mettere in discussione la loro "fede" politica.

In questa avevano spazio tutte le correnti interne fra quali la cosi detta sinistra democristiana ora nel PD.

Tutto ha funzionato per oltre 50anni a modo loro fino a che le divisioni interne non si son accentuate e alcuni di loro,che si ritenevano, a modo loro, di sinistra non son passati come indipendenti del PCI.

Questo funziona ancora ed e' questa la strada di Renzi senza stravolgere del tutto sia la costituzione che con nuove leggi ad partitum.

Niente da dire su questo. Se riescono a farlo vorra' dire che il popolo glielo permette.

Resta il fatto pero' che chi non e' d'accordo con loro all'interno di questo partito crede nella sua "poverta politica individuale"di modificare questo elefante partendo dal loro piccolo topolino e non capiscono ancora che la leggenda del topolino e dell'elefante era solo una metafora per le allodole.

Resta sempre il fatto che a sinistra, nulla di nuovo e quel che ne e' rimasto come direzione( gia era tutto previsto all'era dei miglioristi) ha fatto il salto di convenienza dimostrandosi questo piu' duraturo e preposto a conservare i loro privilegi che altrimenti non avrebbero saputo come sbarcare lunario.

La vignetta dei 2 asinelli e' sempre attuale, per certi opportunisti di qualsiasi colore

Di fronte a tutto questo, che fare? Questo rimane sempre il vero dilemma.

un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

Sergio Staino è un simbolo per la sinistra del Partito democratico erede del Pci.
Vignettista e illustratore, ora fustiga senza pietà Pierluigi Bersani e la vecchia classe dirigente che non ha saputo, secondo le sue parole, comprendere il fenomeno Renzi.

Ecco perché in una intervista al Fatto quotidiano consiglia a Bersani di "andare al parco con i pensionati" e bolla l'attuale minoranza dem come "un gruppo di ubriachi":
"In nessuna loro azione riconosco la tradizione, non dico del partito, ma di una vocazione politica che mi ha accompagnato in tutta la vita.
La politica è una cosa sacra, bella. Questi stanno dimenticando tutto".

Ma le parole di Staino non sono un endorsement inaspettato al premier.
Tutt'altro:

"Di Renzi non mi piace quasi niente.
Ho contrastato fin dall'inizio l'ingresso e la sua ascesa all'interno del Pd. Sono stato tra i primissimi a parlare con D'Alema e con i suoi a Firenze, avvertendoli del pericolo, esponendo dei dubbi, ponendo delle domande" (...)

"D'Alema come sempre ha risposto con alterigia:
'Ma Sergio, Ma che mi dici? Ma cosa te ne frega? Renzi tanto finisce'.
E quello intanto cresceva.
Li ha fregati come bambocci.
E lo hanno fatto premier e segretario del partito.
Del mio partito.
Su tante cose, a partire dal Job'a Act, non sono d'accordo con lui.
Ma l'idea di buttarlo giù per sostenere quelli che gli hanno permesso di emergere non mi sfiora".

Il disegnatore, che non reputa Renzi di sinistra, continua a mettere il dito nella piaga:

Se la mettiamo sul piano degli affetti, la vicenda è molto dolorosa.
Lacerante.
Devastante.
Parliamo di persone con cui c'era amicizia e simpatia, ma quello che sono costretto a dare è un giudizio politico senza appello.
Sembra di avere di fronte un gruppo di ubriachi, di gente drogata, non più in sé.
Non capisco cosa sia successo. (...)

Io non sono in grado di valutare fino in fondo se questa legge elettorale sia la meno peggio e se si potesse fare di meglio, ma so che appellarsi alle preferenze per contrastarla rinnega una storia decennale.
Il Pci ha sempre considerato le preferenze come strumento utile a favorire correntismo e clientelismo.
Ricordo quando Bersani vinse le primarie.
Facce nuove, volti amici, speranze che lui tradì infilando i nominati calati dall'alto.
In Toscana abbiamo avuto la peggior serie di burocrati di partito.
Chi li ha rimessi?
Lui.
Come si permette di criticare quando è stato il primo a portare il partito verso la catastrofe?
Deve andare al parco con i pensionati.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Visita al benemerito partito renziano.



Roma, studenti “assediano” la sede del Pd dopo il corteo. Tensioni con la Polizia


http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/05/ ... ia/368664/
cielo 70
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da cielo 70 »

Era stato fatto nei primi anni 90 un referendum per avere la preferenza unica sul presupposto che quelle multiple favorivano le cordate. Di conseguenza si pensava che con quella unica diminuissero questi rischi. Le liste bloccate impediscono, nell'ambito di un partito, di distinguere un politico capace da uno incapace o infido (v. quello che succede nel Partito democratico). Anche nei collegi uninominali c'è sempre la possibilità che per votare il proprio partito si vada a indicare uno che non piace che è stato calato dall'alto. Quindi, se penso di sapere quali sono i sistemi elettorali migliori, a livello di selezione dei politici è più difficile trovare una risposta. Anche le primarie si è visto che non hanno risolto nulla.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Pd, Pippo Civati: “Non ho più fiducia nel governo: lascio il gruppo alla Camera”


Pippo Civati lascia il gruppo del Partito democratico a Montecitorio. Il deputato, come confermato a ilfattoquotidiano.it, ha deciso di abbandonare il Pd dopo le polemiche sull’approvazione dell’Italicum.

Nelle scorse ore aveva espresso il suo disaccordo sulla decisione di Matteo Renzi di mettere la fiducia sulla legge elettorale: “Non mi sento più nella condizione”, aveva detto a Rainews 24, “di sostenere un governo che fa le cose che ha fatto anche recentemente senza nemmeno considerare le ragioni delle cosiddette minoranze.

Mi sorprende che personalità come Gianni Cuperlo dicano ‘è stata una brutta parentesi chiudiamola in fretta’.

Secondo me quella del voto sull’Italicum, e di tanti altri episodi negli ultimi mesi, non può essere considerata una parentesi”.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05 ... a/1656640/
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