La Terza Guerra Mondiale
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Infine come ciliegina sulla torta ci sono le affermazioni di G. Soros che vede vicino un conflitto militare fra Cina e USA/Giappone.
Maucat
Non ne ero al corrente. Il grande fratello riporta:
Il finanziatore USA George Soros prevede nuova guerra mondiale
13:44 22.05.2015(aggiornato 14:23 22.05.2015) URL abbreviato
2043525
Gli Stati Uniti dovrebbero fare delle "grandi concessioni" per includere la Cina e lo yuan nel paniere di valute del Fondo Monetario Internazionale. In caso contrario, Pechino andrà incontro a Mosca, si tratta di un'alternativa "molto spiacevole", ritiene Soros.
Il miliardario americano George Soros ha ammesso la possibilità di una nuova guerra mondiale, che inizierà per lo scoppio del conflitto tra la Cina e gli Stati Uniti, scrive il portale "Market Watch".
Dal punto di vista di Soros, tale scenario sarà possibile se la Cina orienterà la sua economia al fabbisogno interno e non all'esportazione. In questo caso le autorità cinesi avranno bisogno di un conflitto esterno per mantenere il potere, ritiene il finanziatore americano.
"Se ci sarà uno scontro tra la Cina e un alleato militare degli Stati Uniti, come il Giappone, non è esagerato dire che saremo sull'orlo di una terza guerra mondiale,"
— "Market Watch" cita le parole di Soros.
Per evitare questo scenario, gli Stati Uniti dovrebbero consentire allo yuan di far parte del paniere di valute del Fondo Monetario Internazionale (FMI). In questo contesto la valuta cinese può competere con il dollaro, scrive "Market Watch".
In risposta la Cina dovrà cedere sulla riconfigurazione della sua economia, rileva il miliardario. Secondo Soros, per la Cina e gli Stati Uniti sarà difficile raggiungere un accordo, ma l'alternativa è
"molto spiacevole".
In caso contrario esiste un serio pericolo che la Cina crei un'alleanza politica e militare con la Russia, dopodichè la minaccia di una nuova guerra mondiale sarà attuale, riassume Soros.
SONDAGGIO
Secondo voi George Soros ha ragione: ci sarà un'altra guerra mondiale?
Si
46.7% (86)
No
53.3% (98)
Voti: 184Tutti i sondaggi
Leggi tutto: http://it.sputniknews.com/politica/2015 ... z3atmraVR9
Maucat
Non ne ero al corrente. Il grande fratello riporta:
Il finanziatore USA George Soros prevede nuova guerra mondiale
13:44 22.05.2015(aggiornato 14:23 22.05.2015) URL abbreviato
2043525
Gli Stati Uniti dovrebbero fare delle "grandi concessioni" per includere la Cina e lo yuan nel paniere di valute del Fondo Monetario Internazionale. In caso contrario, Pechino andrà incontro a Mosca, si tratta di un'alternativa "molto spiacevole", ritiene Soros.
Il miliardario americano George Soros ha ammesso la possibilità di una nuova guerra mondiale, che inizierà per lo scoppio del conflitto tra la Cina e gli Stati Uniti, scrive il portale "Market Watch".
Dal punto di vista di Soros, tale scenario sarà possibile se la Cina orienterà la sua economia al fabbisogno interno e non all'esportazione. In questo caso le autorità cinesi avranno bisogno di un conflitto esterno per mantenere il potere, ritiene il finanziatore americano.
"Se ci sarà uno scontro tra la Cina e un alleato militare degli Stati Uniti, come il Giappone, non è esagerato dire che saremo sull'orlo di una terza guerra mondiale,"
— "Market Watch" cita le parole di Soros.
Per evitare questo scenario, gli Stati Uniti dovrebbero consentire allo yuan di far parte del paniere di valute del Fondo Monetario Internazionale (FMI). In questo contesto la valuta cinese può competere con il dollaro, scrive "Market Watch".
In risposta la Cina dovrà cedere sulla riconfigurazione della sua economia, rileva il miliardario. Secondo Soros, per la Cina e gli Stati Uniti sarà difficile raggiungere un accordo, ma l'alternativa è
"molto spiacevole".
In caso contrario esiste un serio pericolo che la Cina crei un'alleanza politica e militare con la Russia, dopodichè la minaccia di una nuova guerra mondiale sarà attuale, riassume Soros.
SONDAGGIO
Secondo voi George Soros ha ragione: ci sarà un'altra guerra mondiale?
Si
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No
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Il sicario economico Soros prevede nuova guerra mondiale
ESTERI, NEWSvenerdì, 22, maggio, 2015
Gli Stati Uniti dovrebbero fare delle “grandi concessioni” per includere la Cina e lo yuan nel paniere di valute del Fondo Monetario Internazionale. In caso contrario, Pechino andrà incontro a Mosca, si tratta di un’alternativa “molto spiacevole”, ritiene Soros. In poche parole, si fa finta di “prevedere” ciò che è stato abilmente pianificato.
soros
Come scrive la Voce della Russia, il sicario economico americano George Soros ha ammesso la possibilità di una nuova guerra mondiale, che inizierà per lo scoppio del conflitto tra la Cina e gli Stati Uniti, scrive il portale “Market Watch”.
Dal punto di vista del miliardario Soros, tale scenario sarà possibile se la Cina orienterà la sua economia al fabbisogno interno e non all’esportazione. In questo caso le autorità cinesi avranno bisogno di un conflitto esterno per mantenere il potere, ritiene il finanziatore americano.
“Se ci sarà uno scontro tra la Cina e un alleato militare degli Stati Uniti, come il Giappone, non è esagerato dire che saremo sull’orlo di una terza guerra mondiale,”
— “Market Watch” cita le parole di Soros.
Per evitare questo scenario, gli Stati Uniti dovrebbero consentire allo yuan di far parte del paniere di valute del Fondo Monetario Internazionale (FMI). In questo contesto la valuta cinese può competere con il dollaro, scrive “Market Watch”.
In risposta la Cina dovrà cedere sulla riconfigurazione della sua economia, rileva il miliardario. Secondo Soros, per la Cina e gli Stati Uniti sarà difficile raggiungere un accordo, ma l’alternativa è
“molto spiacevole”.
In caso contrario esiste un serio pericolo che la Cina crei un’alleanza politica e militare con la Russia, dopodichè la minaccia di una nuova guerra mondiale sarà attuale, riassume Soros.
http://www.imolaoggi.it/2015/05/22/il-s ... -mondiale/
ESTERI, NEWSvenerdì, 22, maggio, 2015
Gli Stati Uniti dovrebbero fare delle “grandi concessioni” per includere la Cina e lo yuan nel paniere di valute del Fondo Monetario Internazionale. In caso contrario, Pechino andrà incontro a Mosca, si tratta di un’alternativa “molto spiacevole”, ritiene Soros. In poche parole, si fa finta di “prevedere” ciò che è stato abilmente pianificato.
soros
Come scrive la Voce della Russia, il sicario economico americano George Soros ha ammesso la possibilità di una nuova guerra mondiale, che inizierà per lo scoppio del conflitto tra la Cina e gli Stati Uniti, scrive il portale “Market Watch”.
Dal punto di vista del miliardario Soros, tale scenario sarà possibile se la Cina orienterà la sua economia al fabbisogno interno e non all’esportazione. In questo caso le autorità cinesi avranno bisogno di un conflitto esterno per mantenere il potere, ritiene il finanziatore americano.
“Se ci sarà uno scontro tra la Cina e un alleato militare degli Stati Uniti, come il Giappone, non è esagerato dire che saremo sull’orlo di una terza guerra mondiale,”
— “Market Watch” cita le parole di Soros.
Per evitare questo scenario, gli Stati Uniti dovrebbero consentire allo yuan di far parte del paniere di valute del Fondo Monetario Internazionale (FMI). In questo contesto la valuta cinese può competere con il dollaro, scrive “Market Watch”.
In risposta la Cina dovrà cedere sulla riconfigurazione della sua economia, rileva il miliardario. Secondo Soros, per la Cina e gli Stati Uniti sarà difficile raggiungere un accordo, ma l’alternativa è
“molto spiacevole”.
In caso contrario esiste un serio pericolo che la Cina crei un’alleanza politica e militare con la Russia, dopodichè la minaccia di una nuova guerra mondiale sarà attuale, riassume Soros.
http://www.imolaoggi.it/2015/05/22/il-s ... -mondiale/
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Re: La Terza Guerra Mondiale
ARABIA SAUDITA
Attentato in una moschea sciita: 20 vittime. Isis rivendica la strage
I fedeli erano riuniti per la preghiera del venerdì, un attentatore suicida si è infiltrato. Isis rivendica: l’annuncio è stato diffuso da uno degli account Twitter del Califfato
di Redazione Online
La moschea sciita di Kudeih, nell’est dell’Arabia Saudita, è stata scossa da un attentato kamikaze mentre oltre un centinaio di fedeli si trovavano in preghiera. Almeno 20 le vittime, 50 i feriti. La televisione degli Hezbollah libanesi, al-Manar, ha trasmesso immagini di corpi in pozze di sangue, tra vetri e detriti sparsi sul pavimento, mentre arrivava ferma la condanna degli stessi Hezbollah, che accusano i sauditi. Al momento non sono pervenute rivendicazioni. Ma, dopo ore dall’attacco, l’Isis ha rivendicato l’attentato suicida. L’annuncio è stato diffuso da uno degli account Twitter che affermano di rappresentare l’Isis. Non è possibile verificare l’autenticità della rivendicazione. Con un comunicato online i miliziani hanno indicato nome e cognome dell’attentatore suicida, identificato come Abu Amer al-Najdi, pubblicando anche una sua foto. I jihadisti hanno promesso «altri giorni bui» per gli sciiti finché non «saranno cacciati dalla Penisola Arabica».
L’esplosione
La moschea dell’Imam Ali di Kudeih si trova nella provincia orientale di Qatif, cuore della minoranza sciita, che da tempo lamenta di essere marginalizzata nel Paese custode della tradizione sunnita. Di recente, la polizia saudita ha smantellato una presunta cellula legata allo Stato islamico, sospettata di pianificare attacchi per esasperare le tensioni tra le due comunità nella regione orientale. Lo scorso novembre, sette persone, tra cui bambini, sono state uccise nel corso di una commemorazione religiosa. Se confermato la matrice terroristica, si tratterebbe del primo caso in Arabia Saudita. Riad è impegnata a guidare una coalizione di Paesi sunniti nella campagna di bombardamenti contro la ribellione sciita degli Houthi nel vicino Yemen. Ugualmente, partecipa alla coalizione internazionale a guida Usa contro l’Isis.
22 maggio 2015 | 12:55
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/esteri/15_maggio ... 80d7.shtml
Attentato in una moschea sciita: 20 vittime. Isis rivendica la strage
I fedeli erano riuniti per la preghiera del venerdì, un attentatore suicida si è infiltrato. Isis rivendica: l’annuncio è stato diffuso da uno degli account Twitter del Califfato
di Redazione Online
La moschea sciita di Kudeih, nell’est dell’Arabia Saudita, è stata scossa da un attentato kamikaze mentre oltre un centinaio di fedeli si trovavano in preghiera. Almeno 20 le vittime, 50 i feriti. La televisione degli Hezbollah libanesi, al-Manar, ha trasmesso immagini di corpi in pozze di sangue, tra vetri e detriti sparsi sul pavimento, mentre arrivava ferma la condanna degli stessi Hezbollah, che accusano i sauditi. Al momento non sono pervenute rivendicazioni. Ma, dopo ore dall’attacco, l’Isis ha rivendicato l’attentato suicida. L’annuncio è stato diffuso da uno degli account Twitter che affermano di rappresentare l’Isis. Non è possibile verificare l’autenticità della rivendicazione. Con un comunicato online i miliziani hanno indicato nome e cognome dell’attentatore suicida, identificato come Abu Amer al-Najdi, pubblicando anche una sua foto. I jihadisti hanno promesso «altri giorni bui» per gli sciiti finché non «saranno cacciati dalla Penisola Arabica».
L’esplosione
La moschea dell’Imam Ali di Kudeih si trova nella provincia orientale di Qatif, cuore della minoranza sciita, che da tempo lamenta di essere marginalizzata nel Paese custode della tradizione sunnita. Di recente, la polizia saudita ha smantellato una presunta cellula legata allo Stato islamico, sospettata di pianificare attacchi per esasperare le tensioni tra le due comunità nella regione orientale. Lo scorso novembre, sette persone, tra cui bambini, sono state uccise nel corso di una commemorazione religiosa. Se confermato la matrice terroristica, si tratterebbe del primo caso in Arabia Saudita. Riad è impegnata a guidare una coalizione di Paesi sunniti nella campagna di bombardamenti contro la ribellione sciita degli Houthi nel vicino Yemen. Ugualmente, partecipa alla coalizione internazionale a guida Usa contro l’Isis.
22 maggio 2015 | 12:55
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Re: La Terza Guerra Mondiale
22 MAG 2015 17:21
ALL’ARMI SIAM FINLANDESI! - SALE LA TENSIONE CON LA RUSSIA: HELSINKI METTE IN PREALLERTA I RISERVISTI: "PREPARATEVI ALLA GUERRA" - IL GOVERNO NEGA CHE LE LETTERE ABBIANO A CHE FARE CON LA CRISI UCRAINA O CON LE TENSIONI CON LA RUSSIA...
Le autorità finlandesi hanno scritto a 900mila riservisti per definire il ruolo di ciascuno di loro "in caso di guerra" - Il portavoce della Difesa spiega che l’iniziativa è stata pensata 2 anni fa: “La lettera ai riservisti non è legata alla situazione della sicurezza” (ma per gli esperti la lettera è stata dettata dai timori sulle intenzioni del potente vicino russo)...
Mario Valenza per “il Giornale”
Le autorità finlandesi hanno scritto a 900mila riservisti delle forze armate - tra i quali i residenti all’estero - per definire il ruolo di ciascuno di loro "in caso di guerra".
Un’iniziativa che testimonia le crescenti tensioni con la Russia, con cui la Finlandia condivide un confine di oltre 1300 chilometri, il più lungo di tutti i paesi europei fatta eccezione per l’Ucraina.
La lettera indica ai singoli riservisti a quale unità o reggimento dovranno fare riferimento in caso di ostilità: "Di seguito troverete tutti i dettagli riguardanti la vostra persona e il vostro ruolo in caso di guerra. Il momento non è scelto a caso", sottolinea un riservista citato dal ’Telegraph’. "Chiaramente è dovuto ad un atteggiamento più aggressivo della Russia. Sono riservista da 15 anni ed è la prima volta che ricevo una cosa di questo tipo. Lettere come queste sono una cosa molto rara".
Il governo ha nel frattempo negato che le lettere abbiano a che fare con la crisi ucraina o con le tensioni con la Russia, ed ha fatto sapere che l’iniziativa è stata pensata due anni fa: "La lettera ai riservisti è legata al nostro piano per sviluppare le comunicazioni con i riservisti, e non alla situazione della sicurezza", ha dichiarato Mika Kalliomaa, portavoce delle Forze di Difesa finlandesi.
Ma per gli esperti non ci sono dubbi sul fatto che - per quanto l’iniziativa risalga a prima della crisi in Crimea - la lettera sia stata dettata dai timori sulle attuali intenzioni del potente vicino.
A seguito dell’invasione da parte dell’Unione Sovietica nel 1939, ricordano gli analisti, ripercorrendo la storia delle relazioni tra Helsinki e Mosca, la Finlandia combatté con l’Urss un conflitto di alcuni mesi, la guerra d’inverno, al termine del quale le cedette il 10 per cento circa del proprio territorio.
Ora la situazione nella regione è sempre più instabile e "la Russia ha dimostrato di essere in grado di trasportare imponenti contingenti di truppe attraverso vaste distanze in modo molto rapido. Non ho mai avuto tanta gente che veniva da me a chiedermi se è il caso di preoccuparsi per la situazione della sicurezza", ha dichiarato Charly Salonius-Pasternak, ricercatore all’Istituto finlandese per gli affari internazionali.
ALL’ARMI SIAM FINLANDESI! - SALE LA TENSIONE CON LA RUSSIA: HELSINKI METTE IN PREALLERTA I RISERVISTI: "PREPARATEVI ALLA GUERRA" - IL GOVERNO NEGA CHE LE LETTERE ABBIANO A CHE FARE CON LA CRISI UCRAINA O CON LE TENSIONI CON LA RUSSIA...
Le autorità finlandesi hanno scritto a 900mila riservisti per definire il ruolo di ciascuno di loro "in caso di guerra" - Il portavoce della Difesa spiega che l’iniziativa è stata pensata 2 anni fa: “La lettera ai riservisti non è legata alla situazione della sicurezza” (ma per gli esperti la lettera è stata dettata dai timori sulle intenzioni del potente vicino russo)...
Mario Valenza per “il Giornale”
Le autorità finlandesi hanno scritto a 900mila riservisti delle forze armate - tra i quali i residenti all’estero - per definire il ruolo di ciascuno di loro "in caso di guerra".
Un’iniziativa che testimonia le crescenti tensioni con la Russia, con cui la Finlandia condivide un confine di oltre 1300 chilometri, il più lungo di tutti i paesi europei fatta eccezione per l’Ucraina.
La lettera indica ai singoli riservisti a quale unità o reggimento dovranno fare riferimento in caso di ostilità: "Di seguito troverete tutti i dettagli riguardanti la vostra persona e il vostro ruolo in caso di guerra. Il momento non è scelto a caso", sottolinea un riservista citato dal ’Telegraph’. "Chiaramente è dovuto ad un atteggiamento più aggressivo della Russia. Sono riservista da 15 anni ed è la prima volta che ricevo una cosa di questo tipo. Lettere come queste sono una cosa molto rara".
Il governo ha nel frattempo negato che le lettere abbiano a che fare con la crisi ucraina o con le tensioni con la Russia, ed ha fatto sapere che l’iniziativa è stata pensata due anni fa: "La lettera ai riservisti è legata al nostro piano per sviluppare le comunicazioni con i riservisti, e non alla situazione della sicurezza", ha dichiarato Mika Kalliomaa, portavoce delle Forze di Difesa finlandesi.
Ma per gli esperti non ci sono dubbi sul fatto che - per quanto l’iniziativa risalga a prima della crisi in Crimea - la lettera sia stata dettata dai timori sulle attuali intenzioni del potente vicino.
A seguito dell’invasione da parte dell’Unione Sovietica nel 1939, ricordano gli analisti, ripercorrendo la storia delle relazioni tra Helsinki e Mosca, la Finlandia combatté con l’Urss un conflitto di alcuni mesi, la guerra d’inverno, al termine del quale le cedette il 10 per cento circa del proprio territorio.
Ora la situazione nella regione è sempre più instabile e "la Russia ha dimostrato di essere in grado di trasportare imponenti contingenti di truppe attraverso vaste distanze in modo molto rapido. Non ho mai avuto tanta gente che veniva da me a chiedermi se è il caso di preoccuparsi per la situazione della sicurezza", ha dichiarato Charly Salonius-Pasternak, ricercatore all’Istituto finlandese per gli affari internazionali.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
22 MAG 2015 17:21
ALL’ARMI SIAM FINLANDESI! - SALE LA TENSIONE CON LA RUSSIA: HELSINKI METTE IN PREALLERTA I RISERVISTI: "PREPARATEVI ALLA GUERRA" - IL GOVERNO NEGA CHE LE LETTERE ABBIANO A CHE FARE CON LA CRISI UCRAINA O CON LE TENSIONI CON LA RUSSIA...
Le autorità finlandesi hanno scritto a 900mila riservisti per definire il ruolo di ciascuno di loro "in caso di guerra" - Il portavoce della Difesa spiega che l’iniziativa è stata pensata 2 anni fa: “La lettera ai riservisti non è legata alla situazione della sicurezza” (ma per gli esperti la lettera è stata dettata dai timori sulle intenzioni del potente vicino russo)...
Mario Valenza per “il Giornale”
Le autorità finlandesi hanno scritto a 900mila riservisti delle forze armate - tra i quali i residenti all’estero - per definire il ruolo di ciascuno di loro "in caso di guerra".
Un’iniziativa che testimonia le crescenti tensioni con la Russia, con cui la Finlandia condivide un confine di oltre 1300 chilometri, il più lungo di tutti i paesi europei fatta eccezione per l’Ucraina.
La lettera indica ai singoli riservisti a quale unità o reggimento dovranno fare riferimento in caso di ostilità: "Di seguito troverete tutti i dettagli riguardanti la vostra persona e il vostro ruolo in caso di guerra. Il momento non è scelto a caso", sottolinea un riservista citato dal ’Telegraph’. "Chiaramente è dovuto ad un atteggiamento più aggressivo della Russia. Sono riservista da 15 anni ed è la prima volta che ricevo una cosa di questo tipo. Lettere come queste sono una cosa molto rara".
Il governo ha nel frattempo negato che le lettere abbiano a che fare con la crisi ucraina o con le tensioni con la Russia, ed ha fatto sapere che l’iniziativa è stata pensata due anni fa: "La lettera ai riservisti è legata al nostro piano per sviluppare le comunicazioni con i riservisti, e non alla situazione della sicurezza", ha dichiarato Mika Kalliomaa, portavoce delle Forze di Difesa finlandesi.
Ma per gli esperti non ci sono dubbi sul fatto che - per quanto l’iniziativa risalga a prima della crisi in Crimea - la lettera sia stata dettata dai timori sulle attuali intenzioni del potente vicino.
A seguito dell’invasione da parte dell’Unione Sovietica nel 1939, ricordano gli analisti, ripercorrendo la storia delle relazioni tra Helsinki e Mosca, la Finlandia combatté con l’Urss un conflitto di alcuni mesi, la guerra d’inverno, al termine del quale le cedette il 10 per cento circa del proprio territorio.
Ora la situazione nella regione è sempre più instabile e "la Russia ha dimostrato di essere in grado di trasportare imponenti contingenti di truppe attraverso vaste distanze in modo molto rapido. Non ho mai avuto tanta gente che veniva da me a chiedermi se è il caso di preoccuparsi per la situazione della sicurezza", ha dichiarato Charly Salonius-Pasternak, ricercatore all’Istituto finlandese per gli affari internazionali.
ALL’ARMI SIAM FINLANDESI! - SALE LA TENSIONE CON LA RUSSIA: HELSINKI METTE IN PREALLERTA I RISERVISTI: "PREPARATEVI ALLA GUERRA" - IL GOVERNO NEGA CHE LE LETTERE ABBIANO A CHE FARE CON LA CRISI UCRAINA O CON LE TENSIONI CON LA RUSSIA...
Le autorità finlandesi hanno scritto a 900mila riservisti per definire il ruolo di ciascuno di loro "in caso di guerra" - Il portavoce della Difesa spiega che l’iniziativa è stata pensata 2 anni fa: “La lettera ai riservisti non è legata alla situazione della sicurezza” (ma per gli esperti la lettera è stata dettata dai timori sulle intenzioni del potente vicino russo)...
Mario Valenza per “il Giornale”
Le autorità finlandesi hanno scritto a 900mila riservisti delle forze armate - tra i quali i residenti all’estero - per definire il ruolo di ciascuno di loro "in caso di guerra".
Un’iniziativa che testimonia le crescenti tensioni con la Russia, con cui la Finlandia condivide un confine di oltre 1300 chilometri, il più lungo di tutti i paesi europei fatta eccezione per l’Ucraina.
La lettera indica ai singoli riservisti a quale unità o reggimento dovranno fare riferimento in caso di ostilità: "Di seguito troverete tutti i dettagli riguardanti la vostra persona e il vostro ruolo in caso di guerra. Il momento non è scelto a caso", sottolinea un riservista citato dal ’Telegraph’. "Chiaramente è dovuto ad un atteggiamento più aggressivo della Russia. Sono riservista da 15 anni ed è la prima volta che ricevo una cosa di questo tipo. Lettere come queste sono una cosa molto rara".
Il governo ha nel frattempo negato che le lettere abbiano a che fare con la crisi ucraina o con le tensioni con la Russia, ed ha fatto sapere che l’iniziativa è stata pensata due anni fa: "La lettera ai riservisti è legata al nostro piano per sviluppare le comunicazioni con i riservisti, e non alla situazione della sicurezza", ha dichiarato Mika Kalliomaa, portavoce delle Forze di Difesa finlandesi.
Ma per gli esperti non ci sono dubbi sul fatto che - per quanto l’iniziativa risalga a prima della crisi in Crimea - la lettera sia stata dettata dai timori sulle attuali intenzioni del potente vicino.
A seguito dell’invasione da parte dell’Unione Sovietica nel 1939, ricordano gli analisti, ripercorrendo la storia delle relazioni tra Helsinki e Mosca, la Finlandia combatté con l’Urss un conflitto di alcuni mesi, la guerra d’inverno, al termine del quale le cedette il 10 per cento circa del proprio territorio.
Ora la situazione nella regione è sempre più instabile e "la Russia ha dimostrato di essere in grado di trasportare imponenti contingenti di truppe attraverso vaste distanze in modo molto rapido. Non ho mai avuto tanta gente che veniva da me a chiedermi se è il caso di preoccuparsi per la situazione della sicurezza", ha dichiarato Charly Salonius-Pasternak, ricercatore all’Istituto finlandese per gli affari internazionali.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Purtroppo le grandi crisi economiche possono essere risolte solo con le guerre. Un bel conflitto permette di ridurre le pressioni demografiche, permette di consolidare il potere delle elite al potere soprattutto di quelle vincenti, permette di arraffare un bel po di ricchezze altrui, permette di far combattere tra di loro milioni se non miliardi di persone che altrimenti prima o poi la guerra la farebbero a coloro che li affamano e si arricchiscono alle loro spalle.
Tensione USA/Nato-Russia lungo tutto il confine in Europa, Medio Oriente in fiamme con l'ISIS concepito da USA & co. poi come sempre sfuggito di mano ai suoi creatori e sovvenzionato dai Sauditi per motivi di supremazia fra Sciti e Sunniti e per controllo di ingenti quantità di petrolio sfruttando abilmente le tensioni religiose fra le 3 grandi religioni monoteiste, tensione fra Cina - USA/Giappone, conflitti eterni in Africa, inizio delle grandi siccità e quindi dei problemi legati all'acqua potabile...
Tutto questo e molto più ci spingono inevitabilmente verso un nuovo conflitto di dimensioni globali molto più probabile di quello che ci minacciavano 30 anni fa quando c'era l'URSS (che paradossalmente aveva invece svolto una funzione dissuasoria verso una guerra termonucleare globale).
Tensione USA/Nato-Russia lungo tutto il confine in Europa, Medio Oriente in fiamme con l'ISIS concepito da USA & co. poi come sempre sfuggito di mano ai suoi creatori e sovvenzionato dai Sauditi per motivi di supremazia fra Sciti e Sunniti e per controllo di ingenti quantità di petrolio sfruttando abilmente le tensioni religiose fra le 3 grandi religioni monoteiste, tensione fra Cina - USA/Giappone, conflitti eterni in Africa, inizio delle grandi siccità e quindi dei problemi legati all'acqua potabile...
Tutto questo e molto più ci spingono inevitabilmente verso un nuovo conflitto di dimensioni globali molto più probabile di quello che ci minacciavano 30 anni fa quando c'era l'URSS (che paradossalmente aveva invece svolto una funzione dissuasoria verso una guerra termonucleare globale).
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Re: La Terza Guerra Mondiale
GIORNI ESPLOSIVI
Da altra fonte
Mosca non teme la Nato, e il vero sconfitto sarà l’Europa
Scritto il 23/5/15 • LIBRE nella Categoria: segnalazioni
Per il futuro prossimo ci attende un’opzione brutale e folle, che si chiama guerra, visto che è «miseramente fallito» l’attacco su due fronti – prezzo del petrolio e valore del rublo – che puntava a distruggere l’economia russa e a metterla in una posizione di fornitore energetico vassallo dell’Occidente.
Il nuovo “grande gioco” in Eurasia?
E’ sempre ruotato attorno al controllo delle risorse naturali.
In Ucraina, il Cremlino è stato esplicito nel tracciare due precise linee rosse:
- l’Ucraina non farà parte della Nato e
- la Repubblica Popolare di Donetsk e Lugansk non sarà fatta a pezzi.
Per Pepe Escobar, ci avviciniamo a una possibile deadline esplosiva, quando le sanzioni Ue scadranno, in luglio.
Con una Ue «in subbuglio ma ancora schiava della Nato», e la militarizzione dell’Est, dai paesi baltici alla Polonia, il conflitto potrebbe esplodere.
Ma attenzione: «Solo i pazzi credono che Washington rischierà vite statunitensi per l’Ucraina o per la Polonia».
E quindi, «se si arrivasse all’impensabile – una guerra tra Nato e Russia in Ucraina – le linee di difesa russe sono sicuramente superiori sia in mare sia in terra, sia dal punto di vista convenzionale sia da quello nucleare».
Il Pentagono, scrive Escobar in un post tradotto da “Come Don Chisciotte”, sa benissimo che la Russia «ridurrebbe le forze della Nato in frantumi in poche ore».
Poi «arriverebbe la scelta decisiva di Washington: accettare la bruciante sconfitta o passare alle armi tattiche nucleari».
( MA CHE ALLEGRIA!!!!!!- ndt)
Il Pentagono sa che la Russia «ha le capacità difensive, aeree e missilistiche, per controbattere qualsiasi arma», incluse quelle del programma “Prompt Global Strike” statunitense (Pgs).
Secondo il generale Kirill Makarov, numero due delle forze di difesa aerospaziali russe, l’attuale infrastruttura militare della Nato è la maggiore minaccia alla sicurezza di Mosca, che però avrebbe «un paio di generazioni di vantaggio» nei propri armamenti difensivi.
Spiegazione: «Mentre il Pentagono era impegolato nei suoi problemi in Afghanistan e Iraq, si è completamente perso il salto in avanti tecnologico compiuto dalla Russia», scrive Escobar.
«Lo stesso vale per la capacità cinese di colpire i satelliti statunitensi e quindi polverizzare il sistema di guida satellitare degli Icbm statunitensi», cioè i missili balistici intercontinentali.
«Lo scenario corrente – continua Escobar – è che la Russia guadagna tempo fino a che non avrà completamente protetto il proprio spazio aereo dagli Icbm statunitensi, aerei stealth e missili cruise, con il sistema S-500».
Ciò non è sfuggito all’attenzione del “British Joint Intelligence Committee” (Jic), che aveva simulato tempo fa l’eventualità di un primo attacco di Washington ai danni della Russia.
Secondo il Jic, Washington potrebbe avere seri problemi in tre casi:
- se un governo “estremista” dovesse prendere il potere negli Usa,
- se ci fosse una crescente caduta di fiducia negli Usa e nei loro alleati occidentali a causa di sviluppi politici nelle nazioni stesse, e
- se ci fosse qualche repentino avanzamento nella sfera degli armamenti statunitensi, tanto che l’impazienza possa prendere il sopravvento.
Smontata l’ipotesi che gli Usa possano sferrare il “primo colpo” per abbattere la capacità difensiva di Mosca, resta una pesante incognita: cosa accadrebbe se domani gli Stati Uniti disponessero di una tranquillità strategica come quella di cui oggi gode la Russia?
Tutto il gioco, continua Escobar, ruotava attorno a chi controllava il mare – il regalo geopolitico che gli Usa hanno ereditato dal Regno Unito.
«Controllare i mari significa ereditare cinque imperi: Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia e Paesi Bassi.
Tutti quei natanti statunitensi che pattugliano i mari per garantire “libero mercato” – come sostiene la macchina della propaganda – potrebbero essere usati di colpo contro la Cina.
È un meccanismo simile all’operazione finanziaria “governare da dietro” attentamente architettata per contemporaneamente distruggere il rublo e lanciare una guerra del petrolio per ridurre alla sottomissione la Russia».
Il piano principale di Washington, aggiunge Escobar, resta semplicissimo: «“Neutralizzare” la Cina dal Giappone e la Russia dalla Germania, con gli Stati Uniti a fare da spalla ai due puntelli.
La Russia è de facto l’unico paese dei Brics ad opporsi».
Questa era la situazione fino a che Pechino non ha lanciato le nuove “vie della seta”, ovvero il progetto di unire tutta l’Eurasia sul piano economico e commerciale su binari ad alta velocità, trasferendo tonnellate di merci dal trasporto marittimo a quello terrestre.
Mentre Washington continua a demonizzare la Russia per colpire la partnership sino-russa, in un futuro non remoto Germania, Russia e Cina avranno «ciò che serve per diventare i pilastri di un’Eurasia totalmente integrata».
Da altra fonte
Mosca non teme la Nato, e il vero sconfitto sarà l’Europa
Scritto il 23/5/15 • LIBRE nella Categoria: segnalazioni
Per il futuro prossimo ci attende un’opzione brutale e folle, che si chiama guerra, visto che è «miseramente fallito» l’attacco su due fronti – prezzo del petrolio e valore del rublo – che puntava a distruggere l’economia russa e a metterla in una posizione di fornitore energetico vassallo dell’Occidente.
Il nuovo “grande gioco” in Eurasia?
E’ sempre ruotato attorno al controllo delle risorse naturali.
In Ucraina, il Cremlino è stato esplicito nel tracciare due precise linee rosse:
- l’Ucraina non farà parte della Nato e
- la Repubblica Popolare di Donetsk e Lugansk non sarà fatta a pezzi.
Per Pepe Escobar, ci avviciniamo a una possibile deadline esplosiva, quando le sanzioni Ue scadranno, in luglio.
Con una Ue «in subbuglio ma ancora schiava della Nato», e la militarizzione dell’Est, dai paesi baltici alla Polonia, il conflitto potrebbe esplodere.
Ma attenzione: «Solo i pazzi credono che Washington rischierà vite statunitensi per l’Ucraina o per la Polonia».
E quindi, «se si arrivasse all’impensabile – una guerra tra Nato e Russia in Ucraina – le linee di difesa russe sono sicuramente superiori sia in mare sia in terra, sia dal punto di vista convenzionale sia da quello nucleare».
Il Pentagono, scrive Escobar in un post tradotto da “Come Don Chisciotte”, sa benissimo che la Russia «ridurrebbe le forze della Nato in frantumi in poche ore».
Poi «arriverebbe la scelta decisiva di Washington: accettare la bruciante sconfitta o passare alle armi tattiche nucleari».
( MA CHE ALLEGRIA!!!!!!- ndt)
Il Pentagono sa che la Russia «ha le capacità difensive, aeree e missilistiche, per controbattere qualsiasi arma», incluse quelle del programma “Prompt Global Strike” statunitense (Pgs).
Secondo il generale Kirill Makarov, numero due delle forze di difesa aerospaziali russe, l’attuale infrastruttura militare della Nato è la maggiore minaccia alla sicurezza di Mosca, che però avrebbe «un paio di generazioni di vantaggio» nei propri armamenti difensivi.
Spiegazione: «Mentre il Pentagono era impegolato nei suoi problemi in Afghanistan e Iraq, si è completamente perso il salto in avanti tecnologico compiuto dalla Russia», scrive Escobar.
«Lo stesso vale per la capacità cinese di colpire i satelliti statunitensi e quindi polverizzare il sistema di guida satellitare degli Icbm statunitensi», cioè i missili balistici intercontinentali.
«Lo scenario corrente – continua Escobar – è che la Russia guadagna tempo fino a che non avrà completamente protetto il proprio spazio aereo dagli Icbm statunitensi, aerei stealth e missili cruise, con il sistema S-500».
Ciò non è sfuggito all’attenzione del “British Joint Intelligence Committee” (Jic), che aveva simulato tempo fa l’eventualità di un primo attacco di Washington ai danni della Russia.
Secondo il Jic, Washington potrebbe avere seri problemi in tre casi:
- se un governo “estremista” dovesse prendere il potere negli Usa,
- se ci fosse una crescente caduta di fiducia negli Usa e nei loro alleati occidentali a causa di sviluppi politici nelle nazioni stesse, e
- se ci fosse qualche repentino avanzamento nella sfera degli armamenti statunitensi, tanto che l’impazienza possa prendere il sopravvento.
Smontata l’ipotesi che gli Usa possano sferrare il “primo colpo” per abbattere la capacità difensiva di Mosca, resta una pesante incognita: cosa accadrebbe se domani gli Stati Uniti disponessero di una tranquillità strategica come quella di cui oggi gode la Russia?
Tutto il gioco, continua Escobar, ruotava attorno a chi controllava il mare – il regalo geopolitico che gli Usa hanno ereditato dal Regno Unito.
«Controllare i mari significa ereditare cinque imperi: Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia e Paesi Bassi.
Tutti quei natanti statunitensi che pattugliano i mari per garantire “libero mercato” – come sostiene la macchina della propaganda – potrebbero essere usati di colpo contro la Cina.
È un meccanismo simile all’operazione finanziaria “governare da dietro” attentamente architettata per contemporaneamente distruggere il rublo e lanciare una guerra del petrolio per ridurre alla sottomissione la Russia».
Il piano principale di Washington, aggiunge Escobar, resta semplicissimo: «“Neutralizzare” la Cina dal Giappone e la Russia dalla Germania, con gli Stati Uniti a fare da spalla ai due puntelli.
La Russia è de facto l’unico paese dei Brics ad opporsi».
Questa era la situazione fino a che Pechino non ha lanciato le nuove “vie della seta”, ovvero il progetto di unire tutta l’Eurasia sul piano economico e commerciale su binari ad alta velocità, trasferendo tonnellate di merci dal trasporto marittimo a quello terrestre.
Mentre Washington continua a demonizzare la Russia per colpire la partnership sino-russa, in un futuro non remoto Germania, Russia e Cina avranno «ciò che serve per diventare i pilastri di un’Eurasia totalmente integrata».
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Aggiornando lo scacchiere planetario delle guerre guerreggiate o prossime tali, potremmo affermare che:
1° Fronte di guerra – Il Nord Africa – con particolare attenzione alla Libia.
2°Fronte di guerra – Il Medio Oriente – Siria ed Iraq.
3° Fronte di guerra – Il Nord Europa – Ucraina e dalle ultime notizie la Finlandia.
4° Fronte di guerra – Per il momento paventato da Soros – Cina contro Stati Uniti e Giappone.
5° Fronte di guerra - Sud Europa - Italia
6° Fronte di guerra - Ue - Russia
1° Fronte di guerra – Il Nord Africa – con particolare attenzione alla Libia.
2°Fronte di guerra – Il Medio Oriente – Siria ed Iraq.
3° Fronte di guerra – Il Nord Europa – Ucraina e dalle ultime notizie la Finlandia.
4° Fronte di guerra – Per il momento paventato da Soros – Cina contro Stati Uniti e Giappone.
5° Fronte di guerra - Sud Europa - Italia
6° Fronte di guerra - Ue - Russia
Ultima modifica di camillobenso il 31/05/2015, 21:44, modificato 3 volte in totale.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
2°Fronte di guerra – Il Medio Oriente – Siria ed Iraq.
Palmira, vessillo Isis sventola sulla rocca. Jihadisti nel museo: “Statue a rischio”
Una foto diffusa su Twitter mostra la bandiera nera del Califfato che sventola sulla cittadella antica. Maamoun Abdulkarim, direttore del dipartimento dei musei e delle antichità di Damasco: "I miliziani hanno rotto delle repliche in gesso". Molte delle statue trasportabili, dei gioielli e dei manufatti sono stati portati via e nascosti: "Ma ci sono parti enormi come sarcofagi che pesano 3-4 tonnellate e che non siamo in grado di spostare. Questo è ciò che ci preoccupa"
di F. Q. | 23 maggio 2015
La “Sposa del deserto” è nelle loro mani e ora il timore è che possano violentarla, come hanno fatto a Mosul, Hatra, Nimrud. Conquistata dai miliziani dello Stato Islamico senza che l’esercito di Bashar Al Assad si opponesse in una vera e propria difesa della città tesoro dell’antichità, Palmira è un ostaggio che attende di conoscere il proprio destino. Una foto che mostra una bandiera nera con l’emblema del Califfato sventolare sulla cittadella antica circola su Twitter, ma finora non è stato possibile verificare la sua autenticità. La paura, che somiglia ad una terribile certezza, rimane: le meraviglie archeologiche patrimonio dell’umanità della città a 240 km da Damasco rischiano la distruzione, come da giorni avverte l’Unesco.
Mentre l’esercito regolare siriano perde terreno sconfitto su più fronti dai ribelli anti-Assad e dagli jihadisti di Isis e del Fronte Al Nusra, gli uomini del Califfato sono riusciti ad entrare nel museo di Palmira. Lo ha reso noto Maamoun Abdulkarim, direttore del dipartimento dei musei e delle antichità di Damasco. Gli jihadisti “hanno rotto delle repliche in gesso, sono ritornati venerdì, hanno chiuso le porte e posto delle guardie di fronte”.
Una fioca speranza per la sorte delle meraviglie della “Perla del deserto” è la notizia che molte delle statue trasportabili (ma nel museo molte non lo sono affatto), dei gioielli e dei manufatti sono stati portati via e nascosti dalla locale direzione delle antichità. Ma non si hanno né numeri né particolari e soprattutto nessun luogo sembra ormai sicuro nella zona. “Abbiamo gradualmente inviato i reperti archeologici a Damasco – ha spiegato Abdulkarim – ma ci sono parti enormi come sarcofagi (all’ingresso al museo, ndr) che pesano 3-4 tonnellate e che non siamo in grado di spostare. Questo è ciò che ci preoccupa”, ha sottolineato Abdulkarim. “Non c’è stato alcun movimento (dell’Is, ndr) all’interno del sito archeologico”, ha aggiunto Abdelkarim, auspicando che i miliziani jihadisti “non ripetano le distruzioni di cui sono stati responsabili in Iraq”.
La città della leggendaria regina Zenobia – dal tempio di Baal alla strada colonnata, dalla necropoli alle terme di Diocleziano – è essa stessa un irripetibile e straordinario museo a cielo aperto, ma anche nel chiuso delle 12 sale del museo vero e proprio si nasconde un tesoro immenso e fragilissimo che ora rischia di andare perso.
Fondato nel 1961 all’entrata della città moderna, raccoglie numerosi reperti ritrovati nel sito archeologico che testimoniano l’alto livello di raffinatezza raggiunto dall’arte palmirea. Già dal giardino, dove il visitatore viene accolto dalla bellissima statua di leone trovata vicino al tempio di Atena Allath e da tanti altri reperti, ci si rende conto di essere in luogo più che speciale. E poi l’atrio con la ricostruzione della grotta dell’età della pietra scoperta a 22 chilometri a nord della città. Nei due piani della costruzione oltre a statue, sarcofaghi, monete, tessere in terracotta per l’ingresso a templi, stucchi e vetri stupendi, ci sono i famosissimi rilievi funerari con il ritratto del defunto che chiudevano i loculi delle tombe collettive dei clan locali.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha “condannato con forza gli atti terroristici barbarici che continuano” ad essere commessi dallo Stato islamico in Siria, inclusa la violenta presa dell’antica città di Palmira. Ha espresso “profonda preoccupazione per le migliaia di abitanti nella città, come come per quelli sfollati” a causa dell’avanzata degli jihadisti. Chiede inoltre che “ai civili sia garantito un passaggio sicuro per fuggire dalla violenza e riafferma che la responsabilità primaria di proteggere la popolazione spetta alle autorità siriane”. “La decisione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è un risultato importante frutto dell’azione del governo italiano”, si legge in una nota del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05 ... o/1712019/
Palmira, vessillo Isis sventola sulla rocca. Jihadisti nel museo: “Statue a rischio”
Una foto diffusa su Twitter mostra la bandiera nera del Califfato che sventola sulla cittadella antica. Maamoun Abdulkarim, direttore del dipartimento dei musei e delle antichità di Damasco: "I miliziani hanno rotto delle repliche in gesso". Molte delle statue trasportabili, dei gioielli e dei manufatti sono stati portati via e nascosti: "Ma ci sono parti enormi come sarcofagi che pesano 3-4 tonnellate e che non siamo in grado di spostare. Questo è ciò che ci preoccupa"
di F. Q. | 23 maggio 2015
La “Sposa del deserto” è nelle loro mani e ora il timore è che possano violentarla, come hanno fatto a Mosul, Hatra, Nimrud. Conquistata dai miliziani dello Stato Islamico senza che l’esercito di Bashar Al Assad si opponesse in una vera e propria difesa della città tesoro dell’antichità, Palmira è un ostaggio che attende di conoscere il proprio destino. Una foto che mostra una bandiera nera con l’emblema del Califfato sventolare sulla cittadella antica circola su Twitter, ma finora non è stato possibile verificare la sua autenticità. La paura, che somiglia ad una terribile certezza, rimane: le meraviglie archeologiche patrimonio dell’umanità della città a 240 km da Damasco rischiano la distruzione, come da giorni avverte l’Unesco.
Mentre l’esercito regolare siriano perde terreno sconfitto su più fronti dai ribelli anti-Assad e dagli jihadisti di Isis e del Fronte Al Nusra, gli uomini del Califfato sono riusciti ad entrare nel museo di Palmira. Lo ha reso noto Maamoun Abdulkarim, direttore del dipartimento dei musei e delle antichità di Damasco. Gli jihadisti “hanno rotto delle repliche in gesso, sono ritornati venerdì, hanno chiuso le porte e posto delle guardie di fronte”.
Una fioca speranza per la sorte delle meraviglie della “Perla del deserto” è la notizia che molte delle statue trasportabili (ma nel museo molte non lo sono affatto), dei gioielli e dei manufatti sono stati portati via e nascosti dalla locale direzione delle antichità. Ma non si hanno né numeri né particolari e soprattutto nessun luogo sembra ormai sicuro nella zona. “Abbiamo gradualmente inviato i reperti archeologici a Damasco – ha spiegato Abdulkarim – ma ci sono parti enormi come sarcofagi (all’ingresso al museo, ndr) che pesano 3-4 tonnellate e che non siamo in grado di spostare. Questo è ciò che ci preoccupa”, ha sottolineato Abdulkarim. “Non c’è stato alcun movimento (dell’Is, ndr) all’interno del sito archeologico”, ha aggiunto Abdelkarim, auspicando che i miliziani jihadisti “non ripetano le distruzioni di cui sono stati responsabili in Iraq”.
La città della leggendaria regina Zenobia – dal tempio di Baal alla strada colonnata, dalla necropoli alle terme di Diocleziano – è essa stessa un irripetibile e straordinario museo a cielo aperto, ma anche nel chiuso delle 12 sale del museo vero e proprio si nasconde un tesoro immenso e fragilissimo che ora rischia di andare perso.
Fondato nel 1961 all’entrata della città moderna, raccoglie numerosi reperti ritrovati nel sito archeologico che testimoniano l’alto livello di raffinatezza raggiunto dall’arte palmirea. Già dal giardino, dove il visitatore viene accolto dalla bellissima statua di leone trovata vicino al tempio di Atena Allath e da tanti altri reperti, ci si rende conto di essere in luogo più che speciale. E poi l’atrio con la ricostruzione della grotta dell’età della pietra scoperta a 22 chilometri a nord della città. Nei due piani della costruzione oltre a statue, sarcofaghi, monete, tessere in terracotta per l’ingresso a templi, stucchi e vetri stupendi, ci sono i famosissimi rilievi funerari con il ritratto del defunto che chiudevano i loculi delle tombe collettive dei clan locali.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha “condannato con forza gli atti terroristici barbarici che continuano” ad essere commessi dallo Stato islamico in Siria, inclusa la violenta presa dell’antica città di Palmira. Ha espresso “profonda preoccupazione per le migliaia di abitanti nella città, come come per quelli sfollati” a causa dell’avanzata degli jihadisti. Chiede inoltre che “ai civili sia garantito un passaggio sicuro per fuggire dalla violenza e riafferma che la responsabilità primaria di proteggere la popolazione spetta alle autorità siriane”. “La decisione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è un risultato importante frutto dell’azione del governo italiano”, si legge in una nota del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Secret Pentagon Report Reveals US "Created" ISIS As A "Tool" To Overthrow Syria's President Assad.
Come sempre ci sono gli Yankee dietro ogni "schifezza" accaduta sul pianeta Terra negli ultimi 102 anni... (dalla creazione della FED in poi).
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