Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Candidati impresentabili? Sì, ma votati in massa
Boom di preferenze da Lady Mastella a Cesaro jr
Campania, 10mila preferenze a Sandra Lonardo, bocciata dall’Antimafia.
22mila al figlio dell’indagato “Giggino ‘a purpetta”. 10mila al consigliere arrestato nella scorsa legislatura.
L’impresentabilità paga?
Sandra Lonardo, nella blacklist dell’Antimafia, ha preso oltre 10mila preferenze e ha tirato la volata di Fi a Benevento. Il figlio di “Giggino ‘a purpetta”, sotto inchiesta per concorso esterno alla camorra, tocca il record di 22mila. 10mila campani hanno invece scelto Alberico Gambino, arrestato durante o scorso mandato da consigliere regionale. Sono solo alcuni dei candidati finiti nell’elenchi degli “impresentabili”, istituzionali e no, che sono stati invece premiati dagli elettori di Vincenzo Iurillo
http://www.ilfattoquotidiano.it/?refresh_ce
Altro che impresentabili!!!!
Penso che il candidato serio, rigoroso, che venisse percepito come un amministratore inflessibile che intendesse governare
in ossequio alla legge e nell'applicazione inflessibile della norma, ho la convinzione che raccoglierebbe molto meno consenso
di chi lascia intravvedere la possibilità di piegare la legge, di aggirare la norma, di essere disponibile al compromesso e
che, comunque, tutto si può tentere di fare.
Non è che altrettanto impresentabili siano gli elettori italiani?!
Non riesco a togliermi dalla testa che, a vari gradi di responsabilita' ovviamente, siamo corresponsabili tutti di questa realta' italiana.
Se non altro per un peccato di omissione.
Boom di preferenze da Lady Mastella a Cesaro jr
Campania, 10mila preferenze a Sandra Lonardo, bocciata dall’Antimafia.
22mila al figlio dell’indagato “Giggino ‘a purpetta”. 10mila al consigliere arrestato nella scorsa legislatura.
L’impresentabilità paga?
Sandra Lonardo, nella blacklist dell’Antimafia, ha preso oltre 10mila preferenze e ha tirato la volata di Fi a Benevento. Il figlio di “Giggino ‘a purpetta”, sotto inchiesta per concorso esterno alla camorra, tocca il record di 22mila. 10mila campani hanno invece scelto Alberico Gambino, arrestato durante o scorso mandato da consigliere regionale. Sono solo alcuni dei candidati finiti nell’elenchi degli “impresentabili”, istituzionali e no, che sono stati invece premiati dagli elettori di Vincenzo Iurillo
http://www.ilfattoquotidiano.it/?refresh_ce
Altro che impresentabili!!!!
Penso che il candidato serio, rigoroso, che venisse percepito come un amministratore inflessibile che intendesse governare
in ossequio alla legge e nell'applicazione inflessibile della norma, ho la convinzione che raccoglierebbe molto meno consenso
di chi lascia intravvedere la possibilità di piegare la legge, di aggirare la norma, di essere disponibile al compromesso e
che, comunque, tutto si può tentere di fare.
Non è che altrettanto impresentabili siano gli elettori italiani?!
Non riesco a togliermi dalla testa che, a vari gradi di responsabilita' ovviamente, siamo corresponsabili tutti di questa realta' italiana.
Se non altro per un peccato di omissione.
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Re: Come se ne viene fuori ?
In Tv hanno intervistato una signora che ha preso 50 euro per votare certi personaggi.
Allora io mi chiedo chi sono quelli che gesticono,stampano, le cartelle elettorali.Questi bisogna trovarli e mandarli in galera.Alla signora gli davano una scheda elettorale gia compilata.Lei poi ritornava la scheda quella da compilare.E' uno schifo.
Ciao
Paolo11
Allora io mi chiedo chi sono quelli che gesticono,stampano, le cartelle elettorali.Questi bisogna trovarli e mandarli in galera.Alla signora gli davano una scheda elettorale gia compilata.Lei poi ritornava la scheda quella da compilare.E' uno schifo.
Ciao
Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
Caro paolo, indubbiamente questi signori che fanno di questi giochetti andrebbero messi in galera.
Quando, però, il tessuto sociale è marcio hai voglia a mettere in galera gente!
Da decenni si è tollerato di tutto, si è premiata la furbizia, chi afferra un privilegio viene ritenuto un tipo in gamba,
si è addirittura depenalizzato reati. Si istituisce una commissione antimafia solo per avere un alibi morale però
non deve operare ma solo far finta... che pretendiamo??
un saluto
Quando, però, il tessuto sociale è marcio hai voglia a mettere in galera gente!
Da decenni si è tollerato di tutto, si è premiata la furbizia, chi afferra un privilegio viene ritenuto un tipo in gamba,
si è addirittura depenalizzato reati. Si istituisce una commissione antimafia solo per avere un alibi morale però
non deve operare ma solo far finta... che pretendiamo??
un saluto
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Re: Come se ne viene fuori ?
Ciao inding.Per questo motivo non ne voglio piu sapere dei partiti tradizionali.
Due legislature e poi tornano nel mondo reale.Basta politici a vita.
ECCO SVELATO IL SEGRETO DEI VOTI !
GUARDA CASO LE SEZIONI DEL PD !!!
https://www.facebook.com/ptommasin
Trovi il video da me
https://www.youtube.com/watch?v=z9RPQwv ... ploademail
Lezzi (M5S): "Oltre 600 milioni di tasse in più. Il M5S lo aveva detto!"
Ciao
Paolo11
Due legislature e poi tornano nel mondo reale.Basta politici a vita.
ECCO SVELATO IL SEGRETO DEI VOTI !
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Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
https://www.youtube.com/watch?v=rhDVvM2 ... GlReD89dIA
Jacopo Berti, M5S Regione Veneto - Elezioni Regionali 2015
Ciao
Paolo11
Jacopo Berti, M5S Regione Veneto - Elezioni Regionali 2015
Ciao
Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
CON LE SPALLE AL MURO
Fa caldo, lo farà ancora fino al 10 di giugno. Un problema in più su una serie di problemi che si stanno accumulando inesorabilmente giorno dopo giorno.
L’ultimo di un certo peso si è focalizzato questa sera al TG7 delle ore 20,00. Anche se la notizia era presente ieri in rete.
• ANSA.it
• Economia
Statali, Avvocatura dello Stato alla Consulta: "Sblocco contratti costa 35 miliardi"
Effetto strutturale 13 miliardi l'anno dal 2016
Redazione ANSA
04 giugno 2015-21:21
ANALISI
rdi l'anno dal 2016
Una manifestazione di lavoratori pubblici © ANSA/ANSA
Se i contratti nazionali del pubblico impiego fossero stati rinnovati per tutti i dipendenti, durante gli anni che vanno dal 2010 al 2015, i costi non sarebbero stati inferiori a 35 miliardi di euro. La cifra arriva dall'Avvocatura generale dello Stato, messa nero su bianco nelle memorie preparate in vista dell'udienza dalla Consulta sulla costituzionalità del blocco degli stipendi nella P.A, in calendario per il 23 giugno. Non solo, l'Avvocatura calcola anche la spesa futura, prevedendo "un effetto strutturale di circa 13 miliardi annui". I difensori dello Stato inoltre ricordano come ormai tra i principi costituzionali ci sia anche il pareggio di bilancio. Ma i sindacati non ci stanno e le due sigle autrici del ricorso subito replicano: la Confsal Unsa parla di numeri "gonfiati" e la Flp di stime fatte "per fare pressione sulla Corte". Le memorie, una trentina di pagine, sono state firmate dall'avvocato dello Stato, Vincenzo Rago, il 28 maggio, a meno di un mese dall'udienza ed in un periodo caldo in fatto di sentenze, visto che a fine aprile la Corte si è pronunciata sulla mancata indicizzazione delle pensioni. Una decisione a cui ha fatto seguito il decreto del governo sui rimborsi e un ampio dibattito con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan che nei giorni scorsi si era augurato per "il futuro" un'"interazione con governo e Avvocatura", in presenza di implicazioni per la finanza pubblica, "più fruttuosa".
In dettaglio, nelle memorie l'Avvocatura precisa che "i rilevanti effetti finanziari derivanti dall'intervento normativo che si esamina sono evidenti. Ed infatti - prosegue - l'onere conseguente alla contrattazione di livello nazionale, per il periodo 2010-2015, relativo a tutto il personale pubblico, non potrebbe essere inferiore a 35 miliardi di euro, con un effetto strutturale di circa 13 miliardi di euro, a decorrere dal 2016". Inoltre l'Avvocatura rileva come "in ogni caso le prerogative sindacali risultano salvaguardate e si sono estrinsecate, tra l'altro, nella partecipazione all'attività negoziale per la stipulazione dei contratti integrativi (Ccni), sia pure entro i limiti finanziari normativamente previsti" e "di contratti quadro". Poi, aggiunge, è rimasta in piedi la possibilità "di dar luogo alle procedure relative ai contratti collettivi nazionali, sia pure per la sola parte normativa". Insomma, evidenzia, ciò dimostra come "un'intensa attività contrattuale sia stata svolta, anche in pendenza del nuovo complesso normativo, ed abbia riguardato sia la contrattazione integrativa che quella nazionale". Da poco poi sono anche state sbloccate alcune voci prima congelate o vincolate (dal via libera alle progressioni di carriera alla caduta dei tetti per gli scatti di anzianità e per il secondo livello). Secondo l'Avvocatura inoltre, che cita anche diverse sentenze della Corte a supporto, il blocco della contrattazione nella P.A. risponde a finalità, riconducili a due principi di rango costituzionale: il primo sta nella razionalizzazione e nel contenimento della spesa pubblica "non solo in relazione all'attuale fase di crisi economica-finanziaria, ma in termini strutturali" cos' da evitare squilibri di bilancio; il secondo invece riguarda "la garanzia di un contributo equamente distribuito" di "tutte le componenti dell'apparato pubblico". Particolarmente critiche le sigle che hanno promosso il ricorso: secondo il segretario generale della Confsal Unsa, Massimo Battaglia, i numeri dell'avvocatura sono "volti a spaventare: questa non è più una Repubblica fondata sul lavoro ma sul pareggio di bilancio". Così anche l'altro ricorrente, l'Flp e tutte le altre organizzazioni sindacali, a partire della categorie del pubblico di Cgil, Cisl e Uil, che sottolineano: "Milioni di lavoratori pubblici si aspettano giustizia dalla sentenza della Corte costituzionale, ma sanno benissimo che è il governo a tenere fermi i contratti". Ora quindi non resta che aspettare il 23 giugno, quando la Consulta si esprimerà sul punto. Sulla questione qualche giorno fa il ministro della P.A, Marianna Madia, aveva ricordato che una sentenza c'è già stata e ha certificato la costituzionalità del blocco e, aveva spiegato, "le iniziative prese dal Governo hanno rispettato la sentenza", visto che ci sono stati anche gli "80 euro".
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
^^^^^
Ammettiamo pure che come sostengono i sindacati la cifra sia gonfiata per spaventare la Consulta e costringerla a bocciare il ricorso. Da 35 mld scendiamo pure a 25 mld. E’ ovvio comunque che una cifra del genere metterebbe con le spalle al muro il governo di Pittibimbo.
Già si trova immerso nel pasticciaccio della sentenza sulle pensioni
continua
Fa caldo, lo farà ancora fino al 10 di giugno. Un problema in più su una serie di problemi che si stanno accumulando inesorabilmente giorno dopo giorno.
L’ultimo di un certo peso si è focalizzato questa sera al TG7 delle ore 20,00. Anche se la notizia era presente ieri in rete.
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Statali, Avvocatura dello Stato alla Consulta: "Sblocco contratti costa 35 miliardi"
Effetto strutturale 13 miliardi l'anno dal 2016
Redazione ANSA
04 giugno 2015-21:21
ANALISI
rdi l'anno dal 2016
Una manifestazione di lavoratori pubblici © ANSA/ANSA
Se i contratti nazionali del pubblico impiego fossero stati rinnovati per tutti i dipendenti, durante gli anni che vanno dal 2010 al 2015, i costi non sarebbero stati inferiori a 35 miliardi di euro. La cifra arriva dall'Avvocatura generale dello Stato, messa nero su bianco nelle memorie preparate in vista dell'udienza dalla Consulta sulla costituzionalità del blocco degli stipendi nella P.A, in calendario per il 23 giugno. Non solo, l'Avvocatura calcola anche la spesa futura, prevedendo "un effetto strutturale di circa 13 miliardi annui". I difensori dello Stato inoltre ricordano come ormai tra i principi costituzionali ci sia anche il pareggio di bilancio. Ma i sindacati non ci stanno e le due sigle autrici del ricorso subito replicano: la Confsal Unsa parla di numeri "gonfiati" e la Flp di stime fatte "per fare pressione sulla Corte". Le memorie, una trentina di pagine, sono state firmate dall'avvocato dello Stato, Vincenzo Rago, il 28 maggio, a meno di un mese dall'udienza ed in un periodo caldo in fatto di sentenze, visto che a fine aprile la Corte si è pronunciata sulla mancata indicizzazione delle pensioni. Una decisione a cui ha fatto seguito il decreto del governo sui rimborsi e un ampio dibattito con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan che nei giorni scorsi si era augurato per "il futuro" un'"interazione con governo e Avvocatura", in presenza di implicazioni per la finanza pubblica, "più fruttuosa".
In dettaglio, nelle memorie l'Avvocatura precisa che "i rilevanti effetti finanziari derivanti dall'intervento normativo che si esamina sono evidenti. Ed infatti - prosegue - l'onere conseguente alla contrattazione di livello nazionale, per il periodo 2010-2015, relativo a tutto il personale pubblico, non potrebbe essere inferiore a 35 miliardi di euro, con un effetto strutturale di circa 13 miliardi di euro, a decorrere dal 2016". Inoltre l'Avvocatura rileva come "in ogni caso le prerogative sindacali risultano salvaguardate e si sono estrinsecate, tra l'altro, nella partecipazione all'attività negoziale per la stipulazione dei contratti integrativi (Ccni), sia pure entro i limiti finanziari normativamente previsti" e "di contratti quadro". Poi, aggiunge, è rimasta in piedi la possibilità "di dar luogo alle procedure relative ai contratti collettivi nazionali, sia pure per la sola parte normativa". Insomma, evidenzia, ciò dimostra come "un'intensa attività contrattuale sia stata svolta, anche in pendenza del nuovo complesso normativo, ed abbia riguardato sia la contrattazione integrativa che quella nazionale". Da poco poi sono anche state sbloccate alcune voci prima congelate o vincolate (dal via libera alle progressioni di carriera alla caduta dei tetti per gli scatti di anzianità e per il secondo livello). Secondo l'Avvocatura inoltre, che cita anche diverse sentenze della Corte a supporto, il blocco della contrattazione nella P.A. risponde a finalità, riconducili a due principi di rango costituzionale: il primo sta nella razionalizzazione e nel contenimento della spesa pubblica "non solo in relazione all'attuale fase di crisi economica-finanziaria, ma in termini strutturali" cos' da evitare squilibri di bilancio; il secondo invece riguarda "la garanzia di un contributo equamente distribuito" di "tutte le componenti dell'apparato pubblico". Particolarmente critiche le sigle che hanno promosso il ricorso: secondo il segretario generale della Confsal Unsa, Massimo Battaglia, i numeri dell'avvocatura sono "volti a spaventare: questa non è più una Repubblica fondata sul lavoro ma sul pareggio di bilancio". Così anche l'altro ricorrente, l'Flp e tutte le altre organizzazioni sindacali, a partire della categorie del pubblico di Cgil, Cisl e Uil, che sottolineano: "Milioni di lavoratori pubblici si aspettano giustizia dalla sentenza della Corte costituzionale, ma sanno benissimo che è il governo a tenere fermi i contratti". Ora quindi non resta che aspettare il 23 giugno, quando la Consulta si esprimerà sul punto. Sulla questione qualche giorno fa il ministro della P.A, Marianna Madia, aveva ricordato che una sentenza c'è già stata e ha certificato la costituzionalità del blocco e, aveva spiegato, "le iniziative prese dal Governo hanno rispettato la sentenza", visto che ci sono stati anche gli "80 euro".
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Ammettiamo pure che come sostengono i sindacati la cifra sia gonfiata per spaventare la Consulta e costringerla a bocciare il ricorso. Da 35 mld scendiamo pure a 25 mld. E’ ovvio comunque che una cifra del genere metterebbe con le spalle al muro il governo di Pittibimbo.
Già si trova immerso nel pasticciaccio della sentenza sulle pensioni
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Re: Come se ne viene fuori ?
continua
CON LE SPALLE AL MURO
Poi ci sono i 720 milioni della Bocciatura della Commissione Ue.
Ennesima bocciatura dalla Commissione Ue: il Governo deve
it.blastingnews.com › News economia › 2015 › 05
•
Valutazione: 5 - 1 voto
22 mag 2015 - Bocciato dalla Commissione Ue il “reverse charge”: probabile aumento ...Ue porterebbe alle casse pubbliche un ammanco di circa 720 milioni di euro, che ... di fatto si oppone alla richiesta italiana di deroga per l'estensione della "reverse charge"dell'iva sulla grande distribuzione, introdotta dall'esecutivo ...
Le ultime elezioni hanno aperto un’incrinatura sull’immagine “Ghe pensi mi” di Pittibimbo.
Renzi azzoppato, all’élite non serve più. E intorno, il nulla
Scritto il 03/6/15 • LIBRE nella Categoria: idee
Anche questo meccanismo si è rotto. E ora chi “ha messo lì” Renzi e il suo staff di grembiulini creativi starà interrogandosi se vale la pena di insistere su un cavallo che ha portato a casa, sì, numerosi risultati reazionari (Jobs Act, Italicum, abolizione del bicameralismo, distruzione scuola pubblica, emarginazione dei sindacati, ecc), ma appare incapace di costruire un vero consenso attorno alle politiche dettate dalla Troika. La macchina da corsa trionfante un anno fa alle europee è diventata un carrozzone ansimante, che perde visibilmente olio e pezzi. La pensata degli 80 euro non ha avuto eredi. Il Tfr in busta paga, che doveva replicare quel successo di pubblico, si è rivelato un flop assoluto. Il trucco “ti dò più soldi subito, me li riprendo con gliinteressiun po’ alla volta” è stato capito e bocciato da oltre metà della popolazione. Ovvero da quelli che a votare non ci sono proprio andati (solo il 53% e spiccioli ha infilato la scheda nell’urna) più quelli che hanno espresso un voto “contro” (per Salvini o per Grillo).
IlPdresta primo partito, ma senza più la spinta propulsiva che sembrava farne il perno del vagheggiato “partito della nazione”, formula peraltro davvero ridicola nel momento in cui la “nazione” risulta poco più di una macroregione che deve rispettare i “patti di stabilità” elaborati dai funzionari dell’Unione Europea. Renzi doveva sbaragliare i “populismi” facendo il populista. E ha perso questa partita in modo netto. Si salva momentaneamente solo per l’assenza di un vero progetto politico alternativo. Doveva coagulare intorno al proprio modo di apparire e fare una “fiducia” acritica, empatica, insomma una delega in bianco. Nonostante la sterminata legione di mass media schierati in suo favore non c’è riuscito. Doveva spazzare via ciò che restava del vecchio “riformismo” compromissorio. Ed è l’unico successo che può per ora vantare. Il laboratorio ligure gli consegna una “sinistra” troppo fragile e inconsistente per ambire alla vittoria – neanche uno straccio di programma alternativo – ma sufficentemente radicata da farlo perdere.
Da quella parte non possono arrivare veri pericoli, perché il personale politico che esprime porta il marchio di infamia di centomila scelte di “austerità”, cancellazione deidiritti(pacchetto Treu, tre riforme delle pensioni – da Dini a Fornero, ecc), corruzione. Al contrario, può esser perfino utile per impedire l’emersione di una soggettività politica indipendente e radicale. Ma Renzi non convince più. E ora i suoi autori devono scegliere: insistiamo su un cavallo zoppo, incapace di creare una nuova “classe politica” minimamente credibile, oppure cambiamo cavallo e discorso dominante? Non c’è fretta, dal loro punto di vista. La botta è dura, ma si può tirare avanti qualche mese mettendo il ronzino al passo, usando questo tempo per costruire figure nuove. Ma cambiare discorso pubblico è più complicato. Quel mix tra “nuovismo senza motivazioni”, rapidità decisionista, battute in dialetto, ammiccamenti e tweet, sembrava davvero una mossa vincente e duratura. Bisognerà inventarsene un altro. I “creativi” vengono pagati per questo…
A livello parlamentare non c’è problema. La massa di nominati è tale da non porre dubbi sulla composizione di una maggioranza purchessia. Anzi, la battuta d’arresto del guitto di Pontassieve può compattare ulteriormente una banda di mercenari che vede a questo punto la scadenza della legislatura come la fine delle vacche grasse e il ritorno al grigio lavoro. Ma la faglia tra “politica istituzionale” e soggetti sociali si va allargando a dismisura. Quell’astensionismo che è stato persino incoraggiato, negli ultimi anni, non contiene più soltanto la neutralità indifferente di chi si estranea dal contendere politico. Nasconde ormai un “mugugno” collettivo, potente, incontrollato, che è in cerca di espressione. Su questo fronte si gioca la partita per il cambiamento radicale. Ma non è una partita adatta per chi soffre di “braccino corto”, autoreferenziale, atrofizzato. Serve il cambio di passo, prima possibile.
(Alessandro Avvisato, “Nemmeno Renzi convince più”, da “Contropiano” del 1° giugno 2015).
continua
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Poi ci sono i 720 milioni della Bocciatura della Commissione Ue.
Ennesima bocciatura dalla Commissione Ue: il Governo deve
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22 mag 2015 - Bocciato dalla Commissione Ue il “reverse charge”: probabile aumento ...Ue porterebbe alle casse pubbliche un ammanco di circa 720 milioni di euro, che ... di fatto si oppone alla richiesta italiana di deroga per l'estensione della "reverse charge"dell'iva sulla grande distribuzione, introdotta dall'esecutivo ...
Le ultime elezioni hanno aperto un’incrinatura sull’immagine “Ghe pensi mi” di Pittibimbo.
Renzi azzoppato, all’élite non serve più. E intorno, il nulla
Scritto il 03/6/15 • LIBRE nella Categoria: idee
Anche questo meccanismo si è rotto. E ora chi “ha messo lì” Renzi e il suo staff di grembiulini creativi starà interrogandosi se vale la pena di insistere su un cavallo che ha portato a casa, sì, numerosi risultati reazionari (Jobs Act, Italicum, abolizione del bicameralismo, distruzione scuola pubblica, emarginazione dei sindacati, ecc), ma appare incapace di costruire un vero consenso attorno alle politiche dettate dalla Troika. La macchina da corsa trionfante un anno fa alle europee è diventata un carrozzone ansimante, che perde visibilmente olio e pezzi. La pensata degli 80 euro non ha avuto eredi. Il Tfr in busta paga, che doveva replicare quel successo di pubblico, si è rivelato un flop assoluto. Il trucco “ti dò più soldi subito, me li riprendo con gliinteressiun po’ alla volta” è stato capito e bocciato da oltre metà della popolazione. Ovvero da quelli che a votare non ci sono proprio andati (solo il 53% e spiccioli ha infilato la scheda nell’urna) più quelli che hanno espresso un voto “contro” (per Salvini o per Grillo).
IlPdresta primo partito, ma senza più la spinta propulsiva che sembrava farne il perno del vagheggiato “partito della nazione”, formula peraltro davvero ridicola nel momento in cui la “nazione” risulta poco più di una macroregione che deve rispettare i “patti di stabilità” elaborati dai funzionari dell’Unione Europea. Renzi doveva sbaragliare i “populismi” facendo il populista. E ha perso questa partita in modo netto. Si salva momentaneamente solo per l’assenza di un vero progetto politico alternativo. Doveva coagulare intorno al proprio modo di apparire e fare una “fiducia” acritica, empatica, insomma una delega in bianco. Nonostante la sterminata legione di mass media schierati in suo favore non c’è riuscito. Doveva spazzare via ciò che restava del vecchio “riformismo” compromissorio. Ed è l’unico successo che può per ora vantare. Il laboratorio ligure gli consegna una “sinistra” troppo fragile e inconsistente per ambire alla vittoria – neanche uno straccio di programma alternativo – ma sufficentemente radicata da farlo perdere.
Da quella parte non possono arrivare veri pericoli, perché il personale politico che esprime porta il marchio di infamia di centomila scelte di “austerità”, cancellazione deidiritti(pacchetto Treu, tre riforme delle pensioni – da Dini a Fornero, ecc), corruzione. Al contrario, può esser perfino utile per impedire l’emersione di una soggettività politica indipendente e radicale. Ma Renzi non convince più. E ora i suoi autori devono scegliere: insistiamo su un cavallo zoppo, incapace di creare una nuova “classe politica” minimamente credibile, oppure cambiamo cavallo e discorso dominante? Non c’è fretta, dal loro punto di vista. La botta è dura, ma si può tirare avanti qualche mese mettendo il ronzino al passo, usando questo tempo per costruire figure nuove. Ma cambiare discorso pubblico è più complicato. Quel mix tra “nuovismo senza motivazioni”, rapidità decisionista, battute in dialetto, ammiccamenti e tweet, sembrava davvero una mossa vincente e duratura. Bisognerà inventarsene un altro. I “creativi” vengono pagati per questo…
A livello parlamentare non c’è problema. La massa di nominati è tale da non porre dubbi sulla composizione di una maggioranza purchessia. Anzi, la battuta d’arresto del guitto di Pontassieve può compattare ulteriormente una banda di mercenari che vede a questo punto la scadenza della legislatura come la fine delle vacche grasse e il ritorno al grigio lavoro. Ma la faglia tra “politica istituzionale” e soggetti sociali si va allargando a dismisura. Quell’astensionismo che è stato persino incoraggiato, negli ultimi anni, non contiene più soltanto la neutralità indifferente di chi si estranea dal contendere politico. Nasconde ormai un “mugugno” collettivo, potente, incontrollato, che è in cerca di espressione. Su questo fronte si gioca la partita per il cambiamento radicale. Ma non è una partita adatta per chi soffre di “braccino corto”, autoreferenziale, atrofizzato. Serve il cambio di passo, prima possibile.
(Alessandro Avvisato, “Nemmeno Renzi convince più”, da “Contropiano” del 1° giugno 2015).
continua
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Re: Come se ne viene fuori ?
Sui lavori usuranti una volta se ne parlava ora?Un conto è stare seduto in una scrivania.Altro conto chi lavora nelle fonderie,chi lavora sulle strade,muratori sui tetti,piastrellisti idaulici, dopo anni lavorando in ginocchio si trovano con le ginocchia finite, quelli che lavorano nella catena di montaggio.A tutte queste categorie gli diamo un premio decurtanto la pensione se vanno in pensione un po prima.
Ciao
Paolo11
Ciao
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Re: Come se ne viene fuori ?
Paolino, fammi un elenco, approssimativo certo, di quali potrebbero essere i lavori usuranti:paolo11 ha scritto:Sui lavori usuranti una volta se ne parlava ora?Un conto è stare seduto in una scrivania.Altro conto chi lavora nelle fonderie,chi lavora sulle strade,muratori sui tetti,piastrellisti idaulici, dopo anni lavorando in ginocchio si trovano con le ginocchia finite, quelli che lavorano nella catena di montaggio.A tutte queste categorie gli diamo un premio decurtanto la pensione se vanno in pensione un po prima.
Ciao
Paolo11
A me e' un po difficile farlo se penso che anche fare l'infermiere potrebbe essere uno di questi. Ti fideresti di un "tagliatore di pance" e di un suo aiuto strumentista o qualcos'altro, di oltre 65 anni?
Di certo non avranno i calli alle ginocchia o sulle mani ma sicuramente li avranno in altre parti.
E quelli che stanno davanti al computer per 8 ore consecutiva (a parte quei minuti previste dal loro contratto che mai viene rispettato)? Che ne dici di questi?
Possono essere considerati lavori usuranti o no?
Ho solo fatto alcuni esempi ma potrei andare avanti ancora.
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Come se ne viene fuori ?
Ciao pancho.Io ho messo quelli che ti usurano fisicamente.Conosco persone che hanno le ginocchia finite.
Persone come mio suocero morto a 62 anni lavorando in fonderia, arrivava a casa nero.Ti parlo di anni addietro non gli riconoscevano neppure la silicosi dopo 35 anni di lavoro.Mi ricordo mio suocero gli volevo piu bene di mio padre avevamo un filin anche sul PCI che votavamo.Quando mi ha chiesto: Paolo che dici se vado in pensione ora con i 35 anni.Gli risposi vada subito,si è goduta la pensione per 3 anni poi + deceduto.Sicuramente ci sono pure quelli che hai riportato tu, poi in questi tempi sono tutti stressati dai turni ecc... mancanza di assumere personale eccc....Comunque mia moglie 2 anni e qualcosa ha avuto un intervento grosso alla tiroide.Tutte visite a pagamento dalla Professoressa Pelizzo nata 7 febbraio 1945.Io sono del 47.L'intervento non l'ha fatto lei ma il suo assistente, lei controllava.Quindi penso siano loro stessi a decidere quando non operare piu e fare altro, sempre nell'ambito sanitariocome lei responsabile del reparto.
http://persone.csia.unipd.it/persone/cu ... CA5621.pdf
Ciao
Paolo11
Persone come mio suocero morto a 62 anni lavorando in fonderia, arrivava a casa nero.Ti parlo di anni addietro non gli riconoscevano neppure la silicosi dopo 35 anni di lavoro.Mi ricordo mio suocero gli volevo piu bene di mio padre avevamo un filin anche sul PCI che votavamo.Quando mi ha chiesto: Paolo che dici se vado in pensione ora con i 35 anni.Gli risposi vada subito,si è goduta la pensione per 3 anni poi + deceduto.Sicuramente ci sono pure quelli che hai riportato tu, poi in questi tempi sono tutti stressati dai turni ecc... mancanza di assumere personale eccc....Comunque mia moglie 2 anni e qualcosa ha avuto un intervento grosso alla tiroide.Tutte visite a pagamento dalla Professoressa Pelizzo nata 7 febbraio 1945.Io sono del 47.L'intervento non l'ha fatto lei ma il suo assistente, lei controllava.Quindi penso siano loro stessi a decidere quando non operare piu e fare altro, sempre nell'ambito sanitariocome lei responsabile del reparto.
http://persone.csia.unipd.it/persone/cu ... CA5621.pdf
Ciao
Paolo11
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