THE CATHOLIC QUESTION

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camillobenso
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da camillobenso »

Adesso BASTA,.....è veramente troppo...... siamo quasi alla media di uno al giorno.

Ci sono grandi responsabilità del governo Berlusconi che per interessi strettamente personali ha sempre negato la crisi anche nelle ultime ore di Palazzo Chigi, ma altrettante responsabilità ce l'hanno le opposizioni che sono venute meno al dettato costituzionale che assegna alla maggioranza il compito di governare e alle opposizioni di vigilare.

Non è assolutamente accettabile la giustificazione reiterata di Bersani che continua ad affermare: <<Ma ci hanno sempre detto che andava tutto bene>>

Dato che anche i sassi sanno che andava tutto male la giustificazione di Bersani è irresponsabile.

Monti poi sbaglia completamente la manovra dando più importanza ai mercati e allo spread che alla vita umana.

La conseguenza di questo comportamento delle classi dirigenti è che continuano i suicidi.

Diversamente dalla crisi del '29 non ci sono suicidi di banchieri che si lanciano dalla finestra ne di grandi imprenditori, e meno che meno di politici.

Se fossero meno banditi, un quarto dei fondi provenienti dalla Bce potevano impiegarli per le aziende e fare circolare denaro. Qualche vita umana avremmo anche potuto salvarla.

Ma l'egoismo e l'ottusità di questa classe dirigente è fuori misura.

Stanno tirando troppo la corda. Stanno portando la popolazione italiana a seguire le parole della Marsigliese.

Allons enfants de la Patrie,
Le jour de gloire est arrivÃ!
Contre nous de la tyrannie,
L'Ãtendard sanglant est levÃ!
L'Ãtendard sanglant est levÃ!
Entendez-vous dans les campagnes
Mugir ces f'Ãroces soldats?
Ils viennent jusque dans nos bras
Egorger nos fils et nos compagnes!

Refrain

Aux armes, citoyens!
Formez vos bataillons!
Marchons! Marchons!
Qu'un sang impur
Abreuve nos sillons


Andiamo figli della Patria,
il giorno della gloria arrivato!
Contro di noi si alzata
La bandiera insanguinata della tirannia !
La bandiera insanguinata della tirannia!
Sentite nelle campagne
Ululare questi feroci soldati?
Vengono fino alle nostre braccia
Per sgozzare i nostri figli e i nostri compagni !

Ritornello


Alle armi, cittadini !
Formate i vostri battaglioni !
Andiamo ! Andiamo !
Che un sangue impuro
Bagni i nostri campi !


*******

Il Fatto Quotidiano .
Caserta: non lavorava da sei mesi, muratore si toglie la vita
Si è impiccato con un cavo elettrico nella sua abitazione di Casaluce. L’uomo è stato trovato dai familiari che hanno avvisato i carabinieri. Il lavoratore soffriva di crisi depressive. Lascia moglie e due figli: nei giorni scorsi altri casi di disperazione. Il sindaco chiede l'intervento del governo


di Redazione Il Fatto Quotidiano | 2 maggio 2012 Commenti (12)


Un muratore di 56 anni, Alfonso Salzano, si è tolto la vita impiccandosi con un cavo elettrico nella sua abitazione di Casaluce, nel Casertano. L’uomo è stato trovato dai familiari che hanno avvisato i carabinieri. Secondo quanto riferito dai congiunti l’uomo, senza lavoro da circa sei mesi, soffriva di crisi depressive. Salzano ha lasciato un bigliettino ai familiari in cui chiedeva perdono per il gesto estremo. Il muratore si è tolto la vita nella sua abitazione di via Vittorio Emanuele a Casaluce. L’uomo lascia moglie e quattro figli.

Salzano non aveva particolari in problemi economici, secondo quanto appurato dai carabinieri del reparto territoriale di Aversa, ma da gennaio non veniva più chiamato al lavoro. Salzano prima di togliersi la vita ha scritto un biglietto in cui chiedeva scusa ai familiari per quanto stava per compiere. L’uomo questa mattina avrebbe atteso che la moglie fosse uscita di casa per togliersi la vita. Sul caso il sindaco, Nazzaro Pagano, sottolinea che “in questo paese abbiamo il patto di stabilità da rispettare e, purtroppo, non possiamo investire sul lavoro. ‘Il governo deve intervenire: queste morti devono finire. E’ incredibile quanto sta accadendo soprattutto perché malgrado il nostro sia un Comune virtuoso, con soldi da spendere, a causa del patto di stabilità non possiamo dare corso ai nostri progetti e creare lavoro. Il settore edile della nostra zona è praticamente fermo – dice ancora Pagano – la nostra amministrazione ha soldi da spendere e, purtroppo, non possiamo farlo. Avrei potuto dare lavoro anche ad Alfonso e, forse, evitare che si uccidesse. Altro che patto di stabilità questo non è altro che un patto di stupidità”.

Nei giorni scorsi sono stati diversi i casi di suicidi per colpa della crisi, la perdita del lavoro o anche cartelle esattoriale. A Napoli un portiere che avrebbe perso casa e lavoro si è tolto la vita impiccandosi e in Sardegna a Nuoro un imprenditore dopo aver licenziato i sui figli ha deciso di togliersi la vita. Il 22 aprile un artigiano edile di Bosa, 52 anni, si è ammazzato perché dopo aver perso il lavoro non riusciva a mandare avanti la famiglia. L’uomo aveva chiesto aiuto anche al sindaco. Il 13 aprile a Donnalucata, nel ragusano, un imprenditore agricolo in difficoltà a causa della crisi economica si è impiccato. L’uomo di 28 anni, titolare di impianti serricoli, ha lasciato moglie e due figli. Il 13 aprile un imprenditore, la cui azienda era in crisi, ha tentato tenta di uccidersi sparandosi un colpo di fucile in piazza a Montecchio Maggiore (Vicenza). Il giorno prima un agricoltore di 53 anni si era ucciso ad Altivole, in provincia di Treviso, perché non in grado di coprire una serie di debiti che gravavano sulle sue spalle. La crisi e un’annata di siccità, che avrebbe compromesso il raccolto, le cause del drammatico gesto.

Il Fatto Quotidiano
camillobenso
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da camillobenso »

Tanto per tenere la media giornaliera.....


Uomo barricato in sede Agenzia entrate
"Mi uccido". Ha un impiegato in ostaggio


L’uomo, che questo pomeriggio ha sequestrato una dozzina di persone all’interno della sede dell’Agenzia delle Entrate di Romano di Lombardia, nel Bergamasco, ha fatto uscire tutte le persone che erano presenti tranne una. L’uomo, che è armato di un fucile, dice di voler parlare con la stampa e che solo dopo libererà l’ultimo l’ostaggio. Ha urlato di essere in difficoltà economiche e di volersi togliere la vita

Il Fatto Quotidiano
Amadeus

Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da Amadeus »

Tanti urlatori ma è saltata ogni solidarietà
La vicenda di Romano di Lombardia è la dimostrazione
che la società vive uno stress senza precedenti

di DARIO DI VICO


Episodi come quello accaduto ieri a Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo, ci devono spingere a riflettere ancor di più sulle esplosive contraddizioni del nostro tempo. L'uomo asserragliato che prende in ostaggio un impiegato è un topos della cinematografia americana ma tutto sommato, e fortunatamente, per la società italiana è quasi un inedito.

Azioni di quel tipo, quando capitano, a condurle sono dei rapinatori non certo dei contribuenti, siano pure essi morosi. Se i ruoli cambiano fino a questo punto è la dimostrazione che la società vive in una condizione di stress che ha pochi precedenti nella storia recente del Paese, anche perché in questa congiuntura la percezione di solitudine si coniuga con un pericoloso vuoto di autorità.



Il momento dell'arresto di Luigi Martinelli (Ansa/Magni)
Il governo tecnico si batte con tenacia per avanzare sulla strada del risanamento ma ha perso con il tempo quell'aura quasi sacrale che ne aveva aiutato non poco la partenza. La politica professionale non riesce ad essere pienamente credibile e comunque non pare aver recuperato i suoi canali diretti di comunicazione con il popolo. Le stesse associazioni di rappresentanza sono sicuramente in campo ma bucano sempre meno l'attenzione del cittadino comune. Prevale in loro e in tutti noi la logica delle continuità organizzative. È importante proseguire la recita anche se il pubblico guarda altrove. Quanto è stato rituale, ad esempio, lo scorso Primo Maggio? E quanto sono inutili le centinaia di convegni dal tema più o meno azzeccato e che si continuano a tenere ogni giorno per discutere tra addetti ai lavori? Al di fuori da quegli schemi, oltre quelle slide e quei saloni c'è una società indifesa che nutre sempre meno speranze di riscatto collettivo e/o comunitario e che è portata a privatizzare i suoi conflitti e i suoi rancori. La stessa frequenza dei suicidi - che organizzazioni responsabili farebbero bene a non enfatizzare e, sicuramente, a non usare come strumento di lotta politica - è il segno di una distanza crescente tra i diversi piani della società, di una rete di rapporti che si sta smagliando e che nessuno sembra avere la forza e la pazienza di rammendare.
Ed è questa in fondo l'impressione che si ha leggendo le cronache, guardando i talk show televisivi, seguendo la campagna elettorale. Tutti preferiscono scucire, invocare lo sciopero, dichiararsi indignati, promettere vendette, alzare la voce, citare dati a vanvera, cercarsi un avversario. In pochi fanno i sarti, dedicano il loro tempo e parte del loro potere per ascoltare, avanzare proposte sensate e soprattutto ricucire i legami che si sono allentati, le solidarietà che sono saltate. Pochi lavorano per ricostruire quel rispetto reciproco che manca. Ma se le classi dirigenti diffuse sul territorio o nelle organizzazioni si dimettono dalle loro responsabilità il messaggio che arriva ai tanti uomini soli di questo nostro tempo è solo un assordante rumore. Ci vedono affaccendati in altro, ci sentono urlare e loro finiscono per rimanere totalmente in ostaggio della propria disperazione. Dovremo evitarlo e per cominciare a farlo non è mai troppo tardi.


@dariodivico
4 maggio 2012 | 7:46
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erding
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da erding »

Caserta: non lavorava da sei mesi, muratore si toglie la vita

Rimini, il vescovo si presenta in parrocchia a bordo di una Rolls Royce

La notizia diffusa su Facebook insieme a una fotografia. E subito è polemica: "In un periodo di austerità è un affronto"


http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05 ... ce/217071/
shiloh
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da shiloh »

@erding,
sicuramente questo Vescovo è uno di quelli che crede che le vie del Signore,
oltre ad essere infinite siano anche...asfaltate.

(il che non è vero...e se ne accorgerà...sooner or later )
camillobenso
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da camillobenso »

Se non è zuppa ..è pan bagnato...

OPERAIO RITROVATO NEL TORRENTE A IMPERIA
Dato per suicida, sarebbe morto sul cantiere
Inchiesta sull'operaio trovato nel torrente
Gli inquirenti pensavano si trattasse di un suicidio, ma l'uomo
forse è stato buttato nel torrente dopo un incidente sul lavoro



MILANO - Pensavano si fosse suicidato e invece molto probabilmente è morto in cantiere in un incidente sul lavoro. La procura di Sanremo ha aperto un fascicolo per occultamento di cadavere, in merito al ritrovamento di un uomo, avvenuto una settimana fa, nel torrente Argentina a Taggia (Imperia). In un primo momento gli inquirenti pensavano che si trattasse di un suicidio o di una caduta accidentale, ora ipotizzano che l'uomo sia stato buttato nel torrente già morto, probabilmente a seguito di un incidente sul lavoro.
LE INDAGINI - Secondo i carabinieri che stanno svolgendo le indagini, non è escluso che la vittima sia deceduta in qualche cantiere edile, e poi si siano sbarazzati del corpo. Dall'autopsia, è risultato che l'uomo aveva delle lesioni toraciche e addominali, risultate mortali, e gravi traumi avvenuti dopo la morte. Secondo il medico legale, le lesioni letali sono compatibili con una precipitazione, così come quelle causate dopo la morte. L'uomo, oltre a numerose fratture e un trauma importante alla colonna vertebrale, aveva numerosi traumi interni. Le indagini ora proseguono non solo nei cantieri della zona, e della provincia di Imperia: i carabinieri non escludono che l'incidente possa essere avvenuto anche in Piemonte o nella vicina Costa Azzurra. I militari sono stati in alcuni cantieri aperti nei pressi del luogo del ritrovamento del corpo, senza trovare elementi utili per l'indagine. Il corpo è ancora senza identità e questo lascia pensare che si possa trattare di un lavoratore in nero o di uno straniero non in regola.

Redazione Online
4 maggio 2012 | 15:48
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camillobenso
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da camillobenso »

LA MANIFESTAZIONE CON I DRAPPI BIANCHI
Ecco le «vedove della crisi»:
«La disperazione è totale»
«Ci dissociamo da quanto successo a Bergamo». La moglie dell'artigiano morto invitata all'Agenzia delle Entrate


BOLOGNA -«La disperazione è totale, mio marito non si è sentito sostenuto». Per questo Tiziana Marrone - la moglie di Giuseppe Campaniello, l'artigiano di Ozzano Emilia (Bologna) che si è dato fuoco lo scorso 28 marzo per debiti con il fisco - ha organizzato a Bologna il corteo «delle vedove». Partito dall'ospedale Maggiore e terminato avanti alla sede dell'agenzia delle Entrate di via Nanni Costa, proprio dove Campaniello si è tolto la vita. L'asfalto, nel punto in cui l'uomo aveva parcheggiato la sua auto per poi darle fuoco, è annerito e ci sono ancora resti di piccoli cristalli di vetro: la signora si avvicina e appoggia per terra due mazzi di fiori. Con lei c'è Elisabetta Bianchi, figlia di un imprenditore, l'altra organizzatrice dell'iniziativa.
IL CORTEO - La foto di Campaniello è stata per tutto il tempo in testa al corteo, fatta da un centinaio di persone. «Mio marito non avrebbe mai fatto una cosa del genere - dice Marrone - quel gesto poi: si è arso vivo, proprio davanti all'Agenzia delle Entrate. Si rendono conto di quello che è successo? Che si facciano qualche domanda e si diano qualche risposta». Niente simboli politici nel corteo, solo drappi bianchi. Tra i partecipanti, comunque, sono arrivati diversi politici, di diverse forze politiche.

«NESSUNO FA NIENTE» - «Ho sentito doveroso fare qualcosa - spiega Bianchi - perché nessuno fa niente». E l'iniziativa non finisce qui. «Ci hanno contattato case editrici - dice - e scriveremo un libro i cui proventi saranno devoluti ai familiari delle vittime e chiederemo alle istituzioni dei comuni di residenza delle vittime di istituire una "targa delle vittime del fisco"». Perché «le tasse vanno pagate ed è un dovere farlo», dice, ma occorre trovare un rapporto umano: «Chiediamo al governo di cambiare leggi, di mettersi una mano sulla coscienza. La gente ha bisogno del rapporto umano che non c'è più».

«CI DISSOCIAMO DA QUANTO SUCCESSO A BERGAMO» - Un pensiero va a quanto successo giovedì a Bergamo: «Si comprende la disperazione del gesto, ma non si può condividere - è l'opinione di Tiziana Marrone - quanto è accaduto nella sede dell'Agenzia delle Entrate di Romano di Lombardia, dove un imprenditore esasperato» ha tenuto in ostaggio con una persone dopo averne liberate precedentemente una quindicina: «Queste cose non si fanno. Ma posso capire lo stato d'animo di queste persone».

«LASCIATEMI IN PACE» - Arrivati in via Nanni Costa, i manifestanti si fermano. Marrone ricorda come il marito nella sua lettera di addio avesse chiesto di lasciare in pace la sua famiglia: «Lasciatemi in pace - dice, rivolgendosi idealmente all'Agenzia delle Entrate - io amo la vita e voglio vivere. Mi è stato tolto tutto sono sola e ho una famiglia alle spalle, anzi due perchè la famiglia di Giuseppe c'è. Lasciatemi in pace, lasciatemi vivere la mia vita - ha concluso - se sono tranquilla io riposa in pace anche lui». Dalle Entrate qualcuno ha voluto battere un colpo: al termine della manifestazione, Tiziana Marrone ed Elisa Bianchi sono state inviate a entrare nella sede dell'Agenzia delle Entrate per un colloquio con un dirigente della Commissione tributaria.

Redazione online
04 maggio 2012
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Corriere.it
peanuts
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da peanuts »

"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da camillobenso »

Perché è stata diffusa la notizia di mille euro di debito che ha fatto pensare subito alla follia in relazione alla cifra ???????????????????

LA RIVELAZIONE
Martinelli a Calderoli: i miei debiti
sono di 44 mila euro, non mille

Il senatore leghista insieme al deputato Giacomo Stucchi ha incontrato in carcere il sequestratore di Romano di Lombardia e ha svelato la gravità della sua situazione


Il senatore Roberto Calderoli, Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord, e l’onorevole Giacomo Stucchi hanno incontrato questo pomeriggio, nel carcere di Bergamo, Luigi Martinelli, l’imprenditore che giovedì pomeriggio si è barricato all’interno della sede dell’Agenzia delle Entrate di Romano di Lombardia prendendo in ostaggio 15 persone. Calderoli e Stucchi, pur condannando fermamente l’azione messa in atto dal Martinelli, azione che ha portato al coinvolgimento di tante persone estranee alla sua vicenda e al conseguente choc da esse subito, hanno scelto di incontrare Martinelli sia nel tentativo di comprendere i motivi che possano portare un cittadino a gesti così estremi - e non isolati, considerando i numerosi casi di suicidi che si sono verificati negli ultimi mesi tra gli imprenditori - sia per testimoniare personalmente la loro vicinanza rispetto a cittadini che, come lui, si trovano in situazioni di questo genere.
“Situazioni estreme, causate anche dall’esasperazione nei confronti di uno Stato che sembra veramente considerare il cittadino solo alla stregua di un suddito da spremere. Intanto durante il colloquio è emerso che il Martinelli aveva un debito non per 1000 euro, dunque una cifra esigua, come scritto dai media, ma di 44mila euro, dunque una cifra ben più consistente”, spiega a riguardo lo stesso senatore Roberto Calderoli che aggiunge: “Nel corso del nostro colloquio abbiamo messo a disposizione dell’interessato la possibilità di essere difeso da un avvocato di fiducia, individuato nella persona di Matteo Brigandì, il quale ha già manifestato la sua piena disponibilità a difenderlo. Da parte nostra, come Lega Nord, ribadiamo il nostro totale impegno per provare a cambiare uno Stato che al momento sembra non riconoscere il diritto al cittadino di poter vivere e lavorare senza essere strangolato dall’oppressione di una tenaglia fiscale che sta portando al limite la sopportazione dei cittadini, come dimostrato dai tanti gesti estremi cui purtroppo stiamo assistendo nelle ultime settimane”. Gli stessi Stucchi e Calderoli hanno poi avuto un colloquio telefonico con il dipendente dell'Agenzia delle Entrate tenuto a lungo in ostaggio dal Martinelli, Carmine Mormandi, al quale hanno espresso la loro solidarietà per l'accaduto, sincerandosi al contempo sulla sua situazione dopo questa traumatica esperienza.

4 maggio 2012 | 19:18
Corriere.it
mariok

Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da mariok »

IL CASO COMUNIONE E LIBERAZIONE

Il maso chiuso dei cattolici

C'è nella parabola di Comunione e Liberazione, nella crisi d'immagine e di senso in cui è precipitata, qualcosa in cui si rispecchia un nodo storico cruciale dell'intero cattolicesimo italiano.
Germogliata dal tronco inesausto della fede cristiana, alimentata e cresciuta per la speranza che questa ancora e sempre continua a recare con sé, Cl si è trovata a un tratto a dover fare i conti con la politica. Checché se ne dica e se ne pensi da parte delle anime belle che immaginano il mondo secondo quanto è prescritto dai principi, il destino della politica, la sua vocazione, sono iscritte nel Dna stesso del cristianesimo. Non si combatte impunemente per due, tre secoli l'impero romano; non si decide di uscire dalla dimensione della setta e dell'etnicità per diventare un'istituzione universale; non si decide di stare nella storia e di cimentarsi con il secolo ad ogni istante, sotto ogni cielo e in ogni ambito, senza fare i conti con la politica. Senza essere obbligati a entrare nella sua dimensione.


La scommessa cristiana, in modo specialissimo quella cattolica, è stata però quella di entrarvi senza perdervisi. Fare politica sì, ma salvando l'anima. Una scommessa quanto mai rischiosa, come si capisce.
Alla quale, poi, qui da noi se n'è aggiunta un'altra, non meno impegnativa: divenire parte politica, e addirittura governare lo Stato, l'Italia appunto, alla cui nascita si era stati tuttavia avversi, e alla cui stessa vita e modi d'essere si era sempre guardato senza troppa simpatia. È così che nella formazione del cattolicesimo politico italiano più che in quello di altri Paesi si sono iscritti due tratti tipici: l'orgoglio di un'identità diversa, e un intimo desiderio di rivalsa. Due tratti tipici che la vicinanza della Santa Sede non poteva che rafforzare, e che erano destinati a divenire due tentazioni permanenti: la tentazione della separatezza e quella dell'egemonismo. Apparentemente contrastanti. In realtà l'una la faccia dell'altra: come ha mostrato a suo tempo, in modo paradigmatico la parabola, per esempio, di certa sinistra cattolica, ma non solo. E trattandosi tra l'altro di tentazioni inevitabili per qualunque movimento a sfondo religioso costretto a muoversi in una società ultra secolarizzata, sentita perciò come totalmente ostile.


Comunione e Liberazione ha comunque incarnato entrambe le tentazioni in modo esemplare: la separatezza e l'egemonismo. Animatrice di mille iniziative e proposte lodevoli ma sempre più autoreferenziale, essa ha finito per rappresentare una sorta di «maso chiuso» cattolico piantato nel bel mezzo della società italiana (oltre che forse della stessa Chiesa). Con la quale società italiana essa ha avuto rapporti, naturalmente: rapporti assai vari e anche intensi, ma sempre più percependosi e mirando ad essere una potenza autosufficiente, mossa da una continua volontà di espansione. Ha un bel dire oggi don Carrón, il suo capo spirituale, che a peccare - cioè a commettere i gravi reati a sfondo finanziario per cui alcuni noti esponenti ciellini sono attualmente indagati in Lombardia - sono stati sempre e solo i singoli. È vero, ovviamente. Ma è solo una parte della verità.
L'altra parte è che quei peccati in tanto sono stati resi possibili in quanto i loro sospetti autori appartenevano a Cl, e come tali erano universalmente noti; che come appartenenti a Cl essi erano inseriti nell'ampia rete di relazioni facenti capo ad essa; e che da venti anni, infine - fattore assolutamente decisivo per chiunque non voglia mentire a se stesso - Comunione e Liberazione è parte di fatto ma a pieno titolo della maggioranza di governo della Regione Lombardia, e come tale notoriamente padrona assoluta del settore della sanità. Nella sanità lombarda da vent'anni non si muove foglia che Cl non voglia.


Tutto questo (sempre che non riguardi il codice penale) si chiama per l'appunto egemonismo e bisogno spasmodico di far valere la propria identità. È, come l'ho chiamata, la sindrome del «maso chiuso», che ben lungi dal riguardare solo Cl riguarda però, più o meno, l'intero cattolicesimo politico italiano. Ed è tale sindrome che a mio avviso costituisce oggi il principale ostacolo a che il cattolicesimo politico stesso riacquisti nella Penisola un ruolo effettivo di primo piano. Il voto propriamente cattolico, infatti, riguarda attualmente non più di un dieci per cento circa dell'elettorato. Il che vuol dire che qualunque iniziativa di quel campo che voglia mirare in alto ha la vitale necessità di coinvolgere forze diverse. Deve superare ogni egemonismo, spogliarsi di ogni abito di autosufficienza culturale, bensì avviare un dialogo alla pari con identità differenti dalla propria, insieme alle quali cercare significativi punti di convergenza. Ha bisogno in sostanza di riconoscersi in una autentica prospettiva federativa offerta in modo non strumentale a forze politiche d'ispirazione non cattolica (che siano di destra o di sinistra non cambia la natura del problema). Ha bisogno, sia pure in condizioni oggi diversissime, del realismo e del coraggio di cui seppe dare prova De Gasperi nel 1947-48, allorché mise insieme una coalizione di forze diverse, e la mantenne pure dopo la vittoria del 18 aprile, a dispetto dei fremiti egemonici e delle rivendicazioni identitarie di molti dei suoi. L'alternativa è il ghetto di un'autosufficienza magniloquente, ma in realtà sempre più insignificante e sempre più esposta a ogni degenerazione.

Ernesto Galli della Loggia
5 maggio 2012 | 11:20

http://www.corriere.it/editoriali/12_ma ... 8d5e.shtml
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