Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
M5S non è ne di destra ne di sinistra.Non esistono cose di destra o sinistra esiste il buon senso.Casson verso di lui ho sempre detto bene.La maggioranza del M5S non è andata a votare qualcuno ha votato per Casson.Adesso i giochetti di Renzi sono finiti aveva provato con Casson.Ormai il PD stà scemando.
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Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
--------------camillobenso ha scritto:cielo 70 ha scritto:Purtroppo Casson ha perso.cielo 70 ha scritto:Purtroppo Casson ha perso.
Questo stop produce molti problemi per il futuro.
Casson è stato definito il più grillino della sinistra dem.
Per questo candidatura si erano spese molte personalità della sinistra al M5S.
Sono rimasti sordi.
Anche il giudice Imposimato (M5S) aveva rivolto un appello per Casson.
Adesso si apre il problema: Il M5S è di destra o di sinistra????
Così facendo ha favorito la destra avvallando le voci di qualche giorno fa di accordi sottobanco con la destra.
In Spagna PODEMOS aveva lo stesso problema.
Ma hanno chiarito. Rappresenta la nuova sinistra.
E qui?
Il M5S non può andare avanti con questa ambiguità. Deve chiarire la sua posizione.
Ciao camillobenso
http://www.tzetze.it/redazione/2015/06/ ... _stipendi/
Quale partito dal dopoguerra a oggi ha fatto questo.
Ciao
Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
Paolino, ha ragione lo Zione.paolo11 ha scritto:--------------camillobenso ha scritto:cielo 70 ha scritto:Purtroppo Casson ha perso.Questo stop produce molti problemi per il futuro.cielo 70 ha scritto:Purtroppo Casson ha perso.
Casson è stato definito il più grillino della sinistra dem.
Per questo candidatura si erano spese molte personalità della sinistra al M5S.
Sono rimasti sordi.
Anche il giudice Imposimato (M5S) aveva rivolto un appello per Casson.
Adesso si apre il problema: Il M5S è di destra o di sinistra????
Così facendo ha favorito la destra avvallando le voci di qualche giorno fa di accordi sottobanco con la destra.
In Spagna PODEMOS aveva lo stesso problema.
Ma hanno chiarito. Rappresenta la nuova sinistra.
E qui?
Il M5S non può andare avanti con questa ambiguità. Deve chiarire la sua posizione.
Ciao camillobenso
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Quale partito dal dopoguerra a oggi ha fatto questo.
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In Spegna podemos ha fatto una scelta importante e con questa scelta possono dar voce ai loro obiettivi. Mai avrebbero potuto far questo da soli e quindi questa scelta e' da considerare politicamente alta.
Questo stà a dimostrazione che Podemos in Spagna era un movimento molto politico e certamente schierato a sinistra mentre i 5 Stelle pur essendo anch'esso un movimento pero non e' politico. Non ha obiettivi a lunga scadenza, su quale società futura vuole investire. Si basa solo su determinati obiettivi, peraltro sacrosanti, ma non basta questo.
Sia destra che sinistra possono avere obiettivi comuni su determinati punti quali l'onesta degli eletti o quant'altro ma tutto questo non puo' bastare.
Che vogliamo fare dell'italia domani?
Quali obiettivi vogliamo darle?
Con quali forse vogliamo allearci in Europa per cambiarla?
Quale Welfare?
Quale riforma elettorale?
Quale riforma Costituzionale?
e potrei continuare ancora un po su queste mie domande.
Quindi, caro Paolino, se voi pensate di poter avere un giorno una maggioranza politica per poter governare da soli, questa e' una mera illusione che vi danno i vs. maitre a penser.
Non sara' mai cosi poiche l'italia e' cosi e ci sara' pure un perche' e' cosi o no?(scusami questo bisticcio di parole)
Quindi, annullare tutti i vs. consensi aspettando anche voi il vs. Godot , mi sembra un grosso errore politico poiche avreste gia' potuto far cambiare queste cose e invece ne avete fatto ameno
Certo, le alleanze devono essere valutate ed analizzate attentamente come gli stessi programmi. Non si puo' decidere di farle col primo che trovi. Questo di sivcuro. Ma mettere in moto un diverso modo vs. di far politica e quindi alla ricerca di vere alleanze, questo proprio si.
Ora che sta' succedendo? Il vs. 20-25 5 di elettorato viene buttato via ai 4 venti come se non avessero per niente votato e le cose intanto vanno avanti come prima.
Podemos questo lo ha capito e lo ha capito pure Tsipras. Speriamo che lo possiate capire anche voi al piu presto prima che non sia piu' possibile farlo.
Volente o nolente questo prima o poi lo dovrete fare anche se comporterà una spaccatura all'interno poiche il vs. movimento perche' non e' politico nel vero senso della parola. E' di protesta verso un certo tipo di malaffare politico ma si ferma qui anche se non sono da buttare questi scopi sani.
Siete un movimento in cui esistono anime di sinistre e di destra. E tu lo sai. Lo sai pure da che famiglia viene Di Maio anche se giustamente i figli non devono mai portarsi addosso i problemi dei padri. Una brava persona, certamente, ma son sicuro che i suoi obiettivi sul tipo di societa' future non sono certamente i miei.
Affrettatevi, quindi, a fare politica e a dire da che parte state. Il futuro dipenderà anche da voi. Non sarebbe cosa bella sentirsi un po' in colpa nella storia di questo paese per aver buttato via occasioni che difficilmente potranno ripresentarsi.
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Come se ne viene fuori ?
Ciao pancho.Mi sembra sia andato bene il M5S come sindaci in queste elezioni.
Per il resto adesso i partiti tradizionali a cominciare dal PD devono riflettere sulla sconfitta.
IN questo momento particolare di ladri ecc..... non conviene al M5S prendere posizione.
Ciao
Paolo11
Per il resto adesso i partiti tradizionali a cominciare dal PD devono riflettere sulla sconfitta.
IN questo momento particolare di ladri ecc..... non conviene al M5S prendere posizione.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Ciao pancho.Qui del sindaco di Roma nessuno ne parla.Secondo te si deve dimettere?
Avendo avuto dei voti per le sue elezioni, portati da quelli che ora sono in galera?
Una tua opinione
Ciao
Paolo11
Avendo avuto dei voti per le sue elezioni, portati da quelli che ora sono in galera?
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Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
La ricchezza giusta per la sinistra
Le idee. E' necessaria una visione più audace per costruire uno stato sociale
di MARIANA MAZZUCATO
Una teoria sulle ragioni della sconfitta del Partito laburista alle elezioni britanniche comincia a prendere piede. Ma è una teoria sbagliata. Per quelli che basano le loro previsioni sui sondaggi, il risultato è stato una sorpresa. Meno per quelli che hanno seguito il Labour negli ultimi anni. Per molti aspetti il partito laburista proponeva una versione light del Partito conservatore: "Anche noi vogliamo ridurre il disavanzo, ma meno. Anche noi pensiamo che l'immigrazione sia un problema e vogliamo far entrare meno immigrati, ma più dei Tories". In altre parole, i laburisti non hanno fatto nessuno sforzo serio per elaborare una visione che spiegasse perché lasciar crescere il disavanzo ora può essere la chiave per la crescita futura: si guardi agli Stati Uniti, che nel 2009 hanno avuto un disavanzo del 10 per cento e oggi crescono più di qualsiasi Paese europeo che ha tenuto i conti pubblici in attivo. E nessun tentativo serio di spiegare perché l'immigrazione è uno dei maggiori punti di forza dell'economia britannica: attira capitale umano e rende meno insulare e provinciale la nostra mentalità.
Ma forse la parte più tragica della storia è quello che è successo dopo le elezioni. Il Labour si sta giustamente interrogando ma le risposte che sta trovando sono a loro volta versioni della visione conservatrice. Sentiamo dire da Tony Blair, da Chuka Umunna (ministro ombra dell'Industria, spesso chiamato l'Obama inglese, che si è ritirato dalla corsa per prendere il posto di Miliband) e da Liz Kendall (che a quella corsa partecipa ed è una delle favorite) che il Labour ha perso perché non ha abbracciato il mondo delle imprese: cioè non è stato, come si usa dire, abbastanza. E questo mondo come lo hanno chiamato? Il mondo dei "creatori di ricchezza".
Ezio Mauro - Mariana Mazzucato: "Chi prende e chi dà, le nuove disuguaglianze"
Le imprese "creatrici di ricchezza"? Quali imprese? Va detto che nel 2011 Miliband cercò di distinguere fra le imprese che creano effettivamente valore per l'economia e quelle che si limitano solo a estrarre valore: il capitalismo produttivo contro il capitalismo predatorio, secondo la sua definizione. Ma Miliband fu immediatamente messo a tacere dal suo stesso partito: le sue affermazioni suonavano "anti-impresa". È un peccato, perché se avesse continuato su quella strada forse oggi il Labour non si troverebbe in questa situazione. Il Guardian/Observer nel 2014 mi ha etichettata come una dei guru del Partito laburista - ma posso immodestamente dire che se davvero fossi stata un punto di riferimento il Labour non avrebbe fatto questo errore. Nei miei libri faccio molta attenzione a non parlare di "imprese" - settore privato o settore pubblico - ma di un particolare tipo di settore privato di cui abbiamo bisogno, di un particolare tipo di settore pubblico, e di un particolare tipo di rapporto, in termini di "ecosistema", fra di essi. Limitarsi a parlare delle imprese come creatrici di ricchezza non c'entra nulla con il punto in questione: anzi, lo contraddice.
Perché è importante questa distinzione? Perché il capitalismo produttivo è un capitalismo in cui le imprese, lo Stato e i lavoratori operano insieme per creare ricchezza. Sono cioè tutti potenziali creatori di ricchezza. Gli emblemi di ricchezza nella moderna economia della conoscenza, dall'iPhone alla Tesla S, hanno tutti fatto leva su un settore pubblico strategico, disposto a farsi carico dei rischi e delle incertezze maggiori lavorando fianco a fianco con un settore privato disposto a reinvestire i suoi profitti nelle aree "a valle", come ricerca e sviluppo o la formazione del capitale umano. Oggi sono a rischio entrambi. Da una parte un settore pubblico timoroso, che cede agli appelli a introdurre ancora più austerity, che discute delle dimensioni del disavanzo invece che della composizione del disavanzo, che parla solo di limiti allo spending e non di investimento strategico. E dall'altra un settore privato ultra-finanziarizzato, che spende più per riacquistare le proprie azioni che in ricerca e sviluppo e formazione del capitale umano.
I lavoratori, naturalmente, sono anche loro creatori di ricchezza, non solo per il contributo che offrono, con il loro capitale umano, alla produzione di nuovi prodotti e servizi, ma anche perché, nel capitalismo moderno, si assumono a loro volta dei rischi, avendo scarse garanzie di un lavoro permanente e potendo trovarsi a fare molti sacrifici.
La ricchezza è insomma frutto di un lavoro collettivo, decentralizzato, con diversi attori pubblici, privati, individui e organizzazioni. È l'assenza di questo punto di vista ad aver creato una relazione disfunzionale tra imprese e Stato. Le imprese, presentandosi come le (sole) creatrici di ricchezza, hanno convinto sia i tories che i laburisti a introdurre misure come la patent box (le agevolazioni fiscali sui guadagni legati ai brevetti, che si stanno diffondendo in quasi tutti i Paesi europei incluso l'Italia) che non accrescono in alcun modo l'innovazione (i brevetti sono già un monopolio garantito per 20 anni) ma servono solo a far diminuire il tax revenue pubblico ed aumentare la disuguaglianza. Ed è stato proprio il Labour a ridurre da dieci a due anni la durata degli investimenti di private equity necessaria per ottenere una cospicua riduzione delle tasse. È possibile immaginare politiche più filo-impresa di queste?
Simili politiche disfunzionali sono spesso state motivate dal desiderio di rendere l'economia più innovativa e competitiva. Ma in pratica sia il Labour che i Tories si sono limitati ai soliti discorsi sul dare più risorse alle piccole imprese cosa che ha poco senso quando la maggior parte delle piccole imprese sono poco innovative, poco produttive e creano anche poco lavoro. Le poche piccole imprese di valore hanno bisogno di un enorme appoggio pubblico, come quello che ricevono negli Usa, ed anche di una relazione più simbiotica con le grandi imprese. La cosa migliore che qualsiasi governo potrebbe fare per le piccole imprese è insistere perché le grandi imprese comincino a investire di più, rendendo maggiormente dinamico e mutualistico il rapporto con le imprese più piccole loro fornitrici. Ma questo vuole dire appunto mettere pressione sane sulle imprese: non essere solo timidamente friendly.
Fino a quando il Partito laburista - e qualsiasi partito progressista - non imparerà a discutere in modo serio di questi argomenti continuerà a perdere. Oggi un nuovo leader laburista ha l'opportunità concreta per elaborare una visione più ambiziosa di come si fa a creare ricchezza - invece di proporre una versione più contrita della visione conservatrice. E questa visione più coraggiosa - della ricchezza di una nazione creata da tutti, e non solo dalle imprese - può servire anche a costruire fondamenta più solide per lo Stato sociale (che storicamente ha aumentato le opportunità per tutti), finanziato non più solo dal contribuente volenteroso, ma anche attraverso i profitti condivisi delle fatiche di tutti i creatori di ricchezza.
Traduzione di Fabio Galimberti
DA REPUBBLICA.IT
Le idee. E' necessaria una visione più audace per costruire uno stato sociale
di MARIANA MAZZUCATO
Una teoria sulle ragioni della sconfitta del Partito laburista alle elezioni britanniche comincia a prendere piede. Ma è una teoria sbagliata. Per quelli che basano le loro previsioni sui sondaggi, il risultato è stato una sorpresa. Meno per quelli che hanno seguito il Labour negli ultimi anni. Per molti aspetti il partito laburista proponeva una versione light del Partito conservatore: "Anche noi vogliamo ridurre il disavanzo, ma meno. Anche noi pensiamo che l'immigrazione sia un problema e vogliamo far entrare meno immigrati, ma più dei Tories". In altre parole, i laburisti non hanno fatto nessuno sforzo serio per elaborare una visione che spiegasse perché lasciar crescere il disavanzo ora può essere la chiave per la crescita futura: si guardi agli Stati Uniti, che nel 2009 hanno avuto un disavanzo del 10 per cento e oggi crescono più di qualsiasi Paese europeo che ha tenuto i conti pubblici in attivo. E nessun tentativo serio di spiegare perché l'immigrazione è uno dei maggiori punti di forza dell'economia britannica: attira capitale umano e rende meno insulare e provinciale la nostra mentalità.
Ma forse la parte più tragica della storia è quello che è successo dopo le elezioni. Il Labour si sta giustamente interrogando ma le risposte che sta trovando sono a loro volta versioni della visione conservatrice. Sentiamo dire da Tony Blair, da Chuka Umunna (ministro ombra dell'Industria, spesso chiamato l'Obama inglese, che si è ritirato dalla corsa per prendere il posto di Miliband) e da Liz Kendall (che a quella corsa partecipa ed è una delle favorite) che il Labour ha perso perché non ha abbracciato il mondo delle imprese: cioè non è stato, come si usa dire, abbastanza. E questo mondo come lo hanno chiamato? Il mondo dei "creatori di ricchezza".
Ezio Mauro - Mariana Mazzucato: "Chi prende e chi dà, le nuove disuguaglianze"
Le imprese "creatrici di ricchezza"? Quali imprese? Va detto che nel 2011 Miliband cercò di distinguere fra le imprese che creano effettivamente valore per l'economia e quelle che si limitano solo a estrarre valore: il capitalismo produttivo contro il capitalismo predatorio, secondo la sua definizione. Ma Miliband fu immediatamente messo a tacere dal suo stesso partito: le sue affermazioni suonavano "anti-impresa". È un peccato, perché se avesse continuato su quella strada forse oggi il Labour non si troverebbe in questa situazione. Il Guardian/Observer nel 2014 mi ha etichettata come una dei guru del Partito laburista - ma posso immodestamente dire che se davvero fossi stata un punto di riferimento il Labour non avrebbe fatto questo errore. Nei miei libri faccio molta attenzione a non parlare di "imprese" - settore privato o settore pubblico - ma di un particolare tipo di settore privato di cui abbiamo bisogno, di un particolare tipo di settore pubblico, e di un particolare tipo di rapporto, in termini di "ecosistema", fra di essi. Limitarsi a parlare delle imprese come creatrici di ricchezza non c'entra nulla con il punto in questione: anzi, lo contraddice.
Perché è importante questa distinzione? Perché il capitalismo produttivo è un capitalismo in cui le imprese, lo Stato e i lavoratori operano insieme per creare ricchezza. Sono cioè tutti potenziali creatori di ricchezza. Gli emblemi di ricchezza nella moderna economia della conoscenza, dall'iPhone alla Tesla S, hanno tutti fatto leva su un settore pubblico strategico, disposto a farsi carico dei rischi e delle incertezze maggiori lavorando fianco a fianco con un settore privato disposto a reinvestire i suoi profitti nelle aree "a valle", come ricerca e sviluppo o la formazione del capitale umano. Oggi sono a rischio entrambi. Da una parte un settore pubblico timoroso, che cede agli appelli a introdurre ancora più austerity, che discute delle dimensioni del disavanzo invece che della composizione del disavanzo, che parla solo di limiti allo spending e non di investimento strategico. E dall'altra un settore privato ultra-finanziarizzato, che spende più per riacquistare le proprie azioni che in ricerca e sviluppo e formazione del capitale umano.
I lavoratori, naturalmente, sono anche loro creatori di ricchezza, non solo per il contributo che offrono, con il loro capitale umano, alla produzione di nuovi prodotti e servizi, ma anche perché, nel capitalismo moderno, si assumono a loro volta dei rischi, avendo scarse garanzie di un lavoro permanente e potendo trovarsi a fare molti sacrifici.
La ricchezza è insomma frutto di un lavoro collettivo, decentralizzato, con diversi attori pubblici, privati, individui e organizzazioni. È l'assenza di questo punto di vista ad aver creato una relazione disfunzionale tra imprese e Stato. Le imprese, presentandosi come le (sole) creatrici di ricchezza, hanno convinto sia i tories che i laburisti a introdurre misure come la patent box (le agevolazioni fiscali sui guadagni legati ai brevetti, che si stanno diffondendo in quasi tutti i Paesi europei incluso l'Italia) che non accrescono in alcun modo l'innovazione (i brevetti sono già un monopolio garantito per 20 anni) ma servono solo a far diminuire il tax revenue pubblico ed aumentare la disuguaglianza. Ed è stato proprio il Labour a ridurre da dieci a due anni la durata degli investimenti di private equity necessaria per ottenere una cospicua riduzione delle tasse. È possibile immaginare politiche più filo-impresa di queste?
Simili politiche disfunzionali sono spesso state motivate dal desiderio di rendere l'economia più innovativa e competitiva. Ma in pratica sia il Labour che i Tories si sono limitati ai soliti discorsi sul dare più risorse alle piccole imprese cosa che ha poco senso quando la maggior parte delle piccole imprese sono poco innovative, poco produttive e creano anche poco lavoro. Le poche piccole imprese di valore hanno bisogno di un enorme appoggio pubblico, come quello che ricevono negli Usa, ed anche di una relazione più simbiotica con le grandi imprese. La cosa migliore che qualsiasi governo potrebbe fare per le piccole imprese è insistere perché le grandi imprese comincino a investire di più, rendendo maggiormente dinamico e mutualistico il rapporto con le imprese più piccole loro fornitrici. Ma questo vuole dire appunto mettere pressione sane sulle imprese: non essere solo timidamente friendly.
Fino a quando il Partito laburista - e qualsiasi partito progressista - non imparerà a discutere in modo serio di questi argomenti continuerà a perdere. Oggi un nuovo leader laburista ha l'opportunità concreta per elaborare una visione più ambiziosa di come si fa a creare ricchezza - invece di proporre una versione più contrita della visione conservatrice. E questa visione più coraggiosa - della ricchezza di una nazione creata da tutti, e non solo dalle imprese - può servire anche a costruire fondamenta più solide per lo Stato sociale (che storicamente ha aumentato le opportunità per tutti), finanziato non più solo dal contribuente volenteroso, ma anche attraverso i profitti condivisi delle fatiche di tutti i creatori di ricchezza.
Traduzione di Fabio Galimberti
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Re: Come se ne viene fuori ?
A Paolo11
ha ragione pancho e zione Podemos e Syriza sono movimenti politici con degli ideali ben precisi e per arrivare al potere si alleano anche con altre forze non sempre ben accette.
Certo oggi è problematico e controproducente allearsi con il PD, ma come desidera fare Emiliano in Puglia o allearsi con una nuova forza politica di sinistra che accetta alcune condizioni del M5S ( ad es. o ridurre i costi della politica o ridurre gli emolumenti dei politici per fare un fondo a favore dei disoccupati, 2 mandati e via, niente condannati nelle liste ecc.) per fare votare i tanti che non votano più sarebbe
la volta buona per cambiare l'Italia.
ha ragione pancho e zione Podemos e Syriza sono movimenti politici con degli ideali ben precisi e per arrivare al potere si alleano anche con altre forze non sempre ben accette.
Certo oggi è problematico e controproducente allearsi con il PD, ma come desidera fare Emiliano in Puglia o allearsi con una nuova forza politica di sinistra che accetta alcune condizioni del M5S ( ad es. o ridurre i costi della politica o ridurre gli emolumenti dei politici per fare un fondo a favore dei disoccupati, 2 mandati e via, niente condannati nelle liste ecc.) per fare votare i tanti che non votano più sarebbe
la volta buona per cambiare l'Italia.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Ciao iospero.Io guardo L'Italia.Cominciamo a ridursi lo stipendio a livello del M5S Vedo che non muoiono di fame.Dobbiamo sempre noi cittadini rimetterci?.Il debito pubblico è aumentato ancora con Renzi.Parli di Emiliano si riducano lo stipendio i suoi.Parli di ideali non occorrono per dare dei soldi per riprestinare l'autostrada crollata in Sicilia e il microcredito alle imprese Il M5S lo ha fatto Altri che hanno fatto solo rubato.Sono piu di 20 anni che hanno calpestato gli ideali Dopo Berlinguer Sia il PCI e PSI.
Bisogna andare sul concreto di quello che chiede la gente.Nessuno ha proposto con un referendun agli Italiani se restare nell'euro o uscirne,lo ha fatto il M5S.Sono curioso di vedere la Grecia se esce dall'euro farà da apripista ad altri.Gli Usa insistono per non farli uscire potrebbero perdere un alleato nella Nato e un avvicinamento alla Russia.
Bisogna andare sul concreto di quello che chiede la gente.Nessuno ha proposto con un referendun agli Italiani se restare nell'euro o uscirne,lo ha fatto il M5S.Sono curioso di vedere la Grecia se esce dall'euro farà da apripista ad altri.Gli Usa insistono per non farli uscire potrebbero perdere un alleato nella Nato e un avvicinamento alla Russia.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il PD ha mostrato di essere marcio a Roma, ha cammellato truppe da destra per le primarie-farsa in Liguria dove ha candidato una inquisita, ha candidato un condannato in primo grado alla presidenzia della Campania, ha espresso un ex sindaco corrotto a Venezia, ha fatto una pessima riforma della scuola e una schifosa riforma elettorale, oligarchiche e di destra. Ora ci stupiamo se crollano i consensi? Il candidato del centrodestra a Venezia si è messo a capo di una lista civica apparentemente lontana dai partiti e si è avvantaggiato di questo. I 5stelle potevano votare Casson, ma sulla moralità dei consiglieri PD eletti poi chi avrebbe messo la mano sul fuoco, visti i precedenti dello scandalo Mose e di mafiacapitale?
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Dopo i ballottaggi, allarme Pd
I dem crollano al 19 per cento
Mario Valenza
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 41148.html
I dem crollano al 19 per cento
Mario Valenza
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 41148.html
Chi c’è in linea
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