G R E C I A
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Re: G R E C I A
2 luglio 2015
Standard & Poor's: all'Italia la Grexit costerebbe 11 miliardi in più
Si tratta di maggiori oneri da pagare sul debito pubblico: sarebbe l'aumento più alto in assoluto della zona euro
17:01 - Un'uscita della Grecia dall'Eurozona potrebbe costare all'Italia 11 miliardi di euro di maggiori oneri sul debito pubblico. Il nostro Paese, stima Standard & Poor's, fronteggerebbe l'aumento "più grande in assoluto" all'interno della zona euro. L'addio di Atene potrebbe costare in tutto 30 miliardi nel periodo 2015-2016.
Standard & Poor's: all'Italia la Grexit costerebbe 11 miliardi in più
Secondo S&P dunque "gli effetti sulle economie dell'Eurozona si faranno sentire principalmente attraverso rendimenti più alti" da pagare sui titoli di Stato. Infatti, essendo la Grecia "una economia piccola e tradizionalmente più chiusa" di altri Paesi dell'Eurozona, "gli effetti diretti sugli scambi commerciali" sarebbero "limitati".
Se si esclude Cipro (con il 19% dell'export diretto in Grecia nel 2013) solo la Macedonia (4,2%) e Malta (3,3%) "esportano più del 2%" in Grecia. "Anche se le importazioni greche cadessero del 50% nell'anno successivo" alla Grexit, "l'impatto diretto sulla Germania, la Francia e l'Italia ridurrebbe il totale dell'export tra lo 0,3% e lo 0,5%" e con una perdita di Pil "per queste economie tra lo 0,2% e lo 0,3%".
Per S&P "il principale effetto" sull'Eurozona, e "specialmente sui Paesi periferici, si materializzerebbe attraverso i mercati dei capitali". "L'impatto più significativo" di un addio all'euro di Atene "consisterebbe nella reintroduzione di un premio legato al rischio valutario, in quanto l'appartenenza all'Eurozona non è più percepita come irrevocabile".
L'agenzia di rating si attende così "un picco iniziale nei rendimenti" dei bond sovrani "specialmente per quelle economie percepite dai mercati come fiscalmente piu' vulnerabili". Il "premio" è destinato a essere "permanente" anche se il Qe della Bce farà da "tetto" ai rendimenti. S&P stima il maggior costo del rifinanziamento dei debiti pubblici dell'Eurozona in 30 miliardi: "l'aumento sarà distribuito in modo irregolare, con l'Italia che affronterà l'aumento più grande in assoluto, pari a 11 miliardi".
http://www.tgcom24.mediaset.it/economia ... 502a.shtml
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Questa società che classifica la capacità di credito dei paesi scopre che in caso di fallimento a noi italiani ci costerebbe 11 mld in piu' rispetto agli altri?
Lo si viene a sapere ora qualche giorno prima del referendum in Grecia?
Vuol dirottare anche i ns. consensi versi il SI ? A quale scopo?
un salutone
Standard & Poor's: all'Italia la Grexit costerebbe 11 miliardi in più
Si tratta di maggiori oneri da pagare sul debito pubblico: sarebbe l'aumento più alto in assoluto della zona euro
17:01 - Un'uscita della Grecia dall'Eurozona potrebbe costare all'Italia 11 miliardi di euro di maggiori oneri sul debito pubblico. Il nostro Paese, stima Standard & Poor's, fronteggerebbe l'aumento "più grande in assoluto" all'interno della zona euro. L'addio di Atene potrebbe costare in tutto 30 miliardi nel periodo 2015-2016.
Standard & Poor's: all'Italia la Grexit costerebbe 11 miliardi in più
Secondo S&P dunque "gli effetti sulle economie dell'Eurozona si faranno sentire principalmente attraverso rendimenti più alti" da pagare sui titoli di Stato. Infatti, essendo la Grecia "una economia piccola e tradizionalmente più chiusa" di altri Paesi dell'Eurozona, "gli effetti diretti sugli scambi commerciali" sarebbero "limitati".
Se si esclude Cipro (con il 19% dell'export diretto in Grecia nel 2013) solo la Macedonia (4,2%) e Malta (3,3%) "esportano più del 2%" in Grecia. "Anche se le importazioni greche cadessero del 50% nell'anno successivo" alla Grexit, "l'impatto diretto sulla Germania, la Francia e l'Italia ridurrebbe il totale dell'export tra lo 0,3% e lo 0,5%" e con una perdita di Pil "per queste economie tra lo 0,2% e lo 0,3%".
Per S&P "il principale effetto" sull'Eurozona, e "specialmente sui Paesi periferici, si materializzerebbe attraverso i mercati dei capitali". "L'impatto più significativo" di un addio all'euro di Atene "consisterebbe nella reintroduzione di un premio legato al rischio valutario, in quanto l'appartenenza all'Eurozona non è più percepita come irrevocabile".
L'agenzia di rating si attende così "un picco iniziale nei rendimenti" dei bond sovrani "specialmente per quelle economie percepite dai mercati come fiscalmente piu' vulnerabili". Il "premio" è destinato a essere "permanente" anche se il Qe della Bce farà da "tetto" ai rendimenti. S&P stima il maggior costo del rifinanziamento dei debiti pubblici dell'Eurozona in 30 miliardi: "l'aumento sarà distribuito in modo irregolare, con l'Italia che affronterà l'aumento più grande in assoluto, pari a 11 miliardi".
http://www.tgcom24.mediaset.it/economia ... 502a.shtml
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Questa società che classifica la capacità di credito dei paesi scopre che in caso di fallimento a noi italiani ci costerebbe 11 mld in piu' rispetto agli altri?
Lo si viene a sapere ora qualche giorno prima del referendum in Grecia?
Vuol dirottare anche i ns. consensi versi il SI ? A quale scopo?
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: G R E C I A
da ciwati
Se fossi greco
Paul Krugman si schiera, Joseph Stiglitz dice così. Christian Raimo, qui da noi, rilancia.
Deciderà il popolo greco, che molto ha già subito. E questo, per quanto mi riguarda, è certamente un bene, soprattutto perché chiara è la contrapposizione rispetto all’assunzione di decisioni da parte di banche e istituzioni la cui legittimazione democratica è quantomeno molto indiretta: a queste caratteristiche rispondono, infatti, i grandi creditori – Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale – sulla cui proposta si esprimeranno i greci. Lo faranno a seguito di una decisione del Parlamento, su proposta del premier Tsipras. Parlamento e premier scelti recentemente con un voto popolare.
Certamente, i referendum dovrebbero vedere domande provenienti direttamente dal basso (bottom-up), ma la situazione è indubbiamente particolare (e quindi, se la consultazione può vedere una connotazione top-down, è anche vero che il top in discussione è ancora più in alto).
A chi, d’altra parte, dice che si tratta di una questione molto complessa e che il referendum necessita di un consenso informato dico che ha ragione, ma ricordo che, in Grecia, della questione discutono da anni; di più: la vivono da anni.
Il mandato delle cancellerie europee, Italia compresa, è quello di dire che il no porterebbe all’uscita dall’euro.
Così lo ha spiegato il premier (con il solito tweet) e anche il Pse, purtroppo, ormai totalmente succube e incapace di aprire fronti diversi. Di fatto è come non averlo, un partito così, se poi la posizione è – alla prova dei fatti – quella della Merkel.
Ora, in Grecia, fossi greco – lo dico con molto rispetto per chi deve sovranamente assumere le decisioni subendone le conseguenze – voterei no: Tsipras ha già detto che se perdesse si dimetterebbe. E che se vincesse, non sarebbe un’uscita dall’euro, ma l’espressione della sovranità popolare: il suo non è un no all’Europa o all’euro, ma la posizione di una questione democratica imprescindibile. E la presa di distanza da soluzioni che non risolvono i problemi del suo paese.
Non saremmo – ovvio – dovuti arrivare a questo punto. È mancata l’Europa e ovviamente anche l’Italia. È mancato il Mediterraneo come spazio politico.
Non si può dire che l’austerità non va bene e poi sostenerla sempre, schierandosi pesantemente (anche oggi sul Sole, con qualche ironia di troppo) da una parte e chiudendo di fatto il dibattito. Per sempre.
L’Europa è guidata in un certo modo, con certe politiche, con scelte di un certo tipo.
Chi le sostiene sempre, queste politiche, non può lamentarsene. E sono politiche che stanno facendo piccola l’Europa. Non grande come la vogliono presentare (leggete qui).
Il sogno europeo si è ridotto alle ricette economiche di una certa parte di Europa, che non è mai stata la nostra. Ricette che in Grecia sono state semplicemente controproducenti.
Il no greco potrebbe diventare un sì a un’Europa diversa, federalista, rigorosa ma non autolesionista, finalmente politica. Un paradosso che sconfigge i paradossi che abbiamo visto in azione in questi anni. Forse questa sì è l’ultima chiamata per l’Europa e per il suo futuro. Ma non per Atene, per tutti quanti.
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Credo che non sia l'ultima chiamata , ma solo l'inizio di un confronto, dopo la Grecia arriverà la Spagna e poi , se i paesi del mediterraneo si mettessero d'accordo, anche l'Italia potrebbe accodarsi.
Se fossi greco
Paul Krugman si schiera, Joseph Stiglitz dice così. Christian Raimo, qui da noi, rilancia.
Deciderà il popolo greco, che molto ha già subito. E questo, per quanto mi riguarda, è certamente un bene, soprattutto perché chiara è la contrapposizione rispetto all’assunzione di decisioni da parte di banche e istituzioni la cui legittimazione democratica è quantomeno molto indiretta: a queste caratteristiche rispondono, infatti, i grandi creditori – Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale – sulla cui proposta si esprimeranno i greci. Lo faranno a seguito di una decisione del Parlamento, su proposta del premier Tsipras. Parlamento e premier scelti recentemente con un voto popolare.
Certamente, i referendum dovrebbero vedere domande provenienti direttamente dal basso (bottom-up), ma la situazione è indubbiamente particolare (e quindi, se la consultazione può vedere una connotazione top-down, è anche vero che il top in discussione è ancora più in alto).
A chi, d’altra parte, dice che si tratta di una questione molto complessa e che il referendum necessita di un consenso informato dico che ha ragione, ma ricordo che, in Grecia, della questione discutono da anni; di più: la vivono da anni.
Il mandato delle cancellerie europee, Italia compresa, è quello di dire che il no porterebbe all’uscita dall’euro.
Così lo ha spiegato il premier (con il solito tweet) e anche il Pse, purtroppo, ormai totalmente succube e incapace di aprire fronti diversi. Di fatto è come non averlo, un partito così, se poi la posizione è – alla prova dei fatti – quella della Merkel.
Ora, in Grecia, fossi greco – lo dico con molto rispetto per chi deve sovranamente assumere le decisioni subendone le conseguenze – voterei no: Tsipras ha già detto che se perdesse si dimetterebbe. E che se vincesse, non sarebbe un’uscita dall’euro, ma l’espressione della sovranità popolare: il suo non è un no all’Europa o all’euro, ma la posizione di una questione democratica imprescindibile. E la presa di distanza da soluzioni che non risolvono i problemi del suo paese.
Non saremmo – ovvio – dovuti arrivare a questo punto. È mancata l’Europa e ovviamente anche l’Italia. È mancato il Mediterraneo come spazio politico.
Non si può dire che l’austerità non va bene e poi sostenerla sempre, schierandosi pesantemente (anche oggi sul Sole, con qualche ironia di troppo) da una parte e chiudendo di fatto il dibattito. Per sempre.
L’Europa è guidata in un certo modo, con certe politiche, con scelte di un certo tipo.
Chi le sostiene sempre, queste politiche, non può lamentarsene. E sono politiche che stanno facendo piccola l’Europa. Non grande come la vogliono presentare (leggete qui).
Il sogno europeo si è ridotto alle ricette economiche di una certa parte di Europa, che non è mai stata la nostra. Ricette che in Grecia sono state semplicemente controproducenti.
Il no greco potrebbe diventare un sì a un’Europa diversa, federalista, rigorosa ma non autolesionista, finalmente politica. Un paradosso che sconfigge i paradossi che abbiamo visto in azione in questi anni. Forse questa sì è l’ultima chiamata per l’Europa e per il suo futuro. Ma non per Atene, per tutti quanti.
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Credo che non sia l'ultima chiamata , ma solo l'inizio di un confronto, dopo la Grecia arriverà la Spagna e poi , se i paesi del mediterraneo si mettessero d'accordo, anche l'Italia potrebbe accodarsi.
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Re: G R E C I A
OXI- NO- CON IL POPOLO GRECO- elenco delle manifestazioni italiane
Luglio 2 Scritto da redazione
TANTISSIME PIAZZE D'ITALIA SARANNO PIAZZA SYNTAGMA. Molte delle manifestazioni di domani sera, venerdì 3,saranno collegate in diretta con piazza Syntagma. Ascolteremo insieme il discorso di Alexis Tsipras.
Non mancate, saremo una unica piazza europea. Come bisognerà essere sempre, da oggi in poi, se vogliamo vincere questa guerra feroce dei ricchi contro i poveri.
Ecco gli appuntamenti venerdì 3 LUGLIO
per i dettagli delle iniziative clicca qui
LECCE H 19 Piazzale Chiesa di Santa Irene - Presidio
CATANIA H 18 Prefettura- Presidio
PADOVA H 18:30 Prefettura - Presidio
GENOVA H 17.30 Piazza Ferrari - Manifestazione
BRESCIA H 20:00 Largo Formentone - Corteo
TORINO H 18:00 Piazza Castello - Presidio
PALERMO H 18:00 Piazza Verdi
CREMA H 17:30 -19:000 Volantinaggio per le vie della città
MILANO H 18:30 Darsena - Presidio
PESCARA H 21:00 Ponte del Mare - Fiaccolata
ANCONA H 21:00 Piazza Cavour - Corteo regionale
AGRAFOLA H 18:00 Viale Sant'Agostino - Presidio
VERONA H 18.00 Piazza Dei Signori - Manifestazione
SAVONA H 15:30 - 19 :30 Corso Italia - Gazebo
ROMA h 17.00 Pincio flash mob
ROMA H 19:00 Piazza Farnese - Fiaccolata
BARI H 17:30 Sede Consolato Greco - Via Amendola 172 – Presidio
FIRENZE H 21:00 Piazza Santo Spirito - Fiaccolata
VENEZIA H 18:30 Sede Rai
LA SPEZIA 17:30 Piazza Mentana
CASERTA H 19:00 Piazza Dante
PARMA H 18:00 Sede EFSA
MASSA CARRARA H 21:00 Piazza Aranci
BOLOGNA H 19:00 Piazza Del Nettuno
FORLì H 18:00 Piazza Saffi – Presidio
BIELLA H 15:30 – 19:30 Giardini Zumaglini – Gazebo
BRINDISI H 18:30 Piazza Vittoria - Volantinaggio
CROTONE H 10:30 Piazza Della Resistenza
PIACENZA H 12:00 Da Via Garibaldi al Palazzo della Provincia - Flash mob in bici con distribuzione di volantini
PIACENZA H 21:00 Piazza Cavalli
VOGHERA H 9:30 ALLE 12:30 Piazza Duomo – Banchetto informativo
PAVIA H 18.30 ALLE 20:30 Piazza Della Vittoria – Presidio
CUNEO H 9:00 Via De Pascale
CUNEO H 17.00 Corso Dante
PISA H 16:30 Prefettura – Presidio
POTENZA H 18 Prefettura – Presidio
MELFI H 18:00 Villa Comunale – Presidio
AOSTA H 17:00 Porte Pretorie – Presidio
LIVORNO H 18:00 ALLE 20:00
RIMINI H 18.00 Prefettura
VARESE H 18:00 Prefettura
PRATO H18:30 Piazza Delle Carceri
NAPOLI H18:00 Metropolitana di Toledo – Presidio più corteo
MONZA H 21:00 Largo Mazzini - Presidio
VITERBO H 17:00 Piazza della Repubblica – Presidio
TERNI H 18:30 Piazza del Popolo -Presidio
PERUGIA H 18:30 Piazza Piccinino – Presidio
LUCCA H 17:00 Piazza San Michele – Presidio
VAL CAMONICA H 20:30 Piazza del Porto – Presidio
SIENA H 17:00 ALLE 20:00 Piazza Salimbeni -Presidio
EMPOLI H 18.30 Piazza della Prepositura
ASTI H 18:00 Piazza San Secondo – Presidio
CREMONA H 18:00 Palazzo Comunale e Duomo - Flash Mob
CAVA DE TIRRENI (SA) H 18:00 Via Balzico 78 – Assemblea
VALCAMONICA MATTINA Mercato Pisogne – Volantinaggio
BENEVENTO H 17:00 Corso Garibaldi – Presidio
TRIESTE H 20:30 Chiesa Greco Ortodossa Riva 3
COMO H 18:30 Piazza San Fedele
FUORIGROTTA (NAPOLI) H 17:00 Via Metastasio - Pedalata per la Grecia Verso Via Toledo
MATERA H 20:00 Piazza Vittorio Veneto – Presidio
COSENZA H18:00 Via Manzoni presso Auser Cgil – iniziativa
GORIZIA H18.00 Piazza Unità a Ronchi dei Legionari (sala consiliare) – iniziativa
4 LUGLIO
REGGIO EMILIA H 11:00 Piazza Martiri - Presidio
BRINDISI H18:00 Piazza Vittoria
LODI H 16:00 ALLE 18:00 – Prefettura
MANTOVA H 10:00 Piazza Martiri di Belfiore
SERIATE H18:30 Festa in Rosso di Seriate – Dibattito
PAESTUM H17:00 Area Archeologica – flash mob
CREMONA H 18:00 ALLE 20.30 Giardini Pubblici Piazza Roma
VAL CAMONIACA MATTINA Mercato Lovere e di Boario – Volantinaggio
5 LUGLIO
RAVENNA H 18.30 – Dock 61
MODENA H 17:00 ALLE 20:00 Sotto la Ghirlandina in via Emilia Centro – presidio
BACOLI Villa Comunale - iniziativa pubblica H 18.00
http://www.listatsipras.eu/blog.html
Luglio 2 Scritto da redazione
TANTISSIME PIAZZE D'ITALIA SARANNO PIAZZA SYNTAGMA. Molte delle manifestazioni di domani sera, venerdì 3,saranno collegate in diretta con piazza Syntagma. Ascolteremo insieme il discorso di Alexis Tsipras.
Non mancate, saremo una unica piazza europea. Come bisognerà essere sempre, da oggi in poi, se vogliamo vincere questa guerra feroce dei ricchi contro i poveri.
Ecco gli appuntamenti venerdì 3 LUGLIO
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LECCE H 19 Piazzale Chiesa di Santa Irene - Presidio
CATANIA H 18 Prefettura- Presidio
PADOVA H 18:30 Prefettura - Presidio
GENOVA H 17.30 Piazza Ferrari - Manifestazione
BRESCIA H 20:00 Largo Formentone - Corteo
TORINO H 18:00 Piazza Castello - Presidio
PALERMO H 18:00 Piazza Verdi
CREMA H 17:30 -19:000 Volantinaggio per le vie della città
MILANO H 18:30 Darsena - Presidio
PESCARA H 21:00 Ponte del Mare - Fiaccolata
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VERONA H 18.00 Piazza Dei Signori - Manifestazione
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BARI H 17:30 Sede Consolato Greco - Via Amendola 172 – Presidio
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VENEZIA H 18:30 Sede Rai
LA SPEZIA 17:30 Piazza Mentana
CASERTA H 19:00 Piazza Dante
PARMA H 18:00 Sede EFSA
MASSA CARRARA H 21:00 Piazza Aranci
BOLOGNA H 19:00 Piazza Del Nettuno
FORLì H 18:00 Piazza Saffi – Presidio
BIELLA H 15:30 – 19:30 Giardini Zumaglini – Gazebo
BRINDISI H 18:30 Piazza Vittoria - Volantinaggio
CROTONE H 10:30 Piazza Della Resistenza
PIACENZA H 12:00 Da Via Garibaldi al Palazzo della Provincia - Flash mob in bici con distribuzione di volantini
PIACENZA H 21:00 Piazza Cavalli
VOGHERA H 9:30 ALLE 12:30 Piazza Duomo – Banchetto informativo
PAVIA H 18.30 ALLE 20:30 Piazza Della Vittoria – Presidio
CUNEO H 9:00 Via De Pascale
CUNEO H 17.00 Corso Dante
PISA H 16:30 Prefettura – Presidio
POTENZA H 18 Prefettura – Presidio
MELFI H 18:00 Villa Comunale – Presidio
AOSTA H 17:00 Porte Pretorie – Presidio
LIVORNO H 18:00 ALLE 20:00
RIMINI H 18.00 Prefettura
VARESE H 18:00 Prefettura
PRATO H18:30 Piazza Delle Carceri
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TERNI H 18:30 Piazza del Popolo -Presidio
PERUGIA H 18:30 Piazza Piccinino – Presidio
LUCCA H 17:00 Piazza San Michele – Presidio
VAL CAMONICA H 20:30 Piazza del Porto – Presidio
SIENA H 17:00 ALLE 20:00 Piazza Salimbeni -Presidio
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TRIESTE H 20:30 Chiesa Greco Ortodossa Riva 3
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GORIZIA H18.00 Piazza Unità a Ronchi dei Legionari (sala consiliare) – iniziativa
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REGGIO EMILIA H 11:00 Piazza Martiri - Presidio
BRINDISI H18:00 Piazza Vittoria
LODI H 16:00 ALLE 18:00 – Prefettura
MANTOVA H 10:00 Piazza Martiri di Belfiore
SERIATE H18:30 Festa in Rosso di Seriate – Dibattito
PAESTUM H17:00 Area Archeologica – flash mob
CREMONA H 18:00 ALLE 20.30 Giardini Pubblici Piazza Roma
VAL CAMONIACA MATTINA Mercato Lovere e di Boario – Volantinaggio
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RAVENNA H 18.30 – Dock 61
MODENA H 17:00 ALLE 20:00 Sotto la Ghirlandina in via Emilia Centro – presidio
BACOLI Villa Comunale - iniziativa pubblica H 18.00
http://www.listatsipras.eu/blog.html
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: G R E C I A
http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2015/ ... o-forzoso/
BAIL-IN” ovvero MECCANISMO DEL PRELIEVO FORZOSO SUI CONTI CORRENTI E SVALUTAZIONE DEI TITOLI.
In 4 anni i Governi non si sono mai degnati di informarci.
Da domani sarà operativo il BAIL-IN quindi se la banca andrà in crisi per mala-gestio sarai chiamato ANCHE TU per partecipare
alle perdite della banca…. con i tuoi titoli e tuoi depositi !
E se la banca dovesse invece guadagnare piu del dovuto, tu parteciperai agli utili ? NO
Il motto delle banche è: “quello che è mio è mio e quello che è tuo è mio”
........................................................
A questo punto non essendo piu la banca D'Italia dello stato ,ma dei privati.Meglio i soldi metterli in posta.
Ciao
paolo11
BAIL-IN” ovvero MECCANISMO DEL PRELIEVO FORZOSO SUI CONTI CORRENTI E SVALUTAZIONE DEI TITOLI.
In 4 anni i Governi non si sono mai degnati di informarci.
Da domani sarà operativo il BAIL-IN quindi se la banca andrà in crisi per mala-gestio sarai chiamato ANCHE TU per partecipare
alle perdite della banca…. con i tuoi titoli e tuoi depositi !
E se la banca dovesse invece guadagnare piu del dovuto, tu parteciperai agli utili ? NO
Il motto delle banche è: “quello che è mio è mio e quello che è tuo è mio”
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A questo punto non essendo piu la banca D'Italia dello stato ,ma dei privati.Meglio i soldi metterli in posta.
Ciao
paolo11
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Re: G R E C I A
E' la stessa cosa Paolino!paolo11 ha scritto:http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2015/ ... o-forzoso/
BAIL-IN” ovvero MECCANISMO DEL PRELIEVO FORZOSO SUI CONTI CORRENTI E SVALUTAZIONE DEI TITOLI.
In 4 anni i Governi non si sono mai degnati di informarci.
Da domani sarà operativo il BAIL-IN quindi se la banca andrà in crisi per mala-gestio sarai chiamato ANCHE TU per partecipare
alle perdite della banca…. con i tuoi titoli e tuoi depositi !
E se la banca dovesse invece guadagnare piu del dovuto, tu parteciperai agli utili ? NO
Il motto delle banche è: “quello che è mio è mio e quello che è tuo è mio”
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A questo punto non essendo piu la banca D'Italia dello stato ,ma dei privati.Meglio i soldi metterli in posta.
Ciao
paolo11
Leggi bene qui sotto!!!
http://www.segretibancari.com/consulenz ... -deposito/
http://ilcorrentista.com/soldi-piu-al-s ... osta-15531
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: G R E C I A
Attacco alla Grecia, Podemos nel mirino. Manolo Monereo
"L'Ue non è l'Europa, è la modalità neoliberista di costruzione di uno spazio economico al servizio dei poteri economici, sotto l'egemonia tedesca"
I cambiamenti politici in Spagna non hanno aiutato il governo greco di Syriza, scrive su Inciativadebate Manolo Monereo.
È normale. Un aspetto centrale dei negoziati tra la Grecia e la troika ha a che fare con le conseguenze in tutta l'UE, e in particolare nel Sud, di un buon accordo o un cattivo accordo. Nel primo caso, ci guadagnerebbero molti i governi che hanno accettato piani di adeguamento imposti dai creditori; il secondo caso servirebbe da monito per le persone che hanno osato votare contro i partiti dell'establishment, caratterizzati dalla loro subordinazione al potere economico e, in particolare, allo stato tedesco.
Dalla crisi greca occorre trarre degli insegnamenti per il futuro, per il nostro futuro comune. Il primo è forte e chiaro: il centro della negoziazione è politico, e solo marginalmente tecnico ed economico. Quando la Merkel dice che non avrebbe accettato di negoziare sotto la minaccia di un referendum, dice due cose importanti: che la democrazia è negativo per l'Europa e che la trasparenza è incompatibile con il normale funzionamento delle istituzioni dell'Unione, che prima si chiamavano troika .
Lo stile della negoziazione è stato un elemento chiave. Si potrebbe dire che è stato "corleonesco": alla Grecia è stata fatta un'offerta che non poteva rifiutare, con la pistola della liquidità puntata alla test e il pugnale della cessazione del credito premuto sulla schiena. Tutti contro il governo di Tsipras. All'unanimità hanno confermato l'ignominia, la corruzione di una classe politica al servizio del potere economico e che cospira apertamente contro il suo stesso popolo, tutto per la maggior gloria di un'Europa tedesca: che macchina infernale è questa Unione europea che si oppone così ferocemente d un piccolo paese che tutto quello che chiede è il rispetto, la dignità e uscire dalla catastrofe sociale ed economica creato da politiche inique e inefficienti?
Quello che stupisce è il coraggio, l'audacia e il coraggio morale del governo di Syriza. Jacques Sapir ha ragione quando dice che il governo greco ci ha riconsegnato il valore della deliberazione, della sovranità popolare e della democrazia costituzionale. E' un crimine che l'Unione europea e le classi dirigenti non possono accettare
Questo ci porta alla seconda lezione. L'Unione europea non può permettersi un precedente come questo. Deve punire il popolo greco perché ha votato male, ha scelto dei politici irresponsabili e -gravíssimo- ha messo a capo del suo governo una forza politica che vuole realizzare le sue promesse elettorali. Decisamente, questo non può essere.
Creare un precedente è molto pericoloso. Infine, dopo tutto, la Grecia è piccola, ma proprio per questa ragione bisogna evitare che l'eccezione diventi la regola. Per questa ragione Rajoy raccomanda il pugno di ferro, avvertendo che un buon accordo con i greci "populisti" potrebbe dare le ali ad una'alleanza Spagna-Grecia e innescare una situazione incontrollabile e ingestibile. La Spagna è più grande, più potente e deve molto più dei greci. Non si può dimenticare, inoltre, che si sta negoziando con i "cugini" americani il trattato transatlantico (TTIP) e la NATO è in pieno riarmo e riposizionamento in un contesto in cui la guerra di fatto è già in Europa.
La terza lezione ha a che fare con i fondamenti dell'Unione europea. I rappresentanti della troika non si stancano di ripetere: i greci devono scegliere tra la permanenza o meno in Europa. La menzogna convertita in ideologia: l'Unione europea non è l'Europa, è la modalità neoliberista di costruzione di uno spazio economico al servizio dei poteri economici, sotto l'egemonia tedesca. Si può dire, per concludere, che l'Unione europea è l'anti-Europa, rotta, permanentemente divisa tra un nucleo ricco e sempre più potente e una periferia subordinata economicamente e politicamente. I Paesi del Sud sono diventati "protettorati", democrazie ristrette e limitate sotto la tirannia permanente degli Stati creditori. L'Unione europea condanna il sud al sottosviluppo sociale ed economico, produce disuguaglianza, rapporti di lavoro precari, genera povertà e blocca il futuro delle giovani generazioni, costringendole all'esilio economico e allo sradicamento.
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews ... 2&pg=12221
"L'Ue non è l'Europa, è la modalità neoliberista di costruzione di uno spazio economico al servizio dei poteri economici, sotto l'egemonia tedesca"
I cambiamenti politici in Spagna non hanno aiutato il governo greco di Syriza, scrive su Inciativadebate Manolo Monereo.
È normale. Un aspetto centrale dei negoziati tra la Grecia e la troika ha a che fare con le conseguenze in tutta l'UE, e in particolare nel Sud, di un buon accordo o un cattivo accordo. Nel primo caso, ci guadagnerebbero molti i governi che hanno accettato piani di adeguamento imposti dai creditori; il secondo caso servirebbe da monito per le persone che hanno osato votare contro i partiti dell'establishment, caratterizzati dalla loro subordinazione al potere economico e, in particolare, allo stato tedesco.
Dalla crisi greca occorre trarre degli insegnamenti per il futuro, per il nostro futuro comune. Il primo è forte e chiaro: il centro della negoziazione è politico, e solo marginalmente tecnico ed economico. Quando la Merkel dice che non avrebbe accettato di negoziare sotto la minaccia di un referendum, dice due cose importanti: che la democrazia è negativo per l'Europa e che la trasparenza è incompatibile con il normale funzionamento delle istituzioni dell'Unione, che prima si chiamavano troika .
Lo stile della negoziazione è stato un elemento chiave. Si potrebbe dire che è stato "corleonesco": alla Grecia è stata fatta un'offerta che non poteva rifiutare, con la pistola della liquidità puntata alla test e il pugnale della cessazione del credito premuto sulla schiena. Tutti contro il governo di Tsipras. All'unanimità hanno confermato l'ignominia, la corruzione di una classe politica al servizio del potere economico e che cospira apertamente contro il suo stesso popolo, tutto per la maggior gloria di un'Europa tedesca: che macchina infernale è questa Unione europea che si oppone così ferocemente d un piccolo paese che tutto quello che chiede è il rispetto, la dignità e uscire dalla catastrofe sociale ed economica creato da politiche inique e inefficienti?
Quello che stupisce è il coraggio, l'audacia e il coraggio morale del governo di Syriza. Jacques Sapir ha ragione quando dice che il governo greco ci ha riconsegnato il valore della deliberazione, della sovranità popolare e della democrazia costituzionale. E' un crimine che l'Unione europea e le classi dirigenti non possono accettare
Questo ci porta alla seconda lezione. L'Unione europea non può permettersi un precedente come questo. Deve punire il popolo greco perché ha votato male, ha scelto dei politici irresponsabili e -gravíssimo- ha messo a capo del suo governo una forza politica che vuole realizzare le sue promesse elettorali. Decisamente, questo non può essere.
Creare un precedente è molto pericoloso. Infine, dopo tutto, la Grecia è piccola, ma proprio per questa ragione bisogna evitare che l'eccezione diventi la regola. Per questa ragione Rajoy raccomanda il pugno di ferro, avvertendo che un buon accordo con i greci "populisti" potrebbe dare le ali ad una'alleanza Spagna-Grecia e innescare una situazione incontrollabile e ingestibile. La Spagna è più grande, più potente e deve molto più dei greci. Non si può dimenticare, inoltre, che si sta negoziando con i "cugini" americani il trattato transatlantico (TTIP) e la NATO è in pieno riarmo e riposizionamento in un contesto in cui la guerra di fatto è già in Europa.
La terza lezione ha a che fare con i fondamenti dell'Unione europea. I rappresentanti della troika non si stancano di ripetere: i greci devono scegliere tra la permanenza o meno in Europa. La menzogna convertita in ideologia: l'Unione europea non è l'Europa, è la modalità neoliberista di costruzione di uno spazio economico al servizio dei poteri economici, sotto l'egemonia tedesca. Si può dire, per concludere, che l'Unione europea è l'anti-Europa, rotta, permanentemente divisa tra un nucleo ricco e sempre più potente e una periferia subordinata economicamente e politicamente. I Paesi del Sud sono diventati "protettorati", democrazie ristrette e limitate sotto la tirannia permanente degli Stati creditori. L'Unione europea condanna il sud al sottosviluppo sociale ed economico, produce disuguaglianza, rapporti di lavoro precari, genera povertà e blocca il futuro delle giovani generazioni, costringendole all'esilio economico e allo sradicamento.
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews ... 2&pg=12221
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: G R E C I A
aggiungo a quanto già inserito da pancho
Molte delle manifestazioni di domani sera, venerdì 3, saranno collegate in diretta con piazza Syntagma. Ascolteremo insieme il discorso di Alexis Tsipras ( trasmesso sul nostro sito alle 20.00 http://www.listatsipras.eu)
Una nostra delegazione sarà ad Atene domenica. E in molte città stiamo organizzando piazze e ritrovi dove aspettare insieme i risultati.
La vittoria del NO è fondamentale per cambiare l'Europa.
Prima della lista dei degli appuntamenti vi salutiamo con le parole del nostro Moni Ovadia,
"Un NO che vuole rilanciare l'Europa, quella che abbiamo è solo una miserevole caricatura
Il NO al referendum è un NO a una politica europea che mira a negare la democrazia."
http://listatsipras.eu/blog/item/3008-m ... europa.htm
AL REFERENDUM OXI ( NO): CON TSIPRAS, CON IL POPOLO GRECO, per un'altra EUROPA
buona manifestazioone
L'altra Europa con Tsipras
http://www.listatsipras.eu
Ecco gli appuntamenti :
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Re: G R E C I A
http://cambiailmondo.org/2015/07/02/e-i ... la-grecia/
E’ in gioco il futuro dell’Europa, non solo della Grecia
Inviato da cambiailmondo ⋅ 02/07/2015
Archiviato in Alexis Tsipras, crisi globale, crisi Italia, Grecia, ideologia ed egemonie culturali, politica internazionale
di Mario Lettieri, già Sottosegretario all’economia (governo Prodi) e Paolo Raimondi, Economista
La vicenda greca svela la vera natura dell’Europa. Sono ore cruciali, quindi, non solo per il futuro della Grecia ma anche dell’Unione europea. Purtroppo gli organi di informazione riportano il “ping pong” tra Bruxelles e Atene in un modo tanto astratto e banale da confondere. Si afferma soltanto che la Troika, e anche Berlino, non possono accettare le proposte del governo di Tsipras. Si ha la sensazione che spesso non le si conosce nemmeno! Invece sarebbe doveroso partire da esse per qualsiasi valutazione.
Il piano elaborato dal governo ellenico è chiaro e sintetico, contenuto in un documento di 10 pagine. Per il popolo greco sarebbe un boccone amaro, non una piacevole passeggiata. Si prevede l’aumento delle entrate fiscali dell’1,51 del Pil già nel 2015 e del 2,87% nel 2016. Si va oltre la stessa richiesta della Troika. L’Iva, inoltre, verrebbe alzata al 23%, mantenendola al 13% soltanto per i beni di primissima necessità e al 6% per i farmaci e i libri.
La prevista riforma delle pensioni è molto simile a quella italiana ed è “calibrata” sulla media europea. La spesa pensionistica verrebbe ridotta nel 2016 per un importo pari all’1,05% del Pil e dell’1,1% l’anno successivo.
Certo il sistema pensionistico greco è andato in tilt negli ultimi anni a causa dell’aumento del prepensionamento consentito a seguito della crisi e della disoccupazione galoppante. La riforma proposta dovrebbe portare l’età pensionabile a 67 anni, come nel resto dell’Europa.
Non vorremmo che la volontà di Atene di mantenere una certa tutela per le “famiglie più vulnerabili” e l’intento di voler “garantire un reddito minimo non basato su tagli di beni e servizi reali che sono già sotto la media europea” abbia irritato qualche partecipante ai summit europei. Dovrebbe però essere chiaro a tutti che, se a un malato grave si toglie l’ossigeno, si ottiene soltanto un cadavere.
Il governo ellenico annuncia anche l’aumento del contributo di solidarietà e quello, dal 26 al 29%, delle tasse sui guadagni delle imprese. Inoltre per i profitti oltre il mezzo milione di euro si prevede, soltanto per il 2015, un tassa extra del 12%. Vi è anche l’impegno nella lotta all’evasione e nel perseguire i capitali portati illegalmente all’estero.
Si può affermare che trattasi di un piano realistico tanto che vi sarebbe anche un certo riguardo per le banche elleniche che rimarrebbero private. Anche quelle partecipate dal governo arriverebbero alla completa privatizzazione, con l’impegno di “non intraprendere alcuna azione che metta in discussione la loro solvibilità”. Indirettamente si tratta di una concessione non di poco conto alle altre banche europee, a cominciare da quelle tedesche, che in passato hanno fatto il bello e cattivo tempo nel sistema bancario greco.
Certo a fronte dei citati impegni concreti, realmente attuabili, vi è stata anche la richiesta di utilizzare i 35 miliardi di euro che spetterebbero alla Grecia nel periodo 2014-2020. Tali fondi europei, unitamente a quelli del programma “Investment Plan for Europe”, dovrebbero servire a finanziare importanti progetti pubblici e privati. Il diniego di Bruxelles sarebbe dovuto al fatto che i 38 miliardi di euro messi a disposizione nel sessennio 2007-2013 non hanno prodotto risultati positivi. Ciò è vero ma non è imputabile soltanto alla Grecia. Responsabile è la politica di austerità generalizzata imposta dalla stessa burocrazia europea. Si ricordi che il debito pubblico greco, che oggi è pari al 177% del Pil, era del 107% nel 2007.
Se le proposte del governo greco sono credibili non si comprende l’ostilità di Bruxelles e della Troika.
Secondo noi vi sono tre possibili chiavi di lettura. Si pensa che programma di Tsipras non sia veritiero, quasi una sorta di truffa. Così si inficia il principio di fiducia e di reciprocità su cui si basa l’Unione europea. Un domani si potrebbe non credere agli impegni di qualsiasi altro governo, anche di quello tedesco.
Sorge il dubbio, senza essere complottisti, che qualcuno irresponsabilmente stia “facendo un test” sulla dissoluzione dell’Unione europea. Un esperimento che potrebbe sfuggire di mano a chi comunque pensa di controllare e gestire la crisi.
Tra gli altri impegni assunti dal governo ellenico vi sarebbero anche la trasformazione del Pireo in un grande hub ed il suo collegamento ferroviario con i vari corridoi di trasporto e di sviluppo in costruzione sul continente eurasiatico. Noi riteniamo che, se si considera che da tempo vi è un forte interesse cinese e russo nei settori succitati, non sia l’economia, i conti in ordine, ne l’austerità, ma sia la geopolitica la vera causa della chiusura e delle decisioni di Bruxelles e della Troika.
Ci sembra che si sta giocando con il fuoco in una fabbrica di fiammiferi.
Fonte: il quotidiano dei lavoratori – Zurigo
E’ in gioco il futuro dell’Europa, non solo della Grecia
Inviato da cambiailmondo ⋅ 02/07/2015
Archiviato in Alexis Tsipras, crisi globale, crisi Italia, Grecia, ideologia ed egemonie culturali, politica internazionale
di Mario Lettieri, già Sottosegretario all’economia (governo Prodi) e Paolo Raimondi, Economista
La vicenda greca svela la vera natura dell’Europa. Sono ore cruciali, quindi, non solo per il futuro della Grecia ma anche dell’Unione europea. Purtroppo gli organi di informazione riportano il “ping pong” tra Bruxelles e Atene in un modo tanto astratto e banale da confondere. Si afferma soltanto che la Troika, e anche Berlino, non possono accettare le proposte del governo di Tsipras. Si ha la sensazione che spesso non le si conosce nemmeno! Invece sarebbe doveroso partire da esse per qualsiasi valutazione.
Il piano elaborato dal governo ellenico è chiaro e sintetico, contenuto in un documento di 10 pagine. Per il popolo greco sarebbe un boccone amaro, non una piacevole passeggiata. Si prevede l’aumento delle entrate fiscali dell’1,51 del Pil già nel 2015 e del 2,87% nel 2016. Si va oltre la stessa richiesta della Troika. L’Iva, inoltre, verrebbe alzata al 23%, mantenendola al 13% soltanto per i beni di primissima necessità e al 6% per i farmaci e i libri.
La prevista riforma delle pensioni è molto simile a quella italiana ed è “calibrata” sulla media europea. La spesa pensionistica verrebbe ridotta nel 2016 per un importo pari all’1,05% del Pil e dell’1,1% l’anno successivo.
Certo il sistema pensionistico greco è andato in tilt negli ultimi anni a causa dell’aumento del prepensionamento consentito a seguito della crisi e della disoccupazione galoppante. La riforma proposta dovrebbe portare l’età pensionabile a 67 anni, come nel resto dell’Europa.
Non vorremmo che la volontà di Atene di mantenere una certa tutela per le “famiglie più vulnerabili” e l’intento di voler “garantire un reddito minimo non basato su tagli di beni e servizi reali che sono già sotto la media europea” abbia irritato qualche partecipante ai summit europei. Dovrebbe però essere chiaro a tutti che, se a un malato grave si toglie l’ossigeno, si ottiene soltanto un cadavere.
Il governo ellenico annuncia anche l’aumento del contributo di solidarietà e quello, dal 26 al 29%, delle tasse sui guadagni delle imprese. Inoltre per i profitti oltre il mezzo milione di euro si prevede, soltanto per il 2015, un tassa extra del 12%. Vi è anche l’impegno nella lotta all’evasione e nel perseguire i capitali portati illegalmente all’estero.
Si può affermare che trattasi di un piano realistico tanto che vi sarebbe anche un certo riguardo per le banche elleniche che rimarrebbero private. Anche quelle partecipate dal governo arriverebbero alla completa privatizzazione, con l’impegno di “non intraprendere alcuna azione che metta in discussione la loro solvibilità”. Indirettamente si tratta di una concessione non di poco conto alle altre banche europee, a cominciare da quelle tedesche, che in passato hanno fatto il bello e cattivo tempo nel sistema bancario greco.
Certo a fronte dei citati impegni concreti, realmente attuabili, vi è stata anche la richiesta di utilizzare i 35 miliardi di euro che spetterebbero alla Grecia nel periodo 2014-2020. Tali fondi europei, unitamente a quelli del programma “Investment Plan for Europe”, dovrebbero servire a finanziare importanti progetti pubblici e privati. Il diniego di Bruxelles sarebbe dovuto al fatto che i 38 miliardi di euro messi a disposizione nel sessennio 2007-2013 non hanno prodotto risultati positivi. Ciò è vero ma non è imputabile soltanto alla Grecia. Responsabile è la politica di austerità generalizzata imposta dalla stessa burocrazia europea. Si ricordi che il debito pubblico greco, che oggi è pari al 177% del Pil, era del 107% nel 2007.
Se le proposte del governo greco sono credibili non si comprende l’ostilità di Bruxelles e della Troika.
Secondo noi vi sono tre possibili chiavi di lettura. Si pensa che programma di Tsipras non sia veritiero, quasi una sorta di truffa. Così si inficia il principio di fiducia e di reciprocità su cui si basa l’Unione europea. Un domani si potrebbe non credere agli impegni di qualsiasi altro governo, anche di quello tedesco.
Sorge il dubbio, senza essere complottisti, che qualcuno irresponsabilmente stia “facendo un test” sulla dissoluzione dell’Unione europea. Un esperimento che potrebbe sfuggire di mano a chi comunque pensa di controllare e gestire la crisi.
Tra gli altri impegni assunti dal governo ellenico vi sarebbero anche la trasformazione del Pireo in un grande hub ed il suo collegamento ferroviario con i vari corridoi di trasporto e di sviluppo in costruzione sul continente eurasiatico. Noi riteniamo che, se si considera che da tempo vi è un forte interesse cinese e russo nei settori succitati, non sia l’economia, i conti in ordine, ne l’austerità, ma sia la geopolitica la vera causa della chiusura e delle decisioni di Bruxelles e della Troika.
Ci sembra che si sta giocando con il fuoco in una fabbrica di fiammiferi.
Fonte: il quotidiano dei lavoratori – Zurigo
Ultima modifica di iospero il 04/07/2015, 18:22, modificato 3 volte in totale.
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Re: G R E C I A
..............pancho ha scritto:E' la stessa cosa Paolino!paolo11 ha scritto:http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2015/ ... o-forzoso/
BAIL-IN” ovvero MECCANISMO DEL PRELIEVO FORZOSO SUI CONTI CORRENTI E SVALUTAZIONE DEI TITOLI.
In 4 anni i Governi non si sono mai degnati di informarci.
Da domani sarà operativo il BAIL-IN quindi se la banca andrà in crisi per mala-gestio sarai chiamato ANCHE TU per partecipare
alle perdite della banca…. con i tuoi titoli e tuoi depositi !
E se la banca dovesse invece guadagnare piu del dovuto, tu parteciperai agli utili ? NO
Il motto delle banche è: “quello che è mio è mio e quello che è tuo è mio”
........................................................
A questo punto non essendo piu la banca D'Italia dello stato ,ma dei privati.Meglio i soldi metterli in posta.
Ciao
paolo11
Leggi bene qui sotto!!!
http://www.segretibancari.com/consulenz ... -deposito/
http://ilcorrentista.com/soldi-piu-al-s ... osta-15531
un salutone
Poste Italiane è controllata dalla Cassa Depositi e prestiti e sui conti correnti Bancoposta non sono coperti dal Fondo Interbancario come per i conti correnti offerti dalle banche,per adesso sono garantiti dallo Stato
...
Siamo piu sicuri con lo stato?
Ciao
Paolo11
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Re: G R E C I A
https://www.youtube.com/watch?v=trYdOTS ... ploademail
Lavoro e Economia in Europa: Paolo Maddalena risponde al M5S
Ciao
Paolo11
Lavoro e Economia in Europa: Paolo Maddalena risponde al M5S
Ciao
Paolo11
Chi c’è in linea
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