G R E C I A
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Re: G R E C I A
http://www.beppegrillo.it/2015/07/la_sp ... i.html?s=n
Dunque venghino, signori, venghino. C’è la crisi, la Grecia è in bancarotta, la vita umana lì non costa più un caXXo, due spicci e vi diamo qualunque cosa.
Venghino signori, venghino: c’è la crisi. Le isole dell’Egeo ve le portate a casa al prezzo di un Box a Sesto San Giovanni, le statue del Partenone (quelle che ci sono rimaste) costano la metà di una borsetta di Prada, gli oliveti li sbrachiamo così ci fate i campi da golf e la carne umana (visto la ragazza messa in copertina sotto l’ombrellone? non mangia da dieci giorni, per un euro fa qualunque cosa), quella, la battiamo un centesimo al chilo.
Tanto ne abbiamo un sacco: dieci milioni di pezzi in Grecia e, a seguire, quaranta in Spagna e sessanta in Italia.
Venghino signori, venghino…
(Sullo sfondo si sentono risate uguali a quelle degli imprenditori a cui sono andati gli appalti dopo il terremoto dell’Aquila. Ve le ricordate?)" Cristiano Armiati
Ciao
Paolo11
Dunque venghino, signori, venghino. C’è la crisi, la Grecia è in bancarotta, la vita umana lì non costa più un caXXo, due spicci e vi diamo qualunque cosa.
Venghino signori, venghino: c’è la crisi. Le isole dell’Egeo ve le portate a casa al prezzo di un Box a Sesto San Giovanni, le statue del Partenone (quelle che ci sono rimaste) costano la metà di una borsetta di Prada, gli oliveti li sbrachiamo così ci fate i campi da golf e la carne umana (visto la ragazza messa in copertina sotto l’ombrellone? non mangia da dieci giorni, per un euro fa qualunque cosa), quella, la battiamo un centesimo al chilo.
Tanto ne abbiamo un sacco: dieci milioni di pezzi in Grecia e, a seguire, quaranta in Spagna e sessanta in Italia.
Venghino signori, venghino…
(Sullo sfondo si sentono risate uguali a quelle degli imprenditori a cui sono andati gli appalti dopo il terremoto dell’Aquila. Ve le ricordate?)" Cristiano Armiati
Ciao
Paolo11
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Re: G R E C I A
Baranes: “C’è paura, se vince Tsipras Podemos fa il boom in Spagna”
Per me, credo che non cambi molto, perché ritengo che questa sia solo il primo round , anche se domani non vincesse OKI in autunno vedremo se Podemos riuscirà SPUNTARLA , le reazioni dell'elettorato possono essere di due tipi, paura di fronte alle posizioni dell'Europa e del dopo o un presa di posizione ancora più dura contro un'Europa dell'austerity che non permette di crescere ai paesi più deboli.
"Cuba ha scelto il male minore. Nel caos mondiale il Sud America offre il quadro più saldo".
Parla Luciano Vasapollo, professore di Metodi di Analisi dei Sistemi Economici
http://www.controlacrisi.org/notizia/Po ... le-il-sud/
Oggi siamo alla fase di chiusura della leadership degli USA. Ma domani finirà il modo di produzione capitalista? No, e allora quale prospettiva per la sinistra di classe in Europa , nei paesi a capitalismo maturo?
Tutto dipende, come dice Marx, dalle dinamiche della lotta di classe. Le relazioni di forza del movimento operaio internazionale nei confronti del capitale sono decisamente negative. Occorre dare impulso politico alla lotta di classe per invertire i rapporti di forza. Occorre creare rapporti di forza favorevoli per provocare un cambiamento strategico e oltrepassare il sistema produttivo capitalista. Bisogna pensare partendo da nuove prospettive; se ci vorranno 10 o 1000 anni, non è possibile saperlo in quanto dipende dalla relazione di forza nella lotta di classe. Serve da subito, qui ed ora, un protagonismo di classe che sappia aprire con le lotte, vertenze su riforme strutturali creando organizzazione di classe in grado di accumulare forze e consensi, attorno ad un programma di fase. Un programma che comunque nel rivendicare salario e diritti sia in grado di invertire i rapporti di forza nel conflitto capitale-lavoro, riconquistando così terreno di potere a favore dei lavoratori e punti al raggiungimento del progetto strategico del socialismo possibile oggi.
Una strada che rivendichi la nazionalizzazione dei settori determinanti , come le banche, le industrie dei settori strategici, per disegnare una economia solidale e delle sostenibilità socio-ambientali. Per tale motivo guardiamo con ammirazione politica ad un modello come quello dell'ALBA.
L’ALBA può essere un modello , o almeno un riferimento per quello che tu chiami l’eurochavismo e la rivoluzione martiana-marxista per un ‘ ALBA euro-afro-mediterranea di un socialismo possibile ?
Per me, credo che non cambi molto, perché ritengo che questa sia solo il primo round , anche se domani non vincesse OKI in autunno vedremo se Podemos riuscirà SPUNTARLA , le reazioni dell'elettorato possono essere di due tipi, paura di fronte alle posizioni dell'Europa e del dopo o un presa di posizione ancora più dura contro un'Europa dell'austerity che non permette di crescere ai paesi più deboli.
"Cuba ha scelto il male minore. Nel caos mondiale il Sud America offre il quadro più saldo".
Parla Luciano Vasapollo, professore di Metodi di Analisi dei Sistemi Economici
http://www.controlacrisi.org/notizia/Po ... le-il-sud/
Oggi siamo alla fase di chiusura della leadership degli USA. Ma domani finirà il modo di produzione capitalista? No, e allora quale prospettiva per la sinistra di classe in Europa , nei paesi a capitalismo maturo?
Tutto dipende, come dice Marx, dalle dinamiche della lotta di classe. Le relazioni di forza del movimento operaio internazionale nei confronti del capitale sono decisamente negative. Occorre dare impulso politico alla lotta di classe per invertire i rapporti di forza. Occorre creare rapporti di forza favorevoli per provocare un cambiamento strategico e oltrepassare il sistema produttivo capitalista. Bisogna pensare partendo da nuove prospettive; se ci vorranno 10 o 1000 anni, non è possibile saperlo in quanto dipende dalla relazione di forza nella lotta di classe. Serve da subito, qui ed ora, un protagonismo di classe che sappia aprire con le lotte, vertenze su riforme strutturali creando organizzazione di classe in grado di accumulare forze e consensi, attorno ad un programma di fase. Un programma che comunque nel rivendicare salario e diritti sia in grado di invertire i rapporti di forza nel conflitto capitale-lavoro, riconquistando così terreno di potere a favore dei lavoratori e punti al raggiungimento del progetto strategico del socialismo possibile oggi.
Una strada che rivendichi la nazionalizzazione dei settori determinanti , come le banche, le industrie dei settori strategici, per disegnare una economia solidale e delle sostenibilità socio-ambientali. Per tale motivo guardiamo con ammirazione politica ad un modello come quello dell'ALBA.
L’ALBA può essere un modello , o almeno un riferimento per quello che tu chiami l’eurochavismo e la rivoluzione martiana-marxista per un ‘ ALBA euro-afro-mediterranea di un socialismo possibile ?
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Re: G R E C I A
Fabio Marcelli ha messo a fuoco la vera motivazione per cui da mesi sta avvenendo il contenzioso tra la Ue e la Grecia.
La vera posta in gioco è l’indispensabile ulteriore punizione che si vuole infliggere a un popolo “colpevole” di essersi ribellato ai diktat di chi vede nella massimizzazione delle rendite finanziarie l’unico imperativo categorico cui vanno subordinati diritti umani, ambiente, giustizia, sovranità, democrazia e dignità delle persone
Zonaeuro
Grecia: ‘No’ contro il terrorismo psicologico della finanza dominante
di Fabio Marcelli | 3 luglio 2015
Commenti (255)
E’ oramai a tutti chiara la portata e natura politica della sfida in atto tra Grecia e organismi ademocratici (se non antidemocratici) che sono stati posti a dirigere il mondo dalla casta dei finanzieri internazionali.
La vera posta in gioco è l’indispensabile ulteriore punizione che si vuole infliggere a un popolo “colpevole” di essersi ribellato ai diktat di chi vede nella massimizzazione delle rendite finanziarie l’unico imperativo categorico cui vanno subordinati diritti umani, ambiente, giustizia, sovranità, democrazia e dignità delle persone.
Da qui discende l’intento prevaricatorio della Merkel, cui si accodano come obbedienti cagnolini Hollande, Renzi, Rajoy e altri.
Il rifiuto di negoziare con il governo greco e la volontà arrogante di rompere il tavolo delle trattative derivano dall’intento palese di umiliare a un tempo il governo e il popolo greco.
E sì che quest’ultimo ha dovuto subire negli ultimi anni le conseguenze delle politiche neoliberiste che hanno determinato nel Paese disoccupazione, miseria e annullamento di essenziali servizi pubblici, svendita di beni comuni.
Da tempo il capitale finanziario internazionale ha scelto la Grecia come luogo delle proprie sperimentazioni antiumane.
Scelta che assume anche un preciso valore simbolico, dato che la Grecia viene unanimemente ritenuta la culla della democrazia.
E’ proprio con la democrazia che la vogliono fare finita Merkel & C.
Per questo, bloccando ogni possibile negoziato e respingendo al mittente le richieste più che ragionevoli del governo Tsipras, puntano sul terrorismo psicologico dei media, ancora in mano, anche in Grecia, al grande capitale, per spaventare la gente, inducendola, con il ricatto spudorato e la minaccia di un futuro ancora peggiore del pessimo presente, a votare sì alle inaccettabili proposte della Trojka.
Falsando il piano del dibattito costoro vorrebbero far credere ai greci che in discussione è l’adesione del Paese all’Unione europea.
Non è così.
Il governo Tsipras è in realtà oggi l’unico governo europeo ad avere ben chiaro quale debba essere il senso dell’Unione, per recuperare il quale occorre beninteso spazzare via i suoi attuali governanti.
A ben vedere è proprio questo che temono questi ultimi.
Sono perfettamente consapevoli che la vittoria di Syriza alle elezioni politiche greche è solo il primo passo verso un risveglio di tutti i popoli europei, di ogni parte dell’Europa, verso la cacciata in malo modo degli attuali irresponsabili burattini della finanza internazionale e la loro sostituzione con una nuova classe dirigente che sia effettiva espressione del popolo europeo.
Per questo falsano il piano del dibattito.
Per questo Renzi si affanna a strillare che la posta in gioco del referendum in Grecia è l’euro o la dracma.
Non è così.
Vero è che occorrono sostanziali correzioni nelle politiche economiche e monetarie dell’Unione per consentire la stessa sopravvivenza dell’euro, della cui fine il Grexit costituirebbe indubbiamente solo la prima tappa.
Sono invece in discussione le politiche da portare avanti.
Per questo il Fondo monetario internazionale della burocrate d’oro Lagarde si è scagliato, definendole “velleitarie“, contro le proposte del governo greco di inasprire il trattamento fiscale dei ricchi e di colpire gli evasori.
Eppure il problema dell’evasione fiscale è globale, come dimostra l’illuminante servizio di Nicholas Shaxson sull’ultimo numero di Internazionale relativo ai paradisi fiscali, da cui emerge fra l’altro che la ricchezza custodita in tali luoghi e sottratta pertanto ad ogni possibile imposizione ammonta attualmente a ben 7.600 miliardi di dollari.
Abbastanza soldi per salvare il pianeta dal degrado ecologico e consentire una vita degna a tutti i suoi abitanti, nessuno escluso.
Costoro odiano la gente, odiano il popolo, odiano la democrazia.
Per questo diffondono sondaggi falsi approfittando della loro posizione dominante in seno all’informazione.
Per questo è importante prendere coscienza di quanto sia importante sconfiggerli, eliminare il loro potere, recuperare le risorse di ogni genere che sottraggono al bene e al controllo comune e metterli definitivamente in condizione di non nuocere.
Il referendum di domenica in Grecia è un primo passo in questa direzione. Altri analoghi referendum andranno organizzati in Italia e in tutti i Paesi europei per ridare un senso alle parole fondanti della nostra civiltà oggi a rischio.
di Fabio Marcelli | 3 luglio 2015
La vera posta in gioco è l’indispensabile ulteriore punizione che si vuole infliggere a un popolo “colpevole” di essersi ribellato ai diktat di chi vede nella massimizzazione delle rendite finanziarie l’unico imperativo categorico cui vanno subordinati diritti umani, ambiente, giustizia, sovranità, democrazia e dignità delle persone
Zonaeuro
Grecia: ‘No’ contro il terrorismo psicologico della finanza dominante
di Fabio Marcelli | 3 luglio 2015
Commenti (255)
E’ oramai a tutti chiara la portata e natura politica della sfida in atto tra Grecia e organismi ademocratici (se non antidemocratici) che sono stati posti a dirigere il mondo dalla casta dei finanzieri internazionali.
La vera posta in gioco è l’indispensabile ulteriore punizione che si vuole infliggere a un popolo “colpevole” di essersi ribellato ai diktat di chi vede nella massimizzazione delle rendite finanziarie l’unico imperativo categorico cui vanno subordinati diritti umani, ambiente, giustizia, sovranità, democrazia e dignità delle persone.
Da qui discende l’intento prevaricatorio della Merkel, cui si accodano come obbedienti cagnolini Hollande, Renzi, Rajoy e altri.
Il rifiuto di negoziare con il governo greco e la volontà arrogante di rompere il tavolo delle trattative derivano dall’intento palese di umiliare a un tempo il governo e il popolo greco.
E sì che quest’ultimo ha dovuto subire negli ultimi anni le conseguenze delle politiche neoliberiste che hanno determinato nel Paese disoccupazione, miseria e annullamento di essenziali servizi pubblici, svendita di beni comuni.
Da tempo il capitale finanziario internazionale ha scelto la Grecia come luogo delle proprie sperimentazioni antiumane.
Scelta che assume anche un preciso valore simbolico, dato che la Grecia viene unanimemente ritenuta la culla della democrazia.
E’ proprio con la democrazia che la vogliono fare finita Merkel & C.
Per questo, bloccando ogni possibile negoziato e respingendo al mittente le richieste più che ragionevoli del governo Tsipras, puntano sul terrorismo psicologico dei media, ancora in mano, anche in Grecia, al grande capitale, per spaventare la gente, inducendola, con il ricatto spudorato e la minaccia di un futuro ancora peggiore del pessimo presente, a votare sì alle inaccettabili proposte della Trojka.
Falsando il piano del dibattito costoro vorrebbero far credere ai greci che in discussione è l’adesione del Paese all’Unione europea.
Non è così.
Il governo Tsipras è in realtà oggi l’unico governo europeo ad avere ben chiaro quale debba essere il senso dell’Unione, per recuperare il quale occorre beninteso spazzare via i suoi attuali governanti.
A ben vedere è proprio questo che temono questi ultimi.
Sono perfettamente consapevoli che la vittoria di Syriza alle elezioni politiche greche è solo il primo passo verso un risveglio di tutti i popoli europei, di ogni parte dell’Europa, verso la cacciata in malo modo degli attuali irresponsabili burattini della finanza internazionale e la loro sostituzione con una nuova classe dirigente che sia effettiva espressione del popolo europeo.
Per questo falsano il piano del dibattito.
Per questo Renzi si affanna a strillare che la posta in gioco del referendum in Grecia è l’euro o la dracma.
Non è così.
Vero è che occorrono sostanziali correzioni nelle politiche economiche e monetarie dell’Unione per consentire la stessa sopravvivenza dell’euro, della cui fine il Grexit costituirebbe indubbiamente solo la prima tappa.
Sono invece in discussione le politiche da portare avanti.
Per questo il Fondo monetario internazionale della burocrate d’oro Lagarde si è scagliato, definendole “velleitarie“, contro le proposte del governo greco di inasprire il trattamento fiscale dei ricchi e di colpire gli evasori.
Eppure il problema dell’evasione fiscale è globale, come dimostra l’illuminante servizio di Nicholas Shaxson sull’ultimo numero di Internazionale relativo ai paradisi fiscali, da cui emerge fra l’altro che la ricchezza custodita in tali luoghi e sottratta pertanto ad ogni possibile imposizione ammonta attualmente a ben 7.600 miliardi di dollari.
Abbastanza soldi per salvare il pianeta dal degrado ecologico e consentire una vita degna a tutti i suoi abitanti, nessuno escluso.
Costoro odiano la gente, odiano il popolo, odiano la democrazia.
Per questo diffondono sondaggi falsi approfittando della loro posizione dominante in seno all’informazione.
Per questo è importante prendere coscienza di quanto sia importante sconfiggerli, eliminare il loro potere, recuperare le risorse di ogni genere che sottraggono al bene e al controllo comune e metterli definitivamente in condizione di non nuocere.
Il referendum di domenica in Grecia è un primo passo in questa direzione. Altri analoghi referendum andranno organizzati in Italia e in tutti i Paesi europei per ridare un senso alle parole fondanti della nostra civiltà oggi a rischio.
di Fabio Marcelli | 3 luglio 2015
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Re: G R E C I A
L’opinione di Stefano Folli di ieri su La Repubblica, era comune ad altri commentatori politici. Ed è stato espresso anche da Matteo La Qualunque, sempre ieri, per quanto riguarda il fronte interno.
La vittoria del NO, metterebbe in fermento i partiti anti-europeisti.
“Il premier”, si fa per dire, continua a calare nei consensi. Il Pd ha perso quasi 2 punti ed è a poco più del 30 %, ed una vittoria del NO lo metterebbe in difficoltà. Non per niente oggi ha annunciato agli italiani di stare
“sereni”circa il referendum greco.
In realtà il trionfo di Syriza sarebbe un’onda d’urto
destinata a investire gli assetti politici nei maggiori
paesi d’Europa.La Francia di Marine Le
Pen, ad esempio. La Gran Bretagna di
Nigel Farage. La Spagna di Podemos.
Tutti i nemici, non solo dell’Europa tedesca
di Angela Merkel, ma dell’Unione
in quanto tale. E infatti i cosiddetti
“populisti” sono spesso prima di tutto
nazionalisti che hanno trovato una bandiera da sventolare.
Poi ci sono le componenti di estrema sinistra
che hanno trovato nella Grecia di Tsipras, dopo anni
di frustrazioni, una nuova causa ideologica: contro il
capitale finanziario, le banche e la globalizzazione. Se
in Grecia sarà “no”, il quadro verrà sconvolto da nord a
sud.E nessuno sa con precisione cosa aspettarsi a Parigi,
Madrid, Londra, nella stessa Berlino dove il movimento
anti-euro è ben attrezzato. E naturalmente c’è
anche Roma.
La vittoria del NO, metterebbe in fermento i partiti anti-europeisti.
“Il premier”, si fa per dire, continua a calare nei consensi. Il Pd ha perso quasi 2 punti ed è a poco più del 30 %, ed una vittoria del NO lo metterebbe in difficoltà. Non per niente oggi ha annunciato agli italiani di stare
“sereni”circa il referendum greco.
In realtà il trionfo di Syriza sarebbe un’onda d’urto
destinata a investire gli assetti politici nei maggiori
paesi d’Europa.La Francia di Marine Le
Pen, ad esempio. La Gran Bretagna di
Nigel Farage. La Spagna di Podemos.
Tutti i nemici, non solo dell’Europa tedesca
di Angela Merkel, ma dell’Unione
in quanto tale. E infatti i cosiddetti
“populisti” sono spesso prima di tutto
nazionalisti che hanno trovato una bandiera da sventolare.
Poi ci sono le componenti di estrema sinistra
che hanno trovato nella Grecia di Tsipras, dopo anni
di frustrazioni, una nuova causa ideologica: contro il
capitale finanziario, le banche e la globalizzazione. Se
in Grecia sarà “no”, il quadro verrà sconvolto da nord a
sud.E nessuno sa con precisione cosa aspettarsi a Parigi,
Madrid, Londra, nella stessa Berlino dove il movimento
anti-euro è ben attrezzato. E naturalmente c’è
anche Roma.
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Re: G R E C I A
Era già prevedibile mesi fa, quando Trsipras aveva conquistato la maggioranza.
Grecia
"Dopo Tsipras tocca all'Alba Dorata" L'estrema destra greca cresce e punta al potere
Parla Ilias Kasidiaris, il portavoce del movimento ultra-nazionalista. Appena scarcerato dopo un anno di reclusione è pronto a rimettersi alla testa del partito. Per conquistare i voti dei delusi dalle scelte del governo e dall'intransigenza dell'Europa. Sognando di diventare il primo partito
di Luca Steinmann
03 luglio 2015
In un momento in cui la Grecia è sotto i riflettori di tutto il mondo i media internazionali sono concentrati sugli effetti che l'esito del referendum potrebbe avere sulla politica europea. Meno attenzione è stata posta alle possibili conseguenze per la politica interna della Grecia. Un paese in cui stanno prendendo sempre più piede i gruppi ultra-nazionalisti che, grazie alle loro posizioni anti-europeiste e alle difficoltà incontrate da Tsipras, potrebbero ottenere il sostegno di grandi fette di elettorato.
Alba Dorata, terzo partito del paese che esprime 17 parlamentari e definito dalla stampa nazionale come neo-nazista, è stato l'unico oltre a Syriza che all'interno del parlamento a votare a favore dell'approvazione del referendum proposto dal governo. I media ellenici hanno lanciato l'allarme quando immediatamente dopo è stato scarcerato Ilias Kasidiaris, il portavoce che da un anno era in prigione in attesa di processo per banda armata. Secondo i giornali la sua liberazione sarebbe una concessione fatta dal governo Tsipras ad Alba Dorata in cambio del suo sostegno alla causa del No.
Nipote del segretario di Alba Dorata Nikolaos Michaloliakos, Kasidaris viene descritto come uno dei dirigenti più carismatici e più amati dai giovani. Nel 2012 passò alle cronache per avere picchiato in diretta un'avversaria politica durante un talk-show televisivo . Fatto che destò molto scandalo ma che non gli impedì di venir eletto all'interno del parlamento greco con un record di preferenze. Intervistato dall'Espresso il giorno dopo la sua liberazione Kasidaris si dice pronto a riprendere il suo ruolo per approfittare dell'instabilità del Paese e del suo premier oltre che dell'astio della popolazione verso la Ue. L'obiettivo è di fare diventare Alba Dorata il primo partito nazionale combattendo i suoi grandi nemici: “la globalizzazione, l'oligarchia finanziaria, le multinazionali, le banche, la Ue, l'ateismo, i matrimoni gay, l' invasione straniera, l'islamizzazione, la Turchia”.
In molti dicono che in caso di vittoria del Si Tsipras si indebolirebbe e voi vi rafforzerete molto. E' vero?
Sicuramente Alba Dorata aumenterebbe i propri consensi, perché siamo l'unico partito che in Grecia sia rimasto sempre coerente. Tutti gli altri hanno cambiato posizioni: la Nuova Democrazia, che è l'ex partito di maggioranza che era conservatore e ora è totalmente appiattito alla troika; il Pasok che è un finto partito socialista filo europeo; anche Syriza, che solo in questi ultimi giorni ha cambiato più volte atteggiamento nei confronti dei creditori. Al contrario Alba Dorata ha sempre sostenuto le stesse posizioni, nonostante le persecuzioni politiche e andando avanti così sempre più greci stanno capendo che siamo gli unici di cui ci si può fidare.
Alba Dorata e Syriza sono gli unici partiti ad essere per il no al referendum. Può essere l'inizio di nuove collaborazioni?
E' piu probabile che il governo italiano collabori con i jihadisti dell'IS che Alba Dorata con Syriza. Syriza è un partito di traditori che fa parte di questo sistema corrotto e la sua ideologia miserabile è pericolosa per la nazione. Non c'è nessuna differenza tra Tsipras e chi lo ha preceduto al governo e non a caso tutti i partiti sono ostili ad Alba Dorata allo stesso modo. Basta guardare la nostra storia giudiziaria. Il partito che governava prima, la Nuova Democrazia, ha organizzato un complotto contro di noi e Syriza l'ha sostenuto con tutte le sue forze, votando per togliere immunità ai nostri parlamentari senza che vi fosse alcuna base legale per farlo. La conseguenza di questa mancata osservanza delle leggi ha portato alla mia carcerazione. Sono il primo cittadino al mondo che è stato carcerato per possesso d' armi da caccia, perché avevo in casa un fucile regolarmente denunciato alla polizia.
La stampa greca ha scritto che la sua scarcerazione sia una concessione di Tsipras per avervi dalla sua parte in questi giorni difficili.
E' falso. Ero in carcere senza motivo e sono stato liberato esattamente 12 mesi dopo perché la legge dice che per stare di più in carcere servirebbe una documentazione specifica. E' una totale coincidenza che ciò sia avvenuto in concomitanza del referendum.
Se come dice Alba Dorata è destinata ad avere sempre più consenso vi serve un programma alternativo a quello di Syriza. Come vi sareste comportati durante le trattative con i creditori?
Fin da subito il mio partito ha criticato il modo in cui Tsipras e Varoufakis trattavano. O meglio facevano finta di trattare, quando in realtà sono andati in giro per l'Europa a farsi prendere in giro mettendo la Grecia in una posizione ancora peggiore di prima. Avrebbero dovuto progettare misure drastiche all'interno del paese invece di andare fuori a farsi ricattare.
Siete dunque favorevoli all'uscita dall'eurozona?
Non come primo obiettivo. Uscire immediatamente dall'euro, come forse avverrà dopo il referendum, farebbe patire la fame ancora di più al nostro popolo. L'uscita della Grecia dall'euro non è l'obiettivo immediato del mio partito. Il ritorno alla moneta nazionale si basa su una produzione primaria forte che in questo momento il paese non possiede. Le prime misure che adotteremmo sarebbero volte alla ricostruzione della produzione del Paese, contro lo sfruttamento dei fonti della ricchezza. Soprattutto il petrolio e il gas naturale che si trova nella nostra terra.
Qualora domenica vincesse il no la Grecia si troverebbe ancora più isolata a livello nazionale. Alba Dorata ha degli alleati internazionali con cui cerchereste di spezzare l'isolamento?
Siamo disposti a collaborare con tutti i partiti e movimenti nazionalisti d'Europa. Vogliamo collaborare con chiunque abbia problemi in comune da risolvere e rifondare insieme l'Europa delle nazioni e delle tradizioni. Per quanto riguarda l'Italia, per esempio, abbiamo rapporti politici con la Lega Nord, con cui collaboriamo all'interno del parlamento europeo basandoci su posizioni che abbiamo in comune.
Che sono?
La lotta a favore della la sovranità nazionale e popolare e il contrasto all'invasione straniera, all'islamizzazione e all'ingresso della Turchia in Europa.
Tag
http://espresso.repubblica.it/internazi ... =HEF_RULLO
Grecia
"Dopo Tsipras tocca all'Alba Dorata" L'estrema destra greca cresce e punta al potere
Parla Ilias Kasidiaris, il portavoce del movimento ultra-nazionalista. Appena scarcerato dopo un anno di reclusione è pronto a rimettersi alla testa del partito. Per conquistare i voti dei delusi dalle scelte del governo e dall'intransigenza dell'Europa. Sognando di diventare il primo partito
di Luca Steinmann
03 luglio 2015
In un momento in cui la Grecia è sotto i riflettori di tutto il mondo i media internazionali sono concentrati sugli effetti che l'esito del referendum potrebbe avere sulla politica europea. Meno attenzione è stata posta alle possibili conseguenze per la politica interna della Grecia. Un paese in cui stanno prendendo sempre più piede i gruppi ultra-nazionalisti che, grazie alle loro posizioni anti-europeiste e alle difficoltà incontrate da Tsipras, potrebbero ottenere il sostegno di grandi fette di elettorato.
Alba Dorata, terzo partito del paese che esprime 17 parlamentari e definito dalla stampa nazionale come neo-nazista, è stato l'unico oltre a Syriza che all'interno del parlamento a votare a favore dell'approvazione del referendum proposto dal governo. I media ellenici hanno lanciato l'allarme quando immediatamente dopo è stato scarcerato Ilias Kasidiaris, il portavoce che da un anno era in prigione in attesa di processo per banda armata. Secondo i giornali la sua liberazione sarebbe una concessione fatta dal governo Tsipras ad Alba Dorata in cambio del suo sostegno alla causa del No.
Nipote del segretario di Alba Dorata Nikolaos Michaloliakos, Kasidaris viene descritto come uno dei dirigenti più carismatici e più amati dai giovani. Nel 2012 passò alle cronache per avere picchiato in diretta un'avversaria politica durante un talk-show televisivo . Fatto che destò molto scandalo ma che non gli impedì di venir eletto all'interno del parlamento greco con un record di preferenze. Intervistato dall'Espresso il giorno dopo la sua liberazione Kasidaris si dice pronto a riprendere il suo ruolo per approfittare dell'instabilità del Paese e del suo premier oltre che dell'astio della popolazione verso la Ue. L'obiettivo è di fare diventare Alba Dorata il primo partito nazionale combattendo i suoi grandi nemici: “la globalizzazione, l'oligarchia finanziaria, le multinazionali, le banche, la Ue, l'ateismo, i matrimoni gay, l' invasione straniera, l'islamizzazione, la Turchia”.
In molti dicono che in caso di vittoria del Si Tsipras si indebolirebbe e voi vi rafforzerete molto. E' vero?
Sicuramente Alba Dorata aumenterebbe i propri consensi, perché siamo l'unico partito che in Grecia sia rimasto sempre coerente. Tutti gli altri hanno cambiato posizioni: la Nuova Democrazia, che è l'ex partito di maggioranza che era conservatore e ora è totalmente appiattito alla troika; il Pasok che è un finto partito socialista filo europeo; anche Syriza, che solo in questi ultimi giorni ha cambiato più volte atteggiamento nei confronti dei creditori. Al contrario Alba Dorata ha sempre sostenuto le stesse posizioni, nonostante le persecuzioni politiche e andando avanti così sempre più greci stanno capendo che siamo gli unici di cui ci si può fidare.
Alba Dorata e Syriza sono gli unici partiti ad essere per il no al referendum. Può essere l'inizio di nuove collaborazioni?
E' piu probabile che il governo italiano collabori con i jihadisti dell'IS che Alba Dorata con Syriza. Syriza è un partito di traditori che fa parte di questo sistema corrotto e la sua ideologia miserabile è pericolosa per la nazione. Non c'è nessuna differenza tra Tsipras e chi lo ha preceduto al governo e non a caso tutti i partiti sono ostili ad Alba Dorata allo stesso modo. Basta guardare la nostra storia giudiziaria. Il partito che governava prima, la Nuova Democrazia, ha organizzato un complotto contro di noi e Syriza l'ha sostenuto con tutte le sue forze, votando per togliere immunità ai nostri parlamentari senza che vi fosse alcuna base legale per farlo. La conseguenza di questa mancata osservanza delle leggi ha portato alla mia carcerazione. Sono il primo cittadino al mondo che è stato carcerato per possesso d' armi da caccia, perché avevo in casa un fucile regolarmente denunciato alla polizia.
La stampa greca ha scritto che la sua scarcerazione sia una concessione di Tsipras per avervi dalla sua parte in questi giorni difficili.
E' falso. Ero in carcere senza motivo e sono stato liberato esattamente 12 mesi dopo perché la legge dice che per stare di più in carcere servirebbe una documentazione specifica. E' una totale coincidenza che ciò sia avvenuto in concomitanza del referendum.
Se come dice Alba Dorata è destinata ad avere sempre più consenso vi serve un programma alternativo a quello di Syriza. Come vi sareste comportati durante le trattative con i creditori?
Fin da subito il mio partito ha criticato il modo in cui Tsipras e Varoufakis trattavano. O meglio facevano finta di trattare, quando in realtà sono andati in giro per l'Europa a farsi prendere in giro mettendo la Grecia in una posizione ancora peggiore di prima. Avrebbero dovuto progettare misure drastiche all'interno del paese invece di andare fuori a farsi ricattare.
Siete dunque favorevoli all'uscita dall'eurozona?
Non come primo obiettivo. Uscire immediatamente dall'euro, come forse avverrà dopo il referendum, farebbe patire la fame ancora di più al nostro popolo. L'uscita della Grecia dall'euro non è l'obiettivo immediato del mio partito. Il ritorno alla moneta nazionale si basa su una produzione primaria forte che in questo momento il paese non possiede. Le prime misure che adotteremmo sarebbero volte alla ricostruzione della produzione del Paese, contro lo sfruttamento dei fonti della ricchezza. Soprattutto il petrolio e il gas naturale che si trova nella nostra terra.
Qualora domenica vincesse il no la Grecia si troverebbe ancora più isolata a livello nazionale. Alba Dorata ha degli alleati internazionali con cui cerchereste di spezzare l'isolamento?
Siamo disposti a collaborare con tutti i partiti e movimenti nazionalisti d'Europa. Vogliamo collaborare con chiunque abbia problemi in comune da risolvere e rifondare insieme l'Europa delle nazioni e delle tradizioni. Per quanto riguarda l'Italia, per esempio, abbiamo rapporti politici con la Lega Nord, con cui collaboriamo all'interno del parlamento europeo basandoci su posizioni che abbiamo in comune.
Che sono?
La lotta a favore della la sovranità nazionale e popolare e il contrasto all'invasione straniera, all'islamizzazione e all'ingresso della Turchia in Europa.
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Re: G R E C I A
Atene.
Federico Fubini è il vicedirettore del Corriere della Sera. Non lo conosco e non l’ho mai incontrato. La prima volta che ho letto e riletto la sua firma è stato pochi mesi fa quando scriveva per Repubblica.
Il suo era un pezzo di apertura su Cernobbio e Varoufakis e le sue parole marcavano la prima pagina del quotidiano. Si apriva così: “Yanis Varoufakis usa meno cravatte ma più profumo della media dei ministri finanziari dell’area euro”. Perché l’inviato di Repubblica in prima pagina parla del profumo del Ministro delle Finanze ellenico (che peraltro, profumo o meno, ebbe un certo successo a Cernobbio)? Non potevo credere ai miei occhi. Ma poiché molti giornalisti sono ormai propensi alle note di colore, passai oltre. Ho dimenticato quelle parole fino a stamattina.
Sono arrivato a Atene nella notte. La città non dormiva, ma era presto per tirare le somme. Code ai bancomat. Gente impazzita. Popolazione allo stremo. Pensionati distrutti. La scelta “folle” di Tsipras di indire un referendum mi inseguiva sui titoli dei quotidiani da giorni. E siccome vengo in Grecia, amo la Grecia, studio la Grecia da più di vent’anni, non potevo crederci. Ma stamattina sono rimasto di stucco.
Federico Fubini comincia così il suo articolo sul Corriere della Sera di oggi: “Nessuno sale più all’Acropoli. Da ieri ormai non ci salgono i turisti, i cui torpedoni sono scomparsi dai piedi della salita al tempio di Atena con l’approssimarsi dell’atto finale di questo dramma”. Intitolato “Grecia, il piano segreto di Varoufakis: una moneta parallela all’euro”, l’articolo racconta una serie di retroscena su Tsipras, Varoufakis, Syriza, Dragasakis (vice Premier moderato); e lascia intendere che Syriza è spaccata, che Tsipras è allo sbando e Varoufakis neanche a parlarne. Giocando sul filo di rimandi alla classicità di cui credo che Fubini non sappia granché, l’articolo si conclude con un’allusione al suicidio politico di Tsipras. Nulla di ciò che racconta Fubini è confermato da fonti. Può darsi che sia molto ben informato su Syriza e sulle sue dinamiche interne. Può darsi. Ho sentito persone interne a Syriza, oggi, che smentiscono drasticamente le sue ricostruzioni, ma può darsi che abbia ragione perché è possibile che le smentite non abbiano alcun valore, come è noto in questi casi.
Ci sono soltanto due dati che è possibile controllare di questo articolo. Il primo è l’Acropoli vuota che già ho citato. Il secondo eccolo: “Non c’è più tempo: i pagamenti nel Paese stanno collassando, i pensionati senza bancomat hanno diritto a ritirare non più di 120 euro ogni tre giorni e navi turistiche da 500 posti partono ormai dal Pireo per le Cicladi con 20 passeggeri a bordo.”
E così sono sceso al centro di Atene, mi sono infilato a Monastiraki e ho percorso la stradina che costeggia l’Agorà intitolata a Adriano. Bar zeppi di turisti, bancomat solitari e senza fila, sono entrato all’Agorà e ho domandato se l’affluenza al sito fosse cambiata in questi giorni. “In nessun modo” mi hanno risposto. Forse però Fubini è salito su, nel caldo, sulla roccia dell’Acropoli. Sono uscito dall’Agorà su Apostolou Pavlou e sono arrivato alla piazzola dei torpedoni sotto l’Acropoli. Zeppa come sempre. Un pullman si è allontanato pieno e un altro ha preso il suo posto. Dove era stato Fubini? Sono salito su per la via disegnata da Dimitris Pikionis. Alle biglietterie la fila sotto il sole cocente. I Propilei affollati. Il Partenone come sempre accerchiato da turisti che scattano foto: giapponesi, francesi, italiani, inglesi, americani, greci. Non ho mai amato l’Acropoli affollata di gente. Il mio maestro, Gabriele Giannantoni, si svegliava alle sei per essere sotto il Partenone alle otto in punto, all’apertura. Sono cresciuto imparando a apprezzare il silenzio. Ma stavolta ero felice. Cosa aveva visto Fubini?
Me ne sono tornato a Monastiraki, ho preso la metro per il Pireo, l’ “elettrico” come chiamano qui il primo mezzo che percorse la capitale, un treno elettrico per metà esterno e per metà sotterraneo. Ho attraversato la strada aggirando il ponte aperto per le Olimpiadi e dall’anno scorso chiuso per lavori mai iniziati. Il porto pullulava di turisti. Due americane non sapevano nulla del “corralito” ma erano felici per non aver dovuto pagare i mezzi pubblici. Un gruppo di ragazzi se la rideva all’ombra fumando sigarette. Tutto come sempre. Ho domandato se ci fosse qualche cambiamento. Niente di rilevante, forse un lieve calo – mi hanno detto. È inizio luglio. Solo turisti. In mezzo alla settimana quasinessun greco. Forse qualcuno ha deciso di rinunciare? Difficile dirlo. Lo sanno gli albergatori.
Forse Federico Fubini è salito all’alba all’Acropoli e poi al Pireo ha trovato una nave che partiva con venti passeggeri a bordo? Ne dubito. Se anche fosse, non è questa la norma nei giorni più importanti in cui un referendum decisivo è alle porte. Le sue informazioni non raccontano la realtà. Come ci si può fidare di lui sui retroscena politici, se gli unici fatti che ha raccontato non sono reali?
Il mio mestiere non è quello del giornalista. Ma quando scrivo reportage dai paesi in cui viaggio, la regola è quella che mi hanno insegnato: raccontare ciò che vedo, domandare, controllare i dati. Si tratta della regola più importante per chiunque abbia la possibilità di essere letto anche solo da pochi lettori avidi di informazioni. Figurarsi su questioni di così grande importanza e su quotidiani letti da migliaia di persone. Così, sull’Acropoli ho tirato fuori il mio tesserino di pubblicista e ho scattato foto alla folla così come davanti ai bancomat solitari e vuoti e davanti al porto brulicante di viaggiatori.
Poi me ne sono andato a pranzo con una reporter che da anni racconta la Grecia per un grande quotidiano straniero. Abbiamo parlato, mi ha raccontato. Viene in Grecia e parla greco da una trentina di anni. Conosce il popolo e i suoi politici. La grandezza e la miseria greche. La tragedia. Il radicalismo. L’intelligenza. La predisposizione al dibattito. Eravamo in una taverna. Si sono uniti due greci a discutere di politica. Abbiamo chiacchierato fino alle quattro. Non so se lei scriverà di quel che abbiamo vissuto oggi a pranzo. So che a me piacerebbe se i lettori italiani potessero leggere i suoi magnifici articoli.
In Grecia, in questi giorni, si decidono molte cose. Per il Paese e per l’Europa stessa. La campagna mediatica ha raggiunto qui proporzioni inaudite. Si sa bene quanto le tv private che dominano il panorama informativo greco siano tutte senza esclusione da una parte. L’informazione europea potrebbe mostrare un’altra via, una via se non imparziale (ché l’imparzialità è un’utopia), ma perlomeno documentata e il più possibile fedele alla realtà. È sconcertante dover ammettere il contrario.
fonte: http://www.minimaetmoralia.it/wp/perche ... calittico/
A chi credere?
Federico Fubini è il vicedirettore del Corriere della Sera. Non lo conosco e non l’ho mai incontrato. La prima volta che ho letto e riletto la sua firma è stato pochi mesi fa quando scriveva per Repubblica.
Il suo era un pezzo di apertura su Cernobbio e Varoufakis e le sue parole marcavano la prima pagina del quotidiano. Si apriva così: “Yanis Varoufakis usa meno cravatte ma più profumo della media dei ministri finanziari dell’area euro”. Perché l’inviato di Repubblica in prima pagina parla del profumo del Ministro delle Finanze ellenico (che peraltro, profumo o meno, ebbe un certo successo a Cernobbio)? Non potevo credere ai miei occhi. Ma poiché molti giornalisti sono ormai propensi alle note di colore, passai oltre. Ho dimenticato quelle parole fino a stamattina.
Sono arrivato a Atene nella notte. La città non dormiva, ma era presto per tirare le somme. Code ai bancomat. Gente impazzita. Popolazione allo stremo. Pensionati distrutti. La scelta “folle” di Tsipras di indire un referendum mi inseguiva sui titoli dei quotidiani da giorni. E siccome vengo in Grecia, amo la Grecia, studio la Grecia da più di vent’anni, non potevo crederci. Ma stamattina sono rimasto di stucco.
Federico Fubini comincia così il suo articolo sul Corriere della Sera di oggi: “Nessuno sale più all’Acropoli. Da ieri ormai non ci salgono i turisti, i cui torpedoni sono scomparsi dai piedi della salita al tempio di Atena con l’approssimarsi dell’atto finale di questo dramma”. Intitolato “Grecia, il piano segreto di Varoufakis: una moneta parallela all’euro”, l’articolo racconta una serie di retroscena su Tsipras, Varoufakis, Syriza, Dragasakis (vice Premier moderato); e lascia intendere che Syriza è spaccata, che Tsipras è allo sbando e Varoufakis neanche a parlarne. Giocando sul filo di rimandi alla classicità di cui credo che Fubini non sappia granché, l’articolo si conclude con un’allusione al suicidio politico di Tsipras. Nulla di ciò che racconta Fubini è confermato da fonti. Può darsi che sia molto ben informato su Syriza e sulle sue dinamiche interne. Può darsi. Ho sentito persone interne a Syriza, oggi, che smentiscono drasticamente le sue ricostruzioni, ma può darsi che abbia ragione perché è possibile che le smentite non abbiano alcun valore, come è noto in questi casi.
Ci sono soltanto due dati che è possibile controllare di questo articolo. Il primo è l’Acropoli vuota che già ho citato. Il secondo eccolo: “Non c’è più tempo: i pagamenti nel Paese stanno collassando, i pensionati senza bancomat hanno diritto a ritirare non più di 120 euro ogni tre giorni e navi turistiche da 500 posti partono ormai dal Pireo per le Cicladi con 20 passeggeri a bordo.”
E così sono sceso al centro di Atene, mi sono infilato a Monastiraki e ho percorso la stradina che costeggia l’Agorà intitolata a Adriano. Bar zeppi di turisti, bancomat solitari e senza fila, sono entrato all’Agorà e ho domandato se l’affluenza al sito fosse cambiata in questi giorni. “In nessun modo” mi hanno risposto. Forse però Fubini è salito su, nel caldo, sulla roccia dell’Acropoli. Sono uscito dall’Agorà su Apostolou Pavlou e sono arrivato alla piazzola dei torpedoni sotto l’Acropoli. Zeppa come sempre. Un pullman si è allontanato pieno e un altro ha preso il suo posto. Dove era stato Fubini? Sono salito su per la via disegnata da Dimitris Pikionis. Alle biglietterie la fila sotto il sole cocente. I Propilei affollati. Il Partenone come sempre accerchiato da turisti che scattano foto: giapponesi, francesi, italiani, inglesi, americani, greci. Non ho mai amato l’Acropoli affollata di gente. Il mio maestro, Gabriele Giannantoni, si svegliava alle sei per essere sotto il Partenone alle otto in punto, all’apertura. Sono cresciuto imparando a apprezzare il silenzio. Ma stavolta ero felice. Cosa aveva visto Fubini?
Me ne sono tornato a Monastiraki, ho preso la metro per il Pireo, l’ “elettrico” come chiamano qui il primo mezzo che percorse la capitale, un treno elettrico per metà esterno e per metà sotterraneo. Ho attraversato la strada aggirando il ponte aperto per le Olimpiadi e dall’anno scorso chiuso per lavori mai iniziati. Il porto pullulava di turisti. Due americane non sapevano nulla del “corralito” ma erano felici per non aver dovuto pagare i mezzi pubblici. Un gruppo di ragazzi se la rideva all’ombra fumando sigarette. Tutto come sempre. Ho domandato se ci fosse qualche cambiamento. Niente di rilevante, forse un lieve calo – mi hanno detto. È inizio luglio. Solo turisti. In mezzo alla settimana quasinessun greco. Forse qualcuno ha deciso di rinunciare? Difficile dirlo. Lo sanno gli albergatori.
Forse Federico Fubini è salito all’alba all’Acropoli e poi al Pireo ha trovato una nave che partiva con venti passeggeri a bordo? Ne dubito. Se anche fosse, non è questa la norma nei giorni più importanti in cui un referendum decisivo è alle porte. Le sue informazioni non raccontano la realtà. Come ci si può fidare di lui sui retroscena politici, se gli unici fatti che ha raccontato non sono reali?
Il mio mestiere non è quello del giornalista. Ma quando scrivo reportage dai paesi in cui viaggio, la regola è quella che mi hanno insegnato: raccontare ciò che vedo, domandare, controllare i dati. Si tratta della regola più importante per chiunque abbia la possibilità di essere letto anche solo da pochi lettori avidi di informazioni. Figurarsi su questioni di così grande importanza e su quotidiani letti da migliaia di persone. Così, sull’Acropoli ho tirato fuori il mio tesserino di pubblicista e ho scattato foto alla folla così come davanti ai bancomat solitari e vuoti e davanti al porto brulicante di viaggiatori.
Poi me ne sono andato a pranzo con una reporter che da anni racconta la Grecia per un grande quotidiano straniero. Abbiamo parlato, mi ha raccontato. Viene in Grecia e parla greco da una trentina di anni. Conosce il popolo e i suoi politici. La grandezza e la miseria greche. La tragedia. Il radicalismo. L’intelligenza. La predisposizione al dibattito. Eravamo in una taverna. Si sono uniti due greci a discutere di politica. Abbiamo chiacchierato fino alle quattro. Non so se lei scriverà di quel che abbiamo vissuto oggi a pranzo. So che a me piacerebbe se i lettori italiani potessero leggere i suoi magnifici articoli.
In Grecia, in questi giorni, si decidono molte cose. Per il Paese e per l’Europa stessa. La campagna mediatica ha raggiunto qui proporzioni inaudite. Si sa bene quanto le tv private che dominano il panorama informativo greco siano tutte senza esclusione da una parte. L’informazione europea potrebbe mostrare un’altra via, una via se non imparziale (ché l’imparzialità è un’utopia), ma perlomeno documentata e il più possibile fedele alla realtà. È sconcertante dover ammettere il contrario.
fonte: http://www.minimaetmoralia.it/wp/perche ... calittico/
A chi credere?
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Re: G R E C I A
.............................................................................A chi credere?
erding
Ore 17,25 parte la maratona di Enrico Mentana con Celata(non quella di Crozza). con la presenza iniziale di Alessandro Di Battista.
Il parlamentare pentastellato ha comunicato di essere scandalizzato per la situazione verificata alla periferia di Atene che non corrisponde affatto a quella trasmessa dai media italiani. Stato di fatto confermato dal giornalista Celata.
Non stupisce affatto quindi che giornalisti SLURP- SLURP, aderendo alla linea degli editori, abbiano dato un sostegno al SI.
erding
Ore 17,25 parte la maratona di Enrico Mentana con Celata(non quella di Crozza). con la presenza iniziale di Alessandro Di Battista.
Il parlamentare pentastellato ha comunicato di essere scandalizzato per la situazione verificata alla periferia di Atene che non corrisponde affatto a quella trasmessa dai media italiani. Stato di fatto confermato dal giornalista Celata.
Non stupisce affatto quindi che giornalisti SLURP- SLURP, aderendo alla linea degli editori, abbiano dato un sostegno al SI.
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Re: G R E C I A
Non credo che comunque sia più credibile Di Battista
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Re: G R E C I A
Primi exit poll dalle tv greche fatti maccheronicamente e quindi meno affidabili di quelli tricolori.
Una giornalista(alla Sarconi) ha precisato che in effetti si tratta di telefonate fatte da elettori, quindi prendiamo questi dati con le molle.
OXI = 49 %
NAI = 46 %
con i debiti scongiuri.
Una giornalista(alla Sarconi) ha precisato che in effetti si tratta di telefonate fatte da elettori, quindi prendiamo questi dati con le molle.
OXI = 49 %
NAI = 46 %
con i debiti scongiuri.
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Re: G R E C I A
cielo 70 ha scritto:Non credo che comunque sia più credibile Di Battista
?
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