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camillobenso
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Re: G R E C I A

Messaggio da camillobenso »

Di parere avverso ai mugnugi tricolori Pierfranco Pellizzetti:

Zonaeuro
Grecia, la colpa di Tsipras: non essere socio del ‘country club’


Pierfranco Pellizzetti


Se ce n’era ancora bisogno, ormai la prova provata è sotto i nostri occhi: la pervicace volontà di punire oltre ogni misura la Grecia risponde al solo e unico obiettivo di fare fuori il suo attuale primo ministro e il partito di cui è espressione. Gli eurocrati dicono di non fidarsi di Alexis Tsipras, in quanto negoziatore imprevedibile, e poi vorrebbero riavere di fronte i suoi predecessori; quegli stessi che sono stati certificati rei di aver concorso a creare la voragine greca (in combutta con il sistema bancario internazionale; che per la quota europea si è sgravato del peso e delle responsabilità, girando il debito ai rispettivi Stati. Dunque zavorrando i rispettivi corpi sociali contribuenti). Perché tutto questo? Semplicemente perché l’uomo venuto da Atene non è un Quisling collaborazionista né tanto meno socio del country club che iscrive i privilegiati, da cui il nostro Matteo Renzi cerca disperatamente di essere cooptato. Magari come visitatore associato.

Stando così le cose non ha alcun senso discettare di riforme e quote contabili, il problema è genetico prima ancora che politico: la diversità antropologica di chi pensa un’Europa della democrazia, con i necessari annessi e connessi, rispetto agli oligarchi che attualmente decidono il nostro destino.
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I mutanti che campeggiano nella scena continentale; cloni di un modello umano che si spende in politica come caporalato del consenso, al servizio dell’ordine vincente. Quell’ordine che si fonda sulla gerarchia del denaro e che pretende dal personale di partito il lavoro sporco del tenere a bada moltitudini sempre più taglieggiate; la cui indignazione deve essere depistata verso le operazioni – al tempo – distraenti e a somma negativa delle guerre tra poveri. Opera a cui ha dato un consistente contributo la mutazione di una Sinistra in viaggio sulla strada di Damasco della Terza Via. Quella Terza Via che Roberto Mangabeira Unger ha felicemente definito “la Prima Via con un po’ di zucchero”.

C’è poco da fare: la volontà di azzerare politicamente i rappresentanti ellenici, umiliandoli al punto di devastarne la credibilità a casa loro, è soltanto la vendetta
degli insiders nei confronti degli outsiders. Quelli che hanno i piedi al caldo nel mondo felice del capitalismo finanziarizzato (e di quelli che anelano uno strapuntino sotto il tavolo dei ricchi e potenti per raccoglierne le briciole). Contro quanti sembrerebbero in procinto di disturbare il manovratore.

Difatti questa è l’aggregazione che domina a Strasburgo e Bruxelles: plutocrazie affaristiche che negoziano sottobanco vantaggi tutelati dai regolamenti (e non c’è solo il recentissimo caso dell’accordo Ttip, che aprirà i mercati europei ai cibi contraffatti Usa e le Mercedes a quello stelle-e-strisce), politicanti che concepiscono il loro ruolo come un ascensore sociale per carriere individuali e tecnoburocrati interessati a tradurre la propria capacità di influenza in vantaggi di status.

Come si diceva di Tony Blair, “gente a cui non piacciono le privatizzazioni, a cui piacciono i ricchi”.

Ma questo tirare la corda oltre ogni forma di decenza presenta margini di pericolosità che le Merkel e gli ultras di cui si circonda non sembrano avvertire. Ad esempio lo smascheramento del vero volto (antidemocratico e spudoratamente opportunistico) dei leader cui le sorti continentali sono affidate. A far buon peso, il rischio di idiozia geopolitica: come il calcio nei termitai mediorientali con le guerre a Saddam e a Gheddafi hanno trasformato l’altra sponda del Mediterraneo in una polveriera fuori controllo, allo steso modo chi ci dice che grazie a ai teutonici recuperatori di crediti (gonfiati dagli interessi) non ci si limiti a smantellare la costruzione europea? Non si corra pure il rischio di ritrovarsi Putin nel Pireo?

Per questo sembra evidente che solo mettendo fuori gioco quel country club di cui si diceva, che riprende tutti i vizi di ottusa segretezza ed esclusività dei tanti club che hanno accompagnato la colonizzazione NeoLib delle menti, si potrà tornare a un progetto europeo come frontiera di democrazia.

L’idea per cui i greci vilipesi hanno il fegato civile e umano di battersi.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07 ... b/1869345/
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Re: G R E C I A

Messaggio da camillobenso »

Grecia, Juncker: “Siamo soddisfatti dell’accordo, niente Grexit”

(Don Totò Rijna era meno crudele con le sue vittime ai tempi.-ndt)


http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/07/ ... it/393848/




“L’accordo sulla Grecia è stato laborioso e ha chiesto tempo, ma è stato fatto. Non ci sarà Grexit e siamo soddisfatti del risultato trovato”. Lo ha detto il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, al termine dell’Eurosummit. “La Commissione ha sempre insistito sulla dimensione del problema e che accanto al consolidamento dei conti pubblici non bisogna dimentticare che c’è bisogno di crescita e di investimenti”, ha aggiunto
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Re: G R E C I A

Messaggio da camillobenso »

La vox populi all'intervanto di Juncker



gattafenicia • 2 ore fa

Quando mai questi non sono soddisfatti? Si sentono come la statua della madonna che schiaccia la testa del serpente. Ma solo perchè gli altri continuano a strisciare.


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sofista • 2 ore fa

renzi guaglioncello sballottato dai suoi colleghi criminali, più grandi di lui. Che figura... non scendo neanche giù al bar...che vergogna.


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sofista • 2 ore fa

ma il ricatto di uno strozzino per essere tale che caratteristiche deve avere? vergogna!


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bea • 5 ore fa

Una grande faccia di bronzo quella di Juncker....certo che sono soddisfatti, hanno spolpato i greci fino all'osso. In quanto alla crescita, ci sarà certamente una grande crescita....quella della povertà!



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override • 5 ore fa

Se i greci sono soddisfatti lo siamo anche noi. Quello che non ci è piaciuto vedere è come vi siete stizziti alla notiza che un popolo si sarebbe espresso con un referendum. Dopo siete rientrati nei ranghi ma se il sangue vi è andato alla testa, per noi è segno certo che per far giare la giostra dell'euro, dobbiate essere in pochi a decidere per tutti. E non so per quanto ancora vi andrá bene.

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Re: G R E C I A

Messaggio da camillobenso »

Serafini Roberto • 6 ore fa

Noi no !!!!!!!


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katia • 6 ore fa

Eh no...questo non è un accordo. Questo è un ricatto unito a questo punto da un tradimento bell'e buono....ecchecaspita!


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Murphy Pendleton (il ritorno) • 6 ore fa

pensavo peggio, credevo che da oggi la lingua ufficiale greca sarebbe diventato il tedesco, e tutti i greci fossero trasferiti nei campi di concentramento.

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Murphy Pendleton (il ritorno) • 6 ore fa

basta guardarlo in faccia questo.. sembra un sadico che si diverte a torturare la gente, nel medioevo questo avrebbe fatto parte del inquisizione. Questo lo potevano inserire nel film Hostel.

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lela • 7 ore fa

Chissà se i greci sono soddisfatti



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Insetticida • 7 ore fa

Manca il voto del parlamento greco. Proprio la democrazia non esiste nei cervelli dei governanti.

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Truciolo Insetticida • 6 ore fa

.."la nuova democrazia" nel 2015 si chiama "fascismo finanziario". non dirmi che non l'avevi capito... benvenuto nella nuova europa ma$$onica...
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camillobenso
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Re: G R E C I A

Messaggio da camillobenso »

SE L’EUROPA DIVENTA UN CLUB PER FORTI
(Nadia Urbinati)


13/07/2015 di triskel182



COME una cartina di tornasole la Grecia mette in luce un sostrato di vecchie ruggini dentro il cuore dell’Europa. Divisioni che sotto un linguaggio economico all’apparenza neutro mostrano un grumo di radicati pregiudizi. Che si manifestano non solo come primato dell’interesse nazionale (dei forti) ma anche come superiorità culturale di un’area dell’Europa su un’altra. In questo inquietante ritorno all’antico si materializza la debolezza della sinistra europea, che non sa fare argine a questi pregiudizi ma, come nel caso della socialdemocrazia tedesca, li cavalca. Due sinistre, divise come l’Europa: una incerta e una vociante.

La prima, che non riesce aprendere al volo il caso greco per rilanciare il progetto politico europeo ( un’occasione di leadership che la Francia e l’Italia hanno sciupato) e la sinistra austro- tedesca, molto arrogante e determinata a sostenere alleanze preferenziali con i Paesi vicini alla Germania, quelli del Nord e dell’Est. Una vecchia storia recitata da nuovi attori.
La divisione delle sinistre corrisponde alla faglia che divide l’Europa in due, con la parte dominante che ha il suo rappresentante nel ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schäuble, presentato come un figlio politico di Helmut Kohl e sincero europeista, e che ha tuttavia una visione decisamente centro-europea dell’Europa. Nel suo lobbismo per la Grexit ha messo in chiaro che egli non crede ad una integrazione europea, ma a un’Europa a diverse velocità e in sostanza gerachicamente strutturata in relazione alla vicinanza di interesse e di cultura con la Germania. È per questa ragione che egli ha sponsorizzato e messo in circolo una visione che sembrava fino a ieri un tabù: che l’appartenenza all’Europa è reversibile. Il che significa che l’Europa è a tutti gli effetti un club, anziché un’unione, nel quale per entrare e starci è necessario accettare alcune regole stabilite dalla Kerneuropa e non egualmente costruite da tutti i partner europei.
L’Europa come club, ecco la visione tedesca di Kerneuropa : il nucleo europeo rispetto al quale gli altri popoli sono periferici. Parte del “cuore” europeo non sono necessariamente i Paesi fondatori (vi è di che dubitare che vi figuri l’Italia) ma i Paesi vicini per cultura e interesse al centro propulsore del continente, la Germania. Non è un caso se in questa drammatica vicenda greca, la Germania abbia goduto del sostegno dei suoi tradizionali Paesi di riferimento, satelliti o alleati: dalla Filandia, le repubbliche baltiche e la Slovenia all’Olanda e all’Austra.
Qui il Kerneuropa prende la configurazione geo-politica degli imperi centrali (non a caso il settimanale Bild ha recentemente definito Angela Merkel la “cancelliera di ferro”, il nuovo Bismark).
Come hanno messo in evidenza diversi organi di informazione, da Foreing Affairs al
Guardian , il pregiudizio anti- meridionale che l’ affair e greco ha scatenato si è già tradotto nei fatti.
Il Land austriaco della Carinzia con un indebitamento da “caso Greco” ha chiesto e ottenuto dal governo federale austriaco lo stato di emergenza, condizione per l’accesso al finanziamento federale per ottenere prestiti a tasso agevolato, di fatto una ristrutturazione del debito. La Germania ha concesso questa condizione alla Carinzia. E ora l’Austria è l’alleato di ferro della soluzione Grexit. Perché questa differenza di trattamento?
La ragione l’ha fatta intuire Schäuble avanzando l’ipotesi di un Grexit per cinque anni: non c’è “fiducia” nella Grecia. La fiducia non è lo stesso di garanzia ( una condizione accertabile e quantificabile) e diventa molto importante quando le garanzie sono labili. La fiducia è un’attitudine psicologica, sorretta da un sostrato di valori morali e etici condivisi: presume la messa in conto che gli stessi valori guidino i comportamenti dei partner. Dire che manca la fiducia verso la Grecia equivale a riconoscere che il partner ellenico non è un partner perché non condivide la stessa kultur . È nella stessa condizione dello straniero a tutti gli effetti: e incute diffidenza più che fiducia. Quali che siano le garanzie offerte dal governo di Atene, dunque, i tedeschi non si fidano nello stesso modo in cui si sono fidati della Carinzia. Qui siamo già fuori dell’Unione europea.

Articolo intero su la Repubblica del 13/07/2015.
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Re: G R E C I A

Messaggio da camillobenso »

Prima dell'accordo di Bruxelles i greci la pensavano così:


“Ci vogliono schiacciare” La politica greca si ribella
(COSIMO CARIDI)

13/07/2015 di triskel182


Tsipras è in una tenaglia tra falchi e colombe del suo partito. E pensa a nuove elezioni.
Atene – Ora è chiaro: ci vogliono schiacciare. Adesso basta”, scrive su Twittere il ministro della Difesa e leader del partito Greci indipendenti, Panos Kammenos, in un tweet. Mentre il premier Alexis Tsipras, dal vertice di Bruxelles, detta la linea: “Al 100% No alla Grexit temporanea”. Ma la pressione politica è fortissima: i creditori internazionali non si sono mai fidati del governo guidato dalla sinistra radicale di Syriza, arrivato al potere in gennaio.E ieri il quotidiano tedesco filo-governativo Bild evocava un nuovo governo tecnico in Grecia come pre-condizione per riprendere le trattative con il Fondo monetario internazionale.

LA MAGGIORANZA su cui può contare Tsipras è molto fragile.Syrizahaimpostoilsilenzio a molti dei suoi. I 17 deputati dissidenti che nella notte tra venerdì e sabato non hanno votato a favore della proposta sono in silenzio stampa. L’ex ministro Yannis Varoufakis è ancora sull’isola di Egina. Ieri Protothema,uno dei quotidiani greci più venduti, aveva in prima pagina una fotonotizia con Varoufakis in costume da bagno nella sua villa: “Si sta rilassando nella sua bella piscina”. LE OPPOSIZIONI parlamentari spingono per emarginare la parte radicale di Syriza. Nel caso in cui le riforme chieste dall’Eurogruppo dovessero essere approvate dal Parlamento, Tsipras non potrà contare sul sostegno dei suoi.Sono almeno 35 i deputati riconducibili alla Piattaforma di Sinistra, guidati dal ministro dell’Energia Panagiotis Lafazanis, pronti ad abbandonare la maggioranza. Alcuni membri della piattaforma hanno votato a favore della proposta di accordo scritta da Tsakalotos, ma difficilmente approverebbero misure più dure decise in Europa. All’ala radicale di Syriza vanno aggiunti una decina di arrabbiati, tra cui la presidente del Parlamento Zoí Konstandopulu, pronta a formare un proprio partito. Ieri Stathis Kouvelakis, economista antieuro e deputato di Syriza, rompendo il silenzio con un messaggio in inglese sul suo profilo diceva: “Alcune delle figure più importanti di Syriza (come il ministro dell’economia Stathakis) hanno chiesto l’espulsione dal partito di Zoí Konstandopulu, Panagiotis Lafazanis e della parte più radicaledi Syriza”.
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 13/07/2015.
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Re: G R E C I A

Messaggio da camillobenso »

Io sono d'accordo con questa riflessione di Gilioli


Se qualcuno pensa che con il salvataggio-umiliazione della Grecia sia finita la crisi dell'euro e dell'Europa, temo che sia sulla strada sbagliata. Di questa gigantesca crisi, siamo solo al giorno zero.





Piovono Rane
di Alessandro Gilioli

13 lug
Il giorno zero



«Hanno demolito l'idea che l'unione monetaria possa costituire un passo verso un'unione politica democratica.

Hanno riportato l'Europa alle controversie nazionali del XIX e del XX secolo, con Paesi tenuti insieme solo dalla minaccia di povertà assoluta per chi osa sfidare l'ordine dominante.

Qualsiasi altro paese che in futuro volesse sfidare l'ortodossia economica si troverà ad affrontare problemi simili.

L'euro ha funzionato bene per la Germania.

Per l'Italia è stato un disastro economico assoluto.

L'Italia non ha praticamente più visto una crescita della produttività dall'inizio dell'euro.

Possiamo essere sicuri che la maggioranza degli italiani sarà ancora favorevole alla moneta unica, di qui a tre anni?

Se chiedete agli italiani perché sono ancora nell'euro, in pochi vi parlerebbero di benefici economici.

Volevano invece far parte del progetto più ambizioso di integrazione europea mai intrapreso.

Quanto ai greci, cosa dovrebbero fare ora?

Si può davvero pensare che un programma di riforme economiche per il quale un governo non ha un mandato politico, che è stato esplicitamente respinto in un referendum e che è stato imposto attraverso un puro ricatto politico, possa ragionevolmente funzionare?»

Sono alcuni stralci dal post di Wolfgang Münchau sul "Financial Times", da leggere. Munchau è uno dei columnist più noti che scrivono di euro e di Europa.

A me pare che abbia colto il punto centrale di tutta questa vicenda, oltre la stessa Grecia: quello che è successo ieri è stata la fine dell'idea secondo cui la valuta unica sarebbe stata uno strumento per arrivare all'unità europea.

Noi meno giovani ce la ricordiamo benissimo, quell'idea: "mandiamo avanti la moneta" così poi arriviamo al resto, si diceva.

Sta succedendo il contrario.

La moneta unica, almeno così come è stata concepita e attuata, è diventata il maggior ostacolo al progetto dell'Europa unita.

L'unanimità con cui si è concluso l'eurosummit, poi, è stata davvero il massimo dei paradossi.

Perché qui di unanime c'è solo la sconfitta.


Di Tsipras e della Grecia, certo, che sono stati comunque umiliati.

Di Hollande e Renzi, che da tempo chiedono una "maggiore flessibilità" rispetto alle regole Ue e che non stati abbastanza forti o determinati nell'utilizzare il caso greco per aprire quella strada: anzi.

Ma anche per la Germania e i suoi falchi, che ora si ritrovano a capo di un'Unione che non c'è più, odiata da mezza Europa perché maschera solo il dominio tedesco: un contenitore vuoto.

Ecco, avete presente il concetto di mediazione "win-win", quando ci guadagnano tutti? Bene, quello uscito da Bruxelles rischia di essere invece il caso perfettamente opposto, puro "lose-lose".




Se qualcuno pensa che con il salvataggio-umiliazione della Grecia sia finita la crisi dell'euro e dell'Europa, temo che sia sulla strada sbagliata. Di questa gigantesca crisi, siamo solo al giorno zero.





http://gilioli.blogautore.espresso.repu ... orno-zero/
paolo11
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Re: G R E C I A

Messaggio da paolo11 »

Adesso si è capito quale europa abbiamo davanti.Meglio uscirne mettendo in campo la banca D'Italia che diventi pubblica e stampi moneta.La Germania è sempre la stessa sia in guerra che in pace.
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Re: G R E C I A

Messaggio da camillobenso »

paolo11 ha scritto:Adesso si è capito quale europa abbiamo davanti.Meglio uscirne mettendo in campo la banca D'Italia che diventi pubblica e stampi moneta.La Germania è sempre la stessa sia in guerra che in pace.
Ciao
Paolo11

Che la Germania sia sempre la stessa è vero.

Andreotti ha detto: "Voglio così bene alla Germania che preferisco averne due"


Ma cosa succede ad uscire adesso???????????????
iospero
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Re: G R E C I A

Messaggio da iospero »

IlFattoQuotidiano.it / BLOG / di Paolo Ferrero


Accordo Grecia, a fianco di Tsipras

Come sovente capita, quando si vince si hanno molti amici e quando si beccano mazzate si viene sbeffeggiati e ridicolizzati. Ovviamente i più sfottenti sono coloro che hanno vinto e i loro pennivendoli: tutti coloro che hanno passato questi mesi a contrastare il governo Tsipras, ad impedire ogni soluzione positiva, a deformarne le proposte per indebolirlo. Tra i critici vi sono anche alcuni che nei giorni scorsi erano invece saltati sul carro del vincitore: penso a Di Maio che addossa l’esito negativo della trattativa al tradimento di Tsipras.

Per quanto mi riguarda voglio esprimere la mia piena solidarietà e il mio appoggio a Alexis in questo momento assai pesante. Non solo per la lunga frequentazione politica ed umana, perché da più di dieci anni facciamo battaglie comuni o perché facciamo parte del partito della Sinistra Europea.

Voglio esprimere il mio appoggio a Tsipras perché penso che il brutto testo che ha firmato risponda sostanzialmente ai rapporti di forza che ci sono a livello europeo. Penso che le forze che seguono la Merkel su una linea iperliberista siano di gran lunga molto più forti delle forze antiliberiste che a questo indirizzo si oppongono. Da un lato il governo Greco e dall’altro tutti gli altri governi, divisi solo sull’esito ma non sui contenuti: i tedeschi volevano la Grecia fuori dall’Euro e Draghi – con Renzi e Hollande – la voleva dentro ma totalmente piegata alle politiche di austerità.

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Come ha spiegato Varoufakis tra i ‘nemici più energici’ c’erano i governi dei paesi che avrebbero potuto beneficiare di una svolta nell’impostazione europea: per loro un successo del governo greco sarebbe stato uno schiaffouno schiaffo nei confronti dei loro elettorati a cui da anni impongono tagli e ‘riforme’. ‘Uno contro venti’ è il titolo di un Tex Willer: qui purtroppo non siamo in un fumetto e non è così facile vincere da soli. Anche perché negli altri Paesi europei, al di fuori della Grecia, non siamo riusciti a costruire un significativo movimento di massa contro il neoliberismo e di appoggio al governo greco. Grazie alla disinformazione dilagante, non siamo nemmeno riusciti a far capire che le proposte greche andavano a favore di tutti i popoli europei e non erano una richiesta dei greci di essere ‘mantenuti’ dagli altri popoli. Penso che Tsipras, il suo governo e Syriza hanno fatto sostanzialmente tutto quello che potevano fare anche se questo non è stato sufficiente: la piccola ed indebitata Grecia era più debole. La Germania e i suoi servi erano più forti, ed hanno imposto larga parte delle loro condizioni. Il problema non è Tsipras: il problema è nostro e riguarda la nostra capacità di costruire anche in Italia una sinistra sociale, culturale e politica che sia in grado di fare quello che Tsipras ha saputo fare in Grecia e cioè di mandare i Renzi, i Salvini e i Berlusconi all’opposizione e aprire una nuova fase.

In altri termini penso che il problema non è Tsipras ma la Germania della Merkel. Il problema è il rovesciamento dei rapporti di forza tra le classi sia sul piano materiale che culturale a livello di ogni singolo paese e a livello europeo. Il problema è questa Unione Europea ordoliberista che distrugge diritti e civiltà. Il problema è come rompere questa gabbia d’acciaio costituita dall’Unione Europea a trazione tedesca al fine di poter costruire una Europa dei popoli. Per questo aderiamo convinti alla ‘Settimana della vergogna europea’ lanciata da l’Altra Europa e manifesteremo davanti ai simboli delle forze del caos e dell’arroganza, a cominciare dalla Deutsche Bank.

Qualcuno dirà: ma Varoufakis ha proposto una strada diversa! Ho letto anch’io quanto ha scritto Varoufakis, che gode di tutta la mia stima e nel merito non ho particolari obiezioni alle sue proposte. Non a caso la costruzione di un doppio circuito monetario senza uscire dall’Euro è una delle proposte che ho avanzato un anno fa nel mio libro sulla truffa del debito pubblico: ha lo stesso effetto e la stessa funzione degli Iou proposti da Varoufakis. Il punto su cui vorrei far riflettere è: quale peso contrattuale poteva avere la simulazione dell’uscita dall’Euro della Grecia nel momento in cui buttare fuori dall’eurozona la Grecia era proprio la proposta dello schieramento più oltranzista guidato dalla Germania? Mi pare che qui non si tenga conto che minacciare di uscire a chi ti vuole buttare fuori non avrebbe fatto una gran paura, avrebbe probabilmente favorito la Germania nel realizzare il suo proposito. Non sapremo mai quale sarebbe stata la strada migliore ma a me pare che tutte queste discussioni sulla trattativa, non spostano di una virgola il problema fondamentale: l’Unione Europea è dominata da una élite neoliberista a trazione tedesca, che ha la determinazione propria dei nazisti nel piegare le resistenze dei popoli europei. In Europa ancora non esiste una sinistra e un movimento antiliberista con dimensioni e consapevolezza sufficienti a sconfiggere questa élite che usa le armi del terrorismo finanziario per spaventare i popoli e obbligarli a piegare la testa.

Invece che criticare Tsipras dovremo cercare di fare – anche in Italia e nel resto d’Europa – almeno la metà di quanto Tsipras ha fatto in Grecia: contro Renzi così come contro Draghi e la Merkel, le due facce della stessa barbarica medaglia.
_______________________________ _________________ _______________________

TSIPRAS ha fatto quanto poteva, è facile parlare è difficile decidere quando ti tocca in prima persona,
ha ragione Ferrero, sino a quando la sinistra non sarà più forte è inutile insistere, bisogna aSPETTARE IL MOMENTO GIUSTO PER POTER TRATTARTE CON UNA CERTA FORZA, , la Spagna sta arrivando . è l'Italia e la Francia potranno cambiare gli attuali equilibri instabili .
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