Un tema mai trattato dal forum
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Re: Un tema mai trattato dal forum
Beppe Severgni ha scritto:
Davanti all’incoscienza e alla sfacciataggine di certi comportamenti — come quelli raccontati da Fabrizio Roncone giorni fa — c’è solo una strada: la repressione.
Parola sgradevole, ma inevitabile.
La strategia dello struzzo — testa sotto la sabbia, sperando che passi — nasconde quasi sempre l’ignavia.
Ho recuperato l'articolo di Fabrizio Roncone che ha scandalizzato Severgnini.
^^^^^^
Una notte al Cocoricò: viaggio nel tempio della disco, tra alcol e pasticche Guarda il video
I maggiorenni comprano alcolici e li cedono ai ragazzi più piccoli. Pasticche? «Quante ne vuoi», dice Marco 17 anni. E i controlli? «Ci provano. Ma in questa bolgia...»
di Fabrizio Roncone
Tenetegli la testa.
«Non respira... Non respira più...».
E invece respira, ma non stategli addosso, uscite da questo bagno.
«Sté... Oh, Sté... Cos’hai? Mi senti, Sté? Dio mio...».
Gli amici di Stefano escono dal bagno indietreggiando incerti nel riverbero assordante della Piramide (non dovete provare a immaginarvi una normale pista da ballo: ma un muro umano che ondeggia mentre un dj molto giovane e molto di moda, Martin Garrix, spara musica ipnotica tra lame di luce bianca).
Stefano resta seduto sulla pozzanghera giallastra del pavimento, la schiena contro il water, le braccia quasi conserte, la testa piegata sulla spalla come un Pinocchio di legno a riposo.
Entra un uomo della sicurezza (i muscoli che esplodono sotto la maglietta gialla su cui è scritto: Fi.Fa Security). Con insospettabile delicatezza alza le palpebre di Stefano. Poi si volta e sentenzia: «È solo alcol. È ubriaco... Fategli prendere un po’ d’aria».
VIDEO- Una notte al Cocoricò
http://video.corriere.it/notte-cocorico ... 7b2afb93b2
«Cocoricò». La collina di Riccione che lampeggia nella notte.
Una discoteca leggendaria. Un tempio dove entrano seimila ragazzi (o ragazzini: poi vedremo che la media dell’età è molto bassa, tra i 16 e i 18 anni)
Quando ne va giù uno, lo portano fuori: di solito vomita e si rimette in piedi. Come Stefano. Ma Stefano - raccontano i suoi amici di Modena, ancora eccitati tra sorpresa e paura per ciò a cui hanno appena assistito - aveva vuotato sette shortini di amaro Jägermeister. Lamberto Lucaccioni, 16 anni, si era invece bevuto 0,3 grammi di Mdma (ecstasy) sciolti in mezza bottiglietta d’acqua e quando l’hanno portato qui nel piazzale era già in coma.
È morto all’ospedale.
Per due settimane, titoli grossi sui giornali. E inchieste sulle droghe spacciate nei locali notturni. E interviste. Cosa succede al «Cocoricò»? Perché è il discotecone più famoso d’Italia? Cos’ha di tanto speciale?
Lo sguardo scorre sul piazzale. Dopo aver pagato un biglietto che costa 35 euro - cui spesso vanno sommati i 5 euro del tagliando di prevendita - i ragazzi entrano in una zona recintata. Non vengono perquisiti, non c’è alcun controllo. I maggiorenni, mostrando un documento di riconoscimento, vanno a farsi mettere un braccialetto verde: esibendolo, potranno acquistare e bere alcolici. Ma il giochino è chiaro da subito: i minorenni bevono gli alcolici acquistati dagli amici più grandi.
Sulla sinistra, la direzione del locale ha appeso alcuni striscioni. Slogan, moniti, inviti. Tipo: «La droga ti uccide». E l’alcol?
«Una sambuca liscia!».
Ti volti e vedi un ragazzo già barcollante. Il cameriere risponde senza neppure degnarlo di uno sguardo: «Abbiamo solo vodka al limone, alla pesca e...».
«Allora una vodka alla pesca doppia!».
VIDEO - Ragazzo di 16 anni muore per una pasticca di ecstasy
http://video.corriere.it/ragazzo-16-ann ... c4941ce2e9
La maggior parte dei ragazzi beve in modo spaventoso. Tutti bevono. Ecco la comitiva elegantina che viene da Padova, i maschietti con i bermuda North Sails e le Adidas Stan Smith bianche, le ragazze con vestitini color fucsia su scarponcini neri; questi sono invece romani: si baciano, si danno pacche e urlano in un dialetto forte, metropolitano; laggiù, poi, un gruppetto da Napoli che sembra uscito da una scena della serie tv «Gomorra» (canottiere da basket e capelli brillantinati e perfettamente regolati da una sfumatura laterale).
Arrivano da ogni città d’Italia. Arrivano al tramonto e ripartono all’alba. Spesso in treno. Non si sono mai visti prima e mai più si vedranno. Non hanno alcuna voglia di fare amicizia. Tutti sembrano solo desiderosi di partecipare a qualcosa di molto simile a un rito e tutti, per farlo, indipendentemente dalla loro estrazione sociale, sembra abbiano deciso sia necessario ubriacarsi, sballare.
Torniamo dentro (intanto Stefano s’è ripreso e sta parlando con una sua amica, Laura, che gli dice: «Guarda che tu, se prosegui così, il fegato lo butti...»).
La Piramide è la struttura principale. Poi c’è una discoteca all’aperto, dove si aggira Miss Delicius, un donnone enorme vestito con un abito leopardato; la discoteca più intima è il Ciao Sex; quindi ecco il Titilla.
La musica del Titilla è un filo più commerciale. Atmosfera con vaga tendenza gay (tre giovani truccati e in kilt ballano brandendo un frustino insieme a una cubista).
Due ragazzi (uno con il braccialetto da maggiorenne, e uno senza) ordinano una bottiglia di vodka, se la fanno mettere in un secchiello con il ghiaccio e vanno a sedersi su un divanetto.
«Abbiamo la gola un po’ secca...» (sghignazza il più giovane, Marco, 17 anni, da Rovigo).
Vi fate male...
«Ah ah ah! Quando ti gira un po’ la testa, anche il mondo gira meglio, no?».
Dici una cosa che non ha senso.
«Senti, zio: meglio la vodka o una pasticca?».
Girano pasticche?
«Quante ne vuoi. Del tipo che preferisci».
E i controlli?
«Ci provano a controllare. Ma hai visto che bolgia c’è alla Piramide?».
Per rientrare dentro la Piramide bisogna percorrere un corridoio lungo e buio. Una coppia di fidanzatini ha smesso di darsi baci e sembra intenzionata a procedere oltre. Arriva uno dei pelatoni muscolosi della sicurezza. «Oh, allora? Fate piano...». La coppia sbuffa, raccoglie i bicchieri di birra e si allontana.
Buttafuori in vena di confidenze.
«È dura. Loro sono migliaia, noi qualche decina. E tra di loro c’è tutto: spacciatori e bambolotti figli di papà...».
Non riuscite a riconoscerli i pusher?
«E come fai? Sono ragazzini anche i pusher. E poi...».
E poi?
«Beh... Bisogna stare attenti anche a certe ragazzine... sai, quelle più svelte hanno capito che se chiedono i 20 o 30 euro in cambio di qualche giochetto...».
Alla fine del corridoio, sulla sinistra, un piccolo negozio dove vendono magliette con il marchio del «Cocoricò». Un tipo con i capelli bianchi e vaporosi: «Venti euro a maglietta. Interessa?». Visto che ci siamo, ecco pure i prezzi degli alcolici: shortino 5 euro, RedBull 5, birra 10, superalcolici 12.
Un business gigantesco.
Che va avanti fino a quando sorge il sole.
Prima che faccia mattino, arriva però una pattuglia dei carabinieri. Deve raccogliere una decina di denunce per furto di portafogli, telefoni cellulari, catenine, orologi. Il maresciallo: «No, stasera nessuno dei nostri, in borghese, è dentro il locale...». Perché? «Perché sono di servizio sul lungomare».
Gli passano accanto due ragazzini che saltellano, strabuzzando gli occhi. A una biondina tedesca si piegano le gambe e non riesce più ad alzarsi. Un tipo basso, scalzo, viene avanti abbaiando, mentre gli amici ridono da matti e gli ordinano: «Dai, adesso invece fai il cavallo...».
2 agosto 2015 (modifica il 2 agosto 2015 | 09:01)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/cronache/15_agos ... 91aa.shtml
Davanti all’incoscienza e alla sfacciataggine di certi comportamenti — come quelli raccontati da Fabrizio Roncone giorni fa — c’è solo una strada: la repressione.
Parola sgradevole, ma inevitabile.
La strategia dello struzzo — testa sotto la sabbia, sperando che passi — nasconde quasi sempre l’ignavia.
Ho recuperato l'articolo di Fabrizio Roncone che ha scandalizzato Severgnini.
^^^^^^
Una notte al Cocoricò: viaggio nel tempio della disco, tra alcol e pasticche Guarda il video
I maggiorenni comprano alcolici e li cedono ai ragazzi più piccoli. Pasticche? «Quante ne vuoi», dice Marco 17 anni. E i controlli? «Ci provano. Ma in questa bolgia...»
di Fabrizio Roncone
Tenetegli la testa.
«Non respira... Non respira più...».
E invece respira, ma non stategli addosso, uscite da questo bagno.
«Sté... Oh, Sté... Cos’hai? Mi senti, Sté? Dio mio...».
Gli amici di Stefano escono dal bagno indietreggiando incerti nel riverbero assordante della Piramide (non dovete provare a immaginarvi una normale pista da ballo: ma un muro umano che ondeggia mentre un dj molto giovane e molto di moda, Martin Garrix, spara musica ipnotica tra lame di luce bianca).
Stefano resta seduto sulla pozzanghera giallastra del pavimento, la schiena contro il water, le braccia quasi conserte, la testa piegata sulla spalla come un Pinocchio di legno a riposo.
Entra un uomo della sicurezza (i muscoli che esplodono sotto la maglietta gialla su cui è scritto: Fi.Fa Security). Con insospettabile delicatezza alza le palpebre di Stefano. Poi si volta e sentenzia: «È solo alcol. È ubriaco... Fategli prendere un po’ d’aria».
VIDEO- Una notte al Cocoricò
http://video.corriere.it/notte-cocorico ... 7b2afb93b2
«Cocoricò». La collina di Riccione che lampeggia nella notte.
Una discoteca leggendaria. Un tempio dove entrano seimila ragazzi (o ragazzini: poi vedremo che la media dell’età è molto bassa, tra i 16 e i 18 anni)
Quando ne va giù uno, lo portano fuori: di solito vomita e si rimette in piedi. Come Stefano. Ma Stefano - raccontano i suoi amici di Modena, ancora eccitati tra sorpresa e paura per ciò a cui hanno appena assistito - aveva vuotato sette shortini di amaro Jägermeister. Lamberto Lucaccioni, 16 anni, si era invece bevuto 0,3 grammi di Mdma (ecstasy) sciolti in mezza bottiglietta d’acqua e quando l’hanno portato qui nel piazzale era già in coma.
È morto all’ospedale.
Per due settimane, titoli grossi sui giornali. E inchieste sulle droghe spacciate nei locali notturni. E interviste. Cosa succede al «Cocoricò»? Perché è il discotecone più famoso d’Italia? Cos’ha di tanto speciale?
Lo sguardo scorre sul piazzale. Dopo aver pagato un biglietto che costa 35 euro - cui spesso vanno sommati i 5 euro del tagliando di prevendita - i ragazzi entrano in una zona recintata. Non vengono perquisiti, non c’è alcun controllo. I maggiorenni, mostrando un documento di riconoscimento, vanno a farsi mettere un braccialetto verde: esibendolo, potranno acquistare e bere alcolici. Ma il giochino è chiaro da subito: i minorenni bevono gli alcolici acquistati dagli amici più grandi.
Sulla sinistra, la direzione del locale ha appeso alcuni striscioni. Slogan, moniti, inviti. Tipo: «La droga ti uccide». E l’alcol?
«Una sambuca liscia!».
Ti volti e vedi un ragazzo già barcollante. Il cameriere risponde senza neppure degnarlo di uno sguardo: «Abbiamo solo vodka al limone, alla pesca e...».
«Allora una vodka alla pesca doppia!».
VIDEO - Ragazzo di 16 anni muore per una pasticca di ecstasy
http://video.corriere.it/ragazzo-16-ann ... c4941ce2e9
La maggior parte dei ragazzi beve in modo spaventoso. Tutti bevono. Ecco la comitiva elegantina che viene da Padova, i maschietti con i bermuda North Sails e le Adidas Stan Smith bianche, le ragazze con vestitini color fucsia su scarponcini neri; questi sono invece romani: si baciano, si danno pacche e urlano in un dialetto forte, metropolitano; laggiù, poi, un gruppetto da Napoli che sembra uscito da una scena della serie tv «Gomorra» (canottiere da basket e capelli brillantinati e perfettamente regolati da una sfumatura laterale).
Arrivano da ogni città d’Italia. Arrivano al tramonto e ripartono all’alba. Spesso in treno. Non si sono mai visti prima e mai più si vedranno. Non hanno alcuna voglia di fare amicizia. Tutti sembrano solo desiderosi di partecipare a qualcosa di molto simile a un rito e tutti, per farlo, indipendentemente dalla loro estrazione sociale, sembra abbiano deciso sia necessario ubriacarsi, sballare.
Torniamo dentro (intanto Stefano s’è ripreso e sta parlando con una sua amica, Laura, che gli dice: «Guarda che tu, se prosegui così, il fegato lo butti...»).
La Piramide è la struttura principale. Poi c’è una discoteca all’aperto, dove si aggira Miss Delicius, un donnone enorme vestito con un abito leopardato; la discoteca più intima è il Ciao Sex; quindi ecco il Titilla.
La musica del Titilla è un filo più commerciale. Atmosfera con vaga tendenza gay (tre giovani truccati e in kilt ballano brandendo un frustino insieme a una cubista).
Due ragazzi (uno con il braccialetto da maggiorenne, e uno senza) ordinano una bottiglia di vodka, se la fanno mettere in un secchiello con il ghiaccio e vanno a sedersi su un divanetto.
«Abbiamo la gola un po’ secca...» (sghignazza il più giovane, Marco, 17 anni, da Rovigo).
Vi fate male...
«Ah ah ah! Quando ti gira un po’ la testa, anche il mondo gira meglio, no?».
Dici una cosa che non ha senso.
«Senti, zio: meglio la vodka o una pasticca?».
Girano pasticche?
«Quante ne vuoi. Del tipo che preferisci».
E i controlli?
«Ci provano a controllare. Ma hai visto che bolgia c’è alla Piramide?».
Per rientrare dentro la Piramide bisogna percorrere un corridoio lungo e buio. Una coppia di fidanzatini ha smesso di darsi baci e sembra intenzionata a procedere oltre. Arriva uno dei pelatoni muscolosi della sicurezza. «Oh, allora? Fate piano...». La coppia sbuffa, raccoglie i bicchieri di birra e si allontana.
Buttafuori in vena di confidenze.
«È dura. Loro sono migliaia, noi qualche decina. E tra di loro c’è tutto: spacciatori e bambolotti figli di papà...».
Non riuscite a riconoscerli i pusher?
«E come fai? Sono ragazzini anche i pusher. E poi...».
E poi?
«Beh... Bisogna stare attenti anche a certe ragazzine... sai, quelle più svelte hanno capito che se chiedono i 20 o 30 euro in cambio di qualche giochetto...».
Alla fine del corridoio, sulla sinistra, un piccolo negozio dove vendono magliette con il marchio del «Cocoricò». Un tipo con i capelli bianchi e vaporosi: «Venti euro a maglietta. Interessa?». Visto che ci siamo, ecco pure i prezzi degli alcolici: shortino 5 euro, RedBull 5, birra 10, superalcolici 12.
Un business gigantesco.
Che va avanti fino a quando sorge il sole.
Prima che faccia mattino, arriva però una pattuglia dei carabinieri. Deve raccogliere una decina di denunce per furto di portafogli, telefoni cellulari, catenine, orologi. Il maresciallo: «No, stasera nessuno dei nostri, in borghese, è dentro il locale...». Perché? «Perché sono di servizio sul lungomare».
Gli passano accanto due ragazzini che saltellano, strabuzzando gli occhi. A una biondina tedesca si piegano le gambe e non riesce più ad alzarsi. Un tipo basso, scalzo, viene avanti abbaiando, mentre gli amici ridono da matti e gli ordinano: «Dai, adesso invece fai il cavallo...».
2 agosto 2015 (modifica il 2 agosto 2015 | 09:01)
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http://www.corriere.it/cronache/15_agos ... 91aa.shtml
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Re: Un tema mai trattato dal forum
Zione, non ci deve rispondere con la penna degli altri. Dacci anche il TUO parere su tema.
un salutone
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Un tema mai trattato dal forum
pancho ha scritto:Zione, non ci deve rispondere con la penna degli altri. Dacci anche il TUO parere su tema.
un salutone
Non sarò breve.
Severgnini, in questo caso, si dimostra un supercampione di ignavia e di ipocrisia.
Davanti all’incoscienza e alla sfacciataggine di certi comportamenti — come quelli raccontati da Fabrizio Roncone giorni fa — c’è solo una strada: la repressione.
Parola sgradevole, ma inevitabile.
La strategia dello struzzo — testa sotto la sabbia, sperando che passi — nasconde quasi sempre l’ignavia.
Il problema della diffusione della droga è un problema di grandi dimensioni nella società italiana a partire dagli anni ’70.
Limitarlo ai soli luoghi di “sballo” è fortemente limitativo e non porta a nulla.
1) UNA VALUTAZIONE STORICA.
All’inizio degli anni ’70, leggendo sull’Espresso quanto accadeva negli States, anche le anime belle della sinistra mi precisarono che da noi non sarebbe mai accaduto. Erano cose da paese corrotto come gli Usa.
Non fu così.
La diffusione della droga era nota nei secoli precedenti.
Le fumerie di oppio nate in Cina, si erano sviluppate anche nella vecchia Europa e non solo.
Era però una pratica da soli benestanti.
Da noi la droga circolava fino agli anni ’70 solo in certi ambienti.
Difficile pensare che i contadini o i figli dei contadini, gli operai della Breda o i figli degli operai della Breda potessero accedere, per una questione di costi, alla droga.
Negli ambienti del teatro e dello spettacolo la droga era di casa.
Ma nel 1968 la Francia esporta il vento francese. Il vento di una generazione in rivolta verso il potere costituito.
Da quel momento la droga in Italia diventa accessibile. Diventa una droga di massa.
E’ un po’ difficile non pensare che fu una libera scelta del potere di allora stroncare quelle generazioni che potevano ribaltare il potere costituito.
Ovviamente le mafie, siciliana, calabrese, campana, che facevano parte del potere avevano anche il secondo fine di lucro.
Il potere si difende sempre con tutti mezzi a disposizione senza guardare molto per il sottile.
Basta ricordare gli incontri segreti di Berlinguer e di Almirante sul finire degli anni ’70, quando decisero di capire perché rossi e neri si pestavano regolarmente per le strade, senza che loro avessero mai dato ordini in tal senso.
Il potere democristiano tentava di rimanere a galla sfruttando gli opposti estremismi agli occhi degli italiani.
CONTINUA
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Re: Un tema mai trattato dal forum
CONTINUA
Non sarò breve.
2) IL PROBLEMA DELLE DROGHE NELLA SCUOLA
Della droga nella scuola non ho esperienza diretta, ma raccolgo voci qua e là da qualche anno.
Per questo, caro pancho, mi devo affidare al blogger del Fatto Quotidiano, il maestro e giornalista Alex Corlazzoli.
L’ultima informazione diretta proviene dalla mia studentessa preferita, per essere sempre in palla, che frequenta la Biblioteca Centrale.
L’informazione risale a sei mesi fa.
Gli anziani, che dibattono in continuazione tutti i giorni i problemi sociali e politici dello Stivale, quando si avvicina un giovane per ascoltare, inevitabilmente alla fine lo aggrediscono secondo il loro patrimonio culturale.
“Tocca a voi muovervi,……..tocca a voi ribellarvi”.
Già, il casino lo abbiamo fatto noi delle generazioni in uscita con la nostra mostruosa indifferenza lasciando che le cose andassero come sono andate nel ventennio del Berluscone e della trimurti successiva, e loro dovrebbero rimediare?
Magari lasciandoci anche la pelle come avvenuto per i giovani che hanno partecipato alla Resistenza tra l’8 settembre del ’43 ed il 25 aprile del 1945?
Comunque, per quanto riguarda il problema che stiamo dibattendo, in zona risulta che il 50 % dei giovani sono andati. Si fanno regolarmente di droga.
E qui è lecito nuovamente sospettare che al potere stia bene così. Se ne rimbambisci la metà, anche la metà sana non si muove di certo per ribellarsi.
Anche se Angelino & Co fanno finta di fare i duri.
Recitano solo la loro parte in questo macabro teatrino. Intanto tengono ferma la loro poltrona. Tengono in mano il loro potere in tutti i modi.
Vedi il caso ultimo di Azzollini, in cui in Giunta a procedere dove hanno letto le carte, hanno ravvisato che non esisteva il “fumus persecuzionis” della magistratura, ed invece in aula hanno ribaltato, tutto altrimenti saltava il governo.
Angelino poi negli anni di permanenza al governo ne ha combinate di cotte e di crude. Eppure è inamovibile.
Il parere di Corlazzoli nella scuola:
Cocoricò, a che serve chiuderlo se a scuola non si fa nulla?
di Alex Corlazzoli | 5 agosto 2015
Maestro e giornalista
Non sono mai stato al “Cocoricò” a Riccione ma entro tutti i giorni in classe e so quanta ignoranza vi sia tra i ragazzi sul tema stupefacenti.
E’ da giorni che assisto al dibattito sulla chiusura della famosa discoteca.
Per una volta non ho preso subito “carta e penna” per dire la mia da educatore.
Mi sono seduto a vedere il consueto teatrino dei nostri politicanti.
Tutti hanno detto la loro, non uno che si sia accorto che il problema è a monte, sta nella conoscenza, nell’informazione; è sui banchi di scuola dove chi fa il maestro o il professore dovrebbe spiegare ai ragazzi la differenza tra la cannabis e le sostanze di sintesi, le ‘smart drugs‘ commercializzate anche online, oppure dovrebbe raccontare ai suoi alunni gli effetti dell’eroina e della cocaina.
Uno tra i tanti, Carlo Giovanardi: “Uomini di governo, parlamentari e opinionisti – ha spiegato il politico emiliano – devono smetterla di diffondere messaggi ai giovani che sballo, alcol e sostanze sono una specie di diritto mentre drogarsi costituisce comunque un illecito che comporta sanzioni amministrative, come il ritiro della patente”.
Forse Giovanardi come molti altri dovrebbe preoccuparsi di fare in modo che si torni ad investire nei progetti di prevenzione a scuola.
In quest’ultimi anni con i tagli al fondo d’istituto sono venute meno queste attività.
(E già, volevano togliere il pane di bocca ai figli dei mafiosi bloccandogli il mercato?-ndt?)
Eppure non serve a nulla chiudere il “Cocoricò”.
Il questore, il ministro Angelino Alfano, piuttosto, leggano con attenzione questi dati diffusi dallo studio dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr) e Espad Italia (European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs): circa 54 mila studenti italiani delle scuole medie superiori, il 2,3% dei 15-19enni italiani, nel 2014 hanno assunto sostanze psicotrope senza sapere cosa fossero.
Il 56% circa di questi 54mila ha assunto senza sapere cosa fossero sostanze per non più di 2 volte, ma il 23% di essi ha ripetuto l’esperienza più di 10 volte. Il 53% di questi studenti ha utilizzato un miscuglio di erbe sconosciute, che si presentavano per il 47% in forma liquida e per il 43% sotto forma di pasticche o pillole. Sul fronte della cocaina, ne ha fatto uso almeno una volta nella vita il 4% degli studenti italiani, cioè circa 90mila 15-19enni.
Chiunque di noi capisce che l’unica urgenza, l’unico provvedimento serio e non di “facciata” può essere quello di entrare in ogni scuola, a partire dalle ultime classi della primaria, per parlare ai nostri ragazzi di dipendenza, di stupefacenti.
Ad uccidere a 16 anni Lamberto non è stato quel pusher 19 enne ma tutti coloro che non hanno spiegato gli effetti dell’ecstasy, al giovane che è morto
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... a/1934822/
CONTINUA
Non sarò breve.
2) IL PROBLEMA DELLE DROGHE NELLA SCUOLA
Della droga nella scuola non ho esperienza diretta, ma raccolgo voci qua e là da qualche anno.
Per questo, caro pancho, mi devo affidare al blogger del Fatto Quotidiano, il maestro e giornalista Alex Corlazzoli.
L’ultima informazione diretta proviene dalla mia studentessa preferita, per essere sempre in palla, che frequenta la Biblioteca Centrale.
L’informazione risale a sei mesi fa.
Gli anziani, che dibattono in continuazione tutti i giorni i problemi sociali e politici dello Stivale, quando si avvicina un giovane per ascoltare, inevitabilmente alla fine lo aggrediscono secondo il loro patrimonio culturale.
“Tocca a voi muovervi,……..tocca a voi ribellarvi”.
Già, il casino lo abbiamo fatto noi delle generazioni in uscita con la nostra mostruosa indifferenza lasciando che le cose andassero come sono andate nel ventennio del Berluscone e della trimurti successiva, e loro dovrebbero rimediare?
Magari lasciandoci anche la pelle come avvenuto per i giovani che hanno partecipato alla Resistenza tra l’8 settembre del ’43 ed il 25 aprile del 1945?
Comunque, per quanto riguarda il problema che stiamo dibattendo, in zona risulta che il 50 % dei giovani sono andati. Si fanno regolarmente di droga.
E qui è lecito nuovamente sospettare che al potere stia bene così. Se ne rimbambisci la metà, anche la metà sana non si muove di certo per ribellarsi.
Anche se Angelino & Co fanno finta di fare i duri.
Recitano solo la loro parte in questo macabro teatrino. Intanto tengono ferma la loro poltrona. Tengono in mano il loro potere in tutti i modi.
Vedi il caso ultimo di Azzollini, in cui in Giunta a procedere dove hanno letto le carte, hanno ravvisato che non esisteva il “fumus persecuzionis” della magistratura, ed invece in aula hanno ribaltato, tutto altrimenti saltava il governo.
Angelino poi negli anni di permanenza al governo ne ha combinate di cotte e di crude. Eppure è inamovibile.
Il parere di Corlazzoli nella scuola:
Cocoricò, a che serve chiuderlo se a scuola non si fa nulla?
di Alex Corlazzoli | 5 agosto 2015
Maestro e giornalista
Non sono mai stato al “Cocoricò” a Riccione ma entro tutti i giorni in classe e so quanta ignoranza vi sia tra i ragazzi sul tema stupefacenti.
E’ da giorni che assisto al dibattito sulla chiusura della famosa discoteca.
Per una volta non ho preso subito “carta e penna” per dire la mia da educatore.
Mi sono seduto a vedere il consueto teatrino dei nostri politicanti.
Tutti hanno detto la loro, non uno che si sia accorto che il problema è a monte, sta nella conoscenza, nell’informazione; è sui banchi di scuola dove chi fa il maestro o il professore dovrebbe spiegare ai ragazzi la differenza tra la cannabis e le sostanze di sintesi, le ‘smart drugs‘ commercializzate anche online, oppure dovrebbe raccontare ai suoi alunni gli effetti dell’eroina e della cocaina.
Uno tra i tanti, Carlo Giovanardi: “Uomini di governo, parlamentari e opinionisti – ha spiegato il politico emiliano – devono smetterla di diffondere messaggi ai giovani che sballo, alcol e sostanze sono una specie di diritto mentre drogarsi costituisce comunque un illecito che comporta sanzioni amministrative, come il ritiro della patente”.
Forse Giovanardi come molti altri dovrebbe preoccuparsi di fare in modo che si torni ad investire nei progetti di prevenzione a scuola.
In quest’ultimi anni con i tagli al fondo d’istituto sono venute meno queste attività.
(E già, volevano togliere il pane di bocca ai figli dei mafiosi bloccandogli il mercato?-ndt?)
Eppure non serve a nulla chiudere il “Cocoricò”.
Il questore, il ministro Angelino Alfano, piuttosto, leggano con attenzione questi dati diffusi dallo studio dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr) e Espad Italia (European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs): circa 54 mila studenti italiani delle scuole medie superiori, il 2,3% dei 15-19enni italiani, nel 2014 hanno assunto sostanze psicotrope senza sapere cosa fossero.
Il 56% circa di questi 54mila ha assunto senza sapere cosa fossero sostanze per non più di 2 volte, ma il 23% di essi ha ripetuto l’esperienza più di 10 volte. Il 53% di questi studenti ha utilizzato un miscuglio di erbe sconosciute, che si presentavano per il 47% in forma liquida e per il 43% sotto forma di pasticche o pillole. Sul fronte della cocaina, ne ha fatto uso almeno una volta nella vita il 4% degli studenti italiani, cioè circa 90mila 15-19enni.
Chiunque di noi capisce che l’unica urgenza, l’unico provvedimento serio e non di “facciata” può essere quello di entrare in ogni scuola, a partire dalle ultime classi della primaria, per parlare ai nostri ragazzi di dipendenza, di stupefacenti.
Ad uccidere a 16 anni Lamberto non è stato quel pusher 19 enne ma tutti coloro che non hanno spiegato gli effetti dell’ecstasy, al giovane che è morto
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... a/1934822/
CONTINUA
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Re: Un tema mai trattato dal forum
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Non sarò breve.
3) DROGA NON SOLO SBALLO, NON SOLO SCUOLA.
Una quindicina di anni fa, quando al sabato e la domenica si creavano polveroni della madonna al bar-latteria Wilma della zona, dividendoci aspramente tra berlusconiani, leghisti e il resto del mondo, negli intervalli si entrava nel privato.
Raccontava un’amico, allora ancora in servizio, che nella sua attività di dirigente d’azienda aveva avuto modo di cambiare azienda abbastanza frequentemente, passando anche in nomi noti a livello nazionale, come ad esempio Fininvest.
In questo modo aveva potuto constatare che era divenuta comune l’abitudine diffusa, nelle riunioni aziendali, l’ascoltare la musica del “Clic clac”.
La musica del “Clic clac” non era altro che il rumore prodotto dall’apertura e chiusura di apposite scatolette metalliche contenenti pastiglie che attivavano la prestazione.
La cosa che mi colpì e che non scorderò mai più, è il livello di disumanità raggiunto già ai quei tempi.
Capitava che nel corso delle riunioni qualcuno che aveva abusato nel numero delle pasticche crollasse letteralmente a terra.
Chi dirigeva il traffico, non si preoccupava più di tanto e metteva in atto il solito:
The Show Must Go On
https://it.wikipedia.org/wiki/The_Show_ ... 28Queen%29
Di solito, comunque, quando una persona precipita dalla sedia a terra, significa che stà male ed ha bisogno di soccorso.
In quei casi era stato superato. La disumanità era arrivata al punto che il direttore d’orchestra, chiedeva di portare fuori il malcapitato perché lo spettacolo doveva continuare.
Che persone normalissime si impasticcassero per produrre la prestazione, mi è stato confermato da altri, negli anni successivi.
L’orco del mondo del lavoro era arrivato ad imporre la prestazione a chiunque.
E di conseguenza le persone più deboli, si affidavano all’impasticcamento.
Vedi quindi, caro pancho, che la platea dei consumatori si allarga a macchia d’olio, diventando un problema sociale ineludibile. Non solo i ragazzi. Per questo me la prendo con i soliti Giovanardi e Severgnini, divulgatori delle soluzioni facili. Basta reprimere.
Anni fa, La Repubblica fece un servizio sullo spaccio a Genova.
Al sabato, regolarmente, il mondo del lavoro a tutti i livelli si recava al mercato nelle vie di Genova per fare la scorta settimanale di bombastica.
CONTINUA
Non sarò breve.
3) DROGA NON SOLO SBALLO, NON SOLO SCUOLA.
Una quindicina di anni fa, quando al sabato e la domenica si creavano polveroni della madonna al bar-latteria Wilma della zona, dividendoci aspramente tra berlusconiani, leghisti e il resto del mondo, negli intervalli si entrava nel privato.
Raccontava un’amico, allora ancora in servizio, che nella sua attività di dirigente d’azienda aveva avuto modo di cambiare azienda abbastanza frequentemente, passando anche in nomi noti a livello nazionale, come ad esempio Fininvest.
In questo modo aveva potuto constatare che era divenuta comune l’abitudine diffusa, nelle riunioni aziendali, l’ascoltare la musica del “Clic clac”.
La musica del “Clic clac” non era altro che il rumore prodotto dall’apertura e chiusura di apposite scatolette metalliche contenenti pastiglie che attivavano la prestazione.
La cosa che mi colpì e che non scorderò mai più, è il livello di disumanità raggiunto già ai quei tempi.
Capitava che nel corso delle riunioni qualcuno che aveva abusato nel numero delle pasticche crollasse letteralmente a terra.
Chi dirigeva il traffico, non si preoccupava più di tanto e metteva in atto il solito:
The Show Must Go On
https://it.wikipedia.org/wiki/The_Show_ ... 28Queen%29
Di solito, comunque, quando una persona precipita dalla sedia a terra, significa che stà male ed ha bisogno di soccorso.
In quei casi era stato superato. La disumanità era arrivata al punto che il direttore d’orchestra, chiedeva di portare fuori il malcapitato perché lo spettacolo doveva continuare.
Che persone normalissime si impasticcassero per produrre la prestazione, mi è stato confermato da altri, negli anni successivi.
L’orco del mondo del lavoro era arrivato ad imporre la prestazione a chiunque.
E di conseguenza le persone più deboli, si affidavano all’impasticcamento.
Vedi quindi, caro pancho, che la platea dei consumatori si allarga a macchia d’olio, diventando un problema sociale ineludibile. Non solo i ragazzi. Per questo me la prendo con i soliti Giovanardi e Severgnini, divulgatori delle soluzioni facili. Basta reprimere.
Anni fa, La Repubblica fece un servizio sullo spaccio a Genova.
Al sabato, regolarmente, il mondo del lavoro a tutti i livelli si recava al mercato nelle vie di Genova per fare la scorta settimanale di bombastica.
CONTINUA
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Re: Un tema mai trattato dal forum
Caro Zione dopo aver letto quello che hai postato non non cambio ancora idea. Va tutto bene quello che propongono e cioè che si parta dalla scuola ma nel frattempo si facciano rispettare le leggi vigenti e si sia più severi in questo
Un salutone
Un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Un tema mai trattato dal forum
pancho ha scritto:Caro Zione dopo aver letto quello che hai postato non non cambio ancora idea. Va tutto bene quello che propongono e cioè che si parta dalla scuola ma nel frattempo si facciano rispettare le leggi vigenti e si sia più severi in questo
Un salutone
Non avevo nessuna intenzione di farti cambiare idea, caro pancho, il forum serve a scambiare idee e non obbligare a far cambiare idee ad altri.
Poi per quel che conosco dell'ambaradan generale le convinzioni personali sono radicate nel profondo, quindi spesso immutabili.
Nella fase storico-politica che stiamo attraversando, le convinzioni personali più pericolose sono quelle della fede renziana.
Una fede assimilabile all'Islam dell'Isis.
Se andiamo avanti così mi sa che prossimamente dovremo costruire le moschee renziane.
Ma poi, proseguendo, io sono uno terra terra che mira al pratico, o al sodo, come si diceva una volta.
E dato che ogni giorno mi scontro con i teorici, di cui condivido a pieno le teorie, ma poi chiedo come si possono realizzare in pratica, mi è successo abbondantemente anche nelle discussioni della mattinata, chiedo anche a te come si mette in pratica questo pensiero:
"Va tutto bene quello che propongono e cioè che si parta dalla scuola ma nel frattempo si facciano rispettare le leggi vigenti e si sia più severi in questo"
senza stare a fare l'elenco delle disfunzioni all'interno dello Stivalone che tu ben conosci e in presenza della classe dirigente più scadente ed ignobile della storia repubblicana, guidata da Leopoldo Paràculos, in arte Matteo La Qualunque, e dalla sua Armata Brancaleone al suo seguito, ti chiedo come si fa.
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Re: Un tema mai trattato dal forum
camillobenso ha scritto:Non avevo nessuna intenzione di farti cambiare idea, caro pancho, il forum serve a scambiare idee e non obbligare a far cambiare idee ad altri.pancho ha scritto:Caro Zione dopo aver letto quello che hai postato non non cambio ancora idea. Va tutto bene quello che propongono e cioè che si parta dalla scuola ma nel frattempo si facciano rispettare le leggi vigenti e si sia più severi in questo
Un salutone
Poi per quel che conosco dell'ambaradan generale le convinzioni personali sono radicate nel profondo, quindi spesso immutabili.
Nella fase storico-politica che stiamo attraversando, le convinzioni personali più pericolose sono quelle della fede renziana.
Una fede assimilabile all'Islam dell'Isis.
Se andiamo avanti così mi sa che prossimamente dovremo costruire le moschee renziane.
Ma poi, proseguendo, io sono uno terra terra che mira al pratico, o al sodo, come si diceva una volta.
E dato che ogni giorno mi scontro con i teorici, di cui condivido a pieno le teorie, ma poi chiedo come si possono realizzare in pratica, mi è successo abbondantemente anche nelle discussioni della mattinata, chiedo anche a te come si mette in pratica questo pensiero:
"Va tutto bene quello che propongono e cioè che si parta dalla scuola ma nel frattempo si facciano rispettare le leggi vigenti e si sia più severi in questo"
senza stare a fare l'elenco delle disfunzioni all'interno dello Stivalone che tu ben conosci e in presenza della classe dirigente più scadente ed ignobile della storia repubblicana, guidata da Leopoldo Paràculos, in arte Matteo La Qualunque, e dalla sua Armata Brancaleone al suo seguito, ti chiedo come si fa.
Partendo dal mio pessimismo innato e poi aggiungendo anche quello che stiamo vivendo in questi ultimi decenni, credo che mi sia difficile dare delle indicazioni ad un popolo bue come abbiamo ora. Il mix e' micidiale.senza stare a fare l'elenco delle disfunzioni all'interno dello Stivalone che tu ben conosci e in presenza della classe dirigente più scadente ed ignobile della storia repubblicana, guidata da Leopoldo Paròculos, in arte Matteo La Qualunque, e dall'Armata Brancaleone al suo seguito, ti chiedo come si fa.
Sarebbero solo teorie che, come spiega Bakunin, non conoscono per niente la natura umana
Quindi, la soluzione potrebbe(attenzione al condizionale!!) essere quella che ho citato rispondento in un'altro post a Iospero e cioe quella di ricostruire un nuovo tessuto sociale che passi attaverso una vera cultura di massa.
Pero' anche questo e' difficile da raggiungere non avendo le chiavi della stanza dei bottoni per cui continuo ad essere pessimista. Chiavi che difficilmente avrai.
Altre risposte non ho, amico mio, se non le solite teoriche sempre difficili da implementare.
La dittatura del proletariato? Abbiamo visto come e' andata a finire qui. Bakunin docet.
Morale?
Diamoci da fare in continuazione e, sempre citando Bakunin,: Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.
Solo questo ci da lo spirito combattivo per raggiungere casomai traguardi possibili che magari non coincidono perfettamente con i nostri.Pazienza
un salutone.
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Un tema mai trattato dal forum
CONTINUA
Non sarò breve.
4) DROGA NON SOLO SBALLO, NON SOLO SCUOLA. – bis
Io parto da quanto ha recentemente affermato Umberto Veronesi alla 7 non più tardi di una settimana fa.
D’accordo che sia specializzato in oncologia, ma credo che sia in malafede quando afferma che lui afferma di essere favorevole alle droghe leggere.
Penso che conosca i limiti del danneggiamento fisiologico su qualunque parte del corpo umano. Senz’altro ne sa più di me, se si azzarda ad affermare tanto.
Altrimenti sarebbe un irresponsabile nel fare certe affermazioni che riguardano la vita altrui.
Per saperne di più sulle droghe leggere ho interpellato il grande fratello in campo neutro, come penso sia Wikipedia.
.
Droga leggera
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
https://it.wikipedia.org/wiki/Droga_leggera
Ma mi sembra che non corrisponda alle affermazioni di Umberto Veronesi.
In sostanza abbiamo a che fare con:
le piante del genere Cannabis (canapa) e le sostanze psicotrope da esse ricavabili, principalmente mariagiovanna e hashish, ma a volte il termine può venire esteso agli psichedelici come funghi del genere psylocibe, DMT, LSD, i quali come la canapa non danno dipendenza fisica e non hanno una elevata tossicità[1][2].
Ma se queste possono far sopraggiungere :
"La marihuana è una droga che dà dipendenza fisica e produce in chi la usa pazzia, criminalità e morte"
- "Fuma uno spinello e probabilmente ucciderai tuo fratello"
- "La marihuana è la droga più in grado di causare violenza nella storia del genere umano".[15]
Allora se provocano questi danneggiamenti, allora non ci siamo.
^^^^^^
Ma nel mondo del lavoro chi ne fà uso?
Se assimiliamo lo sport ad una lavoro allora possiamo dire che la diffusione è ha vasto raggio.
Spesso l’assunzione è effettuata sotto controllo medico, ma alla fine lascia il segno.
“Taca la bala,…….taca la bala”, urlava da bordo campo Helenio Herrera ai suoi ragazzi dell’Inter delle meraviglie.
Ma non solo dall’Inter. Da tutte le squadre che si mettevano in mostra.
Alcuni giocatori che ne devono aver approfittato, o che non aveva il fisico adatto a smaltire certe sostanze con continuità alla fine hanno pagato. O con la vita o con menomazioni permanenti e invalidanti.
Lo stesso dicasi con il ciclismo. Io ero coppiano, ma devo ammettere, che a parte il gran fisico adatto per il ciclismo e dei polmoni fuori d’ordinanza, da quanto letto, non da detrattori, il grande campione integrava con sostanze esterne.
Ma anche altri sport contemplano l’assunzione di sostanze che incrementano la prestazione.
E a questo punto ritorno a Severgnini che vuole penalizzare con la repressione solo i ragazzi dello sballo.
Qui abbiamo a che fare con adulti che ragionano in termini di successo e di denaro.
Questo è permesso e ai Cocoricò no.
Come la mettiamo, cari Severgnini e Giovanardi?
Sappiamo tutti che si pompano. E ci giustifichiamo soltanto quando facciamo qualche controllo e in quel caso facciamo pagare al malcapitato, pur sapendo che funziona così per tutti?
Oppure blocchiamo lo sport. Lo penalizziamo
L’automobilismo qualcuno può sostenere che è esente?
CONTINUA
Non sarò breve.
4) DROGA NON SOLO SBALLO, NON SOLO SCUOLA. – bis
Io parto da quanto ha recentemente affermato Umberto Veronesi alla 7 non più tardi di una settimana fa.
D’accordo che sia specializzato in oncologia, ma credo che sia in malafede quando afferma che lui afferma di essere favorevole alle droghe leggere.
Penso che conosca i limiti del danneggiamento fisiologico su qualunque parte del corpo umano. Senz’altro ne sa più di me, se si azzarda ad affermare tanto.
Altrimenti sarebbe un irresponsabile nel fare certe affermazioni che riguardano la vita altrui.
Per saperne di più sulle droghe leggere ho interpellato il grande fratello in campo neutro, come penso sia Wikipedia.
.
Droga leggera
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
https://it.wikipedia.org/wiki/Droga_leggera
Ma mi sembra che non corrisponda alle affermazioni di Umberto Veronesi.
In sostanza abbiamo a che fare con:
le piante del genere Cannabis (canapa) e le sostanze psicotrope da esse ricavabili, principalmente mariagiovanna e hashish, ma a volte il termine può venire esteso agli psichedelici come funghi del genere psylocibe, DMT, LSD, i quali come la canapa non danno dipendenza fisica e non hanno una elevata tossicità[1][2].
Ma se queste possono far sopraggiungere :
"La marihuana è una droga che dà dipendenza fisica e produce in chi la usa pazzia, criminalità e morte"
- "Fuma uno spinello e probabilmente ucciderai tuo fratello"
- "La marihuana è la droga più in grado di causare violenza nella storia del genere umano".[15]
Allora se provocano questi danneggiamenti, allora non ci siamo.
^^^^^^
Ma nel mondo del lavoro chi ne fà uso?
Se assimiliamo lo sport ad una lavoro allora possiamo dire che la diffusione è ha vasto raggio.
Spesso l’assunzione è effettuata sotto controllo medico, ma alla fine lascia il segno.
“Taca la bala,…….taca la bala”, urlava da bordo campo Helenio Herrera ai suoi ragazzi dell’Inter delle meraviglie.
Ma non solo dall’Inter. Da tutte le squadre che si mettevano in mostra.
Alcuni giocatori che ne devono aver approfittato, o che non aveva il fisico adatto a smaltire certe sostanze con continuità alla fine hanno pagato. O con la vita o con menomazioni permanenti e invalidanti.
Lo stesso dicasi con il ciclismo. Io ero coppiano, ma devo ammettere, che a parte il gran fisico adatto per il ciclismo e dei polmoni fuori d’ordinanza, da quanto letto, non da detrattori, il grande campione integrava con sostanze esterne.
Ma anche altri sport contemplano l’assunzione di sostanze che incrementano la prestazione.
E a questo punto ritorno a Severgnini che vuole penalizzare con la repressione solo i ragazzi dello sballo.
Qui abbiamo a che fare con adulti che ragionano in termini di successo e di denaro.
Questo è permesso e ai Cocoricò no.
Come la mettiamo, cari Severgnini e Giovanardi?
Sappiamo tutti che si pompano. E ci giustifichiamo soltanto quando facciamo qualche controllo e in quel caso facciamo pagare al malcapitato, pur sapendo che funziona così per tutti?
Oppure blocchiamo lo sport. Lo penalizziamo
L’automobilismo qualcuno può sostenere che è esente?
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Re: Un tema mai trattato dal forum
Angelino é stato anticipato un'altra volta.
LA CALDA ESTATE DEL 2015
Ragazzo muore dopo aver trascorso la serata in una discoteca nel Salento
Lorenzo Toma, 19 anni, è morto dopo una notte alla discoteca Guendalina di Santa Cesarea, in provincia di Lecce. L’allarme è stato dato alle 6.30 del mattino
di Redazione Online
Un ragazzo di 19 anni, Lorenzo Mario Toma, di Lecce, è morto all’alba, dopo essere uscito da una discoteca di Santa Cesarea Terme, il «Guendalina», sulla costa adriatica del Salento. L’allarme è stato dato alle sei e trenta di questa mattina quando gli amici e la fidanzata, che erano con lui nel locale, hanno chiamato il 118 per far giungere i soccorsi.
Ha bevuto qualcosa e si è sentito male
Il ragazzo era già morto quando è arrivato all’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Dopo l’allarme dato telefonicamente al 118e ai carabinieri poco dopo le 6.30 della mattina di domenica 9 agosto, sono arrivati i militari dell’Arma e personale medico e sanitario. Quest’ultimo ha tentato inutilmente per oltre un’ora di rianimare sul posto il giovane, trovato riverso per terra vicino all’ingresso della discoteca. Il magistrato di turno alla Procura della Repubblica di Lecce, Stefania Mininni, ha già disposto l’autopsia ed è molto probabile che saranno eseguiti esami tossicologici per chiarire le cause del decesso. Secondo gli amici e la fidanzata, Toma ha bevuto qualcosa e subito dopo si è sentito male. È quanto avrebbero riferito ai carabinieri.
Riunione per la sicurezza
Il Prefetto di Lecce, Claudio Palomba, ha convocato per domani, lunedì 10 agosto, alle 13 in Prefettura a Lecce una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Il ragazzo morto dopo la notte al Cocoricò
Poche settimane fa, il 16enne Lamberto Lucaccioni, era morto dopo aver trascorso la notte al Cocoricò di Riccione e aver assunto ecstasy . Il giovane, originario di Città di Castello (Perugia) si era sentito male in pista. Il questore di Rimini ha disposto la chiusura per quattro mesi della discoteca romagnola.
9 agosto 2015 (modifica il 9 agosto 2015 | 14:07)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/cronache/15_agos ... 7227.shtml
LA CALDA ESTATE DEL 2015
Ragazzo muore dopo aver trascorso la serata in una discoteca nel Salento
Lorenzo Toma, 19 anni, è morto dopo una notte alla discoteca Guendalina di Santa Cesarea, in provincia di Lecce. L’allarme è stato dato alle 6.30 del mattino
di Redazione Online
Un ragazzo di 19 anni, Lorenzo Mario Toma, di Lecce, è morto all’alba, dopo essere uscito da una discoteca di Santa Cesarea Terme, il «Guendalina», sulla costa adriatica del Salento. L’allarme è stato dato alle sei e trenta di questa mattina quando gli amici e la fidanzata, che erano con lui nel locale, hanno chiamato il 118 per far giungere i soccorsi.
Ha bevuto qualcosa e si è sentito male
Il ragazzo era già morto quando è arrivato all’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Dopo l’allarme dato telefonicamente al 118e ai carabinieri poco dopo le 6.30 della mattina di domenica 9 agosto, sono arrivati i militari dell’Arma e personale medico e sanitario. Quest’ultimo ha tentato inutilmente per oltre un’ora di rianimare sul posto il giovane, trovato riverso per terra vicino all’ingresso della discoteca. Il magistrato di turno alla Procura della Repubblica di Lecce, Stefania Mininni, ha già disposto l’autopsia ed è molto probabile che saranno eseguiti esami tossicologici per chiarire le cause del decesso. Secondo gli amici e la fidanzata, Toma ha bevuto qualcosa e subito dopo si è sentito male. È quanto avrebbero riferito ai carabinieri.
Riunione per la sicurezza
Il Prefetto di Lecce, Claudio Palomba, ha convocato per domani, lunedì 10 agosto, alle 13 in Prefettura a Lecce una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Il ragazzo morto dopo la notte al Cocoricò
Poche settimane fa, il 16enne Lamberto Lucaccioni, era morto dopo aver trascorso la notte al Cocoricò di Riccione e aver assunto ecstasy . Il giovane, originario di Città di Castello (Perugia) si era sentito male in pista. Il questore di Rimini ha disposto la chiusura per quattro mesi della discoteca romagnola.
9 agosto 2015 (modifica il 9 agosto 2015 | 14:07)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/cronache/15_agos ... 7227.shtml
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