Diario della caduta di un regime.
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Re: Diario della caduta di un regime.
Già lo sapevamo.....
Ovvero, "Lasciate che i cretini vengano a me!"
Dal Vangelo secondo Matteo (La Qualunque)
Renzi mente indisturbato, sa di parlare a una platea di idioti
Scritto il 15/9/15 • LIBRE nella Categoria: idee
Renzi sta dicendo: “Il Pil aumenta quest’anno: per la prima volta dopo molti anni, l’Italia è ripartita grazie alle mie riforme.
Questo mi legittima ad andare avanti riformando la Costituzione per concentrare i poteri dello Stato, anche quelli di garanzia, nelle mani del primo ministro” (e per fare in modo che il Parlamento sia composto interamente da nominati dei segretari di partito).
Però solo un pubblico di cretini può interpretare come ripartenza strutturale, come una manifestazione di ritrovata vitalità, anziché come un rimbalzo (il cosiddetto salto del gatto morto), un misero aumento dello 0,5% dopo molti anni di recessione – uno 0,5% che lascia l’Italia ultima in Europa e nell’Ocse. Ultima, con una disoccupazione giovanile dirompente, un continuo scivolamento del Meridione verso condizioni africane, e una crescente fuga all’estero di capitali e cervelli.
Uno 0,5 % dovuto al fatto che adesso si conteggiano nel Pil anche i redditi da prostituzione, narcotraffico e altri crimini.
Senza questa aggiunta, avremmo un calo del Pil, un -0,3% circa!
Quindi il declino non si è invertito, né arrestato.
Se inoltre si considera che in questo periodo abbiamo goduto di uno straordinario insieme di fattori esterni, indipendenti dalle riforme di Renzi, fattori estremamente favorevoli per la crescita economica (ossia il fortissimo risparmio sul petrolio, la svalutazione dell’euro, tassi e spread molto favorevoli, il quantitative easing, la compressione dei salari e dei diritti dei lavoratori, il deprezzamento delle materie prime), e che ne abbiamo tratto solo uno 0,5%, allora è evidente che quel mezzo punto percentuale, in questo contesto, è indice non di ripresa, ma di peggioramento strutturale e di conferma della non funzionalità del sistema-paese.
Risponda Renzi: che cosa succederebbe al Pil italiano qualora quei fattori esterni, o anche solo uno di essi, venisse meno?
O se non conteggiasse nel Pil le marchette delle battone e i lucri degli spacciatori?
E’ evidente che, quando proclama che con le sue riforme ha fatto ripartire il paese, Renzi calcola di rivolgersi a una base elettorale composta da idioti.
Esattamente come quando promette un taglio sostanziale della pressione fiscale mentre è vincolato a clausole di salvaguardia per 60 miliardi pronte a scattare l’anno prossimo sull’Iva e su altre imposte.
(Marco Della Luna, “Renzi parla agli idioti”, dal blog di Della Luna del 1° settembre 2015).
Ovvero, "Lasciate che i cretini vengano a me!"
Dal Vangelo secondo Matteo (La Qualunque)
Renzi mente indisturbato, sa di parlare a una platea di idioti
Scritto il 15/9/15 • LIBRE nella Categoria: idee
Renzi sta dicendo: “Il Pil aumenta quest’anno: per la prima volta dopo molti anni, l’Italia è ripartita grazie alle mie riforme.
Questo mi legittima ad andare avanti riformando la Costituzione per concentrare i poteri dello Stato, anche quelli di garanzia, nelle mani del primo ministro” (e per fare in modo che il Parlamento sia composto interamente da nominati dei segretari di partito).
Però solo un pubblico di cretini può interpretare come ripartenza strutturale, come una manifestazione di ritrovata vitalità, anziché come un rimbalzo (il cosiddetto salto del gatto morto), un misero aumento dello 0,5% dopo molti anni di recessione – uno 0,5% che lascia l’Italia ultima in Europa e nell’Ocse. Ultima, con una disoccupazione giovanile dirompente, un continuo scivolamento del Meridione verso condizioni africane, e una crescente fuga all’estero di capitali e cervelli.
Uno 0,5 % dovuto al fatto che adesso si conteggiano nel Pil anche i redditi da prostituzione, narcotraffico e altri crimini.
Senza questa aggiunta, avremmo un calo del Pil, un -0,3% circa!
Quindi il declino non si è invertito, né arrestato.
Se inoltre si considera che in questo periodo abbiamo goduto di uno straordinario insieme di fattori esterni, indipendenti dalle riforme di Renzi, fattori estremamente favorevoli per la crescita economica (ossia il fortissimo risparmio sul petrolio, la svalutazione dell’euro, tassi e spread molto favorevoli, il quantitative easing, la compressione dei salari e dei diritti dei lavoratori, il deprezzamento delle materie prime), e che ne abbiamo tratto solo uno 0,5%, allora è evidente che quel mezzo punto percentuale, in questo contesto, è indice non di ripresa, ma di peggioramento strutturale e di conferma della non funzionalità del sistema-paese.
Risponda Renzi: che cosa succederebbe al Pil italiano qualora quei fattori esterni, o anche solo uno di essi, venisse meno?
O se non conteggiasse nel Pil le marchette delle battone e i lucri degli spacciatori?
E’ evidente che, quando proclama che con le sue riforme ha fatto ripartire il paese, Renzi calcola di rivolgersi a una base elettorale composta da idioti.
Esattamente come quando promette un taglio sostanziale della pressione fiscale mentre è vincolato a clausole di salvaguardia per 60 miliardi pronte a scattare l’anno prossimo sull’Iva e su altre imposte.
(Marco Della Luna, “Renzi parla agli idioti”, dal blog di Della Luna del 1° settembre 2015).
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Re: Diario della caduta di un regime.
•Ultima ora•
Riforma Senato, la minoranza Pd lascia il tavolo della trattativa: “Renzi non vuole dialogare”
Dopo le polemiche sui giornali e i botta e risposta da lontano, lo strappo nella maggioranza è ufficiale. La minoranza Pd ha lasciato il tavolo della trattativa con il governo per la riforma del Senato: “Questa riunione non serve più perché Renzi non vuole dialogare”, ha detto la capogruppo dem in commissione Affari costituzionali ed esponente del gruppo di critici Doris Lo Moro. Come già era emerso nei giorni scorsi, non c’è possibilità di accordo sull’elezione diretta dei nuovi senatori.
Al quarto tavolo tecnico, dove da giorni si sta cercando di trovare la sintesi tra governo e dissidenti per approvare in terza lettura la riforma costituzionale, erano presenti oltre alla ministra Maria Elena Boschi e alla presidente Anna Finocchiaro, anche il sottosegretario Pizzetti, e capigruppo Zanda e Rosato, e Fiano. La decisione di Lo Moro è stata condivisa con i ‘dissidenti’ dem che si sono visti questa mattina. “Siamo a un binario morto”, è la valutazione della minoranza. Non si sarebbero fatti passi avanti non solo sull’art.2 che per la maggioranza e il governo non va toccato ma neanche sull’art.1 ovvero su funzioni e garanzie del nuovo Senato.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... o/2037110/
Riforma Senato, la minoranza Pd lascia il tavolo della trattativa: “Renzi non vuole dialogare”
Dopo le polemiche sui giornali e i botta e risposta da lontano, lo strappo nella maggioranza è ufficiale. La minoranza Pd ha lasciato il tavolo della trattativa con il governo per la riforma del Senato: “Questa riunione non serve più perché Renzi non vuole dialogare”, ha detto la capogruppo dem in commissione Affari costituzionali ed esponente del gruppo di critici Doris Lo Moro. Come già era emerso nei giorni scorsi, non c’è possibilità di accordo sull’elezione diretta dei nuovi senatori.
Al quarto tavolo tecnico, dove da giorni si sta cercando di trovare la sintesi tra governo e dissidenti per approvare in terza lettura la riforma costituzionale, erano presenti oltre alla ministra Maria Elena Boschi e alla presidente Anna Finocchiaro, anche il sottosegretario Pizzetti, e capigruppo Zanda e Rosato, e Fiano. La decisione di Lo Moro è stata condivisa con i ‘dissidenti’ dem che si sono visti questa mattina. “Siamo a un binario morto”, è la valutazione della minoranza. Non si sarebbero fatti passi avanti non solo sull’art.2 che per la maggioranza e il governo non va toccato ma neanche sull’art.1 ovvero su funzioni e garanzie del nuovo Senato.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... o/2037110/
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Re: Diario della caduta di un regime.
E' tutta una farsa.
Tutto è deciso già dai 101 contro Prodi.
Berlusconi non è affatto all'opposizione.
Negli ultimi 2 anni ha sguinzagliato Verdini e Alfano a supporto di Renzi
con lo scopo di fermare il cambiamento e ritardare le elezioni.
E lo fa con talmente tanta abilità da stare uscendone lindo e pulito.
Avesse sfruttato la sua abilità machiavellica per ben governare per
20 anni, oggi forse saremmo un altro paese.
Al momento giusto vedrete che la PdL si riformerà come ai bei tempi.
Il CSX, invece, sarà morto e sepolto.
Il PD dovrà vedersela con M5S.
E, pur di non perdere, al ballottaggio si venderà ancora
una volta alle destre.
Riguardo le riforme, la "minoranza" ha lasciato dilagare Renzi per troppo tempo.
Adesso l'incendio non può più essere domato.
Il soccorso azzurro è già partito e la minoranza verrà di nuovo spianata.
Anche perchè non si muove con sufficiente energia (a brigante, brigante e mezzo).
Prepariamoci quindi alla campagna elettorale confermativa delle riforme,
perchè quella è l'unica speranza di evitare il pastrocchio.
Peccato perchè nella riforma costituzionale c'erano anche cose buone.
Ma, per lo meno io ragiono così, non si può costruire un palazzo
con le fondamenta deboli perchè "la facciata e' bella e i balconi
molto spaziosi".
E non lasciamo soli i pochi che si muovono a SX.
A partire da Civati.
Ogni tanto postiamo anche su ciwati.it.
E firmiamo per i referendum.
soloo42001
Tutto è deciso già dai 101 contro Prodi.
Berlusconi non è affatto all'opposizione.
Negli ultimi 2 anni ha sguinzagliato Verdini e Alfano a supporto di Renzi
con lo scopo di fermare il cambiamento e ritardare le elezioni.
E lo fa con talmente tanta abilità da stare uscendone lindo e pulito.
Avesse sfruttato la sua abilità machiavellica per ben governare per
20 anni, oggi forse saremmo un altro paese.
Al momento giusto vedrete che la PdL si riformerà come ai bei tempi.
Il CSX, invece, sarà morto e sepolto.
Il PD dovrà vedersela con M5S.
E, pur di non perdere, al ballottaggio si venderà ancora
una volta alle destre.
Riguardo le riforme, la "minoranza" ha lasciato dilagare Renzi per troppo tempo.
Adesso l'incendio non può più essere domato.
Il soccorso azzurro è già partito e la minoranza verrà di nuovo spianata.
Anche perchè non si muove con sufficiente energia (a brigante, brigante e mezzo).
Prepariamoci quindi alla campagna elettorale confermativa delle riforme,
perchè quella è l'unica speranza di evitare il pastrocchio.
Peccato perchè nella riforma costituzionale c'erano anche cose buone.
Ma, per lo meno io ragiono così, non si può costruire un palazzo
con le fondamenta deboli perchè "la facciata e' bella e i balconi
molto spaziosi".
E non lasciamo soli i pochi che si muovono a SX.
A partire da Civati.
Ogni tanto postiamo anche su ciwati.it.
E firmiamo per i referendum.
soloo42001
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Re: Diario della caduta di un regime.
La regola che ci siamo dati “Si discute non per avere ragione, ma per capire”, derivata da un intervento di “peanuts”, che tra l’altro non sappiamo più che fine ha fatto, ritengo sia, nella vita di tutti i giorni, una delle massime più alte della convivenza umana.
Tanto che non ho mai litigato tanto in vita mia(non litigato quasi mai), da quando La Qualunque ha imposto la sua presenza nella società italiana.
I renziani, invece, sono decisamente fuori, lontanissimi, da questa massima.
E di conseguenza come il loro profeta intendono imporre il loro punto di vista a tutti i costi.
Tanto che sono arrivato alla conclusione, e non manco di farglielo sapere, che per me è più facile discutere con un tagliagole islamico che con un apostolo renziano.
Divagazioni renziane a parte, vorrei saperne di più del punto di vista dell’amico solo42001 su :
E' tutta una farsa.
Tutto è deciso già dai 101 contro Prodi.
Berlusconi non è affatto all'opposizione.
Negli ultimi 2 anni ha sguinzagliato Verdini e Alfano a supporto di Renzi
con lo scopo di fermare il cambiamento e ritardare le elezioni.
E lo fa con talmente tanta abilità da stare uscendone lindo e pulito.
Avesse sfruttato la sua abilità machiavellica per ben governare per
20 anni, oggi forse saremmo un altro paese.
Tanto che non ho mai litigato tanto in vita mia(non litigato quasi mai), da quando La Qualunque ha imposto la sua presenza nella società italiana.
I renziani, invece, sono decisamente fuori, lontanissimi, da questa massima.
E di conseguenza come il loro profeta intendono imporre il loro punto di vista a tutti i costi.
Tanto che sono arrivato alla conclusione, e non manco di farglielo sapere, che per me è più facile discutere con un tagliagole islamico che con un apostolo renziano.
Divagazioni renziane a parte, vorrei saperne di più del punto di vista dell’amico solo42001 su :
E' tutta una farsa.
Tutto è deciso già dai 101 contro Prodi.
Berlusconi non è affatto all'opposizione.
Negli ultimi 2 anni ha sguinzagliato Verdini e Alfano a supporto di Renzi
con lo scopo di fermare il cambiamento e ritardare le elezioni.
E lo fa con talmente tanta abilità da stare uscendone lindo e pulito.
Avesse sfruttato la sua abilità machiavellica per ben governare per
20 anni, oggi forse saremmo un altro paese.
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Re: Diario della caduta di un regime.
Il Fatto Quotidiano insiste sulla notizia di qualche ora fa.
Riforme, la divisione del Pd ora è ufficiale
Minoranza lascia il tavolo: “Binario morto”
‘Renzi non vuole dialogare, l’incontro non serve’. Il governo accelera: domani la calendarizzazione in aula
Finocchiaro in commissione: ‘Articolo 2 già votato dalle due Camere, gli emendamenti sono inammissibili’
Politica
“Questa riunione non serve più perché Renzi non vuole dialogare”, ha detto la capogruppo dem in commissione Affari costituzionali ed esponente del gruppo di critici Doris Lo Moro lasciando il tavolo della trattativa sulle riforme. Come già era emerso nei giorni scorsi, non c’è possibilità di accordo sull’elezione diretta dei nuovi senatori. Al quarto tavolo tecnico, dove da giorni si sta cercando di trovare la sintesi tra governo e dissidenti per approvare in terza lettura la riforma costituzionale, era presente Maria Elena Boschi
^^^^^^^^^^
Riforma Senato, la minoranza Pd lascia il tavolo della trattativa: “Binario morto”. Renzi vuole testo subito in Aula
Politica
La capogruppo bersaniana Doris Lo Moro ha abbandonato i lavori: "Renzi non vuole dialogare". Ma dalla maggioranza non arrivano segni di aperture. L'ex Capo dello Stato: "Non c'è intesa possibile fuori dal percorso stabilito". In commissione la presidente Finocchiaro ha dichiarato inammissibili gli emendamenti all'art.2 perché da regolamento "serve accordo di tutti i gruppi"
di F. Q. | 15 settembre 2015
Dopo le polemiche sui giornali e i botta e risposta da lontano, lo strappo nella maggioranza è ufficiale. La minoranza Pd ha lasciato il tavolo della trattativa con il governo per la riforma di Palazzo Madama e gli emendamenti per l’elettività diretta dei senatori, ovvero il nodo della contesa, in commissione sono stati dichiarati inammissibili. La prima rottura è avvenuta durante l’incontro mattutino del Partito democratico. “Questa riunione non serve più perché Matteo Renzi non vuole dialogare”, ha detto sbattendo la porta la capogruppo bersaniana in commissione Affari costituzionali Doris Lo Moro. “Siamo a un binario morto”, hanno commentato i dissidenti. Poi il dibattito si è spostato in commissione dove è iniziata la discussione nel merito delle richieste di modifica. Già domani Renzi chiederà la calendarizzazione del testo in Aula, che lui vorrebbe approvato entro il 15 ottobre.
Lo scontro è essenzialmente sull’articolo 2 del testo di riforma della Costituzione: nel provvedimento già approvato in lettura conforme alla Camera e al Senato si prevede che i senatori non saranno eletti dai cittadini. La minoranza Pd ha presentato alcuni emendamenti, ma all’avvio della discussione in commissione la presidente Anna Finocchiaro ha dichiarato che “sono inammissibili senza un accordo politico”: “L’articolo 104 del regolamento”, ha detto, “permette di presentare emendamenti solo nelle parti del testo toccate da modifiche della Camera. Per questo motivo verranno ammessi gli emendamenti solo al comma 5 dell’Articolo 2, nel quale Montecitorio ha cambiato una preposizione (‘nei’ è diventato ‘dai’). Le modifiche ai testi approvati con doppia seduta conforme sono modificabili solo se c’è l’accordo di tutti i gruppi parlamentari, secondo il principio del diritto parlamentare del ‘nemine contradicente'”.
L’ultima possibilità resta quella che le richieste di modifica siano presentate direttamente in Aula e lì a decidere sarà Pietro Grasso. Anche se la scelta della Finocchiaro “sulla base del regolamento” determina già un forte precedente. Insomma dal governo non sembrano esserci aperture per le modifiche sul punto che la minoranza Pd dice imprescindibile perché ci sia il loro appoggio al provvedimento. “Non vedo possibile un’intesa”, ha ribadito l’ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano, “al di fuori del percorso indicato dalla presidente Anna Finocchiaro sopratutto se si vuole riaprire la scelta di un Senato che rappresenti le istituzioni territoriali”.
Intanto la maggioranza smentisce che ci sia una rottura e promette che si raggiungerà un’intesa per l’approvazione entro il 15 ottobre. “C’è serenità e impegno a trovare un’intesa che tenga dentro tutto il partito e allarghi il consenso su una riforma che va portata fino in fondo”, ha detto il capogruppo dei deputati Pd Ettore Rosato. “Verdini ha già votato questa riforma – ha aggiunto, commentando le parole di Pier Luigi Bersani – mi sembra l’approccio sbagliato. Dopo di che le riforme costituzionali abbiamo sempre inteso di farle nel modo più ampio possibile, continuiamo a considerare importante l’allargare il più possibile l’interesse del Parlamento su una riforma che riguarda il Paese tutto”.
Il problema per il governo ora sono i numeri tra la minoranza Pd che potrebbe venire a mancare, l’incognita di Forza Italia e i dissidenti dentro Ncd. “Il governo andrà alla conta è spero che faccia bene i conti”, ha detto il senatore di Fi Paolo Romani annunciato che insieme alla Lega chiederanno di istituire “un comitato ristretto” per fare il punto sul ddl Riforme. “Chiederemo”, ha spiegato, “insieme a Calderoli di istituire un comitato ristretto per vedere se c’è veramente la volontà di portare in porto le riforme. Si può emendare l’articolo 2, come ha giustamente ricordato Finocchiaro, solo se tutti i gruppi fossero d’accordo. Ma tutti i gruppi non sono d’accordo perchè il Pd non vuole toccare l’articolo 2″.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... o/2037110/
Riforme, la divisione del Pd ora è ufficiale
Minoranza lascia il tavolo: “Binario morto”
‘Renzi non vuole dialogare, l’incontro non serve’. Il governo accelera: domani la calendarizzazione in aula
Finocchiaro in commissione: ‘Articolo 2 già votato dalle due Camere, gli emendamenti sono inammissibili’
Politica
“Questa riunione non serve più perché Renzi non vuole dialogare”, ha detto la capogruppo dem in commissione Affari costituzionali ed esponente del gruppo di critici Doris Lo Moro lasciando il tavolo della trattativa sulle riforme. Come già era emerso nei giorni scorsi, non c’è possibilità di accordo sull’elezione diretta dei nuovi senatori. Al quarto tavolo tecnico, dove da giorni si sta cercando di trovare la sintesi tra governo e dissidenti per approvare in terza lettura la riforma costituzionale, era presente Maria Elena Boschi
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Riforma Senato, la minoranza Pd lascia il tavolo della trattativa: “Binario morto”. Renzi vuole testo subito in Aula
Politica
La capogruppo bersaniana Doris Lo Moro ha abbandonato i lavori: "Renzi non vuole dialogare". Ma dalla maggioranza non arrivano segni di aperture. L'ex Capo dello Stato: "Non c'è intesa possibile fuori dal percorso stabilito". In commissione la presidente Finocchiaro ha dichiarato inammissibili gli emendamenti all'art.2 perché da regolamento "serve accordo di tutti i gruppi"
di F. Q. | 15 settembre 2015
Dopo le polemiche sui giornali e i botta e risposta da lontano, lo strappo nella maggioranza è ufficiale. La minoranza Pd ha lasciato il tavolo della trattativa con il governo per la riforma di Palazzo Madama e gli emendamenti per l’elettività diretta dei senatori, ovvero il nodo della contesa, in commissione sono stati dichiarati inammissibili. La prima rottura è avvenuta durante l’incontro mattutino del Partito democratico. “Questa riunione non serve più perché Matteo Renzi non vuole dialogare”, ha detto sbattendo la porta la capogruppo bersaniana in commissione Affari costituzionali Doris Lo Moro. “Siamo a un binario morto”, hanno commentato i dissidenti. Poi il dibattito si è spostato in commissione dove è iniziata la discussione nel merito delle richieste di modifica. Già domani Renzi chiederà la calendarizzazione del testo in Aula, che lui vorrebbe approvato entro il 15 ottobre.
Lo scontro è essenzialmente sull’articolo 2 del testo di riforma della Costituzione: nel provvedimento già approvato in lettura conforme alla Camera e al Senato si prevede che i senatori non saranno eletti dai cittadini. La minoranza Pd ha presentato alcuni emendamenti, ma all’avvio della discussione in commissione la presidente Anna Finocchiaro ha dichiarato che “sono inammissibili senza un accordo politico”: “L’articolo 104 del regolamento”, ha detto, “permette di presentare emendamenti solo nelle parti del testo toccate da modifiche della Camera. Per questo motivo verranno ammessi gli emendamenti solo al comma 5 dell’Articolo 2, nel quale Montecitorio ha cambiato una preposizione (‘nei’ è diventato ‘dai’). Le modifiche ai testi approvati con doppia seduta conforme sono modificabili solo se c’è l’accordo di tutti i gruppi parlamentari, secondo il principio del diritto parlamentare del ‘nemine contradicente'”.
L’ultima possibilità resta quella che le richieste di modifica siano presentate direttamente in Aula e lì a decidere sarà Pietro Grasso. Anche se la scelta della Finocchiaro “sulla base del regolamento” determina già un forte precedente. Insomma dal governo non sembrano esserci aperture per le modifiche sul punto che la minoranza Pd dice imprescindibile perché ci sia il loro appoggio al provvedimento. “Non vedo possibile un’intesa”, ha ribadito l’ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano, “al di fuori del percorso indicato dalla presidente Anna Finocchiaro sopratutto se si vuole riaprire la scelta di un Senato che rappresenti le istituzioni territoriali”.
Intanto la maggioranza smentisce che ci sia una rottura e promette che si raggiungerà un’intesa per l’approvazione entro il 15 ottobre. “C’è serenità e impegno a trovare un’intesa che tenga dentro tutto il partito e allarghi il consenso su una riforma che va portata fino in fondo”, ha detto il capogruppo dei deputati Pd Ettore Rosato. “Verdini ha già votato questa riforma – ha aggiunto, commentando le parole di Pier Luigi Bersani – mi sembra l’approccio sbagliato. Dopo di che le riforme costituzionali abbiamo sempre inteso di farle nel modo più ampio possibile, continuiamo a considerare importante l’allargare il più possibile l’interesse del Parlamento su una riforma che riguarda il Paese tutto”.
Il problema per il governo ora sono i numeri tra la minoranza Pd che potrebbe venire a mancare, l’incognita di Forza Italia e i dissidenti dentro Ncd. “Il governo andrà alla conta è spero che faccia bene i conti”, ha detto il senatore di Fi Paolo Romani annunciato che insieme alla Lega chiederanno di istituire “un comitato ristretto” per fare il punto sul ddl Riforme. “Chiederemo”, ha spiegato, “insieme a Calderoli di istituire un comitato ristretto per vedere se c’è veramente la volontà di portare in porto le riforme. Si può emendare l’articolo 2, come ha giustamente ricordato Finocchiaro, solo se tutti i gruppi fossero d’accordo. Ma tutti i gruppi non sono d’accordo perchè il Pd non vuole toccare l’articolo 2″.
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Re: Diario della caduta di un regime.
ITALIA BOLLENTE
E' anche Mentana ad affrontare il tema al TG7 delle 20,00.
L'Italia come sempre si dividerà in pro e contro quanto affermato ieri dalla Bindi.
Mentana ha dichiarato che la verità sta in mezzo.
Mica tanto.
Da queste parti la maggioranza direbbe quello che ha detto la Bindi.
A meno di inginocchiarsi davanti alla santa ipocrisia come fanno sempre gli italioti.
Maroni spergiurava che in Lombardia non c'era la 'ndrangheta. E' piena.
Tanto è vero che la sede principale è considerata Milano e non Reggio Calabria.
A Roma i Casamonica minacciano la giornalista de La Repubblica, Federica Angeli.
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/09/ ... ia/414401/
“La camorra è un dato costitutivo di Napoli”. L’accusa della Bindi fa infuriare De Magistris
Il sindaco: «Non condivido, spieghi quella frase». Lei: «Negare è un regalo alle mafie»
La camorra «parte costitutiva» della società a Napoli. È bufera per le dichiarazioni fatte ieri dalla presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi, durante la visita della commissione nel capoluogo campano. Il sindaco de Magistris e il governatore De Luca insorgono, il procuratore Colangelo prende le distanze. L’interessata però non fa marcia indietro, anzi: «Se qualcuno si è offeso non posso chiedere scusa perché ne sono convinta. Non negare la camorra è il primo atto per combatterla». E ribadisce: «La camorra è parte costitutiva della società a Napoli, questo è ormai un dato centenario. Perché dobbiamo scandalizzarci di questa affermazione? Così si diventa complici».
«La camorra - replica il procuratore capo di Napoli, Giovanni Colangelo - non è nel Dna dei napoletani che non hanno una propensione al crimine. La criminalità rappresenta una minima percentuale della popolazione rispetto ai cittadini che vogliono vivere in pace». Il sindaco Luigi de Magistris dice di «essere saltato sulla sedia» alle parole della Bindi. Parla di affermazione «offensiva, aberrante e falsa». «La storia di Napoli è rappresentata dalla sua gente, dalla cultura, dal paesaggio, dal patrimonio artistico, dalle tradizioni popolari, culinarie, artigianali. Millenni di storia non possono sopportare un tale insulto», dice.
Di «offesa sconcertante a Napoli ed a tutti i nostri concittadini» parla il presidente della Regione, Vincenzo De Luca. Di parere opposto il suo predecessore Stefano Caldoro, oggi capo dell’opposizione in Consiglio regionale: «La camorra, come tutte le mafie, è fenomeno strutturale da decenni in molte realtà che scontano ritardi e con forti diseguaglianze. L’ onorevole Bindi ha detto una cosa nota a tutti, ha avviato una riflessione e non vedo lo scandalo».
La commissione Antimafia ha concluso oggi due giorni di audizioni e incontri a Napoli. Una missione indetta dopo l’escalation di violenza culminata con l’uccisione nel rione Sanità, la notte del 5 settembre, del 17enne Genny Cesarano. Con magistrati e forze dell’ordine si è discusso delle strategie di contrasto, ma commenti e reazioni si concentrano oggi sull’analisi della Bindi. «Credo - dice oggi il presidente della commissione - che le camorre siano un elemento costitutivo della storia e della sociologia di questa città e di questa regione così come le mafie sono elementi costituivi della storia, della sociologia e dell’economia italiana. Prenderne consapevolezza, non negarlo è il primo atto per combatterle». E comunque «anche la lotta alla mafia inizia ad essere un elemento costitutivo del nostro Paese, di Napoli e della Campania». Ma l’importante è non «abbassare mai la guardia».
http://www.lastampa.it/2015/09/15/itali ... agina.html
E' anche Mentana ad affrontare il tema al TG7 delle 20,00.
L'Italia come sempre si dividerà in pro e contro quanto affermato ieri dalla Bindi.
Mentana ha dichiarato che la verità sta in mezzo.
Mica tanto.
Da queste parti la maggioranza direbbe quello che ha detto la Bindi.
A meno di inginocchiarsi davanti alla santa ipocrisia come fanno sempre gli italioti.
Maroni spergiurava che in Lombardia non c'era la 'ndrangheta. E' piena.
Tanto è vero che la sede principale è considerata Milano e non Reggio Calabria.
A Roma i Casamonica minacciano la giornalista de La Repubblica, Federica Angeli.
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/09/ ... ia/414401/
“La camorra è un dato costitutivo di Napoli”. L’accusa della Bindi fa infuriare De Magistris
Il sindaco: «Non condivido, spieghi quella frase». Lei: «Negare è un regalo alle mafie»
La camorra «parte costitutiva» della società a Napoli. È bufera per le dichiarazioni fatte ieri dalla presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi, durante la visita della commissione nel capoluogo campano. Il sindaco de Magistris e il governatore De Luca insorgono, il procuratore Colangelo prende le distanze. L’interessata però non fa marcia indietro, anzi: «Se qualcuno si è offeso non posso chiedere scusa perché ne sono convinta. Non negare la camorra è il primo atto per combatterla». E ribadisce: «La camorra è parte costitutiva della società a Napoli, questo è ormai un dato centenario. Perché dobbiamo scandalizzarci di questa affermazione? Così si diventa complici».
«La camorra - replica il procuratore capo di Napoli, Giovanni Colangelo - non è nel Dna dei napoletani che non hanno una propensione al crimine. La criminalità rappresenta una minima percentuale della popolazione rispetto ai cittadini che vogliono vivere in pace». Il sindaco Luigi de Magistris dice di «essere saltato sulla sedia» alle parole della Bindi. Parla di affermazione «offensiva, aberrante e falsa». «La storia di Napoli è rappresentata dalla sua gente, dalla cultura, dal paesaggio, dal patrimonio artistico, dalle tradizioni popolari, culinarie, artigianali. Millenni di storia non possono sopportare un tale insulto», dice.
Di «offesa sconcertante a Napoli ed a tutti i nostri concittadini» parla il presidente della Regione, Vincenzo De Luca. Di parere opposto il suo predecessore Stefano Caldoro, oggi capo dell’opposizione in Consiglio regionale: «La camorra, come tutte le mafie, è fenomeno strutturale da decenni in molte realtà che scontano ritardi e con forti diseguaglianze. L’ onorevole Bindi ha detto una cosa nota a tutti, ha avviato una riflessione e non vedo lo scandalo».
La commissione Antimafia ha concluso oggi due giorni di audizioni e incontri a Napoli. Una missione indetta dopo l’escalation di violenza culminata con l’uccisione nel rione Sanità, la notte del 5 settembre, del 17enne Genny Cesarano. Con magistrati e forze dell’ordine si è discusso delle strategie di contrasto, ma commenti e reazioni si concentrano oggi sull’analisi della Bindi. «Credo - dice oggi il presidente della commissione - che le camorre siano un elemento costitutivo della storia e della sociologia di questa città e di questa regione così come le mafie sono elementi costituivi della storia, della sociologia e dell’economia italiana. Prenderne consapevolezza, non negarlo è il primo atto per combatterle». E comunque «anche la lotta alla mafia inizia ad essere un elemento costitutivo del nostro Paese, di Napoli e della Campania». Ma l’importante è non «abbassare mai la guardia».
http://www.lastampa.it/2015/09/15/itali ... agina.html
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Re: Diario della caduta di un regime.
Divagazioni renziane a parte, vorrei saperne di più del punto di vista dell’amico solo42001 su :
E' tutta una farsa.
Tutto è deciso già dai 101 contro Prodi.
Berlusconi non è affatto all'opposizione.
Negli ultimi 2 anni ha sguinzagliato Verdini e Alfano a supporto di Renzi
con lo scopo di fermare il cambiamento e ritardare le elezioni.
E lo fa con talmente tanta abilità da stare uscendone lindo e pulito.
Avesse sfruttato la sua abilità machiavellica per ben governare per
20 anni, oggi forse saremmo un altro paese.
Eppure a me sembra chiaro.
Da 20 anni c'è uno "strato sociale" chiamiamolo così, orfano di DC e PSI,
che non si è rassegnato al cambiamento.
Ha affossato Mani Pulite con campagne stampa.
Non disdegna l'alleanza con mafia e lega per vincere le elezioni e raggiungere la maggioranza e
altro che tutti noi ben sappiamo avendolo sperimentato sulla nostra pelle politica.
Ebbene questo "strato sociale" ha avuto buon gioco a usare B per i propri scopi.
Continuare a prosperare indisturbato a spese del prossimo per 20 anni.
Quando nel 2010-2011 questo "strato sociale" si è trovato orfano anche di B,
che per sua idiozia si è fatto beccare con le mani nella marmellata, ha pensato
bene di prendere le sue contromisure.
Vediamo CHI E' questo strato sociale.
Indicativa è la pagina del Corriere di una settimana fa: "noi stiamo con Renzi".
Chi sono i "noi"?
Quel sottobosco imprenditoriale che non intende piegarsi alle cosiddette "leggi del mercato".
Dove si compete SU QUALITA', INNOVAZIONE, EFFICIENZA... E PREZZO.
Costoro vogliono competere solo sul prezzo.
Si ritagliano un mercato su misura in un certo senso.
Limitando la competizione al solo prezzo evitano di FATICARE per fare evolvere
le loro aziende verso QUALITA', INNOVAZIONE ed EFFICIENZA.
Evitano riorganizzazioni pesanti, possibili fusioni, investimenti ingenti, pianificazioni a medio e lungo termine.
Tutte cose che chi lavora in grandi aziende deve affrontare quotidianamente.
Sicchè dovendo competere solo sul prezzo, hanno bisogno di un governo amico che
gli tagli i costi... perchè loro dall'interno lavorando su qualità ed efficienza non lo fanno,
non ci pensano proprio.
E come si "tagliano i costi" senza toccare l'azienda?
Si tagliano stipendi (meno salario), contributi (meno pensione) e tasse (meno sanità, istruzione, giustizia e sicurezza).
Avendo questa esigenza quando è caduto B a fine 2011 hanno subito propugnato la nomina di Monti.
Coglione fu Bersani ad accettare quel patto senza aver negoziato preventivamente cosa fare
e quando per poi andare ad elezioni.
Poi, perse Bersani le elezioni del 2013 (dietro a B e Monti c'erano ancora loro...), si pose il problema
di come avere un governo amico, coi 5stelle che intanto avevano occupato 1/3 del parlamento.
Per questo i tentativi (maldestri per la verità) di Bersani, vennero coperti di ridicolo con campagne
stampa mirate e l'aiuto naturalmente di Napolitano.
Anche il tradimento dei 101 fu parte di quel disegno... la rielezione di Napolitano era la premessa
per poter spingere ancora verso un nuovo governo di larghe intese... il governo Letta.
Pensiamoci... in quale paese mai al mondo la stampa e l'opinione pubblica avrebbero accettato e addirittura
spinto verso la rielezione di un president discusso e ormai novantenne?
E' al di fuori di ogni logica e ragionevolezza, al di la del colore politico: eppure in Italia questo è avvenuto...
Nel frattempo Renzi si muoveva per prendere possesso del PD, anche grazie all'insipienza politica
degli ex DS.
Ma non dimentichiamoci le campagne stampa a suo favore, quelle di dileggio di chi era contro e l'insipienza
politica dei 5stelle che tutto questo hanno lasciato accadere...
E chi è Renzi, da dove viene se non dallo stesso sottobosco imprenditoriale fuori dal mercato?
Ma le politiche di Renzi hanno finito subito con lo spaccare il CSX e ora anche il PD.
Sicchè per tenere la maggiorana ecco l'aiuto provvidenziale di pezzi di FI, UCD, NCD, ex Monti, ecc..
E chi c'è dietro quelle organizzazioni politiche se non lo stesso sottobosco imprenditoriale?
Per questo dico che B governa ancora.
Magari non governa materialmente, ma fossi lui in questo momento starei godendomi
il fiorire del mio lavoro di 20 anni e la disfatta dei miei nemici politici.
La sua semina sta dando grande frutto.
Ho volutamente semplificato la situazione per spiegarla.
La realtà è un po' più complessa perchè al fianco degli imprenditori antimercato ci
sono pezzi della chiesa cattolica, destre fasciste, fascioleghisti, ecc.
Pensavo ieri sera a una sorta di operazione di marketing.
Sapete come fa una grande azienda a penetrare novi mercati?
Ha vari mezzi a disposizione.
Il principale è la realizzazione di nuovi prodotti.
A volte però si pone un problema insormontabile di credibilità e competizione.
Se io sono la FIAT, produrre (ad esempio) strumenti musicali per quanto buoni
non mi è sufficiente a penetrare quel mercato: perchè ho credibilità come
produttore di auto, non di strumenti musicali.
E per giunta la YAMAHA fa strumenti musicali eccellenti da decenni, mica posso
pensare che stia li ferma a lasciarmi fare.
Così ai costi alti per attrezzarmi a produrre strumenti musicali si aggiungerebbe
il costo proibitivo della campagna di marketing per acquisire credibilità come FIAT
nel mercato degli strumenti musicali con la YAMAHA che intanto mi contrasta...
non va bene.
In quel caso si ricorre all'ACQUISIZIONE: compro un'azienda già presente sul
nuovo mercato d'interesse, ad esempio la Bang&Olufsen, ne acquisisco così know-how,
credibilità, brand, canali, asset E CLIENTI.
Spendo meno che a fare una campagna proibitiva come FIAT dagli esiti improbabili.
Tornando a noi, l'operazione Renzi-Leopolda degli ultimi anni, è stata esattamente questo.
L'ACQUISIZIONE, da parte di quello "strato sociale" cui facevo riferimento prima, di un pezzo
consistente del PD... da usarsi sia come ancora di salvezza per il dopo Berlusconi, sia
come mezzo per evitare "derive zapateriane", come dicono loro.
Operazione direi riuscita perfettamente.
E' stata fatta digerire agli elettori PD la presenza di personaggi dalla dubbia cultura politica
progressista con parole come innovazione, rottamazione, ecc.. .
Sono riusciti anche a fargli vincere le primarie (ricordate le polemiche per "aprire le primarie")?
E si sono così impossessati alla fine di PD e Governo.
Al dunque quegli asset sono stati usati contro gli interessi della stragrande maggioranza degli
italiani e degli elettori del PD.
Per cui per chiudere, ammesso che la minoranza PD abbia i numeri per contrastare Renzi al Senato
(io non ci credo, troppi voltagabbana, troppi pavidi, troppa inerzia, troppa insipienza politica dagli exDS), aspettiamoci comunque un consistente soccorso azzurro.
soloo42001
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Re: Diario della caduta di un regime.
soloo42001 ha scritto:Divagazioni renziane a parte, vorrei saperne di più del punto di vista dell’amico solo42001 su :
E' tutta una farsa.
Tutto è deciso già dai 101 contro Prodi.
Berlusconi non è affatto all'opposizione.
Negli ultimi 2 anni ha sguinzagliato Verdini e Alfano a supporto di Renzi
con lo scopo di fermare il cambiamento e ritardare le elezioni.
E lo fa con talmente tanta abilità da stare uscendone lindo e pulito.
Avesse sfruttato la sua abilità machiavellica per ben governare per
20 anni, oggi forse saremmo un altro paese.
Eppure a me sembra chiaro.
Da 20 anni c'è uno "strato sociale" chiamiamolo così, orfano di DC e PSI,
che non si è rassegnato al cambiamento.
Ha affossato Mani Pulite con campagne stampa.
Non disdegna l'alleanza con mafia e lega per vincere le elezioni e raggiungere la maggioranza e
altro che tutti noi ben sappiamo avendolo sperimentato sulla nostra pelle politica.
Ebbene questo "strato sociale" ha avuto buon gioco a usare B per i propri scopi.
Continuare a prosperare indisturbato a spese del prossimo per 20 anni.
Quando nel 2010-2011 questo "strato sociale" si è trovato orfano anche di B,
che per sua idiozia si è fatto beccare con le mani nella marmellata, ha pensato
bene di prendere le sue contromisure.
Vediamo CHI E' questo strato sociale.
Indicativa è la pagina del Corriere di una settimana fa: "noi stiamo con Renzi".
Chi sono i "noi"?
Quel sottobosco imprenditoriale che non intende piegarsi alle cosiddette "leggi del mercato".
Dove si compete SU QUALITA', INNOVAZIONE, EFFICIENZA... E PREZZO.
Costoro vogliono competere solo sul prezzo.
Si ritagliano un mercato su misura in un certo senso.
Limitando la competizione al solo prezzo evitano di FATICARE per fare evolvere
le loro aziende verso QUALITA', INNOVAZIONE ed EFFICIENZA.
Evitano riorganizzazioni pesanti, possibili fusioni, investimenti ingenti, pianificazioni a medio e lungo termine.
Tutte cose che chi lavora in grandi aziende deve affrontare quotidianamente.
Sicchè dovendo competere solo sul prezzo, hanno bisogno di un governo amico che
gli tagli i costi... perchè loro dall'interno lavorando su qualità ed efficienza non lo fanno,
non ci pensano proprio.
E come si "tagliano i costi" senza toccare l'azienda?
Si tagliano stipendi (meno salario), contributi (meno pensione) e tasse (meno sanità, istruzione, giustizia e sicurezza).
Avendo questa esigenza quando è caduto B a fine 2011 hanno subito propugnato la nomina di Monti.
Coglione fu Bersani ad accettare quel patto senza aver negoziato preventivamente cosa fare
e quando per poi andare ad elezioni.
Poi, perse Bersani le elezioni del 2013 (dietro a B e Monti c'erano ancora loro...), si pose il problema
di come avere un governo amico, coi 5stelle che intanto avevano occupato 1/3 del parlamento.
Per questo i tentativi (maldestri per la verità) di Bersani, vennero coperti di ridicolo con campagne
stampa mirate e l'aiuto naturalmente di Napolitano.
Anche il tradimento dei 101 fu parte di quel disegno... la rielezione di Napolitano era la premessa
per poter spingere ancora verso un nuovo governo di larghe intese... il governo Letta.
Pensiamoci... in quale paese mai al mondo la stampa e l'opinione pubblica avrebbero accettato e addirittura
spinto verso la rielezione di un president discusso e ormai novantenne?
E' al di fuori di ogni logica e ragionevolezza, al di la del colore politico: eppure in Italia questo è avvenuto...
Nel frattempo Renzi si muoveva per prendere possesso del PD, anche grazie all'insipienza politica
degli ex DS.
Ma non dimentichiamoci le campagne stampa a suo favore, quelle di dileggio di chi era contro e l'insipienza
politica dei 5stelle che tutto questo hanno lasciato accadere...
E chi è Renzi, da dove viene se non dallo stesso sottobosco imprenditoriale fuori dal mercato?
Ma le politiche di Renzi hanno finito subito con lo spaccare il CSX e ora anche il PD.
Sicchè per tenere la maggiorana ecco l'aiuto provvidenziale di pezzi di FI, UCD, NCD, ex Monti, ecc..
E chi c'è dietro quelle organizzazioni politiche se non lo stesso sottobosco imprenditoriale?
Per questo dico che B governa ancora.
Magari non governa materialmente, ma fossi lui in questo momento starei godendomi
il fiorire del mio lavoro di 20 anni e la disfatta dei miei nemici politici.
La sua semina sta dando grande frutto.
Ho volutamente semplificato la situazione per spiegarla.
La realtà è un po' più complessa perchè al fianco degli imprenditori antimercato ci
sono pezzi della chiesa cattolica, destre fasciste, fascioleghisti, ecc.
Pensavo ieri sera a una sorta di operazione di marketing.
Sapete come fa una grande azienda a penetrare novi mercati?
Ha vari mezzi a disposizione.
Il principale è la realizzazione di nuovi prodotti.
A volte però si pone un problema insormontabile di credibilità e competizione.
Se io sono la FIAT, produrre (ad esempio) strumenti musicali per quanto buoni
non mi è sufficiente a penetrare quel mercato: perchè ho credibilità come
produttore di auto, non di strumenti musicali.
E per giunta la YAMAHA fa strumenti musicali eccellenti da decenni, mica posso
pensare che stia li ferma a lasciarmi fare.
Così ai costi alti per attrezzarmi a produrre strumenti musicali si aggiungerebbe
il costo proibitivo della campagna di marketing per acquisire credibilità come FIAT
nel mercato degli strumenti musicali con la YAMAHA che intanto mi contrasta...
non va bene.
In quel caso si ricorre all'ACQUISIZIONE: compro un'azienda già presente sul
nuovo mercato d'interesse, ad esempio la Bang&Olufsen, ne acquisisco così know-how,
credibilità, brand, canali, asset E CLIENTI.
Spendo meno che a fare una campagna proibitiva come FIAT dagli esiti improbabili.
Tornando a noi, l'operazione Renzi-Leopolda degli ultimi anni, è stata esattamente questo.
L'ACQUISIZIONE, da parte di quello "strato sociale" cui facevo riferimento prima, di un pezzo
consistente del PD... da usarsi sia come ancora di salvezza per il dopo Berlusconi, sia
come mezzo per evitare "derive zapateriane", come dicono loro.
Operazione direi riuscita perfettamente.
E' stata fatta digerire agli elettori PD la presenza di personaggi dalla dubbia cultura politica
progressista con parole come innovazione, rottamazione, ecc.. .
Sono riusciti anche a fargli vincere le primarie (ricordate le polemiche per "aprire le primarie")?
E si sono così impossessati alla fine di PD e Governo.
Al dunque quegli asset sono stati usati contro gli interessi della stragrande maggioranza degli
italiani e degli elettori del PD.
Per cui per chiudere, ammesso che la minoranza PD abbia i numeri per contrastare Renzi al Senato
(io non ci credo, troppi voltagabbana, troppi pavidi, troppa inerzia, troppa insipienza politica dagli exDS), aspettiamoci comunque un consistente soccorso azzurro.
soloo42001
Con questa precisazione, adesso, al meno per me, caro solo42001, è chiaro su cosa intendevi dire.
Quindi, analizziamo i vari punti.
1) Eppure a me sembra chiaro.
Da 20 anni c'è uno "strato sociale" chiamiamolo così, orfano di DC e PSI,
che non si è rassegnato al cambiamento.
All’inizio di quest’anno, Giorgio Galli, un vecchio politologo di sinistra (Milano, 10 febbraio 1928), ha pubblicato il libro “IL GOLPE INVISIBILE”.
E’ il percorso degli ultimi 40 anni della nostra storia, che per chi era presente in quella fase potrei dire che ci é scivolata addosso come le gocce d’acqua su di un ombrello bagnato in un giorno di pioggia.
Avevamo la percezione di quanto accadeva da quanto raccontavano i media.
Ora Giorgio Galli rimette in fila i fatti salienti di quei giorni puntualizzando, dal suo angolo di osservazione cosa era accaduto.
Quello che tu hai chiamato “strato sociale”, può essere identificato con la borghesia finanziario-speculativa
e i ceti burocratico- parassitari che hanno saccheggiato l’Italia repubblicana fino a vanificare lo stato di diritto, descritti da Galli.
L’inizio della scalata al potere di questa nuova classe dominante, la fissa con il governo Andreotti del 1976, definendo lo stesso premier democristiano come l’alfiere del nuovo ceto politico.
Galli non approfondisce, e forse lo fanno altri saggi imperniati sul ventennio 1993-2013, riguardante gli ex Pci.
Berlinguer e una parte dei suoi avevano intuito la necessità di abbandonare la casa mamma di Mosca ed intraprendere la Terza via.
Osteggiato naturalmente dai filo russi che non vedevano di buon grado l’abbandono della vecchia chiesaed un riavvicinamento con l’Occidente.
I suoi successori, dieci anni dopo la sua morte, fecero ulteriori passi, con lo scopo preciso di arrivare nella stanza dei bottoni.
Ma a mio avviso, la premura di entrare in quella stanza, li ha spinti ad una serie di compromessi, che li hanno portati alla loro rovina politica.
E meglio che chiarisca la mia posizione in merito.
Posso capire la volontà di Marx e Lenin nel cercare di mutare il corso della storia, in cui sin dai tempi delle caverne ha sempre dominato un capitalismo di fatto anche se non sapevano di cosa si trattasse.
La volontà di equilibrare la vita sociale delle classi, rendendo più vivibile la vita delle classi inferiori e ridimensionando quella delle classe più alte.
Pregevole intenzione, ma a mio avviso non avevano tenuto conto della natura umana.
Solo le nostre generazioni possono comprendere che la società comunista è una vera utopia.
A mio avviso questa sarebbe possibile solo in una società con un altissimo livello di cultura, e che abbia tarpato le ali ai peggiori difetti umani.
Non vedo che sia nell’’800 che ora sia presente questo tipo di società.
Gli ex Pci, pertanto, nel 1994, per arrivare nella stanza dei bottoni si sono abbassati a compromessi tali, da avviare la sinistra sul viale del tramonto.
Quindi, agli ex DC e agli ex Psi, io associerei dal 1994 in avanti, anche gli ex Pci.
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- Iscritto il: 19/04/2012, 12:04
Re: Diario della caduta di un regime.
Sono d'accordo con l'analisi di solo42001 mentre per quello che ha detto camillobenso penso che la disfatta della sinistra sia per lo più dovuta al crollo dell'URSS che volente o nolente era sempre il punto di riferimento e lo spauracchio che faceva rimanere il Capitalismo sulla difensiva lasciando spazio alle rivendicazioni di sinistra pur entro certi limiti. Caduta l'URSS l'offensiva capitalista è andata avanti come un bulldozer e nessun politico di sinistra ne nostrano ne europeo lo ha capito in tempo quindi o hanno cercato di saltare sul carro del vincitore con accordi "impresentabili" solo pochi anni prima o sono stati schiacciati senza pietà.
Come uscire da questa situazione? Ci vorrebbe un'opinione pubblica diffusa e molto numerosa che iniziasse a protestare seriamente e in maniera continuativa contro tale stato delle cose e contro la crescente diseguaglianza sociale e reddituale ma con tutte le rate da pagare e con la precarietà dei posti di lavoro è un pochino più difficile far scendere in piazza la gente e soprattutto ci vorrebbero delle persone che sapessero illustrare la situazione chiaramente e convincere le masse a seguirle per riconquistare i diritti perduti: attualmente all'orizzonte non c'è nessuno ne fra i "vecchi" ne fra i "giovani".
Come uscire da questa situazione? Ci vorrebbe un'opinione pubblica diffusa e molto numerosa che iniziasse a protestare seriamente e in maniera continuativa contro tale stato delle cose e contro la crescente diseguaglianza sociale e reddituale ma con tutte le rate da pagare e con la precarietà dei posti di lavoro è un pochino più difficile far scendere in piazza la gente e soprattutto ci vorrebbero delle persone che sapessero illustrare la situazione chiaramente e convincere le masse a seguirle per riconquistare i diritti perduti: attualmente all'orizzonte non c'è nessuno ne fra i "vecchi" ne fra i "giovani".
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- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Diario della caduta di un regime.
...NOSTRA SIGNORA L'IPOCRISIA......
TG7 - CRONACHE.
Il primo servizio riguarda "Roma Capitale".
L'arcangelo Gabrielli, con Sabella ritengono uno scandalo la regola del 5 % con mazzetta degli appalti.
Evidentemente l'arcangelo Gabrielli è abituato a spaziare nei campi celesti del Paradiso. Forse, ....là funziona così.
In quel lembo di terra di questo pianeta a forma di Stivale, che viene comunemente denominato "Italia", sono come minimo 40 anni che funziona regolarmente così nel pubblico ma anche nel privato.
E' la norma perché meraviglirsi?????
TG7 - CRONACHE.
Il primo servizio riguarda "Roma Capitale".
L'arcangelo Gabrielli, con Sabella ritengono uno scandalo la regola del 5 % con mazzetta degli appalti.
Evidentemente l'arcangelo Gabrielli è abituato a spaziare nei campi celesti del Paradiso. Forse, ....là funziona così.
In quel lembo di terra di questo pianeta a forma di Stivale, che viene comunemente denominato "Italia", sono come minimo 40 anni che funziona regolarmente così nel pubblico ma anche nel privato.
E' la norma perché meraviglirsi?????
Ultima modifica di camillobenso il 17/09/2015, 14:18, modificato 3 volte in totale.
Chi c’è in linea
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