Diario della caduta di un regime.

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Maucat
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da Maucat »

camillobenso ha scritto:...NOSTRA SIGNORA L'IPOCRISIA......
Cosa vuoi dire con ciò?
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Maucat ha scritto:
camillobenso ha scritto:...NOSTRA SIGNORA L'IPOCRISIA......
Cosa vuoi dire con ciò?
Ho premuto invia prima di completare il post.

Me ne scuso.
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Alfano, Verdini & Tosi:
“Il Pd è la nostra casa”
Il Partito della Nazione è ormai cosa fatta. “Rimangono solo posti in piedi”



» FABRIZIO D’ESPOSITO
Sul suk renziano di Palazzo
Madama, Maurizio
Gasparri sfodera una
battuta fulminante
che presuppone un gioco di
parole: “Non vorremmo che
girassero verdoni per convincere
qualche scettico”. È
scontato infatti passare dai
verdoni al loro diminutivo. E
cioè Verdini, il famigerato
Denis che da berlusconiani è
diventato guerriero del premier
sulle riforme costituzionali.
Gasparri promette “no -
mi e cognomi di questi turpi
traffici”, ma nel frattempo la
turpitudine trasformista non
si ferma. Nemmeno con le voci
di un accordo unitario nel
Pd. Ormai il grande treno del
Partito della Nazione è partito
e l’eterno cossighiano Paolo
Naccarato da ore ripete il
suo mantra preferito: “Se
continua così, per entrare in
maggioranza bisognerà accontentarsi
solo di posti in
piedi!”. Sembra di sentirlo il
b an d i to r e- c a po s ta z i on e
Renzi, rivolto esclusivamente
al centro e alla destra: “Ven -
ghino signori, venghino”


Gli ex berlusconiani
di Denis l’inqui sito
La mutazione genetica del
Pd è la pietra angolare su cui
possia l’edificio della nuova
Carta. È qualcosa che va oltre
il semplice opportunismo
del momento. A partire da
giovedì scorso, è scattata una
corsa ad assicurarsi le file migliori
nel Partitone centrista
del futuro. Assicurano in coro
i verdiniani: “Matteo ha
detto a Denis che per i bersaniani
non ci sarà mai più posto”.
È il modello Previti del
berlusconismo anni novanta,
quello che non faceva prigionieri.
I verdiniani di Ala, Alleanza
liberalpopolare per le
riforme, scommettono comunque
sulle rottura. Sostiene
Vincenzo D’Anna, che di
Ala è il portavoce: “I bersaniani
possono pure votare la
riforma Boschi e poi? Sulle
tasse, sull’Imu, sull’e co nomia
che succederà? Noi abbiamo
scelto di stare con
Renzi, oggi e domani. Poi
questa strada può anche fallire
ma è una strada, l’unica
che abbiamo. Tra Renzi,
Grillo e Salvini da semplice
cittadino voterei Renzi sempr
e”. I verdiniani sono una
creatura multiforme, tra socialisti,
sicilianisti di Raffaele
Lombardo, ex cosentiniani
nel senso di Nicola. Senza dimenticare
i processi e le inchieste
in cui è coinvolto
Verdini, da imputato e da inquisito.
In ogni caso questo è
il primo pilastro di un progetto
che Renzi aveva in testa
sin dal 2012, quando a Verona
partì con la campagne per
le primarie (quelle che perse
con Bersani) senza simbolo
di partito e puntando ai “d elusi
del centrodestra”. In
questa fase sono i “d elusi”
parlamentari che vanno da
lui.


Gli ex leghisti
del sindaco di Verona
Flavio Tosi fino a qualche
anno fa veniva descritto dai
quotidiani come il sindaco di
Verona che girava con una tigre
al guinzaglio e se la prendeva
con “zingari e negri”.
Oggi che ha rotto con Matteo
Salvini è diventato un altro
piccolo capo moderato e può
contare su un drappello di
tre senatrici ex leghiste. E
anche Tosi, come i verdiniani,
pone una condizione per
andare nel Partito della Nazione:
la rottura con la minoranza.
Lo ha detto ieri in
u n’intervista a Li b er o : “Co n
Renzi, fermo restando che
deve liberarsi dalla zavorra
della minoranza Pd, non escludo
nulla a priori”. Tosi
ragiona per esclusione, come
i suoi colleghi ex berlusconiani.
Tra due che “fanno solo
casino” come Grillo e Salvini
non resta che Renzi. Ancor
prima di Verdini e Tosi, a
recitare l’atto di fede nel renzismo
è stato un altro ex azzurro
di rango: Fabrizio Cicchitto,
ideologo di un nuovo
centrosinistra.


L’implosione di Ncd
e il nuovo centrosinistra
I filorenziani di Ncd sono
tantissimi, compresa la ministra
Lorenzin. Un altro deputato
centrista, Sergio Pizzolante
ha detto che bisogna
fare “un movimento politico
che collabori con Renzi per
cambiare l’Italia”. Parlare di
Ncd, a dire il vero, non ha più
senso. Il partitino di Alfano è
morto da tempo e in Parlamento
esistono solo bande
rivali. E sono gli alfaniani
che sperano in un tetto nel
Partito della Nazione. In
questa direzione, per esempio,
va l’apertura ufficializzata
ieri in Sicilia al governatore
Crocetta. Lo stesso Alfano,
dicono, speri in una via
d’uscita come futuro candidato
presidente della Regione,
in base a una promessa di
Renzi. Conclude il già citato
Naccarato, “s ta b il i zz at o re ”
del Gal: “Il Partito della Nazione
nascerà nei fatti, nei
voti, più che in Parlamento.
Anzi, per me è l’opposto degli
altri. È necessario che il
Pd sia unito per farlo nascere”.
Un po’ di caos c’è, ma la
meta è fin troppo visibile.
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camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Non so se Benito Mussolini che in fatto di disinformatija nel ventennio ne ha combinate di cotte e di crude, sia mai arrivato a tanto, anche perché gli avversari non potevano esprimersi.

Il sistema, come ha ben spiegato Carlo Tecce sul Fatto dell’11 settembre, funziona così. Renzi e il Giglio Magico fanno trapelare ai cronisti di corte una notizia falsa, ovviamente favorevole al premier o sfavorevole ai suoi avversari, che nessuno può controllare e dunque può anche sembrare vera o verosimile. La stampa al seguito la fa propria e la dirama, senza mai indicare la fonte, se non accennando a imprecisati “ambienti”,“voci”,“indiscrezioni”. I soggetti interessati, vedendosi attribuire comportamenti, dichiarazioni,intenzioni inesistenti, sono costretti a smentire, ma a quel punto la bufala ha sortito il suo effetto, a prova di rettifica.






Renzinformatija
(Marco Travaglio)

20/09/2015 di triskel182



Anche ieri, come ogni giorno dacchè la sinistra Pd ha annunciato che non voterà (più) la riforma del Senato se i senatori non saranno eletti dal popolo, i giornaloni davano per cosa fatta o almeno imminente l’“accordo”, il “patto”, l’“intesa”, il “disgelo” fra il premier e la minoranza sulla base di un “lodo” targato Boschi, o Finocchiaro, o Boschi & Finocchiaro.Il miracolo, opera delle due Madonne vergini e martiri, prevedrebbe addirittura “l’elezione diretta” dei senatori (Monica Guerzoni, Corriere della sera), “inserita nel comma 5 dell’articolo 2”del ddl Boschi. Quell’articolo 2 che fino all’altroieri era più sacro e intoccabile del Corpus Domini perché esclude l’elezione diretta dei senatori, e se solo Grasso si azzardava a non escludere di rimetterlo ai voti in terza lettura andava lapidato sulla pubblica piazza. Dunque davvero santissime Maria Elena e Anna hanno avuto il permesso dal divin Matteo di cambiare l’articolo 2, e addirittura nel senso di prevedere “l’elezione diretta” dei senatori?

Per il governo e i suoi turiferari, questo non sarebbe un compromesso con la sinistra Pd: sarebbe una resa senza condizioni, visto che ripetono da sempre che tutto si può cambiare, anche i poteri del nuovo Senato, ma non la sua non-elettività. Infatti sono tutte balle, fatte filtrare da Palazzo Chigi e dintorni sotto forma di veline che poi i “retroscenisti” dei giornaloni s’incaricano di dare in pasto al volgo. È, questa, l’ennesima tappa della disinformatija renziana che ogni giorno inocula nella cosiddetta informazione una dose controllata di veleno per alterare la realtà o modificarne la percezione, a maggior gloria del Capo. Il sistema, come ha ben spiegato Carlo Tecce sul Fatto dell’11 settembre, funziona così. Renzi e il Giglio Magico fanno trapelare ai cronisti di corte una notizia falsa, ovviamente favorevole al premier o sfavorevole ai suoi avversari, che nessuno può controllare e dunque può anche sembrare vera o verosimile. La stampa al seguito la fa propria e la dirama, senza mai indicare la fonte, se non accennando a imprecisati “ambienti”,“voci”,“indiscrezioni”. I soggetti interessati, vedendosi attribuire comportamenti, dichiarazioni,intenzioni inesistenti, sono costretti a smentire, ma a quel punto la bufala ha sortito il suo effetto, a prova di rettifica. Qualche esempio. L’8 agosto Il Messaggero evoca “strane manovre della minoranza Pd, con pezzi di FI e altre opposizioni”per ribaltare Renzi con un governo Grasso.Grasso smentisce, ma chi se ne accorge?

Il 18 agosto Il Foglio, house organ renziano dei vedovi inconsolabili del Nazareno, annuncia che presto Mattarella convocherà G r a s s o p e r dargli indicazioni contro l’emendabilità dell’articolo 2, già votato in prima lettura da Senato e Camera.Il Quirinale smentisce: nessun incontro in programma con Grasso. Il 31 agosto Repubblica annuncia: “ G r a s s o s p i a z z a R e n z i sull’articolo 2: ‘Va votato’. E informa il Quirinale”.Grasso nega: deciderà sugli emendamenti all’art. 2 in aula, quando li vedrà. E pure Mattarella: “Il presidente non è mai venuto a conoscenza, né direttamente né indirettamente, di una decisione di Grasso sull’emendabilità dell’art.2”.Il 6 settembre Repubblica “rivela”: “Bersani offre a Renzi una disponibilità vera sul Senato” con “l’apertura a modifiche che non tocchino l’art. 2”, in base al solito “lodo Boschi-Finocchiaro”: cioè si arrende a un Senato non eletto, ma nominato dai Consigli regionali. Bersani cade dalle nuvole: mai parlato con Renzi di aperture alla non elettività, mai visto alcun lodo. Il 17 settembre La Stampa riporta le solite frasi di Renzi in forma di dialoghi con i suoi collaboratori (in realtà è il premier che ogni sera soffia all’orecchio dei direttori e dei cronisti amici ciò che non può dire ufficialmente, pregando di non attribuirglielo tra virgolette,ma in forma di indiscrezioni uscite chissà come,così da poterle sempre smentire alla mala parata): “Se Grasso riapre le votazioni su tutto l’art. 2 abolisco il Senato del tutto e ci faccio un museo”. Grasso, presidente del futuro museo, s’incazza. Renzi nega di aver mai“pronunciato o pensato una frase così volgare e assurda” (che invece gli somiglia moltissimo). Ieri, solito copione: i buoni – cioè Renzi, Boschi, Finocchiaro & C.- offrono continui lodi, mediazioni, dialoghi, trattative, aperture alle opposizioni; ma i cattivi – le opposizioni – ancora cincischiano. Il che dimostra che non sono interessati alla riforma, ma solo a gufare, a logorare il governo, a remare contro l’Italia, insomma a farsi gli affari propri diversamente dal divin Matteo che – solo e unico – pensa al nostro Bene. Infatti, altra velina, sia Repubblica sia il Corriere spacciano per veri fantomatici “sondaggi riservati”, che possiede solo Renzi e dunque curiosamente anche loro, con percentuali favorevoli alla riforma che neanche Fidel Castro ai tempi d’oro (e pazienza se l’ultimo sondaggio certificato, quello di Pagnoncelli per lo stesso Corriere, dà il 73% degli italiani contrari ai senatori nominati). Tutta questa Renzinformatija per ribaltare la verità, che è esattamente opposta: Renzi e Verdini, unici veri padri della schiforma, non si sono mai mossi di un millimetro dal Senato dei nominati. I “lodi” di cui si ciancia sono sempre la stessa ciofeca: e cioè la proposta, di cui si parla da mesi e che non è stata ancora neppure formalizzata,di affiancare alle liste elettorali per i Consigli regionali altrettanti listini in cui gli elettori indichino quali dei consiglieri, in caso di elezione, potranno sdoppiarsi come senatori a tempo perso. Ma questa non è l’elezione diretta dei senatori, che continuerebbero a essere eletti per fare i consiglieri regionali e poi nominati dalle Regioni come membri di Palazzo Madama part time,senza stipendio e senza poteri, ma beninteso con l’immunità parlamentare. Può darsi che la sinistra Pd abbia fatto tutto questo casino per accontentarsi di una barzelletta del genere, nel qual caso merita l’estinzione sotto una coltre di risate. Ma noi avevamo capito che chiedesse l’elezione diretta dei senatori, e questa nel presunto “lodo” non c’è.

Dunque chi vaneggia sui giornali e nei tg di lodi sul Senato elettivo o “semielettivo” (sic) gioca sporco per nascondere agli italiani la verità: cioè che Renzi vuole nominarsi i senatori a sua immagine e somiglianza tramite le Regioni che controlla quasi in toto, mentre le opposizioni vogliono che i senatori siano scelti dai cittadini o, in alternativa, che il Senato ormai inutile venga abolito tout court.

Se gli italiani sapessero come stanno le cose, il consenso alla schiforma scenderebbe al minimo e quello alle opposizioni salirebbe a dismisura. A questo servono le veline spacciate per retroscena: a nascondere gli aspetti più vergognosi del nuovo Senato e a spaventare la già tremebonda minoranza Pd col decisivo argomento che la sua (eventuale) resistenza ai “lodi” sfornati quotidianamente dal Santo e dalle Madonne non viene capita dai cittadini e dalla base. Sfido io che non viene capita: chi dovrebbe farla capire è troppo impegnato a contar balle.
Anche a costo di violentare la logica, come nell’ultima velina: “Renzi ha i numeri”, infatti dice che “i numeri per la riforma del Senato ci sono e ci sono sempre stati” (seguono mirabolanti stime del “pallottoliere di Lotti”, che arrivano fino a 20-30 voti di scarto). E allora, di grazia, perché ha tanta paura che Grasso metta ai voti l’articolo 2? I numeri li ha o li dà?
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Non c'è nessuno in Italia che abbia il coraggio di dire a La Qualunque che prima di fare ogni giorno la rappressentazione del SuperPinocchio, quindi di aprire bocca, deve saldare i debiti della PA come si era impegnato di fare, solo perchè è uno sbruffone nato e non un uomo con la testa sulle spalle(lui la "testa" ce l'ha sulle palle).

Insomma,..stiamo osservando le avventure del "Bomba 4.0"

In questa Pinocchiocrazia ormai consolidata, dove l'Italia và, dove la ripresa è in atto, come sotto il fascismo di più di 80 anni fa, le notizie sfavorevoli al Duce vengono nascoste.

Ritorniamo a Marco Della Luna che ha scritto:

Renzi mente indisturbato, sa di parlare a una platea di idioti

E di idioti sembra essercene tanti.

Non si può considerare questa un'economia in ripresa se lo Stato è il primo a far fallire le aziende e lasciare migliaia di famiglie sul lastrico, solo perchè ad un premier Pinocchio piace da morire fare lo sbavarone.




Debiti Pa, compra pagina di giornale contro Renzi: “Pagamenti ancora fermi”

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... o/2053162/

Se scendete dopo l'articolo potrete leggere tutti i commenti in diretta.
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Politica
Riforme, in che mani siamo

di Andrea Scanzi | 22 settembre 2015

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... o/2058026/
Ultima modifica di camillobenso il 23/09/2015, 4:27, modificato 2 volte in totale.
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Le 10 balle blu
(Marco Travaglio)

22/09/2015 di triskel182


https://triskel182.wordpress.com/2015/0 ... travaglio/


La parte mancante:

8. “L’Italia dei gufi è minoranza. Martedì i due talk show hanno fatto meno di Rambo, perché raccontano sempre che va tutto male”. Ora, Ballarò (1.095.000 spettatori) e Di Martedì (839.000) vanno in onda contemporaneamente, dunque la somma dei gufi è 1.934.000, contro i 1.349.000 fans di Rambo. Ma c’è qualcuno che va peggio sia dei gufi sia di Rambo: Renzi, che l’ultima volta a Virus fu visto da 1,5 milioni di persone, e l’ultima volta a Porta a Porta ne mise insieme appena 1.224.000, sbaragliato dai Casamonica che l’indomani ne raccolsero 1.340.000 senza neppure precisare come la pensano sull’elettività del Senato.

9. “Scegliendo Corbyn, i laburisti inglesi sono gli unici al mondo che godono a perdere”. A parte la preoccupante ignoranza sulle cause del trionfo delle sinistre radicali in mezza Europa (l’aumento delle diseguaglianze sociali), la stessa cosa potrebbe dire Corbyn del Pd che ha scelto Renzi, visto che da allora non s’è più votato né in Gran Bretagna né in Italia. O forse Renzi confonde le comunali a Firenze con le elezioni politiche?

10. “Le menzogne hanno le gambe corte”. Almeno questo è vero. Ma chi gli dice che sia una bella notizia?
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

IN ATTESA CHE LE ELEZIONI LO NOMININO DUCE


Intercettazioni, ok Pd alla censura di governo


Approvata la legge delega per la revisione del codice penale: 314 i sì, 129 no. Contrari Sel, M5S e Lega nord. Deputati 5 stelle imbavagliati in Aula: “Dov’è finita la sinistra dei girotondi?” (Video)

Politica

Via libera della Camera al ddl che modifica il codice penale e il codice di procedura penale: i voti favorevoli sono stati 314, 129 i contrari e 51 parlamentari si sono astenuti. Il ddl, che contiene anche la legge delega al governo sul tema delle intercettazioni telefoniche, passa ora all’esame del Senato. Ad astenersi a Montecitorio sono stati i deputati di Forza Italia, mentre contro hanno votato Sel, Movimento 5 stelle e Lega. Polemiche durante le dichiarazioni di voto. I deputati del Movimento 5 stelle si sono imbavagliati e hanno esposto cartelli con la scritta “no legge bavaglio”

^^^^^^

Ddl Penale, via libera alla Camera tra le polemiche: 314 favorevoli, 129 contrari Deputati M5s s’imbavagliano in aula
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »


Ddl Penale: intercettazioni, la truffa dei partiti per giustificare il bavaglio
(Peter Gomez )

24/09/2015 di triskel182


La grande truffa ai danni dei cittadini è tutta riassunta in tre frasi che, a prima vista, è impossibile non condividere. Dice David Ermini, responsabile giustizia del Pd: “I diritti delle persone vanno tutelati”. E ancora: “Captare parole fuori contesto ricorda il ventennio, le vite degli altri, il regime del terrore. Per noi ci vuole libertà di stampa e libertà di vivere”. Chi non può essere d’accordo? La privacy è importante. Vedere il proprio nome finire sui giornali o sul web per vicende che non hanno rilevanza penale, infastidisce. Anzi preoccupa. E quindi pensare che nei prossimi mesi il governo scriverà una legge che di fatto darà ai giudici il potere di stabilire cosa pubblicare e cosa censurare preventivamente, per molti è un fatto positivo.

Le affermazioni di Ermini, esattamente come lo erano quelle diSilvio Berlusconi, sono un però un raggiro. E a dirlo non sono gruppi organizzati di pericolosi manettari giustizialisti, ma i numeri. Negli ultimi 20 anni, come ha dimostrato un’inchiesta deilfattoquotidiano.it, solo in 12 casi sono stati pubblicati articoli contenenti intercettazioni telefoniche non rilevanti per l’opinione pubblica che violavano il sacrosanto diritto alla riservatezza degli italiani. Per rendersene conto basta incrociare il database del garante della privacy con gli archivi elettronici dei giornali. Si scopre così che gli episodi di cui spesso si parla sono sempre gli stessi, a partire dai colloqui di Bettino Craxi con un paio di giornaliste Rai, per arrivare agli sms di Anna Falchi o alle scollacciate abitudini di un frate poi assolto in terzo grado di giudizio.

Ovviamente, la ricerca dei nostri cronisti potrebbe essere stata imprecisa. Ma anche a voler ammettere che i casi di pubblicazione di conversazione non rilevanti per l’opinione pubblica o per le indagini, in cui si fa riferimento a vicende o abitudini private di indagati o di altre persone, siano il doppio o addirittura il triplo, la sostanza non cambia. Il fenomeno della privacy violata sulla base delle trascrizioni di intercettazioni giudiziarie va considerato statisticamente inesistente. Le telefonate, le email e gli sms registrati ogni anno dagli investigatori sono tanti: 180milioni l’anno secondo una ricerca Eurispes. E ovviamente le circa 60mila persone che, per pochissimi giorni o molti mesi, vengono sottoposte a controlli parlano di tutto: corna, sesso, tradimenti, malattie, eventi imbarazzanti. Ma sui giornali non finisce niente. O quasi. Anche perché scrivere che cosa fa a letto o a casa sua il nostro tabaccaio all’angolo non serve per vendere copie.

Al contrario vengono spesso pubblicate storie che riguardano la classe dirigente. Le conversazioni sul Rolex regalato da un imprenditore al figlio dell’allora ministro Maurizio Lupi, i colloqui dei vertici dei Ds con i furbetti del quartierino impegnati in una scalata bancaria illegale, le considerazioni del numero due della Guardia di Finanza sulla presunta ricattabilità dell’ex presidente Giorgio Napolitano. Tutte trascrizioni non inserite in ordinanze di custodia cautelare (e quindi da domani censurate preventivamente) di cui è difficile negare la rilevanza per la pubblica opinione.

Certo, è doveroso ammettere che quando i quotidiani hanno dato alle stampe articoli sulle baby prostitute di Roma dai quali era possibile ricavare la loro identità, hanno gravemente sbagliato. Ma per questo sono stati o verranno già duramente puniti. E non serve una legge bavaglio per farlo. Le norme ci sono. E, lo dicono sempre i numeri, funzionano.

Quella di Ermini e degli altri è dunque una bugia. Pronunciata per eludere una delle questioni base sollevate in “La democrazia in America” dal grande filosofo e politologo Alexis de Tocqueville: “Per raccogliere i beni inestimabili prodotti dalla libertà di stampa, bisogna sapersi sottomettere ai mali inevitabili che essa fa nascere”. Un concetto chiaro persino a una delle vittime di uno dei 12 casi di invasione della privacy sulla base di intercettazioni irrilevanti penalmente: Ilaria D’Amico. Quando nel 2008 le chiedono se non le avesse dato fastidio leggere una trascrizione in cui il figlio dell’ex manager della Juventus, Alessandro Moggi, racconta di averla (inutilmente) corteggiata portandola a cena a Parigi, lei risponde: “Sì, ma per questo non penserei mai di fare una legge per imbavagliare i giornali”. Non sappiamo se la D’Amico avesse letto Tocqueville. Sappiamo che i nostri politici lo hanno fatto. E hanno capito che, per conservare le poltrone, democrazia e libertà vanno servite in dosi di mese in mese più omeopatiche. Perché per il Potere i cittadini informati sono da sempre cittadini pericolosi.

Da ilfattoquotidiano.it
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

#ciaogufi (e anche quelli che ci credono)
26/09/2015 di triskel182


Del miliardo promesso per la #buonascuola, quest’anno arriveranno solo 242 milioni in più.
Mentre i lavoratori del Colosseo aspettano 1 ml di arretrati per gli straordinari, le coop e Mondadori che gestiscono i biglietti e i gadget intascano ogni anno 15 milioni, per una convenzione senza gara attiva da anni.
La legge sulle unioni civili slitta al 2016. Magna sereno Ivan.
La contro riforma del Senato verrà invece approvata a metà ottobre: i renziani volevano farla approvare prima, ma Grasso si è impuntato. Non sarò il boia della Costituzione. E così la faccia è salva.
Prosegue la migrazione dal centrodestra verso i verdiniani. Il partito della nazione è già qui.

Renzi dice che non ha mai telefonato ad un direttore Rai. Non c’é bisogno, si stanno adeguando tutti: nei talk e nei tg deve esserci spazio per le #goodnews.
L’inchiesta sulle centraline taroccate della VW ci ha fatto piacere perché finalmente i furbetti non eravamo noi?
Bene: a Roma Pignatone ha scritto ai ministri competenti esprimendo i suoi dubbi sull’efficacia dei filtri antiparticolato per i diesel, col sospetto che le autorizzazioni abbiano favorito Iveco e Pirelli. E le centraline taroccate sono state vendute anche in Europa.

E poi, il bavaglio, la Rai,
Da unoenessuno.blogspot.it
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