Diario della caduta di un regime.

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camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

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RENZI, L’ALLIEVO CHE HA SUPERATO IL MAESTRO
(LUISELLA COSTAMAGNA)

27/09/2015 di triskel182

Cari elettori Pd,urlavate contro il “nemico” Berlusconi, oggi siete silenti con l’“amico” Renzi: vi rendete conto che sta realizzando il suo programma? Lavoro: abolizione dell’art. 18 (licenziamento senza giusta causa), art. 4 (controllo a distanza) e art. 13 (demansionamento) dello Statuto dei Lavoratori. Limitazione del diritto di sciopero nei luoghi di cultura per decreto.L’avesse fatto B. sarebbe successo il finimondo. Ma non ci riuscì. Riforme costituzionali: dal bicameralismo perfetto, che pure ci ha salvato da molte brutte leggi (anche ad personam), al nuovo Senato dei consiglieri regionali, che avranno l’immunità ma pochi poteri e competenze, consegnandoalgovernounpotere enorme senza i necessari contrappesi. L’avesse fatto B. sarebbe successo il finimondo.

Ma non ci riuscì. Lotta al malaffare:politici arrestati, indagati e salvati in Parlamento. Addio presunta “superiorità morale della sinistra”. B. almeno non diceva “Daspo per i politici corrotti”. Lotta ai reati fiscali e all’evasione: l’allievo ha superato il maestro. Le soglie di punibilità penale di B. triplicate per le dichiarazioni infedeli (da 50 mila a 150 mila euro)e quintuplicate (da 50 mila a 250 mila) per il mancato versamento dell’Iva, la tassa più evasa. B. depenalizzò il falso in bilancio e fu il finimondo. Ora è tornato, ma è più morbido di prima. Lotta alla mafia: tutti contro la Bindi e il suo: “La camorra è un elemento costitutivo della società e della storia napoletana”, nessuno scandalo per le parole di Renzi: “Il racconto che ci siano regioni in mano alle mafie non è vero. È uno slogan” (Otto e mezzo 14/09/2015). Il mondo capovolto. L’avesse detto B. sarebbe successo il finimondo. Scuola: pubblica fiaccata e finanziamenti alle private.Cominciò B. e fu il finimondo. Lotta ai privilegi e ai costi della politica: auto blu, nuovo jet, legge per intascare i rimborsi elettorali anche s e n z a b i l a n c i “puliti”. Almeno B. non si è mai presentato come paladino anti-casta. Controllo dei media e attacchi a i t a l k s h o w : Renzi non ha Mediaset (che però lo coccola), ma ha messo le mani sulla Rai.B.fece l’editto bulgaro e successe il finimondo, a Renzi – per ora – basta l’avviso ai naviganti. Tanto sono talmente pochi i giornalisti non“educati”(e pure quelli che si scandalizzano per l’offensiva contro l’informazione).

Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 27/09/2015.
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

04.18.2015
FASCISMO ARCHEOLOGICO E NUOVI FASCISMI


Premessa
La nostra ipotesi di base è che stiamo vivendo una strana “riedizione” degli anni ‘20 e ‘30 del XX secolo, e che quindi non possiamo non continuare a interrogarci su che cosa sia oggi il fascismo.

Per fissare subito un punto, precisiamo che il riconoscimento di somiglianze, di eterni ritorni, non è mai del genere “a specchio”, in quanto la somiglianza implica al tempo stesso una certa identità e una certa non identità, o una certa identità e una certa differenza.

Anche se talvolta è indispensabile creare nuovi concetti per descrivere la specificità del funzionamento dei dispositivi di controllo, di assoggettamento e di dominio attivi nella nostra società, riteniamo che si correrebbe un rischio ancora maggiore a lasciar cadere completamente la parola “fascismo”.

È, infatti, proprio dal potere politico inteso nel senso più classico – quello dei partiti e dei governi per intendersi – che viene lanciato l’appello a voltare pagina sbarazzandosi definitivamente di un termine che, a sentir loro, non avrebbe più nessuna ragione di esistere.

Dal nostro punto di vista, si tratta invece di continuare a mantenere il termine fascismo proprio nel momento stesso in cui si prova ad analizzare che cosa ci sia di radicalmente “nuovo” nel fascismo stesso; o meglio: il vecchio termine “fascismo” potrà essere svuotato nella misura in cui riusciremo a riempire di percezioni, analisi e visioni l’aggettivo “nuovo” che l’accompagna.

In generale, c’è da dire che l’attuale controversia sul “ritorno del fascismo” mobilita due punti di vista speculari. Alcuni vedono il fascismo ovunque: simile alla fenice della mitologia, l’aquila fascista sarebbe risorta dalle proprie ceneri per tornare a volare al di sopra delle nostre.

Secondo altri invece continuare a parlare di fascismo sarebbe una forzatura anacronistica: l’epoca delle camicie nere e dell’olio di ricino si è conclusa a Piazzale Loreto nell’aprile del 1945 e non tornerà più.

I brevi scritti che qui riproponiamo cercano di rimettere in discussione questa doppia banalizzazione.

Una delle ipotesi che si può dedurre da questa breve antologia è che il fascismo non tramonti definitivamente con il progresso dello Stato di diritto, né si ripresenti nella forma di un “cattivo passato” che non passa, ma tenda piuttosto a trasformarsi.

In fondo, riconoscere le metamorfosi storiche del fascismo significa far proprio l’unico motivo ancora valido per conservare questa parola.

«E cercare così, non solo di estenderne il campo semantico e di tessere altrimenti la trama dei nostri rapporti con esso, ma anche di fare luce sulle poste in gioco di un “nuovo fascismo” del presente».

Si consideri ora il dualismo «o democrazia o fascismo», che implica a sua volta la doppia identificazione: fascismo = male, democrazia = bene.

In base alla logica binaria, tra democrazia e fascismo scorre una linea di separazione netta, rigorosa.

Da un lato la democrazia con tutta la sua radiosa tradizione di libertà e uguaglianza, governo della legge, separazione e limitazione del potere, Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, sistema rappresentativo elettivo, Stato di Diritto, Welfare State; dall’altro il fascismo con la sua oscura tradizione mitologica e messianica, l’identificazione carismatica delle masse con le figure del Duce e del Führer, l’adozione di una politica della purezza del Blut, dell’ordine e della pulizia, lo stato corporativo, autoritario e di polizia, le leggi razziali, i campi di concentramento, la pianificazione della guerra per il dominio mondiale, nonché per lo sterminio degli individui e delle razze inferiori.

Tale alternativa drastica, che ha conferito al mondo occidentale una forma duale, ha preso consistenza ontologica a partire dalla fine della seconda guerra mondiale.

È l’effetto della vittoria sulla potenze nazi-fasciste a installare nella realtà storica il principio dicotomico «o democrazia o totalitarismo».

È l’euforia della vittoria ad alimentare la certezza che, in fondo, la democrazia avrà sempre la meglio sul totalitarismo e che le dittature fasciste o del proletariato, in quanto pure incarnazioni del male, saranno sempre sconfitte e punite.

Qui dicotomia logica e dualismo del bene e del male, traendo reciprocamente vigore, pongono in essere un nuovo principio di realtà. Ma, in realtà, dietro le cose c’è sempre «tutt’altra cosa».

Attraverso regimi discorsivi diversi filosofia, letteratura, riflessione militante, analisi della cultura di massa, gli autori richiamati in queste pagine ci dimostrano che fascismo e organizzazione totalitaria dello Stato non vanno necessariamente assieme: un’organizzazione politica formalmente democratica può essere costruita su basi concretamente fasciste.

La pura forma della democrazia, insomma, si può ben conciliare con la sostanza di valori tradizionali, repressivi e antidemocratici. In fondo, si potrebbe dire che la verità del fascismo è che non c’è un solo fascismo.

La verità del fascismo è che infinite forme di fascismo sono possibili, e questo proprio perché «il fascismo in sé è come una specie di forma pura a priori capace di evolversi radicandosi in discorsi e pratiche inedite, valori e forme d’azione che non ci aspetteremo mai di ricollegare al “fascismo” così come siamo abituati a pensarlo e a criticarlo».

In tal senso, diversi segni stanno ad indicare che si sta aprendo in Occidente un nuovo fronte politico di lotta, la cui posta in gioco è il sé, l’anima, la dimensione etica, la forma di vita.

Se oggi le nuove forme di fascismo s’installano direttamente sul piano etico (e/o psicologico) dei processi di soggettivazione, allora il nuovo antifascismo dovrà necessariamente fare i conti con questa dimensione.

http://fucina62.noblogs.org/?p=956
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

“Il Tg3 è un problema, non segue il partito”
è quanto dichiarato dal renziano Anzaldi.

Questo con altri modi di fare e di concepire la politica da parte del nuovo Duce, per ora mascherato per alcuni, e palese per altri.

E' una nuova forma di fascismo degli inizi degli anni 2000. Come ben chiarito nel saggo precedente, quando si cita il termine "fascismo" la mente umana, sopratutto quella italiota corre subito al fascismo archeologico.

Ma non è così.

Dopo aver tentato in tutti i modi di riportare indietro le lancette dell'orologio, i vecchi nostalgici non hanno mai mollato.

E bisogna ammettere che qualcuno più intelligente del solito ha saputo scegliere un'altra strada per arrivare allo stesso obiettivo.

Con Anzaldi il Pd del nuovo fascismo è uscito allo scoperto.



“Il Tg3 è un problema, non segue il partito”
Rai, offensiva renziana. “Come editto bulgaro”


Il membro Pd della Vigilanza Anzaldi attacca. La redazione di Rai Tre: “Non subiremo in silenzio” (leggi)
Lontani i tempi in cui il sindaco di Firenze prometteva un servizio Pubblico senza partiti (di G. Pipitone)

Media & Regime

Dopo le accuse minacciose di De Luca, che aveva tacciato la terza rete di fare un giornalismo “camorristico” (articolo e video), dopo le battute del premier sui “talk show del martedì” che fanno meno share “della replica numero 107 di Rambo”, ecco che il Pd renziano ha inviato il deputato Anzaldi a spiegare che il canale diretto da Vianello “non ha seguito il percorso del partito”. Un’escalation di attacchi che somiglia molto a quella lanciata ai tempi di Forza Italia. Il cdr della Terza Rete: “Ricorda i tempi dell’editto bulgaro”

http://www.ilfattoquotidiano.it/?refresh_ce
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Re: Diario della caduta di un regime.

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Diamo ufficialmente l'addio alla libertà di stampa.






Rai, Anzaldi (Pd): “Tg3 e Rai 3 sono un problema, non seguono il partito”. Il cdr del tg: “E’ come l’editto bulgaro”

Politica

Il deputato della commissione di Vigilanza Rai: "Partito regolarmente maltrattato, governo criticato come nemmeno con B". Il comitato di redazione: "Intendono i telegiornali come cosa propria". L'Fnsi: "L'informazione non asservita dà fastidio". Grillo: "Anzaldi come Goebbels". La minoranza democratica: "I vertici del Nazareno intervengano". Ma i renziani: "M5s liberale? Voleva chiudere la rete"
di F. Q. | 29 settembre 2015
Commenti (146)

Più informazioni su: PD, Rai, TG3

“Bavaglio“, “Goebbels”, “Servizio pubblico asservito al potere“, “Bulimia di lottizzazione“, “Lesa la libertà d’informazione”. Sembra di rivivere un déjà vu, di scorgere un ritorno a stagioni politiche che ormai sembravano archeologia e il timbro definitivo lo mette una nota del cdr del Tg3: “Le parole dell’onorevole Anzaldi ricordano gli ‘editti bulgari’ di berlusconiana memoria”. A scatenare le proteste dei sindacati dei giornalisti interni e non e di molti partiti d’opposizione sono state infatti le dichiarazioni di Michele Anzaldi, deputato del Pd, ultrarenziano, componente della commissione di Vigilanza della Rai di cui è anche segretario. “C’è un problema con Rai3 e con il Tg3″ aveva detto Anzaldi al Corriere della Sera. “Ed è un problema grande, ufficiale – aveva aggiunto – Purtroppo non hanno seguito il percorso del Partito democratico: non si sono accorti che è stato eletto un nuovo segretario, Matteo Renzi, il quale poi è diventato anche premier”. E così “il Pd viene regolarmente maltrattato e l’attività del governo criticata come nemmeno ai tempi di Berlusconi” e “i nostri ministri non vogliono più andarci a Rai3″. Un po’ diverso dai “partiti fuori dalla Rai” che tante volte il presidente del Consiglio ha auspicato. Così a protestare sono tutti i sindacati dei giornalisti, i Cinque Stelle, Sel e perfino Daniela Santanchè (Forza Italia) che esprime solidarietà alla testata.
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Il cdr del Tg3: “I partiti intendono i tg Rai come cosa propria”
E infatti il comitato di redazione del Tg3, cioè il sindacato interno alla testata, dopo aver parlato di bis dell’editto bulgaro, parte proprio da lì: “I partiti – si legge – continuano ad intendere i telegiornali della Rai come ‘cosa propria‘. E tutto ciò è tanto più grave nel momento in cui si parla di riforma delle news. Le giornaliste e i giornalisti Rai si sono già confrontati con le innovazioni e lo hanno fatto con grande professionalità. Ma se i partiti non toglieranno le mani dalla Rai, ogni riforma sarà inutile e non garantirà il pluralismo”. I giornalisti del Tg3 assicurano che non subiranno “in silenzio alcun tentativo di ‘assoggettamento': rivendichiamo con orgoglio la nostra indipendenza da qualsiasi governo o partito, ieri come oggi. Gli attacchi di Anzaldi, o di chi pensa ‘di entrare con il lanciafiamme’, vogliono solo dire che facciamo bene il nostro dovere, al servizio dell’informazione e dei cittadini”. Il riferimento al lanciafiamme è a un’altra dichiarazione riportata dal Corriere della Sera nello stesso articolo, attribuita a un altro parlamentare del Pd che però ha chiesto di rimanere anonimo.

Fnsi: “L’informazione non asservita dà fastidio”
Al cdr del Tg3 si aggiungono i sindacati dei giornalisti, la Federazione della Stampa (che è la sigla unica nazionale) e l’Usigrai, che riunisce tutte le rappresentanze dei giornalisti di Viale Mazzini. “Ancora nel 2015 l’informazione non asservita dà fastidio – scrivono in una nota il segretario della Fnsi Raffaele Lorusso e quello dell’Usigrai Vittorio Di Trapani – Abbiamo contestato i bavagli ieri, con governi di colore diverso, non smettiamo di farlo oggi. Le parole di Michele Anzaldi sul Corriere di oggi sono gravissime e rivelano la sua visione di una Rai Servizio Pubblico totalmente asservita al potere di turno”. E Fnsi e Usigrai allargano il discorso anche al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che aveva parlato di “camorrismo giornalistico” in relazione a un’inchiesta di un programma di Rai Tre. “Si rassegnino Anzaldi e De Luca – concludono Lorusso e Di Trapani – Le giornaliste e i giornalisti Rai non si fanno intimidire. E non accettano l’asservimento al governo di qualunque colore esso sia”.

Grillo: “Anzaldi è come Goebbels”
Chi alza il livello della polemica è Beppe Grillo che paragona Anzaldi a Joseph Goebbels, gerarca nazista e ministro della Propaganda di Adolf Hitler per 12 anni. “Michele ‘Goebbels’ Anzaldi – scrive il leader M5s – è un giornalista, come il suo predecessore tedesco, deputato Pd e membro della Commissione di Vigilanza Rai. Ha dichiarato al Corriere della Sera che Rai3 e Tg3 sono un problema perché ‘il Pd viene regolarmente maltrattato e l’attività del governo criticata’ e perché ‘Ballarò sforna a raffica editoriali contro il governo, intervista in pompa magna un grillino a settimana'”. Il blog di Grillo riporta integralmente l’articolo con l’intervista di Anzaldi a Fabrizio Roncone sul Corriere: “Le regole di Goebbels-Anzaldi per la tv pubblica sono chiare – commenta Grillo – Vietato criticare il governo; vietato intervistare portavoce del M5S; il Pd ha sempre ragione; chi sgarra paga (Vianello è avvisato per la seconda volta). Sieg Heil, Pd”. Con una nota intervengono anche i commissari della Vigilanza Rai del gruppo Cinque Stelle: “La bulimia lottizzatrice priva di pudore del Pd su Rai3 e sul Tg3 è di una gravità inaudita. Le parole del segretario della commissione di Vigilanza Rai oggi sulla stampa puzzano di intimidazione”.

Minoranza Pd: “I vertici del partito prendano le distanze”
Si discostano dalle parole di Anzaldi alcuni esponenti del Pd, che però rappresentano la minoranza. “Non mi riconosco nella maniera più assoluta nelle parole e nel tono di quelle dichiarazioni – dice il senatore Federico Fornaro – Ai direttori e ai giornalisti va la mia completa solidarietà e la piena fiducia nel loro operato”. Alfredo D’Attorre, deputato, aggiunge: “C’è da augurarsi che i vertici del Pd prendano le distanze dalle sconcertanti dichiarazioni di Anzaldi”. Secondo il coordinatore nazionale di Sel Nicola Fratoianni è “roba che nemmeno Berlusconi e i berlusconiani più accesi avrebbero espresso pubblicamente negli anni del loro strapotere… Per mesi andavano dicendo ‘fuori i partiti dalla Rai’. Ora si chiarisce tutto: fuori i partiti e dentro direttamente il governo e i suoi manovratori”. Per Fratoianni, insomma, il Pd ha dichiarato “guerra a Rai 3″.

I renziani: “M5s liberale? Voleva chiudere Rai3″
Ma il riflesso condizionato dei renziani, al contrario, è la formazione a testuggine in difesa del collega Anzaldi, mentre nessuno contesta le accuse dei sindacati dei giornalisti. Il senatore Mario Morgoni definisce quella di Anzaldi “richiesta di maggiore pluralismo”. Un altro senatore, Andrea Marcucci, ricorda su twitter che “il M5S, che accusa il collega Michele Anzaldi di censura verso Rai3, è lo stesso che lanciò sul blog la caccia al giornalista ostile?”. “Paragonare Michele Anzaldi a Goebbels – incalza Lorenza Bonaccorsi – è inaccettabile, un’azione misera, l’ennesima, da parte di una forza politica abituata a denigrare, infamare e che reagisce con violenza contro gli avversari politici”. Il deputato Ernesto Carbone ricorda un post di Grillo intitolato “La disinformazione di Rai3″ con cui il 3 gennaio 2013 il blog di Grillo chiedeva la chiusura della rete. “Lo stesso Grillo che vietava ai suoi di frequentare i talk show, a meno che non fossero intervistati in solitaria e senza contraddittorio. E oggi vorrebbe riciclarsi a campione della libertà di espressione”. E poi ancora Alessia Morani e Edoardo Fanucci secondo il quale Grillo banalizza la Shoah (facendo un’ulteriore salto di logica nel dibattito).

Diaconale: “Effetti del congresso Pd”
A parlare è anche un consigliere della Rai (in quota centrodestra) Arturo Diaconale che ironizza: “Non sono un otorino e dato che questi problemi acustici, di percezione, riguardano solo un ambiente, un settore, un’area, evito accuratamente di occuparmene”. Tuttavia “da analista politico” suggerisce che “sono tre-quattro anni che ruota tutto intorno all’eterno congresso del Pd” e la Rai “non può non risentirne anch’essa”. Proprio in giornata, peraltro, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto al Quirinale la presidente della Rai Monica Maggioni, il resto del consiglio d’amministrazione e il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... o/2080241/
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Re: Diario della caduta di un regime.

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La vox populi




artemio47 • 12 ore fa

.... che schifo !!!


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camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

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Alessandro • 12 ore fa

E la questione morale di Enrico Berlinguer? Forse è diventata obsoleta come "il gettone del telefonoooo". Berlinguer disse: "I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali." Il Pd di Renzi ha occupato tutto!

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magnamagna • 12 ore fa

BASTA CON GLI EDITTI BULGARI!!!

Se un giornalista vi sta sulle gonadi, potete al massimo metterlo alla gogna sul vostro Blog!!!

KAPITO!!!

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Rakan • 12 ore fa

Da quando è tornato il Fascismo???

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NeroBlack • 12 ore fa

Il PD sempre più simile al PNF. E non esagero


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barbagiannibarba • 12 ore fa

Meglio non commentare....questo nuovismo, spaventa.......davvero parecchio.....

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Ettore Arietti • 12 ore fa

Ricapitolando, piccolo diario di bordo:
1) Salvini voleva andare a civilizzare la Nigeria con 3 amici della Val Brembana
2) B ha sempre il suo bacino di utenza, ridotto ma ce l'ha, e può sempre condizionare il centro dx
3) Renzi vuol spiezzare in due Giannini e Floris come Ivan Drago
4) A denunciare la mancanza di democrazia di Renzi è un vecchio comico che vuole solo maggiordomi ossequianti.
5) La minoranza dem, in un sussulto d'orgoglio, ha fatto tutta un passo indietro sincronizzato lasciando davanti il solo Bersani a dire "Socmel, ragassi, si fan mica sti schersi qui"
Se è vero che ogni paese ha la classe politica che si merita allora siamo davvero un paese di melma.
'Notte.


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Luigi Einaudi • 12 ore fa

Tanto per capire:

"“Si ricorda a Bianca Berlinguer che il M5S non ha mai avuto contributi
elettorali, a differenza del pdmenoelle che ha incassato centinaia di
milioni di euro grazie alle tasse degli italiani e contro la volontà
espressa in un referendum. I fondi richiesti sono volontari e non
obbligatori. Rai3 deve chiudere”.

In pratica, se una cosa la dice il M5S va bene, se lo dicono gli altri no.
Come diceva?

Ah, sì: "la coerenza" ma meglio ancora: "l'onestà tornerà di moda".

Coerente?
Onesto?

Ognuno puo' vedere da sé.

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sandrofilippo • 12 ore fa

Se privatizzano rai 3, e quindi non viene pagata dai cittadini, a direttore di rete ci possono mettere pure la picierno e a dirigere il tg, Orfini & company; ma siccome la paghiamo noi devono smettere di accampare pretese...
Per quanto mi riguarda, fino al 2008 ho votato sempre a sinistra, ogni volta che se ne presentasse l'occasione; ero poco piu che 13 enne quando andai a roma con i sindacati per la grande manifestazione del 94...
Adesso dico soltanto che non votero' mai piu pd per niente al mondo...e che se arrivasse al ballottaggio contro santaniche voterei senza dubbio anche quest'ultima...

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artemio47 sandrofilippo • 12 ore fa

...non potevi esprimere il tuo disgusto ( che è anche il mio ) in modo più tragico !!!
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Alessandro • 12 ore fa

E' difficile riconoscere l'imparzialità della Rai fino a quando succede, per esempio, che al Tg3, la Berlinguer anticipa le notizie che riguardano il M5s con un sorriso di sufficienza!!

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alex1 Alessandro • 8 ore fa

Fosse solo quello....
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Andrea2501 • 12 ore fa

Lo share ? Renzi parla di share o propaganda. La Rai non é sua ! Si faccia una TV sua ! Basta. Siete peggio dei fascisti, vi nascondete dietro sorrisi, battute , parole di speranza e state uccidendo la democrazia in Italia. Czz....chi pensava che si potesse rimpiangere Berlusconi ??
Basta votare queste M.!

[/b]

"De l'audace, encore de l'audace, toujours de l'audace et la France sera sauvèe
Danton

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SempreContro • 12 ore fa

Povevo PD

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Roberto Altiri SempreContro • 8 ore fa

Beh, povero non direi.

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MassimilianoConcas • 12 ore fa

E pero' l'editto bulgaro era osteggiato da tutto il pd che ci ha costruito tutto il romanzo della sua finta oppposizione... Adesso chi li difende? In questo caso renzi e' molto peggio di berlusca, e' un regime senza opposizione, movimento a parte!

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rose-marie bovani • 12 ore fa

il pd teme il m5s e cerca di intimidire i giornalisti per indurli ad oscurare il m5s, basta guardare la tv la mattina e monitorare la presenza dei politici pd e quella dei 5s; stasera a ballarò si rivede salvini che ci racconterà la balla del suo viaggio mancato in nigeria, nessun 5s, passerò a la7 con floris

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fabrizio rose-marie bovani • 12 ore fa

per non parlare della rassegna stampa di rainiuse....niente mov e il fq quando capita ...
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franco bertocci • 12 ore fa

essendo rai 3 tradizionalmente il canale rai di sinistra e' ovvio che l'attuale pd lo osteggi,eppure su rai tre cantano continuamente le lodi del loro arrogante padrone

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Roberto Altiri franco bertocci • 8 ore fa

Non le cantano abbastanza, evidentemente.
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b-luca • 12 ore fa

Mi sembra che abbia detto la verita'.

Il governo mica è un partito.


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pongufogu • 12 ore fa

cioè con la scusa che il m5s la volevano chiudere ci pensano loro ?

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Domenico Gentilozzi • 12 ore fa

Pensavo che le dittature erano state debellate.

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Sergio Domenico Gentilozzi • 12 ore fa

Fossero
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Roberto Altiri Sergio • 8 ore fa

Ma non lo sono. E qui l'indicativo ci sta bene.
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camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

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maxsierramaestra • 13 ore fa

Ma questo Anzaldi non era quello che aveva denunciato quell'attrice che aveva fatto un'imitazione di madonna Boschi???

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Tina ghigliot • 13 ore fa

Queste sono prove per vedere se siamo pronti ad accettare una nuova dittatura . Alla tosco- emiliana , ma con il manganello e l'olio di ricino ancora una volta . Per gli onesti , sa va sans dire .

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ginobonatesta (0ccfec30) • 13 ore fa

Anzaldi "Michele". Data infausta il 29 settembre, ha dato i natali a Berlusconi, Bersani e il calendario dei santi cattolici festeggia san Michele arcangelo che, con la spada fiammeggiante scaccia i peccatori dall'eden, che abbia avuto un'illuminazione e voglia fare lo stesso? Anche lui "conto terzi", naturalmente!


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sab • 13 ore fa

Di questo passo renzuccio diventerà più reazionario del suo babbo Silvio.

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Roberto Altiri sab • 8 ore fa

Perché usa il futuro? :-)

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rose-marie bovani • 13 ore fa

mettere sullo stesso piano grillo che non è neanche in parlamento e il governo che controlla la rai è malafede ed è volere nascondere alla gente la deriva autoritaria del renzismo

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Valter Demichele rose-marie bovani • 12 ore fa

Chapeau
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Luigi Einaudi rose-marie bovani • 12 ore fa

Certo, come no.
Grillo infatti non è nemmeno un leader politico.
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Roberto Altiri Luigi Einaudi • 8 ore fa

"Certo, come no".
Sì, certo.
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ginobonatesta (0ccfec30) • 13 ore fa

Se il Presidente Mattarella ha il dono della parola, credo sia il caso che si faccia sentire.

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Tina ghigliot ginobonatesta (0ccfec30) • 13 ore fa

Se si farà sentire sarà per dire le solite deprimenti ovvietà .
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ginobonatesta (0ccfec30) Tina ghigliot • 12 ore fa

Se queste dovessero essere le prospettive, meglio che taccia, gli italiani sono già mortalmente depressi.
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brusa2002 ginobonatesta (0ccfec30) • 13 ore fa

Non ha il dono della parola ma un attacco USB nel fondoschiena dove lo connettono con discorsi registrati dalla segreteria del bomba.
Non avete mai sentito come parla? Proprio come un automa.
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ginobonatesta (0ccfec30) brusa2002 • 12 ore fa

Eh insomma, prima o poi questa connessione andrà qualche volta out!?

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Armando Pezzan • 13 ore fa

finalmente qualcuno chiarisce come stanno le cose.testa bassa e pedalare......


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paolosenzabandiere • 13 ore fa

Abbisogna di giornalisti così asserviti che neanche il Tg che veniva definito radio Kabul gli sta più bene. Forse vorrebbe radio la Mecca?

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Roberto Altiri paolosenzabandiere • 8 ore fa

Mai visto unTG putiniano?

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maxsierramaestra • 13 ore fa

Ma la RAI non avrebbe dovuto essere liberata dai partiti..........adesso ho capito,anche prima a dire il vero,liberata dai partiti......,gli altri,non il pd............democrazia nell'anno 2 dell'era renziana!!!!!!!

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vanny • 13 ore fa

Va avanti così Renzi, che alle prossime elezioni di voti dalla sinistra ne prenderai tanti !!!

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Norrin Radd • 13 ore fa

de luca chiama, renzie risponde..


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ZeroDemocrazia • 13 ore fa

Ormai il Partito Unico nel suo delirio di onnipotenza parla come se il regime sia instaurato e definitivo. E il fatto che non se ne renda conto è ancora peggio. Per Noi.

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sgatto • 13 ore fa

La differenza tra un "comico" ed il partito al governo è che il secondo è il governo.

Se non è chiara la differenza il PD dovrebbe fare il comico e grillo il capo di governo.

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Geronimo ignore alien orders sgatto • 13 ore fa

Il PD non può ha già un contratto da illusionista
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Frankenhausen_Revenge • 13 ore fa

il regime è regime e se la stampa ne parla male, mal gli colga! Se sono trattati male immeritatamente sfornino i dati per sbugiardare i giornalisti, no? nOn mi sembra difficile.
Beppe grillo...ma che parla a fare di giornalisti? Lui e la gogna mediatica sul blogghe, goebbels si sarebbe tolto tanto di cappello altrochè!

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camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

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comodo • 13 ore fa

Renziani vergognatevi. State copiando B. e Grillo.

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doctorwho comodo • 13 ore fa

Grillo? Grillo (o meglio, m5s) è per la libertà di stampa e per l'uscita dei partiti dalle poltrone della tv pubblica, forse dovresti aggiornarti.
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Luigi Einaudi doctorwho • 12 ore fa

Per la libertà di stampoa uno che ha fatto una rubrica in cui aizzava il popolino contro i giornalisti che non parlavano bene del M5S?

Il genio che vuole togliere i contributi pubblici ai giornali per lasciare campo libero ai Murdoch e ai Berlusconi, gli unici in grado di sopravvivere per dimensioni e budget?

Sarebbe lui quello per la libertà di stampa?
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comodo doctorwho • 13 ore fa

Grillo? Quello del giornalista del giorno?
R., B. e G. sono uguali.
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NeroBlack comodo • 12 ore fa

il like dal farinacci...è tutto dire

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Claudio S. • 13 ore fa

Ricapitoliamo. Un parlamentare nonché Presidente della Commissione di Vigilanza Rai espone pubblica lamentazione contro un TG di rete pubblica dolendosi che il detto TG non segue il nuovo corso del partito (neanche del governo, proprio del partito).
La mia domanda è semplice: tutto questo sta succedendo veramente?

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Eolovive Claudio S. • 12 ore fa

Il presidente della Commissione di Vigilanza Rai é Roberto Fico, ed é un 5stelle....
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mr. Reznor Claudio S. • 13 ore fa

Sono talmente raccattati per strada che manco si rendono conto.
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MiRiprendo LaLiberta • 13 ore fa

Ovvio che se non dici che l'economia va a gonfie vele, che la disoccupazione non c'è più, sei contro Renzi...

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Dem73 MiRiprendo LaLiberta • 13 ore fa

Ci sono i dati, sono oggettivi , basta leggerli. Quando sono buoni e quando sono negativi.

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D.Antiba Dem73 • 13 ore fa

Quanti sono i comparti della ripresa? Quanti ne hanno usufruito? Perchè leggerli e alquanto difficile, se non impossibile! Quanti i giovani ancora disoccupati? Ma si forse ha ragione, basta avere il singhiozzo per poterli leggere!
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Luigi Einaudi D.Antiba • 12 ore fa

Quasi tutti, l'auto, il trasporto, i distretti di eccellenza, il turismo, l'agroalimentare, la ceramica, la gomma, addiritturaq l'esportazione della birra meno l'acciaio (per ovvii motivi).

Non che questo sia merito di uno o dfell'altro, queste sono solo bandierine.
Ma i fatti sono questi, innegabili.
Basta leggere un giornale o cercare in rete.

Anche il lamento pubblico è in crescita e rende bene agli operatori del settore.

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Dem73 D.Antiba • 13 ore fa

Pretendevi che sparissero tutti i disoccupati in un anno? ma che discorsi fai?

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Vittorio Mantovani Dem73 • 13 ore fa

Quelli sono dati "dementivi" che solo i dementi o quelli in malafede possono prendere per buoni!
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Dem73 Vittorio Mantovani • 13 ore fa

L'Istat è quell'Istituto di Studi che ha promosso la proposta di reddito di cittadinanza e il tuo Guru se ne vantava nel blog: http://www.beppegrillo.it/2015... La stessa Istat che ci fornisce i numeri positivi sull'economia. Rassegnati...

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Khan • 13 ore fa

Mi scandalizzo di chi si scandalizza. Buongiorno a tutti gli idioti, anche se ormai, a dirla tutta, è notte. Fonda.


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Dem73 • 13 ore fa

IL GIORNALISTA DEL GIORNO. Chi ricorda dove compariva questo simpatico concorso dove segnalare i giornalisti critici ? Non oso nemmeno immaginare cosa farebbero se potessero controllare la Rai. E quella era un'iniziativa del Capo, non un'affermazione personale di un esponente del partito.


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Vittorio Mantovani Dem73 • 13 ore fa

C'è solo un piccolo particolare che ti sfugge (Ma è normale per uno che vota PD!), non era e mai sarà al Governo! Ti pare poco?
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Luigi Einaudi Vittorio Mantovani • 12 ore fa

Ripetere per non capire.

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Dem73 Vittorio Mantovani • 13 ore fa

Non dirmi che ti riferisci alla storiella che non si candida lui direttamente? perchè secondo te i parlamentari del M5S sono miei dipendenti? o sono dipendenti del partito-azienda?

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Ravedo • 13 ore fa

Se il PD vuole tutte le reti RAI assevite al partito, almeno ci tolga il canone. Di Renzi & C in ogni telegiornale di qualsiasi specie e luogo ogni santo giorno per dirci delle cose insignificanti, onestamente non se ne può più. Poi se il PD pensa di essere troppo criticato forse una ragione ci sarà! Perchè non inizia a governare e legiferare per il popolo italiano e non per aumentare il potere del partito?

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Onesiphoros • 14 ore fa

Chi non ricorda la storia è destinato a ripeterla.

Dopo aver limitato le intercettazioni, tolto l'articolo 18, aumentato il potere dei presidi, finanziato le scuole private a danno di quelle pubbliche, incentivato gli inceneritori, attaccato i sindacati e Rai3, abbandonato le università, sostenuto le grandi opere ed eventi (expo, tav, terzo valico, olimpiadi), ignorato i terremotati abruzzesi, evitato una legge sul conflitto d'interessi e promesso di eliminare la tassa sulle casa, potrebbero gli elettori di questo PD dirmi in cosa esattamente differisce la linea politica di Renzi da quella di Berlusconi?

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C.C. • 14 ore fa

la berlinguera antirenziana me l'ero persa, e da quando....

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SPEAKER • 14 ore fa

Più passano i giorni e più Renzi somiglia a Berlusconi!

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Vittorio Mantovani SPEAKER • 13 ore fa

Più passano i giorni, tanto più si accresce il senso di vomito misto a rabbia nei confronti di un personaggio a dir poco odioso come il bullo da quattro soldi! Quanto darei per averlo davanti...gli mollerei uno di quei manrovesci da lasciarlo inebetito per il resto della sua vita!
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C.C. SPEAKER • 13 ore fa

perchè non hai visto House of Cards.... sennò sapresti che vuole assomigliare al protagonista, gli copia le battute, le azioni politiche, si compra pure l'air force one con la suite... là l'ha vista
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Khan SPEAKER • 13 ore fa

Buongiorno...
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UB • 14 ore fa

Che proprio Grillo faccia queste affermazioni è quanto di più sfacciato possa accadere. E' proprio l'ultimo a poter intervenire sul tema in oggetto.
Qualcuno gli ricordi che è quello delle ... "liste di proscrizione", della sagra... "il giornalista del giorno".
Chiamarlo in causa per avvalorare la tesi di un bavaglio è quindi un clamoroso AUTOGOL.
..."Chi alza il livello della polemica è Beppe Grillo che paragona Anzaldi a Joseph Goebbels, gerarca nazista e ministro della Propaganda di Adolf Hitler per 12 anni..."
Ahahahahah! ..................... Da quale pulpito!

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Sabba Joe UB • 13 ore fa

è vero i metodi e modi di Grillo lasciano perplessi a volte. Cova molto rancore personale, con certi giornalisti, e lo porta a livello pubblico. E non è un bene (che porti il rancore a livello pubblico). Comunque è sempre rispettato dalla gente (esclusa una certa fascia che quasi lo odia).

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UB Sabba Joe • 13 ore fa

Lei dice che è rancore? Io credo che per un "animale" da palcoscenico quale sicuramente è Grillo, pensare che i suoi attacchi siano estemporanei e guidati dall'impulso, dalla passione e dalla rabbia significano fare un torto alle sua indubbie capacità mediatiche ed al suo autocontrollo. Direi piuttosto che erano scelte consapevoli in cui indirizzava critiche e pesanti apprezzamenti a ragion veduta. Ma potrei ... sbagliare.
Alla prossima.
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salvino UB • 13 ore fa

Certo non c'è paragone con questi (animaloni) che dichiarano apertamente che la RAI tutta deve ubbidienza alle loro nefandezze.
Ma tutto questo POSSONO per il semplice motivo che ci sono tantissimi (animali) che li votano e li sostengono.
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UB salvino • 12 ore fa

Lei pensa che quelle dichiarazioni saranno tradotte in fatti?
Le ricordo che fino a qualche ora fa qui dentro RAI tre era considerata il feudo del PD...
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Sabba Joe UB • 13 ore fa

Beh autocontrollo a volte non ne ha proprio Grillo. Altrimenti non avrebbe commesso tutti quegli errori quando parlava. Condanne comprese. Saluti.
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UB Sabba Joe • 12 ore fa

Lei crede?
Senza quella foga pensa davvero che avrebbe attirato ... le folle?
Anche alcune espulsioni sono state lette come capricci verso chi non si è mostrato fedele, ma esse sono state molto di più, anche a costo di una momentanea impopolarità. Grillo conosce a menadito pubblico ed italiani, ed infatti cambia strategie, carte in tavola, modo di vendere il movimento a seconda delle esigenze, incurante delle battaglie che all'apparenza perde nell'immediato. Per lui conta la guerra.
Saluti.
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mr. Reznor UB • 13 ore fa

Sembri un disco rotto
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UB mr. Reznor • 13 ore fa

Abbassi il volume, non la infastidirà.
Sapesse cosa mi sembrano molti commenti che non gradisco...
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camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Sono maturi i tempi per il lancio di una nuova testata giornalistica, dopo le performance delle ultime ore:

"LA VOCE DEL CAMERATA"



Rai, Anzaldi (Pd) insiste: “Bianca Berlinguer ha dato tanto, ma così tanto che può anche andare”

Media & Regime

Il deputato della commissione di Vigilanza dopo le polemiche per le sue dichiarazioni sulla gestione della tv pubblica al Fatto Quotidiano ribadisce l'offensiva renziana: "Renzi è il segretario del Pd e il capo del governo e sembrano non essersene accorti". Il direttore Andrea Vianello? "E' arrogante, ora può andare". Ma su De Luca che ha definito il terzo canale "camorristico": "E' imbarazzante"
di Antonello Caporale | 30 settembre 2015



Segaligno e taciturno, per gli standard renziani con un tono eccessivamente depressivo e perciò destinato alla panchina come quei portieri di riserva che hanno il compito non di giocare ma di guardare la partita e, quando si fa festa, il permesso di esultare. Destinato all’ombra perenne, il deputato Michele Anzaldi ieri (29 settembre ndr), con una dichiarazione al Corriere, si è conquistato la luce della polemica. A Grillo sembra un piccolo Goebbels, ai giornalisti del Tg3 un Berlusca in sedicesimo, alla minoranza Pd l’ennesimo portaordini del Capo.

Renzi è il padrone del vapore e quelli della Rai non se ne sono accorti. È così?

Renzi è il segretario del Pd e il capo del governo e quelli di Rai3 sembrano non essersene accorti. Hanno artificiosamente creato due Pd, accreditando la minoranza come un partito e tagliando i tempi quasi fossimo pari.

Lei cronometra?

Io sono membro della commissione di Vigilanza, la Rai è pubblica e ha un contratto di servizio. Prende i soldi a fronte di un impegno a offrire equilibrio nella rappresentanza delle posizioni politiche.

È suo compito decidere se l’onorevole Speranza debba essere intervistato?

Il mio compito è denunciare lo squilibrio: perché il tempo concesso a Speranza dev’essere tolto a Renzi?

Non c’è un minuto senza Renzi in audio, in video, in tweet. Anzaldi, una voce contraria avrà diritto ad essere espressa.

Ha detto bene. È una voce contraria, non un voto contrario. Occupano la televisione, cianciano ma poi al dunque quelli là votano con noi.

Lei vorrebbe chiudere in cantina quelli della minoranza.

Ho l’abitudine di documentarmi prima di parlare. Ecco qua i dati dell’Osservatorio di Pavia chiamato per legge a monitorare. Ad agosto il Tg1 dà il 26% al Pd, il Tg2 il 21,4%, il Tg3 il 38%.

Uno sproposito!
Uno sproposito, infatti. Per dare voce a Speranza, D’Attorre e compagni il Tg3 riduce quella del governo al 22,3% contro il 32,6% del Tg2 e il 34,7% del Tg1.

Lei dunque si batte per la riduzione dello spazio al Pd.

Se devi toglierlo al governo… ma quanti Pd esistono?

È un partito largo il suo: da De Luca a Verdini.
De Luca è imbarazzante.

I suoi colleghi di fede renziana non se ne sono ancora accorti e in silenzio sono rimasti quando il governatore della Campania ha detto che la Rai è camorrista.
Quelli là sono anzitutto fancazzisti e poi aspettano sempre la linea del Capo. Non c’era l’ordine di scuderia e loro muti, non si sa mai…

Lei parla senza auricolare.
Io rispondo alle domande. Magari domani mi rimanderanno nel freezer.

Verdini, un altro compagno di viaggio. Lei che sembra così delicato di stomaco lo digerisce?
Questo è un pacco dono della minoranza interna. Grazie al loro ostruzionismo su ogni acca che si votava ce lo hanno fatto caricare e adesso tocca pure pagarlo e ringraziarlo.

Pagare?

Politicamente verrà ricompensato.

Anzaldi, Grillo le dà del Goebbels (in formato mignon però)
.
Grillo dovrebbe regalarmi una cesta di cannoli siciliani. Anzi un’intera fabbrica.

I cannoli ricordano Cuffaro, l’ex presidente della Regione e suo conterraneo ora in carcere.
Chi è siciliano non può che amare i cannoli.

Eravamo a Grillo.

Tutto il tempo che regalano al Pd in versione opposizione lo drenano a quelle vere. Lo rubano anche al movimento di Grillo.

Ma lei non è quell’Anzaldi che ha fatto un casino contro il direttore di Rai3 Vianello per aver dato troppo spazio nei talk show ai Cinquestelle?
Chiedo l’equilibrio, nulla in più. Se fai un talk show come Ballarò in cui apri con lo scrittore Nicola Lagioia che dice che in Italia fa tutto schifo, poi segue un’intervista a Di Battista senza contraddittorio, e infine metti un Saviano deprimente, allora dico: tu mi vuoi ammazzare.

Povero Renzi: senza voce e senza talk.

Allora meglio Porro che sulla nuova flotta aerea di Palazzo Chigi fa parlare Peter Gomez ma poi invita anche Claudio Velardi che ci difende come può.

Il direttore di Rai3 è arrogante. Conferma?
Confermo.

Fosse per lei lo caccerebbe.
Beh, certo che deve dare un chiaro e immediato segnale editoriale.

Ok, licenziato. E licenzierebbe anche la direttrice del Tg3 Bianca Berlinguer?
Sono per le newsroom. Solo due direttori di tg. Se dipendesse da me, riterrei che la Berlinguer ha dato tanto, ma così tanto alla Rai che può anche bastare.

Finora né il governo né il partito hanno ridimensionato le sue parole.
Alla Camera (dei fasci-ndt) una standing ovation.

Tutti pensano quel che lei ha detto.
Baci e abbracci.

da il Fatto Quotidiano del 30 settembre 2015



SONO TORNATI
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Perché SONO TORNATI


La storia si ripete.



I giornali dovevano conformarsi alle direttive quotidiane del ministero della Cultura popolare,







Corriere 30.9.15
Stampa e regime nell’Italia fascista
risponde Sergio Romano

Ho guardato con interesse la serie dei dvd dedicati alla Seconda guerra mondiale edita dal Corriere e introdotta da Paolo Mieli. In ogni dvd è inserito un piccolo fascicolo introduttivo con all’interno una pagina del Corriere . Mi ha colpito la completa adesione alle scelte politiche e militari del giornale al regime, con titoli retorici e roboanti tesi a enfatizzare gli eventi e le azioni dei tedeschi e dei fascisti, anche dopo il 1943. Com’è possibile che un giornale con la storia liberale del Corriere , capace addirittura con Albertini di condizionare l’ingresso dell’Italia nella Prima guerra mondiale, fosse così platealmente in accordo con le scelte politiche di Mussolini e dei tedeschi e non vedesse e fosse a conoscenza degli errori e orrori compiuti da quei regimi?

Antonio Merlo


Caro Merlo,
Non credo che lei debba esserne sorpreso. Il regime fascista non fu «totalitario», nonostante la parola sia stata coniata da Mussolini. Su alcune materie lasciava margini di commento e discussione difficilmente immaginabili nel Terzo Reich e nei regimi sovietici. Ma la politica internazionale era dominio riservato del capo del governo, un terreno in cui raramente ascoltava consigli. Aggiungo che Mussolini era nato giornalista, dedicava una buona parte della sua giornata alla lettura della stampa nazionale e internazionale, discuteva la preparazione del Popolo d’Italia ogni sera con la redazione milanese del giornale e se ne serviva spesso per pubblicare corsivi anonimi o recensioni di cui tutti intuivano la paternità.





I giornali dovevano conformarsi alle direttive quotidiane del ministero della Cultura popolare,
ma soprattutto sapevano di avere a Palazzo Venezia un «redattore-capo» molto autoritario che, per di più, conosceva il mestiere.





In tempo di guerra i margini di libertà dei giornali erano ulteriormente ridotti. La grande maggioranza degli italiani avrebbe preferito la non belligeranza, ma le regole civiche e morali degli Stati europei, non importa se democratici o autoritari, volevano allora che l’intero Paese facesse quadrato patriotticamente dietro la patria in armi.

Molti intellettuali non avevano dimenticato il caso di Benedetto Croce alla vigilia della Grande guerra. Il filosofo napoletano non approvava l’intervento e aveva preso posizione fermamente contro l’ondata interventista che sommerse il Paese in quei mesi. Ma quando la guerra fu dichiarata, mise a tacere tutte le sue obiezioni e riserve. Nel 1940 questo clima culturale esisteva ancora e si rifletteva nei toni e negli accenti della stampa nazionale.
Durò grosso modo sino alla fine del 1942.


Gli umori e i sentimenti della pubblica opinione cambiarono sotto la spinta di alcuni avvenimenti: i bombardamenti sulle città italiane, l’evoluzione della situazione militare nei Balcani, la battaglia di El Alamein e, qualche mese dopo, quella di Stalingrado.

Divenne molto più difficile da allora, per i giornali, descrivere la guerra ai loro lettori. E fu ancora più difficile sopravvivere con qualche autorevolezza nei lunghi mesi dell’occupazione tedesca e della guerra civile. In ultima analisi, tuttavia, il ritorno alla normalità fu più facile per quei giornali, fra cui il Corriere , che non avevano completamente smarrito il sentimento della loro identità e delle loro tradizioni .
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