Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Lo starnazzamento di Pierazzurro
Un dato innegabile è che tutti sostengono che Monti è intervenuto poco prima del default. Tutti i Celesti celestiali dell’Asilo Mariuccia ripetono in coro che non fosse intervenuto il capo dello Stato avremmo fatto la fine della Grecia.
Quello che non dicono, soprattutto le opposizioni, Pd e U dc, è perché non hanno fermato per tempo la deriva.
La Costituzione assegna loro l’obbligo di vigilare sull’operato del governo, in questo sono venuti meno al dettato costituzionale.
Ripete spesso Bersani: <<Ci dicevano che tutto andava bene>>
Quindi vuol dire che hanno creduto al Pinocchio patentato?
L’ipotesi più credibile in attesa che ne vengono formulate altre, è che Pd, ma soprattutto U dc abbiano giocato al tanto peggio tanto meglio fino a portare l’Italia ad un passo dal fallimento.
Lo sapevano anche i sassi che tutto andava male in Italia e Bersani non può non aver sentito le lagnanze continue della sora Marcegaglia a partire dal marzo 2011.
Lo sapevamo tutti noi presenti sul vecchio forum che le cose andavano male già dal 2008 e lo scrivevamo tutti i giorni. E adesso Bersani e Casini vogliono farci credere che non lo sapevano???
Per dirla con don Farinella: “Ma cosa credono,..che siamo tutti imbecilli…???”
Si sono sbrodolati a luglio per aver partecipato a provvedimenti in risposta alla Bce e alla Ue realizzati in solo tre giorni. Un vero record per il tartarugame tricolore.
Solo che era una ciofeca pazzesca e Berlusconi l’ha dovuto rifare altre tre volte.
Casini aveva bisogno che B. se ne andasse e che arrivasse chi riempiva di nuovo le casse dello Stato completamente vuote. Lo avevano fatto Amato e Ciampi all’inizio degli anni novanta, lo aveva fatto in precedenza Prodi con l’Iri per ben due volte.
Le cavallette democristiane distruggevano e un’esterno alla politica doveva rimettere tutto in sesto.
Adesso Casini ha scelto Monti e lo sta difendendo a spada tratta. Ecco perché ha starnazzato ancora una volta ieri.
Negli ultimi due anni con l’appoggio dei poteri forti ha in programma di rifare la Dc, anche se per adesso vuole chiamarla con il pomposo nome di Partito delle Nazione.
Ha scelto di sciogliere l’U dc per dar vita al nuovo partito. Ore vede che tutto potrebbe crollare e quindi starnazza.
Provi Bersani, ammesso che sia ancora di sinistra ed abbia il senso dell’antimafia a chiedere a Casini: Dopo l’appoggio al fascismo la mafia ha appoggiato la Dc come partito di riferimento. Dopo la Dc chi è diventato il partito di riferimento? E adesso che B. ha chiuso la mafia con chi intende appoggiarsi???
Un dato innegabile è che tutti sostengono che Monti è intervenuto poco prima del default. Tutti i Celesti celestiali dell’Asilo Mariuccia ripetono in coro che non fosse intervenuto il capo dello Stato avremmo fatto la fine della Grecia.
Quello che non dicono, soprattutto le opposizioni, Pd e U dc, è perché non hanno fermato per tempo la deriva.
La Costituzione assegna loro l’obbligo di vigilare sull’operato del governo, in questo sono venuti meno al dettato costituzionale.
Ripete spesso Bersani: <<Ci dicevano che tutto andava bene>>
Quindi vuol dire che hanno creduto al Pinocchio patentato?
L’ipotesi più credibile in attesa che ne vengono formulate altre, è che Pd, ma soprattutto U dc abbiano giocato al tanto peggio tanto meglio fino a portare l’Italia ad un passo dal fallimento.
Lo sapevano anche i sassi che tutto andava male in Italia e Bersani non può non aver sentito le lagnanze continue della sora Marcegaglia a partire dal marzo 2011.
Lo sapevamo tutti noi presenti sul vecchio forum che le cose andavano male già dal 2008 e lo scrivevamo tutti i giorni. E adesso Bersani e Casini vogliono farci credere che non lo sapevano???
Per dirla con don Farinella: “Ma cosa credono,..che siamo tutti imbecilli…???”
Si sono sbrodolati a luglio per aver partecipato a provvedimenti in risposta alla Bce e alla Ue realizzati in solo tre giorni. Un vero record per il tartarugame tricolore.
Solo che era una ciofeca pazzesca e Berlusconi l’ha dovuto rifare altre tre volte.
Casini aveva bisogno che B. se ne andasse e che arrivasse chi riempiva di nuovo le casse dello Stato completamente vuote. Lo avevano fatto Amato e Ciampi all’inizio degli anni novanta, lo aveva fatto in precedenza Prodi con l’Iri per ben due volte.
Le cavallette democristiane distruggevano e un’esterno alla politica doveva rimettere tutto in sesto.
Adesso Casini ha scelto Monti e lo sta difendendo a spada tratta. Ecco perché ha starnazzato ancora una volta ieri.
Negli ultimi due anni con l’appoggio dei poteri forti ha in programma di rifare la Dc, anche se per adesso vuole chiamarla con il pomposo nome di Partito delle Nazione.
Ha scelto di sciogliere l’U dc per dar vita al nuovo partito. Ore vede che tutto potrebbe crollare e quindi starnazza.
Provi Bersani, ammesso che sia ancora di sinistra ed abbia il senso dell’antimafia a chiedere a Casini: Dopo l’appoggio al fascismo la mafia ha appoggiato la Dc come partito di riferimento. Dopo la Dc chi è diventato il partito di riferimento? E adesso che B. ha chiuso la mafia con chi intende appoggiarsi???
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Re: Come se ne viene fuori ?
Non essendoci la domanda i prezzi prima o poi devono scendere (deflazione).shiloh ha scritto:camillobenso ha scritto:Per quest'anno non cambiare.......stessa spiaggia, stesso mare...
**
VACANZE
Caro spiaggia, in arrivo la stangata
ECONOMIA La denuncia del Codacons: +7,7% per l'ombrellone, +4,4% il lettino.
Tutta colpa del caro-benzina
e della pressione fiscale
http://www.corriere.it/economia/12_magg ... 8d5e.shtml
***
Ci andranno tutti gli esodati di madama Fornero
apparte l'amara battuta sugli esodati che condivido in toto:
mai saputo che ombrelloni e lettini andassero a benzina...e mi risulta che siano anche molto pochi i gestori di stabilimenti balneari che rilasciano regolare ricevuta per l'affitto di tali attrezzature,che sarebbe poi l'unico mezzo che consentirebbe di "aumentargli la pressione fiscale",
ma nella vita c'è sempre qualcosa da imparare e ne prendo atto...
quanto sopra per dire che in questi anni ,a partire dall'introduzione dell'euro,
chi ha potuto agire sulle tariffe (artigiani,liberi professionisti,ecc...ecc...) ha potuto in qualche modo adeguare le sue entrate al costo della vita agendo sul rincaro dei prezzi...per tutti i lavoratori a reddito fisso invece,
da allora è notte fonda.
e l'economia bloccata è uno dei risultati...di questa perduta capacità di potere d'acquisto dei salariati.
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Re: Come se ne viene fuori ?
E' la stessa cosa che è avvenuta nel passaggio lira euro ognuno ha fatto i suoi comodi.Quando aumenta il carburante tutti ritoccano le merci compreso gli ombrelloni, bibite ecc.......
Se i finanzieri cominciano a controllare pure i gestori delle spiaggie c'è molto da fare anche li.Come punizione facessero chiudere lo stabilimento balneare
quel momento stesso, e risarcire i bagnanti forse cambierebbe qualcosa.Perdere una stagione sarebbe un bel colpo per loro.
Ciao
Paolo11
Se i finanzieri cominciano a controllare pure i gestori delle spiaggie c'è molto da fare anche li.Come punizione facessero chiudere lo stabilimento balneare
quel momento stesso, e risarcire i bagnanti forse cambierebbe qualcosa.Perdere una stagione sarebbe un bel colpo per loro.
Ciao
Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
Chissà se Mr. Forbice ne è al corrente...
RETROSCENA I TECNICI: SOLO IL 5% DEI DIPENDENTI LAVORA A ROMA NEI MINISTERI
L'allarme del Tesoro sul debito:
bilanci regionali fuori controllo
I pagamenti dovuti alle imprese oscillano tra 30 e 70 miliardi
ROMA - C'era un tempo in cui sembrava convenisse a tutti: «Agli imprenditori, che nel subire i ritardi cronici nei pagamenti riscuotevano alti interessi di mora e per finanziarsi preferivano rivolgersi alle banche, a tassi molto bassi. E allo Stato, che evitava di contabilizzare disavanzo ulteriore».
Nelle stanze del governo, a Palazzo Chigi, chi racconta introduce così il discorso. Che oggi però ha un titolo diverso e insieme amaro, schietto e certamente allarmante: si chiama, senza giri di parole, «poca trasparenza dei conti pubblici». Qualcosa che nell'immaginario evoca scenari economici ben più drammatici di quelli che sta vivendo il Paese e che alla vigilia dell'introduzione del Fiscal compact , e nella prosecuzione dell'opera di «risanamento del sistema della finanza pubblica italiana», per usare le parole del ministro Giarda, non è più possibile tollerare.
Il quadro della situazione finanziaria che nell'esecutivo si fa in queste ore è grave. Si moltiplicano fatti di cronaca frutto della disperazione provocata da stretta creditizia, recessione e ritardi cronici nei pagamenti della pubblica amministrazione, ma non si vede l'uscita dal tunnel: «Il livello di sofferenza del sistema privato è purtroppo destinato a peggiorare», e per di più si hanno poche certezze su cosa attenda il Paese per raggiungere il pareggio di bilancio del prossimo anno.
Sul versante contabile una parte cospicua dell'allarme deriva proprio dal capitolo dei pagamenti arretrati delle pubbliche amministrazioni. Monti ne discute con la Merkel, vorrebbe arrivare a un patto europeo, in modo da far emergere un debito sommerso (statale e periferico) la cui entità, con precisione, persino alla Ragioneria dello Stato, nessuno conosce con esattezza.
Ma il problema non è solo quello di ottenere un favor concordato a Bruxelles, che coinvolga gli altri Paesi e magari con l'emissione di titoli pubblici al posto del pagamenti, «il problema è anche la stima dei debiti degli enti locali e dei debiti sanitari delle Regioni verso le imprese, che varia da 30 a 70 miliardi di euro!». Un vero e proprio buco nero.
Anni di mancata contabilizzazione di questo tipo di spesa pubblica in conto capitale hanno prodotto quello che al Tesoro descrivono come «un doppio sistema perverso», che a sua volta ingloba «una bolla»: per dare una boccata di ossigeno alle imprese, per ottemperare alla nuova direttiva europea sui tempi di pagamenti, per fare chiarezza nei conti una volta per tutte, senza poter produrre ulteriore disavanzo, «siamo di fronte a un debito sommerso di cui conosciamo solo la parte statale», che non dovrebbe essere superiore a 18 miliardi, ma «della parte che riguarda il debito regionale sanitario e quello degli enti locali esiste un serio problema di identificazione». Che riguarda anche l'ammontare degli interessi che lo Stato dovrà corrispondere alle imprese per i ritardi: l'eventuale «bolla».
Mentre l'economia italiana si avvita non è chiaro, tanto per fare un esempio, «chi dovrà pagare i debiti sanitari della Campania», che evidentemente tolgono il sonno più delle obbligazioni contratte da altri centri di spesa periferica.
È anche questo profilo ad aver prodotto l'esigenza di una sorta di operazione verità sui conti pubblici italiani. Quella che Monti qualche giorno fa ha chiamato «un'operazione di trasparenza del debito delle pubbliche amministrazioni verso le imprese».
Ma nel governo si ricorda che «solo il 5% dei dipendenti pubblici lavora a Roma nei ministeri», o che la spesa pubblica centrale è stata già tagliata, con i tagli lineari e il congelamento degli stipendi degli oltre tre milioni di pubblici dipendenti: e questo per dire che il dito è puntato su una spesa periferica che continua a essere, persino agli occhi di Palazzo Chigi, fuori controllo.
Quattro giorni fa Monti è stato chiaro: sul debito delle Pa occorre un'operazione composta da «emersione, pagamento e correzione delle statistiche». E pochi hanno prestato attenzione proprio all'ultimo termine. Ha aggiunto lo stesso premier: «E da quel momento rien ne va plus », con il bilancio pubblico italiano accostato a un tavolo verde da gioco, capace per troppi anni di fagocitare risorse senza trasparenza. Anche contabile.
Marco Galluzzo
6 maggio 2012 | 8:12
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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RETROSCENA I TECNICI: SOLO IL 5% DEI DIPENDENTI LAVORA A ROMA NEI MINISTERI
L'allarme del Tesoro sul debito:
bilanci regionali fuori controllo
I pagamenti dovuti alle imprese oscillano tra 30 e 70 miliardi
ROMA - C'era un tempo in cui sembrava convenisse a tutti: «Agli imprenditori, che nel subire i ritardi cronici nei pagamenti riscuotevano alti interessi di mora e per finanziarsi preferivano rivolgersi alle banche, a tassi molto bassi. E allo Stato, che evitava di contabilizzare disavanzo ulteriore».
Nelle stanze del governo, a Palazzo Chigi, chi racconta introduce così il discorso. Che oggi però ha un titolo diverso e insieme amaro, schietto e certamente allarmante: si chiama, senza giri di parole, «poca trasparenza dei conti pubblici». Qualcosa che nell'immaginario evoca scenari economici ben più drammatici di quelli che sta vivendo il Paese e che alla vigilia dell'introduzione del Fiscal compact , e nella prosecuzione dell'opera di «risanamento del sistema della finanza pubblica italiana», per usare le parole del ministro Giarda, non è più possibile tollerare.
Il quadro della situazione finanziaria che nell'esecutivo si fa in queste ore è grave. Si moltiplicano fatti di cronaca frutto della disperazione provocata da stretta creditizia, recessione e ritardi cronici nei pagamenti della pubblica amministrazione, ma non si vede l'uscita dal tunnel: «Il livello di sofferenza del sistema privato è purtroppo destinato a peggiorare», e per di più si hanno poche certezze su cosa attenda il Paese per raggiungere il pareggio di bilancio del prossimo anno.
Sul versante contabile una parte cospicua dell'allarme deriva proprio dal capitolo dei pagamenti arretrati delle pubbliche amministrazioni. Monti ne discute con la Merkel, vorrebbe arrivare a un patto europeo, in modo da far emergere un debito sommerso (statale e periferico) la cui entità, con precisione, persino alla Ragioneria dello Stato, nessuno conosce con esattezza.
Ma il problema non è solo quello di ottenere un favor concordato a Bruxelles, che coinvolga gli altri Paesi e magari con l'emissione di titoli pubblici al posto del pagamenti, «il problema è anche la stima dei debiti degli enti locali e dei debiti sanitari delle Regioni verso le imprese, che varia da 30 a 70 miliardi di euro!». Un vero e proprio buco nero.
Anni di mancata contabilizzazione di questo tipo di spesa pubblica in conto capitale hanno prodotto quello che al Tesoro descrivono come «un doppio sistema perverso», che a sua volta ingloba «una bolla»: per dare una boccata di ossigeno alle imprese, per ottemperare alla nuova direttiva europea sui tempi di pagamenti, per fare chiarezza nei conti una volta per tutte, senza poter produrre ulteriore disavanzo, «siamo di fronte a un debito sommerso di cui conosciamo solo la parte statale», che non dovrebbe essere superiore a 18 miliardi, ma «della parte che riguarda il debito regionale sanitario e quello degli enti locali esiste un serio problema di identificazione». Che riguarda anche l'ammontare degli interessi che lo Stato dovrà corrispondere alle imprese per i ritardi: l'eventuale «bolla».
Mentre l'economia italiana si avvita non è chiaro, tanto per fare un esempio, «chi dovrà pagare i debiti sanitari della Campania», che evidentemente tolgono il sonno più delle obbligazioni contratte da altri centri di spesa periferica.
È anche questo profilo ad aver prodotto l'esigenza di una sorta di operazione verità sui conti pubblici italiani. Quella che Monti qualche giorno fa ha chiamato «un'operazione di trasparenza del debito delle pubbliche amministrazioni verso le imprese».
Ma nel governo si ricorda che «solo il 5% dei dipendenti pubblici lavora a Roma nei ministeri», o che la spesa pubblica centrale è stata già tagliata, con i tagli lineari e il congelamento degli stipendi degli oltre tre milioni di pubblici dipendenti: e questo per dire che il dito è puntato su una spesa periferica che continua a essere, persino agli occhi di Palazzo Chigi, fuori controllo.
Quattro giorni fa Monti è stato chiaro: sul debito delle Pa occorre un'operazione composta da «emersione, pagamento e correzione delle statistiche». E pochi hanno prestato attenzione proprio all'ultimo termine. Ha aggiunto lo stesso premier: «E da quel momento rien ne va plus », con il bilancio pubblico italiano accostato a un tavolo verde da gioco, capace per troppi anni di fagocitare risorse senza trasparenza. Anche contabile.
Marco Galluzzo
6 maggio 2012 | 8:12
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Re: Come se ne viene fuori ?
LA SITUAZIONE
di ALBERTO D'ARGENIO
Il calo dei votanti
conferma i segnali
di sfiducia verso i partiti
Amministrative in Italia, presidenziali in Francia e politiche in Grecia. L'Europa trattiene il respiro, è una domenica di responsi. Tre risultati destinati a cambiare il futuro politico, se non la sopravvivenza, dell'Unione. In Italia il voto in 1000 comuni dirà quale sarà il futuro dei partiti della "strana maggioranza" che sostengono il governo Monti. E con essi si capirà quali saranno le possibilità del Professore di arrivare a fine legislatura. Dato non indifferente per la Ue, che vivrebbe come una enorme minaccia una campagna elettorale italiana quando la crisi è tuttaltro che superata. Il primo responso dice che l'affluenza è in calo: alle 12 di oggi ha votato il 13,05% rispetto al 15.48% delle ultime comunali. In Francia, al contrario, l'affluenza è in aumento e secondo i primi exit poll diffusi dal quotidiano belga Le Soir Hollande è in vantaggio su Sarkozy con il 52,5-53% dei voti. Una buona notizia per chi in Europa, come Monti, punta alla crescita di fianco al rigore. C'è infine la Grecia: in pieno disastro economico, con un quarto delle famiglie sotto la soglia di povertà, gli estremisti di destra e sinistra spingono. Socialisti (Pasok) e conservatori (Nuova Democrazia) potrebbero non riuscire, o non volere, formare una grande coalizione aprendo così le porte del governo alle forze anti-euro. Insomma, cercasi equilibrio impossibile perché la Grecia trovi una soluzione che le permetta di andare avanti con riforme e austerità. Un'uscita di Atene dall'euro sarebbe infatti in terremoto per tutta l'Unione, con l'Italia ancora esposta allo tsunami.
La Repubblica
di ALBERTO D'ARGENIO
Il calo dei votanti
conferma i segnali
di sfiducia verso i partiti
Amministrative in Italia, presidenziali in Francia e politiche in Grecia. L'Europa trattiene il respiro, è una domenica di responsi. Tre risultati destinati a cambiare il futuro politico, se non la sopravvivenza, dell'Unione. In Italia il voto in 1000 comuni dirà quale sarà il futuro dei partiti della "strana maggioranza" che sostengono il governo Monti. E con essi si capirà quali saranno le possibilità del Professore di arrivare a fine legislatura. Dato non indifferente per la Ue, che vivrebbe come una enorme minaccia una campagna elettorale italiana quando la crisi è tuttaltro che superata. Il primo responso dice che l'affluenza è in calo: alle 12 di oggi ha votato il 13,05% rispetto al 15.48% delle ultime comunali. In Francia, al contrario, l'affluenza è in aumento e secondo i primi exit poll diffusi dal quotidiano belga Le Soir Hollande è in vantaggio su Sarkozy con il 52,5-53% dei voti. Una buona notizia per chi in Europa, come Monti, punta alla crescita di fianco al rigore. C'è infine la Grecia: in pieno disastro economico, con un quarto delle famiglie sotto la soglia di povertà, gli estremisti di destra e sinistra spingono. Socialisti (Pasok) e conservatori (Nuova Democrazia) potrebbero non riuscire, o non volere, formare una grande coalizione aprendo così le porte del governo alle forze anti-euro. Insomma, cercasi equilibrio impossibile perché la Grecia trovi una soluzione che le permetta di andare avanti con riforme e austerità. Un'uscita di Atene dall'euro sarebbe infatti in terremoto per tutta l'Unione, con l'Italia ancora esposta allo tsunami.
La Repubblica
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Re: Come se ne viene fuori ?
Countdownshiloh ha scritto:camillobenso ha scritto:Un scenario possibile che si potrebbe verificare lunedì alle diciotto, potrebbe essere questo:
Francia....................vince Hollande
maremmazzz...mi hai costretto a toccare "fero".
Hai fatto bene a toccare "fero"
TG3 ore 19,00 -
Hollande è dato vincente 52-53 %
Comunisti in vantaggio in Grecia, non si potrà formare nessun governo.
Avanzata del partito neonazista.
Calo delle affluenze in Italia.
Adesso aspettiamoci le reazioni....
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Re: Come se ne viene fuori ?
Se volete risparmiare sui quotidiani rimanendo informati
http://tweb.interno.it/news/daily/rasse ... STAMPA.pdf
fate scorrere il cursore di destra fino in basso
http://tweb.interno.it/news/daily/rasse ... STAMPA.pdf
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Re: Come se ne viene fuori ?
Già ho sentito qualche riscontro nauseante,...so che nelle prossime ore ne dovrò sentire molti altri.
L'uomo è ancora una animale che si comporta come una animale.
Forse gli animali sono più intelligenti perché una volta percepito un pericolo lo memorizzano e ne rimangono lontani per tutta la vita. L'uomo no.
A Genova ci sono stato un mese fa e la segretaria di Don Gallo mi aveva fatto un quadro agghiacciante dello stato di fatto della città. "Non c'è più lavoro"
Non meravigliamoci se poi avvengono certi avvenimenti. Andavano prevenuti, ma una classe dirigente completamente inetta che se ne sbatte nelle prossime ore ci farà sapere tutto il suo sdegno, facendo finta di non sapere che sono i frutti del loro fallimento.
RICOVERATO AL SAN MARTINO, NON È IN PERICOLO DI VITA
Genova, gambizzato dirigente Ansaldo
Attentato a Marassi, in via Montello. Roberto Adinolfi, 59 anni, avvicinato da due motociclisti e colpito a un ginocchio
MILANO - Gambizzato a Genova l'amministratore di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, 59 anni. L'attentato è avvenuto in via Montello 14, nel quartiere di Marassi, dove abita il manager della società del gruppo Ansaldo Energia, di proprietà di Finmeccanica.
A sparargli sarebbe stato un uomo che lo aspettava sotto casa, mentre un complice - a riferirlo, lo stesso Adinolfi - lo aspettava su uno scooter, sul quale i due si sono allontanati dopo l'agguato. Entrambi avevano il volto coperto da un casco. Uscito di casa per recarsi al lavoro, intorno alle 8,30 Adinolfi è stato avvicinato da un uomo che indossava un giubbotto scuro e un casco integrale. L'aggressore ha sparato tre colpi di pistola semiautomatica - una Tokarev calibro 7.62 di fabbricazione est europea, usata dalle forze armate dei Paesi dell'Est - uno solo dei quali è andato a segno, colpendolo alla tibia destra. A chiamare i soccorsi è stata la moglie del manager, che si è precipitata in strada appena ha udito gli spari.
TROVATA LA MOTO - Intorno alle 13, gli investigatori hanno ritrovato la moto utilizzata dai malviventi per l'attentato. Il mezzo è stato individuato in via Sauli, una zona centrale di Genova. La zona è stata chiusa al traffico. Sono in corso accertamenti.
Genova, attentato manager Ansaldo
OPERATO - Il proiettile che ha raggiunto Adinolfi, gli ha procurato ferite significative e lesioni ai tessuti molli. Operato al reparto di Traumatologia del San Martino dal professor Santolini, l'uomo è poi stato portato in camera iperbarica, per prevenire eventuali infezioni. Le sue condizioni non sono gravi. Secondo i medici, il manager non dovrebbe avere problemi di recupero.
I rilievi della scientifica (Ansa)
L'AGGRESSIONE - La sparatoria è avvenuta nel capoluogo ligure non lontano dalla ferrovia Genova-Casella. Non ci sono ancora state rivendicazioni, anche se - viste le modalità dell'agguato - gli inquirenti starebbero privilegiando la matrice eversiva. Le indagini dei carabinieri del Ros puntano sull'estremismo ambientale e dell'ultrasinistra. Al vaglio anche la pista anarchica: nei mesi scorsi sul web era circolato l'appello di alcuni gruppi anarchici «ad alzare il tiro», «a pensare di passare a una fase che possa prevedere l'azione armata». Non si escludono comunque piste «personali» e il clima di «tensione sociale». Gli inquirenti sottolineano la coincidenza con la giornata elettorale e lo svolgimento odierno del consiglio di amministrazione di Ansaldo Sts. In azienda, la notizia del ferimento di Adinolfi è stata accolta con sgomento e apprensione. I lavoratori hanno annunciato che, qualora venisse identificata una matrice politico sociale dell’attentato, sono pronte a scendere in piazza per manifestare .
LE INDAGINI -Le indagini dicono che chi ha sparato a Roberto Adinolfi non voleva ucciderlo ma solo ferirlo. Adinolfi avrebbe detto di non essere in grado di fornire elementi utili per identificare il killer e il suo accompagnatore: oltre che coperti dai caschi integrali, infatti, i due non hanno pronunciato parole, neanche per richiamare l'attenzione del manager. Anche per quanto riguarda il movente Adinolfi non sarebbe stato in grado di fornire elementi utili. I carabinieri stanno sequestrando le immagini dei sistemi di sorveglianza operativa della città e raccogliendo le testimonianze sul posto.
LA PISTA EVERSIVA - La pista privilegiata dagli investigatori antiterrorismo è quella eversiva. Ma al momento è «soltanto un'ipotesi ricavata dalle modalità dell'attentato», precisano. I killer erano due, il mezzo utilizzato è uno scooter: elementi che richiamano il modo di agire di vecchie organizzazioni terroristiche. «Ma è presto per dire con certezza se c'è un ritorno agli «anni di piombo». Se di terrorismo si tratta, arriverà una rivendicazione ufficiale», e ovviamente «deve essere anche attendibile».
IL MANAGER - Adinolfi è sposato e ha tre figli maschi. Tutti e tre si sono recati in ospedale. Il manager si è laureato nel 1976 in Ingegneria nucleare al Politecnico di Milano. Entrato in Ansaldo nel 1975, ha percorso tutta la carriera all'interno di Ansaldo Nucleare - 250 dipendenti - società di cui è amministratore delegato dall'aprile 2007.
LE REAZIONI - «Sono cose che non si commentano», ha detto il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, a Torino per un convegno, in merito al ferimento di Adinolfi.
«Se la matrice dell'attentato fosse legata a contrasti di origine politico o sociale, si tratterebbe di un fatto estremamente grave, inaudito da moltissimi anni, sintomo di un clima estremamente complesso e di una situazione di difficoltà del mondo industriale». Così il direttore generale di Finmeccanica, Alessandro Pansa, aprendo l'assemblea di Ansaldo Sts, ha commentato l'attentato. L'episodio non avrà alcun impatto sulla linea del gruppo Finmeccanica, ha aggiunto Pansa: «Non ci sarà alcun tipo di condizionamento da parte di comportamenti intimidatori». Il numero uno di Ansaldo Energia, Giuseppe Zampini, all'uscita dall'ospedale dove si è recato per verificare le condizioni del manager del gruppo, rispondendo alla domanda dei giornalisti, che gli chiedevano «Vi sentite minacciati?», ha detto: «Assolutamente no. Non mi sento e non ci sentiamo sotto tiro».
LA POLITICA - «È necessario abbassare i toni e isolare i predicatori d'odio». Siamo di fronte a «un episodio molto grave che non va sottovalutato in questo momento di crisi economica», ha detto il ministro della Cooperazione e Integrazione Andrea Riccardi. «Un episodio - ha detto - che bisogna condannare tutti, e subito, facendo sentire la solidarietà dello Stato. La violenza non è mai giustificabile».
Il sindaco Marta Vincenzi e l'amministrazione comunale, nel condannare con «la massima fermezza il fatto avvenuto e ogni forma di violenza» hanno espresso solidarietà e vicinanza a Roberto Adinolfi. «È stata colpita una persona che rappresenta le capacità e l'eccellenza dell'impresa e del lavoro di Genova», ha detto il sindaco. In attesa di ulteriori elementi che possano fare luce su questo gravissimo episodio si fa appello ai lavoratori, ai cittadini e a tutte le istituzioni pubbliche e forze politiche e sociali della città affinchè si presti la massima attenzione e si manifesti la più ferma coesione di fronte a un episodio di tale violenza».
Cgil, Cisl e Uil di Genova e della Liguria, in una nota congiunta condannano «un'atto teso a destabilizzare l'ordinamento democratico» e si dicono decisi «a contrastare come in passato ogni rigurgito di terrorismo»
«Sono stato in ospedale per portare la solidarietà mia e di Marco Doria. Per fortuna i proiettili non hanno leso nervi o vasi, Adinolfi è già uscito dalla sala operatoria. Gli auguro di riprendersi presto», ha detto Massimo Costantini, primario di Cure Palliative e coordinatore della campagna del candidato sindaco. Che in un comunicato ufficiale ha espresso «sdegno per il gesto criminoso», manifestando, assieme all'immediata solidarietà, «la necessità di reagire democraticamente con fermezza alla minaccia rappresentata da quanto è accaduto».
Il ferimento di Adinolfi «è un segnale preoccupante di un salto di qualità delle tensioni e della violenza», ha detto Pier Luigi Bersani, che esprime solidarietà all'ad di Ansaldo nucleare. «Si faccia subito luce su questo avvenimento e si tenga alta la guardia della democrazia», ha aggiunto.
Secondo Angelino Alfano, segretario del Pdl, l'agguato è «il gravissimo sintomo di un clima saturo di tensioni sociali che rischiano di inquinare la storia di civiltà che ci siamo conquistati, lasciandoci alle spalle periodi bui e mai dimenticati».
In un tweet messo in rete poco dopo l'agguato, il presidente di Sinistra Ecologia Libertà Nichi Vendola esprime «orrore e preoccupazione: «Avevo appena finito di votare a Terlizzi, che mi informano del ferimento del manager Ansaldo a Genova: orrore e preoccupazione. Non tornino i tempi bui», scrive. «Solidarietà e preoccupazione» anche dal presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, che ha commentato su Twitter l'attentato.
Antonella De Gregorio
Erika Della Casa
7 maggio 2012 | 14:01
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L'uomo è ancora una animale che si comporta come una animale.
Forse gli animali sono più intelligenti perché una volta percepito un pericolo lo memorizzano e ne rimangono lontani per tutta la vita. L'uomo no.
A Genova ci sono stato un mese fa e la segretaria di Don Gallo mi aveva fatto un quadro agghiacciante dello stato di fatto della città. "Non c'è più lavoro"
Non meravigliamoci se poi avvengono certi avvenimenti. Andavano prevenuti, ma una classe dirigente completamente inetta che se ne sbatte nelle prossime ore ci farà sapere tutto il suo sdegno, facendo finta di non sapere che sono i frutti del loro fallimento.
RICOVERATO AL SAN MARTINO, NON È IN PERICOLO DI VITA
Genova, gambizzato dirigente Ansaldo
Attentato a Marassi, in via Montello. Roberto Adinolfi, 59 anni, avvicinato da due motociclisti e colpito a un ginocchio
MILANO - Gambizzato a Genova l'amministratore di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, 59 anni. L'attentato è avvenuto in via Montello 14, nel quartiere di Marassi, dove abita il manager della società del gruppo Ansaldo Energia, di proprietà di Finmeccanica.
A sparargli sarebbe stato un uomo che lo aspettava sotto casa, mentre un complice - a riferirlo, lo stesso Adinolfi - lo aspettava su uno scooter, sul quale i due si sono allontanati dopo l'agguato. Entrambi avevano il volto coperto da un casco. Uscito di casa per recarsi al lavoro, intorno alle 8,30 Adinolfi è stato avvicinato da un uomo che indossava un giubbotto scuro e un casco integrale. L'aggressore ha sparato tre colpi di pistola semiautomatica - una Tokarev calibro 7.62 di fabbricazione est europea, usata dalle forze armate dei Paesi dell'Est - uno solo dei quali è andato a segno, colpendolo alla tibia destra. A chiamare i soccorsi è stata la moglie del manager, che si è precipitata in strada appena ha udito gli spari.
TROVATA LA MOTO - Intorno alle 13, gli investigatori hanno ritrovato la moto utilizzata dai malviventi per l'attentato. Il mezzo è stato individuato in via Sauli, una zona centrale di Genova. La zona è stata chiusa al traffico. Sono in corso accertamenti.
Genova, attentato manager Ansaldo
OPERATO - Il proiettile che ha raggiunto Adinolfi, gli ha procurato ferite significative e lesioni ai tessuti molli. Operato al reparto di Traumatologia del San Martino dal professor Santolini, l'uomo è poi stato portato in camera iperbarica, per prevenire eventuali infezioni. Le sue condizioni non sono gravi. Secondo i medici, il manager non dovrebbe avere problemi di recupero.
I rilievi della scientifica (Ansa)
L'AGGRESSIONE - La sparatoria è avvenuta nel capoluogo ligure non lontano dalla ferrovia Genova-Casella. Non ci sono ancora state rivendicazioni, anche se - viste le modalità dell'agguato - gli inquirenti starebbero privilegiando la matrice eversiva. Le indagini dei carabinieri del Ros puntano sull'estremismo ambientale e dell'ultrasinistra. Al vaglio anche la pista anarchica: nei mesi scorsi sul web era circolato l'appello di alcuni gruppi anarchici «ad alzare il tiro», «a pensare di passare a una fase che possa prevedere l'azione armata». Non si escludono comunque piste «personali» e il clima di «tensione sociale». Gli inquirenti sottolineano la coincidenza con la giornata elettorale e lo svolgimento odierno del consiglio di amministrazione di Ansaldo Sts. In azienda, la notizia del ferimento di Adinolfi è stata accolta con sgomento e apprensione. I lavoratori hanno annunciato che, qualora venisse identificata una matrice politico sociale dell’attentato, sono pronte a scendere in piazza per manifestare .
LE INDAGINI -Le indagini dicono che chi ha sparato a Roberto Adinolfi non voleva ucciderlo ma solo ferirlo. Adinolfi avrebbe detto di non essere in grado di fornire elementi utili per identificare il killer e il suo accompagnatore: oltre che coperti dai caschi integrali, infatti, i due non hanno pronunciato parole, neanche per richiamare l'attenzione del manager. Anche per quanto riguarda il movente Adinolfi non sarebbe stato in grado di fornire elementi utili. I carabinieri stanno sequestrando le immagini dei sistemi di sorveglianza operativa della città e raccogliendo le testimonianze sul posto.
LA PISTA EVERSIVA - La pista privilegiata dagli investigatori antiterrorismo è quella eversiva. Ma al momento è «soltanto un'ipotesi ricavata dalle modalità dell'attentato», precisano. I killer erano due, il mezzo utilizzato è uno scooter: elementi che richiamano il modo di agire di vecchie organizzazioni terroristiche. «Ma è presto per dire con certezza se c'è un ritorno agli «anni di piombo». Se di terrorismo si tratta, arriverà una rivendicazione ufficiale», e ovviamente «deve essere anche attendibile».
IL MANAGER - Adinolfi è sposato e ha tre figli maschi. Tutti e tre si sono recati in ospedale. Il manager si è laureato nel 1976 in Ingegneria nucleare al Politecnico di Milano. Entrato in Ansaldo nel 1975, ha percorso tutta la carriera all'interno di Ansaldo Nucleare - 250 dipendenti - società di cui è amministratore delegato dall'aprile 2007.
LE REAZIONI - «Sono cose che non si commentano», ha detto il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, a Torino per un convegno, in merito al ferimento di Adinolfi.
«Se la matrice dell'attentato fosse legata a contrasti di origine politico o sociale, si tratterebbe di un fatto estremamente grave, inaudito da moltissimi anni, sintomo di un clima estremamente complesso e di una situazione di difficoltà del mondo industriale». Così il direttore generale di Finmeccanica, Alessandro Pansa, aprendo l'assemblea di Ansaldo Sts, ha commentato l'attentato. L'episodio non avrà alcun impatto sulla linea del gruppo Finmeccanica, ha aggiunto Pansa: «Non ci sarà alcun tipo di condizionamento da parte di comportamenti intimidatori». Il numero uno di Ansaldo Energia, Giuseppe Zampini, all'uscita dall'ospedale dove si è recato per verificare le condizioni del manager del gruppo, rispondendo alla domanda dei giornalisti, che gli chiedevano «Vi sentite minacciati?», ha detto: «Assolutamente no. Non mi sento e non ci sentiamo sotto tiro».
LA POLITICA - «È necessario abbassare i toni e isolare i predicatori d'odio». Siamo di fronte a «un episodio molto grave che non va sottovalutato in questo momento di crisi economica», ha detto il ministro della Cooperazione e Integrazione Andrea Riccardi. «Un episodio - ha detto - che bisogna condannare tutti, e subito, facendo sentire la solidarietà dello Stato. La violenza non è mai giustificabile».
Il sindaco Marta Vincenzi e l'amministrazione comunale, nel condannare con «la massima fermezza il fatto avvenuto e ogni forma di violenza» hanno espresso solidarietà e vicinanza a Roberto Adinolfi. «È stata colpita una persona che rappresenta le capacità e l'eccellenza dell'impresa e del lavoro di Genova», ha detto il sindaco. In attesa di ulteriori elementi che possano fare luce su questo gravissimo episodio si fa appello ai lavoratori, ai cittadini e a tutte le istituzioni pubbliche e forze politiche e sociali della città affinchè si presti la massima attenzione e si manifesti la più ferma coesione di fronte a un episodio di tale violenza».
Cgil, Cisl e Uil di Genova e della Liguria, in una nota congiunta condannano «un'atto teso a destabilizzare l'ordinamento democratico» e si dicono decisi «a contrastare come in passato ogni rigurgito di terrorismo»
«Sono stato in ospedale per portare la solidarietà mia e di Marco Doria. Per fortuna i proiettili non hanno leso nervi o vasi, Adinolfi è già uscito dalla sala operatoria. Gli auguro di riprendersi presto», ha detto Massimo Costantini, primario di Cure Palliative e coordinatore della campagna del candidato sindaco. Che in un comunicato ufficiale ha espresso «sdegno per il gesto criminoso», manifestando, assieme all'immediata solidarietà, «la necessità di reagire democraticamente con fermezza alla minaccia rappresentata da quanto è accaduto».
Il ferimento di Adinolfi «è un segnale preoccupante di un salto di qualità delle tensioni e della violenza», ha detto Pier Luigi Bersani, che esprime solidarietà all'ad di Ansaldo nucleare. «Si faccia subito luce su questo avvenimento e si tenga alta la guardia della democrazia», ha aggiunto.
Secondo Angelino Alfano, segretario del Pdl, l'agguato è «il gravissimo sintomo di un clima saturo di tensioni sociali che rischiano di inquinare la storia di civiltà che ci siamo conquistati, lasciandoci alle spalle periodi bui e mai dimenticati».
In un tweet messo in rete poco dopo l'agguato, il presidente di Sinistra Ecologia Libertà Nichi Vendola esprime «orrore e preoccupazione: «Avevo appena finito di votare a Terlizzi, che mi informano del ferimento del manager Ansaldo a Genova: orrore e preoccupazione. Non tornino i tempi bui», scrive. «Solidarietà e preoccupazione» anche dal presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, che ha commentato su Twitter l'attentato.
Antonella De Gregorio
Erika Della Casa
7 maggio 2012 | 14:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere.it
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Come se ne viene fuori ?
Già ho sentito qualche riscontro nauseante,...so che nelle prossime ore ne dovrò sentire molti altri.
L'uomo è ancora un'animale che si comporta come un'animale.
Forse gli animali sono più intelligenti perché una volta percepito un pericolo lo memorizzano e ne rimangono lontani per tutta la vita. L'uomo no.
A Genova ci sono stato un mese fa e la segretaria di Don Gallo mi aveva fatto un quadro agghiacciante dello stato di fatto della città. "Non c'è più lavoro"
Non meravigliamoci se poi avvengono certi avvenimenti. Andavano prevenuti, ma una classe dirigente completamente inetta che se ne sbatte, nelle prossime ore ci farà sapere tutto il suo sdegno, facendo finta di non sapere che sono i frutti del loro fallimento.
RICOVERATO AL SAN MARTINO, NON È IN PERICOLO DI VITA
Genova, gambizzato dirigente Ansaldo
Attentato a Marassi, in via Montello. Roberto Adinolfi, 59 anni, avvicinato da due motociclisti e colpito a un ginocchio
MILANO - Gambizzato a Genova l'amministratore di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, 59 anni. L'attentato è avvenuto in via Montello 14, nel quartiere di Marassi, dove abita il manager della società del gruppo Ansaldo Energia, di proprietà di Finmeccanica.
A sparargli sarebbe stato un uomo che lo aspettava sotto casa, mentre un complice - a riferirlo, lo stesso Adinolfi - lo aspettava su uno scooter, sul quale i due si sono allontanati dopo l'agguato. Entrambi avevano il volto coperto da un casco. Uscito di casa per recarsi al lavoro, intorno alle 8,30 Adinolfi è stato avvicinato da un uomo che indossava un giubbotto scuro e un casco integrale. L'aggressore ha sparato tre colpi di pistola semiautomatica - una Tokarev calibro 7.62 di fabbricazione est europea, usata dalle forze armate dei Paesi dell'Est - uno solo dei quali è andato a segno, colpendolo alla tibia destra. A chiamare i soccorsi è stata la moglie del manager, che si è precipitata in strada appena ha udito gli spari.
TROVATA LA MOTO - Intorno alle 13, gli investigatori hanno ritrovato la moto utilizzata dai malviventi per l'attentato. Il mezzo è stato individuato in via Sauli, una zona centrale di Genova. La zona è stata chiusa al traffico. Sono in corso accertamenti.
Genova, attentato manager Ansaldo
OPERATO - Il proiettile che ha raggiunto Adinolfi, gli ha procurato ferite significative e lesioni ai tessuti molli. Operato al reparto di Traumatologia del San Martino dal professor Santolini, l'uomo è poi stato portato in camera iperbarica, per prevenire eventuali infezioni. Le sue condizioni non sono gravi. Secondo i medici, il manager non dovrebbe avere problemi di recupero.
I rilievi della scientifica (Ansa)
L'AGGRESSIONE - La sparatoria è avvenuta nel capoluogo ligure non lontano dalla ferrovia Genova-Casella. Non ci sono ancora state rivendicazioni, anche se - viste le modalità dell'agguato - gli inquirenti starebbero privilegiando la matrice eversiva. Le indagini dei carabinieri del Ros puntano sull'estremismo ambientale e dell'ultrasinistra. Al vaglio anche la pista anarchica: nei mesi scorsi sul web era circolato l'appello di alcuni gruppi anarchici «ad alzare il tiro», «a pensare di passare a una fase che possa prevedere l'azione armata». Non si escludono comunque piste «personali» e il clima di «tensione sociale». Gli inquirenti sottolineano la coincidenza con la giornata elettorale e lo svolgimento odierno del consiglio di amministrazione di Ansaldo Sts. In azienda, la notizia del ferimento di Adinolfi è stata accolta con sgomento e apprensione. I lavoratori hanno annunciato che, qualora venisse identificata una matrice politico sociale dell’attentato, sono pronte a scendere in piazza per manifestare .
LE INDAGINI -Le indagini dicono che chi ha sparato a Roberto Adinolfi non voleva ucciderlo ma solo ferirlo. Adinolfi avrebbe detto di non essere in grado di fornire elementi utili per identificare il killer e il suo accompagnatore: oltre che coperti dai caschi integrali, infatti, i due non hanno pronunciato parole, neanche per richiamare l'attenzione del manager. Anche per quanto riguarda il movente Adinolfi non sarebbe stato in grado di fornire elementi utili. I carabinieri stanno sequestrando le immagini dei sistemi di sorveglianza operativa della città e raccogliendo le testimonianze sul posto.
LA PISTA EVERSIVA - La pista privilegiata dagli investigatori antiterrorismo è quella eversiva. Ma al momento è «soltanto un'ipotesi ricavata dalle modalità dell'attentato», precisano. I killer erano due, il mezzo utilizzato è uno scooter: elementi che richiamano il modo di agire di vecchie organizzazioni terroristiche. «Ma è presto per dire con certezza se c'è un ritorno agli «anni di piombo». Se di terrorismo si tratta, arriverà una rivendicazione ufficiale», e ovviamente «deve essere anche attendibile».
IL MANAGER - Adinolfi è sposato e ha tre figli maschi. Tutti e tre si sono recati in ospedale. Il manager si è laureato nel 1976 in Ingegneria nucleare al Politecnico di Milano. Entrato in Ansaldo nel 1975, ha percorso tutta la carriera all'interno di Ansaldo Nucleare - 250 dipendenti - società di cui è amministratore delegato dall'aprile 2007.
LE REAZIONI - «Sono cose che non si commentano», ha detto il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, a Torino per un convegno, in merito al ferimento di Adinolfi.
«Se la matrice dell'attentato fosse legata a contrasti di origine politico o sociale, si tratterebbe di un fatto estremamente grave, inaudito da moltissimi anni, sintomo di un clima estremamente complesso e di una situazione di difficoltà del mondo industriale». Così il direttore generale di Finmeccanica, Alessandro Pansa, aprendo l'assemblea di Ansaldo Sts, ha commentato l'attentato. L'episodio non avrà alcun impatto sulla linea del gruppo Finmeccanica, ha aggiunto Pansa: «Non ci sarà alcun tipo di condizionamento da parte di comportamenti intimidatori». Il numero uno di Ansaldo Energia, Giuseppe Zampini, all'uscita dall'ospedale dove si è recato per verificare le condizioni del manager del gruppo, rispondendo alla domanda dei giornalisti, che gli chiedevano «Vi sentite minacciati?», ha detto: «Assolutamente no. Non mi sento e non ci sentiamo sotto tiro».
LA POLITICA - «È necessario abbassare i toni e isolare i predicatori d'odio». Siamo di fronte a «un episodio molto grave che non va sottovalutato in questo momento di crisi economica», ha detto il ministro della Cooperazione e Integrazione Andrea Riccardi. «Un episodio - ha detto - che bisogna condannare tutti, e subito, facendo sentire la solidarietà dello Stato. La violenza non è mai giustificabile».
Il sindaco Marta Vincenzi e l'amministrazione comunale, nel condannare con «la massima fermezza il fatto avvenuto e ogni forma di violenza» hanno espresso solidarietà e vicinanza a Roberto Adinolfi. «È stata colpita una persona che rappresenta le capacità e l'eccellenza dell'impresa e del lavoro di Genova», ha detto il sindaco. In attesa di ulteriori elementi che possano fare luce su questo gravissimo episodio si fa appello ai lavoratori, ai cittadini e a tutte le istituzioni pubbliche e forze politiche e sociali della città affinchè si presti la massima attenzione e si manifesti la più ferma coesione di fronte a un episodio di tale violenza».
Cgil, Cisl e Uil di Genova e della Liguria, in una nota congiunta condannano «un'atto teso a destabilizzare l'ordinamento democratico» e si dicono decisi «a contrastare come in passato ogni rigurgito di terrorismo»
«Sono stato in ospedale per portare la solidarietà mia e di Marco Doria. Per fortuna i proiettili non hanno leso nervi o vasi, Adinolfi è già uscito dalla sala operatoria. Gli auguro di riprendersi presto», ha detto Massimo Costantini, primario di Cure Palliative e coordinatore della campagna del candidato sindaco. Che in un comunicato ufficiale ha espresso «sdegno per il gesto criminoso», manifestando, assieme all'immediata solidarietà, «la necessità di reagire democraticamente con fermezza alla minaccia rappresentata da quanto è accaduto».
Il ferimento di Adinolfi «è un segnale preoccupante di un salto di qualità delle tensioni e della violenza», ha detto Pier Luigi Bersani, che esprime solidarietà all'ad di Ansaldo nucleare. «Si faccia subito luce su questo avvenimento e si tenga alta la guardia della democrazia», ha aggiunto.
Secondo Angelino Alfano, segretario del Pdl, l'agguato è «il gravissimo sintomo di un clima saturo di tensioni sociali che rischiano di inquinare la storia di civiltà che ci siamo conquistati, lasciandoci alle spalle periodi bui e mai dimenticati».
In un tweet messo in rete poco dopo l'agguato, il presidente di Sinistra Ecologia Libertà Nichi Vendola esprime «orrore e preoccupazione: «Avevo appena finito di votare a Terlizzi, che mi informano del ferimento del manager Ansaldo a Genova: orrore e preoccupazione. Non tornino i tempi bui», scrive. «Solidarietà e preoccupazione» anche dal presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, che ha commentato su Twitter l'attentato.
Antonella De Gregorio
Erika Della Casa
7 maggio 2012 | 14:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere.it
L'uomo è ancora un'animale che si comporta come un'animale.
Forse gli animali sono più intelligenti perché una volta percepito un pericolo lo memorizzano e ne rimangono lontani per tutta la vita. L'uomo no.
A Genova ci sono stato un mese fa e la segretaria di Don Gallo mi aveva fatto un quadro agghiacciante dello stato di fatto della città. "Non c'è più lavoro"
Non meravigliamoci se poi avvengono certi avvenimenti. Andavano prevenuti, ma una classe dirigente completamente inetta che se ne sbatte, nelle prossime ore ci farà sapere tutto il suo sdegno, facendo finta di non sapere che sono i frutti del loro fallimento.
RICOVERATO AL SAN MARTINO, NON È IN PERICOLO DI VITA
Genova, gambizzato dirigente Ansaldo
Attentato a Marassi, in via Montello. Roberto Adinolfi, 59 anni, avvicinato da due motociclisti e colpito a un ginocchio
MILANO - Gambizzato a Genova l'amministratore di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, 59 anni. L'attentato è avvenuto in via Montello 14, nel quartiere di Marassi, dove abita il manager della società del gruppo Ansaldo Energia, di proprietà di Finmeccanica.
A sparargli sarebbe stato un uomo che lo aspettava sotto casa, mentre un complice - a riferirlo, lo stesso Adinolfi - lo aspettava su uno scooter, sul quale i due si sono allontanati dopo l'agguato. Entrambi avevano il volto coperto da un casco. Uscito di casa per recarsi al lavoro, intorno alle 8,30 Adinolfi è stato avvicinato da un uomo che indossava un giubbotto scuro e un casco integrale. L'aggressore ha sparato tre colpi di pistola semiautomatica - una Tokarev calibro 7.62 di fabbricazione est europea, usata dalle forze armate dei Paesi dell'Est - uno solo dei quali è andato a segno, colpendolo alla tibia destra. A chiamare i soccorsi è stata la moglie del manager, che si è precipitata in strada appena ha udito gli spari.
TROVATA LA MOTO - Intorno alle 13, gli investigatori hanno ritrovato la moto utilizzata dai malviventi per l'attentato. Il mezzo è stato individuato in via Sauli, una zona centrale di Genova. La zona è stata chiusa al traffico. Sono in corso accertamenti.
Genova, attentato manager Ansaldo
OPERATO - Il proiettile che ha raggiunto Adinolfi, gli ha procurato ferite significative e lesioni ai tessuti molli. Operato al reparto di Traumatologia del San Martino dal professor Santolini, l'uomo è poi stato portato in camera iperbarica, per prevenire eventuali infezioni. Le sue condizioni non sono gravi. Secondo i medici, il manager non dovrebbe avere problemi di recupero.
I rilievi della scientifica (Ansa)
L'AGGRESSIONE - La sparatoria è avvenuta nel capoluogo ligure non lontano dalla ferrovia Genova-Casella. Non ci sono ancora state rivendicazioni, anche se - viste le modalità dell'agguato - gli inquirenti starebbero privilegiando la matrice eversiva. Le indagini dei carabinieri del Ros puntano sull'estremismo ambientale e dell'ultrasinistra. Al vaglio anche la pista anarchica: nei mesi scorsi sul web era circolato l'appello di alcuni gruppi anarchici «ad alzare il tiro», «a pensare di passare a una fase che possa prevedere l'azione armata». Non si escludono comunque piste «personali» e il clima di «tensione sociale». Gli inquirenti sottolineano la coincidenza con la giornata elettorale e lo svolgimento odierno del consiglio di amministrazione di Ansaldo Sts. In azienda, la notizia del ferimento di Adinolfi è stata accolta con sgomento e apprensione. I lavoratori hanno annunciato che, qualora venisse identificata una matrice politico sociale dell’attentato, sono pronte a scendere in piazza per manifestare .
LE INDAGINI -Le indagini dicono che chi ha sparato a Roberto Adinolfi non voleva ucciderlo ma solo ferirlo. Adinolfi avrebbe detto di non essere in grado di fornire elementi utili per identificare il killer e il suo accompagnatore: oltre che coperti dai caschi integrali, infatti, i due non hanno pronunciato parole, neanche per richiamare l'attenzione del manager. Anche per quanto riguarda il movente Adinolfi non sarebbe stato in grado di fornire elementi utili. I carabinieri stanno sequestrando le immagini dei sistemi di sorveglianza operativa della città e raccogliendo le testimonianze sul posto.
LA PISTA EVERSIVA - La pista privilegiata dagli investigatori antiterrorismo è quella eversiva. Ma al momento è «soltanto un'ipotesi ricavata dalle modalità dell'attentato», precisano. I killer erano due, il mezzo utilizzato è uno scooter: elementi che richiamano il modo di agire di vecchie organizzazioni terroristiche. «Ma è presto per dire con certezza se c'è un ritorno agli «anni di piombo». Se di terrorismo si tratta, arriverà una rivendicazione ufficiale», e ovviamente «deve essere anche attendibile».
IL MANAGER - Adinolfi è sposato e ha tre figli maschi. Tutti e tre si sono recati in ospedale. Il manager si è laureato nel 1976 in Ingegneria nucleare al Politecnico di Milano. Entrato in Ansaldo nel 1975, ha percorso tutta la carriera all'interno di Ansaldo Nucleare - 250 dipendenti - società di cui è amministratore delegato dall'aprile 2007.
LE REAZIONI - «Sono cose che non si commentano», ha detto il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, a Torino per un convegno, in merito al ferimento di Adinolfi.
«Se la matrice dell'attentato fosse legata a contrasti di origine politico o sociale, si tratterebbe di un fatto estremamente grave, inaudito da moltissimi anni, sintomo di un clima estremamente complesso e di una situazione di difficoltà del mondo industriale». Così il direttore generale di Finmeccanica, Alessandro Pansa, aprendo l'assemblea di Ansaldo Sts, ha commentato l'attentato. L'episodio non avrà alcun impatto sulla linea del gruppo Finmeccanica, ha aggiunto Pansa: «Non ci sarà alcun tipo di condizionamento da parte di comportamenti intimidatori». Il numero uno di Ansaldo Energia, Giuseppe Zampini, all'uscita dall'ospedale dove si è recato per verificare le condizioni del manager del gruppo, rispondendo alla domanda dei giornalisti, che gli chiedevano «Vi sentite minacciati?», ha detto: «Assolutamente no. Non mi sento e non ci sentiamo sotto tiro».
LA POLITICA - «È necessario abbassare i toni e isolare i predicatori d'odio». Siamo di fronte a «un episodio molto grave che non va sottovalutato in questo momento di crisi economica», ha detto il ministro della Cooperazione e Integrazione Andrea Riccardi. «Un episodio - ha detto - che bisogna condannare tutti, e subito, facendo sentire la solidarietà dello Stato. La violenza non è mai giustificabile».
Il sindaco Marta Vincenzi e l'amministrazione comunale, nel condannare con «la massima fermezza il fatto avvenuto e ogni forma di violenza» hanno espresso solidarietà e vicinanza a Roberto Adinolfi. «È stata colpita una persona che rappresenta le capacità e l'eccellenza dell'impresa e del lavoro di Genova», ha detto il sindaco. In attesa di ulteriori elementi che possano fare luce su questo gravissimo episodio si fa appello ai lavoratori, ai cittadini e a tutte le istituzioni pubbliche e forze politiche e sociali della città affinchè si presti la massima attenzione e si manifesti la più ferma coesione di fronte a un episodio di tale violenza».
Cgil, Cisl e Uil di Genova e della Liguria, in una nota congiunta condannano «un'atto teso a destabilizzare l'ordinamento democratico» e si dicono decisi «a contrastare come in passato ogni rigurgito di terrorismo»
«Sono stato in ospedale per portare la solidarietà mia e di Marco Doria. Per fortuna i proiettili non hanno leso nervi o vasi, Adinolfi è già uscito dalla sala operatoria. Gli auguro di riprendersi presto», ha detto Massimo Costantini, primario di Cure Palliative e coordinatore della campagna del candidato sindaco. Che in un comunicato ufficiale ha espresso «sdegno per il gesto criminoso», manifestando, assieme all'immediata solidarietà, «la necessità di reagire democraticamente con fermezza alla minaccia rappresentata da quanto è accaduto».
Il ferimento di Adinolfi «è un segnale preoccupante di un salto di qualità delle tensioni e della violenza», ha detto Pier Luigi Bersani, che esprime solidarietà all'ad di Ansaldo nucleare. «Si faccia subito luce su questo avvenimento e si tenga alta la guardia della democrazia», ha aggiunto.
Secondo Angelino Alfano, segretario del Pdl, l'agguato è «il gravissimo sintomo di un clima saturo di tensioni sociali che rischiano di inquinare la storia di civiltà che ci siamo conquistati, lasciandoci alle spalle periodi bui e mai dimenticati».
In un tweet messo in rete poco dopo l'agguato, il presidente di Sinistra Ecologia Libertà Nichi Vendola esprime «orrore e preoccupazione: «Avevo appena finito di votare a Terlizzi, che mi informano del ferimento del manager Ansaldo a Genova: orrore e preoccupazione. Non tornino i tempi bui», scrive. «Solidarietà e preoccupazione» anche dal presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, che ha commentato su Twitter l'attentato.
Antonella De Gregorio
Erika Della Casa
7 maggio 2012 | 14:01
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- Iscritto il: 22/02/2012, 10:21
Re: Come se ne viene fuori ?
La situazione è preoccupante ma sembra che i saturniani non se ne accorgono.
C'è chi soffia ancora sul fuoco dando colpa della mala istruzione ai giovani e non alla Schifosa Riforma Gelmini.
C'è chi soffia ancora sul fuoco dando colpa della mala istruzione ai giovani e non alla Schifosa Riforma Gelmini.
ilfattoquotidiano.it ha scritto: Fornero: “I giovani non conoscono l’italiano e non sanno fare di conto”
Il ministro del Lavoro ha commentato alcuni dati riguardanti l'apprendimento dei ragazzi fra 18 e 24 anni, con titolo di scuola media inferiore e non inseriti in altri percorsi formativi. La soluzione, sostiene, è l'apprendistato: "Non è solo colpa loro, è una cosa grave per loro e per la società"
“I nostri giovani sanno troppo poco. Non conoscono le lingue, l’italiano compreso e neanche i rudimenti della matematica. Non sanno fare di conto”. Sono le parole del ministro del Lavoro, Elsa Fornero che ha commentato alcuni dati riguardanti l’apprendimento di chi si trova nella fascia d’età fra 18 e 24 anni, con titolo di scuola media inferiore e non inseriti in altri percorsi formativi. Dai “tecnici” il giudizio sui nostri ragazzi non è quindi dei più lusinghieri. Tra le altre uscite non proprio approvate dai giovani si ricordano le dichiarazioni del ministro dell‘Interno Anna Maria Cancellieri sui giovani mammoni, oppure quelle del vice ministro al lavoro Michel Martone sugli “sfigati” che a 28 anni non hanno ancora la laurea (che seguirono peraltro quella più celebre sulla monotonia del posto fisso del presidente Monti).
Torniamo all’analisi della Fornero. La media europea dei ragazzi con titolo di scuola inferiore e non occupati in altri studi – ha spiegato il ministro – è del 14 per cento, in Italia del 18,8 per cento, in Spagna dell’11 per cento e in Francia del 12 per cento. La Fornero continua: “Se poi si prende in considerazione la posizione di persone tra i 30 e i 34 anni con titolo di studio universario si nota che il dato complessivo in Europa è del 33,6 per cento, in Italia del 19,8 per cento, mentre in Francia del 43,5 per cento, in Germania del 30 per cento, nel Regno Unito del 43 per cento. I nostri giovani dunque studiano ancora troppo poco”.
La soluzione individuata dalla professoressa imprestata alla politica è l‘apprendistato: “Crediamo che questo possa essere una via tipica per i giovani per entrare nel mondo del lavoro. Il giovane che entra in apprendistato, infatti, lo fa per migliorare le sue conoscenze e per irrobustire la sua risorsa umana. Per questo va inteso come una premessa per relazioni di lavoro più produttive e stabili”.
La “colpa” però per la Fornero non è solo delle nuove leve: “C’è una percentuale ancora troppo alta di popolazione giovane lasciata a sé stessa. Un dato, questo, rischioso per i giovani ma anche per la società”.
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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