Giustizia e (in)giustizia

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camillobenso
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Re: Giustizia e (in)giustizia

Messaggio da camillobenso »

Dall'Italia
Vaprio D’Adda, corteo per l’uomo che ha sparato al ladro: lui si affaccia alla finestra e saluta
Francesco Sicignano, 65 anni, è ora indagato per omicidio volontario - Nino Luca /h24 - CorriereTv

http://video.corriere.it/vaprio-d-adda- ... e1580f106c

^^^^^


ALLA «ZANZARA»
Joe Formaggio: «Se ladro in casa mia
si ritrova le cervella dentro le scarpe»
Il sindaco di Albettone sul caso di Vaprio d’Adda: «Ogni tanto un morto ci sta bene»

VICENZA Il sindaco di Albettone (Vicenza),

http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 3932.shtml
pancho
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Re: Giustizia e (in)giustizia

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:il giallo in provincia di milano
Vaprio, ladro ucciso: nessuna traccia
di sangue dentro la casa

Il pensionato ha raccontato di aver sparato nel suo appartamento al terzo piano,ma il corpo del 22enne albanese è stato trovato sulla scala esterna
di Redazione Milano online

http://milano.corriere.it/notizie/crona ... 0e17.shtml
Da Wikipedia
L'omicidio doloso (comunemente omicidio volontario) in diritto penale, è il delitto previsto dall'articolo 575 del Codice Penale che consiste nel provocare volontariamente la morte di un'altra persona. Si distingue in premeditato e non premeditato.


Precisato questo, il caso specifico, qualunque sia l'esito dell'inchiesta, non smuove di una virgola cio' che intendevo dire a riguardo di questi fatti.

L'imputato, ammesso e non concesso avesse precedenti anche gravi e non avesse sparato in casa ma sparato quando il delinquente fuggiva non mi sembra possa cambiare cosi radicalmente la mia precedente opinione.

L'uomo si e' trovato un delinquente che forse avrebbe potuto aver gai afferrato un grave crimine prima di fuggire.

Chi lo avrebbe saputo. Poteva quest'uomo chiederlo prima di sparare?

Sta' di fatto che chi fa il delinquente per professione od altro deve sapere che rischia grosso e se non gliele importa una mazza, vabbehhh .azzi suoi. Che devo dire!

Se poi qualcuno intende valersi di queste situazioni per suoi interessi politici, son fatti loro e di chi abbocca.

Purtroppo quando succedono queste situazioni, nessuno a sinistra entra nel marito magari facendo qualche distinguo rispetto ai soliti legaioli. La lega fa il suo gioco lasciato al qualunquismo dalle altre forze. Docet i miei precedenti post su questo tema.

Questa pseudo sinistra cerca sempre di difendere il piu' debole ed e' giusto ma in questi casi, in cui scappa il morto, non sempre il "debole" e' colui ce ci lascia la pelle.

Il vero debole spesso e' quello che rischia nei supermercati o nelle bancarelle in cerca della sussistenza giornaliera ma non chi vuol arricchirsi in fretta sulle spalle degli altri siano essi poveri che ricchi.

Non puo esserci giustificazione i questo.

Su questo problema qualche decina di anni fa avevo visto un'intervista ad un ladro d'appartamenti in cui metteva in evidenza proprio queste situazioni e cioe' che loro si sentivano in un certo qual mod protetti da queste legislazioni che mettevano il padrone di casa nella dofficolta di reagire immediatamente e spesso per non incorrere in problemi non richiedeva alcun porto d'armi per non incorrere nei guai.

In questo modo, continuava nell'intervista, noi ci trovavano avvantaggiati rispetto al derubato proprio per questo.

Nel tempo poi la popolazione non sentendosi difesa ha lasciato perdere queste paure, costi quel che costi. Mi faro qualche anno di galera ma in cambio ho la vita.

Ripeto ancora una volta: Se qualcuno si azzarda a forzare una mia porta o un qualsiasi balcone al primo passo interno, io lo freddo immediatamente. Quindi ci deve pensare prima di forzare una delle mie entrate. Dio certo non chiedero' cosa vuole e nemmeno che mi dia una risposta perché non avra' il tempo. Se ha ben chiaro questo beh allora se l'e' cercata.

Giustizia e...(non)giustizia.


un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
camillobenso
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Re: Giustizia e (in)giustizia

Messaggio da camillobenso »

Sta' di fatto che chi fa il delinquente per professione od altro deve sapere che rischia grosso e se non gliele importa una mazza, vabbehhh .azzi suoi. Che devo dire!


Possiamo tirare in ballo il vecchio detto:

FORTE CON I DEBOLI E DEBOLE CON I FORTI???????


Diresti altrettanto ai membri (forti) di questo Parlamento e tanti altri precedenti????


Saresti così determinato anche di fronte alla Banda Verdini e a tante altre??????
camillobenso
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Re: Giustizia e (in)giustizia

Messaggio da camillobenso »

Mesi fà, in un intervista TV, Alessandro Di Battista ha affermato:

"Tutti i giorni in Parlamento abbiamo di fronte la mafia"

Non è una novità lo sappiamo da sempre. Andreotti ed altri erano loro uomini.

Ma non dobbiamo dimenticarci dell'esperienza del Prefetto di ferro. Cesare Mori.

Nel 1909 fu nominato commissario. In quegli anni compì numerosi arresti e sfuggì a vari attentati. Scrisse il Procuratore Generale di Palermo:
« Finalmente abbiamo a Trapani un uomo che non esita a colpire la mafia dovunque essa si alligni. Peccato, purtroppo, che vi siano sempre i cosiddetti "deputati della rapina" contro di lui... »



Dopo l'ottimo lavoro in provincia di Trapani, Benito Mussolini nominò Mori prefetto di Palermo, dove si insediò il 20 ottobre 1925, con poteri straordinari e con competenza estesa a tutta la Sicilia, al fine di sradicare il fenomeno mafioso nell'isola. Questo il testo del telegramma inviato da Mussolini: «vostra Eccellenza ha carta bianca, l'autorità dello Stato deve essere assolutamente, ripeto assolutamente, ristabilita in Sicilia. Se le leggi attualmente in vigore la ostacoleranno, non costituirà problema, noi faremo nuove leggi».


Ma Mussolini si rese conto che la mafia era presente nell'aula sorda e grigia della Camera fascista.

Brava gente o delinquenti.

Sulla bilancia della giustizia un ladro vale quanto l'onorata società????
camillobenso
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Re: Giustizia e (in)giustizia

Messaggio da camillobenso »

IL GIALLO IN PROVINCIA DI MILANO
Ladro ucciso a Vaprio:
niente sangue in casa,
il colpo sparato dall’alto


Il pensionato dice di aver sparato in cucina. Ma il corpo era sulla scala esterna


http://www.corriere.it/
pancho
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Re: Giustizia e (in)giustizia

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:Sta' di fatto che chi fa il delinquente per professione od altro deve sapere che rischia grosso e se non gliele importa una mazza, vabbehhh .azzi suoi. Che devo dire!


Possiamo tirare in ballo il vecchio detto:

FORTE CON I DEBOLI E DEBOLE CON I FORTI???????


Diresti altrettanto ai membri (forti) di questo Parlamento e tanti altri precedenti????


Saresti così determinato anche di fronte alla Banda Verdini e a tante altre??????
Saresti così determinato anche di fronte alla Banda Verdini e a tante altre??????
Eh certo? Politicamente e non solo politicamene. Costoro fanno danni amministrativi che impoveriscono un paese. Cio' però non toglie niente al mio giudizio.
Con questa tua precisazione vorresti dirmi che finche' non riusciamo a mettere in galera questi, altri possono essere giustificati?

un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
camillobenso
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Re: Giustizia e (in)giustizia

Messaggio da camillobenso »

pancho ha scritto:
camillobenso ha scritto:Sta' di fatto che chi fa il delinquente per professione od altro deve sapere che rischia grosso e se non gliele importa una mazza, vabbehhh .azzi suoi. Che devo dire!


Possiamo tirare in ballo il vecchio detto:

FORTE CON I DEBOLI E DEBOLE CON I FORTI???????


Diresti altrettanto ai membri (forti) di questo Parlamento e tanti altri precedenti????


Saresti così determinato anche di fronte alla Banda Verdini e a tante altre??????
Saresti così determinato anche di fronte alla Banda Verdini e a tante altre??????
Eh certo? Politicamente e non solo politicamene. Costoro fanno danni amministrativi che impoveriscono un paese. Cio' però non toglie niente al mio giudizio.
Con questa tua precisazione vorresti dirmi che finche' non riusciamo a mettere in galera questi, altri possono essere giustificati?

un salutone

Mi avvalgo della facoltà di aver prestato servizio sotto il colonnello comandante Gianadelio Maletti, quello poi diventato capo del Sid per ordine di Andreotti.

Devo distinguere il comportamento del militare dell'Esercito, dal militare del Servizio Informazioni Difesa.

Due uomini e due storie non paragonabili.

L'uomo dell'Esercito, risponde a tutti i problemi che ci poniamo in relazione alla nostra società.

Purtroppo sono modalità che a me non piacciono, ma devo ammettere che purtroppo gli italiani non sono pronti alla democrazia.

I comportamenti in basso dipendono da quelli di chi sta in alto.

A Torino, alla Caserma Cavour, anche il solo non fornire i pasti regolari ai militari veniva ritenuto reato.

Maletti, partiva dal principio che lo Stato erogava i soldi sufficienti per fornire ai singoli militari pasti decenti. Magari non come a casa tua o al ristorante. Ma si poteva mangiare pasti decenti senza problema. Non riteneva giusto che i genitori inviassero vaglia ai figli per pranzare fuori. E questo, mangiare da cani, avveniva regolarmente al Car di Casale e a quanto ho appurato in mezzo secolo, in tantitissime altre caserme italiane.

A Casale il maresciallo di cucina usciva regolamente tutti i giorni in bicicletta con due borsoni pieni di cibo. Ma mi risulta avvenisse anche altrove.

A Torino non era permesso perchè gli ufficiali e i sottufficiali addetti, non rischiavano la carriera ed altro per sottrarre il cibo dovuto ai militari.

Maletti era era presente in sala mensa e tra i soldati mattina, colazione e cena.

Quando per servizio era costretto a ritardare, sapendo con chi aveva a che fare, al rientro si presentava subito in mensa e chiedeva ai singoli militari il permesso di assaggiare il cibo somministrato.

Non permetteva che anche una sola volta ufficiali e sottufficiali lo potessero fregare e quindi fregare la truppa.

E' certamente duro vivere in questo modo anche per il resto della vita in caserma, e a noi sessantottini di sinistra la sua rigidità da caserma tedesca non andava proprio giù.

Ma agli svantaggi paragonevamo i vantaggi. E spesso ci dicevamo che se i sacrifici li faceva lui, potevamo farli anche noi.

Questo per dire che tutto dipende dall'alto.
camillobenso
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Re: Giustizia e (in)giustizia

Messaggio da camillobenso »

La trappola


L’ultima trappola è scattata regolarmente. Ce lo ha dimostrato questa sera Paragone nella puntata settimanale de La Gabbia.

L’Italia intera è debordata a fronte di quanto è accaduto a Vaprio d’Adda.

Dagli interventi ascoltati, anche con il collegamento con Radio Padania, il fatto accaduto ieri ha trasformato gli italiani in novelli Giustizieri della notte. Gli italiani hanno abboccato.

La trappola “Migranti” ha prodotto un sufficiente stato di malessere tra gli italiani, ma non ha scatenato la rabbia sufficiente ad accendere la miccia.

Ha prodotto di più, per accumulazione del senso di disagio, l’episodio di Vaprio d’Adda. Anche se per il momento non ha fatto innescare movimenti di piazza. Però, la direzione è quella giusta.

I condizionamenti di massa stanno per dare i loro risultati.

Qualcuno lo ha anche scritto, ma gli italiani, per indole sono degli struzzi. Digeriscono tutto pur d’impegnarsi e non fare fatica.

Non solo in questa finanziaria che vengono sottratti fondi alla sicurezza.

Ma dato che non succedeva niente di eclatante, bastava un’alzata di spalle e tirare a vanti. Tirare a campare.

CONTINUA
pancho
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Re: Giustizia e (in)giustizia

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:
pancho ha scritto:
camillobenso ha scritto:Sta' di fatto che chi fa il delinquente per professione od altro deve sapere che rischia grosso e se non gliele importa una mazza, vabbehhh .azzi suoi. Che devo dire!

Possiamo tirare in ballo il vecchio detto:

FORTE CON I DEBOLI E DEBOLE CON I FORTI???????

Diresti altrettanto ai membri (forti) di questo Parlamento e tanti altri precedenti????

Saresti così determinato anche di fronte alla Banda Verdini e a tante altre??????
Saresti così determinato anche di fronte alla Banda Verdini e a tante altre??????
Eh certo? Politicamente e non solo politicamene. Costoro fanno danni amministrativi che impoveriscono un paese. Cio' però non toglie niente al mio giudizio.
Con questa tua precisazione vorresti dirmi che finche' non riusciamo a mettere in galera questi, altri possono essere giustificati?

un salutone
Mi avvalgo della facoltà di aver prestato servizio sotto il colonnello comandante Gianadelio Maletti, quello poi diventato capo del Sid per ordine di Andreotti.

Devo distinguere il comportamento del militare dell'Esercito, dal militare del Servizio Informazioni Difesa.

Due uomini e due storie non paragonabili.

L'uomo dell'Esercito, risponde a tutti i problemi che ci poniamo in relazione alla nostra società.

Purtroppo sono modalità che a me non piacciono, ma devo ammettere che purtroppo gli italiani non sono pronti alla democrazia.

I comportamenti in basso dipendono da quelli di chi sta in alto.

A Torino, alla Caserma Cavour, anche il solo non fornire i pasti regolari ai militari veniva ritenuto reato.

Maletti, partiva dal principio che lo Stato erogava i soldi sufficienti per fornire ai singoli militari pasti decenti. Magari non come a casa tua o al ristorante. Ma si poteva mangiare pasti decenti senza problema. Non riteneva giusto che i genitori inviassero vaglia ai figli per pranzare fuori. E questo, mangiare da cani, avveniva regolarmente al Car di Casale e a quanto ho appurato in mezzo secolo, in tantitissime altre caserme italiane.

A Casale il maresciallo di cucina usciva regolamente tutti i giorni in bicicletta con due borsoni pieni di cibo. Ma mi risulta avvenisse anche altrove.

A Torino non era permesso perchè gli ufficiali e i sottufficiali addetti, non rischiavano la carriera ed altro per sottrarre il cibo dovuto ai militari.

Maletti era era presente in sala mensa e tra i soldati mattina, colazione e cena.

Quando per servizio era costretto a ritardare, sapendo con chi aveva a che fare, al rientro si presentava subito in mensa e chiedeva ai singoli militari il permesso di assaggiare il cibo somministrato.

Non permetteva che anche una sola volta ufficiali e sottufficiali lo potessero fregare e quindi fregare la truppa.

E' certamente duro vivere in questo modo anche per il resto della vita in caserma, e a noi sessantottini di sinistra la sua rigidità da caserma tedesca non andava proprio giù.

Ma agli svantaggi paragonavamo i vantaggi. E spesso ci dicevamo che se i sacrifici li faceva lui, potevamo farli anche noi.

Questo per dire che tutto dipende dall'alto.
Questo per dire che tutto dipende dall'alto
Condivido pienamente il gen. Manetti anche se poi e' andata a finire come sappiamo o come non sapremo mai.

Pero caro Amico Zione anche qualora il gen. Manetti non si fosse comportato cosi non sarebbe stato logico il comportamento dei singoli marescialli e quindi condannabili senza aspettare di inquisire il loro generale.
.
Cosa intendo con questo?
Intendo dire che non possiamo aspettare che i singoli generali si comportino bene perché a quei livelli non arriveremo mai , o quasi, a saperlo mentre come si comportavano i marescialli quello si che lo sapevamo.

I furieri come gli autisti personali erano i primi a saperlo e poi le voci correvano immediatamente.

Colpendo chi defrauda puoi arrivare alla mente e quindi poi al generale. Se riesci a risalire dal piccolo delinquente, che spesso non agisce da solo ma fa parte di una cosca, puoi arrivare alla sua "ghenga".

Questo era un modo di ragionare anche nel sindacato, in fabbrica, nei riguardi di chi rubacchiava e ne faceva di altre non di poco conto. Venivano difesi con il motivo che all'interno c'erano ladri più grossi. Cattiva educazione politica e sindacale questa.

Su questi temi, anch'io sessantottino, ne discutevamo parecchie volte col mio vecchio tessera PCI 1921 che a riguardo mi diceva sempre(e questo me lo ricordo come fosse ora) : Attento a non cadere nelle trappole che l'avversario politico e la confindustria ti presenta.
Se vuoi combattere le ingiustizie non devi dar loro modo che essi le riscontrino in te. Anche se queste possono essere piccole. a tutti compreso al movimento operaio.

Te mi dirai: Cacchio, di questo passo allora non se ne verrà mai fuori.

Certo e' difficile la strada ma questa e' l'unica che puo' salvarci.
Se devi combattere la disonestà devi essere te per primo onesto altrimenti sei perdente sin dall'inizio e fai inoltre un danno

Ora spesso siamo perdenti perché purtroppo non sia creduti. Ne combiniamo peggio di Bertoldo e l'egoismo la vince sempre anche con noi. Il buon esempio e' rivoluzionario ma se non c'e' sei perdente gia all'inizio.3

un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Giustizia e (in)giustizia

Messaggio da camillobenso »

Nel primo dopoguerra i delitti che assurgono agli onori della cronaca sono decisamente pochi.

Dall'analisi comparativa con gli ultimi 5 anni si può dedurre che il genere umano tricolore negli anni fine '40 - '50 ne aveva avuto abbastanza di decessi violenti dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Ma poi si cambia. La vita umana non è più un valore.


Il 30 novembre 1946 una ventata di orrore allo stato puro attraversa l’Italia intera: la notizia di un orrendo massacro scoperto in un appartamento del civico 40 di via San Gregorio, nella zona di porta Venezia, a Milano. Una donna e i suoi tre figli “ un maschietto di sette anni, una bambina di cinque e un altro piccolo di dieci mesi - erano stati trovati ammazzati a colpi di spranga: la moglie e i tre figli di Pippo Ricciardi, commerciante dagli affari incerti, di origine catanese, da qualche tempo immigrato nel capoluogo lombardo.
Dall’appartamento, letteralmente a soqquadro e invaso dal sangue, mancano solo pochi gioielli. Il movente non può essere stato la rapina. E allora perché commettere un simile scempio? Perché uccidere anche tre bambini? Perché finire a sprangate un piccolino ancora sul seggiolone, ancora incapace di parlare, che non sarebbe certamente stato neppure uno scomodo testimone?
In poche ore il caso é¨ risolto: la belva di via San Gregorio ¨ Caterina Fort, 31 anni, già commessa in un negozio del Ricciardi, da tempo sua amante.
Interrogata per 18 ore la donna confessa. Poi ritratta parzialmente le sue ammissioni. Conferma di aver ucciso la moglie di Pippo Ricciardi, Franca Pappalardo, ma nega di aver infierito sui bambini.

^^

Per dimenticare Rina Fort, la belva di via San Gregorio, ci vuole il delitto opposto e speculare di villa d'Este.
In via San Gregorio c’era l'Italia degli immigrati, dei magliari, della gente senza nome che ha cambiato città, casa, famiglia, che si è fatta largo con le unghie, con i denti nel mercato nero, nella mondo della prostituzione, del furto, per la quale un poliziotto è un signore e il questore un dio inavvicinabile. A villa d'Este, sul lago di Como, il luogo di ritrovo mondano della Lombardia ricca, c’è¨ quel è«quarto partito» di cui parla De Gasperi che porta il denaro in Svizzera, invita a cena il questore e il prefetto. Non l'alta finanza e la grande industria, intendiamoci, non le grandi famiglie che hanno nella Bastogi e in altre finanziarie il luogo dei loro potere corporato, non i Pirelli, i Faina, i Marinotti, ma il “generone” comasco, gli industrialotti come Carlo Sacchi che ha sposato la ex ballerina tedesca Lian Willinger e si è presa come amante la contessa Bellentani, moglie di un Bellentani che sarà pure aristocratico, ma produce salumi.
Offesa dalle villanie e dalle volgarità dell'amante, la Bellentani aspetta, il 15 settembre 1948, una serata di gala nel fasto di villa d'Este, si avvicina al Sacchi, pronuncia poche parole e lo fulmina con una rivoltellata. La nota snobistica è¨ data dal barone Maurizio de Rotschild che si trova per caso a un tavolo poco distante: é¨ fra i primi a capire che c'é¨ stato un delitto e mormora, senza muoversi: “Ah, ces italiens”.

^^

Sabato 11 aprile 1953, vigilia di Pasqua. Il cadavere di Wilma Montesi, 21 anni, una bella ragazza romana, viene trovato sulla spiaggia di Torvajanica, in località Capocotta, una zona balneare non distante da Roma. Il corpo non presenta segni di violenza ed é¨ completamente vestito (se non fosse per la mancanza di un reggicalze, delle calze e delle scarpe). Le cause della morte non sono chiare: l’autopsia parla, genericamente - e quindi sollevando mille sospetti - di una sincope dovuta ad un pediluvio.
Il ritrovamento - anche se diversi interrogativi restano senza risposta - sembra essere destinato ad una rapida archiviazione: un semplice malore, un incidente, forse un suicidio. Ma se l’incidente sembra poco credibile, anche il suicidio é da escludere.
Di famiglia modesta, ma tranquilla, Wilma Montesi era fidanzata e stava preparandosi al matrimonio. Testimoni raccontano di aver visto la ragazza sul trenino che collega Roma ad Ostia, un’altra località balneare, ma distante alcuni chilometri da Torvajanica. Difficile spiegare come il cadavere della ragazza abbia percorso quella distanza. La spiegazione che tentano gli investigatori - anche questa piuttosto alambiccata - parla di un gioco di correnti marine. E non fa altro che alimentare altri sospetti.


^^

Il “Caso Fenaroli” costituisce uno dei più interessanti misteri di cronaca nera del dopo guerra. La vicenda giudiziaria attirò l’attenzione dell’opinione pubblica e suscitò l’interesse di scrittori ed intellettuali. Per certi aspetti, anche sotto il profilo del clamore mediatico, il Caso Fenaroli può essere paragonato al delitto di Wilma Montesi.
Caso Fenaroli. Cronaca di un delitto.
Questi i fatti. La mattina dell’11 Settembre del 1958, una donna suona ripetutamente il campanello dell’interno 3 in Via Monaci N.31. A suonare è la domestica di Casa Fenaroli che, come tutti i giorni, si reca nell’appartamento per effettuare le pulizie e badare alla casa. La domestica suona e bussa reiteratamente, ma nessuno risponde. Fatto strano ed inconsueto perchè nell’abitazione dovrebbe trovarsi la Sig.ra Maria Martirano, moglie di Giovanni Fenaroli che, in quel momento, è assente da Roma per motivi di lavoro. Qualche ora dopo, in Via Monaci N.31 giunge Luigi Martirano, fratello di Maria Martirano, allarmato dal fatto che la sorella non ha risposto alle sue molteplici telefonate. Luigi Martirano si cala dal terzo piano e riesce ad entrare nell’appartamento attraverso una finestra che dà sulla cucina. Appena poggiati i piedi sul pavimento, si trova dinanzi al corpo senza vita della sorella. Maria Martirano è riversa per terra e sembra esser stata strangolata.
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