Come se ne viene fuori ?

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pancho
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:NAVIGAZIONE A VISTA - ROTTA DI COLLISIONE


TUTTO FUNZIONA REGOLARMENTE SECONDO LOGICA

Mentana apre il Tg7 delle 20,00 annunciando che a livello nazionale se si và al ballottaggio, adesso, anche se per pochi decimali vince il M5S.

La scorsa scorsa settimana il PD spurghi era avanti di 1 punto.
==========
M5S = 50,6 %
PD = 49,4 %

==========
Poi viene annunciata la rivolta delle Regioni guidata dal Chiampa.
Più il Duce và avanti con le sue puttanate più i 5S aumenterenno il consenso.
Elementare Watson.
Ma poi cosa succederà???????????????

Quali sono i rapporti del M5S con i poteri forti nazionali ed internazionali??????????????????????????

Sabato scorso un grillino cresciuto, ad una postazione Pc, in Biblioteca, ha ascoltato le riflessioni dei dinosauri al tavolo.

Al dubbio nostro sugli esiti di una vittoria dei 5S, si è inserito sostenendo che metteranno a posto tutto loro.

ALE' SI RICOMINCIA.
Confondono la propaganda trascurando troppo facilmente come si possono risolvere i problemi dello Stivalone.
Certamente e' una situazione gravissima quella che stiamo vivendo in questo periodo e mi sembra assomigliare a quella del passato periodo tedesco che poi diede inizio al nazismo.

Spesso, in questo forum, mi son soffermato a dire che la mancanza di analisi politiche sul nazismo, fascismo e quant'altro, per non andare molto a ritroso, hanno lasciato un campo aperto grave per cui non e' da meravigliarsi se ogni tanto ci troviamo pericolosamente davanti ad un ripetersi della storia.

La paura di andare a fondo su questi problemi e quindi sulle critiche da fare non hanno mai chiuso questi temi e probabilmente questo per il solo fatto di non fare mea culpa.

Per esempio sull'ascesa del nazismo in Germania si puo dire che i fattori sono molteplici.

Il primo fu sicuramente una situazione politica instabile. La sinistra del tempo, era molto frammentata e non riusciva mai a mettersi d'accordo sulle decisioni da prendere.

La destra, invece, era unita sotto un unico partito: il nazional-socialismo.

in aggiunta a questo, si puo dire il "Trattato di Versailles" ( le due zone più industrializzate di tutta la Germania che essa aveva vinto in una battaglia precedente lo scoppio della grande guerra proprio dalla Francia ) ha peggiorato la situazione.
Il prezzo chiesto da Francia e Inghilterra fu altissimo.

La Germania dovette "ricomprare" le regioni dell'Alsazia e Lorena perse nel "Trattato di Versailles" ( le due zone più industrializzate di tutta la Germania che essa aveva vinto in una battaglia precedente lo scoppio della grande guerra proprio dalla Francia . precedenti, scoraggiando quindi la nazione a riformarsi ma fu altissimo e sproporzionato ).

Questo, però fece impennare l'inflazione, che portò il prezzo del pane a livelli di qualche milione di marchi. Il tasso di cambio da 4,2 marchi per dollaro a 4,2 migliaia di miliardi di marchi per dollaro. Anche il più ricco, diventò di colpo un poveraccio.
La destra diede la colpa, quindi, agli stati esteri e il popolo le dava la ragione.

Questo ambiente, creò un terreno fertile per il partito di Hitler, che ben presto insorse con ideali basati sull'aiuto
6.600.000.000 di sterline, perché non si voleva che la Germania tornasse una potenza economica come negli anni reciproco tra famiglie, l'amore patrio e la voglia di tornare primi in europa.

Quindi si può dire, che non è stato Hitler ad insorgere o a ipnotizzare tutti, ma fu il popolo stesso che in quel periodo storico aveva bisogno di Hitler, di ricercare una guida forte ed autoritaria che sapesse, da buon padre di famiglia, guidare i suoi "figli" verso una destinazione migliore di quella che si era venuta a creare nel dopoguerra.

Per arrivare poi all'antisemitismo la strada e' stata facile visto che la finanza per buona parte era in mano agli ebrei rei di non essere stati capaci di risollevare le sorti del Paese.

Quindi, per finire, parecchi di questi elementi credo possono essere considerati compatibili con la situazione attuale del ns. paese e non solo nostro.

L'assenza di una politica sana in grado di vedere oltre(questo vale anche soprattutto per la sinistra) e di una politica economica non in grado di staccarsi dall'egoismo delle lobbies ha sottovalutato quale poteva essere la risposta di un popolo. Un popolo spoliticizzato e messo alla fame da altri.

Sottovalutando anche che questa degenerazione politica potesse coinvolgere nel caos loro stessi.

Quindi, per ritornare al sondaggio da te portato, dico ancora una volta che non basta essere volonterosi, essere onesti, avere fervore politico.
Questo purtroppo non basta e diventa pericoloso se non hai un ricambio all'altezza del compito che dovra' assumersi. Non puoi permetterti di imparare sul campo nel momento in cui devi averne la capacita'.

Per arrivare ad un vero ricambio che sia all'altezza del suo compito, bisogna costruire una nuova classe politica preparata, dal basso altrimenti anche questa situazione potrebbe creare ulteriore caos a quello esistente ed un popolo che non riesce a vederne la via di uscita e' un popolo che non potrai mai capire quale potrebbe essere la sua reazione che non vuol dire soltanto disordini sociali ma abbandonare definitivamente qualsiasi volontà di collaborare per amministrare la cosa pubblica.

La conseguenza a tutto questo porterebbe inevitabilmente a lasciare che il tutto sia gestito da pochi o ancor peggio da 1 soltanto con l'appoggio dei suoi scagnozzi stipendiati da lui stesso.


un salutone

ps. Alcuni riferimenti presi da : http://www.skuola.net/storia-contempora ... zista.html
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
iospero
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da iospero »

Italicum, il Pd ha cambiato idea: via il ballottaggio per “evitare l’effetto Parma”

La prima proposta di modifica del Partito Democratico sulla legge elettorale punta all'abolizione del doppio turno. Lauricella propone una “conventio ad excludendum” a danno dei Cinque Stelle da inserire direttamente in una legge dello Stato. Il M5s insorge, lui provoca: "Ve ne siete accorti?"
di Thomas Mackinson | 3 novembre 2015 - da il F.Q.


“Evitare l’effetto Parma”. Tre parole rimettono in discussione la legge elettorale, quella che il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha più volte definito immodificabile e che ora che è approvata definitivamente rischia di essere di nuovo ritoccata. Quelle tre parole sono riportate tal quali nella prima proposta del Pd che punta a modificare l’Italicum in modo da eliminare il rischio che accada a livello nazionale quello che è successo nella città emiliana e poi di nuovo a Livorno: il Pd che va al ballottaggio e poi viene sconfitto dai Cinque Stelle. A presentare il testo per modificare la legge elettorale il 28 ottobre scorso alla Camera dei deputati è stato l’onorevole Giuseppe Lauricella, ex minoranza dem e ora fedelissimo di Renzi. Docente universitario, insegna diritto costituzionale e diritto pubblico, è figlio di Salvatore Lauricella, ex presidente del Psi nella Prima Repubblica, oltre che più volte parlamentare e ministro dei governi Rumor, ma anche ideatore del primo esperimento di governo di centrosinistra in Italia.
Una gaffe involontaria, il riferimento di Lauricella al caso Parma? Niente affatto. La conventio ad excludendum inserita in una legge dello Stato viene anzi rivendicata dal suo autore per quello che è, con tanto di provocazione: “Ve ne siete accorti?”. Per i Cinque Stelle, per contro, quelle tre parole sono la prova definitiva di una deliberata volontà di riscrivere la legge per garantire la vittoria alla maggioranza, a danno dell’opposizione e della stessa democrazia. E in un attimo, parte la catena delle accuse. Sopratutto sul web, dove il testo viene riprodotto e condiviso come prova autoptica dello “scempio della democrazia”, come viene definito. Una proposta “senza alcun pudore” attacca Beppe Grillo. “Il M5S al governo – aggiunge – è un rischio inaccettabile per le poltrone e i privilegi dei partiti. Quindi Lauricella propone di abolire il ballottaggio e di dare premio di maggioranza soltanto nel caso in cui una lista superi il 40% dei consensi. E se nessuno oltrepassa questa soglia governo di coalizione. L’unico obbiettivo del Pd è impedire al M5S di andare al governo, e lo fa come i bari“. Grillo conclude sostenendo che “la legge elettorale va inserita nella Costituzione per sottrarla ai partiti bari e garantire democrazia e rappresentanza ai cittadini”.

Il senatore Vito Crimi posta la foto del ddl con evidenziate le tre parole sotto accusa: “Ecco, non hanno nemmeno la decenza di nasconderlo. Ecco che l”effetto Parma di cui hanno tanta paura”. Gli dà manforte Nicola Morra, sostenendo che “è solo il primo dei tanti interventi che mirano a modificare la legge elettorale, che tanto hanno voluto e rincorso al punto di approvarsela da soli, malgrado la nostra strenua opposizione”. Un altro ex capogruppo grillino di Palazzo Madama Gianluca Castaldi denuncia poi che “il Pd e l’amico Silvio vogliono eliminare il ballottaggio dall’Italicum”, dice, perché “in più Comuni abbiamo dimostrato di essere troppo pericolosi nei ballottaggi”.

Che sia così oppure no si vedrà. Fatto sta che nella relazione al ddl, composto di due articoli, il deputato Pd Lauricella afferma: “La presente proposta di legge prevede l’eliminazione del secondo turno di ballottaggio che trova riscontro soltanto nel nostro sistema ma a livello locale”. E ancora: “Mantenendo il secondo turno di ballottaggio il rischio sarebbe – in caso di alchimie politiche imprevedibili al secondo turno – un “effetto Parma” (per non citare gli altri casi più recenti) di dimensioni nazionali”. Dove Parma significa, per chi non lo avesse capito, la vittoria di Federico Pizzarotti che nel 2012 strappò al ballottaggio la città al Pd diventando la prima grande amministrazione guidata dai Cinque Stelle. E gli “altri casi”, per analogia, sono le varie Livorno, Bagheria, Ragusa, Pomezia, Quarto, Augusta.
La proposta Lauricella prevede di sopprimere il doppio turno e di assegnare un premio di maggioranza alla lista che raggiunge il 40% dei consensi. Se nessuno la raggiunge si applica il proporzionale puro sempre mantenendo la soglia di sbarramento al 3%. La proposta, di fatto, sposta il dibattito sull’Italicum. Finora si era concentrato sul premio di maggioranza da assegnare non alla lista ma alla coalizione. Un altra via per evitare il ballottaggio. Stavolta invece questa ipotesi andrebbe a decadere anche senza modificare il premio. Lauricella, che ieri sedeva tra i banchi della minoranza e ora milita tra i renziani (anche se lui nega), lancia così un formidabile assist al governo per superare l’impasse e trovare un accordo con Berlusconi che non chiede altro, visti i numeri di Forza Italia. Toccava dunque metterci la faccia e formalizzare, nero su bianco, timori e angosce che accompagnano il Pd nel suo percorso riformatore. Laddove si è accorto che la legge che ha scritto potrebbe ritorcerglisi contro.

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Veramente siamo arrivati alle comiche, non c'è più il minimo pudore nel dichiarare apertamente che si vuole cambiare la legge elettorale perché favorirebbe il M5S.
Non importa che con la legge attualmente in vigore si prevede che sono i cittadini a scegliere nel ballottaggio, anzi proprio questo infastidisce il PD di Renzi , che con la nuova proposta permetterebbe invece ai partiti di fare delle coalizioni ( dopo le elezioni) qualora nessuno superasse il 40%, quindi inciuci a tutto campo.
iospero
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da iospero »

Dopo quanto è accaduto in Grecia, dopo quanto sta accadendo in Portogallo sembra che la democrazia in Europa non abbia possibilità di affermarsi o meglio può affermarsi solo se vincono quelle forze in linea con il neoliberismo proposto dalla UE.
A fronte di questa situazione credo sia fondamentale affrontare il problema a livello europeo da parte di tutte le forze politiche.
La ricetta del nuovo leader del Labour Party britannico Jeremy Corbyn come potrebbe conciliarsi con questa Europa, egli afferma che solo un ruolo attivo dello Stato potrebbe salvare la Ue , solo la politica a guida e controllo dell'economia può condurci fuori dalla crisi.
Questo problema dell'alternanza destra sinistra che sta alla base della democrazia non è previsto attualmente in Europa e di ciò dovrebbero prenderne atto tutti i partiti.
Il M5S, che attualmente può aspirare a diventare il primo partito e quindi a governare , deve porsi queste domande e sollecitare delle risposte, non possiamo continuare a fare finta di niente e andare a votare se non è possibile cambiare questo stato di cose.
Mi sembra corretto far notare che un'alternanza di visioni economiche alla fine sia utile per lo sviluppo
di un paese , e mi sembra altresì corretto ammettere che per un paese con minimo debito pubblico
una svolta a sinistra è possibile, mentre non lo è se il debito pubblico è alto.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Dopo quanto è accaduto in Grecia, dopo quanto sta accadendo in Portogallo sembra che la democrazia in Europa non abbia possibilità di affermarsi o meglio può affermarsi solo se vincono quelle forze in linea con il neoliberismo proposto dalla UE.
iospero



Su questo pianeta dominano in modalità assoluta le leggi della fisica. Una branchia della fisica applicata è la meccanica.

Uno dei primi esempi elementari nello studio della meccanica delle forze è quello del carro posto su di una strada in piano.

Se da una parte del carro si pongono (legano pronti per il traino)5 cavalli di stazza equivalente, e dalla parte opposta lungo l’asse del movimento, altri 5 cavalli di stazza equivalente ai primi 5, e poi si da il via, il carro resterà fermo nella posizione iniziale, in quanto agiscono nello stesso momento due forze equivalenti ed opposte.

Se si aggiungono 2 cavalli nel gruppo di destra, il carro si sposterà verso destra. Viceversa, se i 2 cavalli si aggiungono a sinistra il carro si sposta verso sinistra.

In sostanza. Prevale sempre e comunque la forza maggiore su quella minore.

Quello che vale per la meccanica delle forze, vale anche per la politica e l’economia, o la finanza.

Questo è chiaro anche ad Alfredo Reichlin quando afferma:

E chi comanda?
Il mio slogan sull’oggi è: i mercati governano, i tecnici amministrano, i politici vanno in televisione ad assolvere la funzione della gestione mediata e del simbolico.



Tra coloro che comandano c’è:

Ricetta Jp Morgan per Europa integrata: liberarsi delle ...
http://www.ilfattoquotidiano.it › Economia & Lobby
19 giu 2013 - I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, ... Quindi Jp Morgan, dopo avere attribuito all'Europa l'incapacità di uscire ...


JP Morgan all'Eurozona: "Sbarazzatevi delle costituzioni ...
http://www.wallstreetitalia.com/jp-morg ... delle-cost...
E' un peccato che l'analisi di JP Morgan non abbia ricevuto l'attenzione che ... lascia intendere che se i paesi del Sud d'Europa vogliono rimanere aggrappati alla ... I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate ...


Il più forte Partito Comunista d’Europa è stato per quasi mezzo secolo il Pci. Sia a Washington che a Mosca dava fastidio e doveva essere eliminato. Ce l’hanno fatta.

Senza una forza determinante in Europa, la sinistra è stata progressivamente estromessa dai giochi Ue.

Ovvio che le forze neoliberiste stiano dilagando in Europa. Stanno dilagando in tutto il mondo.

Questo gli permette di accumulare sempre più denaro per acquisire sempre più potere, in una spirale perversa che non si riesce a spezzare.

Domineranno sempre loro.

Cosa possa accadere per una eventuale resurrezione della sinistra, non è molto chiaro.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

NAVIGAZIONE A VISTA - ROTTA DI COLLISIONE


Se qualcuno pensa che la guerra La Qualunque-Sottomarino sia finita come rchiedono le esigenze d'immagine del premier, si sbaglia.


Ieri è stata la giornata di Sottomarino atomico.


Nel pomeriggio aveva rilasciato alcune dichiarazioni subito riprese dai media online e riprese dai Tg della sera.

Ma non solo.

Giovanni Floris che deve avere ancora il dentino avvelenato, per la doglianza dei giorni addietro di La Qualunque contro i conduttori di DI MARTEDI' e BALLARO', che non si erano ancora adeguati al nuovo corso del nuovo MIN CUL POP renziano, ieri sera ha offerto una finestra a Sottomarino in versione atomica, per poter sfogare a senso unico, senza contradditorio, tutta la rabbia ancora in corpo per le Idi di ottobre.

La Qualunque dever aver senz'altro usato gli estintori di Palazzo Chigi per arrestare sul nascere un principio d'incendio dovuto alla velocità eccessiva del giramento di Meloni, dopo aver ascoltato in Tv il Sottomarino da guerra ospitato da FLORIS.

Lui che aveva imposto l'oscuramento sul nemico, se l'è ritrovato in prima serata in versione bombastica.


La guerra continua.



^^^^^^^


Marino: “Renzi mi ha fatto cadere per prendersi Roma. Chi non si allinea viene bandito”


Ha scelto Facebook, l'ex sindaco, per replicare all'affondo del premier che lunedì, durante la presentazione dell'ultimo libro di Bruno Vespa, lo accusava di "inventare congiure per coprire la propria incapacità": "Contro di me Killeraggio - ha scritto il chirurgo - assistiamo a una pericolosa bulimia da potere, che elimina gli anticorpi democratici"
di F. Q. | 3 novembre 2015


La risposta non si è fatta attendere. Ha scelto Facebook, Ignazio Marino, per replicare all’affondo di Matteo Renzi che lunedì, durante la presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa, accusava l’ex sindaco di Roma di “inventare congiure per coprire la propria incapacità”. “Il Presidente del Consiglio potrebbe e dovrebbe esercitare maggiore rispetto – ha scritto il chirurgo – continua a dire ‘basta polemiche’, ma poi insiste negli insulti e nelle provocazioni. Non si rende conto, o forse non gli interessa, che insultando me insulta le centinaia di migliaia di cittadini che mi hanno scelto come sindaco prima alle primarie, poi al primo turno ed infine al ballottaggio”.

Caduto in seguito alle dimissioni presentate contestualmente da 19 consiglieri del Partito Democratico e 6 dell’opposizione, Marino parla di “killeraggio”: “È del tutto evidente che Renzi mi attacca e offende sul piano personale per coprire con la “damnatio memoriae” una spregiudicata operazione di killeraggio che ha fatto esultare i tanti potentati che vogliono rimettere le mani sulla città”.


Un’operazione portata a termine dal premier con uno scopo chiaro: “Occorre invece ristabilire la verità: Renzi voleva Roma sotto il suo diretto controllo e se l’è presa – scrive Marino, riecheggiando il “Pijamose Roma” con cui uno dei membri della Banda della Magliana in “Romanzo criminale”, il Libanese, propone a un altro malvivente di unire le forze per prendere il controllo della città – utilizzando il suo doppio ruolo: come segretario del partito ha voluto che i 19 consiglieri del PD si dimettessero, come Presidente del Consiglio ha sostituito il sindaco, legittimamente eletto, con un prefetto, certamente persona degnissima, che farà capo come dice la legge allo stesso Presidente del Consiglio”.

“Assistiamo a una pericolosa bulimia da potere, che elimina gli anticorpi democratici. Il messaggio è chiaro: chi non si allinea, chi non ripete a pappagallo i suoi slogan viene allontanato o addirittura bandito“, conclude l’ex sindaco.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11 ... o/2184919/
iospero
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da iospero »

Ciao camillobenso,
mi sembra fin troppo semplice applicare le leggi della fisica alla politica o meglio alla storia.
Come ben sappiamo l' economia e la politica non sono scienze esatte.

“Affermare che l’economia sia una scienza pura al pari della fisica permette di far passare scelte politiche per risultati scientifici e quindi neutri… Io penso che l’economia tratti di temi che riguardano tutti direttamente, che sono influenzati dai nostri comportamenti e quindi riguardano la politica. La fisica si occupa invece di fenomeni naturali che nella maggior parte dei casi avvengono indipendentemente dalle nostre scelte. Porre l’economia e la fisica sullo stesso piano è sostanzialmente una truffa.

Lo stesso discorso vale per la politica che alla fine è una scienza del possibile, dipende cioé dalla variabile uomo

http://www.tagli.me/2014/01/31/leconomi ... nza-esatta

Ciò che invece possiamo valutare positivamente per una democrazia è un'alternanza salutare tra due
o più sistemi economici .
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

iospero ha scritto:Ciao camillobenso,
mi sembra fin troppo semplice applicare le leggi della fisica alla politica o meglio alla storia.
Come ben sappiamo l' economia e la politica non sono scienze esatte.

“Affermare che l’economia sia una scienza pura al pari della fisica permette di far passare scelte politiche per risultati scientifici e quindi neutri… Io penso che l’economia tratti di temi che riguardano tutti direttamente, che sono influenzati dai nostri comportamenti e quindi riguardano la politica. La fisica si occupa invece di fenomeni naturali che nella maggior parte dei casi avvengono indipendentemente dalle nostre scelte. Porre l’economia e la fisica sullo stesso piano è sostanzialmente una truffa.

Lo stesso discorso vale per la politica che alla fine è una scienza del possibile, dipende cioé dalla variabile uomo

http://www.tagli.me/2014/01/31/leconomi ... nza-esatta

Ciò che invece possiamo valutare positivamente per una democrazia è un'alternanza salutare tra due
o più sistemi economici .

L'accenno, forse prolisso sulla fisica, era per arrivare ai rapporti di forza che governano la politica, l'economia, la finanza.

Un esempio banale sulla politica.

Governa, i renziani dicono comanda, chi ha maggiore peso. Chi alle elezioni raggiunge il maggior numero di voti.
iospero
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da iospero »

A pochi mesi dalle elezioni comunitarie, secondo un recente sondaggio Gallup, soltanto in 3 paesi (Germania, Belgio e Lussemburgo) sui 28 che compongono l’Unione è presente una maggioranza favorevole all’attuale leadership europea.

Possiamo soffermarci su questa situazione anomala: è vero che tra i 25 paesi è difficile trovare un minimo comun denominatore diverso dall'essere contrari all'attuale leadership, ma si potrebbe anche trovare una convergenza su di un fatto obiettivo che l'attuale struttura della UE non permette ai vari paesi di decidere
in autonomia quale politica scegliere.

Cosa farebbe l' Europa se domani vincesse Jeremy Corbyn in Inghilterra ?

E' importante notare come afferma Keynes
che questa non è solo un'ipotesi teorica, ma un fatto riscontrato nella realtà. Sono infatti state le ingenti spese del New Deal, della guerra, del Piano Marshall e
dell'intervento pubblico in economia nel dopoguerra a rendere gli USA e l'Europa i leader
economici del 20° secolo. La domanda pubblica e l'erogazione diretta di beni e servizi, di ricerca e
innovazione, di servizi sociali, così come la programmazione economica, hanno spinto gli
investimenti privati e i consumi, rafforzando tutta l'economia.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

A primo acchito queste prime righe del libro si Gianluigi Nuzzi, VIA CRUCIS, uscito oggi in libreria potrebbero sembrare O.T.

Non lo sono.

VIA CRUCIS

Questo libro

Le piaghe del Vaticano


E’ il pomeriggio del 12 settembre 1978. Dopo appena diciotto giorni di pontificato, papa Giovanni Paolo I scopre che all’interno della curia si muove una potente loggia massonica con centoventuno iscritti.



Loro. Sempre loro, i massoni all’interno di logge e similia.

I cardinali diventano tali grazie alla massoneria. I generali di tutte le armi, pure.

Napolitano da tempo era nella massoneria.

Angela Merkel e Wladimir Putin, sono cresciuti all’interno della stessa loggia.

Nelle logge della Sicilia Occidentali, quarant’anni fa ci stavano gli uomini della mafia.

Logge sempre logge, legali o deviate. Se devi salire in questa società ti devi iscrivere in una loggia.

Quando una trentina di anni fa scrivevano che anche i cardinali per salire nella gerarchia vaticana si iscrivevano ad una loggia, facevano cadere le calze a chi proveniva da un ambiente cattolico come il sottoscritto.

E hanno contribuito non poco a smettere di credere nella Chiesa Cattolica.

La figura di Gesù Cristo era una figura affascinante. Il primo socialista della storia.

Ma cosa s’è visto dopo la Sua dipartita non ha niente a che vedere con il fondatore del cristianesimo.

Invece ci troviamo dappertutto la massoneria. Pensare che la sinistra possa crescere in questa realtà, è un po’ difficile da credere. Tanto che chi ci tenta evita sempre di affrontre questa amara realtà.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Gallino: con l’euro ci stanno facendo tornare al medioevo

Scritto il 04/11/15 • nella Categoria: idee


«Una fiammella di pensiero critico nell’età della sua scomparsa». Luciano Gallino, noto sociologo, parla così della sua ultima fatica “Il denaro, il debito e la doppia crisi” (Einaudi editore). Un testo, dedicato ai nipoti, che analizza l’attuale fase socio-economica: «Senza un’adeguata comprensione della crisi del capitalismo e del sistema finanziario, dei suoi sviluppi e degli effetti che l’uno e l’altro hanno prodotto nel tentativo di salvarsi, ogni speranza di realizzare una società migliore dall’attuale può essere abbandonata», si legge nella prefazione al libro. Il suo giudizio è netto, crudo e decisamente pessimista. A partire dagli anni Ottanta avremmo visto scomparire due pratiche che giudicavamo fondamentali: l’idea di uguaglianza e quella, appunto, del pensiero critico. Al loro posto ci ritroviamo con l’egemonia dell’ideologia neoliberale, la vincitrice assoluta della nostra era. Qual è la doppia crisi che va spiegata ai nipoti? «La crisi del capitalismo e del sistema ecologico. Due crisi strettamente legate tra loro».
È possibile che il capitalismo attuale sia in una stagnazione senza fine, dichiara Gallino a Giacomo Russo Spena in un’intervista pubblicata da “Micromega”. Difficile che il sistema riprenda una marcia espansiva come se nulla fosse successo in questi anni: «Con la finanziarizzazione dell’economia, il capitalismo ha tramutato in merce un’entità immaginaria, ovvero il futuro. A tale desolante quadro, si collega la distruzione del nostro sistema ecologico». Ovvero: «Per ottemperare alla crisi, il capitalismo ha reagito devastando ambiente e consumando maggiori risorse, mentre nel mondo le materie prime sono in via di esaurimento. Ciò ha causato distruzioni all’ecosistema e danni climatici come il surriscaldamento del pianeta». I progressi intrapresi con il Protocollo di Kyoto? «I paesi sono lontani dal mantenere gli obiettivi prefissati, i risultati sotto gli occhi di tutti: l’innalzamento delle temperature, “bombe” d’acqua, alluvioni».
Gallino narra la storia di una sconfitta politica. Al posto del pensiero critico ci ritroviamo con l’egemonia dell’ideologia neoliberale: la lotta di classe l’avrebbero vinta i ricchi. Ma come siamo arrivati a questo punto? «Dagli anni ’80 il pensiero neoliberale ha scatenato un’offensiva che ha messo sotto attacco le idee e le politiche di uguaglianza. Un apparato di super-ricchi e potenti ha imposto il proprio dominio su finanza, società e media. Nessun esponente politico ne è rimasto escluso, anche dopo il 2007 quando tale pensiero è entrato totalmente in crisi». In gioco, aggiunge il sociologo, non c’è soltanto la demolizione del welfare, ma «la ristrutturazione dell’intera società secondo il modello della cultura politica neoliberale, o meglio della sua variante, soprattutto se pensiamo al piano tedesco: l’ordoliberalismo», regolato da una ferra disciplina sociale a vantaggio dei più ricchi.
A proposito delle ricette economiche adottate per affrontare la crisi, nel libro scrive che siamo dinanzi a casi conclamati di stupidità. «I governi dei paesi europei hanno sposato i paradigmi dell’economia neoliberale e perseguito il dogma dell’austerity non avanzando una sola spiegazione decente delle cause della crisi mondiale: i modelli intrapresi sono lontani anni luce della realtà dell’economia. Hanno utilizzato modelli vecchi e superati». Un esempio italiano? «Nella nuova riforma sul lavoro, il Jobs Act, non vi è alcun elemento né innovativo né rivoluzionario, tutto già visto 15-20 anni fa. È una creatura del passato che getta le proprie basi nella riforma del mercato anglosassone di stampo blairiano, nell’agenda sul lavoro del 2003 in Germania e, più in generale, nelle ricerche dell’Ocse – poi riviste – della metà anni ’90». Un’altra follia, continua Gallino, è l’aver avallato l’idea che una crescita senza limiti dell’economia capitalistica sia possibile. «In questa lunga discesa verso la recessione, gli esecutivi di Berlusconi, Monti, Letta e ora Renzi saranno ricordati come quelli con la maggiore incapacità di governare l’economia in un periodo di crisi. I dati sono impietosi».
Con il terremoto finanziario ha “perso” l’idea di uguaglianza. Un dato su tutti: il 28% è il numero dei bambini che vivono sotto la soglia di povertà in Europa. Sempre il 28, scrive Russo Speana, è la crescita del fatturato delle aziende del lusso tra il 2010 e il 2013. Anni di crisi, quindi, ma non per tutti? «Nei maggiori paesi Ocse, nel periodo 1976-2006, la quota salari sul Pil è scesa in media di 10 punti, i quali sono passati alla quota profitti dando origine a diseguaglianze di reddito e ricchezza mai viste dopo il Medioevo. Inoltre, va evidenziato che l’enorme diseguaglianza non è la causa ma l’effetto delle politiche di austerity adottate dai governi per combattere la crisi. Due facce di unico processo: la redistribuzione dal basso verso l’alto con i più poveri che sono stati impoveriti dai più ricchi». Vie d’uscita? Una sola, ovvero «il superamento del pensiero neoliberale sotto i vari aspetti a cominciare da quello economico».
Nulla che sia all’orizzonte, però. Anche se, recentemente, si stanno sviluppando «esempi di resistenza» e “pensatoi” di studiosi che riflettono su ipotesi di discontinuità. Ma, appunto, «siamo lontani da un effettivo cambiamento dello status quo». In realtà, servirebbe «un segnale di rottura anche nella scuole e nell’università che, negli ultimi decenni, hanno subito un attacco da parte dei governi a colpi di riforme orientate a espellere il pensiero critico dai luoghi della formazione: l’intero sistema doveva essere ristrutturato come un’impresa che crea e accumula “capitale umano”». La crisi del capitalismo ha portato anche ad una crisi della democrazia? «Sicuramente, basta pensare all’attuale architettura dell’Unione Europea e alla sovranità perduta: il trasferimento di poteri da Roma a Bruxelles è andato oltre a quel che era previsto dal trattato di Maastricht. Temo che il sogno europeista si sia infranto sugli scogli dell’euro».
La moneta unica, aggiunge lo studioso, «si è rivelata una camicia di forza e non ha minimamente contribuito a ridurre gli scarti tra un’economia e l’altra in termini di ricerca e sviluppo, investimenti, innovazione di prodotto e di processi, dotazione di infrastrutture ed istruzione professionale». Gallino si dichiara apertamente no-euro: «Decisamente sì, lo sono da anni». E spiega: «Ci vuole un intervento radicale», anche se sa benissimo che l’uscita dalla moneta unica è «complessa e difficile», quindi «va pensata gradualmente e concordata con Bruxelles». Pensa anche alla rottura dell’Unione Europea? Questo no: «Uscire dall’Europa sarebbe, per l’Italia, un disastro economico per via dei cambi che si scatenerebbero contro di noi». Gallino è «favorevole ad una graduale uscita dall’euro, rimanendo però nell’Unione Europea». Sottolienea come sia «tecnicamente possibile», e si impegna a dimostrarlo in un “paper” che presenterà a breve.
Russo Spena si domanda se «una sinistra degna di questo nome» non dovrebbe fare proprio il tema della lotta alla diseguaglianza sociale. Già, ma quale sinistra? «Dove sta a sinistra una formazione di qualche solidità e ampiezza che ne abbia fatto la propria bandiera?». Anche in Italia «ci sono dei segmenti», però «sono ininfluenti, soprattutto di fronte a quel che dovrebbe essere il domani di una sinistra in grado di rappresentare una valida opzione politica. Purtroppo, da noi, la sinistra non esiste», chiarisce Gallino. E Syriza, Podemos, il Sinn Fein e le altre forze della sinistra europea? Nient’altro che «segnali di incoraggiamento», verso i quali Gallino resta cauto: «Bisogna capire quanto dureranno questi fenomeni e se riusciranno realmente ad incidere a Bruxelles e contro le politiche d’austerity. Tifo per loro senza illusioni». Poco allegro, dunque, l’orizzonte per i giovani. «Cambiare in modo radicale le strategie di produzione e consumo è una necessità vitale per l’intera umanità». Un messaggio ai ragazzi? «Se volete avere qualche speranza… studiate, studiate, studiate».
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