Renzi
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Re: Renzi
Un Berlusconi minore
(Andrea Scanzi)
06/11/2015 di triskel182
Sarebbe forse il caso di parlare della figuraccia planetaria che Mineo, uomo bellicoso e ferito che però non suole parlare a caso, ha fatto fare a Renzi.
Il suo maestro Silvio cadde per note vicende più ormonali che politiche.
Lungi da me pensare a scenari analoghi: mai mi permetterei e ognuno ha le sue umanissime debolezze.
Epperò è notevole la durezza – lucida – con cui Mineo descrive Renzi come un uomo “subalterno a una donna bella e decisa, fino al punto da rimettere in discussione il suo stesso ruolo al governo. Lui sa che io so”.
Già i giornalisti, e non solo loro, si chiedono a chi mai alluda, se a quella a cui tutti pensano (da sempre, anche in ambienti tutt’altro che antirenziani) o a quella che avrebbe preso con lui una volta il famoso elicottero (ma la diretta interessata ha smentito). Fatti suoi, si dirà, come si diceva (molto meno) di Silvio. E magari fatti non veri: chi lo sa.
La sensazione è però sempre più quella di un bulletto che si è sopravvalutato (tanto) e che è stato sopravvalutato (tantissimo), di un ducetto con sempre più nemici e sempre meno lucidità: di un diversamente statista sempre più rapido nel dilapidare consensi e fiducia.
Personalmente – ora che è definitivamente diventato argomento di dibattito politico – non me ne frega niente del privato di Renzi, vero o falso che sia, e da toscano ne ho già sentite tante su di lui sia come Presidente di Provincia che come Sindaco.
Non posso però dire che questo misero svolgersi degli eventi mi stupisca.
Per niente.
E nel frattempo l’idea di essere in mano a un Berlusconi minore, che si circonda di amici e amichetti/e (come il suo maestro), cresce sempre di più.
Da facebook.com/Andrea-Scanzi
(Andrea Scanzi)
06/11/2015 di triskel182
Sarebbe forse il caso di parlare della figuraccia planetaria che Mineo, uomo bellicoso e ferito che però non suole parlare a caso, ha fatto fare a Renzi.
Il suo maestro Silvio cadde per note vicende più ormonali che politiche.
Lungi da me pensare a scenari analoghi: mai mi permetterei e ognuno ha le sue umanissime debolezze.
Epperò è notevole la durezza – lucida – con cui Mineo descrive Renzi come un uomo “subalterno a una donna bella e decisa, fino al punto da rimettere in discussione il suo stesso ruolo al governo. Lui sa che io so”.
Già i giornalisti, e non solo loro, si chiedono a chi mai alluda, se a quella a cui tutti pensano (da sempre, anche in ambienti tutt’altro che antirenziani) o a quella che avrebbe preso con lui una volta il famoso elicottero (ma la diretta interessata ha smentito). Fatti suoi, si dirà, come si diceva (molto meno) di Silvio. E magari fatti non veri: chi lo sa.
La sensazione è però sempre più quella di un bulletto che si è sopravvalutato (tanto) e che è stato sopravvalutato (tantissimo), di un ducetto con sempre più nemici e sempre meno lucidità: di un diversamente statista sempre più rapido nel dilapidare consensi e fiducia.
Personalmente – ora che è definitivamente diventato argomento di dibattito politico – non me ne frega niente del privato di Renzi, vero o falso che sia, e da toscano ne ho già sentite tante su di lui sia come Presidente di Provincia che come Sindaco.
Non posso però dire che questo misero svolgersi degli eventi mi stupisca.
Per niente.
E nel frattempo l’idea di essere in mano a un Berlusconi minore, che si circonda di amici e amichetti/e (come il suo maestro), cresce sempre di più.
Da facebook.com/Andrea-Scanzi
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Re: Renzi
Papa Francesco scarica Renzi:
"Non voglio vederlo a Messa"
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 91552.html
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Re: Renzi
IL LINGUAGGIO IN TV E' CAMBIATO DAI TEMPI DEMOCRISTIANI
12 novembre 2015 | di Gisella Ruccia
Giordano vs Rondolino: “Lecca il culo a Renzi da un’altra parte”. “Non mi faccio insultare da un ragazzino”
Feroce scontro tra il direttore del Tg4, Mario Giordano, e l’editorialista dell’Unità, Fabrizio Rondolino, durante La Gabbia, su La7.
Non nuovi alle litigate in tv. la miccia della polemica tra i due giornalisti stavolta è innescata da un cartello esibito dal conduttore Gianluigi Paragone e concernente i dati sulla disoccupazione nel governo Renzi.
A sbottare è Giordano, che ammonisce il collega: “Io ho ascoltato in religioso silenzio la tua devozione renziana”.
“La tua è proprio una battuta stupidina”, commenta Rondolino, che motiva le sue dichiarazioni precedenti e le definisce ‘fatti reali’.
Il direttore del Tg4 non ci sta: “Lasciami parlare! Quali fatti reali? Rondolino, vai a leccare il culo a Renzi da un’altra parte!”.
Il giornalista dell’Unità applaude ironicamente e replica: “Bravo, Giordano, sei proprio bravissimo”.
E aggiunge, rivolto al conduttore: “Io non mi faccio insultare da un ragazzino”.
La gazzarra prosegue a suon di botta e risposta.
Rondolino parla e Giordano commenta: “Fai il tuo soliloquio, così Renzi ti premierà e ti darà una consulenza d’oro, una poltroncina”.
“Guarda che il tuo editore è il primo a battere le mani per questi risultati del governo”, controbatte Rondolino.
“E’ anche il tuo editore per cui tu hai preso soldi tante volte da Il Giornale e da Panorama”, risponde Giordano.
“E infatti noi berlusconiani siamo felici che l’Italia vada bene”, replica Rondolino. “L’Italia purtroppo non va bene, Rondolino!” – erompe Giordano – “Ma dove caXXo vivi? Ci sono 4 milioni di poveri!”.
“Oh, poverini” – commenta la firma dell’Unità – “4 milioni è sempre meglio di 5 milioni.
Sono calati”. “Tu non li vedi, Rondolino, perché sei scemo”, chiosa il direttore del tg4
VIDEO
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/11/ ... no/438045/
^^^^^^
Dare ragione al direttore del Tg4, pesa. Ma Mario Giordano ha ragione.
Per uno che la scorsa settimana a fronte di simil posizioni si era definito "dalemiano- berlusconiano", il re dei voltagabbana doveva aspettarsi certe osservazioni.
^^^^^^^
Rondolino vs Giordano: “Becero qualunquista”. “Portaborse, figlio di papà”
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/05/ ... io/376841/
^^^^^^^
4 giugno 2015 | di Gisella Ruccia
Gomez a Rondolino: “Dai 10 a Renzi? Soffri di leccaculismo”. “Certo, dichiaratissimo”
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/06/ ... mo/379736/
12 novembre 2015 | di Gisella Ruccia
Giordano vs Rondolino: “Lecca il culo a Renzi da un’altra parte”. “Non mi faccio insultare da un ragazzino”
Feroce scontro tra il direttore del Tg4, Mario Giordano, e l’editorialista dell’Unità, Fabrizio Rondolino, durante La Gabbia, su La7.
Non nuovi alle litigate in tv. la miccia della polemica tra i due giornalisti stavolta è innescata da un cartello esibito dal conduttore Gianluigi Paragone e concernente i dati sulla disoccupazione nel governo Renzi.
A sbottare è Giordano, che ammonisce il collega: “Io ho ascoltato in religioso silenzio la tua devozione renziana”.
“La tua è proprio una battuta stupidina”, commenta Rondolino, che motiva le sue dichiarazioni precedenti e le definisce ‘fatti reali’.
Il direttore del Tg4 non ci sta: “Lasciami parlare! Quali fatti reali? Rondolino, vai a leccare il culo a Renzi da un’altra parte!”.
Il giornalista dell’Unità applaude ironicamente e replica: “Bravo, Giordano, sei proprio bravissimo”.
E aggiunge, rivolto al conduttore: “Io non mi faccio insultare da un ragazzino”.
La gazzarra prosegue a suon di botta e risposta.
Rondolino parla e Giordano commenta: “Fai il tuo soliloquio, così Renzi ti premierà e ti darà una consulenza d’oro, una poltroncina”.
“Guarda che il tuo editore è il primo a battere le mani per questi risultati del governo”, controbatte Rondolino.
“E’ anche il tuo editore per cui tu hai preso soldi tante volte da Il Giornale e da Panorama”, risponde Giordano.
“E infatti noi berlusconiani siamo felici che l’Italia vada bene”, replica Rondolino. “L’Italia purtroppo non va bene, Rondolino!” – erompe Giordano – “Ma dove caXXo vivi? Ci sono 4 milioni di poveri!”.
“Oh, poverini” – commenta la firma dell’Unità – “4 milioni è sempre meglio di 5 milioni.
Sono calati”. “Tu non li vedi, Rondolino, perché sei scemo”, chiosa il direttore del tg4
VIDEO
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/11/ ... no/438045/
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Dare ragione al direttore del Tg4, pesa. Ma Mario Giordano ha ragione.
Per uno che la scorsa settimana a fronte di simil posizioni si era definito "dalemiano- berlusconiano", il re dei voltagabbana doveva aspettarsi certe osservazioni.
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Rondolino vs Giordano: “Becero qualunquista”. “Portaborse, figlio di papà”
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/05/ ... io/376841/
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4 giugno 2015 | di Gisella Ruccia
Gomez a Rondolino: “Dai 10 a Renzi? Soffri di leccaculismo”. “Certo, dichiaratissimo”
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/06/ ... mo/379736/
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Re: Renzi
24 nov 2015 18:44
CRUCIANI A ‘’LA ZANZARA’’: “PERCHÉ IERI SERA NON È ANDATO IN ONDA IL SERVIZIO DELLE IENE SUGLI SCONTRINI DI RENZI? E’ INTERVENUTA UNA MANINA DALL’ALTO O L’UFFICIO LEGALE MEDIASET HA BLOCCATO TUTTO PER FARE ULTERIORI VERIFICHE?"
Nel servizio si parlava di una cena familiare di Renzi al ristorante da Lino interamente rimborsata dalla Provincia, con tanto di fattura - Sul sito Facebook del programma era uscita persino un’anteprima di trenta secondi in cui si annunciavano nuove rivelazioni imbarazzanti per il premier...
Cruciani a La Zanzara: “Perché ieri sera non è andato in onda il servizio delle Iene di Dino Giarrusso sugli scontrini di Renzi quando era sindaco e presidente della Provincia? Sul sito Facebook del programma era uscita persino un’anteprima di trenta secondi in cui si annunciavano nuove rivelazioni imbarazzanti per il premier. E il pezzo era regolarmente in scaletta. Cosa è successo? E’ intervenuta una manina dall’alto o l’ufficio legale Mediaset ha bloccato tutto per fare ulteriori verifiche? Nel servizio si parlava di una cena familiare di Renzi al ristorante da Lino interamente rimborsata dalla Provincia, con tanto di fattura”.
CRUCIANI A ‘’LA ZANZARA’’: “PERCHÉ IERI SERA NON È ANDATO IN ONDA IL SERVIZIO DELLE IENE SUGLI SCONTRINI DI RENZI? E’ INTERVENUTA UNA MANINA DALL’ALTO O L’UFFICIO LEGALE MEDIASET HA BLOCCATO TUTTO PER FARE ULTERIORI VERIFICHE?"
Nel servizio si parlava di una cena familiare di Renzi al ristorante da Lino interamente rimborsata dalla Provincia, con tanto di fattura - Sul sito Facebook del programma era uscita persino un’anteprima di trenta secondi in cui si annunciavano nuove rivelazioni imbarazzanti per il premier...
Cruciani a La Zanzara: “Perché ieri sera non è andato in onda il servizio delle Iene di Dino Giarrusso sugli scontrini di Renzi quando era sindaco e presidente della Provincia? Sul sito Facebook del programma era uscita persino un’anteprima di trenta secondi in cui si annunciavano nuove rivelazioni imbarazzanti per il premier. E il pezzo era regolarmente in scaletta. Cosa è successo? E’ intervenuta una manina dall’alto o l’ufficio legale Mediaset ha bloccato tutto per fare ulteriori verifiche? Nel servizio si parlava di una cena familiare di Renzi al ristorante da Lino interamente rimborsata dalla Provincia, con tanto di fattura”.
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Re: Renzi
Il giovane Renzi e l’idea (geniale) del Ponte sullo Stretto
Scritto il 24/11/15 • LIBRE nella Categoria: segnalazioni
Il Jobs Act, l’Italicum, il taglio del Senato, la rottamazione della Costituzione, le privatizzazioni selvagge come quella di Poste Italiane. Ma Renzi non ci fa mancare nulla, e ora rispolvera persino il Ponte sullo Stretto, per anni in pole-position nella classifica horror di berlusconiana memoria. «Non bastavano i regali alle lobby delle fonti fossili e degli inceneritori, ora rassicuriamo anche chi vorrebbe guadagnare dalla realizzazione di un’opera tanto faraonica (soprattutto nei costi) quanto inutile», protesta il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza. «Il premier sa bene, e lo dice, che le emergenze italiane sono ben altre: perché allora continua a sostenere le lobby del ‘900 e le loro idee vecchie e superate?». Rigenerazione urbana, fonti rinnovabili, mobilità sostenibile, chimica verde? Voci non pervenute, così come agricoltura di qualità, raccolta differenziata, sicurezza delle scuole, ferrovie utili. Niente da fare: la leggenda del Ponte sullo Stretto – fabbrica di progetti costosi, più che di pilastri veri e propri – va sempre bene per dare la caccia all’elettorato in fuga dal Cavaliere.
«Tre anni fa il futuro premier bocciava il Ponte sullo Stretto, auspicando che quella montagna di denaro pubblico necessaria – 8 miliardi di euro – fosse indirizzata piuttosto a realizzare nuove scuole e a migliorare quelle esistenti», ricordano Fabio Granata, Anna Donati e Annalisa Corrado, esponenti di “Green Italia”, che in un post ripreso da “Il Cambiamento” condannano questa «spericolata inversione a U», augurandosi che l’uscita di Renzi sia solo «la sua ennesima promessa non mantenuta». Gli italiani, del resto, «credevano che quello del Ponte fosse un capitolo chiuso, perché di fronte ad un paese costantemente piegato dal dissesto idrogeologico, con infrastrutture che collassano per il maltempo e situazioni come quelle di Messina senz’acqua potabile, indegne di un paese civile, anche solo parlare di Ponte sullo Stretto è uno schiaffo alla realtà». Già, la realtà: «E’ quella dei cittadini dell’Aquila ancora sfollati, quelli della Liguria che passano da un’alluvione con smottamenti e morti a un piano-casa tutto cemento, o il popolo inquinato di Taranto e di Crotone». Allegria: «Dopo le trivelle, gli inceneritori, le autostrade, mancava solo il Ponte assurto a ‘nuovo simbolo per l’Italia’ per dimostrare che il premier crede che le ricette da boom economico degli anni ‘60 siano ancora attuali, mentre c’è un mondo che va in un’altra direzione».
«Di straordinario – ricorda Leandro Janni, presidente siciliano di Italia Nostra – il ponte sullo Stretto di Messina ha solo il tempo e i soldi sprecati per un’opera insostenibile dal punto di vista tecnico, ambientale ed economico». Il progetto definitivo, elaborato da Eurolink SpA, è considerato talmente lacunoso dalla Commissione di valutazione di impatto ambientale da far avanzare la richiesta, il 10 novembre 2011, di ben 223 integrazioni su tutti gli aspetti nodali (strutturali, trasportistici, economico-finanziari, geologici, idrogeologici, naturalistici, paesaggistici, relativi alle emissioni atmosferiche, ai rumori e alle vibrazioni), a cui Eurolink non è ancora riuscita rispondere esaurientemente. Sconcertante, se si pensa che da oltre 10 anni la cattiva politica – cui ora si associa il “giovane” Renzi – vorrebbe costruire, «in una delle aree a più alto elevato rischio sismico del Mediterraneo, un ponte sospeso, ad unica campata di 3,3 km di lunghezza, sorretto da torri di circa 400 metri di altezza, a doppio impalcato stradale e ferroviario». Oggi il ponte più lungo al mondo, il Minami Bisan-Seto in Giappone, è lungo un terzo di quello progettato per Messina.
Si tratta di un’opera che ad oggi verrebbe a costare 8,5 miliardi di euro, continua il “Cambiamento”: oltre mezzo punto di Pil, e senza un piano economico-finanziario che ne dimostri la redditività e l’utilità. Impietoso il dossier dei prestigiosi tecnici italiani ingaggiati dagli ambientalisti per “smontare” il disastroso progetto di Eurolink. Primo problema, il terremoto: viene garantita l’invulnerabilità del manufatto solo per eventi sismici fino a 7,1 Richter, escludendo quindi «in maniera ascientifica» che ci possa essere un sisma di maggiore energia in una zona di rischio molto elevato. Inoltre, nel calcolo dei materiali da scavo viene dimenticato il conteggio di 3,5 milioni di metri cubi di terreno estratto o movimentato. Sos ambiente: non è stata ancora elaborata una valutazione di incidenza credibile sullo Stretto di Messina, area di pregio naturalistico teoricamente a tutela europea. L’ultimo progetto, poi, considera “trascurabili” le modifiche apportate: un incremento di 17 metri dell’altezza delle torri, che arriverebbero a quota 400 metri, per sollevare l’impalcato sino ad 80 metri sul livello del mare. Poi lo spostamento della torre sul lato della Calabria, la variazione del tipo d’acciaio e quindi il peso delle funi e delle strutture portanti, e infine il cambiamento dell’altezza dell’impalcato del viadotto Pantano, lato Sicilia.
Non è tutto. «Sono state presentate analisi trasportistiche insufficienti ed elaborati progettuali incompleti – aggiungono gli ambientalisti – da cui emerge che a 25 anni dalla realizzazione dell’opera ponte si registrerebbe un traffico pari a 11,6 milioni di auto all’anno per un’infrastruttura dimensionata per 105 milioni di auto l’anno, con un grado di utilizzo, quindi, dell’11% circa». Mostruoso, super-costoso e super-inutile: bravo Renzi. Non fa che aggiungere malinconia e desolazione l’esame dell’équipe tecnica che ha “fatto le pulci” all’improbabile progetto Eurolink. Tra gli oltre 30 esperti che hanno lavorato con le associazioni ambientaliste, scrive il “Cambiamento”, fra gli specialisti dell’università di Messina troviamo Emilio Di Domenico (oceanografia biologica), Gaetano Gargiulo (botanica), Lucrezia Genovese (Cnr), Salvatore Giacobbe (ecologia). Poi Domenico Gattuso (ingegneria, Reggio Calabria), i geologi Giuseppe Gisotti, Alessandro Guerricchio e Gioacchino Lena.
Ci sono tecnici come Piero Polimeni, ingegnere pianificatore, esperto di cooperazione e sviluppo locale; Guido Signorino, professore ordinario del dipartimento economia, statistica e sociologia dell’Università di Messina. E poi Stefano Sylos Labini, ricercatore dell’Enea e geologo come Carlo Tansi (Università della Calabria). Non manca il geologo più famoso d’Italia, il conduttore televisivo Mario Tozzi. E ci sono specialisti come il professor Vincenzo Vacante (agraria, Reggio), l’ingegner Claudio Villari, un urbanista come il professor Alberto Ziparo dell’ateneo di Firenze. «Serve altro?», si domanda “Il Cambiamento”. Sì, certo: tanto per cominciare servirebbe un altro premier, magari regolarmente eletto. E poi un’altra Italia, in cui a nessuno verrebbe in mente di proporre opere demenziali e succulente per il sistema mafioso degli appalti, dalla linea Tav Torino-Lione al suo gemello mediterraneo, l’inaffondabile Ponte sullo Stretto.
Scritto il 24/11/15 • LIBRE nella Categoria: segnalazioni
Il Jobs Act, l’Italicum, il taglio del Senato, la rottamazione della Costituzione, le privatizzazioni selvagge come quella di Poste Italiane. Ma Renzi non ci fa mancare nulla, e ora rispolvera persino il Ponte sullo Stretto, per anni in pole-position nella classifica horror di berlusconiana memoria. «Non bastavano i regali alle lobby delle fonti fossili e degli inceneritori, ora rassicuriamo anche chi vorrebbe guadagnare dalla realizzazione di un’opera tanto faraonica (soprattutto nei costi) quanto inutile», protesta il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza. «Il premier sa bene, e lo dice, che le emergenze italiane sono ben altre: perché allora continua a sostenere le lobby del ‘900 e le loro idee vecchie e superate?». Rigenerazione urbana, fonti rinnovabili, mobilità sostenibile, chimica verde? Voci non pervenute, così come agricoltura di qualità, raccolta differenziata, sicurezza delle scuole, ferrovie utili. Niente da fare: la leggenda del Ponte sullo Stretto – fabbrica di progetti costosi, più che di pilastri veri e propri – va sempre bene per dare la caccia all’elettorato in fuga dal Cavaliere.
«Tre anni fa il futuro premier bocciava il Ponte sullo Stretto, auspicando che quella montagna di denaro pubblico necessaria – 8 miliardi di euro – fosse indirizzata piuttosto a realizzare nuove scuole e a migliorare quelle esistenti», ricordano Fabio Granata, Anna Donati e Annalisa Corrado, esponenti di “Green Italia”, che in un post ripreso da “Il Cambiamento” condannano questa «spericolata inversione a U», augurandosi che l’uscita di Renzi sia solo «la sua ennesima promessa non mantenuta». Gli italiani, del resto, «credevano che quello del Ponte fosse un capitolo chiuso, perché di fronte ad un paese costantemente piegato dal dissesto idrogeologico, con infrastrutture che collassano per il maltempo e situazioni come quelle di Messina senz’acqua potabile, indegne di un paese civile, anche solo parlare di Ponte sullo Stretto è uno schiaffo alla realtà». Già, la realtà: «E’ quella dei cittadini dell’Aquila ancora sfollati, quelli della Liguria che passano da un’alluvione con smottamenti e morti a un piano-casa tutto cemento, o il popolo inquinato di Taranto e di Crotone». Allegria: «Dopo le trivelle, gli inceneritori, le autostrade, mancava solo il Ponte assurto a ‘nuovo simbolo per l’Italia’ per dimostrare che il premier crede che le ricette da boom economico degli anni ‘60 siano ancora attuali, mentre c’è un mondo che va in un’altra direzione».
«Di straordinario – ricorda Leandro Janni, presidente siciliano di Italia Nostra – il ponte sullo Stretto di Messina ha solo il tempo e i soldi sprecati per un’opera insostenibile dal punto di vista tecnico, ambientale ed economico». Il progetto definitivo, elaborato da Eurolink SpA, è considerato talmente lacunoso dalla Commissione di valutazione di impatto ambientale da far avanzare la richiesta, il 10 novembre 2011, di ben 223 integrazioni su tutti gli aspetti nodali (strutturali, trasportistici, economico-finanziari, geologici, idrogeologici, naturalistici, paesaggistici, relativi alle emissioni atmosferiche, ai rumori e alle vibrazioni), a cui Eurolink non è ancora riuscita rispondere esaurientemente. Sconcertante, se si pensa che da oltre 10 anni la cattiva politica – cui ora si associa il “giovane” Renzi – vorrebbe costruire, «in una delle aree a più alto elevato rischio sismico del Mediterraneo, un ponte sospeso, ad unica campata di 3,3 km di lunghezza, sorretto da torri di circa 400 metri di altezza, a doppio impalcato stradale e ferroviario». Oggi il ponte più lungo al mondo, il Minami Bisan-Seto in Giappone, è lungo un terzo di quello progettato per Messina.
Si tratta di un’opera che ad oggi verrebbe a costare 8,5 miliardi di euro, continua il “Cambiamento”: oltre mezzo punto di Pil, e senza un piano economico-finanziario che ne dimostri la redditività e l’utilità. Impietoso il dossier dei prestigiosi tecnici italiani ingaggiati dagli ambientalisti per “smontare” il disastroso progetto di Eurolink. Primo problema, il terremoto: viene garantita l’invulnerabilità del manufatto solo per eventi sismici fino a 7,1 Richter, escludendo quindi «in maniera ascientifica» che ci possa essere un sisma di maggiore energia in una zona di rischio molto elevato. Inoltre, nel calcolo dei materiali da scavo viene dimenticato il conteggio di 3,5 milioni di metri cubi di terreno estratto o movimentato. Sos ambiente: non è stata ancora elaborata una valutazione di incidenza credibile sullo Stretto di Messina, area di pregio naturalistico teoricamente a tutela europea. L’ultimo progetto, poi, considera “trascurabili” le modifiche apportate: un incremento di 17 metri dell’altezza delle torri, che arriverebbero a quota 400 metri, per sollevare l’impalcato sino ad 80 metri sul livello del mare. Poi lo spostamento della torre sul lato della Calabria, la variazione del tipo d’acciaio e quindi il peso delle funi e delle strutture portanti, e infine il cambiamento dell’altezza dell’impalcato del viadotto Pantano, lato Sicilia.
Non è tutto. «Sono state presentate analisi trasportistiche insufficienti ed elaborati progettuali incompleti – aggiungono gli ambientalisti – da cui emerge che a 25 anni dalla realizzazione dell’opera ponte si registrerebbe un traffico pari a 11,6 milioni di auto all’anno per un’infrastruttura dimensionata per 105 milioni di auto l’anno, con un grado di utilizzo, quindi, dell’11% circa». Mostruoso, super-costoso e super-inutile: bravo Renzi. Non fa che aggiungere malinconia e desolazione l’esame dell’équipe tecnica che ha “fatto le pulci” all’improbabile progetto Eurolink. Tra gli oltre 30 esperti che hanno lavorato con le associazioni ambientaliste, scrive il “Cambiamento”, fra gli specialisti dell’università di Messina troviamo Emilio Di Domenico (oceanografia biologica), Gaetano Gargiulo (botanica), Lucrezia Genovese (Cnr), Salvatore Giacobbe (ecologia). Poi Domenico Gattuso (ingegneria, Reggio Calabria), i geologi Giuseppe Gisotti, Alessandro Guerricchio e Gioacchino Lena.
Ci sono tecnici come Piero Polimeni, ingegnere pianificatore, esperto di cooperazione e sviluppo locale; Guido Signorino, professore ordinario del dipartimento economia, statistica e sociologia dell’Università di Messina. E poi Stefano Sylos Labini, ricercatore dell’Enea e geologo come Carlo Tansi (Università della Calabria). Non manca il geologo più famoso d’Italia, il conduttore televisivo Mario Tozzi. E ci sono specialisti come il professor Vincenzo Vacante (agraria, Reggio), l’ingegner Claudio Villari, un urbanista come il professor Alberto Ziparo dell’ateneo di Firenze. «Serve altro?», si domanda “Il Cambiamento”. Sì, certo: tanto per cominciare servirebbe un altro premier, magari regolarmente eletto. E poi un’altra Italia, in cui a nessuno verrebbe in mente di proporre opere demenziali e succulente per il sistema mafioso degli appalti, dalla linea Tav Torino-Lione al suo gemello mediterraneo, l’inaffondabile Ponte sullo Stretto.
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Re: Renzi
Un collega mi fa questa domanda: "Soldi per la cultura e sicurezza: dove sono stati presi? "
La mia risposta: "Dal nostro stipendio, ricordati che non ci hanno ancora rinnovato il contratto"
da www.ciwati.it
La mia risposta: "Dal nostro stipendio, ricordati che non ci hanno ancora rinnovato il contratto"
da www.ciwati.it
Il peronismo (nel senso della birra)
Leggo che il governo avrebbe deciso di spostare la riduzione dell’Ires, cambiando per l’ennesima volta la propria politica fiscale, per finanziare sicurezza e cultura. A ogni conferenza stampa, una svolta: e a ogni svolta, una novità che ricorda tanto quello che il centrosinistra ha sempre contrastato.
Vi ricordate quando si metteva in croce Tremonti per gli interventi a pioggia, i tagli lineari, le social card?
Si diceva, allora, che ci voleva la progressività, l’intervento strutturale e non la mossa elettorale, la misura e non la regalìa.
Ecco, ora si sostiene con allegrezza l’esatto contrario. Si estendono gli ottanta euro a prescindere dal reddito familiare e del patrimonio, se ne danno 500 da rendicontare senza aggiornare il contratto e senza considerare quanti soldi si devono ai dipendenti pubblici.
E con i 500 euro di bonus ai diciottenni (anche ai diciottenni che vivono in famiglie che di euro ne hanno ben più di 500, vero?) siamo al peronismo, nel senso della birra, però. E della confusione totale tra cose serie e spot. In questo caso, per il primo voto. Del resto, a 18 anni si inizia a votare, guarda caso.
_____________________
«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
_____________________
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Re: Renzi
lucfig ha scritto:Un collega mi fa questa domanda: "Soldi per la cultura e sicurezza: dove sono stati presi? "
La mia risposta: "Dal nostro stipendio, ricordati che non ci hanno ancora rinnovato il contratto"
da http://www.ciwati.it
Il peronismo (nel senso della birra)
Leggo che il governo avrebbe deciso di spostare la riduzione dell’Ires, cambiando per l’ennesima volta la propria politica fiscale, per finanziare sicurezza e cultura. A ogni conferenza stampa, una svolta: e a ogni svolta, una novità che ricorda tanto quello che il centrosinistra ha sempre contrastato.
Vi ricordate quando si metteva in croce Tremonti per gli interventi a pioggia, i tagli lineari, le social card?
Si diceva, allora, che ci voleva la progressività, l’intervento strutturale e non la mossa elettorale, la misura e non la regalìa.
Ecco, ora si sostiene con allegrezza l’esatto contrario. Si estendono gli ottanta euro a prescindere dal reddito familiare e del patrimonio, se ne danno 500 da rendicontare senza aggiornare il contratto e senza considerare quanti soldi si devono ai dipendenti pubblici.
E con i 500 euro di bonus ai diciottenni (anche ai diciottenni che vivono in famiglie che di euro ne hanno ben più di 500, vero?) siamo al peronismo, nel senso della birra, però. E della confusione totale tra cose serie e spot. In questo caso, per il primo voto. Del resto, a 18 anni si inizia a votare, guarda caso.
La copertina di Maurizio Crozza
24/11/2015
http://www.la7.it/dimartedi/video/crozz ... 015-168516
P:7:10
E' giusto,.ha paura di perdere le elezioni e dà le mance.
SE NE SONO ACCORTI TUTTI MA SI VA' AVANTI LO STESSO.
Un tempo si criticava a Napoli il comandante Lauro che ti dava mezza mille lire e l'altra dopo il voto.
Lui ti compra alla grande e và bene così.
Questo Paese finirà male. Molto male!
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Re: Renzi
Le Iene e le spese di Renzi: ecco cosa c’è nel servizio che Mediaset ha fatto saltare
Media & Regime
L'inchiesta sulle spese del premier, rinviata una prima volta, non è andata in onda lunedì sera. Modificata la scaletta già trasmessa ai giornali dall'ufficio stampa di Italia1. Al centro un pranzo “sospetto” da 80 euro del 6 giugno 2006
di Marco Franchi | 26 novembre 2015
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11 ... e/2255950/
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Re: Renzi
Bonus 500 euro a 18enni, Taddei: “Non è mancia elettorale, non ci sono elezioni”
Lobby
Così il responsabile economico del Pd ha risposto alle critiche sulla misura annunciata dal premier. Spuntata dopo che la manovra ha già ottenuto il via libera di un ramo del Parlamento. I circa 275 milioni di spesa saranno finanziati ancora una volta in deficit, stavolta invocando una nuova "clausola sicurezza" alla luce degli attentati di Parigi
di F. Q. | 26 novembre 2015
Commenti (783)
Il bonus da 500 euro promesso ai neo diciottenni per le spese culturali? “Non è una mancia elettorale”, ha sostenuto il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei, rispondendo alle critiche piovute sul provvedimento che stando a quanto anticipato dal premier Matteo Renzi sarà inserito nella legge di Stabilità durante il passaggio alla Camera. La “carta acquisti”, simile a quella già prevista per i professori e destinata ai 550mila ragazzi che compiranno 18 anni nel 2016, potrà essere spesa in attività culturali, dai teatri ai musei ai concerti. A quanto si è capito, in attesa che l’esecutivo spieghi i dettagli nell’emendamento ad hoc che dovrebbe essere presentato a Montecitorio, i circa 275 milioni di spesa saranno finanziati ancora una volta in deficit. Capito che la Commissione Ue era fredda sul via libera alla cosiddetta “clausola migranti“, per coprire questo e gli altri provvedimenti annunciati martedì il governo infatti punta ora a ottenere altro spazio di manovra sui conti pubblici invocando l’emergenza sicurezza alla luce degli attentati di Parigi.
Mercoledì il leader della Fiom Maurizio Landini ha attaccato la novità, spuntata peraltro dopo che la manovra ha già ottenuto il via libera di un ramo del Parlamento, dicendo che “è una mossa totalmente elettorale. Si vede che Renzi si rende conto che fra un po’ si dovrà andare a votare e spera così di ottenere il voto dei diciottenni che vanno alle urne per la prima volta”. I parlamentari M5S delle Commissioni Cultura di Camera e Senato hanno parlato invece di “specchietti per le allodole” dicendo che “la cultura italiana e i giovani hanno bisogno di misure strutturali e non di briciole o misure spot. La lotta alla barbarie del terrorismo passa sicuramente attraverso la cultura, un settore che però fino ad oggi è stato solo penalizzato e mortificato dai tagli del passato e su cui questo governo non ha mai investito seriamente”. E hanno rincarato: “Se non si tratta di una mancia elettorale perché allora non destinare il bonus di 500 euro per la spesa culturale ai ragazzi di 16 anni, età in cui già ci si avvicina ad una fruizione consapevole volta alla propria formazione personale? Forse perché i 18enni votano e i 16enni no?”.
“Perché sia una ‘mancia elettorale’ ci devono essere le elezioni e, a quanto mi risulta, non ci sono elezioni prossime”, è la replica di Taddei. “Non si fa un’iniziativa sui diciottenni per le amministrative”. Di conseguenza, ha detto il responsabile economico del partito, si tratta di “una polemica che non riesco a capire”, poiché il bonus si colloca all’interno di “in un percorso equilibrato, bilanciato” che tiene insieme “tutte le esigenze proprie governo del Paese: sicurezza, integrazione, civiltà e sviluppo”.
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Re: Renzi
PINOCCHIO E LA SUPERCAZZOLA SESQUIPEDALE
Per la prima volta in due anni, mi trovo daccordo con Zanetti. Siamo in un mare di guai.
Perplesso anche il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti: “Qui finiamo in malus”
Bonus 500 euro ai 18enni, Renzi: “Con i provvedimenti compro i voti? Offesi gli italiani”
Il presidente del Consiglio si difende dopo le critiche per l'iniziativa rivolta ai maggiorenni. I 5 Stelle: "L'elemosina al potere, gli italiani trattati come mendicanti". La segretaria Cgil Camusso: "Governo malato di bonus ma senza politica strutturale". Brunetta (Fi): "Usa i soldi dei padri per pagarsi il consenso dei figli"
di F. Q. | 27 novembre 2015
“Il bonus da 500 euro per i 18enni è un modo per comprarmi i voti? Chi lo dice offende gli italiani”. Matteo Renzi ha scelto la sua E-news per difendersi dalle critiche per l’idea di offrire un finanziamento a 550mila ragazzi che diventano maggiorenni da investire in iniziative culturali. La “renzata”, arrivata a sorpresa e a legge di stabilità già presentata, ha scatenato numerose polemiche e secondo alcuni sarebbe un modo per conquistare l’elettorato più giovane.
L’annuncio pochi giorni dopo gli attentati del 13 novembre a Parigi, ha provocato attacchi su tutti i fronti. “L’elemosina al potere: gli italiani trattati come mendicanti”, ha detto Beppe Grillo sul suo blog. “Governo malato di bonus”, ha commentato la segretaria Cgil Susanna Camusso. Poi Forza Italia con Renato Brunetta: “Usa i soldi dei padri per pagarsi il consenso dei figli”. E pure Maurizio Gasparri: “Wanna Marchi in confronto è un esempio specchiato di moralità”. Perplesso anche il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti: “Qui finiamo in malus”. Il Corriere della Sera, che per primo aveva interpretato la scelta del leader Pd come una mossa elettorale, ha criticato il provvedimento con un editoriale del professor Maurizio Ferrera: “Non è equo perché non tiene conto delle grandi disparità sociali e territoriali in Italia”.
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Tutti “commenti surreali” secondo Renzi, il cui staff ha prontamente rilanciato in rete articoli della stampa internazionale (da Bloomberg a Le Figaro) che hanno interpretato la scelta come un modo positivo per affrontare l’emergenza terrorismo nel mondo: ovvero investire nell’integrazione e usare “la cultura come un’arma di guerra”. “Riduci le tasse sulla casa?”, ha scritto Renzi nella sua newsletter settimanale. “Stai comprando il voto dei proprietari di immobili. Dai gli 80 euro a chi non arriva ai 1500 euro al mese o ai carabinieri? Stai comprando il voto della classe media e delle forze dell’ordine. Dai il bonus ai professori o ai diciottenni? Lo fai perché vuoi comprarti il loro consenso”. Secondo il leader Pd “gli italiani non si fanno comprare”: “Votano sulla base delle proprie speranze e delle proprie emozioni, non sulla base di un bonus”.
In realtà sono tante le voci dall’opposizione che hanno criticato nelle scorse ore l’idea di Renzi. In prima linea i 5 Stelle. Beppe Grillo sul suo blog ha lanciato l’hashtag: “A 18 anni voto 5 Stelle” e poi in un post: “Un governo inetto ed incapace di fare una manovra economica si limita solo a fare annunci a promettere bonus utili solo per la propaganda come fossero caramelle. L’elemosina al potere. Gli italiani trattati come mendicanti. La sua è una misura maldestra per conquistarsi i giovani che votano il M5S”.
L’iniziativa è stata condannata anche da Susanna Camusso, segretaria Cgil: “Questo governo è malato di bonus e dimostra di non avere una politica strutturale. Quando si dice che bisogna investire in cultura è straordinariamente giusto, ma un bonus non è l’investimento in cultura, non è la costruzione di lavoro, di una capacità di essere paese che valorizza il suo patrimonio”.
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Secondo Renato Brunetta, capogruppo Fi alla Camera, Renzi è in una “confusione mentale onirica”. “Usa i soldi dei padri”, ha commentato, “per pagarsi il consenso dei figli. Si tratterà di una paghetta di stato condizionata per andare ai concerti jazz o heavy metal, classica, leggera o pop? Ci sarà anche questo nella legge? Come saranno distribuiti i 500 euro? Si dovranno portare gli scontrini dei concerti, dei dvd o dei cd? Si deciderà anche paternalisticamente quali saranno le musiche da ascoltare o i concerti da vedere, in quale lasso di tempo, con quale ricevuta? A me sembra una follia”. Stesso ritornello per il senatore Maurizio Gasparri: “Vergognoso demagogo, al suo confronto Wanna Marchi è un esempio specchiato di serietà e moralità”.
Anche nella maggioranza però non mancano le perplessità sull’iniziativa. “A forza di parlare di bonus qui finiamo malus”, ha detto con una battuta il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, ospite del programma di Rai Radio2 Un Giorno da Pecora. “Ogni volta col bonus degli 80 euro, il bonus da questa parte, il bonus da quell’altra. Non sono d’accordo nel proporla in questo modo. E’ un’iniziativa interessante che deve essere strutturata”. E alla domanda se usare questi termini possa essere un modo per vincere le elezioni ha replicato: “Una politica fatta da una parte di critiche populiste, mosse dall’opposizione, e dall’altra, in maggioranza, di bonus, indubbiamente nei sondaggi potrebbe pagare”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11 ... i/2259679/
Per la prima volta in due anni, mi trovo daccordo con Zanetti. Siamo in un mare di guai.
Perplesso anche il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti: “Qui finiamo in malus”
Bonus 500 euro ai 18enni, Renzi: “Con i provvedimenti compro i voti? Offesi gli italiani”
Il presidente del Consiglio si difende dopo le critiche per l'iniziativa rivolta ai maggiorenni. I 5 Stelle: "L'elemosina al potere, gli italiani trattati come mendicanti". La segretaria Cgil Camusso: "Governo malato di bonus ma senza politica strutturale". Brunetta (Fi): "Usa i soldi dei padri per pagarsi il consenso dei figli"
di F. Q. | 27 novembre 2015
“Il bonus da 500 euro per i 18enni è un modo per comprarmi i voti? Chi lo dice offende gli italiani”. Matteo Renzi ha scelto la sua E-news per difendersi dalle critiche per l’idea di offrire un finanziamento a 550mila ragazzi che diventano maggiorenni da investire in iniziative culturali. La “renzata”, arrivata a sorpresa e a legge di stabilità già presentata, ha scatenato numerose polemiche e secondo alcuni sarebbe un modo per conquistare l’elettorato più giovane.
L’annuncio pochi giorni dopo gli attentati del 13 novembre a Parigi, ha provocato attacchi su tutti i fronti. “L’elemosina al potere: gli italiani trattati come mendicanti”, ha detto Beppe Grillo sul suo blog. “Governo malato di bonus”, ha commentato la segretaria Cgil Susanna Camusso. Poi Forza Italia con Renato Brunetta: “Usa i soldi dei padri per pagarsi il consenso dei figli”. E pure Maurizio Gasparri: “Wanna Marchi in confronto è un esempio specchiato di moralità”. Perplesso anche il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti: “Qui finiamo in malus”. Il Corriere della Sera, che per primo aveva interpretato la scelta del leader Pd come una mossa elettorale, ha criticato il provvedimento con un editoriale del professor Maurizio Ferrera: “Non è equo perché non tiene conto delle grandi disparità sociali e territoriali in Italia”.
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Tutti “commenti surreali” secondo Renzi, il cui staff ha prontamente rilanciato in rete articoli della stampa internazionale (da Bloomberg a Le Figaro) che hanno interpretato la scelta come un modo positivo per affrontare l’emergenza terrorismo nel mondo: ovvero investire nell’integrazione e usare “la cultura come un’arma di guerra”. “Riduci le tasse sulla casa?”, ha scritto Renzi nella sua newsletter settimanale. “Stai comprando il voto dei proprietari di immobili. Dai gli 80 euro a chi non arriva ai 1500 euro al mese o ai carabinieri? Stai comprando il voto della classe media e delle forze dell’ordine. Dai il bonus ai professori o ai diciottenni? Lo fai perché vuoi comprarti il loro consenso”. Secondo il leader Pd “gli italiani non si fanno comprare”: “Votano sulla base delle proprie speranze e delle proprie emozioni, non sulla base di un bonus”.
In realtà sono tante le voci dall’opposizione che hanno criticato nelle scorse ore l’idea di Renzi. In prima linea i 5 Stelle. Beppe Grillo sul suo blog ha lanciato l’hashtag: “A 18 anni voto 5 Stelle” e poi in un post: “Un governo inetto ed incapace di fare una manovra economica si limita solo a fare annunci a promettere bonus utili solo per la propaganda come fossero caramelle. L’elemosina al potere. Gli italiani trattati come mendicanti. La sua è una misura maldestra per conquistarsi i giovani che votano il M5S”.
L’iniziativa è stata condannata anche da Susanna Camusso, segretaria Cgil: “Questo governo è malato di bonus e dimostra di non avere una politica strutturale. Quando si dice che bisogna investire in cultura è straordinariamente giusto, ma un bonus non è l’investimento in cultura, non è la costruzione di lavoro, di una capacità di essere paese che valorizza il suo patrimonio”.
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Secondo Renato Brunetta, capogruppo Fi alla Camera, Renzi è in una “confusione mentale onirica”. “Usa i soldi dei padri”, ha commentato, “per pagarsi il consenso dei figli. Si tratterà di una paghetta di stato condizionata per andare ai concerti jazz o heavy metal, classica, leggera o pop? Ci sarà anche questo nella legge? Come saranno distribuiti i 500 euro? Si dovranno portare gli scontrini dei concerti, dei dvd o dei cd? Si deciderà anche paternalisticamente quali saranno le musiche da ascoltare o i concerti da vedere, in quale lasso di tempo, con quale ricevuta? A me sembra una follia”. Stesso ritornello per il senatore Maurizio Gasparri: “Vergognoso demagogo, al suo confronto Wanna Marchi è un esempio specchiato di serietà e moralità”.
Anche nella maggioranza però non mancano le perplessità sull’iniziativa. “A forza di parlare di bonus qui finiamo malus”, ha detto con una battuta il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, ospite del programma di Rai Radio2 Un Giorno da Pecora. “Ogni volta col bonus degli 80 euro, il bonus da questa parte, il bonus da quell’altra. Non sono d’accordo nel proporla in questo modo. E’ un’iniziativa interessante che deve essere strutturata”. E alla domanda se usare questi termini possa essere un modo per vincere le elezioni ha replicato: “Una politica fatta da una parte di critiche populiste, mosse dall’opposizione, e dall’altra, in maggioranza, di bonus, indubbiamente nei sondaggi potrebbe pagare”.
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