La Terza Guerra Mondiale
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Una settimana fa il premier Greco Tsipras ha incontrato quello turco Eldoran.
Caso storico visto che Grecia e Turchia hanno fatto una guerra (vedi Cipro).
Insomma ... ho l'impressione che stia accadendo qualcosa di straordinario ...
Caso storico visto che Grecia e Turchia hanno fatto una guerra (vedi Cipro).
Insomma ... ho l'impressione che stia accadendo qualcosa di straordinario ...
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: La Terza Guerra Mondiale
La Russia ha dato 24h di tempo all'ambasciatore turco a Mosca per lasciare la Russia e chiudere l'ambasciata.
Non è un buon segno...
Non è un buon segno...
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Re: La Terza Guerra Mondiale
I GIORNI DEL KAOS
Nelle tragedie da noi si accompagnano sempre le comiche.
Invece di aspettare l'arruolamento di Stato potrebbe formare subito la Brigata Leghistan ed andare a combattere ugualmente contro l'Isis.
Ce lo vedo Salvini nel gazebo in Piazza del Duomo ad arruolare i legaioli pronti a morire per la patria. Morirebbe di vecchiaia per gli anni che gli restano.
Salvini, pronto ad arruolarmi per la guerra contro l'Isis
17:23 24 NOV 2015
(AGI) - Roma, 24 nov. - "Guerra all'Isis? "Sono pronto a partire anch'io. Ho fatto un anno di servizio militare nel '95, ma farei tutto quello che bisogna fare. Anche andare a combattere. Speriamo che non ci sia bisogno. Ma io ci sono". Lo dice Matteo Salvini, leader della Lega Nord, a Radio 24. "Chi dice no alla guerra all'Isis - spiega Salvini - e' come i collaborazionisti durante il nazismo". "Il crocefisso - dice ancora Salvini - va reso obbligatorio nelle scuole. Soprattutto per un fatto identitario, lo diceva anche Benedetto Croce.
L'integrazione e' possibile solo se la cultura che ospita e' orgogliosa e forte". "Il velo - aggiunge ancora - va vietato, lo dice anche uno dei migliori giudici che c'e' in Italia come Carlo Nordio. La legge c'e', basta farla rispettare. A Milano e' pieno di persone di cui vedi solo la fessura negli occhi.
Non si puo'". "Sabato scorso l'Islam moderato stava facendo shopping - dice il leader leghista - a Roma erano in tredici, una folla oceanica". Ma il Corano e' un testo violento, chiedono i conduttori?: "Sicuramente si. Io l'ho letto. Fino a quando in nome del Corano si ammazza, nessun insegnamento del Corano nelle scuole italiane. Mai in mano a un bambino. E no alla societa' multirazziale, altrimenti finiamo come in Belgio". (AGI) .
Nelle tragedie da noi si accompagnano sempre le comiche.
Invece di aspettare l'arruolamento di Stato potrebbe formare subito la Brigata Leghistan ed andare a combattere ugualmente contro l'Isis.
Ce lo vedo Salvini nel gazebo in Piazza del Duomo ad arruolare i legaioli pronti a morire per la patria. Morirebbe di vecchiaia per gli anni che gli restano.
Salvini, pronto ad arruolarmi per la guerra contro l'Isis
17:23 24 NOV 2015
(AGI) - Roma, 24 nov. - "Guerra all'Isis? "Sono pronto a partire anch'io. Ho fatto un anno di servizio militare nel '95, ma farei tutto quello che bisogna fare. Anche andare a combattere. Speriamo che non ci sia bisogno. Ma io ci sono". Lo dice Matteo Salvini, leader della Lega Nord, a Radio 24. "Chi dice no alla guerra all'Isis - spiega Salvini - e' come i collaborazionisti durante il nazismo". "Il crocefisso - dice ancora Salvini - va reso obbligatorio nelle scuole. Soprattutto per un fatto identitario, lo diceva anche Benedetto Croce.
L'integrazione e' possibile solo se la cultura che ospita e' orgogliosa e forte". "Il velo - aggiunge ancora - va vietato, lo dice anche uno dei migliori giudici che c'e' in Italia come Carlo Nordio. La legge c'e', basta farla rispettare. A Milano e' pieno di persone di cui vedi solo la fessura negli occhi.
Non si puo'". "Sabato scorso l'Islam moderato stava facendo shopping - dice il leader leghista - a Roma erano in tredici, una folla oceanica". Ma il Corano e' un testo violento, chiedono i conduttori?: "Sicuramente si. Io l'ho letto. Fino a quando in nome del Corano si ammazza, nessun insegnamento del Corano nelle scuole italiane. Mai in mano a un bambino. E no alla societa' multirazziale, altrimenti finiamo come in Belgio". (AGI) .
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Re: La Terza Guerra Mondiale
I GIORNI DEL KAOS
La settimana scorsa ho incontrato in prossimità della metropolitana Antonio Pizzinato, l’ex segretario della CGIL. In questi anni difficili per la sinistra e per il Paese, quando lo incontravo gli ponevo sempre la stessa domanda: COME NE VENIAMO FUORI?
Questa volta la domanda era riferita alla Terza Guerra Mondiale.
Secondo l’esponente di SEL, tutto dipende dagli accordi tra i grandi del pianeta.
Ma le notizie delle ultime ore questa opzione sembra chiaramente svanire Hollande-Clouseau incontra Obama che gli precisa di stare dalla parte della Turchia anche in questo stramaledetto incidente.
Stragi Parigi, Obama: “Isis sarà distrutto. Turchia ha diritto a difendere territorio”. Hollande: “Ampliare raid, colpire risorse”
Contro l’Isis. Ma anche con la Turchia. Barack Obama conferma la strategia per annientare lo Stato Islamico e, sulla questione del caccia russo abbattuto da Ankara, dice con chiarezza da che parte sta: “La Turchia ha il diritto di difendere il proprio territorio” detto il presidente degli Stati Uniti, sottolineando che sarà in diretto contatto con Erdogan. La vicenda ovviamente non avrà ripercussioni nella lotta contro il Califfato. Lo Stato Islamico è “una seria minaccia per tutti noi” e “nella sua orrenda strategia, non può essere più tollerato, deve essere distrutto“. Barack Obama torna sugli attentati che il 13 novembre hanno sconvolto Parigi e la Francia, dopo l’incontro a Washington con il capo dell’Eliseo, Francois Hollande. “Il presidente e io – ha spiegato il capo della Casa Bianca – concordiamo che le nostre nazioni devono fare di più insieme” per combattere la minaccia. E “chiedo ai partner Ue di fare di più” nella condivisione di informazioni. Al contempo “la Russia deve spostare l’obiettivo dei suoi interventi” per colpire l’Isis e non i ribelli anti-Assad: “La pace in Siria va vista attraverso i principi consolidati a Vienna”.
Pubblicità
“Obama mi ha promesso un aiuto illimitato”, ha detto nella conferenza stampa alla Casa Bianca Hollande, che ha proposta la sua ricetta: “Ampliare i bombardamenti contro l’Isis in Siria e Iraq. Gli alleati devono distruggere l’Isis ovunque si trovi e le sue risorse che sono sostanziose. Dobbiamo colpire gli impianti petroliferi, il traffico della droga e quello degli esseri umani”. Sulla questione siriana, il presidente francese si è detto d’accordo con la posizione espressa dagli Stati Uniti: “Dobbiamo assicurare una transizione politica che porti all’uscita Assad, perché non si può pensare che i siriani possano riunirsi con chi è all’origine di uno dei più grossi massacri di questi anni. Ci vuole un governo di unità“. E’ inoltre “urgente chiudere il confine il confine tra Turchia e Siria: quei confini vanno chiusi per prevenire il flusso di terroristi che arrivano in Europa”, ha spiegato Hollande. Che sulla questione del jet abbattuto ha sottolineato che “si tratta di un episodio grave, ma bisogna evitare ogni escalation”.
Obama e Hollande si rivedranno a fine mese. “La settimana prossima sarò a Parigi per la conferenza sul clima, è una sfida enorme ai terroristi – ha spiegato il presidente degli Stati Uniti – dobbiamo dimostrare loro che non saremo ostacolati nel creare un futuro migliore ai nostri figli”.”Non c’è simbolo migliore e migliore risposta” che “riunire la conferenza sul clima a Parigi: 150 capi di Stati e governo, mai la Francia ha accolto tanti rappresentanti delle istituzioni mondiali”, la risposta del capo dell’Eliseo.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11 ... i/2249317/
Tra i commenti della vox populi compare questo:
Nabir Obar • un'ora fa
Finalmente era ora che il premio Nobel per la pace si levasse la maschera, Obama sta coll'isis punto.
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La settimana scorsa ho incontrato in prossimità della metropolitana Antonio Pizzinato, l’ex segretario della CGIL. In questi anni difficili per la sinistra e per il Paese, quando lo incontravo gli ponevo sempre la stessa domanda: COME NE VENIAMO FUORI?
Questa volta la domanda era riferita alla Terza Guerra Mondiale.
Secondo l’esponente di SEL, tutto dipende dagli accordi tra i grandi del pianeta.
Ma le notizie delle ultime ore questa opzione sembra chiaramente svanire Hollande-Clouseau incontra Obama che gli precisa di stare dalla parte della Turchia anche in questo stramaledetto incidente.
Stragi Parigi, Obama: “Isis sarà distrutto. Turchia ha diritto a difendere territorio”. Hollande: “Ampliare raid, colpire risorse”
Contro l’Isis. Ma anche con la Turchia. Barack Obama conferma la strategia per annientare lo Stato Islamico e, sulla questione del caccia russo abbattuto da Ankara, dice con chiarezza da che parte sta: “La Turchia ha il diritto di difendere il proprio territorio” detto il presidente degli Stati Uniti, sottolineando che sarà in diretto contatto con Erdogan. La vicenda ovviamente non avrà ripercussioni nella lotta contro il Califfato. Lo Stato Islamico è “una seria minaccia per tutti noi” e “nella sua orrenda strategia, non può essere più tollerato, deve essere distrutto“. Barack Obama torna sugli attentati che il 13 novembre hanno sconvolto Parigi e la Francia, dopo l’incontro a Washington con il capo dell’Eliseo, Francois Hollande. “Il presidente e io – ha spiegato il capo della Casa Bianca – concordiamo che le nostre nazioni devono fare di più insieme” per combattere la minaccia. E “chiedo ai partner Ue di fare di più” nella condivisione di informazioni. Al contempo “la Russia deve spostare l’obiettivo dei suoi interventi” per colpire l’Isis e non i ribelli anti-Assad: “La pace in Siria va vista attraverso i principi consolidati a Vienna”.
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“Obama mi ha promesso un aiuto illimitato”, ha detto nella conferenza stampa alla Casa Bianca Hollande, che ha proposta la sua ricetta: “Ampliare i bombardamenti contro l’Isis in Siria e Iraq. Gli alleati devono distruggere l’Isis ovunque si trovi e le sue risorse che sono sostanziose. Dobbiamo colpire gli impianti petroliferi, il traffico della droga e quello degli esseri umani”. Sulla questione siriana, il presidente francese si è detto d’accordo con la posizione espressa dagli Stati Uniti: “Dobbiamo assicurare una transizione politica che porti all’uscita Assad, perché non si può pensare che i siriani possano riunirsi con chi è all’origine di uno dei più grossi massacri di questi anni. Ci vuole un governo di unità“. E’ inoltre “urgente chiudere il confine il confine tra Turchia e Siria: quei confini vanno chiusi per prevenire il flusso di terroristi che arrivano in Europa”, ha spiegato Hollande. Che sulla questione del jet abbattuto ha sottolineato che “si tratta di un episodio grave, ma bisogna evitare ogni escalation”.
Obama e Hollande si rivedranno a fine mese. “La settimana prossima sarò a Parigi per la conferenza sul clima, è una sfida enorme ai terroristi – ha spiegato il presidente degli Stati Uniti – dobbiamo dimostrare loro che non saremo ostacolati nel creare un futuro migliore ai nostri figli”.”Non c’è simbolo migliore e migliore risposta” che “riunire la conferenza sul clima a Parigi: 150 capi di Stati e governo, mai la Francia ha accolto tanti rappresentanti delle istituzioni mondiali”, la risposta del capo dell’Eliseo.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11 ... i/2249317/
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Nabir Obar • un'ora fa
Finalmente era ora che il premio Nobel per la pace si levasse la maschera, Obama sta coll'isis punto.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
I GIORNI DEL KAOS
E' la seconda notizia del Tg7 di Mentana, ma anche una notizia dell'Ansa.
ANSA.it
Mondo
Tunisi, attentato a un bus delle guardie presidenziali
Tunisi, attentato a un bus delle guardie presidenziali
Ci sarebbero almeno 12 morti nella centrale Avenue Mohamed V
Una forte esplosione è avvenuta nella centrale Avenue Mohamed V di Tunisi nel pressi dell'ex sede del partito di Ben Ali RCD. Ad andare in pezzi un bus con a bordo uomini della guardia presidenziale.
Avenue Mohamed V bloccata al traffico. Giornalisti non vengono fatti avvicinare al luogo dell'attentato. Tutta l'area intorno al bus è stata transennata. 12 morti confermati tra i militari, secondo Mohamed Mnefki segretario generale del sindacato dei servizi speciali. Il presidente della Repubblica Beji Caid Essebsi si rivolgerà alla nazione alle 20.45 sulla tv di Stato.
Il ministero dell'Interno tunisino ha definito un "atto di terrorismo" l'esplosione che ha colpito un autobus con componenti della Guardia presidenziale
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
E' la seconda notizia del Tg7 di Mentana, ma anche una notizia dell'Ansa.
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Tunisi, attentato a un bus delle guardie presidenziali
Tunisi, attentato a un bus delle guardie presidenziali
Ci sarebbero almeno 12 morti nella centrale Avenue Mohamed V
Una forte esplosione è avvenuta nella centrale Avenue Mohamed V di Tunisi nel pressi dell'ex sede del partito di Ben Ali RCD. Ad andare in pezzi un bus con a bordo uomini della guardia presidenziale.
Avenue Mohamed V bloccata al traffico. Giornalisti non vengono fatti avvicinare al luogo dell'attentato. Tutta l'area intorno al bus è stata transennata. 12 morti confermati tra i militari, secondo Mohamed Mnefki segretario generale del sindacato dei servizi speciali. Il presidente della Repubblica Beji Caid Essebsi si rivolgerà alla nazione alle 20.45 sulla tv di Stato.
Il ministero dell'Interno tunisino ha definito un "atto di terrorismo" l'esplosione che ha colpito un autobus con componenti della Guardia presidenziale
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Re: La Terza Guerra Mondiale
I GIORNI DEL KAOS
La destra di Sallusti la vede così:
Aereo abbattuto, la Turchia mente: ecco le prove
Le Forze Armate di Ankara accusano il Cremlino: "La Turchia ha avvertito per ben dieci volte in cinque minuti che aveva violato lo spazio aereo turco prima di essere colpito". Ma la verità è un'altra: ecco i documenti che lo dimostrano
Fabio Polese - Mar, 24/11/2015 - 18:05
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/aer ... 98154.html
La destra di Sallusti la vede così:
Aereo abbattuto, la Turchia mente: ecco le prove
Le Forze Armate di Ankara accusano il Cremlino: "La Turchia ha avvertito per ben dieci volte in cinque minuti che aveva violato lo spazio aereo turco prima di essere colpito". Ma la verità è un'altra: ecco i documenti che lo dimostrano
Fabio Polese - Mar, 24/11/2015 - 18:05
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/aer ... 98154.html
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Re: La Terza Guerra Mondiale
I GIORNI DEL KAOS
Corriere 24.11.15
l’Isis fra amici e nemici. Le complicità inconfessate
risponde Sergio Romano
Premesso che da almeno 1.200 anni cristiani e musulmani se le danno di santa ragione senza che nessuna delle due parti sortisca vantaggi duraturi, e detto anche che al momento per ottenere qualche risultato concreto, occorre sporcare gli scarponi — cosa che nessuno vuol fare — le faccio una domanda: non sarebbe più efficace «sgonfiare» l’Isis intercettando i finanziamenti che l’alimentano?
Luigi Bacchiani Gaudia
Caro Bacchiani Gaudia,
I l Financial Times del 16 novembre ha pubblicato un articolo sulla possibilità che anche la Gran Bretagna e la Germania, dopo gli attentati di Parigi, finiscano nel mirino dell’Isis. Queste riflessioni sullo Stato Islamico e sulle sue potenzialità sarebbero meno importanti se l’autore non fosse John Sawers, un diplomatico britannico che è stato sino all’anno scorso capo di MI6, il servizio segreto esterno del Regno Unito. Dobbiamo credergli, quindi, quando scrive che Isis «non sta tentando di rovesciare il presidente Bashar Al Assad». Il regime siriano e la maggiore organizzazione jihadista sarebbero legati da inconfessabili rapporti di reciproca convenienza. Commerciano in petrolio sul mercato nero e sono entrambi nemici delle milizie sunnite più moderate.
Questa sorprendente collaborazione fra due presunti nemici è soltanto uno dei numerosi intrecci che caratterizzano la situazione siriana e la rendono terribilmente imbrogliata. In un altro articolo, pubblicato il 17 novembre dalla edizione internazionale del New York Times , Olivier Roy, uno dei maggiori arabisti francesi, elenca le ragioni per cui non è stato ancora possibile costruire solide coalizioni contro l’Isis e contro il regime siriano. La Turchia teme il separatismo curdo molto più di quanto tema l’organizzazione islamista; e ne ha dato la dimostrazione quando ha esitato prima di aiutare i curdi assediati dagli islamisti nella città di Kobane. L’Iran vuole impedire la crescita della potenza dell’Isis, ma non sino i favorire indirettamente la coalizione dei Pasi sunniti. L’Arabia Saudita non può dimenticare che la matrice ideologica e religiosa dello Stato Islamico è molto vicina a quella su cui è fondato il Regno dei Saud.
Sono queste, caro Bacchiani Gaudia, le ragioni per cui l’Isis può contare su aiuti finanziari provenienti da donatori che sperano di usare lo Stato Islamico per servirsene per i propri fini. Resta la speranza che gli attentati contro la Russia a Sharm el Shaikh e soprattutto contro la Francia a Parigi diano un contributo determinante alla creazione di un fronte deciso a privare l’Isis della sua base territoriale fra Siria e Iraq. Non basterà a evitare altri attentati, ma dimostrerà che il Califfato è soltanto un progetto fallito.
Corriere 24.11.15
l’Isis fra amici e nemici. Le complicità inconfessate
risponde Sergio Romano
Premesso che da almeno 1.200 anni cristiani e musulmani se le danno di santa ragione senza che nessuna delle due parti sortisca vantaggi duraturi, e detto anche che al momento per ottenere qualche risultato concreto, occorre sporcare gli scarponi — cosa che nessuno vuol fare — le faccio una domanda: non sarebbe più efficace «sgonfiare» l’Isis intercettando i finanziamenti che l’alimentano?
Luigi Bacchiani Gaudia
Caro Bacchiani Gaudia,
I l Financial Times del 16 novembre ha pubblicato un articolo sulla possibilità che anche la Gran Bretagna e la Germania, dopo gli attentati di Parigi, finiscano nel mirino dell’Isis. Queste riflessioni sullo Stato Islamico e sulle sue potenzialità sarebbero meno importanti se l’autore non fosse John Sawers, un diplomatico britannico che è stato sino all’anno scorso capo di MI6, il servizio segreto esterno del Regno Unito. Dobbiamo credergli, quindi, quando scrive che Isis «non sta tentando di rovesciare il presidente Bashar Al Assad». Il regime siriano e la maggiore organizzazione jihadista sarebbero legati da inconfessabili rapporti di reciproca convenienza. Commerciano in petrolio sul mercato nero e sono entrambi nemici delle milizie sunnite più moderate.
Questa sorprendente collaborazione fra due presunti nemici è soltanto uno dei numerosi intrecci che caratterizzano la situazione siriana e la rendono terribilmente imbrogliata. In un altro articolo, pubblicato il 17 novembre dalla edizione internazionale del New York Times , Olivier Roy, uno dei maggiori arabisti francesi, elenca le ragioni per cui non è stato ancora possibile costruire solide coalizioni contro l’Isis e contro il regime siriano. La Turchia teme il separatismo curdo molto più di quanto tema l’organizzazione islamista; e ne ha dato la dimostrazione quando ha esitato prima di aiutare i curdi assediati dagli islamisti nella città di Kobane. L’Iran vuole impedire la crescita della potenza dell’Isis, ma non sino i favorire indirettamente la coalizione dei Pasi sunniti. L’Arabia Saudita non può dimenticare che la matrice ideologica e religiosa dello Stato Islamico è molto vicina a quella su cui è fondato il Regno dei Saud.
Sono queste, caro Bacchiani Gaudia, le ragioni per cui l’Isis può contare su aiuti finanziari provenienti da donatori che sperano di usare lo Stato Islamico per servirsene per i propri fini. Resta la speranza che gli attentati contro la Russia a Sharm el Shaikh e soprattutto contro la Francia a Parigi diano un contributo determinante alla creazione di un fronte deciso a privare l’Isis della sua base territoriale fra Siria e Iraq. Non basterà a evitare altri attentati, ma dimostrerà che il Califfato è soltanto un progetto fallito.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
I GIORNI DEL KAOS
Siria. Futuro di Assad, appoggio a Isis, provocazioni al confine, Turkish Stream: i punti di frizione tra Ankara e Mosca
Mondo
La Russia bombarda gli avversari del regime, la Turchia vuole abbatterlo e il quotidiano di opposizione Cumhuriyet ha documentato come il governo rifornisca di armi gli oppositori di Damasco. Nelle ultime settimane i caccia russi hanno più volte sconfinato, sollecitando gli avvertimenti della Nato: "Azioni che non contribuiscono alla sicurezza ed alla stabilità della regione". E le due parti rimangono divise sul gasdotto concepito per rifornire l'Europa bypassando l'Ucraina
di Gianni Rosini | 24 novembre 2015
Commenti (3)
L’abbattimento del jet russo da parte dell’aviazione turca alza alle stelle la tensione tra Mosca e Ankara. Vladimir Putin ha dichiarato che l’episodio “avrà conseguenze tragiche nei rapporti tra Russia e Turchia”. Tra le quali esistono diversi motivi di frizione, riacutizzatisi nelle ultime settimane nonostante gli importanti interessi economici in comune: dalla lotta allo Stato Islamico al futuro di Bashar Al Assad, dagli equilibri in Medio Oriente fino ai mancati accordi sul Turkish Stream.
Ankara e Mosca divise sul futuro di Assad
Ankara e Mosca sono drammaticamente divise sul futuro di Bashar al-Assad: la prima punta all’abbattimento del regime, la seconda ha interesse a tenerlo in piedi almeno finché questo garantirà i privilegi che da sempre il Cremlino gode in territorio siriano o, comunque, finché il futuro (e la spartizione) del Paese non sarà definitivamente delineato. Agli inizi di settembre è parso chiaro come da mesi il Cremlino stesse inviando uomini e mezzi in Siria per rinforzare la propria presenza, in particolare a Latakia – storico sbocco russo sul Mediterraneo – e nello scalo di Tartus. “La Russia continuerà ad equipaggiare l’esercito siriano con tutto ciò che è necessario per non permettere un altro scenario libico“, spiegava il 10 settembre Lavrov. L’impegno militare di Mosca in territorio siriano è rivolto sia contro i miliziani dello Stato Islamico che contro i gruppi ribelli che da anni combattono il regime: in pratica contro tutti i nemici di Assad.
Da parte sua, dopo essere stata sia stata oggetto di critiche riguardo al suo presunto sostegno allea galassia islamista e jihadista siriana che combatte per far cadere il regime (come documentato dalle inchieste del quotidiano di opposizione Cumhuriyet), Ankara ha parzialmente corretto il tiro. Erdoğan, in estate, ha aperto le basi militari di Malatya, Batman, Diyarbakir e Incirlik alla coalizione occidentale che da mesi bombarda in Siria e in Iraq in chiave anti-Isis. Successivamente ha dichiarato guerra sulla carta allo Stato Islamico, dando il via ai bombardamenti in Siria e Iraq e bombardando contemporaneamente i curdi nel Pkk.
Provocazioni al confine: clima da Guerra Fredda
Se non ci fosse stato l’abbattimento da parte degli F-16 di Ankara, l’episodio si sarebbe aggiunto ai numerosi precedenti avvenuti nelle ultime settimane al confine tra i due Paesi. Il 5 ottobre un caccia di Mosca di ritorno da un bombardamento in Siria entrava per 8 km nel confine della Turchia, violandone lo spazio aereo. Fonti russe spiegavano l’accaduto come “un errore di navigazione”, ma il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, avvertiva: “Le azioni russe non contribuiscono alla sicurezza ed alla stabilità della regione”. Il 6 ottobre Stoltenberg tornava a punta il dito contro Mosca: “L’azione militare della Russia in Siria ci preoccupa” non solo per le violazioni dello spazio aereo turco, ma “anche perché” gli aerei di Putin “non attaccano l’Isis ma i gruppi dell’opposizione che combattono lo Stato Islamico ed anche i civili”. “Un attacco alla Turchia significa un attacco alla Nato – rincarava Erdogan – se la Russia perde un amico come la Turchia, con cui collabora su tanti temi, perderà tantissimo. E dovrebbe saperlo”. Il 16 ottobre, poi, Washington e Ankara annunciavano l’abbattimento di un drone “russo” nei pressi del villaggio di Deliosman, nella provincia sudorientale di Kilis.
Il mancato accordo sul Turkish Stream
Rimane, e lo rimarrà ancora a lungo, irrisolta la questione del Turkish Stream, il gasdotto che dalla Russia dovrebbe attraversare il Mar Nero, passare per la Turchia per entrare poi in Grecia. Ciò su cui non si trova un punto d’incontro è lo sconto sempre più alto chiesto dal presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, a Putin: “Lo sconto del 10,25% che Gazprom ci ha offerto (per l’approvvigionamento di gas, ndr) è insufficiente – dichiarava il 3 giugno una fonte turca alla Reuters – dovrebbe essere vicino al 15%”. Tutto questo mentre Mosca ha interesse ad accelerare la costruzione del nuovo gasdotto che le permetterebbe di rifornire di gas l’Europa senza dover passare dall’Ucraina: “Ci aspettiamo il rapido rinnovo del processo di negoziazione – si legge in una nota del ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov del 23 novembre, anche in relazione “all’accordo intergovernativo, progetto oggetto di studio da parte turca dal maggio dell’anno in corso”, dice la nota in vista della visita di Lavrov in Turchia prevista per il 25 novembre. Cancellata dopo l’abbattimento del caccia russo.
Twitter: @GianniRosini
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11 ... a/2248171/
Siria. Futuro di Assad, appoggio a Isis, provocazioni al confine, Turkish Stream: i punti di frizione tra Ankara e Mosca
Mondo
La Russia bombarda gli avversari del regime, la Turchia vuole abbatterlo e il quotidiano di opposizione Cumhuriyet ha documentato come il governo rifornisca di armi gli oppositori di Damasco. Nelle ultime settimane i caccia russi hanno più volte sconfinato, sollecitando gli avvertimenti della Nato: "Azioni che non contribuiscono alla sicurezza ed alla stabilità della regione". E le due parti rimangono divise sul gasdotto concepito per rifornire l'Europa bypassando l'Ucraina
di Gianni Rosini | 24 novembre 2015
Commenti (3)
L’abbattimento del jet russo da parte dell’aviazione turca alza alle stelle la tensione tra Mosca e Ankara. Vladimir Putin ha dichiarato che l’episodio “avrà conseguenze tragiche nei rapporti tra Russia e Turchia”. Tra le quali esistono diversi motivi di frizione, riacutizzatisi nelle ultime settimane nonostante gli importanti interessi economici in comune: dalla lotta allo Stato Islamico al futuro di Bashar Al Assad, dagli equilibri in Medio Oriente fino ai mancati accordi sul Turkish Stream.
Ankara e Mosca divise sul futuro di Assad
Ankara e Mosca sono drammaticamente divise sul futuro di Bashar al-Assad: la prima punta all’abbattimento del regime, la seconda ha interesse a tenerlo in piedi almeno finché questo garantirà i privilegi che da sempre il Cremlino gode in territorio siriano o, comunque, finché il futuro (e la spartizione) del Paese non sarà definitivamente delineato. Agli inizi di settembre è parso chiaro come da mesi il Cremlino stesse inviando uomini e mezzi in Siria per rinforzare la propria presenza, in particolare a Latakia – storico sbocco russo sul Mediterraneo – e nello scalo di Tartus. “La Russia continuerà ad equipaggiare l’esercito siriano con tutto ciò che è necessario per non permettere un altro scenario libico“, spiegava il 10 settembre Lavrov. L’impegno militare di Mosca in territorio siriano è rivolto sia contro i miliziani dello Stato Islamico che contro i gruppi ribelli che da anni combattono il regime: in pratica contro tutti i nemici di Assad.
Da parte sua, dopo essere stata sia stata oggetto di critiche riguardo al suo presunto sostegno allea galassia islamista e jihadista siriana che combatte per far cadere il regime (come documentato dalle inchieste del quotidiano di opposizione Cumhuriyet), Ankara ha parzialmente corretto il tiro. Erdoğan, in estate, ha aperto le basi militari di Malatya, Batman, Diyarbakir e Incirlik alla coalizione occidentale che da mesi bombarda in Siria e in Iraq in chiave anti-Isis. Successivamente ha dichiarato guerra sulla carta allo Stato Islamico, dando il via ai bombardamenti in Siria e Iraq e bombardando contemporaneamente i curdi nel Pkk.
Provocazioni al confine: clima da Guerra Fredda
Se non ci fosse stato l’abbattimento da parte degli F-16 di Ankara, l’episodio si sarebbe aggiunto ai numerosi precedenti avvenuti nelle ultime settimane al confine tra i due Paesi. Il 5 ottobre un caccia di Mosca di ritorno da un bombardamento in Siria entrava per 8 km nel confine della Turchia, violandone lo spazio aereo. Fonti russe spiegavano l’accaduto come “un errore di navigazione”, ma il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, avvertiva: “Le azioni russe non contribuiscono alla sicurezza ed alla stabilità della regione”. Il 6 ottobre Stoltenberg tornava a punta il dito contro Mosca: “L’azione militare della Russia in Siria ci preoccupa” non solo per le violazioni dello spazio aereo turco, ma “anche perché” gli aerei di Putin “non attaccano l’Isis ma i gruppi dell’opposizione che combattono lo Stato Islamico ed anche i civili”. “Un attacco alla Turchia significa un attacco alla Nato – rincarava Erdogan – se la Russia perde un amico come la Turchia, con cui collabora su tanti temi, perderà tantissimo. E dovrebbe saperlo”. Il 16 ottobre, poi, Washington e Ankara annunciavano l’abbattimento di un drone “russo” nei pressi del villaggio di Deliosman, nella provincia sudorientale di Kilis.
Il mancato accordo sul Turkish Stream
Rimane, e lo rimarrà ancora a lungo, irrisolta la questione del Turkish Stream, il gasdotto che dalla Russia dovrebbe attraversare il Mar Nero, passare per la Turchia per entrare poi in Grecia. Ciò su cui non si trova un punto d’incontro è lo sconto sempre più alto chiesto dal presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, a Putin: “Lo sconto del 10,25% che Gazprom ci ha offerto (per l’approvvigionamento di gas, ndr) è insufficiente – dichiarava il 3 giugno una fonte turca alla Reuters – dovrebbe essere vicino al 15%”. Tutto questo mentre Mosca ha interesse ad accelerare la costruzione del nuovo gasdotto che le permetterebbe di rifornire di gas l’Europa senza dover passare dall’Ucraina: “Ci aspettiamo il rapido rinnovo del processo di negoziazione – si legge in una nota del ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov del 23 novembre, anche in relazione “all’accordo intergovernativo, progetto oggetto di studio da parte turca dal maggio dell’anno in corso”, dice la nota in vista della visita di Lavrov in Turchia prevista per il 25 novembre. Cancellata dopo l’abbattimento del caccia russo.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
... intanto in Europa dell'Est ...
ritornano le scaramuccie tra Russia ed Ucraina ... io chiudo il gas e te chiudi i voli .....
www.huffingtonpost.it
Russia sospende forniture di gas all'Ucraina, "seri rischi" per l'Europa
Non c'è solo il fronte turco, per la Russia si riaccende il fronte ucraino. Dopo i moniti dei giorni scorsi, il colosso energetico russo Gazprom ha interrotto le forniture di gas all'Ucraina finché non arriveranno nuovi pre-pagamenti. Lo rende noto l'amministratore delegato Alexei Miller, precisando che oggi è stato consegnato a Kiev tutto il metano già pagato e che non sono giunte nuove richieste. La risposta di Kiev è da un lato lo stop agli acquisti di gas russo e dall'altro la chiusura dei cieli agli aerei russi, anche quelli civili.
Chiusi i rubinetti del gas. "La rinuncia da parte di Kiev di acquistare il gas russo crea seri rischi per il transito affidabile del gas in Europa attraverso il territorio ucraino e anche per la fornitura di gas ai consumatori ucraini per il prossimo inverno" ha detto il manager. Da Bruxelles, però, non trapelano timori: "La Commissione Ue non ha nessuna preoccupazione particolare per quanto riguarda i flussi di gas dalla Russia verso l'Ucraina e non ha ulteriori commenti da fare" ha detto una portavoce dell'esecutivo comunitario. Le riserve di gas di Kiev sono anche leggermente più piene (16,5 mld di metri cubi) dell'anno scorso nello stesso periodo. "I flussi di gas verso l'Ue sono normali", ha aggiunto la portavoce della Commissione, ricordando inoltre che "a novembre le condizioni meteo sono state piuttosto buone e i consumi sotto la media". Per questo "consideriamo che non ci siano problemi per il momento".
Tensione in Crimea. Questo ennesimo episodio della disputa del gas tra Mosca e Kiev si inserisce nelle rinnovate tensioni di questi giorni sul sabotaggio di linee elettriche che ha lasciato al buio la penisola di Crimea annessa alla Russia nel marzo 2014. Dopo un'altra interruzione durante l'estate, le forniture di gas russo verso l'Ucraina avevano ripreso il 12 ottobre con un accordo in base al quale Kiev avrebbe pagato in anticipo i volumi richiesti. Gazprom, di fronte al mancato pagamento, ha interrotto le forniture ed ha lanciato l'allarme di riserve "insufficienti" sul territorio dell'Ucraina per garantire il transito di gas russo verso l'Europa.
La reazione di Kiev. Il governo di Kiev ha vietato a Naftogaz, la società energetica statale ucraina, di acquistare gas russo, ritenuto troppo caro. Il premier Arseni Iatseniuk ha detto che "non sono loro (i russi) che hanno interrotto le forniture di gas ma noi che le abbiamo fermate". Il motivo principale, ha spiegato, è la differenza di prezzi tra il gas europeo e quello russo, con quelli europei "molto meglio".
L'Ucraina ha vietato a tutti gli aerei civili russi il sorvolo del suo territorio. L'ha reso noto oggi il primo ministro Arseniy Yatsenyuk, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Interfax. "Il governo ucraino ha deciso di di interdire tutti i voli di compagnie aeree russe che transitino per lo spazio aereo ucraino", ha annunciato il premier. D'altro canto, una fonte ha spiegato all'Interfax che le compagnie aeree russe stanno già elaborando rotte che bypassino l'Ucraina per motivi di sicurezza. "A seconda della destinazione, le rotte sono disegnate a nord o a sud dello spazio aereo ucraino", ha spiegato la fonte.
Nomisma Energia: "Potremmo avere problemi di gas già da domani"
ritornano le scaramuccie tra Russia ed Ucraina ... io chiudo il gas e te chiudi i voli .....
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Russia sospende forniture di gas all'Ucraina, "seri rischi" per l'Europa
Non c'è solo il fronte turco, per la Russia si riaccende il fronte ucraino. Dopo i moniti dei giorni scorsi, il colosso energetico russo Gazprom ha interrotto le forniture di gas all'Ucraina finché non arriveranno nuovi pre-pagamenti. Lo rende noto l'amministratore delegato Alexei Miller, precisando che oggi è stato consegnato a Kiev tutto il metano già pagato e che non sono giunte nuove richieste. La risposta di Kiev è da un lato lo stop agli acquisti di gas russo e dall'altro la chiusura dei cieli agli aerei russi, anche quelli civili.
Chiusi i rubinetti del gas. "La rinuncia da parte di Kiev di acquistare il gas russo crea seri rischi per il transito affidabile del gas in Europa attraverso il territorio ucraino e anche per la fornitura di gas ai consumatori ucraini per il prossimo inverno" ha detto il manager. Da Bruxelles, però, non trapelano timori: "La Commissione Ue non ha nessuna preoccupazione particolare per quanto riguarda i flussi di gas dalla Russia verso l'Ucraina e non ha ulteriori commenti da fare" ha detto una portavoce dell'esecutivo comunitario. Le riserve di gas di Kiev sono anche leggermente più piene (16,5 mld di metri cubi) dell'anno scorso nello stesso periodo. "I flussi di gas verso l'Ue sono normali", ha aggiunto la portavoce della Commissione, ricordando inoltre che "a novembre le condizioni meteo sono state piuttosto buone e i consumi sotto la media". Per questo "consideriamo che non ci siano problemi per il momento".
Tensione in Crimea. Questo ennesimo episodio della disputa del gas tra Mosca e Kiev si inserisce nelle rinnovate tensioni di questi giorni sul sabotaggio di linee elettriche che ha lasciato al buio la penisola di Crimea annessa alla Russia nel marzo 2014. Dopo un'altra interruzione durante l'estate, le forniture di gas russo verso l'Ucraina avevano ripreso il 12 ottobre con un accordo in base al quale Kiev avrebbe pagato in anticipo i volumi richiesti. Gazprom, di fronte al mancato pagamento, ha interrotto le forniture ed ha lanciato l'allarme di riserve "insufficienti" sul territorio dell'Ucraina per garantire il transito di gas russo verso l'Europa.
La reazione di Kiev. Il governo di Kiev ha vietato a Naftogaz, la società energetica statale ucraina, di acquistare gas russo, ritenuto troppo caro. Il premier Arseni Iatseniuk ha detto che "non sono loro (i russi) che hanno interrotto le forniture di gas ma noi che le abbiamo fermate". Il motivo principale, ha spiegato, è la differenza di prezzi tra il gas europeo e quello russo, con quelli europei "molto meglio".
L'Ucraina ha vietato a tutti gli aerei civili russi il sorvolo del suo territorio. L'ha reso noto oggi il primo ministro Arseniy Yatsenyuk, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Interfax. "Il governo ucraino ha deciso di di interdire tutti i voli di compagnie aeree russe che transitino per lo spazio aereo ucraino", ha annunciato il premier. D'altro canto, una fonte ha spiegato all'Interfax che le compagnie aeree russe stanno già elaborando rotte che bypassino l'Ucraina per motivi di sicurezza. "A seconda della destinazione, le rotte sono disegnate a nord o a sud dello spazio aereo ucraino", ha spiegato la fonte.
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: La Terza Guerra Mondiale
I GIORNI DEL KAOS
Cara amica musulmana, gli stragisti smemorati siamo noi
Scritto il 25/11/15 • LIBRE nella Categoria: idee
Oggi Sarah, una ragazza con cui ho un contatto Facebook, mi ha chiesto di condividere il suo messaggio su Facebook, dopo che ha partecipato alla trasmissione “Piazzapulita”, in un confronto con il direttore del Tg4 Mario Giordano. Il messaggio è questo: «La parola ai ragazzi musulmani sarà data, realmente, solo quando avranno a disposizione tempi televisivi della durata di quelli che vengono dati a personaggi di spessore intellettuale al limite come la Santanchè, Giordano, Salvini. Niente contro la produzione di “Piazza Pulita”, che ieri mi ha permesso di metterci la faccia, ma mi auguro che, in futuro, un programma con una serietà tale possa dedicarci una sezione più ampia». Rispondo con una lettera aperta, per condividere alcune riflessioni generali, dopo che mi sono visto la trasmissione. In realtà la parola ve l’hanno data. Forse meno di quello che avreste voluto, ma ve l’hanno data. Posso assicurarti, conoscendo la Tv italiana, che “Piazzapulita” in questo senso ha fatto un ottimo lavoro rispetto agli standard dei programmi di altre reti.
Tieni presente che una vera libertà di informazione non esiste, in Italia; se avessero dato più spazio alle vostre tesi sarebbero stati accusati di essere filoislamici; se avessero accentuato le assurdità e le incongruenze di questa strage (incongruenze tali da Il titolo di Liberofar capire che accanto ad una responsabilità dell’Isis c’è anche una corresponsabilità dei servizi segreti, non solo francesi) sarebbero stati accusati di complottismo e li avrebbero fatti chiudere il giorno dopo. Mi ricordo un giorno che parlai con un giornalista di “Radio Teheran” che mi intervistò. Era il 2007 e parlammo della futura guerra alla Libia e all’Islam che si annunciava imminente, dicendo che era tutta pianificata a tavolino. Stupito della libertà di parola che mi veniva data, domandai: «Ma vi fanno dire queste cose liberamente, da voi?»; e lui rispose serafico: «Sì, signor Paolo; da noi le cose si possono dire e tutti sanno che la guerra è pianificata ai vertici anche dei nostri governi con i vostri. Da voi non si può dire, perché sa, da voi i giornali li leggono un po’ tutti e allora la verità fa più paura; da noi invece leggono in pochi e allora c’è più libertà». Questo aneddoto credo che esemplifichi bene lo stato della nostra informazione.
Chi ha potuto guardare il programma, nonostante il poco spazio dato a vostra disposizione, si sarà fatto la sua idea e avrà capito il messaggio di pace e tolleranza che avete portato, tu e le tue amiche e avrà invece compreso l’intolleranza e la banalità del messaggio di Mario Giordano. Ma Sara, non devi prendertela con Giordano, perché è lo specchio fedele di molti milioni dei suoi ascoltatori, e probabilmente è pure in buona fede; lui è il portavoce di una larga parte di umanità, che nella sua ottusità non ha colore, ed è una ottusità che taglia trasversalmente islamici, cristiani, buddisti, induisti e atei. Fin dall’inizio il confronto era quasi paradossale. Il conduttore domanda a Giordano: «Ti dissoci dal titolo “bastardi islamici” del quotidiano “Libero?”». E lui, bello tranquillo, fa: «No, non mi dissocio, ma sono pronto a dialogare». Già l’inizio era tutto un programma. Mario Giordano, direttore di TgCom24Un po’ come andare da uno e dirgli: “Ciao bastardo, vuoi dialogare con me?”. Suggerirei di chiamare Giordano in redazione e dire: “Parlo con quel bastardo di Giordano?”; e se lui si arrabbia, dirgli: “Scusi, ma perché si arrabbia? Io voglio solo dialogare”.
Tu poi hai citato il detto del Corano: “Chi uccide un uomo è come se avesse ucciso l’umanità intera, chi salva una vita salverà l’umanità intera”; e hai ricordato che il terrorismo non ha religione. Ma lui appartiene a quella categoria di persone – e sono la maggioranza – che pensano di sapere cosa sia l’Islam, senza averlo studiato veramente, senza avere cercato di capirlo. Non che io lo abbia capito veramente, certo; ma almeno ci ho provato, sono stato in moschea, mi sono fatto spesso spiegare la vostra religione da quelli di voi che parevano saperne di più, e non ho potuto non amare l’amore e la tolleranza che spesso vi contraddistingue, e i bellissimi esempi che ho potuto ammirare in mezzo a voi di carità, solidarietà e rispetto. Nella vostra religione il Corano dice espressamente che tutte le religioni sono strade che portano allo stesso Dio, perché se Dio avesse voluto una sola religione, ne avrebbe creata una; se ne ha create molte, vuol dire che quella è la sua volontà. E Giordano non solo deve essere ateo, a giudicare da come si esprime, ma ha per di più assimilato quella cultura, tipicamente occidentale, che ha la presunzione di essere nel giusto senza conoscere le culture e le religioni altrui.
Devi tenere presente che, a differenza dei musulmani, i cristiani sono stati per secoli convinti (e molti lo sono ancora) che la loro religione sia superiore, e che il loro Dio sia l’unico, soprattutto perché sono troppo ignoranti per sapere e capire che Dio e Allah sono lo stesso Dio, e che lo stesso Maometto si dichiarava, nella sua umiltà, inferiore a Gesù Cristo (in un Hadith del Profeta infatti gli domandano: “Signore, perché non fai mai miracoli?”; e lui risponde: “Li faceva anche Cristo, e non lo hanno riconosciuto; a che servirebbe anche se li facessi io?”). Tieni presente che per voi Gesù, la Madonna, ecc. sono personaggi normali, perché citati varie volte nel Corano; da noi nessuno sa chi era Maometto e cosa fece, quindi mentre voi qualcosa del cristianesimo sapete, gli occidentali nulla sanno del Corano, perché bene che vada hanno letto Magdi Allam. Ora qualcuno obbietterà che Giordano non è cristiano, ma io per “cultura cristiana” alludo a una cultura secolare tipica dell’Occidente (e Sarah Said a Piazzapulitasconosciuta all’Oriente e alle culture di popoli nativi americani e indiani) che ci ha fatto sempre ritenere di avere la verità rispetto agli altri popoli, tanto da importarla a colpi di guerre e conversioni forzate.
Una cultura che fa sì che se noi occidentali abbiamo prima fatto milioni di morti in nome del cristianesimo; oggi, che per fortuna ci siamo evoluti e in nome di Cristo nessuno ammazza più, in compenso esportiamo la democrazia, ed è in nome di questa che facciamo milioni di morti in Libia, Iraq, Afghanistan. Non abbiamo rinunciato cioè ad esportare i nostri modelli, gli abbiamo solo cambiato nome. Quindi quando noi facciamo milioni di morti la chiamiamo democrazia; se un mucchio di pazzi relegati in un fazzoletto di terra e armati con armi occidentali fa 120 morti a Parigi, allora siamo in guerra con tutto l’Islam. Del resto, Sarah, questa è proprio la nostra logica. Quando hanno abbattuto le Torri Gemelle abbiamo invaso Iraq e Afghanistan facendo milioni di morti per fare la guerra al terrorismo. E il fatto che il terrorismo non sia stato sconfitto ma sia addirittura aumentato non fa sorgere a nessuno il dubbio che questo modo di agire sia sbagliato. No. Si continua a utilizzare lo stesso metodo.
Maometto, che era un capo militare oltre che un profeta, lasciò andare via libero chi gli aveva ucciso la figlia, anche se quella decisione, raccontano le cronache, fu molto sofferta; perchè la vendetta era estranea al suo modo di pensare e come capo militare uccideva solo quando era necessario. Ma questi qui non sono capi militari dello stesso livello, ed ecco perchè la loro reazione è quella che è. Poi, forse senza accorgertene, hai detto una cosa importantissima: che dietro a tutto c’è qualcosa di molto più grande che porta al terrorismo. Ecco. Quel qualcosa di grande che porta al terrorismo, in realtà, è anche quel Papa Francescoqualcosa che permette a una persona come Giordano di dirigere un telegiornale, e che permette a persone incapaci di stare al potere, ma anche a me di scrivere questo blog e a te di parlare ad una Tv come “La7”.
Giordano, tra tante assurdità, ogni tanto per caso qualche cosa di giusto l’ha detto, come quando ha affermato: «Non riconoscere la matrice del problema significa non risolvere il problema». Per risolvere il problema occorrerebbe riconoscere, appunto, che la matrice del problema non è l’Islam, ma è qualcosa di più grande di noi, che vuole portare ad uno scontro, almeno apparente, di civiltà, per fomentare odi e intolleranze. Purtroppo c’è chi se ne rende conto e chi no, e Giordano appartiene a coloro che non si rendono conto del perché stanno lì e in che ruolo. Solo per fare un esempio, durante il vostro confronto Giordano ha detto che uno dei problemi del periodo del terrorismo rosso in Italia è stato che gli attentati fatti dalle Brigate Rosse per molto tempo sono stati definiti “attentati delle sedicenti Brigate Rosse”; il problema – secondo lui – è scomparso quando è scomparso l’aggettivo “sedicenti” dal sostantivo. Sfugge a Giordano, che è stato comprovato da tempo il fatto che le Br fossero eterodirette dai servizi segreti, in particolare dalla cosiddetta Gladio, per fini di stabilizzazione politica.
Ancora più ridicolo e privo di memoria storica, poi, quando vi ha accusati di non denunciare i vostri compagni musulmani quando sono dei terroristi. Non uno solo di voi, secondo Mario Giordano, avrebbe mai fatto una denuncia. A parte l’assurdità di pretendere che un terrorista vada a dirlo agli amici e ai parenti e dica: “Ciao, non aspettatemi a cena, che vado a fare una strage”; ma vedi, tu sei giovane e non puoi ricordare una cosa che invece il direttore dovrebbe sapere e ricordare: mai una denuncia è venuta anche da compagni di partito verso i terroristi neri o rossi all’epoca dello stragismo in Italia, ma questo non faceva di tutti i comunisti dei brigatisti e di tutti i fascisti dei terroristi neri. Soprattutto Giordano dimentica che uno dei terroristi coinvolti nella strage – questo almeno ci raccontano – è stato fermato più volte dalla polizia, che lo conosceva bene, ed è stato spesso rilasciato. Addirittura uno è stato fermato alla frontiera col Belgio dopo poche ore dalla strage; il poliziotto, dopo aver "Il terrorismo non ha religione"effettuato un controllo, lo ha lasciato andare via. Segno che il problema non si risolverebbe con le denunce, se tanto ci pensa la polizia a lasciarlo andare libero e tranquillo.
Insomma, Giordano appartiene alla categoria di quelli che ancora credono che in Italia ci sia stato un terrorismo rosso e uno nero, e non ha capito che le Brigate Rosse erano finanziate e armate dagli stessi poteri che finanziano e armano oggi l’Isis; e non ha proprio capito, in generale, come funziona il mondo. Io, certo, non l’ho capito appieno, ma l’ho capito quel tanto che basta per non dare la colpa ai soli islamici, alla sola massoneria, ai soli servizi segreti, ai soli gesuiti, come tende a fare qualcuno; ma cercando di vedere oltre l’apparenza, e rendendomi conto, una volta squarciato il velo, che una delle cause più profonde di tutta questa situazione è l’ignoranza abissale in cui versano le persone, dagli spettatori dei Tg ai giovani arruolati nell’Isis in una guerra di cui in fondo non sanno neanche le ragioni, e persino di chi, da dietro le quinte, ha dato il via libera alla mattanza pensando che 120 morti siano un sacrificio giustificabile se il gran vantaggio che ne consegue è una perdita di sovranità a favore degli organismi internazionali.
La cosa assurda, quasi paradossale, è che tra i poteri più grandi di noi, e che portano al terrorismo, ce ne sono molti, ma uno dei più importanti è proprio quel potere di cui Mario Giordano fa parte: gli organi di informazione (non a caso Orson Welles lo definì “il quarto potere”). Ma secondo Giordano “un titolo di giornale non ha mai ucciso nessuno”. Un direttore di Tg che dice una cosa del genere è davvero qualcosa di fuori dal mondo. E utilizzo questa espressione, “fuori dal mondo”, nel suo senso letterale, visto che siamo in un mondo dove, per la maggior parte della gente, esistono solo le cose di cui si occupano giornali e televisione. Il direttore di un Tg, come di un giornale, ha quindi una responsabilità immensa su chi guarda la trasmissione o legge il giornale, ma di questo Giordano pare non accorgersene, neanche quando una di voi ha ricordato che dopo il titolo di "Occhio per occhio, no grazie"“Libero” alcuni militanti dell’Isis si sono fatti avanti dicendo a voi musulmani: “Ecco, vedete come vi trattano gli occidentali? Arruolatevi tra noi”. Ma niente, anche a fronte di questo lui rimane convinto della sua realtà.
Ecco perché vi ha detto: «Ma neanche l’educazione vi hanno insegnato», trattandovi come un branco di sottosviluppate, e continuava a ripetere: «Non ho sentito da voi neanche una parola di dissociazione». Purtroppo lui vede il mondo diviso in bianchi e neri, buoni e cattivi, e purtroppo in questo momento per molti siete voi i cattivi. C’è stato un periodo in cui lo erano i cristiani, perseguitati e accusati di uccidere e fare sacrifici umani; lo erano gli ebrei, accusati delle stesse cose dei cristiani. Oggi purtroppo tocca a voi, con la differenza che i sacrifici li fareste in diretta Tv, perché oggi ci sono più mezzi rispetto a secoli fa, ma la sostanza non cambia. E’ l’ignoranza e la mancanza di memoria storica a far scordare questi precedenti; e non solo manca la memoria a lungo termine, e ci si scorda che oggi si dicono degli islamici le stesse cose che un tempo si dicevano di ebrei e cristiani, ma ci si scorda anche – nel breve termine – che il passaporto nella tasca del terrorista lo avevano trovato Paolo Franceschettianche nell’attentato di Charlie Hebdo (lasciato nell’auto) e addirittura tra le rovine delle torri gemelle dopo l’11 Settembre.
Come hai detto tu, invece, c’è una regia molto più grande di noi che permette certi fatti; e una volta che uno se ne rende conto, credo che l’atteggiamento giusto non sia prendersela per il poco spazio che vi hanno dato ma, in fondo, ringraziare per quello stesso spazio, perché ci sono stati periodi storici in cui neanche quello avreste potuto avere. Avete in realtà dato un messaggio di pace bellissimo, e avete contribuito, un poco, a quella pace tra religioni e tra popoli tanto auspicata e da cui il vostro interlocutore era molto lontano, per finire poi con quello stupendo invito – in nome della pace – a dimenticare, a lasciar andare il passato, e a dimenticare anche il titolo di “Libero”, in nome di una ritrovata unione. Ma, ti ripeto, non prendertela con lui. E ricordati il verso del Corano: “Ovunque vi volgiate, lì è il volto di Dio”. E anche Giordano era il volto di Dio.
(Paolo Franceschetti, “Cara amica musulmana, ti spiego alcune cose su noi occidentali”, dal blog di Franceschetti del 20 novembre 2015).
Cara amica musulmana, gli stragisti smemorati siamo noi
Scritto il 25/11/15 • LIBRE nella Categoria: idee
Oggi Sarah, una ragazza con cui ho un contatto Facebook, mi ha chiesto di condividere il suo messaggio su Facebook, dopo che ha partecipato alla trasmissione “Piazzapulita”, in un confronto con il direttore del Tg4 Mario Giordano. Il messaggio è questo: «La parola ai ragazzi musulmani sarà data, realmente, solo quando avranno a disposizione tempi televisivi della durata di quelli che vengono dati a personaggi di spessore intellettuale al limite come la Santanchè, Giordano, Salvini. Niente contro la produzione di “Piazza Pulita”, che ieri mi ha permesso di metterci la faccia, ma mi auguro che, in futuro, un programma con una serietà tale possa dedicarci una sezione più ampia». Rispondo con una lettera aperta, per condividere alcune riflessioni generali, dopo che mi sono visto la trasmissione. In realtà la parola ve l’hanno data. Forse meno di quello che avreste voluto, ma ve l’hanno data. Posso assicurarti, conoscendo la Tv italiana, che “Piazzapulita” in questo senso ha fatto un ottimo lavoro rispetto agli standard dei programmi di altre reti.
Tieni presente che una vera libertà di informazione non esiste, in Italia; se avessero dato più spazio alle vostre tesi sarebbero stati accusati di essere filoislamici; se avessero accentuato le assurdità e le incongruenze di questa strage (incongruenze tali da Il titolo di Liberofar capire che accanto ad una responsabilità dell’Isis c’è anche una corresponsabilità dei servizi segreti, non solo francesi) sarebbero stati accusati di complottismo e li avrebbero fatti chiudere il giorno dopo. Mi ricordo un giorno che parlai con un giornalista di “Radio Teheran” che mi intervistò. Era il 2007 e parlammo della futura guerra alla Libia e all’Islam che si annunciava imminente, dicendo che era tutta pianificata a tavolino. Stupito della libertà di parola che mi veniva data, domandai: «Ma vi fanno dire queste cose liberamente, da voi?»; e lui rispose serafico: «Sì, signor Paolo; da noi le cose si possono dire e tutti sanno che la guerra è pianificata ai vertici anche dei nostri governi con i vostri. Da voi non si può dire, perché sa, da voi i giornali li leggono un po’ tutti e allora la verità fa più paura; da noi invece leggono in pochi e allora c’è più libertà». Questo aneddoto credo che esemplifichi bene lo stato della nostra informazione.
Chi ha potuto guardare il programma, nonostante il poco spazio dato a vostra disposizione, si sarà fatto la sua idea e avrà capito il messaggio di pace e tolleranza che avete portato, tu e le tue amiche e avrà invece compreso l’intolleranza e la banalità del messaggio di Mario Giordano. Ma Sara, non devi prendertela con Giordano, perché è lo specchio fedele di molti milioni dei suoi ascoltatori, e probabilmente è pure in buona fede; lui è il portavoce di una larga parte di umanità, che nella sua ottusità non ha colore, ed è una ottusità che taglia trasversalmente islamici, cristiani, buddisti, induisti e atei. Fin dall’inizio il confronto era quasi paradossale. Il conduttore domanda a Giordano: «Ti dissoci dal titolo “bastardi islamici” del quotidiano “Libero?”». E lui, bello tranquillo, fa: «No, non mi dissocio, ma sono pronto a dialogare». Già l’inizio era tutto un programma. Mario Giordano, direttore di TgCom24Un po’ come andare da uno e dirgli: “Ciao bastardo, vuoi dialogare con me?”. Suggerirei di chiamare Giordano in redazione e dire: “Parlo con quel bastardo di Giordano?”; e se lui si arrabbia, dirgli: “Scusi, ma perché si arrabbia? Io voglio solo dialogare”.
Tu poi hai citato il detto del Corano: “Chi uccide un uomo è come se avesse ucciso l’umanità intera, chi salva una vita salverà l’umanità intera”; e hai ricordato che il terrorismo non ha religione. Ma lui appartiene a quella categoria di persone – e sono la maggioranza – che pensano di sapere cosa sia l’Islam, senza averlo studiato veramente, senza avere cercato di capirlo. Non che io lo abbia capito veramente, certo; ma almeno ci ho provato, sono stato in moschea, mi sono fatto spesso spiegare la vostra religione da quelli di voi che parevano saperne di più, e non ho potuto non amare l’amore e la tolleranza che spesso vi contraddistingue, e i bellissimi esempi che ho potuto ammirare in mezzo a voi di carità, solidarietà e rispetto. Nella vostra religione il Corano dice espressamente che tutte le religioni sono strade che portano allo stesso Dio, perché se Dio avesse voluto una sola religione, ne avrebbe creata una; se ne ha create molte, vuol dire che quella è la sua volontà. E Giordano non solo deve essere ateo, a giudicare da come si esprime, ma ha per di più assimilato quella cultura, tipicamente occidentale, che ha la presunzione di essere nel giusto senza conoscere le culture e le religioni altrui.
Devi tenere presente che, a differenza dei musulmani, i cristiani sono stati per secoli convinti (e molti lo sono ancora) che la loro religione sia superiore, e che il loro Dio sia l’unico, soprattutto perché sono troppo ignoranti per sapere e capire che Dio e Allah sono lo stesso Dio, e che lo stesso Maometto si dichiarava, nella sua umiltà, inferiore a Gesù Cristo (in un Hadith del Profeta infatti gli domandano: “Signore, perché non fai mai miracoli?”; e lui risponde: “Li faceva anche Cristo, e non lo hanno riconosciuto; a che servirebbe anche se li facessi io?”). Tieni presente che per voi Gesù, la Madonna, ecc. sono personaggi normali, perché citati varie volte nel Corano; da noi nessuno sa chi era Maometto e cosa fece, quindi mentre voi qualcosa del cristianesimo sapete, gli occidentali nulla sanno del Corano, perché bene che vada hanno letto Magdi Allam. Ora qualcuno obbietterà che Giordano non è cristiano, ma io per “cultura cristiana” alludo a una cultura secolare tipica dell’Occidente (e Sarah Said a Piazzapulitasconosciuta all’Oriente e alle culture di popoli nativi americani e indiani) che ci ha fatto sempre ritenere di avere la verità rispetto agli altri popoli, tanto da importarla a colpi di guerre e conversioni forzate.
Una cultura che fa sì che se noi occidentali abbiamo prima fatto milioni di morti in nome del cristianesimo; oggi, che per fortuna ci siamo evoluti e in nome di Cristo nessuno ammazza più, in compenso esportiamo la democrazia, ed è in nome di questa che facciamo milioni di morti in Libia, Iraq, Afghanistan. Non abbiamo rinunciato cioè ad esportare i nostri modelli, gli abbiamo solo cambiato nome. Quindi quando noi facciamo milioni di morti la chiamiamo democrazia; se un mucchio di pazzi relegati in un fazzoletto di terra e armati con armi occidentali fa 120 morti a Parigi, allora siamo in guerra con tutto l’Islam. Del resto, Sarah, questa è proprio la nostra logica. Quando hanno abbattuto le Torri Gemelle abbiamo invaso Iraq e Afghanistan facendo milioni di morti per fare la guerra al terrorismo. E il fatto che il terrorismo non sia stato sconfitto ma sia addirittura aumentato non fa sorgere a nessuno il dubbio che questo modo di agire sia sbagliato. No. Si continua a utilizzare lo stesso metodo.
Maometto, che era un capo militare oltre che un profeta, lasciò andare via libero chi gli aveva ucciso la figlia, anche se quella decisione, raccontano le cronache, fu molto sofferta; perchè la vendetta era estranea al suo modo di pensare e come capo militare uccideva solo quando era necessario. Ma questi qui non sono capi militari dello stesso livello, ed ecco perchè la loro reazione è quella che è. Poi, forse senza accorgertene, hai detto una cosa importantissima: che dietro a tutto c’è qualcosa di molto più grande che porta al terrorismo. Ecco. Quel qualcosa di grande che porta al terrorismo, in realtà, è anche quel Papa Francescoqualcosa che permette a una persona come Giordano di dirigere un telegiornale, e che permette a persone incapaci di stare al potere, ma anche a me di scrivere questo blog e a te di parlare ad una Tv come “La7”.
Giordano, tra tante assurdità, ogni tanto per caso qualche cosa di giusto l’ha detto, come quando ha affermato: «Non riconoscere la matrice del problema significa non risolvere il problema». Per risolvere il problema occorrerebbe riconoscere, appunto, che la matrice del problema non è l’Islam, ma è qualcosa di più grande di noi, che vuole portare ad uno scontro, almeno apparente, di civiltà, per fomentare odi e intolleranze. Purtroppo c’è chi se ne rende conto e chi no, e Giordano appartiene a coloro che non si rendono conto del perché stanno lì e in che ruolo. Solo per fare un esempio, durante il vostro confronto Giordano ha detto che uno dei problemi del periodo del terrorismo rosso in Italia è stato che gli attentati fatti dalle Brigate Rosse per molto tempo sono stati definiti “attentati delle sedicenti Brigate Rosse”; il problema – secondo lui – è scomparso quando è scomparso l’aggettivo “sedicenti” dal sostantivo. Sfugge a Giordano, che è stato comprovato da tempo il fatto che le Br fossero eterodirette dai servizi segreti, in particolare dalla cosiddetta Gladio, per fini di stabilizzazione politica.
Ancora più ridicolo e privo di memoria storica, poi, quando vi ha accusati di non denunciare i vostri compagni musulmani quando sono dei terroristi. Non uno solo di voi, secondo Mario Giordano, avrebbe mai fatto una denuncia. A parte l’assurdità di pretendere che un terrorista vada a dirlo agli amici e ai parenti e dica: “Ciao, non aspettatemi a cena, che vado a fare una strage”; ma vedi, tu sei giovane e non puoi ricordare una cosa che invece il direttore dovrebbe sapere e ricordare: mai una denuncia è venuta anche da compagni di partito verso i terroristi neri o rossi all’epoca dello stragismo in Italia, ma questo non faceva di tutti i comunisti dei brigatisti e di tutti i fascisti dei terroristi neri. Soprattutto Giordano dimentica che uno dei terroristi coinvolti nella strage – questo almeno ci raccontano – è stato fermato più volte dalla polizia, che lo conosceva bene, ed è stato spesso rilasciato. Addirittura uno è stato fermato alla frontiera col Belgio dopo poche ore dalla strage; il poliziotto, dopo aver "Il terrorismo non ha religione"effettuato un controllo, lo ha lasciato andare via. Segno che il problema non si risolverebbe con le denunce, se tanto ci pensa la polizia a lasciarlo andare libero e tranquillo.
Insomma, Giordano appartiene alla categoria di quelli che ancora credono che in Italia ci sia stato un terrorismo rosso e uno nero, e non ha capito che le Brigate Rosse erano finanziate e armate dagli stessi poteri che finanziano e armano oggi l’Isis; e non ha proprio capito, in generale, come funziona il mondo. Io, certo, non l’ho capito appieno, ma l’ho capito quel tanto che basta per non dare la colpa ai soli islamici, alla sola massoneria, ai soli servizi segreti, ai soli gesuiti, come tende a fare qualcuno; ma cercando di vedere oltre l’apparenza, e rendendomi conto, una volta squarciato il velo, che una delle cause più profonde di tutta questa situazione è l’ignoranza abissale in cui versano le persone, dagli spettatori dei Tg ai giovani arruolati nell’Isis in una guerra di cui in fondo non sanno neanche le ragioni, e persino di chi, da dietro le quinte, ha dato il via libera alla mattanza pensando che 120 morti siano un sacrificio giustificabile se il gran vantaggio che ne consegue è una perdita di sovranità a favore degli organismi internazionali.
La cosa assurda, quasi paradossale, è che tra i poteri più grandi di noi, e che portano al terrorismo, ce ne sono molti, ma uno dei più importanti è proprio quel potere di cui Mario Giordano fa parte: gli organi di informazione (non a caso Orson Welles lo definì “il quarto potere”). Ma secondo Giordano “un titolo di giornale non ha mai ucciso nessuno”. Un direttore di Tg che dice una cosa del genere è davvero qualcosa di fuori dal mondo. E utilizzo questa espressione, “fuori dal mondo”, nel suo senso letterale, visto che siamo in un mondo dove, per la maggior parte della gente, esistono solo le cose di cui si occupano giornali e televisione. Il direttore di un Tg, come di un giornale, ha quindi una responsabilità immensa su chi guarda la trasmissione o legge il giornale, ma di questo Giordano pare non accorgersene, neanche quando una di voi ha ricordato che dopo il titolo di "Occhio per occhio, no grazie"“Libero” alcuni militanti dell’Isis si sono fatti avanti dicendo a voi musulmani: “Ecco, vedete come vi trattano gli occidentali? Arruolatevi tra noi”. Ma niente, anche a fronte di questo lui rimane convinto della sua realtà.
Ecco perché vi ha detto: «Ma neanche l’educazione vi hanno insegnato», trattandovi come un branco di sottosviluppate, e continuava a ripetere: «Non ho sentito da voi neanche una parola di dissociazione». Purtroppo lui vede il mondo diviso in bianchi e neri, buoni e cattivi, e purtroppo in questo momento per molti siete voi i cattivi. C’è stato un periodo in cui lo erano i cristiani, perseguitati e accusati di uccidere e fare sacrifici umani; lo erano gli ebrei, accusati delle stesse cose dei cristiani. Oggi purtroppo tocca a voi, con la differenza che i sacrifici li fareste in diretta Tv, perché oggi ci sono più mezzi rispetto a secoli fa, ma la sostanza non cambia. E’ l’ignoranza e la mancanza di memoria storica a far scordare questi precedenti; e non solo manca la memoria a lungo termine, e ci si scorda che oggi si dicono degli islamici le stesse cose che un tempo si dicevano di ebrei e cristiani, ma ci si scorda anche – nel breve termine – che il passaporto nella tasca del terrorista lo avevano trovato Paolo Franceschettianche nell’attentato di Charlie Hebdo (lasciato nell’auto) e addirittura tra le rovine delle torri gemelle dopo l’11 Settembre.
Come hai detto tu, invece, c’è una regia molto più grande di noi che permette certi fatti; e una volta che uno se ne rende conto, credo che l’atteggiamento giusto non sia prendersela per il poco spazio che vi hanno dato ma, in fondo, ringraziare per quello stesso spazio, perché ci sono stati periodi storici in cui neanche quello avreste potuto avere. Avete in realtà dato un messaggio di pace bellissimo, e avete contribuito, un poco, a quella pace tra religioni e tra popoli tanto auspicata e da cui il vostro interlocutore era molto lontano, per finire poi con quello stupendo invito – in nome della pace – a dimenticare, a lasciar andare il passato, e a dimenticare anche il titolo di “Libero”, in nome di una ritrovata unione. Ma, ti ripeto, non prendertela con lui. E ricordati il verso del Corano: “Ovunque vi volgiate, lì è il volto di Dio”. E anche Giordano era il volto di Dio.
(Paolo Franceschetti, “Cara amica musulmana, ti spiego alcune cose su noi occidentali”, dal blog di Franceschetti del 20 novembre 2015).
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