La Terza Guerra Mondiale
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Ras-Putin • 44 minuti fa
Il "gicoco" turco: i profughi e i rifugiati in carico alla gente......e a noi furbastri le sontuose...mazzette.
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Fra'Diavolo • 44 minuti fa
e ppensare che ci sono giornalisti italioti che seminano dubbi sul coinvolgimento della turchia con l'is e via dicendo e che ponendosi al limite del negazionismo non parlano mai della persecuzione dei curdi dei liberi giornalisti perseguitati e pensano sia necessario che l'occidente si riallinei con Israele per combattere l'islam terrorista.
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Gabri Gabri • un'ora fa
io mi chiedo ... ma obama da buon musulmano ha giurato sulla bibbia.. che valore puo avere detto giuramento ??
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Giuseppe Petrelli • un'ora fa
Erdogan è davvero ridicolo:
perché uno dei maggiori produttori mondiali
di gas e petrolio dovrebbe comprarne dell'altro?
Giorni fa Erdogan accuso il Pkk di aver ucciso
l'avvocato che difendeva lo stesso Pkk.
Davvero un uomo ridicolo nella sua falsità.
4
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Il contadino Giuseppe Petrelli • 40 minuti fa
Fosse il solo! I suoi compari delle cosiddette "democrazie", non hanno nulla da invidiargli!!
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Beppe A. • un'ora fa
scusate, ma le sanzioni agli USA per aver creato questo problema mettendo a rischio tutti tranne (ovviamente!) loro, no?
perché a quei criminali viene permesso di fare tutto impunemente?
8
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Il contadino Beppe A. • 42 minuti fa
Perchè, come diceva mio povero nonno: "co quattrini si manda l'acqua all'insù"! ed il "dio" dollaro unito alla menzogna, è adatto a questa bisogna!
3
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Derapage Beppe A. • un'ora fa
Perché gli USA spendono il 3% del PIL, pari a 600 miliardi di dollari l'anno, in armamenti, mentre i nove paesi che seguono nella classifica delle spese militari non superano quella cifra nemmeno tutti assieme.
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Rage Beppe A. • un'ora fa
Perchè hanno il controllo totale di NATO ed ONU, vuoi che si sanzionino da soli?....sarebbe bello ma....
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Super Banned • un'ora fa
Come i bambini dell'asilo... Io faccio specchio e ti ritorna tutto!... Le comiche!
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toxtox • un'ora fa
Se i turchi avessero avuto uno straccio di prova del presunto traffico dei russi ce l'avrebbero sbattuta in faccia già da quando è stato abbattuto il sukhoi. Quindi adesso inventano balle che verranno puntualmente sostenute dagli usa & co.
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Leoponzio • un'ora fa
Lo Zar di Tutte le Russie....speranzoso padrone del Mondo ha dichiarato....
la Turchia....e ( sottointeso) dopo di lei in teoria ogni altro paese ....
si pentirà nel caso decida di non
strisciare ai piedi
della Grande Russia
questi sono i presupposti di civile convivenza di Putin....
e qualche leso ci smena pure che dovremmo supplicare la russia nel nostro interesse
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Il "gicoco" turco: i profughi e i rifugiati in carico alla gente......e a noi furbastri le sontuose...mazzette.
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Fra'Diavolo • 44 minuti fa
e ppensare che ci sono giornalisti italioti che seminano dubbi sul coinvolgimento della turchia con l'is e via dicendo e che ponendosi al limite del negazionismo non parlano mai della persecuzione dei curdi dei liberi giornalisti perseguitati e pensano sia necessario che l'occidente si riallinei con Israele per combattere l'islam terrorista.
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Gabri Gabri • un'ora fa
io mi chiedo ... ma obama da buon musulmano ha giurato sulla bibbia.. che valore puo avere detto giuramento ??
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Giuseppe Petrelli • un'ora fa
Erdogan è davvero ridicolo:
perché uno dei maggiori produttori mondiali
di gas e petrolio dovrebbe comprarne dell'altro?
Giorni fa Erdogan accuso il Pkk di aver ucciso
l'avvocato che difendeva lo stesso Pkk.
Davvero un uomo ridicolo nella sua falsità.
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Il contadino Giuseppe Petrelli • 40 minuti fa
Fosse il solo! I suoi compari delle cosiddette "democrazie", non hanno nulla da invidiargli!!
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Beppe A. • un'ora fa
scusate, ma le sanzioni agli USA per aver creato questo problema mettendo a rischio tutti tranne (ovviamente!) loro, no?
perché a quei criminali viene permesso di fare tutto impunemente?
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Il contadino Beppe A. • 42 minuti fa
Perchè, come diceva mio povero nonno: "co quattrini si manda l'acqua all'insù"! ed il "dio" dollaro unito alla menzogna, è adatto a questa bisogna!
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Derapage Beppe A. • un'ora fa
Perché gli USA spendono il 3% del PIL, pari a 600 miliardi di dollari l'anno, in armamenti, mentre i nove paesi che seguono nella classifica delle spese militari non superano quella cifra nemmeno tutti assieme.
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Rage Beppe A. • un'ora fa
Perchè hanno il controllo totale di NATO ed ONU, vuoi che si sanzionino da soli?....sarebbe bello ma....
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Super Banned • un'ora fa
Come i bambini dell'asilo... Io faccio specchio e ti ritorna tutto!... Le comiche!
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toxtox • un'ora fa
Se i turchi avessero avuto uno straccio di prova del presunto traffico dei russi ce l'avrebbero sbattuta in faccia già da quando è stato abbattuto il sukhoi. Quindi adesso inventano balle che verranno puntualmente sostenute dagli usa & co.
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Leoponzio • un'ora fa
Lo Zar di Tutte le Russie....speranzoso padrone del Mondo ha dichiarato....
la Turchia....e ( sottointeso) dopo di lei in teoria ogni altro paese ....
si pentirà nel caso decida di non
strisciare ai piedi
della Grande Russia
questi sono i presupposti di civile convivenza di Putin....
e qualche leso ci smena pure che dovremmo supplicare la russia nel nostro interesse
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Re: La Terza Guerra Mondiale
I GIORNI DEL KAOS
PASSO DOPO PASSO IN UN CRESCENDO ROSSINIANO ALLA RICERCA DELL'INCIDENTE COME A SARAJEVO
Visto da destra
"Non dimentico, se ne pentirà". Putin alza il tiro e sfida Erdogan
Nel discorso alla nazione Putin torna a minacciare la Turchia: "Non ci fermeremo alle sanzioni". E conferma l'impegno in Siria contro i tagliagole dell'Isis
Andrea Indini - Gio, 03/12/2015 - 13:07
commenta
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/non ... 00974.html
^^^^^^^
"Non dimentico, se ne pentirà". Putin alza il tiro e sfida Erdogan
Nel discorso alla nazione Putin torna a minacciare la Turchia: "Non ci fermeremo alle sanzioni". E conferma l'impegno in Siria contro i tagliagole dell'Isis
Andrea Indini - Gio, 03/12/2015 - 13:07
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/non ... 00974.html
PASSO DOPO PASSO IN UN CRESCENDO ROSSINIANO ALLA RICERCA DELL'INCIDENTE COME A SARAJEVO
Visto da destra
"Non dimentico, se ne pentirà". Putin alza il tiro e sfida Erdogan
Nel discorso alla nazione Putin torna a minacciare la Turchia: "Non ci fermeremo alle sanzioni". E conferma l'impegno in Siria contro i tagliagole dell'Isis
Andrea Indini - Gio, 03/12/2015 - 13:07
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http://www.ilgiornale.it/news/mondo/non ... 00974.html
^^^^^^^
"Non dimentico, se ne pentirà". Putin alza il tiro e sfida Erdogan
Nel discorso alla nazione Putin torna a minacciare la Turchia: "Non ci fermeremo alle sanzioni". E conferma l'impegno in Siria contro i tagliagole dell'Isis
Andrea Indini - Gio, 03/12/2015 - 13:07
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/non ... 00974.html
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Re: La Terza Guerra Mondiale
I GIORNI DEL KAOS
PASSO DOPO PASSO IN UN CRESCENDO ROSSINIANO ALLA RICERCA DELL'INCIDENTE COME A SARAJEVO
Dopo Rommel, torna un nuova Volpe del Deserto. Matteo La Qualunque.
Per rimandare il suo impegno in Siria, La Qualunque ha avanzato l'idea che non si poteva intervenire in Siria senza un disegno preciso, e ripetere gli errori della della Libia.
Tecnicamente è vero.
Ma la Qualunque non avendo nessuna idea in proposito e temendo i risultati elettorali, come il suo solito ha giocato questa carta sapendo che gli alleati prima di mettersi daccordo sugli obiettivi sarebbero passati mesi.
Quindi si è detto disponibile ad intervenire in Libia.
Solo che in questi giorni l'ISIS ha intemzione di spostare la sua capitale a SIRTE per evitare i bombardamenti di Rarqqa.
Alla notizia di un nostro intervento in Libia, riportato stamani dal solo Foglio, é seguita una smentita del Ministero della Difesa.
Adesso La Qualunque che farà?
Ci rimetteremo a cantare: https://www.youtube.com/watch?v=z8kwf0ETocA
Forze speciali italiane in Libia per preparare la guerra all'Isis
Renzi assicura in chiaro: "Intervento militare non all'ordine del giorno". Ma militari e servizi segreti sono già sul campo per preparare il blitz
Andrea Indini - Gio, 03/12/2015 - 13:05
A sentir parlare Matteo Renzi non ci sarebbero "elementi di novità" nella notizia, diffusa da fonti libiche, secondo cui i jihadisti dello Stato islamico sarebbero giunti a Sirte dalla Siria e dall'Iraq
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/for ... 01038.html
PASSO DOPO PASSO IN UN CRESCENDO ROSSINIANO ALLA RICERCA DELL'INCIDENTE COME A SARAJEVO
Dopo Rommel, torna un nuova Volpe del Deserto. Matteo La Qualunque.
Per rimandare il suo impegno in Siria, La Qualunque ha avanzato l'idea che non si poteva intervenire in Siria senza un disegno preciso, e ripetere gli errori della della Libia.
Tecnicamente è vero.
Ma la Qualunque non avendo nessuna idea in proposito e temendo i risultati elettorali, come il suo solito ha giocato questa carta sapendo che gli alleati prima di mettersi daccordo sugli obiettivi sarebbero passati mesi.
Quindi si è detto disponibile ad intervenire in Libia.
Solo che in questi giorni l'ISIS ha intemzione di spostare la sua capitale a SIRTE per evitare i bombardamenti di Rarqqa.
Alla notizia di un nostro intervento in Libia, riportato stamani dal solo Foglio, é seguita una smentita del Ministero della Difesa.
Adesso La Qualunque che farà?
Ci rimetteremo a cantare: https://www.youtube.com/watch?v=z8kwf0ETocA
Forze speciali italiane in Libia per preparare la guerra all'Isis
Renzi assicura in chiaro: "Intervento militare non all'ordine del giorno". Ma militari e servizi segreti sono già sul campo per preparare il blitz
Andrea Indini - Gio, 03/12/2015 - 13:05
A sentir parlare Matteo Renzi non ci sarebbero "elementi di novità" nella notizia, diffusa da fonti libiche, secondo cui i jihadisti dello Stato islamico sarebbero giunti a Sirte dalla Siria e dall'Iraq
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/for ... 01038.html
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Re: La Terza Guerra Mondiale
I GIORNI DEL KAOS
Isis, anche Londra bombarderà in Siria: il Parlamento dà il via libera con 397 sì
Mondo
Una decisione che il premier David Cameron ha invocato come una necessità: "Questi terroristi pianificano di ucciderci. Ci attaccano per quello che siamo, non per quello che facciamo". E il segretario di Stato americano John Kerry ha invitato i paesi membri della Nato a "fare di più", evocando un incremento "dello sforzo militare"
di F. Q. | 2 dicembre 2015
Non solo americani, russi e francesi. A partire dalle prossime ora anche la Gran Bretagna entra in azione contro l’Isis in Siria. A bombardare le postazioni del Califfato ci saranno gli aerei della Raf, dopo il via libera di oggi votato dalla Camera dei Comuni, che nel 2013 si era opposta all’invio dell’esercito contro il regime di Bashar al-Assad. Il dibattito fiume è sfociato dopo una decina di ore nella prevista luce verde, con 397 sì e 223 no. A dispetto della protesta delle centinaia di irriducibili che hanno manifestato fino a sera fuori da Westminster al grido di “Stop the war”.
Un sì che il premier David Cameron ha invocato come una necessità, quasi un obbligo morale. “Questi terroristi pianificano di ucciderci. Ci attaccano per quello che siamo, non per quello che facciamo”, ha tuonato il leader conservatore in aula. Cameron ha ricordato anche che occorre una strategia “più ampia”, oltre all’esclusivo utilizzo delle armi. Non solo: ha fissato paletti più stretti che in passato, assicurando che la Royal Air Force colpirà soltanto gli jihadisti comandati da al-Baghdadi ed escludendo ogni nuova avventura “boots on the ground“. Ma ha insistito che molte delle trame terroristiche degli ultimi mesi contro il Regno Unito (sette, secondo Downing Street) sono state “organizzate in Siria”.
Anche la Nato viene sollecitata all’intervento in Siria contro Daesh. Da Bruxelles ci ha pensato il segretario di Stato americano, John Kerry, invitando i 26 membri dell’Alleanza Atlantica a “fare di più” ed evocando, senza entrare nei dettagli, un incremento dello “sforzo militare” collettivo nei confronti dei miliziani dell’Isis. Ma non si dovrà ripetere l’errore commesso in Iraq, quando gli stessi Stati Uniti – ha ammesso Kerry – favorirono “il crollo di uno Stato” senza avere una strategia credibile per il dopo.
A spianare la strada del voto favorevole all’intervento militare inglese contro l’Isis in Siria, c’è stata la spaccatura interna al Labour, sfociata nella libertà di scelta che il pacifista e leader del partito Jeremy Corbyn – pur irriducibile fino in fondo nel suo “no”- ha dovuto concedere alla fronda interna: qualche decina di deputati moderati in grado di esprimere – con figure di spicco come l’ex candidata alla leadership Yvette Cooper o lo stesso ministro degli Esteri ombra Hilary Benn – i sì decisivi.
Per Corbyn, come per la larga maggioranza della base laburista e per i deputati dello Scottish national party, i precedenti dell’Afghanistan, dell’Iraq e della Libia dovrebbero indurre alla prudenza “in nome del buonsenso, non del pacifismo”. E i 70.000 miliziani “non estremisti” con cui, stando a uno dei passaggi più controversi di Cameron, ci si potrà coordinare sul terreno in Siria non sono altro che un’illusione (cosa che d’altronde denuncia pure Julian Lewis, presidente della commissione Difesa ai Comuni e conservatore anti-interventista).
Contestazioni alle quali s’affianca una polemica rovente per l’epiteto di “simpatizzanti dei terroristi” rifilato ieri sera dal premier al leader dei laburisti e ad altri “compagni” che in gioventù si fecero paladini del dialogo con la guerriglia nord-irlandese nel pieno dei sanguinosi anni ’80. Epiteto per il quale Cameron si è ostinatamente rifiutato di scusarsi. Ma alla fine non è stato lo scontro personale, e neppure l’offesa, a poter determinare il risultato. I giochi sono fatti. Cameron va alla guerra e saranno i risultati a decidere se lo scetticismo diffuso a piene mani persino da alcuni giornali di destra e le perplessità dei sudditi del Regno (favorevoli ai raid solo al 48%, passata l’emozione per gli attacchi di Parigi) non avranno avuto – anche stavolta – ragion d’essere.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12 ... i/2273077/
Isis, anche Londra bombarderà in Siria: il Parlamento dà il via libera con 397 sì
Mondo
Una decisione che il premier David Cameron ha invocato come una necessità: "Questi terroristi pianificano di ucciderci. Ci attaccano per quello che siamo, non per quello che facciamo". E il segretario di Stato americano John Kerry ha invitato i paesi membri della Nato a "fare di più", evocando un incremento "dello sforzo militare"
di F. Q. | 2 dicembre 2015
Non solo americani, russi e francesi. A partire dalle prossime ora anche la Gran Bretagna entra in azione contro l’Isis in Siria. A bombardare le postazioni del Califfato ci saranno gli aerei della Raf, dopo il via libera di oggi votato dalla Camera dei Comuni, che nel 2013 si era opposta all’invio dell’esercito contro il regime di Bashar al-Assad. Il dibattito fiume è sfociato dopo una decina di ore nella prevista luce verde, con 397 sì e 223 no. A dispetto della protesta delle centinaia di irriducibili che hanno manifestato fino a sera fuori da Westminster al grido di “Stop the war”.
Un sì che il premier David Cameron ha invocato come una necessità, quasi un obbligo morale. “Questi terroristi pianificano di ucciderci. Ci attaccano per quello che siamo, non per quello che facciamo”, ha tuonato il leader conservatore in aula. Cameron ha ricordato anche che occorre una strategia “più ampia”, oltre all’esclusivo utilizzo delle armi. Non solo: ha fissato paletti più stretti che in passato, assicurando che la Royal Air Force colpirà soltanto gli jihadisti comandati da al-Baghdadi ed escludendo ogni nuova avventura “boots on the ground“. Ma ha insistito che molte delle trame terroristiche degli ultimi mesi contro il Regno Unito (sette, secondo Downing Street) sono state “organizzate in Siria”.
Anche la Nato viene sollecitata all’intervento in Siria contro Daesh. Da Bruxelles ci ha pensato il segretario di Stato americano, John Kerry, invitando i 26 membri dell’Alleanza Atlantica a “fare di più” ed evocando, senza entrare nei dettagli, un incremento dello “sforzo militare” collettivo nei confronti dei miliziani dell’Isis. Ma non si dovrà ripetere l’errore commesso in Iraq, quando gli stessi Stati Uniti – ha ammesso Kerry – favorirono “il crollo di uno Stato” senza avere una strategia credibile per il dopo.
A spianare la strada del voto favorevole all’intervento militare inglese contro l’Isis in Siria, c’è stata la spaccatura interna al Labour, sfociata nella libertà di scelta che il pacifista e leader del partito Jeremy Corbyn – pur irriducibile fino in fondo nel suo “no”- ha dovuto concedere alla fronda interna: qualche decina di deputati moderati in grado di esprimere – con figure di spicco come l’ex candidata alla leadership Yvette Cooper o lo stesso ministro degli Esteri ombra Hilary Benn – i sì decisivi.
Per Corbyn, come per la larga maggioranza della base laburista e per i deputati dello Scottish national party, i precedenti dell’Afghanistan, dell’Iraq e della Libia dovrebbero indurre alla prudenza “in nome del buonsenso, non del pacifismo”. E i 70.000 miliziani “non estremisti” con cui, stando a uno dei passaggi più controversi di Cameron, ci si potrà coordinare sul terreno in Siria non sono altro che un’illusione (cosa che d’altronde denuncia pure Julian Lewis, presidente della commissione Difesa ai Comuni e conservatore anti-interventista).
Contestazioni alle quali s’affianca una polemica rovente per l’epiteto di “simpatizzanti dei terroristi” rifilato ieri sera dal premier al leader dei laburisti e ad altri “compagni” che in gioventù si fecero paladini del dialogo con la guerriglia nord-irlandese nel pieno dei sanguinosi anni ’80. Epiteto per il quale Cameron si è ostinatamente rifiutato di scusarsi. Ma alla fine non è stato lo scontro personale, e neppure l’offesa, a poter determinare il risultato. I giochi sono fatti. Cameron va alla guerra e saranno i risultati a decidere se lo scetticismo diffuso a piene mani persino da alcuni giornali di destra e le perplessità dei sudditi del Regno (favorevoli ai raid solo al 48%, passata l’emozione per gli attacchi di Parigi) non avranno avuto – anche stavolta – ragion d’essere.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12 ... i/2273077/
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Re: La Terza Guerra Mondiale
LA VOX POPULI
Red Sky • 8 ore fa
Non mi spiego come la Padania non interviene contro l'ISIS, potrebbe impiegare le ruspe volanti di Salvini, lui è disposto ad andare a combattere, ha bisogno di un mese di palestra...
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Chef Red Sky • 7 ore fa
ecco come di dimostra la propria ignoranza..
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Groll Chef • 7 ore fa
Quale, quella di Salvini?
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Tashunka Uitko Groll • 7 ore fa
Più precisamente quella di entrambi...
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Groll Tashunka Uitko • 6 ore fa
Chi, Salvini e Grillo?
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Tashunka Uitko Groll • 4 ore fa
...allora tutti e tre.
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Groll Tashunka Uitko • 26 minuti fa
Che cosa c'entra Renzi?
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Tashunka Uitko Groll • 20 minuti fa
Ha proprio ragione, sono quattro!
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Groll Tashunka Uitko • 14 minuti fa
Ah, già, dimenticavo: son milioni. Ci sta dentro tutto il movimento.
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Groll Red Sky • 7 ore fa
Ed il m5s. Potrebbe lanciare un po' di vaffa.
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Ras-Putin • 8 ore fa
Chiariamo un punto: loro l'Isis mai l'hanno bombardata...solo la Siria l'han ...sfracellata.
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cosp 54 • 8 ore fa
Pensavo che fosse, un'alleanza contro l'isis....ma mi sembra tanto un calesse!!una vera e propria presa....
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edmondo • 8 ore fa
ERA ORA
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radice.massimo • 8 ore fa
veramente sono partiti a bombardare i califfi qualche minuto dopo l'approvazione del parlamento inglese, la cosa lascia supporre che erano pronti da tempo. "ruggito di ferocia" (fierce roar) ha subito commentato i bombardamenti la stampa inglese (daily mirror, tra gli altri). un linguaggio molto vicino a quello dei video del califfato.
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Alfredo Violante • 8 ore fa
Io avrei messo questo articolo come notizia principale.
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Alfredo Violante • 8 ore fa
Un intervento pianificato dal 2009, come scriveva già due anni fa il Guardian, il Newyorker e altre testate. E chiaramente la motivazione principale, non unica chiaramente, è come al solito il petrolio o nel caso della Siria il suo trasporto verso l'Europa.
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Red Sky • 8 ore fa
Non mi spiego come la Padania non interviene contro l'ISIS, potrebbe impiegare le ruspe volanti di Salvini, lui è disposto ad andare a combattere, ha bisogno di un mese di palestra...
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Chef Red Sky • 7 ore fa
ecco come di dimostra la propria ignoranza..
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Groll Chef • 7 ore fa
Quale, quella di Salvini?
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Tashunka Uitko Groll • 7 ore fa
Più precisamente quella di entrambi...
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Groll Tashunka Uitko • 6 ore fa
Chi, Salvini e Grillo?
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Tashunka Uitko Groll • 4 ore fa
...allora tutti e tre.
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Groll Tashunka Uitko • 26 minuti fa
Che cosa c'entra Renzi?
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Tashunka Uitko Groll • 20 minuti fa
Ha proprio ragione, sono quattro!
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Groll Tashunka Uitko • 14 minuti fa
Ah, già, dimenticavo: son milioni. Ci sta dentro tutto il movimento.
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Groll Red Sky • 7 ore fa
Ed il m5s. Potrebbe lanciare un po' di vaffa.
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Ras-Putin • 8 ore fa
Chiariamo un punto: loro l'Isis mai l'hanno bombardata...solo la Siria l'han ...sfracellata.
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cosp 54 • 8 ore fa
Pensavo che fosse, un'alleanza contro l'isis....ma mi sembra tanto un calesse!!una vera e propria presa....
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edmondo • 8 ore fa
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radice.massimo • 8 ore fa
veramente sono partiti a bombardare i califfi qualche minuto dopo l'approvazione del parlamento inglese, la cosa lascia supporre che erano pronti da tempo. "ruggito di ferocia" (fierce roar) ha subito commentato i bombardamenti la stampa inglese (daily mirror, tra gli altri). un linguaggio molto vicino a quello dei video del califfato.
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Alfredo Violante • 8 ore fa
Io avrei messo questo articolo come notizia principale.
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Alfredo Violante • 8 ore fa
Un intervento pianificato dal 2009, come scriveva già due anni fa il Guardian, il Newyorker e altre testate. E chiaramente la motivazione principale, non unica chiaramente, è come al solito il petrolio o nel caso della Siria il suo trasporto verso l'Europa.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
I GIORNI DEL KAOS
TESTIMONIANZE
Cultura - 2 dicembre 2015
Ivan, soldato nero che liberò l’Italia: “Sì, Isis è come il nazismo. Ma battetevi contro razzismo: migranti non c’entrano”
“Italiani, ricordatevi com’era 70 anni fa, come siamo andati d’accordo. Adesso accogliete i migranti”. Parla a ilfattoquotidiano.it Ivan J. Houston, 90 anni, di Los Angeles, veterano afroamericano pluridecorato durante la seconda guerra mondiale, quando con l’unica divisione di fanteria di colore aiutò l’Italia a liberarsi dall’oppressione nazifascista. Un’esperienza che racconta, insieme a Gordon Cohn, in […]
“Italiani, ricordatevi com’era 70 anni fa, come siamo andati d’accordo. Adesso accogliete i migranti”. Parla a ilfattoquotidiano.it Ivan J. Houston, 90 anni, di Los Angeles, veterano afroamericano pluridecorato durante la seconda guerra mondiale, quando con l’unica divisione di fanteria di colore aiutò l’Italia a liberarsi dall’oppressione nazifascista. Un’esperienza che racconta, insieme a Gordon Cohn, in Black Warriors – I buffalo soldiers e la liberazione dell’Italia lungo la Linea Gotica, edito in Italia da Maria Pacini Fazzi. “Il muro in Ungheria, i movimenti xenofobi e nazifascisti che non cessano… tutto questo mi ricorda quello che abbiamo visto negli anni Trenta con l’ascesa di Hitler, quell’odio verso le persone considerate diverse. Ma quando la gente impara a conoscersi, l’odio scompare” dice Houston. Settant’anni fa, Ivan era uno dei 15mila uomini afroamericani mandati a combattere in Italia in quella che è passata alla storia come l’unica divisione di fanteria completamente di colore che abbia calpestato il suolo europeo nella seconda guerra mondiale: la 92esima divisione, detta “la Buffalo”, dal bisonte cerchiato sulle divise dei ragazzi. Ma anche l’Isis è paragonato in queste settimane al nazismo: “Certo – risponde Ivan – ha utilizzato la sua potenza militare per sottomettere e persino annientare nazioni e popoli considerati inferiori. L’Isis usa le sue armi militari e del terrore, compreso il suicidio, per uccidere le persone che non condividono le sue convinzioni. Ci sono somiglianze e differenze. I nazisti e i fascisti volevano governare popoli conquistati. L’Isis sembra contento di uccidere le persone che non condividono le sue convinzioni”.
Ivan e i suoi commilitoni arrivarono il 23 agosto del 1944. Prima una sosta a Napoli. “Ricordo ancora quella povera gente, Dio mio, sporca, sporchissima, e ridotta alla fame, poverini”. Poi Civitavecchia, fino al fronte sul fiume Arno: con i Buffalo combatté a Pisa, Lucca, Seravezza, sull’Appennino Tosco Emiliano, a Genova, per finire in Pianura Padana. “Alcuni italiani avevano paura di noi perché eravamo diversi, la pelle era scura. Ma la maggior parte di noi ha trattato gli italiani con gentilezza, quand’era possibile li abbiamo lasciati mangiare con noi. Così siamo riusciti ad andare molto d’accordo”. Il pensiero di questo veterano, 90 anni compiuti a giugno, corre ai nuovi diversi che oggi “invadono” l’Europa. “Questi profughi di oggi arrivano da esistenze terribili, come tutti ben sappiamo, dobbiamo essere gentili con loro, capirli, e dove possibile cercare di sistemarli nei loro bisogni basilari. A loro volta, loro devono accettare la cultura europea”.
Non è facile, Houston lo sa bene. Tenere sotto controllo il razzismo è un lavoro continuo che non ammette distrazioni. “Anche noi negli Stati Uniti abbiamo ancora problemi di razzismo ma ci lavoriamo da tanti anni, non è più come una volta, quando esistevano delle leggi che proibivano qualsiasi cosa che desse adito a disordini razziali. Tornato dalla guerra – racconta – ripresi l’università, ma non ottenni l’alloggio studentesco perché ero afroamericano. Per noi era impossibile anche trovare un lavoro nel settore privato, solo nel pubblico c’era qualche possibilità. Mio fratello ha fatto le marce, è andato a Selma col dottor King, ma io no, avevo altro da fare”. Tornò dalla guerra ferito, doveva trovare un lavoro, aveva già due figlie. “Però, andato in pensione, sono stato presidente della commissione per i diritti umani della città di Los Angeles per circa 6 anni. Esaminavamo i casi di odio razziale e religioso che ci venivano sottoposti frequentemente. E’ una cosa che richiede una gestione continua da parte delle autorità, anche in Italia”.
cristo nero luccaTra queste Ivan Houston cita la Chiesa cattolica. Come istituzione seguita da un miliardo di persone, gioca un ruolo importante. Gli appelli di Papa Francesco in favore dell’accoglienza si susseguono da mesi. “Può fare molto per facilitare la comprensione tra popoli, l’accettazione delle diversità. Alla fine siamo tutti esseri umani, solo con diverse apparenze, diverse culture”. E Houston cita l’esempio del crocifisso del Volto Santo conservato nella Chiesa di San Martino a Lucca. “Quando l’ho visto – spiega – non me ne sono accorto, ma tornando a casa ho osservato meglio la fotografia: è nero! Gesù è nero! A Los Angeles l’ho fatto vedere al mio vescovo, che l’ha mostrato a tutti i fedeli della parrocchia. Erano meravigliati, dicevano: “O mio Dio, Gesù è come noi!”.
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12 ... a/2248189/
TESTIMONIANZE
Cultura - 2 dicembre 2015
Ivan, soldato nero che liberò l’Italia: “Sì, Isis è come il nazismo. Ma battetevi contro razzismo: migranti non c’entrano”
“Italiani, ricordatevi com’era 70 anni fa, come siamo andati d’accordo. Adesso accogliete i migranti”. Parla a ilfattoquotidiano.it Ivan J. Houston, 90 anni, di Los Angeles, veterano afroamericano pluridecorato durante la seconda guerra mondiale, quando con l’unica divisione di fanteria di colore aiutò l’Italia a liberarsi dall’oppressione nazifascista. Un’esperienza che racconta, insieme a Gordon Cohn, in […]
“Italiani, ricordatevi com’era 70 anni fa, come siamo andati d’accordo. Adesso accogliete i migranti”. Parla a ilfattoquotidiano.it Ivan J. Houston, 90 anni, di Los Angeles, veterano afroamericano pluridecorato durante la seconda guerra mondiale, quando con l’unica divisione di fanteria di colore aiutò l’Italia a liberarsi dall’oppressione nazifascista. Un’esperienza che racconta, insieme a Gordon Cohn, in Black Warriors – I buffalo soldiers e la liberazione dell’Italia lungo la Linea Gotica, edito in Italia da Maria Pacini Fazzi. “Il muro in Ungheria, i movimenti xenofobi e nazifascisti che non cessano… tutto questo mi ricorda quello che abbiamo visto negli anni Trenta con l’ascesa di Hitler, quell’odio verso le persone considerate diverse. Ma quando la gente impara a conoscersi, l’odio scompare” dice Houston. Settant’anni fa, Ivan era uno dei 15mila uomini afroamericani mandati a combattere in Italia in quella che è passata alla storia come l’unica divisione di fanteria completamente di colore che abbia calpestato il suolo europeo nella seconda guerra mondiale: la 92esima divisione, detta “la Buffalo”, dal bisonte cerchiato sulle divise dei ragazzi. Ma anche l’Isis è paragonato in queste settimane al nazismo: “Certo – risponde Ivan – ha utilizzato la sua potenza militare per sottomettere e persino annientare nazioni e popoli considerati inferiori. L’Isis usa le sue armi militari e del terrore, compreso il suicidio, per uccidere le persone che non condividono le sue convinzioni. Ci sono somiglianze e differenze. I nazisti e i fascisti volevano governare popoli conquistati. L’Isis sembra contento di uccidere le persone che non condividono le sue convinzioni”.
Ivan e i suoi commilitoni arrivarono il 23 agosto del 1944. Prima una sosta a Napoli. “Ricordo ancora quella povera gente, Dio mio, sporca, sporchissima, e ridotta alla fame, poverini”. Poi Civitavecchia, fino al fronte sul fiume Arno: con i Buffalo combatté a Pisa, Lucca, Seravezza, sull’Appennino Tosco Emiliano, a Genova, per finire in Pianura Padana. “Alcuni italiani avevano paura di noi perché eravamo diversi, la pelle era scura. Ma la maggior parte di noi ha trattato gli italiani con gentilezza, quand’era possibile li abbiamo lasciati mangiare con noi. Così siamo riusciti ad andare molto d’accordo”. Il pensiero di questo veterano, 90 anni compiuti a giugno, corre ai nuovi diversi che oggi “invadono” l’Europa. “Questi profughi di oggi arrivano da esistenze terribili, come tutti ben sappiamo, dobbiamo essere gentili con loro, capirli, e dove possibile cercare di sistemarli nei loro bisogni basilari. A loro volta, loro devono accettare la cultura europea”.
Non è facile, Houston lo sa bene. Tenere sotto controllo il razzismo è un lavoro continuo che non ammette distrazioni. “Anche noi negli Stati Uniti abbiamo ancora problemi di razzismo ma ci lavoriamo da tanti anni, non è più come una volta, quando esistevano delle leggi che proibivano qualsiasi cosa che desse adito a disordini razziali. Tornato dalla guerra – racconta – ripresi l’università, ma non ottenni l’alloggio studentesco perché ero afroamericano. Per noi era impossibile anche trovare un lavoro nel settore privato, solo nel pubblico c’era qualche possibilità. Mio fratello ha fatto le marce, è andato a Selma col dottor King, ma io no, avevo altro da fare”. Tornò dalla guerra ferito, doveva trovare un lavoro, aveva già due figlie. “Però, andato in pensione, sono stato presidente della commissione per i diritti umani della città di Los Angeles per circa 6 anni. Esaminavamo i casi di odio razziale e religioso che ci venivano sottoposti frequentemente. E’ una cosa che richiede una gestione continua da parte delle autorità, anche in Italia”.
cristo nero luccaTra queste Ivan Houston cita la Chiesa cattolica. Come istituzione seguita da un miliardo di persone, gioca un ruolo importante. Gli appelli di Papa Francesco in favore dell’accoglienza si susseguono da mesi. “Può fare molto per facilitare la comprensione tra popoli, l’accettazione delle diversità. Alla fine siamo tutti esseri umani, solo con diverse apparenze, diverse culture”. E Houston cita l’esempio del crocifisso del Volto Santo conservato nella Chiesa di San Martino a Lucca. “Quando l’ho visto – spiega – non me ne sono accorto, ma tornando a casa ho osservato meglio la fotografia: è nero! Gesù è nero! A Los Angeles l’ho fatto vedere al mio vescovo, che l’ha mostrato a tutti i fedeli della parrocchia. Erano meravigliati, dicevano: “O mio Dio, Gesù è come noi!”.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Putin: Isis, la recita è finita. Erdogan gli compra il petrolio
Scritto il 03/12/15 • LIBRE nella Categoria: segnalazioni
«La coalizione guidata dagli Usa ha iniziato a sorvolare i cieli di Iraq e Siria un anno prima dell’inizio delle nostre operazioni militari: sono convinto che abbiano visto tutto», dice il ministro degli esteri russo, Sergeij Lavrov.
Hanno “visto tutto” (il traffico di petrolio dal territorio controllato dall’Isis alla Turchia) ma «non hanno fatto nulla, per qualche ragione sconosciuta».
E’ un colpo da ko quello sferrato da Putin il 2 dicembre 2015: la Russia esibisce prove, anche fotografiche e satellitari, del traffico di petrolio che l’Isis trafuga e rivende in Turchia per finanziarsi.
E al vertice del business inconfessabile c’è la famiglia Erdogan, l’oligarca alla guida di Ankara (paese Nato) e il figlio, Bilal.
Entrambi, accusa Mosca, fanno lucrosi affari coi tagliagole del Califfato, come sostiene il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov.
Per la prima volta, viene strappato il velo sui “misteri” dell’Isis: quello che già si sapeva diventa verità ufficiale: non solo la Cia ha sempre sostenuto lo Stato Islamico insieme alla Francia e agli alleati del Golfo, sauditi e Qatar in primis, ma l’altro grande alleato, la Turchia, vede coinvolta la famiglia presidenziale nello scandalo del contrabbando di greggio.
E’ la prima risposta, devastante, che la Russia rivolge alla Turchia dopo l’abbattimento del bombardiere Sukhoi-24 sul confine con la Siria.
“Incidente” non seguito da scuse ufficiali di Ankara, che ha evidentemente cercato la rissa per sparigliare le carte sul terreno, dopo l’energica azione militare di Mosca che ha radicalmente cambiato lo scenario, mettendo in fuga l’invincibile Califfato sostenuto sottobanco da sunniti e occidentali.
Mentre ora i bombardieri di Mosca volano scortati dai caccia, equipaggiati con missili aria-aria, e i cieli sono stati sigillati dallo scudo missilistico allestito dall’esercito russo (batterie di S-400 e sorveglianza speciale da parte della Flotta del Mar Nero), la Russia reagisce con misure durissime contro Ankara: bando su frutta e verdura, stop ai voli charter e ai pacchetti turistici, ripristino dei visti e divieto di assumere manodopera turca.
E’ solo il primo passo, avvisa Mosca, perché la lista può essere estesa.
Per ora il Cremlino evita di colpire i prodotti manifatturieri.
E nulla trapela sui grandi progetti a rischio, come la prima centrale nucleare turca e il gasdotto Turkish Stream, che avrebbero ripercussioni anche sull’economia e sugli interessi geopolitici russi.
Una bastonata mirata, dunque, senza danneggiare troppo l’economia.
La stampa russa ipotizza contromisure turche che spaziano dal boicottaggio del Turkish Stream, che costringerebbe Mosca a rivedere la propria strategia energetica verso l’Europa, alla chiusura del Bosforo e dello stretto dei Dardanelli alle navi da guerra russe dirette in Siria, sfruttando le differenti interpretazioni della controversa legislazione marittima.
Malgrado tutto, Ankara sembra però voler tentare il disgelo, non avendo percepito il sostegno dei leader occidentali dopo l’annuncio delle sanzioni russe. Evidente l’imbarazzo nell’area Nato: così come ha colpito la Turchia, l’informazione russa sul sostegno all’Isis (con dossier anche fotografici) potrebbe colpire anche gli altri sostenitori occulti del Califfato, che ora si affannano a inseguire i russi sulla via dei bombardamenti, dopo aver sostenuto per anni, sottobanco, la guerra del Califfo per rovesciare Assad e ridurre la Siria come la Libia. Qualcosa è cambiato, dopo lo storico accordo tra Obama e l’altro grande sponsor della Siria, l’Iran. Licenziato il generale Allen, che dirigeva il sostegno americano all’Isis, Obama ha dato il suo ok all’intervento militare di Putin.
Nessuno, peraltro, si aspettava che Mosca mettesse in campo una tale potenza di fuoco, e con tanta celerità. Tutti spiazzati, gli ex “amici” dell’Isis, a cominciare da Israele, che ha regolarmente bombardato le milizie libanesi di Hezbollah impegnate in Siria contro il Califfato.
Secondo svariati osservatori, proprio il progressivo venir meno del sostegno occulto allo Stato Islamico può aver generato tensioni e ricatti, dalla strage di Parigi contro la Francia di Hollande alle possibili minacce contro Erdogan, grande “padrino” dell’Isis attraverso la frontiera-colabrodo fra Siria e Turchia, comodamente utilizzata dai jihadisti per trovare ripario, ottenere armamenti e finanziarsi attraverso il traffico di petrolio.
Ora, l’ennesima svolta di Mosca – l’offensiva mediatica, dopo quella militare – mette a nudo la farsa che ha finora tenuto in piedi l’Isis, che utilizza vasta manovalanza da paesi portati alla disperazione dalle guerre occidentali ma è stato lasciato crescere impunemente solo per un cinico calcolo.
Il sacrificio del jet russo abbattuto (dopo quello dell’altro aereo, il volo di linea fatto esplodere sul Sinai, con più morti di quelli nelle strade di Parigi) ha indotto Mosca a cambiare passo.
La recita è finita. Chi ha organizzato e sostenuto l’Isis, d’ora in poi, dovrà aspettarsi di tutto.
Scritto il 03/12/15 • LIBRE nella Categoria: segnalazioni
«La coalizione guidata dagli Usa ha iniziato a sorvolare i cieli di Iraq e Siria un anno prima dell’inizio delle nostre operazioni militari: sono convinto che abbiano visto tutto», dice il ministro degli esteri russo, Sergeij Lavrov.
Hanno “visto tutto” (il traffico di petrolio dal territorio controllato dall’Isis alla Turchia) ma «non hanno fatto nulla, per qualche ragione sconosciuta».
E’ un colpo da ko quello sferrato da Putin il 2 dicembre 2015: la Russia esibisce prove, anche fotografiche e satellitari, del traffico di petrolio che l’Isis trafuga e rivende in Turchia per finanziarsi.
E al vertice del business inconfessabile c’è la famiglia Erdogan, l’oligarca alla guida di Ankara (paese Nato) e il figlio, Bilal.
Entrambi, accusa Mosca, fanno lucrosi affari coi tagliagole del Califfato, come sostiene il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov.
Per la prima volta, viene strappato il velo sui “misteri” dell’Isis: quello che già si sapeva diventa verità ufficiale: non solo la Cia ha sempre sostenuto lo Stato Islamico insieme alla Francia e agli alleati del Golfo, sauditi e Qatar in primis, ma l’altro grande alleato, la Turchia, vede coinvolta la famiglia presidenziale nello scandalo del contrabbando di greggio.
E’ la prima risposta, devastante, che la Russia rivolge alla Turchia dopo l’abbattimento del bombardiere Sukhoi-24 sul confine con la Siria.
“Incidente” non seguito da scuse ufficiali di Ankara, che ha evidentemente cercato la rissa per sparigliare le carte sul terreno, dopo l’energica azione militare di Mosca che ha radicalmente cambiato lo scenario, mettendo in fuga l’invincibile Califfato sostenuto sottobanco da sunniti e occidentali.
Mentre ora i bombardieri di Mosca volano scortati dai caccia, equipaggiati con missili aria-aria, e i cieli sono stati sigillati dallo scudo missilistico allestito dall’esercito russo (batterie di S-400 e sorveglianza speciale da parte della Flotta del Mar Nero), la Russia reagisce con misure durissime contro Ankara: bando su frutta e verdura, stop ai voli charter e ai pacchetti turistici, ripristino dei visti e divieto di assumere manodopera turca.
E’ solo il primo passo, avvisa Mosca, perché la lista può essere estesa.
Per ora il Cremlino evita di colpire i prodotti manifatturieri.
E nulla trapela sui grandi progetti a rischio, come la prima centrale nucleare turca e il gasdotto Turkish Stream, che avrebbero ripercussioni anche sull’economia e sugli interessi geopolitici russi.
Una bastonata mirata, dunque, senza danneggiare troppo l’economia.
La stampa russa ipotizza contromisure turche che spaziano dal boicottaggio del Turkish Stream, che costringerebbe Mosca a rivedere la propria strategia energetica verso l’Europa, alla chiusura del Bosforo e dello stretto dei Dardanelli alle navi da guerra russe dirette in Siria, sfruttando le differenti interpretazioni della controversa legislazione marittima.
Malgrado tutto, Ankara sembra però voler tentare il disgelo, non avendo percepito il sostegno dei leader occidentali dopo l’annuncio delle sanzioni russe. Evidente l’imbarazzo nell’area Nato: così come ha colpito la Turchia, l’informazione russa sul sostegno all’Isis (con dossier anche fotografici) potrebbe colpire anche gli altri sostenitori occulti del Califfato, che ora si affannano a inseguire i russi sulla via dei bombardamenti, dopo aver sostenuto per anni, sottobanco, la guerra del Califfo per rovesciare Assad e ridurre la Siria come la Libia. Qualcosa è cambiato, dopo lo storico accordo tra Obama e l’altro grande sponsor della Siria, l’Iran. Licenziato il generale Allen, che dirigeva il sostegno americano all’Isis, Obama ha dato il suo ok all’intervento militare di Putin.
Nessuno, peraltro, si aspettava che Mosca mettesse in campo una tale potenza di fuoco, e con tanta celerità. Tutti spiazzati, gli ex “amici” dell’Isis, a cominciare da Israele, che ha regolarmente bombardato le milizie libanesi di Hezbollah impegnate in Siria contro il Califfato.
Secondo svariati osservatori, proprio il progressivo venir meno del sostegno occulto allo Stato Islamico può aver generato tensioni e ricatti, dalla strage di Parigi contro la Francia di Hollande alle possibili minacce contro Erdogan, grande “padrino” dell’Isis attraverso la frontiera-colabrodo fra Siria e Turchia, comodamente utilizzata dai jihadisti per trovare ripario, ottenere armamenti e finanziarsi attraverso il traffico di petrolio.
Ora, l’ennesima svolta di Mosca – l’offensiva mediatica, dopo quella militare – mette a nudo la farsa che ha finora tenuto in piedi l’Isis, che utilizza vasta manovalanza da paesi portati alla disperazione dalle guerre occidentali ma è stato lasciato crescere impunemente solo per un cinico calcolo.
Il sacrificio del jet russo abbattuto (dopo quello dell’altro aereo, il volo di linea fatto esplodere sul Sinai, con più morti di quelli nelle strade di Parigi) ha indotto Mosca a cambiare passo.
La recita è finita. Chi ha organizzato e sostenuto l’Isis, d’ora in poi, dovrà aspettarsi di tutto.
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- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: La Terza Guerra Mondiale
Personalmente la Turchia non la voglio dentro L'Europa.Aiuto arrivano li Turchi.
Ci mancherebbe avere pure i turchi.
Ciao
Paolo11
Ci mancherebbe avere pure i turchi.
Ciao
Paolo11
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- Iscritto il: 19/04/2012, 12:04
Re: La Terza Guerra Mondiale
Assolutamente né Turchia né Ucraina nella UE, anzi io inizierei a buttar fuori i paesi che prendono solo soldi e poi "rompono" sempre quando si tratta di impegnarsi seriamente nel processo di integrazione (UK-PL-RU-S e paesi baltici tanto per cominciare...).
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Ciao Maucat.Il guaio che noi cittadini non contiamo un ca...o.Bisognerebbe fare dei regerendum se accettare o no.IO sono anche
per toglierci dalla Nato.Ho firmato la petizione.Potevamo risparmiarci Afganistan Iraq,Libia.Abbiamo invaso una nazione solamente per il semplice motivo che Bin Laden era li.La seconda Invaso Iraq per errore di Bler armi di distruzioni di massa, Libia lo stesso.In quei paesi formati da varie tribu non puoi portare la democrazia. Spero che Renzi continui a starsene fuori dai bombardamenti in Siria.Dobbiamo pensare alla Libia vicina a noi.Poi tutti quei giovani che scappano dalla guerra e arrivano qui in europa.Dovrebbero invece imbracciare il fucile e starsene a casa propria.Dobbiamo andare a morire per loro?
Ciao
Paolo11
per toglierci dalla Nato.Ho firmato la petizione.Potevamo risparmiarci Afganistan Iraq,Libia.Abbiamo invaso una nazione solamente per il semplice motivo che Bin Laden era li.La seconda Invaso Iraq per errore di Bler armi di distruzioni di massa, Libia lo stesso.In quei paesi formati da varie tribu non puoi portare la democrazia. Spero che Renzi continui a starsene fuori dai bombardamenti in Siria.Dobbiamo pensare alla Libia vicina a noi.Poi tutti quei giovani che scappano dalla guerra e arrivano qui in europa.Dovrebbero invece imbracciare il fucile e starsene a casa propria.Dobbiamo andare a morire per loro?
Ciao
Paolo11
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