Renzi
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Re: Renzi
PERCHE' LO CHIAMAVANO IL BOMBA?
Digitando su Google : "Perchè lo chiamavano il bomba." Compare quanto sotto.
Renzi il Bomba - Facebook
https://www.facebook.com/Renzi-il-Bomba ... 758561024/
"il bomba", "il Bugia", "Mat-teoria", "il Tuttologo", "Flipper" Al liceo lo chiamavano il bomba perchè le sparava grosse e oggi come lo chiamereste?
https://www.facebook.com/Renzi-il-Bomba ... 758561024/
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Re: Renzi
PERCHE' LO CHIAMAVANO IL BOMBA?
Noto, con una certa soddisfazione, che qualcun altro si è accorto dell'accostamento di Cetto La Qualunque a Renzi. Come da post precedente.
Imu: Cetto La Qualunque vs Renzi
https://www.youtube.com/watch?v=MCm2MPoA_7I
Cetto La qualunque in: Matteo Renzi - IL DISCORSO ELETTORALE
https://www.youtube.com/watch?v=850nHin3PZA
Ad imperitura memoria.
Noto, con una certa soddisfazione, che qualcun altro si è accorto dell'accostamento di Cetto La Qualunque a Renzi. Come da post precedente.
Imu: Cetto La Qualunque vs Renzi
https://www.youtube.com/watch?v=MCm2MPoA_7I
Cetto La qualunque in: Matteo Renzi - IL DISCORSO ELETTORALE
https://www.youtube.com/watch?v=850nHin3PZA
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Re: Renzi
Servizio del Tg7 sulla protesta di oggi a Montecitorio.
GOVERNO PD = BANDA BASSOTTI
I media si dovrebbero adeguare.
Come ha dichiarato ieri quel pensionato ai banchetti di Roma : Il PD è finito
Infatti, adesso c'è la Banda Bassotti.
A Bersà che ce fai nella Banda Bassotti????
La ditta è fallita!!!!!!!!
GOVERNO PD = BANDA BASSOTTI
I media si dovrebbero adeguare.
Come ha dichiarato ieri quel pensionato ai banchetti di Roma : Il PD è finito
Infatti, adesso c'è la Banda Bassotti.
A Bersà che ce fai nella Banda Bassotti????
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Re: Renzi
Crozza nel Paese delle Meraviglie - MAURIZIO CROZZA ALIAS MATTEO RENZI - I RENZINI
https://www.youtube.com/watch?v=z8bPaq4eYAA
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Re: Renzi
INCORPORATED COOL EMOS
Tagadà manda in onda la Leopolda partendo dalle vecchie edizioni.
Niente bandiere del PD come nella campagna elettorale per diventare segretario.
AL POLLAME PIDDUME.
NESSUN SOSPETTO??????????????????????????????????????????????????????????????
Tagadà manda in onda la Leopolda partendo dalle vecchie edizioni.
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Re: Renzi
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Quella sciacquatura di piddume di Rondolino, di professione Voltagabbana, tanto da far impallidire Goldoni con il suo "Arlecchino servitore di due padroni", per cercare di riabilitarsi verso il pubblico dopo aver preso le difese di La Qualunque, tanto da sembrare uno scendiletto di quarta categoria, sul salvabanche, Tagadà, ha tentato di riabilitarsi con una battutina accompagnato da un sorrisetto rondoliniano, quando la regia ha mandato in onda un collegamento con Milano, Piazza Cordusio, dove in questo momento è in corso un manifestazione di studenti contro il governo.
Titolo della regia che deve aver irritato non poco il rondolotto, ha dichiarato: "Io ai miei tempi mi divertivo meglio", riferendosi ai ragazzi in Piazza che protestavano contro il Profeta Leopoldo.
E si vede poi che bel robo è diventato!!!!
ALTRO CHE ISIS!!!!!!!GLI ISLAMICI AUTENTICI LI ABBIAMO IN CASA
Quella sciacquatura di piddume di Rondolino, di professione Voltagabbana, tanto da far impallidire Goldoni con il suo "Arlecchino servitore di due padroni", per cercare di riabilitarsi verso il pubblico dopo aver preso le difese di La Qualunque, tanto da sembrare uno scendiletto di quarta categoria, sul salvabanche, Tagadà, ha tentato di riabilitarsi con una battutina accompagnato da un sorrisetto rondoliniano, quando la regia ha mandato in onda un collegamento con Milano, Piazza Cordusio, dove in questo momento è in corso un manifestazione di studenti contro il governo.
Titolo della regia che deve aver irritato non poco il rondolotto, ha dichiarato: "Io ai miei tempi mi divertivo meglio", riferendosi ai ragazzi in Piazza che protestavano contro il Profeta Leopoldo.
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Re: Renzi
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Leopolda 6 a Firenze, le dieci cose da sapere
Al via la sesta edizione della Leopolda, la seconda con Matteo Renzi al governo. L’evento che riunisce a Firenze i sostenitori del premier e segretario del Pd parte stasera con il saluto di Renzi, proseguirà per tutto il giorno di sabato per concludersi domenica mattina
http://corrierefiorentino.corriere.it/f ... pale.shtml
Leopolda 6 a Firenze, le dieci cose da sapere
Al via la sesta edizione della Leopolda, la seconda con Matteo Renzi al governo. L’evento che riunisce a Firenze i sostenitori del premier e segretario del Pd parte stasera con il saluto di Renzi, proseguirà per tutto il giorno di sabato per concludersi domenica mattina
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Re: Renzi
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Leopolda 6 a Firenze, le dieci cose da sapere
Al via la sesta edizione della Leopolda, la seconda con Matteo Renzi al governo. L’evento che riunisce a Firenze i sostenitori del premier e segretario del Pd parte stasera con il saluto di Renzi, proseguirà per tutto il giorno di sabato per concludersi domenica mattina
di Alessandra Bravi
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Leopolda 6 a Firenze, le dieci cose da sapere
Al via la sesta edizione della Leopolda, la seconda con Matteo Renzi al governo. L’evento che riunisce a Firenze i sostenitori del premier e segretario del Pd parte stasera con il saluto di Renzi, proseguirà per tutto il giorno di sabato per concludersi domenica mattina
di Alessandra Bravi
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Re: Renzi
La Leopolda di Renzi al via, tra ospiti in fuga
proteste annunciate e la madrina Boschi defilata
Programma in aria a poche ore dal via: annullata la conferenza stampa della ministra delle Riforme
I no di Samantha Cristoforetti e Federica Pellegrini. Previste contestazioni al governo per il salva banche
Politica
Nell’immaginario del premier la nuova edizione della Leopolda doveva essere una specie di kermesse in stile Sfide, con al centro i grandi campioni dello sport italiano testimonial dell’Italia coraggiosa che non si ferma davanti alla paura del terrorismo. La direzione artistica è stata affidata a Simona Ercolani che negli ultimi mesi è arrivata al top del gradimento renziano, grazie al rapporto privilegiato con Lotti. Ma le defezioni sono molte. E la ministra delle Riforme, in imbarazzo per l’affaire Banca Etruria, è defilata di Wanda Marra
http://www.ilfattoquotidiano.it/
^^^^^^^^
Leopolda di Renzi al via tra ospiti in fuga, proteste e la madrina Boschi defilata
Programma ancora in aria a poche ore dal via: annullata la conferenza stampa di presentazione della ministra delle Riforme. I no di Samantha Cristoforetti e Federica Pellegrini. Previste contestazioni al governo per il salva banche
di Wanda Marra | 11 dicembre 2015
Commenti (2)
La nuotatrice Federica Pellegrini che fa un post Facebook per dire che no, lei alla Leopolda non ci va (e che non è mai stata neanche invitata), il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che viceversa annuncia urbi et orbi che domenica alla manifestazione renziana lui ci sarà. E ancora, la conferenza stampa prima annunciata, e poi cancellata (“troppi impegni” di Maria Elena Boschi, che è l’organizzatrice designata, giustificano dal suo staff), sostituita dalla enews di Renzi di mercoledì sera. Certo, con il problema di Banca Etruria la madrina della kermesse avrà qualche imbarazzo. A questo punto i parlamentari del Pd si sono sentiti contattare dallo stesso segretario-premier all’ultimo momento: invitati e consigliati sull’argomento da trattare. Tutti segnali di caos e incertezza montanti.
La Leopolda 6 si apre stasera. All’insegna non delle partecipazioni annunciate, ma delle presenze smentite. Samantha Cristoforetti fa sapere che lei non ci sarà. Anche Jovanotti era stato corteggiato. Lui è invitato di default, dalla prima edizione, raccontano i renziani. Ma non è mai andato. E quest’anno ci ha tenuto a far sapere che un invito formale non è arrivato, e che comunque non va. Grosse delusioni per Renzi: nell’immaginario del premier quest’anno doveva essere una specie di Leopolda alla Sfide, con al centro i grandi campioni sportivi. Testimonial dell’Italia coraggiosa, che non si ferma davanti alla paura del terrorismo. Non a caso la direzione artistica è affidata a Simona Ercolani, l’autrice-produttrice, che quel programma sui grandi successi sportivi firma, e che negli ultimi mesi è arrivata al top del gradimento renziano, grazie al rapporto privilegiato con Luca Lotti. Ma alla vigilia non è dato sapere quanti di quelli che il premier magari non ha invitato in carta da bollo, ma che ha sondato, con contatti informali e affidati a qualche ambasciatore-amico alla fine appariranno alla vecchia stazione industriale di Firenze. Qualche possibilità c’è che si materializzino le due tenniste, Roberta Vinci e Flavia Pennetta. Ma niente di certo. E il premier rispetto alla politica dei Palazzi, ha fatto marcia indietro: nessun parlamentare ci doveva essere sul palco, in origine. Solo amministratori locali, e personaggi della società civile. Una scelta che non ha retto: i parlamentari hanno borbottato per giorni. “Che ci andiamo a fare?”, ma i vip non hanno mostrato l’entusiasmo che si aspettava. Ministri domenica risponderanno a un question time, fatto dai partecipanti (Boschi, Poletti, Delrio e Martina).
Palco in stile vintage, tra vecchie sedie, ventilatori e la solita lavagna. Le tre giorni è incentrata sul confronto tra passato, presente e futuro. Con testimonianze scelte, tra insegnanti rigorosamente entusiasti della riforma e giovani grati al Jobs act. Una via di mezzo tra l’amarcord e la persuasione collettiva: Renzi ci tiene a comunicare il messaggio che lui è ancora quello della Leopolda, il Rottamatore che ha conquistato il Pd e il Paese, e che il suo governo è figlio di quell’esperienza. In effetti, dipende dai punti di vista: Antonio Campo Dall’Orto, un habituè presente anche stavolta, ora è il dg della Rai. Come molti che sono arrivati dalla Leopolda direttamente al centro del potere. Niente simboli del Pd, come sempre: una volta, era una scelta precisa, per marcare le distanze che l’allora sindaco di Firenze manteneva dal suo partito; adesso, vuole comunicare il fatto che la casa di Renzi, segretario Dem o no, è aperta a tutti. E tra i rischi c’è quello che si trovi invasa dalle vittime del Salva Banche.
Da Il Fatto Quotidiano dell’11 dicembre 2015
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12 ... a/2296561/
proteste annunciate e la madrina Boschi defilata
Programma in aria a poche ore dal via: annullata la conferenza stampa della ministra delle Riforme
I no di Samantha Cristoforetti e Federica Pellegrini. Previste contestazioni al governo per il salva banche
Politica
Nell’immaginario del premier la nuova edizione della Leopolda doveva essere una specie di kermesse in stile Sfide, con al centro i grandi campioni dello sport italiano testimonial dell’Italia coraggiosa che non si ferma davanti alla paura del terrorismo. La direzione artistica è stata affidata a Simona Ercolani che negli ultimi mesi è arrivata al top del gradimento renziano, grazie al rapporto privilegiato con Lotti. Ma le defezioni sono molte. E la ministra delle Riforme, in imbarazzo per l’affaire Banca Etruria, è defilata di Wanda Marra
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Leopolda di Renzi al via tra ospiti in fuga, proteste e la madrina Boschi defilata
Programma ancora in aria a poche ore dal via: annullata la conferenza stampa di presentazione della ministra delle Riforme. I no di Samantha Cristoforetti e Federica Pellegrini. Previste contestazioni al governo per il salva banche
di Wanda Marra | 11 dicembre 2015
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La nuotatrice Federica Pellegrini che fa un post Facebook per dire che no, lei alla Leopolda non ci va (e che non è mai stata neanche invitata), il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che viceversa annuncia urbi et orbi che domenica alla manifestazione renziana lui ci sarà. E ancora, la conferenza stampa prima annunciata, e poi cancellata (“troppi impegni” di Maria Elena Boschi, che è l’organizzatrice designata, giustificano dal suo staff), sostituita dalla enews di Renzi di mercoledì sera. Certo, con il problema di Banca Etruria la madrina della kermesse avrà qualche imbarazzo. A questo punto i parlamentari del Pd si sono sentiti contattare dallo stesso segretario-premier all’ultimo momento: invitati e consigliati sull’argomento da trattare. Tutti segnali di caos e incertezza montanti.
La Leopolda 6 si apre stasera. All’insegna non delle partecipazioni annunciate, ma delle presenze smentite. Samantha Cristoforetti fa sapere che lei non ci sarà. Anche Jovanotti era stato corteggiato. Lui è invitato di default, dalla prima edizione, raccontano i renziani. Ma non è mai andato. E quest’anno ci ha tenuto a far sapere che un invito formale non è arrivato, e che comunque non va. Grosse delusioni per Renzi: nell’immaginario del premier quest’anno doveva essere una specie di Leopolda alla Sfide, con al centro i grandi campioni sportivi. Testimonial dell’Italia coraggiosa, che non si ferma davanti alla paura del terrorismo. Non a caso la direzione artistica è affidata a Simona Ercolani, l’autrice-produttrice, che quel programma sui grandi successi sportivi firma, e che negli ultimi mesi è arrivata al top del gradimento renziano, grazie al rapporto privilegiato con Luca Lotti. Ma alla vigilia non è dato sapere quanti di quelli che il premier magari non ha invitato in carta da bollo, ma che ha sondato, con contatti informali e affidati a qualche ambasciatore-amico alla fine appariranno alla vecchia stazione industriale di Firenze. Qualche possibilità c’è che si materializzino le due tenniste, Roberta Vinci e Flavia Pennetta. Ma niente di certo. E il premier rispetto alla politica dei Palazzi, ha fatto marcia indietro: nessun parlamentare ci doveva essere sul palco, in origine. Solo amministratori locali, e personaggi della società civile. Una scelta che non ha retto: i parlamentari hanno borbottato per giorni. “Che ci andiamo a fare?”, ma i vip non hanno mostrato l’entusiasmo che si aspettava. Ministri domenica risponderanno a un question time, fatto dai partecipanti (Boschi, Poletti, Delrio e Martina).
Palco in stile vintage, tra vecchie sedie, ventilatori e la solita lavagna. Le tre giorni è incentrata sul confronto tra passato, presente e futuro. Con testimonianze scelte, tra insegnanti rigorosamente entusiasti della riforma e giovani grati al Jobs act. Una via di mezzo tra l’amarcord e la persuasione collettiva: Renzi ci tiene a comunicare il messaggio che lui è ancora quello della Leopolda, il Rottamatore che ha conquistato il Pd e il Paese, e che il suo governo è figlio di quell’esperienza. In effetti, dipende dai punti di vista: Antonio Campo Dall’Orto, un habituè presente anche stavolta, ora è il dg della Rai. Come molti che sono arrivati dalla Leopolda direttamente al centro del potere. Niente simboli del Pd, come sempre: una volta, era una scelta precisa, per marcare le distanze che l’allora sindaco di Firenze manteneva dal suo partito; adesso, vuole comunicare il fatto che la casa di Renzi, segretario Dem o no, è aperta a tutti. E tra i rischi c’è quello che si trovi invasa dalle vittime del Salva Banche.
Da Il Fatto Quotidiano dell’11 dicembre 2015
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12 ... a/2296561/
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Re: Renzi
Strategie
Leopolda 6, Matteo Renzi cerca cento capilista
Finora dalle kermesse di Firenze erano usciti i fedelissimi destinati a ministeri e aziende di Stato. Quest’anno nei piani c’è la selezione dei futuri deputati. Via i vecchi parlamentari, ecco il nuovo Pd sognato dal premier
di Marco Damilano
11 dicembre 2015
Obiettivo: individuare i candidati, fin da ora. Cento nomi bloccati, i capilista. E altri 240 da far eleggere con le preferenze. Non sono i nomi che correranno alle elezioni amministrative della primavera 2016. Nei piani di Matteo Renzi quel voto sarà l’ultimo giro di valzer per il vecchio Pd. L’ultima fermata. Il capolinea.
Alla sesta edizione dell’ex stazione Leopolda a Firenze, il luogo dove ogni anno si riuniscono gli stati generali del renzismo, l’unico partito veramente riconosciuto dal premier, la partita è già spostata in avanti. Verso le elezioni politiche: nel 2018, quando arriverà la scadenza naturale della legislatura, o più probabilmente prima, tra tredici-quindici mesi. È per quell’appuntamento che deve essere pronto il nuovo Pd. Da cercare alla Leopolda.
Con un’avvertenza: in tutte le edizioni precedenti della kermesse gli emergenti, i personaggi in ascesa raramente sono tornati in posizione di primo piano nell’anno successivo. I leopoldologi, gli studiosi dei micro-spostamenti nella nomenclatura renziana, simili a quelli che in tempi di guerra fredda scrutavano il Cremlino per individuare promossi e sommersi, elencano che nel 2010, prima edizione, anno zero del renzismo, concluse i lavori Pippo Civati, era il gemello di Renzi, ora milita in un altro partito.
Nel 2011 nell’ultima giornata parlò l’ex direttore di Canale 5 Giorgio Gori, qualcuno incautamente osò definirlo il guru di Renzi, ora fa il sindaco di Bergamo. Nel 2012 spopolarono i deputati Andrea Sarubbi e Mario Adinolfi, ma poi non furono neppure ricandidati. Nel 2013 Graziano Delrio affiancò Matteo al tavolo della presidenza. Un sodalizio finito: oggi Delrio è ministro delle Infrastrutture, lontano da Palazzo Chigi. Nel 2014, furono lanciati quattro giovani deputati: Edoardo Fanucci, Lorenza Bonaccorsi, Luigi Famiglietti, Silvia Fregolent. Chi li ha più visti? Anche Andrea Guerra, l’ex amministratore delegato di Luxottica, super-applaudito alla Leopolda, ha avuto vita breve a Palazzo Chigi. Ora si è accasato a Eataly con Oscar Farinetti.
C’era una volta la Leopolda, il regno di Camelot della rottamazione. C’erano una volta Alessandro Baricco e Fausto Brizzi e Pif, gli intellettuali organici, i profeti del nuovo corso. L’operazione è stata compiuta, l’ex sindaco di Firenze ha conquistato il trono, Matteo il giovane regna e governa. E l’appuntamento annuale alla Leopolda cambia pelle, in vista delle elezioni politiche, quando saranno. Nella sesta edizione nessun parlamentare sarà chiamato a intervenire sul palco: brutto segnale per chi spera di essere riconfermato nel prossimo Parlamento.
Via i tavoli di lavoro in cui negli anni precedenti si erano accalcati ministri e semplici militanti, sono stati invitati gli esponenti della società civile che piace al premier, i campioni, i vincenti: Samantha Cristoforetti, Flavia Pennetta, Roberta Vinci, Federica Pellegrini. La consacrazione di un partito di numeri uno. Il contrario di quello che nelle grandi città e nei piccoli comuni si spacca sulle primarie e sulle candidature, il Pd che a Roma, Milano, Napoli non riesce a trovare tra i suoi iscritti un personaggio degno di essere proposto all’elettorato come sindaco. Vano sperare che dalla Leopolda possa arrivare un’indicazione. Non è quella la sfida elettorale che interessa al premier.
La prima regola del renzismo è che tutto può ruotare, tranne il leader. Sempre lo stesso anche il comitato direttivo della fondazione Big Bang che organizza l’evento e che gestisce i finanziamenti privati: presidente l’avvocato Alberto Bianchi, da un anno e mezzo nel cda dell’Enel. E poi ci sono Maria Elena Boschi, Luca Lotti, Marco Carrai. La Trinità che affianca Renzi a Palazzo Chigi e nelle relazioni con il mondo esterno. Il sancta sanctorum di Matteo che incarna la seconda regola implicita del renzismo realizzato. Tutto al governo, niente al partito.
Dopo due anni di leadership di Renzi il Pd e la Leopolda continuano a essere pianeti che non si incrociano mai. La classe dirigente uscita in cinque anni dall’ex stazione fiorentina ha conquistato ministeri, direzioni generali, consigli di amministrazione, enti pubblici, collegi sindacali: Fabrizio Landi (Finmeccanica), Marco Seracini (Eni), Federico Lovadina (Ferrovie), Simonetta Giordani (Ferrovie), Guelfo Guelfi (Rai).
Più in alto di tutti, quest’anno, è salito Antonio Campo Dall’Orto, leopoldino da sempre, direttore generale della Rai da quattro mesi, in attesa di diventare amministratore delegato di viale Mazzini con l’approvazione definitiva della nuova legge. Con lui nella ex stazione ci sarà la regista Simona Ercolani, Renzi l’avrebbe voluta presidente della Rai, ora è candidata alla direzione di Raiuno. Nell’attesa delle nomine le è stata affidata la direzione creativa della tre-giorni alla Leopolda: luci, inquadrature e tempi di intervento.
Un’occupazione sistematica del potere. Con un’assenza importante: gli incarichi di partito. Forse sono considerati fonte infinita di guai e di rogne da sbrigare, senza nessuna gloria. Tra i leopoldini doc a presidiare il Pd sono rimasti il vice-segretario Lorenzo Guerini e il tesoriere Francesco Bonifazi: ruoli strategici ma più in difesa che in attacco. E i renziani della prima ora rimasti nel partito si sentono snobbati. Dopo qualche ripensamento il deputato Matteo Richetti sarà presente alla Leopolda, ma ha denunciato in pubblico la fine della rottamazione. Molti altri, invece, hanno deciso di restare a casa. Uno sforzo inutile andare a Firenze in cerca di una benedizione per le scalate ai posti di comando del Pd. E tutti quelli che hanno provato a esportare nel Pd a livello locale il modello Leopolda hanno fallito.
La Fonderia delle idee a Napoli, organizzata da Francesco Nicodemo e Pina Picierno, e la Fabbrica del sottosegretario Davide Faraone a Palermo sono iniziative consumate in un fine settimana. Nicodemo è stato assoldato a Palazzo Chigi per la comunicazione internet. E il sito di Faraone siciliaduepuntozero.it, con la scritta "Il futuro è già presente", è fermo al 28 febbraio 2015, come una lapide. L’ultimo dirigente del Pd uscito dalla Leopolda è il segretario cittadino di Milano Pietro Bussolati, renziano da tempi non sospetti, ma nella vicenda delle primarie sul candidato sindaco, Giuseppe Sala, Francesca Balzani o Pierfrancesco Majorino, non l’hanno coinvolto granché.
Eppure gli assenti hanno torto. È dall’edizione 2015 della stazione Leopolda che arriverà il Pd di domani. Le elezioni amministrative di primavera del prossimo anno nei piani di Renzi sono un ostacolo da superare senza troppi danni, sono l’ultimo voto con il vecchio Pd. L’ultima corsa per notabili, apparati, signori della guerra reduci da mille battaglie. Poi si cambia. Alla fine del 2016, nella tabella di marcia del premier, è indicato il referendum confermativo sulla nuova Costituzione che elimina il bicameralismo e il Senato, così come l’abbiamo conosciuto finora. E poi, primi mesi del 2017, le probabili elezioni, in anticipo di un anno rispetto alla scadenza naturale della legislatura. Con l’Italicum, la nuova legge elettorale, il partito che vince conquisterà 340 seggi alla Camera.
Cento saranno i nomi bloccati, i capilista, tutti gli altri dovranno correre per prendere i voti degli elettori con le preferenze. Ecco perché il Pd e il partito della Leopolda, finora rette parallele, sono inevitabilmente destinati a incontrarsi.
I prossimi deputati renziani saranno scelti qui, nella platea di Firenze più che nelle agonizzanti federazioni di partito, come si chiamavano un tempo. I cacciatori di teste renziani sono già all’opera, guidati dal sottosegretario Luca Lotti. Bisogna individuare i nomi dei candidati, fin da ora. Collegio per collegio. I fedelissimi e i nomi da vetrina tra i capilista. I più competitivi saranno inseriti nella seconda parte delle liste dove si devono prendere i voti, le preferenze.
Sarà quello l’esordio del partito renziano che da sempre gioca in casa alla Leopolda. Davanti agli occhi del Capitano Renzi. E all’unica che davvero ha i titoli per dirigerlo: Maria Elena Boschi. Oggi e soprattutto domani, quando Matteo penserà a lasciare il doppio incarico segretario-premier. E il Pd e la Leopolda si riuniranno in un solo partito. Guidato da lei
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... =HEF_RULLO
Leopolda 6, Matteo Renzi cerca cento capilista
Finora dalle kermesse di Firenze erano usciti i fedelissimi destinati a ministeri e aziende di Stato. Quest’anno nei piani c’è la selezione dei futuri deputati. Via i vecchi parlamentari, ecco il nuovo Pd sognato dal premier
di Marco Damilano
11 dicembre 2015
Obiettivo: individuare i candidati, fin da ora. Cento nomi bloccati, i capilista. E altri 240 da far eleggere con le preferenze. Non sono i nomi che correranno alle elezioni amministrative della primavera 2016. Nei piani di Matteo Renzi quel voto sarà l’ultimo giro di valzer per il vecchio Pd. L’ultima fermata. Il capolinea.
Alla sesta edizione dell’ex stazione Leopolda a Firenze, il luogo dove ogni anno si riuniscono gli stati generali del renzismo, l’unico partito veramente riconosciuto dal premier, la partita è già spostata in avanti. Verso le elezioni politiche: nel 2018, quando arriverà la scadenza naturale della legislatura, o più probabilmente prima, tra tredici-quindici mesi. È per quell’appuntamento che deve essere pronto il nuovo Pd. Da cercare alla Leopolda.
Con un’avvertenza: in tutte le edizioni precedenti della kermesse gli emergenti, i personaggi in ascesa raramente sono tornati in posizione di primo piano nell’anno successivo. I leopoldologi, gli studiosi dei micro-spostamenti nella nomenclatura renziana, simili a quelli che in tempi di guerra fredda scrutavano il Cremlino per individuare promossi e sommersi, elencano che nel 2010, prima edizione, anno zero del renzismo, concluse i lavori Pippo Civati, era il gemello di Renzi, ora milita in un altro partito.
Nel 2011 nell’ultima giornata parlò l’ex direttore di Canale 5 Giorgio Gori, qualcuno incautamente osò definirlo il guru di Renzi, ora fa il sindaco di Bergamo. Nel 2012 spopolarono i deputati Andrea Sarubbi e Mario Adinolfi, ma poi non furono neppure ricandidati. Nel 2013 Graziano Delrio affiancò Matteo al tavolo della presidenza. Un sodalizio finito: oggi Delrio è ministro delle Infrastrutture, lontano da Palazzo Chigi. Nel 2014, furono lanciati quattro giovani deputati: Edoardo Fanucci, Lorenza Bonaccorsi, Luigi Famiglietti, Silvia Fregolent. Chi li ha più visti? Anche Andrea Guerra, l’ex amministratore delegato di Luxottica, super-applaudito alla Leopolda, ha avuto vita breve a Palazzo Chigi. Ora si è accasato a Eataly con Oscar Farinetti.
C’era una volta la Leopolda, il regno di Camelot della rottamazione. C’erano una volta Alessandro Baricco e Fausto Brizzi e Pif, gli intellettuali organici, i profeti del nuovo corso. L’operazione è stata compiuta, l’ex sindaco di Firenze ha conquistato il trono, Matteo il giovane regna e governa. E l’appuntamento annuale alla Leopolda cambia pelle, in vista delle elezioni politiche, quando saranno. Nella sesta edizione nessun parlamentare sarà chiamato a intervenire sul palco: brutto segnale per chi spera di essere riconfermato nel prossimo Parlamento.
Via i tavoli di lavoro in cui negli anni precedenti si erano accalcati ministri e semplici militanti, sono stati invitati gli esponenti della società civile che piace al premier, i campioni, i vincenti: Samantha Cristoforetti, Flavia Pennetta, Roberta Vinci, Federica Pellegrini. La consacrazione di un partito di numeri uno. Il contrario di quello che nelle grandi città e nei piccoli comuni si spacca sulle primarie e sulle candidature, il Pd che a Roma, Milano, Napoli non riesce a trovare tra i suoi iscritti un personaggio degno di essere proposto all’elettorato come sindaco. Vano sperare che dalla Leopolda possa arrivare un’indicazione. Non è quella la sfida elettorale che interessa al premier.
La prima regola del renzismo è che tutto può ruotare, tranne il leader. Sempre lo stesso anche il comitato direttivo della fondazione Big Bang che organizza l’evento e che gestisce i finanziamenti privati: presidente l’avvocato Alberto Bianchi, da un anno e mezzo nel cda dell’Enel. E poi ci sono Maria Elena Boschi, Luca Lotti, Marco Carrai. La Trinità che affianca Renzi a Palazzo Chigi e nelle relazioni con il mondo esterno. Il sancta sanctorum di Matteo che incarna la seconda regola implicita del renzismo realizzato. Tutto al governo, niente al partito.
Dopo due anni di leadership di Renzi il Pd e la Leopolda continuano a essere pianeti che non si incrociano mai. La classe dirigente uscita in cinque anni dall’ex stazione fiorentina ha conquistato ministeri, direzioni generali, consigli di amministrazione, enti pubblici, collegi sindacali: Fabrizio Landi (Finmeccanica), Marco Seracini (Eni), Federico Lovadina (Ferrovie), Simonetta Giordani (Ferrovie), Guelfo Guelfi (Rai).
Più in alto di tutti, quest’anno, è salito Antonio Campo Dall’Orto, leopoldino da sempre, direttore generale della Rai da quattro mesi, in attesa di diventare amministratore delegato di viale Mazzini con l’approvazione definitiva della nuova legge. Con lui nella ex stazione ci sarà la regista Simona Ercolani, Renzi l’avrebbe voluta presidente della Rai, ora è candidata alla direzione di Raiuno. Nell’attesa delle nomine le è stata affidata la direzione creativa della tre-giorni alla Leopolda: luci, inquadrature e tempi di intervento.
Un’occupazione sistematica del potere. Con un’assenza importante: gli incarichi di partito. Forse sono considerati fonte infinita di guai e di rogne da sbrigare, senza nessuna gloria. Tra i leopoldini doc a presidiare il Pd sono rimasti il vice-segretario Lorenzo Guerini e il tesoriere Francesco Bonifazi: ruoli strategici ma più in difesa che in attacco. E i renziani della prima ora rimasti nel partito si sentono snobbati. Dopo qualche ripensamento il deputato Matteo Richetti sarà presente alla Leopolda, ma ha denunciato in pubblico la fine della rottamazione. Molti altri, invece, hanno deciso di restare a casa. Uno sforzo inutile andare a Firenze in cerca di una benedizione per le scalate ai posti di comando del Pd. E tutti quelli che hanno provato a esportare nel Pd a livello locale il modello Leopolda hanno fallito.
La Fonderia delle idee a Napoli, organizzata da Francesco Nicodemo e Pina Picierno, e la Fabbrica del sottosegretario Davide Faraone a Palermo sono iniziative consumate in un fine settimana. Nicodemo è stato assoldato a Palazzo Chigi per la comunicazione internet. E il sito di Faraone siciliaduepuntozero.it, con la scritta "Il futuro è già presente", è fermo al 28 febbraio 2015, come una lapide. L’ultimo dirigente del Pd uscito dalla Leopolda è il segretario cittadino di Milano Pietro Bussolati, renziano da tempi non sospetti, ma nella vicenda delle primarie sul candidato sindaco, Giuseppe Sala, Francesca Balzani o Pierfrancesco Majorino, non l’hanno coinvolto granché.
Eppure gli assenti hanno torto. È dall’edizione 2015 della stazione Leopolda che arriverà il Pd di domani. Le elezioni amministrative di primavera del prossimo anno nei piani di Renzi sono un ostacolo da superare senza troppi danni, sono l’ultimo voto con il vecchio Pd. L’ultima corsa per notabili, apparati, signori della guerra reduci da mille battaglie. Poi si cambia. Alla fine del 2016, nella tabella di marcia del premier, è indicato il referendum confermativo sulla nuova Costituzione che elimina il bicameralismo e il Senato, così come l’abbiamo conosciuto finora. E poi, primi mesi del 2017, le probabili elezioni, in anticipo di un anno rispetto alla scadenza naturale della legislatura. Con l’Italicum, la nuova legge elettorale, il partito che vince conquisterà 340 seggi alla Camera.
Cento saranno i nomi bloccati, i capilista, tutti gli altri dovranno correre per prendere i voti degli elettori con le preferenze. Ecco perché il Pd e il partito della Leopolda, finora rette parallele, sono inevitabilmente destinati a incontrarsi.
I prossimi deputati renziani saranno scelti qui, nella platea di Firenze più che nelle agonizzanti federazioni di partito, come si chiamavano un tempo. I cacciatori di teste renziani sono già all’opera, guidati dal sottosegretario Luca Lotti. Bisogna individuare i nomi dei candidati, fin da ora. Collegio per collegio. I fedelissimi e i nomi da vetrina tra i capilista. I più competitivi saranno inseriti nella seconda parte delle liste dove si devono prendere i voti, le preferenze.
Sarà quello l’esordio del partito renziano che da sempre gioca in casa alla Leopolda. Davanti agli occhi del Capitano Renzi. E all’unica che davvero ha i titoli per dirigerlo: Maria Elena Boschi. Oggi e soprattutto domani, quando Matteo penserà a lasciare il doppio incarico segretario-premier. E il Pd e la Leopolda si riuniranno in un solo partito. Guidato da lei
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... =HEF_RULLO
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