Top News
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Re: Top News
Corriere 24.11.15
Laura Boldrini. Salvate dal lavoro
Paternità Mi fa tristezza vedere un uomo che prende solo un giorno di congedo quando nasce il figlio Signor presidente Se mi chiamano “signor presidente”, io non mi sento più stimata, mi arrabbio
L’appello della presidente della Camera Boldrini: l’occupazione femminile è un’arma antiviolenza, ma il Jobs act non sta aiutando le donne
intervista di Monica Guerzoni
Alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Laura Boldrini lancia l’allarme: «Dalla crisi economica non si esce, se non rilanciando l’occupazione femminile». Per la presidente della Camera è priorità assoluta realizzare il dettato dell’articolo 3 della Costituzione, «il più bello di tutti», declinandolo al femminile: «Compito della Repubblica è rimuovere gli ostacoli che limitano dignità, libertà e uguaglianza della donna, impedendole di trovare il suo posto nella società».
Di ritorno dalla camera ardente di Valeria Solesin, la terza carica dello Stato aprirà domani il convegno «La ripresa è donna», nella Sala della Regina. E la scelta di dedicare l’incontro alla ricercatrice veneziana uccisa dai terroristi a Parigi, ha per lei un forte valore simbolico. «La sua eredità di donna consapevole che aveva fatto esperienze nel sociale è un esempio positivo per tante ragazze», riflette Boldrini citando passi dell’articolo Allez les filles, au travail , firmato nel 2013 dalla giovane dottoranda alla Sorbona: «Il 76% degli italiani ritiene che un bambino soffre quando la madre lavora fuori casa, mentre in Francia quel dato è al 41%... È un problema culturale, il nostro».
Cosa si può fare per accelerare il cammino verso la parità?
«Il Fmi dice che, se non rilanciamo l’occupazione femminile, l’Italia perde potenzialmente 15 punti di Pil. Una donna che lavora è più libera dalle violenze domestiche, perché indipendente e conomicamente e rispettata socialmente. In Italia solo il 46,8% delle donne lavora ed è una delle percentuali più basse in Europa, un grave svantaggio per il Paese. Vogliamo continuare a penalizzarle, o dar loro un ruolo sociale? Serve, tra le altre cose, una più equa distribuzione degli oneri familiari e quindi anche un congedo parentale più equilibrato tra i genitori».
La legge secondo lei non basta?
«La legge attuale concede agli uomini un congedo irrisorio e per di più sono pochissimi quelli che se ne avvalgono. Mi fa tristezza quando un uomo si vanta di aver preso un solo giorno di congedo per la nascita del figlio. Condividere le responsabilità fa bene al bambino, ai genitori e fa evolvere la società».
In concreto, lei cosa propone?
«Servono più servizi per l’infanzia e per gli anziani. Lo Stato non può pensare che le carenze del welfare si risolvano gravando sulle donne».
Il suo bilancio, a metà legislatura?
«Questo Parlamento, composto per il 30% da donne, ha approvato la convenzione di Istanbul, il decreto sul femminicidio e, da ultimo, alla Camera abbiamo anche istituito l’Intergruppo delle deputate per le Pari opportunità».
Non c’è da lavorare anche sul linguaggio?
«Certo, lo dico da tempo. La segretaria generale della Camera, che per la prima volta è una donna, ha inviato una circolare agli uffici affinché nei resoconti venga correttamente usata la declinazione di genere. Io stessa ho scritto alle deputate e ai deputati chiedendo di adottare un linguaggio rispettoso del genere. Ma il problema non esiste solo in Parlamento. Dovremmo riflettere sul perché si dice operaia, infermiera, o contadina e c’è invece resistenza quando si deve dire avvocata, sindaca, o ministra».
Boschi e Pinotti preferiscono farsi chiamare ministro e non ministra.
«È una loro scelta, che va rispettata. Ma in generale mi preoccupa quando le donne ritengono che declinare la loro professione al maschile le renda più autorevoli. Se un deputato mi chiama “signor presidente” io non mi sento più stimata, penso che sta facendo un errore. Usare solo il maschile per i ruoli di vertice significa non voler riconoscere alle donne tali posizioni».
Il Parlamento non è sempre un modello.
«Gli insulti sessisti in Parlamento sono deprecabili, anche per il riflesso che hanno nella società. Per una corretta percezione delle donne, però, tutte noi dobbiamo impegnarci, ognuna nel suo ambito. Non si può abbozzare. Se si lascia correre, sia nel linguaggio che nelle discriminazioni, ci si rende complici».
I fondi sono esigui, ci sono ancora margini di azione nella legge di Stabilità?
«Ho voluto organizzare questo convegno anche per fornire degli input che, mi auguro, potranno essere considerati nella legge di Stabilità e, più avanti, nel Def».
Il Jobs act non funziona?
«Tante giovani continuano a essere penalizzate ed è sempre più difficile per loro andare a vivere da sole e programmare un figlio. Temo che per molte il Jobs act non abbia sbloccato la situazione. Una donna su quattro lascia il lavoro quando resta incinta. È un dato allarmante. Bisogna anche aumentare incentivi e sgravi fiscali per chi assume le donne. C’è un enorme capitale umano femminile che viene trascurato, ma la ripresa economica passa da qui».
Le cronache sono piene di fatti di sangue: su dieci donne uccise, sette avevano denunciato l’assassino.
«Per riconoscere la violenza ci vuole personale formato, capace di cogliere il campanello d’allarme. E bisogna lavorare di più su prevenzione e istruzione. Mi ha colpito un dato allarmante contenuto nella ricerca della onlus We World: il 32% dei giovani ritiene che la violenza domestica debba restare in famiglia, quando invece la convenzione di Istanbul la definisce violazione dei diritti umani».
I dati dei delitti contro le donne mettono i brividi.
«È importante educare i bambini alla parità da subito, introducendo il tema del rispetto di genere e della condivisione degli oneri sin dai primi anni di età, in famiglia e sui banchi di scuola. Ma tutto questo non si può fare senza coinvolgere gli uomini».
Laura Boldrini. Salvate dal lavoro
Paternità Mi fa tristezza vedere un uomo che prende solo un giorno di congedo quando nasce il figlio Signor presidente Se mi chiamano “signor presidente”, io non mi sento più stimata, mi arrabbio
L’appello della presidente della Camera Boldrini: l’occupazione femminile è un’arma antiviolenza, ma il Jobs act non sta aiutando le donne
intervista di Monica Guerzoni
Alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Laura Boldrini lancia l’allarme: «Dalla crisi economica non si esce, se non rilanciando l’occupazione femminile». Per la presidente della Camera è priorità assoluta realizzare il dettato dell’articolo 3 della Costituzione, «il più bello di tutti», declinandolo al femminile: «Compito della Repubblica è rimuovere gli ostacoli che limitano dignità, libertà e uguaglianza della donna, impedendole di trovare il suo posto nella società».
Di ritorno dalla camera ardente di Valeria Solesin, la terza carica dello Stato aprirà domani il convegno «La ripresa è donna», nella Sala della Regina. E la scelta di dedicare l’incontro alla ricercatrice veneziana uccisa dai terroristi a Parigi, ha per lei un forte valore simbolico. «La sua eredità di donna consapevole che aveva fatto esperienze nel sociale è un esempio positivo per tante ragazze», riflette Boldrini citando passi dell’articolo Allez les filles, au travail , firmato nel 2013 dalla giovane dottoranda alla Sorbona: «Il 76% degli italiani ritiene che un bambino soffre quando la madre lavora fuori casa, mentre in Francia quel dato è al 41%... È un problema culturale, il nostro».
Cosa si può fare per accelerare il cammino verso la parità?
«Il Fmi dice che, se non rilanciamo l’occupazione femminile, l’Italia perde potenzialmente 15 punti di Pil. Una donna che lavora è più libera dalle violenze domestiche, perché indipendente e conomicamente e rispettata socialmente. In Italia solo il 46,8% delle donne lavora ed è una delle percentuali più basse in Europa, un grave svantaggio per il Paese. Vogliamo continuare a penalizzarle, o dar loro un ruolo sociale? Serve, tra le altre cose, una più equa distribuzione degli oneri familiari e quindi anche un congedo parentale più equilibrato tra i genitori».
La legge secondo lei non basta?
«La legge attuale concede agli uomini un congedo irrisorio e per di più sono pochissimi quelli che se ne avvalgono. Mi fa tristezza quando un uomo si vanta di aver preso un solo giorno di congedo per la nascita del figlio. Condividere le responsabilità fa bene al bambino, ai genitori e fa evolvere la società».
In concreto, lei cosa propone?
«Servono più servizi per l’infanzia e per gli anziani. Lo Stato non può pensare che le carenze del welfare si risolvano gravando sulle donne».
Il suo bilancio, a metà legislatura?
«Questo Parlamento, composto per il 30% da donne, ha approvato la convenzione di Istanbul, il decreto sul femminicidio e, da ultimo, alla Camera abbiamo anche istituito l’Intergruppo delle deputate per le Pari opportunità».
Non c’è da lavorare anche sul linguaggio?
«Certo, lo dico da tempo. La segretaria generale della Camera, che per la prima volta è una donna, ha inviato una circolare agli uffici affinché nei resoconti venga correttamente usata la declinazione di genere. Io stessa ho scritto alle deputate e ai deputati chiedendo di adottare un linguaggio rispettoso del genere. Ma il problema non esiste solo in Parlamento. Dovremmo riflettere sul perché si dice operaia, infermiera, o contadina e c’è invece resistenza quando si deve dire avvocata, sindaca, o ministra».
Boschi e Pinotti preferiscono farsi chiamare ministro e non ministra.
«È una loro scelta, che va rispettata. Ma in generale mi preoccupa quando le donne ritengono che declinare la loro professione al maschile le renda più autorevoli. Se un deputato mi chiama “signor presidente” io non mi sento più stimata, penso che sta facendo un errore. Usare solo il maschile per i ruoli di vertice significa non voler riconoscere alle donne tali posizioni».
Il Parlamento non è sempre un modello.
«Gli insulti sessisti in Parlamento sono deprecabili, anche per il riflesso che hanno nella società. Per una corretta percezione delle donne, però, tutte noi dobbiamo impegnarci, ognuna nel suo ambito. Non si può abbozzare. Se si lascia correre, sia nel linguaggio che nelle discriminazioni, ci si rende complici».
I fondi sono esigui, ci sono ancora margini di azione nella legge di Stabilità?
«Ho voluto organizzare questo convegno anche per fornire degli input che, mi auguro, potranno essere considerati nella legge di Stabilità e, più avanti, nel Def».
Il Jobs act non funziona?
«Tante giovani continuano a essere penalizzate ed è sempre più difficile per loro andare a vivere da sole e programmare un figlio. Temo che per molte il Jobs act non abbia sbloccato la situazione. Una donna su quattro lascia il lavoro quando resta incinta. È un dato allarmante. Bisogna anche aumentare incentivi e sgravi fiscali per chi assume le donne. C’è un enorme capitale umano femminile che viene trascurato, ma la ripresa economica passa da qui».
Le cronache sono piene di fatti di sangue: su dieci donne uccise, sette avevano denunciato l’assassino.
«Per riconoscere la violenza ci vuole personale formato, capace di cogliere il campanello d’allarme. E bisogna lavorare di più su prevenzione e istruzione. Mi ha colpito un dato allarmante contenuto nella ricerca della onlus We World: il 32% dei giovani ritiene che la violenza domestica debba restare in famiglia, quando invece la convenzione di Istanbul la definisce violazione dei diritti umani».
I dati dei delitti contro le donne mettono i brividi.
«È importante educare i bambini alla parità da subito, introducendo il tema del rispetto di genere e della condivisione degli oneri sin dai primi anni di età, in famiglia e sui banchi di scuola. Ma tutto questo non si può fare senza coinvolgere gli uomini».
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Re: Top News
ULTIM'ORA | notizia flash
Perugia, donna uccisa dal marito a colpi di fucile
e dire che oggi è la:
Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
25 novembre
Perugia, donna uccisa dal marito a colpi di fucile
e dire che oggi è la:
Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
25 novembre
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Re: Top News
Usa, sparatoria a San Bernardino: “12 morti”
“Caccia a tre uomini bianchi in abiti militari”
California, spari in un centro di servizi sociali, l’Inland Regional Center, che sarebbe stato evacuato: le persone coinvolte sarebbero fino a 20. Un “pacco sospetto” è stato trovato in un edificio nelle vicinanze
Assalto a un centro di servizi sociali, l’Inland Regional Center, che sarebbe stato evacuato. Venti i feriti. Un “pacco sospetto” trovato in un edificio nelle vicinanze
di F. Q. | 2 dicembre 2015
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12 ... i/2273203/
“Caccia a tre uomini bianchi in abiti militari”
California, spari in un centro di servizi sociali, l’Inland Regional Center, che sarebbe stato evacuato: le persone coinvolte sarebbero fino a 20. Un “pacco sospetto” è stato trovato in un edificio nelle vicinanze
Assalto a un centro di servizi sociali, l’Inland Regional Center, che sarebbe stato evacuato. Venti i feriti. Un “pacco sospetto” trovato in un edificio nelle vicinanze
di F. Q. | 2 dicembre 2015
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12 ... i/2273203/
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Re: Top News
PERCHE' NON C'E' PIU' NIENTE DA FARE
L'uomo è ancora una bestia.
Anche se ha il telefonino, l'ipad, il televisore al plasma da 25.000 EURO, e si sposta in aereo.
Solo la paura che gli succeda qualcosa di irrimediabile lo frena un poco.
Per il resto è SEMPRE l'orango primordiale con tutti i suoi bassi istinti.
3 dicembre 2015 | di Mario Ventriglia
Branco picchia disabile e posta il video sul profilo Facebook della vittima. Arrestati
Il dipartimento di polizia della contea di Oakland nel Michigan ha arrestato due balordi dopo aver scoperto che avevano picchiato brutalmente un ragazzo di 23 anni sofferente di paralisi cerebrale. La vittima, dopo essere sta derubata del cellulare, è stata assalita con calci e pugni. I bulli hanno voluto marchiare la loro infamia filmando e postando il video sul profilo Facebook dell’aggredito. Anche grazie a questo i due sospetti sono stati arrestati. Nikey Dashone Walker e Shadeed Dontae Bey, entrambi di 20 anni con precedenti penali residenti nella Città di Pontiac, sono accusati di violazione di domicilio, rapina aggravata e violenza su disabile. Rischiano fino a 10 anni di prigione
video
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/12/ ... ti/447757/
L'uomo è ancora una bestia.
Anche se ha il telefonino, l'ipad, il televisore al plasma da 25.000 EURO, e si sposta in aereo.
Solo la paura che gli succeda qualcosa di irrimediabile lo frena un poco.
Per il resto è SEMPRE l'orango primordiale con tutti i suoi bassi istinti.
3 dicembre 2015 | di Mario Ventriglia
Branco picchia disabile e posta il video sul profilo Facebook della vittima. Arrestati
Il dipartimento di polizia della contea di Oakland nel Michigan ha arrestato due balordi dopo aver scoperto che avevano picchiato brutalmente un ragazzo di 23 anni sofferente di paralisi cerebrale. La vittima, dopo essere sta derubata del cellulare, è stata assalita con calci e pugni. I bulli hanno voluto marchiare la loro infamia filmando e postando il video sul profilo Facebook dell’aggredito. Anche grazie a questo i due sospetti sono stati arrestati. Nikey Dashone Walker e Shadeed Dontae Bey, entrambi di 20 anni con precedenti penali residenti nella Città di Pontiac, sono accusati di violazione di domicilio, rapina aggravata e violenza su disabile. Rischiano fino a 10 anni di prigione
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Re: Top News
camillobenso ha scritto:PERCHE' NON C'E' PIU' NIENTE DA FARE
L'uomo è ancora una bestia.
Anche se ha il telefonino, l'ipad, il televisore al plasma da 25.000 EURO, e si sposta in aereo.
Solo la paura che gli succeda qualcosa di irrimediabile lo frena un poco.
Per il resto è SEMPRE l'orango primordiale con tutti i suoi bassi istinti.
3 dicembre 2015 | di Mario Ventriglia
Branco picchia disabile e posta il video sul profilo Facebook della vittima. Arrestati
Il dipartimento di polizia della contea di Oakland nel Michigan ha arrestato due balordi dopo aver scoperto che avevano picchiato brutalmente un ragazzo di 23 anni sofferente di paralisi cerebrale. La vittima, dopo essere sta derubata del cellulare, è stata assalita con calci e pugni. I bulli hanno voluto marchiare la loro infamia filmando e postando il video sul profilo Facebook dell’aggredito. Anche grazie a questo i due sospetti sono stati arrestati. Nikey Dashone Walker e Shadeed Dontae Bey, entrambi di 20 anni con precedenti penali residenti nella Città di Pontiac, sono accusati di violazione di domicilio, rapina aggravata e violenza su disabile. Rischiano fino a 10 anni di prigione
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Re: Top News
A volte la vita è noiosa. Come ascoltare per due anni in tv la setta dei renziani.
Ma a volte riserva delle sorprese non da poco.
Come questa pubblicata da Il Giornale.it.
Meluzzi: "Mi sono fatto prete"
Lo psicoloco Alessandro Meluzzi, volto noto della tv per le sue frequenti partecipazioni a talk e trasmissioni sui grandi casi della cronaca nera, è da poco diventato un prete ortodosso
Mario Valenza - Dom, 06/12/2015 - 14:07
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 02005.html
Ma a volte riserva delle sorprese non da poco.
Come questa pubblicata da Il Giornale.it.
Meluzzi: "Mi sono fatto prete"
Lo psicoloco Alessandro Meluzzi, volto noto della tv per le sue frequenti partecipazioni a talk e trasmissioni sui grandi casi della cronaca nera, è da poco diventato un prete ortodosso
Mario Valenza - Dom, 06/12/2015 - 14:07
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 02005.html
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Re: Top News
Oramai è tutto un crollo.
Napoli, crolla un pezzo dell’Università
Si sbriciolano due palazzine di Veterinaria
Le prime crepe alle 5 del mattino poi il cedimento dovuto a una voragine. In salvo studenti e animali
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12 ... i/2289655/
Napoli, crolla un pezzo dell’Università
Si sbriciolano due palazzine di Veterinaria
Le prime crepe alle 5 del mattino poi il cedimento dovuto a una voragine. In salvo studenti e animali
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Re: Top News
Coppa Italia flop, stadi vuoti: in 8 partite 11mila spettatori di media (e senza Juventus-Toro sarebbero stati 8mila)[/color
La competizione perde sempre più appeal, come dimostra il tasso di riempimento degli impianti sportivi. Senza considerare il derby della Mole (erano in 32mila allo stadio) gli spalti sono stati occupati solo per il 15%, appena il 3% in più rispetto ai sedicesimi
di Andrea Tundo | 18 dicembre 2015
Commenti (43)
Spalmata su tre giorni lavorativi e confinata in alcuni casi in orari improbabili, la Coppa Italia non attira tifosi sugli spalti. Sarà che nessuno si aspettava sorprese e sono invece arrivate per Roma, Genoa e Fiorentina, ma la media spettatori dell’ultimo turno è sconcertante. Allo stadio si sono presentati in 93.532 per seguire le otto partite in programma, ovvero una media 11.691 persone. Attenzione, il dato viene notevolmente tirato su dal derby Juventus-Torino che ha fatto registrare da solo più di un terzo degli spettatori totali grazie ai 32.863 tifosi che hanno riempito lo Stadium. Altrove, i numeri sono desolanti. Si fa fatica a non definire “eroi” i 1.970 accorsi all’Olimpico per Lazio-Udinese o i 7.167 seduti sulle tribune per Roma-Spezia, equamente divisi tra giallorossi e liguri. Almeno gli spezzini potranno dire “io c’ero il giorno in cui sbancammo la Capitale”.
Vengono in mente gli Equipe 84, la loro “Tutta mia la città” e quel “deserto che conosco“. Già perché il disinteresse per la Coppa Italia è ormai una consuetudine. Nei sedicesimi si erano registrati 4mila spettatori di media con un minimo di 660 tifosi sugli spalti per seguire Carpi-Vicenza, a patto di avere una buona vista perché la nebbia era fitta. Il dato è sì aumentato con dodici squadre di A in campo (erano 8 ai sedicesimi) ma resta comunque lontano dagli standard delle altre leghe europee e, svuotato dei 32.863 di Torino, arriva a una triste media di 8.667 spettatori grazie agli 11.200 di Sampdoria-Milan e ai 17.102 giunti a San Siro per Inter-Cagliari.
La situazione resta drammatica anche prendendo come parametro il tasso di riempimento degli stadi. Con Juventus-Torino si arriva appena sopra il 20%, senza il derby della Mole gli spalti sono rimasti vuoti per l’85%, appena il 3% in meno del tasso registrato nei sedicesimi. Andrà meglio nei quarti in programma a gennaio con Lazio-Juventus e Napoli-Inter partite di cartello e la sorpresa di Spezia-Alessandria, che sicuramente porterà l’Alberto Picco a riempirsi in tutti i suoi 10.920 posti in una serata che regalerà un traguardo storico a una delle due squadre “intrufolatesi” tra le migliori otto della competizione. Rischia invece di soffrire Milan-Carpi tra la disaffezione del pubblico rossonero e la sfida tutt’altro che affascinante, anche se la Coppa Italia potrebbe rappresentare il vero obiettivo stagionale di Sinisa Mihajlovic. Che però in questa stagione ha saputo attirare pochi tifosi anche in campionato: circa 34mila spettatori di media, in linea con il pessimo dato dello scorso anno. E in Serie A come in Coppa Italia vanno molto male anche Lazio e Roma tra divisione delle curve e risultati sportivi sotto le aspettative. “Un deserto che conosco“, appunto.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12 ... o/2315539/
La competizione perde sempre più appeal, come dimostra il tasso di riempimento degli impianti sportivi. Senza considerare il derby della Mole (erano in 32mila allo stadio) gli spalti sono stati occupati solo per il 15%, appena il 3% in più rispetto ai sedicesimi
di Andrea Tundo | 18 dicembre 2015
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Spalmata su tre giorni lavorativi e confinata in alcuni casi in orari improbabili, la Coppa Italia non attira tifosi sugli spalti. Sarà che nessuno si aspettava sorprese e sono invece arrivate per Roma, Genoa e Fiorentina, ma la media spettatori dell’ultimo turno è sconcertante. Allo stadio si sono presentati in 93.532 per seguire le otto partite in programma, ovvero una media 11.691 persone. Attenzione, il dato viene notevolmente tirato su dal derby Juventus-Torino che ha fatto registrare da solo più di un terzo degli spettatori totali grazie ai 32.863 tifosi che hanno riempito lo Stadium. Altrove, i numeri sono desolanti. Si fa fatica a non definire “eroi” i 1.970 accorsi all’Olimpico per Lazio-Udinese o i 7.167 seduti sulle tribune per Roma-Spezia, equamente divisi tra giallorossi e liguri. Almeno gli spezzini potranno dire “io c’ero il giorno in cui sbancammo la Capitale”.
Vengono in mente gli Equipe 84, la loro “Tutta mia la città” e quel “deserto che conosco“. Già perché il disinteresse per la Coppa Italia è ormai una consuetudine. Nei sedicesimi si erano registrati 4mila spettatori di media con un minimo di 660 tifosi sugli spalti per seguire Carpi-Vicenza, a patto di avere una buona vista perché la nebbia era fitta. Il dato è sì aumentato con dodici squadre di A in campo (erano 8 ai sedicesimi) ma resta comunque lontano dagli standard delle altre leghe europee e, svuotato dei 32.863 di Torino, arriva a una triste media di 8.667 spettatori grazie agli 11.200 di Sampdoria-Milan e ai 17.102 giunti a San Siro per Inter-Cagliari.
La situazione resta drammatica anche prendendo come parametro il tasso di riempimento degli stadi. Con Juventus-Torino si arriva appena sopra il 20%, senza il derby della Mole gli spalti sono rimasti vuoti per l’85%, appena il 3% in meno del tasso registrato nei sedicesimi. Andrà meglio nei quarti in programma a gennaio con Lazio-Juventus e Napoli-Inter partite di cartello e la sorpresa di Spezia-Alessandria, che sicuramente porterà l’Alberto Picco a riempirsi in tutti i suoi 10.920 posti in una serata che regalerà un traguardo storico a una delle due squadre “intrufolatesi” tra le migliori otto della competizione. Rischia invece di soffrire Milan-Carpi tra la disaffezione del pubblico rossonero e la sfida tutt’altro che affascinante, anche se la Coppa Italia potrebbe rappresentare il vero obiettivo stagionale di Sinisa Mihajlovic. Che però in questa stagione ha saputo attirare pochi tifosi anche in campionato: circa 34mila spettatori di media, in linea con il pessimo dato dello scorso anno. E in Serie A come in Coppa Italia vanno molto male anche Lazio e Roma tra divisione delle curve e risultati sportivi sotto le aspettative. “Un deserto che conosco“, appunto.
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Re: Top News
Ecco le migliori foto del 2015 secondo il National Geographic
02/01/2016 di triskel182
https://triskel182.wordpress.com/2016/0 ... eographic/
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https://triskel182.wordpress.com/2016/0 ... eographic/
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Re: Top News
Non c'è bisogno di al Baghdadi e dell'Isis per ridimensionare la popolazione italiana.
L’orrore nel napoletano
Tragedia a Licola: uccide moglie
e figlia di 4 anni a colpi d’ascia
Ancora da chiarire il movente dell’accaduto, sul quale indagano i carabinieri. L’uomo, 44enne, ucraino,. ha poi tentato di uccidersi: ora è ospedale in stato di fermo
di Redazione online
Orrore nel Napoletano: un uomo, 44enne ucraino, Volodymir Havrylyuk ha ucciso la moglie Marina, di 30 anni, e la figlia Katia di soli 4 anni con un’ascia. Il duplice omicidio è avvenuto a Licola, località del comune di Giugliano. I corpi delle due vittime sono stati scoperti stamane, ancora da chiarire l’ora del delitto. Sulla vicenda indagano i carabinieri.
La scoperta
Stamattina il titolare del vivaio nel quale lavora l’ucraino, notando la sua assenza, si è recato preso l’abitazione del dipendente e si è trovato di fronte una scena terribile: madre e figlia erano state massacrate e l’uomo, che dopo il delitto ha tentato di togliersi la vita, era tutto sporco di sangue. «Ho fatto un guaio», ha detto l’uomo non appena ha incrociato lo sguardo delk suo datore di lavoro. È stato soccorso e portato in ospedale dove ora si trova piantonato dai carabinieri.
9 gennaio 2016 | 12:13
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... fada.shtml
L’orrore nel napoletano
Tragedia a Licola: uccide moglie
e figlia di 4 anni a colpi d’ascia
Ancora da chiarire il movente dell’accaduto, sul quale indagano i carabinieri. L’uomo, 44enne, ucraino,. ha poi tentato di uccidersi: ora è ospedale in stato di fermo
di Redazione online
Orrore nel Napoletano: un uomo, 44enne ucraino, Volodymir Havrylyuk ha ucciso la moglie Marina, di 30 anni, e la figlia Katia di soli 4 anni con un’ascia. Il duplice omicidio è avvenuto a Licola, località del comune di Giugliano. I corpi delle due vittime sono stati scoperti stamane, ancora da chiarire l’ora del delitto. Sulla vicenda indagano i carabinieri.
La scoperta
Stamattina il titolare del vivaio nel quale lavora l’ucraino, notando la sua assenza, si è recato preso l’abitazione del dipendente e si è trovato di fronte una scena terribile: madre e figlia erano state massacrate e l’uomo, che dopo il delitto ha tentato di togliersi la vita, era tutto sporco di sangue. «Ho fatto un guaio», ha detto l’uomo non appena ha incrociato lo sguardo delk suo datore di lavoro. È stato soccorso e portato in ospedale dove ora si trova piantonato dai carabinieri.
9 gennaio 2016 | 12:13
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... fada.shtml
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