Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il punto - 2
"Il 2015 è andato meglio del 2014", ha detto Renzi, "È andato meglio delle nostre previsioni nel 2014: lo dice la realtà dei fatti. È stato un buon anno.
Provi a raccontarlo a chi ha perso tutto con la truffa subita dalla 4 banche. Quattro per il momento.
Questa sera il Tg3 ha annunciato che le donne andranno in pensione a 65 anni anziché 63.
A parte il fatto che per le giovani l’ingresso nel mondo del lavoro, viene rimandato, mi piacerebbe sapere se una parte di loro continuerà a votare per La Qualunque visto che non ha fatto niente per bloccare la legge Fornero.
"Il 2015 è andato meglio del 2014", ha detto Renzi, "È andato meglio delle nostre previsioni nel 2014: lo dice la realtà dei fatti. È stato un buon anno.
Provi a raccontarlo a chi ha perso tutto con la truffa subita dalla 4 banche. Quattro per il momento.
Questa sera il Tg3 ha annunciato che le donne andranno in pensione a 65 anni anziché 63.
A parte il fatto che per le giovani l’ingresso nel mondo del lavoro, viene rimandato, mi piacerebbe sapere se una parte di loro continuerà a votare per La Qualunque visto che non ha fatto niente per bloccare la legge Fornero.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il punto - 3
La domanda sorge spontanea: Ma quanto può durare questa pinocchiocrazia?
"Bugie di fine anno come tutto l'anno". Il centrodestra unito contro Renzi
Le parole del premier Renzi alla conferenza stampa di fine anno hanno scatenato i commenti del centrodestra
Gabriele Bertocchi - Mar, 29/12/2015 - 15:18
Renzi è salito sul palco della tradizionale conferenza di fine anno accompagnato da dati e frasi fatte. Un premier per niente inedito, che si vanta di ciò che è stato fatto, dichiarando che "Il 2015 è andato meglio del 2014".
Ovviemente la frase ha scatentato commenti e risposte del centrodestra, come quello della deputata FI Daniela Santanchè: "Per Renzi il 2015 è stato un anno migliore rispetto al 2014: beato lui che se ne è accorto perchè gli italiani stanno peggio di prima. Bugie di fine anno come tutto l'anno". Il leader della Lega, Matteo Salvini, rincara la dose su Twitter: "2015 meglio delle previsionì. Migliore per lui e per i suoi amici che si sono arricchiti? Ce la metterò tutta per mandarlo a casa".
Dai social network arrivano anche le parole del presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta: "Per Matteo Renzi 2015 tutto rose e fiori. Ridicolo. Lui gioca a far la guerra con i gufi ma il Paese vero arranca. Realtà batte premier 4-0". Alza i toni sulla questione della banca: "Su caos scatenato da governo con dl 'salva banchè Matteo Renzi minimizza. Irresponsabile. Lo vada a dire ai risparmiatori truffati...". E ancora: "Su Commissione inchiesta o indagine su sistema vigilanza banche Renzi non si schiera. Farà mica il pesce in barile? Insabbiamento".
Per restare in tema inquinamento, Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera afferma: "Bilancio di fine anno avvolto dalle nebbie dell'inquinamento, quello di Renzi. Trionfalismo fuori posto per un paese col 39% di giovani disoccupati, la produttività in calo e il debito pubblico che scoppia. I provvedimenti del governo Renzi sono del tutto inadeguati e il taglio alle spese inesistente". Conclude dicendo: "Caro Renzi con le riforme finte gli italiani, la ripresa, non la vedono proprio nemmeno all'orizzonte".
Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, si affida a Facebook: "Renzi si vanta della crescita del Pil dello 0,8% in Italia, dimentica però di dire che è tra i dati peggiori dell'Unione Europea: Francia +1,2%, Germania +1,7%, Olanda +1,9%, Polonia +3,6% e Repubblica Ceca +4,3%. La verità è che l'Italia prova a correre, grazie ai nostri imprenditori e ai nostri lavoratori, il problema è che deve correre con le zavorre Renzi e Alfano sulle spalle. E purtroppo perde terreno rispetto al resto d'Europa".
Matteo Salvini ✔ @matteosalvinimi
Renzi "2015 meglio delle previsioni".
Migliore per lui e per i suoi amici che si sono arricchiti?
Ce la metterò tutta per mandarlo a casa!
12:42 - 29 Dic 2015
99 99 Retweet
242
(Se riesce a cacciarlo ci fà un piacere. Ma poi? Arriva lui? Dalla padella alla brace- ndt)
Renato Brunetta
✔
@renatobrunetta
Su caos scatenato da governo con dl 'salva banche' Matteo Renzi minimizza. Irresponsabile. Lo vada a dire ai risparmiatori truffati...
12:40 - 29 Dic 2015
3 3 Retweet
15
Giorgia Meloni
Politico · Piace a 472.229 persone
· 5 h ·
Renzi si vanta della crescita del Pil dello 0,8% in Italia, dimentica però di dire che è tra i dati peggiori dell'Unione europea: Francia +1,2%, Germania +1,7%, Olanda +1,9%, Polonia +3,6% e Repubblica Ceca +4,3%. La verità è che l'Italia prova a correre, grazie ai nostri imprenditori e ai nostri lavoratori, il problema è che deve correre con le zavorre Renzi e Alfano sulle spalle. E purtroppo perde terreno rispetto al resto d'Europa.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 08598.html
La domanda sorge spontanea: Ma quanto può durare questa pinocchiocrazia?
"Bugie di fine anno come tutto l'anno". Il centrodestra unito contro Renzi
Le parole del premier Renzi alla conferenza stampa di fine anno hanno scatenato i commenti del centrodestra
Gabriele Bertocchi - Mar, 29/12/2015 - 15:18
Renzi è salito sul palco della tradizionale conferenza di fine anno accompagnato da dati e frasi fatte. Un premier per niente inedito, che si vanta di ciò che è stato fatto, dichiarando che "Il 2015 è andato meglio del 2014".
Ovviemente la frase ha scatentato commenti e risposte del centrodestra, come quello della deputata FI Daniela Santanchè: "Per Renzi il 2015 è stato un anno migliore rispetto al 2014: beato lui che se ne è accorto perchè gli italiani stanno peggio di prima. Bugie di fine anno come tutto l'anno". Il leader della Lega, Matteo Salvini, rincara la dose su Twitter: "2015 meglio delle previsionì. Migliore per lui e per i suoi amici che si sono arricchiti? Ce la metterò tutta per mandarlo a casa".
Dai social network arrivano anche le parole del presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta: "Per Matteo Renzi 2015 tutto rose e fiori. Ridicolo. Lui gioca a far la guerra con i gufi ma il Paese vero arranca. Realtà batte premier 4-0". Alza i toni sulla questione della banca: "Su caos scatenato da governo con dl 'salva banchè Matteo Renzi minimizza. Irresponsabile. Lo vada a dire ai risparmiatori truffati...". E ancora: "Su Commissione inchiesta o indagine su sistema vigilanza banche Renzi non si schiera. Farà mica il pesce in barile? Insabbiamento".
Per restare in tema inquinamento, Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera afferma: "Bilancio di fine anno avvolto dalle nebbie dell'inquinamento, quello di Renzi. Trionfalismo fuori posto per un paese col 39% di giovani disoccupati, la produttività in calo e il debito pubblico che scoppia. I provvedimenti del governo Renzi sono del tutto inadeguati e il taglio alle spese inesistente". Conclude dicendo: "Caro Renzi con le riforme finte gli italiani, la ripresa, non la vedono proprio nemmeno all'orizzonte".
Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, si affida a Facebook: "Renzi si vanta della crescita del Pil dello 0,8% in Italia, dimentica però di dire che è tra i dati peggiori dell'Unione Europea: Francia +1,2%, Germania +1,7%, Olanda +1,9%, Polonia +3,6% e Repubblica Ceca +4,3%. La verità è che l'Italia prova a correre, grazie ai nostri imprenditori e ai nostri lavoratori, il problema è che deve correre con le zavorre Renzi e Alfano sulle spalle. E purtroppo perde terreno rispetto al resto d'Europa".
Matteo Salvini ✔ @matteosalvinimi
Renzi "2015 meglio delle previsioni".
Migliore per lui e per i suoi amici che si sono arricchiti?
Ce la metterò tutta per mandarlo a casa!
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Renato Brunetta
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Su caos scatenato da governo con dl 'salva banche' Matteo Renzi minimizza. Irresponsabile. Lo vada a dire ai risparmiatori truffati...
12:40 - 29 Dic 2015
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Giorgia Meloni
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· 5 h ·
Renzi si vanta della crescita del Pil dello 0,8% in Italia, dimentica però di dire che è tra i dati peggiori dell'Unione europea: Francia +1,2%, Germania +1,7%, Olanda +1,9%, Polonia +3,6% e Repubblica Ceca +4,3%. La verità è che l'Italia prova a correre, grazie ai nostri imprenditori e ai nostri lavoratori, il problema è che deve correre con le zavorre Renzi e Alfano sulle spalle. E purtroppo perde terreno rispetto al resto d'Europa.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 08598.html
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il punto - 5
Dal Corriere
le reazioni
«Dipinge un mondo parallelo», le critiche al discorso di Matteo Renzi
Politici e sindacalisti analizzano il discorso di fine anno del premier e mettono al setaccio le sue dichiarazioni. L'analisi più critica è quella dei forzisti: «Illustrazione noiosa e falsa di cifre»
di Redazione Online
Il podio della velocità va a Renato Brunetta, il capogruppo alla Camera di Forza Italia, e Maurizio Gasparri, che hanno twittato commenti feroci in diretta durante tutta la conferenza stampa del premier Matteo Renzi alla Camera.
Ma le critiche al discorso del presidente del Consiglio non si sono fatte attendere: e non solo dal presidente Enzo Iacopino, che non ha mandato giù volentieri la risposta brusca del premier sulle condizioni dei giornalisti precari e ha continuato a pungolarlo quando ha potuto, ma anche dal'asse politico delle opposizioni, che lo ha accusato di «fare autogol», dipingere un Paese da «happy days», un «mondo parallelo», e di essere il protagonista di un «one man show».
L'analisi senza pietà di Matteo Salvini, Lega Nord, arriva su Facebook «Renzi: “2015 meglio delle previsioni”. Forse migliore per lui e per i suoi amici che si sono arricchiti, non per i milioni di italiani che hanno perso lavoro, casa e azienda. Ce la metterò tutta per mandare a casa il bugiardo prima possibile!».
Fi:«Noioso e bugiardo»
«Solito Matteo Renzi, solite slide, soliti gufi, soliti spot, solite balle. Dopo 20 mesi ancora le stesse scenette. Che barba, che noia...», scrive su Twitter Renato Brunetta alla fine della conferenza stampa. Per Brunetta, «Matteo Renzi non guarda i sondaggi sul Pd. È in fase zen, dice. L'ultimo in fase zen fu Enrico Letta. Déjà vu? #matteostaisereno», ironizza. Secondo il presidente dei deputati di Forza Italia,i parlamentari sono «pronti a mandarti a casa, anche prima con amministrative 2016», senza aspettare cioè il referendum costituzionale. E, sul decreto salvabanche, accusa il premier di essere «irresponsabile»: «Su Commissione inchiesta o indagine su sistema vigilanza banche @matteorenzi non si schiera. Farà mica il pesce in barile? Insabbiamento».
«Montagna di bugie»
Severo anche il giudizio di Maurizio Gasparri, sempre da Forza Italia: «Dai fuochi d'artificio del rottamatore siamo passati alla montagna di bugie di un Presidente del Consiglio in affanno. Poco convincente sulle banche ed elusivo sull'Unione Europea, ha fatto un'illustrazione noiosa e falsa di cifre». Gli dà del «cantastorie», del «bugiardo», e rileva: «Anche sul suo vitalizio Renzi ha mentito in modo criminale. Si era fatto assumere alla vigilia dell'elezione a presidente della Provincia dall'azienda di famiglia per maturare contributi di comodo per la sua futura pensione». Anche Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia, contesta i dati riportati da Renzi: «Renzi si vanta della crescita del Pil dello 0,8% in Italia, dimentica però di dire che è tra i dati peggiori dell'Unione Europea: Francia +1,2%, Germania +1,7%, Olanda +1,9%, Polonia +3,6% e Repubblica Ceca +4,3%. La verità è che l'Italia prova a correre, grazie ai nostri imprenditori e ai nostri lavoratori, il problema è che deve correre con le zavorre Renzi e Alfano sulle spalle», conclude Meloni.
«Da una parte c'è Renziland, dall'altra il Paese che fatica»
Qualche nota critica arriva pure dai ranghi del Pd: «Sulle pensioni, negli ultimi mesi, si è fatto molto allarmismo e disinformazione, non trasparenza», rileva Cesare Damiano. Mentre il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, sottolinea: «Renzi è troppo ossessionato dai gufi: pensi a governare e, semmai, ascolti i pareri di chi vive la realtà del lavoro. Noi facciamo il tifo per il nostro Paese e per questo non siamo contro chi governa, se governa bene: ma purtroppo, al di là della propaganda, non è stato sempre cosi». Barbara Saltamartini, vicepresidente dei deputati LN-NcS, conia l'espressione «Renziland» per definire «un magico mondo in cui tutto va bene e tutti sono felici». Dall'altra parte, sottolinea Saltamartini, «c'è l'Italia, un paese che fatica e ancora non vede la fine della crisi». Anche per il senatore di Sinistra italiana Alfredo D'Attorre «la conferenza stampa di Renzi ha dipinto il solito mondo parallelo rispetto alla realtà che milioni di italiani vivono ogni giorno». Fabrizio Cicchitto è possibilista: «Per me la politica batte il populismo 2 a 1, il che vuol dire che è rimontata una tendenza che era molto negativa dell'ultima fase della legislatura 2008-2013 sia rispetto a Berlusconi sia rispetto a Monti, è migliorata la situazione anche rispetto a Enrico Letta ma non può dirsi che questo miglioramento si sia tradotto in una vittoria definitiva e in un salto di qualità totale».
29 dicembre 2015 (modifica il 29 dicembre 2015 | 16:52)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/politica/15_dice ... e502.shtml
Dal Corriere
le reazioni
«Dipinge un mondo parallelo», le critiche al discorso di Matteo Renzi
Politici e sindacalisti analizzano il discorso di fine anno del premier e mettono al setaccio le sue dichiarazioni. L'analisi più critica è quella dei forzisti: «Illustrazione noiosa e falsa di cifre»
di Redazione Online
Il podio della velocità va a Renato Brunetta, il capogruppo alla Camera di Forza Italia, e Maurizio Gasparri, che hanno twittato commenti feroci in diretta durante tutta la conferenza stampa del premier Matteo Renzi alla Camera.
Ma le critiche al discorso del presidente del Consiglio non si sono fatte attendere: e non solo dal presidente Enzo Iacopino, che non ha mandato giù volentieri la risposta brusca del premier sulle condizioni dei giornalisti precari e ha continuato a pungolarlo quando ha potuto, ma anche dal'asse politico delle opposizioni, che lo ha accusato di «fare autogol», dipingere un Paese da «happy days», un «mondo parallelo», e di essere il protagonista di un «one man show».
L'analisi senza pietà di Matteo Salvini, Lega Nord, arriva su Facebook «Renzi: “2015 meglio delle previsioni”. Forse migliore per lui e per i suoi amici che si sono arricchiti, non per i milioni di italiani che hanno perso lavoro, casa e azienda. Ce la metterò tutta per mandare a casa il bugiardo prima possibile!».
Fi:«Noioso e bugiardo»
«Solito Matteo Renzi, solite slide, soliti gufi, soliti spot, solite balle. Dopo 20 mesi ancora le stesse scenette. Che barba, che noia...», scrive su Twitter Renato Brunetta alla fine della conferenza stampa. Per Brunetta, «Matteo Renzi non guarda i sondaggi sul Pd. È in fase zen, dice. L'ultimo in fase zen fu Enrico Letta. Déjà vu? #matteostaisereno», ironizza. Secondo il presidente dei deputati di Forza Italia,i parlamentari sono «pronti a mandarti a casa, anche prima con amministrative 2016», senza aspettare cioè il referendum costituzionale. E, sul decreto salvabanche, accusa il premier di essere «irresponsabile»: «Su Commissione inchiesta o indagine su sistema vigilanza banche @matteorenzi non si schiera. Farà mica il pesce in barile? Insabbiamento».
«Montagna di bugie»
Severo anche il giudizio di Maurizio Gasparri, sempre da Forza Italia: «Dai fuochi d'artificio del rottamatore siamo passati alla montagna di bugie di un Presidente del Consiglio in affanno. Poco convincente sulle banche ed elusivo sull'Unione Europea, ha fatto un'illustrazione noiosa e falsa di cifre». Gli dà del «cantastorie», del «bugiardo», e rileva: «Anche sul suo vitalizio Renzi ha mentito in modo criminale. Si era fatto assumere alla vigilia dell'elezione a presidente della Provincia dall'azienda di famiglia per maturare contributi di comodo per la sua futura pensione». Anche Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia, contesta i dati riportati da Renzi: «Renzi si vanta della crescita del Pil dello 0,8% in Italia, dimentica però di dire che è tra i dati peggiori dell'Unione Europea: Francia +1,2%, Germania +1,7%, Olanda +1,9%, Polonia +3,6% e Repubblica Ceca +4,3%. La verità è che l'Italia prova a correre, grazie ai nostri imprenditori e ai nostri lavoratori, il problema è che deve correre con le zavorre Renzi e Alfano sulle spalle», conclude Meloni.
«Da una parte c'è Renziland, dall'altra il Paese che fatica»
Qualche nota critica arriva pure dai ranghi del Pd: «Sulle pensioni, negli ultimi mesi, si è fatto molto allarmismo e disinformazione, non trasparenza», rileva Cesare Damiano. Mentre il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, sottolinea: «Renzi è troppo ossessionato dai gufi: pensi a governare e, semmai, ascolti i pareri di chi vive la realtà del lavoro. Noi facciamo il tifo per il nostro Paese e per questo non siamo contro chi governa, se governa bene: ma purtroppo, al di là della propaganda, non è stato sempre cosi». Barbara Saltamartini, vicepresidente dei deputati LN-NcS, conia l'espressione «Renziland» per definire «un magico mondo in cui tutto va bene e tutti sono felici». Dall'altra parte, sottolinea Saltamartini, «c'è l'Italia, un paese che fatica e ancora non vede la fine della crisi». Anche per il senatore di Sinistra italiana Alfredo D'Attorre «la conferenza stampa di Renzi ha dipinto il solito mondo parallelo rispetto alla realtà che milioni di italiani vivono ogni giorno». Fabrizio Cicchitto è possibilista: «Per me la politica batte il populismo 2 a 1, il che vuol dire che è rimontata una tendenza che era molto negativa dell'ultima fase della legislatura 2008-2013 sia rispetto a Berlusconi sia rispetto a Monti, è migliorata la situazione anche rispetto a Enrico Letta ma non può dirsi che questo miglioramento si sia tradotto in una vittoria definitiva e in un salto di qualità totale».
29 dicembre 2015 (modifica il 29 dicembre 2015 | 16:52)
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il punto - 6
Per quanto riguarda l'ambiente e lo smog che non sparirisce ci pensa Gian Antonio Stella
Il caso
Quel ministero «di consolazione» dato a Galletti con il manuale Cencelli
Aveva definito la legge anti-condoni di Errani «un crimine». Ha cambiato idea Incarichi Per decenni il dicastero è stato considerato uno strapuntino per i partiti minori di Gian Antonio Stella
Ops, l’ambiente! L’improvvisa «scoperta» dello smog e di come le polveri sottili uccidano ricorda la sorpresa di certe mogli libertine: «Cielo, mio marito!». Ipocrisie. E certo Gianluca Galletti, per quante responsabilità abbia, non può essere il capro espiatorio d’una politica ambientale troppo a lungo distratta se non suicida. L’ambiente non è stato per decenni una priorità del Paese. Un dato per tutti: tra il censimento del 1961 e oggi la popolazione italiana è cresciuta del 18,5%, la massa di auto, camion, tir, moto e così via del 1.564%. Evviva: significa ricchezza. La rete di servizi pubblici, però, non è cresciuta altrettanto. Anzi, in rapporto agli spostamenti quotidiani (dallo smantellamento progressivo dei treni per i pendolari allo sfacelo di certe municipalizzate come quella di Messina precipitata a 16 pullman funzionanti in un giorno per 245 mila abitanti) è peggiorata. Può stupire, l’emergenza smog? Per decenni, parallelamente, quello dell’Ambiente è stato considerato per il manuale Cencelli un ministero di serie B. Un contentino da dare ai partiti minori come il Pli (vedi Alfredo Biondi o Valerio Zanone), a esponenti anomali del Psi craxiano (Giorgio Ruffolo o Carlo Ripa di Meana) e giù giù a figure e figuri di varia umanità, da Valdo Spini a Willer Bordon, da Stefania Prestigiacomo ad Altero Matteoli fino a Corrado Clini, il «tecnico» del governo Monti poi finito nei guai con l’accusa di corruzione. Tutta gente che appunto, al di là di meriti e demeriti, ebbe quel posto proprio perché era uno strapuntino. Magari in attesa di una poltrona «vera» come accadde ad Andrea Orlando promosso poi alla Giustizia. Ma uno strapuntino. E come tale concesso anche a Galletti, bollato subito come il «commercialista di Casini» perché scelto da Renzi («dammi un nome dei tuoi») secondo le più vecchie tradizioni cencelliane. Angelo Bonelli, il portavoce dei Verdi e di ciò che resta d’un movimento che a suo tempo riuscì ad imporre ministri propri (da Francesco Rutelli a Edo Ronchi, da molti considerato il migliore), gliel’ha giurata. Cominciò a chiedere le sue dimissioni, accusandolo di inerzia sulle bonifiche all’Ilva di Taranto, nel luglio del 2014. E da mesi bombarda: «Galletti loda l’enciclica del Papa sull’ambiente ma è un ipocrita perché lui ha perfino peggiorato le politiche ambientali: petrolio, trivellazioni, il decreto che consente di scaricare in mare inquinanti oltre limiti di legge, politiche energetiche che hanno affossato le rinnovabili e il solare per favorire gli interessi dei petrolieri...». Va da sé che, esplosa la crisi di questi giorni a Milano e a Roma, ha rincarato la dose: «Galletti non sa cosa dice e, soprattutto, cosa fa e dovrebbe farsi da parte per il bene dell’Italia». Di più: «Parla di situazione eccezionale di questi giorni, ma non dice, volutamente, che l’Italia nel 2015 si trova già da marzo-aprile in emergenza smog per il superamento di limiti di legge delle polveri sottili». Di più ancora: «Solo oggi scopre l’eccezionalità dell’emergenza ambientale e sanitaria, convoca presidenti di regioni e sindaci e ci informa che ha destinato 5 milioni per il trasporto pubblico ai comuni: un’elemosina». Propone un rimpasto: fuori lui, dentro Ermete Realacci. Lo stesso Realacci, che pure rifiuta di scaricare tutte le colpe sul ministro («troppo comodo, dopo anni e anni di sottovalutazione del problema»), ammette che la riunione fissata per mercoledì con sindaci e autorità varie dopo giorni di emergenza e polemiche, arriva in vistoso ritardo: «Occorreva, come alcuni di noi avevano suggerito l’altra settimana, più tempestività. Detto questo, non è che puoi chiedere a un ministro di fare la danza della pioggia. E certo non si può risolvere un problema così trovando cinque milioni per i ticket e invitare i cittadini a usare la metro e lasciare a casa la macchina per qualche giorno in attesa che arrivi un po’ di vento. O hai un’idea del futuro, del trasporto urbano, della guerra all’inquinamento, delle case riscaldate in maniera diversa o non ne esci. Una delle cose positive dell’Expo è di avere dimostrato che, disponendo di servizi pubblici adeguati, la gente la macchina la lascia a casa. Ma una svolta radicale, sinceramente, non puoi chiederla solo al ministro dell’Ambiente». Dice Beppe Grillo, che subito dopo la nomina lo salutò come «un ministro atomico» perché «favorevole al nucleare e contrario all’acqua pubblica», che Galletti e Matteo Renzi e gli altri ministri, rei di non aver affrontato frontalmente il problema della pericolosità delle polveri sottili, «passeggiano incuranti sui cadaveri di 68.000 italiani che non hanno saputo proteggere». Sassate. Che buttate lì così, nel fuoco delle polemiche, come se l’emergenza fosse scoppiata improvvisamente per colpa di «questo» governo, «questi» sindaci, «questo» ministro, sono ingiuste. È fuori discussione, però, che anche i silenzi e i ritardi e le ambiguità di questi giorni confermano quanto sia indispensabile, in un Paese esposto come il nostro a rischi ambientali, che il ministro dell’Ambiente non sia scelto a caso. Prima di essere piazzato lì, alla guida di un dicastero tanto importante e sottovalutato, Galletti era finito nell’archivio dell’ Ansa alcune centinaia di volte. In un solo caso si era occupato di ambiente. Indovinate? Il 14 marzo 2005, quando a una conferenza stampa della proprietà edilizia, aveva attaccato la giunta emiliana di Vasco Errani, colpevole d’aver fatto una legge regionale per limitare i danni del condono edilizio berlusconiano del 2003. Legge bollata, in difesa, come «un crimine amministrativo». Ha cambiato idea, se oggi i condoni li definisce «tentati omicidi»? Bene. Ma un ministro più coerente avrebbe oggi più peso da gettare sul tavolo. 29 dicembre 2015 (modifica il 29 dicembre 2015 | 18:46) © RIPRODUZIONE RISERVATA] Il caso
http://www.corriere.it/politica/15_dice ... e502.shtml
Per quanto riguarda l'ambiente e lo smog che non sparirisce ci pensa Gian Antonio Stella
Il caso
Quel ministero «di consolazione» dato a Galletti con il manuale Cencelli
Aveva definito la legge anti-condoni di Errani «un crimine». Ha cambiato idea Incarichi Per decenni il dicastero è stato considerato uno strapuntino per i partiti minori di Gian Antonio Stella
Ops, l’ambiente! L’improvvisa «scoperta» dello smog e di come le polveri sottili uccidano ricorda la sorpresa di certe mogli libertine: «Cielo, mio marito!». Ipocrisie. E certo Gianluca Galletti, per quante responsabilità abbia, non può essere il capro espiatorio d’una politica ambientale troppo a lungo distratta se non suicida. L’ambiente non è stato per decenni una priorità del Paese. Un dato per tutti: tra il censimento del 1961 e oggi la popolazione italiana è cresciuta del 18,5%, la massa di auto, camion, tir, moto e così via del 1.564%. Evviva: significa ricchezza. La rete di servizi pubblici, però, non è cresciuta altrettanto. Anzi, in rapporto agli spostamenti quotidiani (dallo smantellamento progressivo dei treni per i pendolari allo sfacelo di certe municipalizzate come quella di Messina precipitata a 16 pullman funzionanti in un giorno per 245 mila abitanti) è peggiorata. Può stupire, l’emergenza smog? Per decenni, parallelamente, quello dell’Ambiente è stato considerato per il manuale Cencelli un ministero di serie B. Un contentino da dare ai partiti minori come il Pli (vedi Alfredo Biondi o Valerio Zanone), a esponenti anomali del Psi craxiano (Giorgio Ruffolo o Carlo Ripa di Meana) e giù giù a figure e figuri di varia umanità, da Valdo Spini a Willer Bordon, da Stefania Prestigiacomo ad Altero Matteoli fino a Corrado Clini, il «tecnico» del governo Monti poi finito nei guai con l’accusa di corruzione. Tutta gente che appunto, al di là di meriti e demeriti, ebbe quel posto proprio perché era uno strapuntino. Magari in attesa di una poltrona «vera» come accadde ad Andrea Orlando promosso poi alla Giustizia. Ma uno strapuntino. E come tale concesso anche a Galletti, bollato subito come il «commercialista di Casini» perché scelto da Renzi («dammi un nome dei tuoi») secondo le più vecchie tradizioni cencelliane. Angelo Bonelli, il portavoce dei Verdi e di ciò che resta d’un movimento che a suo tempo riuscì ad imporre ministri propri (da Francesco Rutelli a Edo Ronchi, da molti considerato il migliore), gliel’ha giurata. Cominciò a chiedere le sue dimissioni, accusandolo di inerzia sulle bonifiche all’Ilva di Taranto, nel luglio del 2014. E da mesi bombarda: «Galletti loda l’enciclica del Papa sull’ambiente ma è un ipocrita perché lui ha perfino peggiorato le politiche ambientali: petrolio, trivellazioni, il decreto che consente di scaricare in mare inquinanti oltre limiti di legge, politiche energetiche che hanno affossato le rinnovabili e il solare per favorire gli interessi dei petrolieri...». Va da sé che, esplosa la crisi di questi giorni a Milano e a Roma, ha rincarato la dose: «Galletti non sa cosa dice e, soprattutto, cosa fa e dovrebbe farsi da parte per il bene dell’Italia». Di più: «Parla di situazione eccezionale di questi giorni, ma non dice, volutamente, che l’Italia nel 2015 si trova già da marzo-aprile in emergenza smog per il superamento di limiti di legge delle polveri sottili». Di più ancora: «Solo oggi scopre l’eccezionalità dell’emergenza ambientale e sanitaria, convoca presidenti di regioni e sindaci e ci informa che ha destinato 5 milioni per il trasporto pubblico ai comuni: un’elemosina». Propone un rimpasto: fuori lui, dentro Ermete Realacci. Lo stesso Realacci, che pure rifiuta di scaricare tutte le colpe sul ministro («troppo comodo, dopo anni e anni di sottovalutazione del problema»), ammette che la riunione fissata per mercoledì con sindaci e autorità varie dopo giorni di emergenza e polemiche, arriva in vistoso ritardo: «Occorreva, come alcuni di noi avevano suggerito l’altra settimana, più tempestività. Detto questo, non è che puoi chiedere a un ministro di fare la danza della pioggia. E certo non si può risolvere un problema così trovando cinque milioni per i ticket e invitare i cittadini a usare la metro e lasciare a casa la macchina per qualche giorno in attesa che arrivi un po’ di vento. O hai un’idea del futuro, del trasporto urbano, della guerra all’inquinamento, delle case riscaldate in maniera diversa o non ne esci. Una delle cose positive dell’Expo è di avere dimostrato che, disponendo di servizi pubblici adeguati, la gente la macchina la lascia a casa. Ma una svolta radicale, sinceramente, non puoi chiederla solo al ministro dell’Ambiente». Dice Beppe Grillo, che subito dopo la nomina lo salutò come «un ministro atomico» perché «favorevole al nucleare e contrario all’acqua pubblica», che Galletti e Matteo Renzi e gli altri ministri, rei di non aver affrontato frontalmente il problema della pericolosità delle polveri sottili, «passeggiano incuranti sui cadaveri di 68.000 italiani che non hanno saputo proteggere». Sassate. Che buttate lì così, nel fuoco delle polemiche, come se l’emergenza fosse scoppiata improvvisamente per colpa di «questo» governo, «questi» sindaci, «questo» ministro, sono ingiuste. È fuori discussione, però, che anche i silenzi e i ritardi e le ambiguità di questi giorni confermano quanto sia indispensabile, in un Paese esposto come il nostro a rischi ambientali, che il ministro dell’Ambiente non sia scelto a caso. Prima di essere piazzato lì, alla guida di un dicastero tanto importante e sottovalutato, Galletti era finito nell’archivio dell’ Ansa alcune centinaia di volte. In un solo caso si era occupato di ambiente. Indovinate? Il 14 marzo 2005, quando a una conferenza stampa della proprietà edilizia, aveva attaccato la giunta emiliana di Vasco Errani, colpevole d’aver fatto una legge regionale per limitare i danni del condono edilizio berlusconiano del 2003. Legge bollata, in difesa, come «un crimine amministrativo». Ha cambiato idea, se oggi i condoni li definisce «tentati omicidi»? Bene. Ma un ministro più coerente avrebbe oggi più peso da gettare sul tavolo. 29 dicembre 2015 (modifica il 29 dicembre 2015 | 18:46) © RIPRODUZIONE RISERVATA] Il caso
http://www.corriere.it/politica/15_dice ... e502.shtml
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il punto - 7
Il problema è che i premier passano, ma gli italiani restano.
Dopo vent'anni di berlusconismo l'Italia è andata a rotoli. Il colpo finale lo sta dando il premier cazzaro(definizione di dagospia)
Renzi, il 2015 del premier: dichiarazioni, battute, slide e hashtag. Il videoblob
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12 ... b/2335308/
Il problema è che i premier passano, ma gli italiani restano.
Dopo vent'anni di berlusconismo l'Italia è andata a rotoli. Il colpo finale lo sta dando il premier cazzaro(definizione di dagospia)
Renzi, il 2015 del premier: dichiarazioni, battute, slide e hashtag. Il videoblob
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il punto - 8
A qualcuno l’articolo di Gianfranco Carpeoro, come per altri pubblicati su LIBRE, in modo particolare con riferimento alla Massoneria e ai poteri occulti che operano da più di un secolo nell’ombra determinando le azioni principali della storia dell’umanità, potrà sembrare fantasioso ed irreale.
Per me non lo è in quanto ho cominciato a seguire l’operato occulto della Massoneria da oltre mezzo secolo. Da quando l’Espresso in formato gigante, erano una serie di lenzuoli, diretto da Eugenio Scalfari, pubblicò in solitario il tentativo del Colpo di Stato del generale De Lorenzo, 1964.
- https://it.wikipedia.org/wiki/Piano_Solo
- https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_de_Lorenzo
A posteriori si seppe infatti che durante il suo lungo comando (sette anni), De Lorenzo aveva iniziato una gigantesca opera di schedatura degli esponenti più in vista di tutte le istituzioni e di tutti i gruppi sociali (ma sarebbe più opportuno dire che aveva "ripreso" e abbondantemente superato una tradizione delle polizie nazionali che con l'OVRA di Arturo Bocchini e con l'archivio segreto di Benito Mussolini aveva già operato schedature di vasta portata). Vi erano stati tentativi di ripristino di questa attività con Mario Scelba, ma nulla a paragone di quanto sarebbe successo con De Lorenzo.
Dopo il suo passaggio al Servizio, fu detto umoristicamente da Andreotti, in Italia di ignoto era rimasto solo il Milite: politici, sindacalisti, imprenditori, uomini d'affari, intellettuali, religiosi (Papa compreso, in tutto circa 4.500) e naturalmente militari (tutti gli ufficiali superiori, nessuno escluso), furono indagati, così come tutti gli stranieri, e su ciascuno si raccolsero notizie circa frequentazioni, preferenze religiose e politiche, abitudini pubbliche e private.
Ovviamente De Lorenzo, non sarebbe potuto arrivare dove era arrivato senza l’appoggio della Massoneria. (Vedi Wikipeda).
Il punto di vista di Carpeoro, sulle manovre di La Qualunque.
Renzi attacca la Merkel solo per essere ammesso a corte
Scritto il 30/12/15 • LIBRE nella Categoria: idee
Attenti a Renzi: la sua “guerra” contro la Merkel non è una semplice mossa diversiva per distrarre gli italiani dagli ultimi scandali, Banca Etruria e la famiglia Boschi. Non è un fuoco di paglia, ma un’offensiva vera e propria, avviata con la richiesta al Consiglio d’Europa di non far scattare in automatico la proproga alle sanzioni contro la Russia. Ma non è che il premier italiano abbia finalmente preso atto dell’insostenibile “regime” europeo, e quindi intenda sfidarlo a viso aperto, per indebolirlo, sulla base di sacrosante istanze sovraniste e democratiche. Al contrario: Renzi aspira ad essere finalmente ammesso in quel club esclusivo, che finora l’ha messo alla porta. Non ha funzionato con le buone? Ora ci prova con le cattive, cioè tentando di “costringere” l’élite a rassegnarsi ad accettarlo a corte, anche solo per controllarlo meglio. Ma non è detto che ci riesca: è stato talmente scaltro, il Fiorentino, da preoccupare persino il vertice europeo del supremo potere: temono che non abbia scrupoli a riservare anche ad alcuni di loro il trattamento con cui in Italia il giovane premier ha liquidato tutti, da Berlusconi a Bersani, incluso Enrico Letta.
Lo sostiene Gianfranco Carpeoro, saggista e massone, già gran maestro della comunione massonica di rito scozzese, confermando una prima analisi fornita da Gioele Magaldi, autore nel 2014 del libro “Massoni, società a responsabilità illimitata”: «Renzi è un “bussante”, chiede di essere accolto presso una delle Ur-Lodges, cenacoli massonici del massimo potere internazionale. “Bussa”, ma non gli aprono: non si fidano di lui». Un anno dopo, dai microfoni di “Border Nights”, Carpeoro conferma: «Renzi è ancora fuori dalla porta, non lo vogliono. E allora prova a forzare, attaccando direttamente la Merkel», cioè il politico europeo che più di ogni altro incarna i voleri dell’oligarchia tecnocratica che regge l’Europa. Un super-potere eminentemente apolide e massonico, che agisce nell’ombra ma si avvale di personaggi anche di primissimo piano, come Mario Draghi e Wolfgang Schaeuble, Christine Lagarde del Fmi e Jens Weidmann, presidente della Bundesbank. Letta cenava con Draghi e Napolitano a casa di Eugenio Scalfari? Renzi no. A lui tocca il ruolo di mattatore e rottamatore. Amico dello stragista e super-massone Tony Blair? Non basta, evidentemente. Troppo spregiudicato, l’italiano, persino per i “serial killer dell’economia europea”.
Hanno tutti visto la fine che ha fatto fare a Bersani e Letta, dopo aver messo nel sacco anche Berlusconi, spiega Carpeoro, che sottolinea il ruolo-cardine dei cosiddetti poteri forti nei retroscena della politica italiana: «Berlusconi è stato abbandonato di colpo sia dall’Opus Dei che dalla massoneria internazionale neo-oligarchica». Lo dimostrerebbe la doppia defezione, parallela, di Fabrizio Cicchitto, «già stretto collaboratore di Licio Gelli», e dell’attuale ministro dell’interno, la cui permamenza al potere è spiegabile solo attraverso il suo azionista (occulto) di riferimento, «l’Opus Dei». Disarcionato il Cavaliere e neutralizzato Bersani, dopo la parentesi del “venerabile” Mario Monti, Cicchitto e Alfano hanno sostenuto Letta, anch’esso – secondo Carpeoro – in quota all’Opus Dei. Poi, però, è arrivato Renzi. Che “non ha fatto prigionieri”. Ed è andato a sbattere, finora, contro i “niet” della Merkel, che rappresenta esattamente i super-poteri europei che fanno capo ai super-poteri della periferia, compresa quella italiana.
Per questo, conclude Carpeoro, oggi Renzi tenta il Piano-B: l’attacco. «La guerra ormai è partita, e ne vedremo le conseguenze. Renzi e Merkel: difficilmente lo sconfitto potrà sopravvivere, politicamente». E’ lo schema tattico del “vero potere”: «Difficilmente fabbricano leader, preferiscono stare a guardare e muoversi di conseguenza, schierandosi col vincente», allo scopo ovviamente di reclutarlo per la loro causa, facendone un semplice esecutore. «Lo hanno sempre fatto: prima hanno mollato Berlusconi quando hanno capito che poteva più servirgli, poi hanno appoggiato Letta», quindi hanno assistito alla capitolazione di Letta operata in modo sfrontato da Renzi, e oggi stanno a vedere come se la cava, il Rottamatore, con la signora Merkel. Unico dato certo: il gioco è questo, l’obiettivo del premier italiano non è certo una sollevazione democratica contro l’oligarchia di Bruxelles, Berlino e Francoforte. E il Movimento 5 Stelle? «Potrà avere una chance di governo solo se starà bene agli americani», taglia corto Carpeoro, sicuro che il movimento di Grillo (e Casaleggio) sia nato «su esplicita autorizzazione degli Usa», come “gatekeeper” in grado di interpretare, convogliare e quindi controllare la protesta.
A qualcuno l’articolo di Gianfranco Carpeoro, come per altri pubblicati su LIBRE, in modo particolare con riferimento alla Massoneria e ai poteri occulti che operano da più di un secolo nell’ombra determinando le azioni principali della storia dell’umanità, potrà sembrare fantasioso ed irreale.
Per me non lo è in quanto ho cominciato a seguire l’operato occulto della Massoneria da oltre mezzo secolo. Da quando l’Espresso in formato gigante, erano una serie di lenzuoli, diretto da Eugenio Scalfari, pubblicò in solitario il tentativo del Colpo di Stato del generale De Lorenzo, 1964.
- https://it.wikipedia.org/wiki/Piano_Solo
- https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_de_Lorenzo
A posteriori si seppe infatti che durante il suo lungo comando (sette anni), De Lorenzo aveva iniziato una gigantesca opera di schedatura degli esponenti più in vista di tutte le istituzioni e di tutti i gruppi sociali (ma sarebbe più opportuno dire che aveva "ripreso" e abbondantemente superato una tradizione delle polizie nazionali che con l'OVRA di Arturo Bocchini e con l'archivio segreto di Benito Mussolini aveva già operato schedature di vasta portata). Vi erano stati tentativi di ripristino di questa attività con Mario Scelba, ma nulla a paragone di quanto sarebbe successo con De Lorenzo.
Dopo il suo passaggio al Servizio, fu detto umoristicamente da Andreotti, in Italia di ignoto era rimasto solo il Milite: politici, sindacalisti, imprenditori, uomini d'affari, intellettuali, religiosi (Papa compreso, in tutto circa 4.500) e naturalmente militari (tutti gli ufficiali superiori, nessuno escluso), furono indagati, così come tutti gli stranieri, e su ciascuno si raccolsero notizie circa frequentazioni, preferenze religiose e politiche, abitudini pubbliche e private.
Ovviamente De Lorenzo, non sarebbe potuto arrivare dove era arrivato senza l’appoggio della Massoneria. (Vedi Wikipeda).
Il punto di vista di Carpeoro, sulle manovre di La Qualunque.
Renzi attacca la Merkel solo per essere ammesso a corte
Scritto il 30/12/15 • LIBRE nella Categoria: idee
Attenti a Renzi: la sua “guerra” contro la Merkel non è una semplice mossa diversiva per distrarre gli italiani dagli ultimi scandali, Banca Etruria e la famiglia Boschi. Non è un fuoco di paglia, ma un’offensiva vera e propria, avviata con la richiesta al Consiglio d’Europa di non far scattare in automatico la proproga alle sanzioni contro la Russia. Ma non è che il premier italiano abbia finalmente preso atto dell’insostenibile “regime” europeo, e quindi intenda sfidarlo a viso aperto, per indebolirlo, sulla base di sacrosante istanze sovraniste e democratiche. Al contrario: Renzi aspira ad essere finalmente ammesso in quel club esclusivo, che finora l’ha messo alla porta. Non ha funzionato con le buone? Ora ci prova con le cattive, cioè tentando di “costringere” l’élite a rassegnarsi ad accettarlo a corte, anche solo per controllarlo meglio. Ma non è detto che ci riesca: è stato talmente scaltro, il Fiorentino, da preoccupare persino il vertice europeo del supremo potere: temono che non abbia scrupoli a riservare anche ad alcuni di loro il trattamento con cui in Italia il giovane premier ha liquidato tutti, da Berlusconi a Bersani, incluso Enrico Letta.
Lo sostiene Gianfranco Carpeoro, saggista e massone, già gran maestro della comunione massonica di rito scozzese, confermando una prima analisi fornita da Gioele Magaldi, autore nel 2014 del libro “Massoni, società a responsabilità illimitata”: «Renzi è un “bussante”, chiede di essere accolto presso una delle Ur-Lodges, cenacoli massonici del massimo potere internazionale. “Bussa”, ma non gli aprono: non si fidano di lui». Un anno dopo, dai microfoni di “Border Nights”, Carpeoro conferma: «Renzi è ancora fuori dalla porta, non lo vogliono. E allora prova a forzare, attaccando direttamente la Merkel», cioè il politico europeo che più di ogni altro incarna i voleri dell’oligarchia tecnocratica che regge l’Europa. Un super-potere eminentemente apolide e massonico, che agisce nell’ombra ma si avvale di personaggi anche di primissimo piano, come Mario Draghi e Wolfgang Schaeuble, Christine Lagarde del Fmi e Jens Weidmann, presidente della Bundesbank. Letta cenava con Draghi e Napolitano a casa di Eugenio Scalfari? Renzi no. A lui tocca il ruolo di mattatore e rottamatore. Amico dello stragista e super-massone Tony Blair? Non basta, evidentemente. Troppo spregiudicato, l’italiano, persino per i “serial killer dell’economia europea”.
Hanno tutti visto la fine che ha fatto fare a Bersani e Letta, dopo aver messo nel sacco anche Berlusconi, spiega Carpeoro, che sottolinea il ruolo-cardine dei cosiddetti poteri forti nei retroscena della politica italiana: «Berlusconi è stato abbandonato di colpo sia dall’Opus Dei che dalla massoneria internazionale neo-oligarchica». Lo dimostrerebbe la doppia defezione, parallela, di Fabrizio Cicchitto, «già stretto collaboratore di Licio Gelli», e dell’attuale ministro dell’interno, la cui permamenza al potere è spiegabile solo attraverso il suo azionista (occulto) di riferimento, «l’Opus Dei». Disarcionato il Cavaliere e neutralizzato Bersani, dopo la parentesi del “venerabile” Mario Monti, Cicchitto e Alfano hanno sostenuto Letta, anch’esso – secondo Carpeoro – in quota all’Opus Dei. Poi, però, è arrivato Renzi. Che “non ha fatto prigionieri”. Ed è andato a sbattere, finora, contro i “niet” della Merkel, che rappresenta esattamente i super-poteri europei che fanno capo ai super-poteri della periferia, compresa quella italiana.
Per questo, conclude Carpeoro, oggi Renzi tenta il Piano-B: l’attacco. «La guerra ormai è partita, e ne vedremo le conseguenze. Renzi e Merkel: difficilmente lo sconfitto potrà sopravvivere, politicamente». E’ lo schema tattico del “vero potere”: «Difficilmente fabbricano leader, preferiscono stare a guardare e muoversi di conseguenza, schierandosi col vincente», allo scopo ovviamente di reclutarlo per la loro causa, facendone un semplice esecutore. «Lo hanno sempre fatto: prima hanno mollato Berlusconi quando hanno capito che poteva più servirgli, poi hanno appoggiato Letta», quindi hanno assistito alla capitolazione di Letta operata in modo sfrontato da Renzi, e oggi stanno a vedere come se la cava, il Rottamatore, con la signora Merkel. Unico dato certo: il gioco è questo, l’obiettivo del premier italiano non è certo una sollevazione democratica contro l’oligarchia di Bruxelles, Berlino e Francoforte. E il Movimento 5 Stelle? «Potrà avere una chance di governo solo se starà bene agli americani», taglia corto Carpeoro, sicuro che il movimento di Grillo (e Casaleggio) sia nato «su esplicita autorizzazione degli Usa», come “gatekeeper” in grado di interpretare, convogliare e quindi controllare la protesta.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il punto - 9
Qualcuno è in grado di dare una spiegazione logica e politica della presenza di La Qualunque a Palazzo Chigi???????????
1) Perché Napolitano affida la guida del Paese ad un signor nessuno di Firenze?????
La Qualunque era digiuno di esperienza parlamentare. Era diventato segretario del PD con la solita truffa alla napoletana. Erano andati a votarlo la seconda volta anche i fans di Farsa Italia, sotto la regia del piduista Verdini.
2) Perché Napolitano ha tollerato il modo incivile, con cui La Qualunque ha scalzato Enrico Letta da Palazzo Chigi??????? Non era mai avvenuto nella storia Repubblicana. E non era mai avvenuto in precedenza dalla fondazione del Regno d’Italia. A meno di una mia lacuna storica.
3) Eppure Enrico Letta era un membro della Trilaterale e di Bildelberg. E portava avanti la politica del “venerabile” Monti. Cioè quella dei poteri forti internazionali, Massoneria compresa.
PS. Apprendo ora da Carpeoro che Letta Enrico era sostenuto anche dalla potente Opus Dei. Il che non mi meraviglia affatto, ma non lo sapevo. Nessuno ne aveva mai fatto accenno. Di Bildelberg e della Trilaterale, invece sì.
Qualcuno è in grado di dare una spiegazione logica e politica della presenza di La Qualunque a Palazzo Chigi???????????
1) Perché Napolitano affida la guida del Paese ad un signor nessuno di Firenze?????
La Qualunque era digiuno di esperienza parlamentare. Era diventato segretario del PD con la solita truffa alla napoletana. Erano andati a votarlo la seconda volta anche i fans di Farsa Italia, sotto la regia del piduista Verdini.
2) Perché Napolitano ha tollerato il modo incivile, con cui La Qualunque ha scalzato Enrico Letta da Palazzo Chigi??????? Non era mai avvenuto nella storia Repubblicana. E non era mai avvenuto in precedenza dalla fondazione del Regno d’Italia. A meno di una mia lacuna storica.
3) Eppure Enrico Letta era un membro della Trilaterale e di Bildelberg. E portava avanti la politica del “venerabile” Monti. Cioè quella dei poteri forti internazionali, Massoneria compresa.
PS. Apprendo ora da Carpeoro che Letta Enrico era sostenuto anche dalla potente Opus Dei. Il che non mi meraviglia affatto, ma non lo sapevo. Nessuno ne aveva mai fatto accenno. Di Bildelberg e della Trilaterale, invece sì.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il punto
Farsa Italia di Silvietto è messa male. Negli ultimi rilevamenti viene data sotto il 10%. Il fondatore si era messo in pista nei giorni precedenti per un rilancio. Sicuro che con il suo charme(le sue balle) FI può risalire
al 40%.
Silvietto non si arrende alla citazione di Abramo Lincoln:
Si possono ingannare poche persone per molto tempo o molte persone per poco tempo.
Ma non si possono ingannare molte persone per molto tempo.
Sembra fatto apposta per lui e La Qualunque.
l’attacco del cavaliere
Berlusconi: «Maggioranza illegale, riporterò il centrodestra al 40%»
Il leader di Forza Italia: «È mio dovere mettermi a disposizione per riportare Fi a buon risultato elettorale in modo che centrodestra possa superare 40% al primo turno»
di Redazione Online
Un Berlusconi a tutto campo, come ai vecchi tempi. Il leader di Forza Italia parte lancia in resta contro la maggioranza di governo e i «nemici» interni. «Con una maggioranza illegale e moralmente inaccettabile Matteo Renzi non solo governa, ma si permette di cambiare la Costituzione» esordisce Berlusconi, che, intervenendo telefonicamente alla diretta televisiva su TeleRama organizzata da Cuore Amico, ha accusato il premier di voler «costruire un sistema di potere su misura per se stesso, un vero e proprio regime».
Critica a Napolitano
L’ex Cavaliere se l’è presa soprattutto anche con l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, le cui responsabilità, ha detto, «sono enormi, come quelle di Scalfaro». «Ci sono stati 4 colpi di Stato negli ultimi 20 anni con la complicità della più alta istituzione dello Stato», ha aggiunto il leader di Forza Italia. Quanto alla situazione del partito, Berlusconi ha spiegato che Fi «non rottama nessuno» ma «i professionisti se ne sono andati e nel partito è rimasto chi fa politica con passione».
Obiettivo del centrodestra
«Io sono incandidabile e ineleggibile - ha aggiunto poi riferendosi a una sua eventuale candidatura a premier - ma credo sia mio dovere mettermi a disposizione ancora per riportare Forza Italia a un buon risultato elettorale in modo tale che con gli altri partiti del centrodestra possa superare il 40% al primo turno e vincere le elezioni». La priorità, ha concluso, è far uscire «l’Italia da una situazione di democrazia sospesa senza farla cascare nelle mani del M5s. che rappresenta qualcosa di orrido per il nostro futuro».
6 gennaio 2016 (modifica il 6 gennaio 2016 | 21:32)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/politica/16_genn ... 2f89.shtml
Farsa Italia di Silvietto è messa male. Negli ultimi rilevamenti viene data sotto il 10%. Il fondatore si era messo in pista nei giorni precedenti per un rilancio. Sicuro che con il suo charme(le sue balle) FI può risalire
al 40%.
Silvietto non si arrende alla citazione di Abramo Lincoln:
Si possono ingannare poche persone per molto tempo o molte persone per poco tempo.
Ma non si possono ingannare molte persone per molto tempo.
Sembra fatto apposta per lui e La Qualunque.
l’attacco del cavaliere
Berlusconi: «Maggioranza illegale, riporterò il centrodestra al 40%»
Il leader di Forza Italia: «È mio dovere mettermi a disposizione per riportare Fi a buon risultato elettorale in modo che centrodestra possa superare 40% al primo turno»
di Redazione Online
Un Berlusconi a tutto campo, come ai vecchi tempi. Il leader di Forza Italia parte lancia in resta contro la maggioranza di governo e i «nemici» interni. «Con una maggioranza illegale e moralmente inaccettabile Matteo Renzi non solo governa, ma si permette di cambiare la Costituzione» esordisce Berlusconi, che, intervenendo telefonicamente alla diretta televisiva su TeleRama organizzata da Cuore Amico, ha accusato il premier di voler «costruire un sistema di potere su misura per se stesso, un vero e proprio regime».
Critica a Napolitano
L’ex Cavaliere se l’è presa soprattutto anche con l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, le cui responsabilità, ha detto, «sono enormi, come quelle di Scalfaro». «Ci sono stati 4 colpi di Stato negli ultimi 20 anni con la complicità della più alta istituzione dello Stato», ha aggiunto il leader di Forza Italia. Quanto alla situazione del partito, Berlusconi ha spiegato che Fi «non rottama nessuno» ma «i professionisti se ne sono andati e nel partito è rimasto chi fa politica con passione».
Obiettivo del centrodestra
«Io sono incandidabile e ineleggibile - ha aggiunto poi riferendosi a una sua eventuale candidatura a premier - ma credo sia mio dovere mettermi a disposizione ancora per riportare Forza Italia a un buon risultato elettorale in modo tale che con gli altri partiti del centrodestra possa superare il 40% al primo turno e vincere le elezioni». La priorità, ha concluso, è far uscire «l’Italia da una situazione di democrazia sospesa senza farla cascare nelle mani del M5s. che rappresenta qualcosa di orrido per il nostro futuro».
6 gennaio 2016 (modifica il 6 gennaio 2016 | 21:32)
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http://www.corriere.it/politica/16_genn ... 2f89.shtml
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Re: Come se ne viene fuori ?
"Si possono ingannare poche persone per molto tempo o molte persone per poco tempo.
Ma non si possono ingannare molte persone per molto tempo."
...e se questo valesse dappertutto e non in Italia?
Nicolò Ghedini, senatore di Forza Italia, presente in aula 2 volte negli ultimi 18 mesi,
99,83% di assenze, si intasca circa 14.000 euro al mese.
Se un operaio avesse avuto un comportamento simile non l'avrebbe salvato
dal licenziamento neanche il soppresso art. 18 dello S. d. L.
In quale altro posto una cosa simile sarebbe consentita e ...tollerata?
Non se ne esce.
Facendo ricorso ad un altro detto della saggezza popolare:
"A estremi mali estremi rimedi."
Ma non si possono ingannare molte persone per molto tempo."
...e se questo valesse dappertutto e non in Italia?
Nicolò Ghedini, senatore di Forza Italia, presente in aula 2 volte negli ultimi 18 mesi,
99,83% di assenze, si intasca circa 14.000 euro al mese.
Se un operaio avesse avuto un comportamento simile non l'avrebbe salvato
dal licenziamento neanche il soppresso art. 18 dello S. d. L.
In quale altro posto una cosa simile sarebbe consentita e ...tollerata?
Non se ne esce.
Facendo ricorso ad un altro detto della saggezza popolare:
"A estremi mali estremi rimedi."
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Re: Come se ne viene fuori ?
erding ha scritto:"Si possono ingannare poche persone per molto tempo o molte persone per poco tempo.
Ma non si possono ingannare molte persone per molto tempo."
...e se questo valesse dappertutto e non in Italia?
Nicolò Ghedini, senatore di Forza Italia, presente in aula 2 volte negli ultimi 18 mesi,
99,83% di assenze, si intasca circa 14.000 euro al mese.
Se un operaio avesse avuto un comportamento simile non l'avrebbe salvato
dal licenziamento neanche il soppresso art. 18 dello S. d. L.
In quale altro posto una cosa simile sarebbe consentita e ...tollerata?
Non se ne esce.
Facendo ricorso ad un altro detto della saggezza popolare:
"A estremi mali estremi rimedi."
Riportata nei luoghi deputati, dove si discute di politica e sociologia annessa, questa informazione ha avuto un effetto dirompente.
Dirompente in tutti i sensi anche perché ieri discutevano delle immagini trasmesse dai Tg relative a personale di un museo che si comportava come i dipendenti del Comune di Sanremo. Timbravano il cartellino e poi se ne andavano altrove.
Per quanto possano risultare deprecabili questi fatti, e che costituiscono dei reati per conto loro, diventa inevitabile il paragone con l’estremizzazione dello status di Ghedini.
L’accettazione dell’operato di Ghedini, comporta l’accettazione di chi timbra il cartellino e se ne và altrove.
E qui le società crollano.
Pretendere che la politica si dia una regolata è troppo. Anche perché pensare che questo possa avvenire nella cerchia di Silvietto, è come pensare che l’acqua possa invertire il senso del moto. Dai monti verso il mare cambiato in dal mare verso i monti.
Chi c’è in linea
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