Renzi
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Re: Renzi
Palazzi & Potere
Natale, un canto per Renzi
di Pierfranco Pellizzetti | 26 dicembre 2015
Commenti (37)
Matteo Scrooge «era abbastanza saggio da sapere che su questo globo niente di buono è mai accaduto, di cui qualcuno non abbia riso al primo momento. E sapendo che in ogni modo la gente siffatta è cieca, pensò che non aveva nessuna importanza se strizzavano gli occhi in un sogghigno, come fanno gli ammalati di certe forme poco attraenti di malattie. Il suo cuore rideva e questo per lui era perfettamente sufficiente» (Charles Dickens – A Christmas Carol).
Così il golden premier se ne tornava ridacchiando verso il pied-à-terre fiorentino, a due passi da Palazzo Vecchio, mentre un freddo pungente saliva dall’Arno attraverso Ponte Vecchio. In quella sera di Natale del 2015. Quando ad un tratto gli sembrò di scorgere sgattaiolare in un androne di piazza della Signoria, a lato del caffè Rivoire, un’ombra intabarrata che assomigliava a quella di Enrico Letta.
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Il ghignetto abituale si congelò in una smorfia. Ma non era riuscito a spedirlo in Francia, dopo averlo sbertucciato con il trucco dello “stai sereno”? Che ci faceva da quelle parti? Forse, voleva rovinargli la serata che già si stava pregustando, in compagnia di amicizie intime e fedeli con cui celebrare i trionfi di fine anno. Indispettito, aprì la porta della garçonniere con l’affitto addebitato al Giglio Magico entrando in una stanza in penombra: ma – per ora – dei fedeli neppure l’ombra.
Però, dopo qualche istante, avvertì una presenza inaspettata: era il fantasma di Angela Merkel che lo guardava con il più feroce dei suoi sguardi da plantigrada luterana: «zenti, Matteo, cosa essere questa storia che leggo su tutti i giornali italiani di te che fai a rissa con Germania, quando a Bruxelles o Berlino zei zempre uno scendiletto per i miei piedotti calzati di eleganti sandali teteschi in plastica trasparente?». «Ovviah, hai ragione mio amato kaiser, ma simulare un braccio di ferro inesistente con la Magna Germania era l’unica trovata, venuta in mente a Filippo Sensi, per distrarre la pubblica opinione dai pasticci che abbiamo fatto nel salvataggio di quattro banchette decotte». «Verdammnis, dannazione! Ma con tutti i problemi che abbiamo in Europa non avevi niente di meglio di fare questo blizkrieg in pappa di pomodoro?» «Perdonami, ma ero disperato: avevamo cercato di giocare al rialzo sperando che la criminalizzazione della Boschi in quanto portatrice di un opinabile conflitto di interesse depistasse le critiche e impantanasse Alessandro Di Battista. Purtroppo quello che la gente infuriata ha capito benissimo è chi siamo veramente noi finti rottamatori: una confraternita per scalare il potere a qualunque costo. Perdonami! Non lo farò più».
Ma mentre l’inquietante ombra teutonica si dileguava, dopo aver intimorito ancora una volta il querulo giovanotto mostrandogli lo scalpo sanguinante di Tsipras, una seconda presenza iniziò a materializzarsi. Il cui cappuccio nero e la parlata aretina rivelò subito trattarsi della buonanima di Licio Gelli: «caro il mi’ bimbo, ma la smetti di prenderti tutti i meriti di aver salvato l’Italia, quando le idee che sfagioli sono farina del mio grembiule?». Il tono era mellifluo ma metteva paura: «Non temere Maestro Venerabile, tu sai quanto io sia legato alla Loggia massonica fiorentina. Tiro in ballo Tony Blair come mia guida ma tanto tutti hanno capito che la mia diletta guida è Denis». Tranquillizzata dal riferimento a Verdini anche la seconda anima inquieta si acquietò. Ma subito venne rimpiazzata da una terza, che smoccolava piacentino stretto.
Pubblicità
«Oh Bersani, ma che vuoi a quest’ora? Te l’ho già detto che se non rompi troppo un posticino in lista per il prossimo Parlamento te lo trovo». «Oh ragazzi, siam mica qui a fare i lampi con le cerniere. Stasera sono qui perché mi devi davvero tranquillizzare che ho difeso la Gioconda d’Arezzo, la Maria Elena Boschi ascesa al settimo cielo del familismo bancario e un po’ mi vergogno. Però di bocconi al culatello avariato di questi tempi ne ho ingoiati un mucchio. Per cui mi devi garantire che posso stare più sereno di Enrico Letta». «Stai sereno», gli rispose Matteo Scrooge, incrociando le dita a scongiuro. Anche se un brivido gli stava correndo lungo la schiena, attraverso il giubbotto Just Cavalli: la sensazione che quello rischiava di essere l’ultimo Natale in cui avrebbe mangiato i cantuccini da premier.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12 ... i/2332137/
Natale, un canto per Renzi
di Pierfranco Pellizzetti | 26 dicembre 2015
Commenti (37)
Matteo Scrooge «era abbastanza saggio da sapere che su questo globo niente di buono è mai accaduto, di cui qualcuno non abbia riso al primo momento. E sapendo che in ogni modo la gente siffatta è cieca, pensò che non aveva nessuna importanza se strizzavano gli occhi in un sogghigno, come fanno gli ammalati di certe forme poco attraenti di malattie. Il suo cuore rideva e questo per lui era perfettamente sufficiente» (Charles Dickens – A Christmas Carol).
Così il golden premier se ne tornava ridacchiando verso il pied-à-terre fiorentino, a due passi da Palazzo Vecchio, mentre un freddo pungente saliva dall’Arno attraverso Ponte Vecchio. In quella sera di Natale del 2015. Quando ad un tratto gli sembrò di scorgere sgattaiolare in un androne di piazza della Signoria, a lato del caffè Rivoire, un’ombra intabarrata che assomigliava a quella di Enrico Letta.
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Il ghignetto abituale si congelò in una smorfia. Ma non era riuscito a spedirlo in Francia, dopo averlo sbertucciato con il trucco dello “stai sereno”? Che ci faceva da quelle parti? Forse, voleva rovinargli la serata che già si stava pregustando, in compagnia di amicizie intime e fedeli con cui celebrare i trionfi di fine anno. Indispettito, aprì la porta della garçonniere con l’affitto addebitato al Giglio Magico entrando in una stanza in penombra: ma – per ora – dei fedeli neppure l’ombra.
Però, dopo qualche istante, avvertì una presenza inaspettata: era il fantasma di Angela Merkel che lo guardava con il più feroce dei suoi sguardi da plantigrada luterana: «zenti, Matteo, cosa essere questa storia che leggo su tutti i giornali italiani di te che fai a rissa con Germania, quando a Bruxelles o Berlino zei zempre uno scendiletto per i miei piedotti calzati di eleganti sandali teteschi in plastica trasparente?». «Ovviah, hai ragione mio amato kaiser, ma simulare un braccio di ferro inesistente con la Magna Germania era l’unica trovata, venuta in mente a Filippo Sensi, per distrarre la pubblica opinione dai pasticci che abbiamo fatto nel salvataggio di quattro banchette decotte». «Verdammnis, dannazione! Ma con tutti i problemi che abbiamo in Europa non avevi niente di meglio di fare questo blizkrieg in pappa di pomodoro?» «Perdonami, ma ero disperato: avevamo cercato di giocare al rialzo sperando che la criminalizzazione della Boschi in quanto portatrice di un opinabile conflitto di interesse depistasse le critiche e impantanasse Alessandro Di Battista. Purtroppo quello che la gente infuriata ha capito benissimo è chi siamo veramente noi finti rottamatori: una confraternita per scalare il potere a qualunque costo. Perdonami! Non lo farò più».
Ma mentre l’inquietante ombra teutonica si dileguava, dopo aver intimorito ancora una volta il querulo giovanotto mostrandogli lo scalpo sanguinante di Tsipras, una seconda presenza iniziò a materializzarsi. Il cui cappuccio nero e la parlata aretina rivelò subito trattarsi della buonanima di Licio Gelli: «caro il mi’ bimbo, ma la smetti di prenderti tutti i meriti di aver salvato l’Italia, quando le idee che sfagioli sono farina del mio grembiule?». Il tono era mellifluo ma metteva paura: «Non temere Maestro Venerabile, tu sai quanto io sia legato alla Loggia massonica fiorentina. Tiro in ballo Tony Blair come mia guida ma tanto tutti hanno capito che la mia diletta guida è Denis». Tranquillizzata dal riferimento a Verdini anche la seconda anima inquieta si acquietò. Ma subito venne rimpiazzata da una terza, che smoccolava piacentino stretto.
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«Oh Bersani, ma che vuoi a quest’ora? Te l’ho già detto che se non rompi troppo un posticino in lista per il prossimo Parlamento te lo trovo». «Oh ragazzi, siam mica qui a fare i lampi con le cerniere. Stasera sono qui perché mi devi davvero tranquillizzare che ho difeso la Gioconda d’Arezzo, la Maria Elena Boschi ascesa al settimo cielo del familismo bancario e un po’ mi vergogno. Però di bocconi al culatello avariato di questi tempi ne ho ingoiati un mucchio. Per cui mi devi garantire che posso stare più sereno di Enrico Letta». «Stai sereno», gli rispose Matteo Scrooge, incrociando le dita a scongiuro. Anche se un brivido gli stava correndo lungo la schiena, attraverso il giubbotto Just Cavalli: la sensazione che quello rischiava di essere l’ultimo Natale in cui avrebbe mangiato i cantuccini da premier.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12 ... i/2332137/
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Re: Renzi
EURO BALLE MEGASPAZIALI
Edizione: TRE CANI
Il problema non è tanto La Qualunque, e il suo problemino di essere caduto da piccolo dal seggiolone, ma tutto il merlame doc che crede alle sue fantastiche baggianate.
Etruria e Boschi? No, Russia e Merkel. Così Renzi ci distrae
Scritto il 28/12/15 • LIBRE nella Categoria: idee
«Renzi è il primo ministro italiano che applica le regole dello spin e dunque della manipolazione mediatica. La sua loquacità è spontanea ma l’uso degli slogan, la costruzione delle frasi ad effetto, il richiamo ai luoghi comuni e non da ultimo la conoscenza dei tempi dei media sono chiaramente il frutto di un approccio professionale, agli italiani sconosciuto».
Berlusconi? Anche lui è (stato) uno straordinario comunicatore, ma «non si è mai fatto guidare da altri», scrive Marcello Foa. «Quando era al governo faceva sempre di testa sua, lasciandosi ispirare solo dal suo fiuto. Il suo portavoce Bonaiuti aveva il non facile compito di assecondarlo e di cercare di rimediare alle gaffe o alle uscite inopportune, tipiche di chi comunica di istinto senza programmare troppo». Il portavoce di Renzi, invece, si chiama Filippo Sensi: è uno spin doctor professionista, si è formato nel mondo anglosasssone. E, come molti spin doctor, è un ex giornalista. «Lui e Renzi non lasciano nulla al caso: calibrano tutto, salvaguardando l’apparenza di una comunicazione semplice e accessibile, che invece è il frutto di un attento calcolo».
Se le cose vanno bene, scrove Foa nel suo blog sul “Giornale”, il ruolo dello spin doctor è relativo: «Quando aveva il vento in poppa, Renzi (come Berlusconi) avrebbe potuto fare tutto da solo». Lo spin doctor diventa decisivo quando si tratta di gestire la comunicazione di un governo, i cui ritmi sono asfissianti, e soprattutto quando bisogna affrontare difficoltà impreviste.
«Da quando è scoppiato lo scandalo della Banca Etruria, il premier e Sensi applicano chiaramente tecniche di spin difensivo», che Foa ha evocato nel saggio “Gli stregoni della notizia”.
«Sottoposti a un attacco o di fronte a uno scandalo, bisogna cercare di: a) negare; b) se non è possibile negare, minimizzare; c) se non è possibile mimizzare, screditare; d) se non è possibile screditare, distrarre».
Come si è comportato il governo Renzi nell’ultimo mese, sotto la bufera degli scandali bancari?
«Dapprima ha cercato di far finta di nulla, poi di minimizzare l’accaduto, poi di trovare un capro espiatorio; ma quando è esplosa la “bomba Boschi”, che ha vanificato ogni manovra, è stato costretto a ricorrere all’arma suprema: la distrazione».
Eclatante il tentativo di Renzi di bloccare il rinnovo automatico delle sanzioni europee alla Russia.
«Scrivevo che non sapevamo le ragioni della svolta che, nonostante alla fine non sia stata accolta dal Consiglio Europeo, era autentica», dice Foa.
«Oggi possiamo intuirle: servivano anche – anzi, soprattutto – a distrarre gli italiani, a far apparire Renzi come l’unico leader che ha il coraggio di parlare contro una sempre più impopolare Europa».
Lo stesso è accaduto pochi giorni fa, con titoli di giornale «straordinariamente retorici», come “Renzi contro la Merkel”, “La sfida è tra Germania e Italia”.
«Non mi è stato difficile leggere la trama, tecnicamente perfetta: intervista al “Financial Times”, subito ripresa dai media italiani, da sempre molto sensibili alle pressioni non sempre amichevoli di Sensi», e quindi «grande emozione in patria, seguita da una molto meno reclamizzata precisazione diplomatica a una Germania tutt’altro che turbata, ben conoscendo l’italico premier, il quale è tanto spavaldo in patria, quanto timido e ininfluente sulla scena internazionale».
Tempesta in un bicchier d’acqua? Sì, ma il fine (mediatico) è stato raggiunto: «Per qualche giorno, lo scandalo bancario è stato scalzato dai titoli di testa». Poi è arrivato il Natale. «Ha anche fortuna, “il bomba”».
Edizione: TRE CANI
Il problema non è tanto La Qualunque, e il suo problemino di essere caduto da piccolo dal seggiolone, ma tutto il merlame doc che crede alle sue fantastiche baggianate.
Etruria e Boschi? No, Russia e Merkel. Così Renzi ci distrae
Scritto il 28/12/15 • LIBRE nella Categoria: idee
«Renzi è il primo ministro italiano che applica le regole dello spin e dunque della manipolazione mediatica. La sua loquacità è spontanea ma l’uso degli slogan, la costruzione delle frasi ad effetto, il richiamo ai luoghi comuni e non da ultimo la conoscenza dei tempi dei media sono chiaramente il frutto di un approccio professionale, agli italiani sconosciuto».
Berlusconi? Anche lui è (stato) uno straordinario comunicatore, ma «non si è mai fatto guidare da altri», scrive Marcello Foa. «Quando era al governo faceva sempre di testa sua, lasciandosi ispirare solo dal suo fiuto. Il suo portavoce Bonaiuti aveva il non facile compito di assecondarlo e di cercare di rimediare alle gaffe o alle uscite inopportune, tipiche di chi comunica di istinto senza programmare troppo». Il portavoce di Renzi, invece, si chiama Filippo Sensi: è uno spin doctor professionista, si è formato nel mondo anglosasssone. E, come molti spin doctor, è un ex giornalista. «Lui e Renzi non lasciano nulla al caso: calibrano tutto, salvaguardando l’apparenza di una comunicazione semplice e accessibile, che invece è il frutto di un attento calcolo».
Se le cose vanno bene, scrove Foa nel suo blog sul “Giornale”, il ruolo dello spin doctor è relativo: «Quando aveva il vento in poppa, Renzi (come Berlusconi) avrebbe potuto fare tutto da solo». Lo spin doctor diventa decisivo quando si tratta di gestire la comunicazione di un governo, i cui ritmi sono asfissianti, e soprattutto quando bisogna affrontare difficoltà impreviste.
«Da quando è scoppiato lo scandalo della Banca Etruria, il premier e Sensi applicano chiaramente tecniche di spin difensivo», che Foa ha evocato nel saggio “Gli stregoni della notizia”.
«Sottoposti a un attacco o di fronte a uno scandalo, bisogna cercare di: a) negare; b) se non è possibile negare, minimizzare; c) se non è possibile mimizzare, screditare; d) se non è possibile screditare, distrarre».
Come si è comportato il governo Renzi nell’ultimo mese, sotto la bufera degli scandali bancari?
«Dapprima ha cercato di far finta di nulla, poi di minimizzare l’accaduto, poi di trovare un capro espiatorio; ma quando è esplosa la “bomba Boschi”, che ha vanificato ogni manovra, è stato costretto a ricorrere all’arma suprema: la distrazione».
Eclatante il tentativo di Renzi di bloccare il rinnovo automatico delle sanzioni europee alla Russia.
«Scrivevo che non sapevamo le ragioni della svolta che, nonostante alla fine non sia stata accolta dal Consiglio Europeo, era autentica», dice Foa.
«Oggi possiamo intuirle: servivano anche – anzi, soprattutto – a distrarre gli italiani, a far apparire Renzi come l’unico leader che ha il coraggio di parlare contro una sempre più impopolare Europa».
Lo stesso è accaduto pochi giorni fa, con titoli di giornale «straordinariamente retorici», come “Renzi contro la Merkel”, “La sfida è tra Germania e Italia”.
«Non mi è stato difficile leggere la trama, tecnicamente perfetta: intervista al “Financial Times”, subito ripresa dai media italiani, da sempre molto sensibili alle pressioni non sempre amichevoli di Sensi», e quindi «grande emozione in patria, seguita da una molto meno reclamizzata precisazione diplomatica a una Germania tutt’altro che turbata, ben conoscendo l’italico premier, il quale è tanto spavaldo in patria, quanto timido e ininfluente sulla scena internazionale».
Tempesta in un bicchier d’acqua? Sì, ma il fine (mediatico) è stato raggiunto: «Per qualche giorno, lo scandalo bancario è stato scalzato dai titoli di testa». Poi è arrivato il Natale. «Ha anche fortuna, “il bomba”».
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Re: Renzi
Scrive :
Luigi Vicinanza
Editoriale http://www.lespresso.it - @vicinanzal
Direttore del settimanale L'Espresso, nel numero in edicola:
NORD, con la Milano del dopo-Expo
respira aria di ripresa. Finalmente. Il
Sud invece è scomparso dall’agenda
politica. Da anni. L’Italia a due velocità
è un’Italia zoppa
Ovviamente il Sud tenuto un questa considerazione chiederà di essere aiutato.
Nel Leghistan non ci stanno da tempo ad aiutare il Sud.
Quindi??????
Il logorroico La Qualunque cosa propone?
Luigi Vicinanza
Editoriale http://www.lespresso.it - @vicinanzal
Direttore del settimanale L'Espresso, nel numero in edicola:
NORD, con la Milano del dopo-Expo
respira aria di ripresa. Finalmente. Il
Sud invece è scomparso dall’agenda
politica. Da anni. L’Italia a due velocità
è un’Italia zoppa
Ovviamente il Sud tenuto un questa considerazione chiederà di essere aiutato.
Nel Leghistan non ci stanno da tempo ad aiutare il Sud.
Quindi??????
Il logorroico La Qualunque cosa propone?
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Re: Renzi
Dal fine vita alle unioni gay: anche il 2015
ha visto soltanto promesse. E chi vuole l’eutanasia
è sempre costretto ad andare a morire all’estero
Diritti civili,
un altro anno buttato
POCHE PAROLE PER dire addio a una
persona che, come fa chi costruisce la
storia dei diritti negati nel nostro paese,
ha reso pubblica una decisione del tutto
privata. E lo ha fatto per dare voce a chi
viene silenziato da una politica sempre
in ritardo.
ADDIO A DOMINIQUE VELATI, la donna
che ha deciso di praticare l’eutanasia in
Svizzera. Se volete conoscere Dominique,
potete farlo attraverso una bellissima
intervista che le ha fatto Giulia Innocenzi
per Servizio Pubblico, poco prima
che andasse in Svizzera. Dovreste farlo
perché nove anni dopo la morte di Piergiorgio
Welby (era il 20 dicembre 2006)
nulla è cambiato e ancora in Italia non
esiste una legge che regolamenti il ne
vita. Duecento parlamentari e centomila
cittadini hanno chiesto a questo governo
di legiferare in merito, hanno chiesto a
questo governo di cancellare la zona
grigia fatta di spine staccate nel silenzio,
di coraggio che diventa calvario e sofferenza.
Fatto di amore per la vita che diventa
bisogno di morire. Fatto di scelta
legittima che diventa diritto negato.
UN CANCRO AL COLON, metastasi anche
al fegato, l’intervento e poi la scoperta
che le metastasi interessavano anche altre
parti del corpo. Con la chemioterapia
Dominique avrebbe vissuto ancora
qualche anno, pochi. Senza la chemio da
uno a tre mesi. Decide di voler praticare
l’eutanasia. Dominique dice che ha molto
più coraggio chi accetta di percorrere
la strada della chemioterapia e probabilmente,
dati gli effetti devastanti della
cura, ha ragione. Ma io credo che in un
Paese dove non c’è possibilità di scelta
sul ne vita, chi invece decide di praticare
l’eutanasia ha un coraggio diverso: ha
il coraggio della solitudine. Ha il coraggio
di prendere una decisione che apparentemente
si contrappone non alla morale
collettiva, ma alla morale pubblica.
La prima indica come le persone nel
privato delle loro vite ritengono di affrontare
determinati argomenti. La seconda
come il nostro paese pubblicamente
si pone di fronte a determinati
argomenti. Nella realtà dei fatti, un cattolico
praticante può scegliere di praticare
l’eutanasia o di condividere la scelta
di un amico o un parente in tal senso, pur
avendo sempre sostenuto pubblicamente
di essere contrario.
QUINDI IL FRENO non è dato dal sentire
comune, ma dalla mancanza di regole.
Spesso si dice che la politica sia in ritardo
rispetto a quello che la comunità pensa
e sente, soprattutto in materia di diritti
civili. Pensiamo alle coppie di fatto, ai
matrimoni gay, all’adozione di gli in
coppie gay, alle stepchild adoption. In
assenza di dibattito reale, in assenza di
leggi, ogni discussione in merito a questi
argomenti ha giocoforza il sapore della
provocazione. Eppure provocazione
non è, ma legittima richiesta di diritti che
non esistono a fronte di necessità reali.
Chi, ad esempio, decide di praticare
l’eutanasia, lo farà in un contesto che è
ostile a quella pratica, semplicemente
perché non se ne parla, perché l’eutanasia
ha tutto il sapore di una libertà rubata
e non di una scelta possibile, al pari
della decisione di intraprendere un percorso
di cure. Nessuna di queste strade è
la migliore in valore assoluto, ma ciascuna
è la migliore per chi la sceglie.
MORIRE A BERNA signica potersi permettere
12.700 euro. Morire a Berna
signica avere il coraggio di portare alla
bocca il bicchiere con dentro 15 millilitri
di pentobarbital. Dominique a Giulia
Innocenzi ha detto di essere serena, «di
una serenità che augurerei a tutti, poi
fate altre scelte, se volete». È proprio così:
che ciascuno faccia la scelta che vuole,
permettendo al prossimo di fare la propria.
Permettendo al prossimo di poter
vivere e morire secondo la coscienza individuale
e non secondo la religione di
qualcun altro.
IL 2015 È STATO un anno importante,
perché difcile e tragico. Un anno in cui
chi ci governa ha dato ancora prova di
quanto, qualunque cosa accada, l’agenda
politica ha tempi che non dipendono
dalle richieste di cittadini e dalle loro
urgenze. Ecco perché serve il lavoro
dell’Associazione Luca Coscioni per la
libertà di ricerca scientica, che spesso fa
informazione dove colpevolmente manca.
L’Associazione Luca Coscioni ha
continuamente bisogno di risorse per le
proprie (che poi sono le nostre) battaglie,
spero possa contare sulla vostra attenzione.
E spero anche che il 2016 sarà
l’anno dei diritti non più negati, e nemmeno
concessi, ma costruiti.
Roberto Saviano
L’antitaliano www.lespresso.it
ha visto soltanto promesse. E chi vuole l’eutanasia
è sempre costretto ad andare a morire all’estero
Diritti civili,
un altro anno buttato
POCHE PAROLE PER dire addio a una
persona che, come fa chi costruisce la
storia dei diritti negati nel nostro paese,
ha reso pubblica una decisione del tutto
privata. E lo ha fatto per dare voce a chi
viene silenziato da una politica sempre
in ritardo.
ADDIO A DOMINIQUE VELATI, la donna
che ha deciso di praticare l’eutanasia in
Svizzera. Se volete conoscere Dominique,
potete farlo attraverso una bellissima
intervista che le ha fatto Giulia Innocenzi
per Servizio Pubblico, poco prima
che andasse in Svizzera. Dovreste farlo
perché nove anni dopo la morte di Piergiorgio
Welby (era il 20 dicembre 2006)
nulla è cambiato e ancora in Italia non
esiste una legge che regolamenti il ne
vita. Duecento parlamentari e centomila
cittadini hanno chiesto a questo governo
di legiferare in merito, hanno chiesto a
questo governo di cancellare la zona
grigia fatta di spine staccate nel silenzio,
di coraggio che diventa calvario e sofferenza.
Fatto di amore per la vita che diventa
bisogno di morire. Fatto di scelta
legittima che diventa diritto negato.
UN CANCRO AL COLON, metastasi anche
al fegato, l’intervento e poi la scoperta
che le metastasi interessavano anche altre
parti del corpo. Con la chemioterapia
Dominique avrebbe vissuto ancora
qualche anno, pochi. Senza la chemio da
uno a tre mesi. Decide di voler praticare
l’eutanasia. Dominique dice che ha molto
più coraggio chi accetta di percorrere
la strada della chemioterapia e probabilmente,
dati gli effetti devastanti della
cura, ha ragione. Ma io credo che in un
Paese dove non c’è possibilità di scelta
sul ne vita, chi invece decide di praticare
l’eutanasia ha un coraggio diverso: ha
il coraggio della solitudine. Ha il coraggio
di prendere una decisione che apparentemente
si contrappone non alla morale
collettiva, ma alla morale pubblica.
La prima indica come le persone nel
privato delle loro vite ritengono di affrontare
determinati argomenti. La seconda
come il nostro paese pubblicamente
si pone di fronte a determinati
argomenti. Nella realtà dei fatti, un cattolico
praticante può scegliere di praticare
l’eutanasia o di condividere la scelta
di un amico o un parente in tal senso, pur
avendo sempre sostenuto pubblicamente
di essere contrario.
QUINDI IL FRENO non è dato dal sentire
comune, ma dalla mancanza di regole.
Spesso si dice che la politica sia in ritardo
rispetto a quello che la comunità pensa
e sente, soprattutto in materia di diritti
civili. Pensiamo alle coppie di fatto, ai
matrimoni gay, all’adozione di gli in
coppie gay, alle stepchild adoption. In
assenza di dibattito reale, in assenza di
leggi, ogni discussione in merito a questi
argomenti ha giocoforza il sapore della
provocazione. Eppure provocazione
non è, ma legittima richiesta di diritti che
non esistono a fronte di necessità reali.
Chi, ad esempio, decide di praticare
l’eutanasia, lo farà in un contesto che è
ostile a quella pratica, semplicemente
perché non se ne parla, perché l’eutanasia
ha tutto il sapore di una libertà rubata
e non di una scelta possibile, al pari
della decisione di intraprendere un percorso
di cure. Nessuna di queste strade è
la migliore in valore assoluto, ma ciascuna
è la migliore per chi la sceglie.
MORIRE A BERNA signica potersi permettere
12.700 euro. Morire a Berna
signica avere il coraggio di portare alla
bocca il bicchiere con dentro 15 millilitri
di pentobarbital. Dominique a Giulia
Innocenzi ha detto di essere serena, «di
una serenità che augurerei a tutti, poi
fate altre scelte, se volete». È proprio così:
che ciascuno faccia la scelta che vuole,
permettendo al prossimo di fare la propria.
Permettendo al prossimo di poter
vivere e morire secondo la coscienza individuale
e non secondo la religione di
qualcun altro.
IL 2015 È STATO un anno importante,
perché difcile e tragico. Un anno in cui
chi ci governa ha dato ancora prova di
quanto, qualunque cosa accada, l’agenda
politica ha tempi che non dipendono
dalle richieste di cittadini e dalle loro
urgenze. Ecco perché serve il lavoro
dell’Associazione Luca Coscioni per la
libertà di ricerca scientica, che spesso fa
informazione dove colpevolmente manca.
L’Associazione Luca Coscioni ha
continuamente bisogno di risorse per le
proprie (che poi sono le nostre) battaglie,
spero possa contare sulla vostra attenzione.
E spero anche che il 2016 sarà
l’anno dei diritti non più negati, e nemmeno
concessi, ma costruiti.
Roberto Saviano
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Re: Renzi
RENZI QUERELATO PER ALTO TRADIMENTO ( i media censurano la notizia)
per avere aderito al Trattato T.I.S.A. ( Trade In Services Agreement )- sembra segreto-
Il Trattato prevede l'abolizione delle normative nazionali che ostacolano la piena libertà di sviluppo e innovazione nell'attività finanziaria.
pubblicato su http://www.attivotv.it/renzi-querelato- ... o-t-i-s-a/
Fatte le dovute ricerche, risulta su Il FattoQuotidiano del 20/06/2014
Wikileaks: “Ecco il trattato segreto per la liberalizzazione selvaggia della finanza”
L’organizzazione di Assange pubblica la bozza del trattato TISA, un accordo “riservato” tra 50 paesi che potrebbe cancellare il potere d’intervento dei governi e lasciare mano libera alle corporation. Anche su previdenza, evasione e finanza tossica
di Marco Schiaffino | 20 giugno 2014
per avere aderito al Trattato T.I.S.A. ( Trade In Services Agreement )- sembra segreto-
Il Trattato prevede l'abolizione delle normative nazionali che ostacolano la piena libertà di sviluppo e innovazione nell'attività finanziaria.
pubblicato su http://www.attivotv.it/renzi-querelato- ... o-t-i-s-a/
Fatte le dovute ricerche, risulta su Il FattoQuotidiano del 20/06/2014
Wikileaks: “Ecco il trattato segreto per la liberalizzazione selvaggia della finanza”
L’organizzazione di Assange pubblica la bozza del trattato TISA, un accordo “riservato” tra 50 paesi che potrebbe cancellare il potere d’intervento dei governi e lasciare mano libera alle corporation. Anche su previdenza, evasione e finanza tossica
di Marco Schiaffino | 20 giugno 2014
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Re: Renzi
Nella conferenza stampa del presidente del consiglio, non tenendo conto delle millanterie,
delle slide con i gufi ed altre amenità tipiche del guascone Renzi, una cosa va presa sul serio.
Quando ha detto: “Se perdo il referendum costituzionale -che si dovrebbe tenere in ottobre
considererò fallita la mia esperienza in politica”.
Qui sta la sostanza di tutto il suo discorso. Se ad ottobre, o quando sarà, i cittadini italiani,
chiamati a pronunciarsi con referendum, confermeranno le scelte imposte da Renzi e dalla
sua rabberciata maggioranza, non ci si potrà più lamentare. Questa è la democrazia!
Quindi sarà importantissimo impegnarsi in questa battaglia. Nel caso le "riforme" venissero confermate
non ci saranno più scuse e si determinerà una scenario aperto ad altre sciagure difficili oggi da prevedere.
Auguro a tutti: un buon anno!
delle slide con i gufi ed altre amenità tipiche del guascone Renzi, una cosa va presa sul serio.
Quando ha detto: “Se perdo il referendum costituzionale -che si dovrebbe tenere in ottobre
considererò fallita la mia esperienza in politica”.
Qui sta la sostanza di tutto il suo discorso. Se ad ottobre, o quando sarà, i cittadini italiani,
chiamati a pronunciarsi con referendum, confermeranno le scelte imposte da Renzi e dalla
sua rabberciata maggioranza, non ci si potrà più lamentare. Questa è la democrazia!
Quindi sarà importantissimo impegnarsi in questa battaglia. Nel caso le "riforme" venissero confermate
non ci saranno più scuse e si determinerà una scenario aperto ad altre sciagure difficili oggi da prevedere.
Auguro a tutti: un buon anno!
Ultima modifica di erding il 01/01/2016, 11:21, modificato 1 volta in totale.
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Re: Renzi
Intanto buon anno a tutti del forum.
http://www.beppegrillo.it/2015/12/bollette_il_gov.html
"Il Governo favorisce i venditori di elettricità e impedisce risparmi in bolletta di oltre 200 euro annui per ogni utente. La riduzione della bolletta elettrica e del gas è l'ennesima sparata a vuoto del governo: 57 euro in meno all'anno per famiglia, ovvero meno di 5 euro al mese, pari all' 1,2% quando poteva essere del 5% pari almeno di 20 al mese se si fosse evitato di favorire i venditori di energia e gas, cioè le solite A2A, Iren, Hera, Acea, Enel, Eni..." Una piccola mancia di Capodanno con la quale il premier del "Salva Banche" spera di riguadagnare le simpatie degli italiani.
Si sarebbe potuto sfruttare meglio il calo dei prezzi delle materie prime di energia per alleggerire di un bel po' le pesanti spese degli italiani. Ma Renzi ha preferito aiutare i grandi venditori di luce e gas.
La discesa del costo dell'energia e di alcune componenti degli oneri contenuti nella bolletta, vengono infatti vanificati dall'incremento della voce commercializzazione dovuta per far fronte alla riforma del mercato elettrico attualmente non ancora entrata in vigore ma in discussione nell'esame del DDL concorrenza in commissione industria del Senato.
Ecco svelato il trucco. Il quadro emerge dalla lettura dell'ultimo comunicato sulla bolletta inviato dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas: si riscontra che nonostante una riduzione del costo dell'approvvigionamento energetico del 3,4% e un calo di circa il 2% degli oneri, in particolare di quelli che gli utenti pagavano per lo sconto concesso ai grandi consumatori di energia (cementifici, fonderie etc) oggi interrotto da una procedura di infrazione della Commissione europea, il costo della bolletta non cala come dovrebbe perché aumenta la voce commercializzazione per far fronte ad effetti di una riforma che il Parlamento non ha ancora approvato. Riforma cucita addosso guarda caso ai venditori di energia che non è ancora legge ma già erode risparmi ai consumatori. Per completare il quadretto, l'Autorità per l'Energia annuncia la fine delle tutele di mercato ancora prima che il Parlamento ne discuta. Qui si sta facendo una forzatura per camuffare la realtà e indorare la pillola ai cittadini. Interverremo nella commissione industria del Senato per ostacolare questo modo di operare e ridare al Parlamento il ruolo che gli compete, di decidere le regole in tutela dei consumatori.
Lo dimostrano chiaramente i conti diffusi dall'Autorità. Quei numeri, caro presidente del Consiglio, suonano come una presa in giro per milioni di cittadini che contavano su un vero risparmio e che invece hanno avuto in cambio solo vuote promesse".
Movimento 5 Stelle - Senato
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Ciao
Paolo11
http://www.beppegrillo.it/2015/12/bollette_il_gov.html
"Il Governo favorisce i venditori di elettricità e impedisce risparmi in bolletta di oltre 200 euro annui per ogni utente. La riduzione della bolletta elettrica e del gas è l'ennesima sparata a vuoto del governo: 57 euro in meno all'anno per famiglia, ovvero meno di 5 euro al mese, pari all' 1,2% quando poteva essere del 5% pari almeno di 20 al mese se si fosse evitato di favorire i venditori di energia e gas, cioè le solite A2A, Iren, Hera, Acea, Enel, Eni..." Una piccola mancia di Capodanno con la quale il premier del "Salva Banche" spera di riguadagnare le simpatie degli italiani.
Si sarebbe potuto sfruttare meglio il calo dei prezzi delle materie prime di energia per alleggerire di un bel po' le pesanti spese degli italiani. Ma Renzi ha preferito aiutare i grandi venditori di luce e gas.
La discesa del costo dell'energia e di alcune componenti degli oneri contenuti nella bolletta, vengono infatti vanificati dall'incremento della voce commercializzazione dovuta per far fronte alla riforma del mercato elettrico attualmente non ancora entrata in vigore ma in discussione nell'esame del DDL concorrenza in commissione industria del Senato.
Ecco svelato il trucco. Il quadro emerge dalla lettura dell'ultimo comunicato sulla bolletta inviato dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas: si riscontra che nonostante una riduzione del costo dell'approvvigionamento energetico del 3,4% e un calo di circa il 2% degli oneri, in particolare di quelli che gli utenti pagavano per lo sconto concesso ai grandi consumatori di energia (cementifici, fonderie etc) oggi interrotto da una procedura di infrazione della Commissione europea, il costo della bolletta non cala come dovrebbe perché aumenta la voce commercializzazione per far fronte ad effetti di una riforma che il Parlamento non ha ancora approvato. Riforma cucita addosso guarda caso ai venditori di energia che non è ancora legge ma già erode risparmi ai consumatori. Per completare il quadretto, l'Autorità per l'Energia annuncia la fine delle tutele di mercato ancora prima che il Parlamento ne discuta. Qui si sta facendo una forzatura per camuffare la realtà e indorare la pillola ai cittadini. Interverremo nella commissione industria del Senato per ostacolare questo modo di operare e ridare al Parlamento il ruolo che gli compete, di decidere le regole in tutela dei consumatori.
Lo dimostrano chiaramente i conti diffusi dall'Autorità. Quei numeri, caro presidente del Consiglio, suonano come una presa in giro per milioni di cittadini che contavano su un vero risparmio e che invece hanno avuto in cambio solo vuote promesse".
Movimento 5 Stelle - Senato
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Ciao
Paolo11
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Re: Renzi
erding ha scritto:Nella conferenza stampa del presidente del consiglio, non tenendo conto delle millanterie,
delle slide con i gufi ed altre amenità tipiche del guascone Renzi, una cosa va presa sul serio.
Quando ha detto: “Se perdo il referendum costituzionale -che si dovrebbe tenere in ottobre
considererò fallita la mia esperienza in politica”.
Qui sta la sostanza di tutto il suo discorso. Se ad ottobre, o quando sarà, i cittadini italiani,
chiamati a pronunciarsi con referendum, confermeranno le scelte imposte da Renzi e dalla
sua rabberciata maggioranza, non ci si potrà più lamentare. Questa è la democrazia!
Quindi sarà importantissimo impegnarsi in questa battaglia. Nel caso le "riforme" venissero confermate
non ci saranno più scuse e si determinerà una scenario aperto ad altre sciagure difficili oggi da prevedere.
Auguro a tutti: un buon anno!
Vero. Dobbiamo impegnarci al massimo per contribuire ad evitare la dittatura del prossimo ventennio.
Io mi sento già impegnato dall’ottobre scorso quando ho aperto il 3D:
Oggetto del messaggio: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE
Inviato: 04/10/2015, 19:59
http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... f=2&t=1209
Adesso, tu hai rilanciato il tema in questo post.
Contemporaneamente Sergio Caserta, ha rilanciato il tema su Il Fatto Quotidiano.it, dove mi sono sentito in dovere di partecipare andando giù piatto senza tanti sfronzoli nei commenti.
Se vi sentite ancora antifascisti, spero che vi impegniate per dire NOOOOOOOOOOO e fare dire NOOOOOOOOOOO a questo referendum.
Questo lo dobbiamo a quelle migliaia di ragazze, ragazzi, donne e uomini che tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, hanno sacrificato il bene più prezioso a loro disposizione, la vita, perché si formasse un’Italia nuova non più soffocata dalla dittatura fascista.
La mia generazione che è quella di pancho, paolo11, e suppongo iospero, erding, e aaaa42, ha goduto appieno della conseguenza indiscutibile di quei sacrifici.
Chi ha vissuto dopo il 25 aprile sino ad oggi si rende ben conto che la nostra generazione ha vissuto il miglior periodo in assoluto in questa terra a forma di stivale.
Tutte le altre generazioni che ci hanno preceduto, sono sempre state falcidiate da guerre. Noi abbiamo vissuto 70 anni di pace. Un tempo lungo una vita.
Perdere tutto questo per la complicità di un ambizioso toscanello che è caduto dal seggiolone da piccolo, con la conseguenza che si ritrova in un mix tra Pinocchio e capitan Fracassa, disposto a tutto pur di raggiungere il successo personale, compreso quello di svendere 60 milioni di connazionali alla J.P. Morgan, che ha chiesto con un documento nel 2013 di azzerare tutte le Costituzioni antifasciste del dopoguerra perché troppo socialiste ed antifasciste, NON DEVE PASSARE.
NO PASSARAN
Questo dipende solo da noi. Siamo ad un bivio e adesso bisogna lottare. Altrimenti passerà il fascismo del Terzo Millennio.
PS per Iospero.
Questa è l’occasione per dimostrare se la sinistra esiste ancora.
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