MOVIMENTO 5 STELLE

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camillobenso
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da camillobenso »

Prima di fare la domanda a Paolo, un pò di letteratura su cosa ne pensa la stampa


LA CRISI E IL MOVIMENTO CINQUE STELLE

La delusione sociale e il consenso grillino
È il M5S che trae più vantaggio dalla fine della concertazione voluta da Renzi
di Dario Di Vico


Tra i due litiganti alla fine il terzo gode. Dopo una stagione nella quale Matteo Renzi e i corpi intermedi se le sono date di santa ragione il risultato è l’aumento di consensi di Beppe Grillo. Il premier ha fatto della disintermediazione uno dei suoi cavalli di battaglia sostenendo che tra i tanti motivi della bassa crescita italiana c’era proprio il potere di veto delle corporazioni consolidatosi nel rito della concertazione. Coerentemente con quest’analisi Renzi ha via via messo nel mirino i vizi dei sindacati e delle associazioni artigiane accusate di privilegiare le logiche di potere rispetto alla rappresentanza dei propri iscritti, di coltivare una visione della società ormai fuori registro e di aver chiuso le porte all’innovazione. Fin qui poco da dire, e forse parecchio da condividere ma Renzi avrebbe dovuto poi mostrare il dividendo della deregulation, avrebbe dovuto esibire alla base sindacale e al ceto medio un Pil scoppiettante. Non gli è stato possibile e così non ha incassato i frutti della sua campagna politica. Per dirla con una vecchia immagine della politica ha scosso l’albero ma non ha raccolto le mele, la sua constituency non si è allargata, non ha aumentato il pescaggio sociale. È sempre elevato il consenso di opinione per Renzi e il Pd ma deriva più dalla capacità (politica) di presentarsi come l’unica offerta affidabile — da qui la forte attenzione dell’area centrista e degli imprenditori privati medio-grandi — che da un ampio convincimento (sociale) sui provvedimenti adottati. L’unica eccezione sono stati gli 80 euro e l’hanno infatti portato oltre quota 40. I corpi intermedi, dal canto loro, attraversano una fase di grande stanchezza. Quando si riuniscono insieme le tre segreterie di Cgil-Cisl-Uil è un evento segnalato persino dalle agenzie di stampa e per confezionare un documento unitario passano settimane.Rete imprese Italia che doveva portare alla creazione della rappresentanza unica del ceto medio produttivo non viene nemmeno più nominata. La Grande crisi li ha segnati, li ha portati a ripiegare sulla difensiva e a rimandare a tempi migliori i progetti.Davanti all’attacco di Renzi la società di mezzo si è prima indignata e poi quasi rassegnata alla perdita di interlocuzione. Scontando l’irrilevanza si difende come può, ottenendo qualche misura ad hoc (l’aumento del contante) oppure riprendendo a scioperare. Gli iscritti a Cgil-Cisl-Uil e gli artigiani/commercianti associati non si sono certo avvicinati elettoralmente a Renzi, anzi una parte dei lavoratori dipendenti ha cominciato a sostenere nei sondaggi la scelta del non voto mentre i piccolissimi imprenditori si sono via via avvicinati a Grillo. Dalla fine della concertazione dunque più che il Pil ne hanno guadagnato Cinquestelle. Non hanno dovuto far molto, è riuscito loro di porsi come piattaforma di riferimento dei delusi sia del renzismo sia della rappresentanza. Il «piccolo» non vede risultati tangibili arrivare dall’Europa e dal governo e sospetta che le banche siano contro di lui. Con tutta probabilità avrebbe aderito alla battaglia della disintermediazione, avrebbe lui stesso contribuito a lottare contro le corporazioni ma visto che Matteo Renzi si è fermato a metà del guado ora trova sfogo nel grillismo. Che da parte sua è riuscito in un’operazione tutt’altro che facile: ha sommato lo stock dei vecchi consensi che gli venivano dalla battaglia contro i costi della politica ai nuovi flussi costituiti dall’appoggio di chi si sente maggiormente colpito dalla crisi. 24 dicembre 2015 (modifica il 24 dicembre 2015 | 12:20)

http://www.corriere.it/politica/15_dice ... 341c.shtml
camillobenso
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

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L’intervista
Casaleggio: vogliamo vincere a Roma È la prova prima del governo»
Il guru 5 Stelle: bene la Consulta, certe scelte rapide non sono possibili sul web. E sul suo libro: stop a macellai e parrucchieri? Provocazioni, non è il programma di Emanuele Buzzi


Dalle prossime Amministrative a Roma alle polemiche per il suo ultimo libro, dalla crescita nei sondaggi del M5S all’accordo sulla Consulta, Gianroberto Casaleggio replica alle accuse e contrattacca. Gli ultimi sondaggi vi accreditano quasi al 30%, a soli due punti dal Pd. Pensa sia uno scenario verosimile? Cosa comporta? «Che gli italiani cominciano ad accreditarci come forza di governo nonostante le falsità dell’informazione e la barriera messa in atto dai partiti in ogni forma possibile». Di Maio sempre secondo gli stessi dati gode di una fiducia molto alta. Grillo una volta ha detto che le somiglia: lei si rivede in lui? «Un po’ sì, ma alla sua età mi occupavo di altro. Facevo il progettista software all’Olivetti di Ivrea». In questi giorni è mancata Laura Olivetti, figlia di Adriano. Lei ha lavorato nella sua impresa per molti anni. Che cosa le ha lasciato quella esperienza? «Ho conosciuto personalmente Laura Olivetti e sono molto dispiaciuto della sua scomparsa. Adriano Olivetti metteva la persona prima dell’impresa, la sua idea di comunità ricorda un po’ la nostra filosofia. In un certo senso siamo figli di Adriano». In primavera si va al voto. Roma, per chiunque vinca, potrebbe essere un problema da amministrare e un boomerang in vista delle prossime Politiche. Voi avete paura di vincere? «Noi vogliamo vincere. Roma è una tappa obbligata prima del governo. Un banco di prova. Se avessimo paura di governare Roma non potremmo neppure pensare di voler governare il Paese». Quali sono le priorità per il rilancio dell’Italia? «Innovazione, istruzione, eliminazione della corruzione, diminuzione del livello di tassazione contemporaneamente a una seria lotta all’evasione, etica». Avete oltre 230 potenziali candidati a sindaco di Roma: che profilo auspicherebbe? Se sarà un volto poco noto non teme possa avere dei problemi a confrontarsi con chi mastica politica da anni? «Una competizione elettorale non può essere ricondotta a degli spot o a chi “mastica” politica, Il nostro punto fermo è il programma. Siamo partiti dai municipi di Roma per raccogliere le candidature che sono state spontanee e che stiamo vagliando in questi giorni». Come procederete? «Abbiamo identificato dieci aree di intervento per la città di Roma, la cui priorità sarà decisa con una votazione online. Sulle prime tre interverremo immediatamente dopo le elezioni. Da qui partiremo per un percorso di partecipazione, che si articolerà sia online sia con incontri in cui iscritti, comitati di quartiere, associazioni, organizzazioni attive sul sociale si confronteranno per poter avanzare proposte e priorità. Il candidato sindaco e la lista comunale saranno infine scelti online dagli iscritti di Roma». Non solo Roma ma anche molte altre città importanti: quali sono le vostre ambizioni? Auspicate una svolta? «La svolta c’è già stata nel 2013 quando il M5S vinse le elezioni, poi sappiamo come è andata». A Bologna c’è stata polemica... «Una polemica artificiosa. Comunque è un buon segno, significa che a Bologna ci temono». Al Nord il Movimento presenta nuovi volti - bocconiani, pragmatici, vicini alle imprese - sta puntando senza snaturarsi ad attrarre i moderati indecisi? «È probabile che si stiano avvicinando al M5S persone con profili sociali diversi rispetto all’inizio, ma non sono frutto di una scelta calata dall’alto». Cosa pensa dell’accordo sulla Consulta? «Credo che alla fine possa essere considerato un buon accordo, frutto di un confronto da parte nostra chiaro e trasparente con le altre forze politiche». Pensa si possa replicare per altri temi? «Ogni volta che viene fatta una proposta che riteniamo corretta per il Paese noi la voteremo. Ogni volta che una proposta parte del nostro programma verrà presentata in Parlamento noi la voteremo. Bisogna ricordare però che a causa di una legge elettorale incostituzionale, noi siamo minoranza». Lei da sempre sostiene la partecipazione del web. Per la Consulta, come per la Rai, non siete riusciti a esprimervi. I militanti si sono divisi: pensate a un correttivo? «Ci sono situazioni, come la Consulta e la Rai, che richiedono decisioni continue e veloci, per ora ancora impraticabili con il web. In ogni caso il gruppo parlamentare ha discusso e approvato le scelte a maggioranza». Negli ultimi mesi voi vi siete spesi molto per il reddito di cittadinanza. La vostra proposta però è arenata: cosa farete adesso? «Il reddito di cittadinanza è il primo punto del nostro programma per le elezioni politiche, sono due anni che cerchiamo di farlo approvare, ma siamo ostacolati in ogni modo. È presente in tutti i Paesi europei tranne che in Grecia e in Italia, la stessa Ue ne ha chiesto l’introduzione nel nostro Paese». Si è discusso molto dei Comuni amministrati dal Movimento. A Livorno sono stati espulsi tre consiglieri e la maggioranza ora ha numeri risicati: c’erano altre soluzioni a suo avviso? La giunta Nogarin riuscirà ad andare avanti? «La strategia del Pd è dimostrare che i Comuni amministrati da noi non funzionano perché in questo caso il M5S non sarebbe neppure affidabile per governare il Paese. Nel caso di Livorno i problemi non ci sono. Sta di fatto che quando vinciamo ci troviamo quasi sempre i conti dissestati dalle precedenti amministrazioni e per prima cosa dobbiamo metterli in ordine, come stiamo facendo ovunque. La situazione di Livorno è legata a una municipalizzata con un buco di 42 milioni di euro. Chi governava Livorno prima di noi?». Dopo l’addio di Grillo dal simbolo, ci saranno altre novità formali o organizzative nel 2016? «Non credo, anche se il Movimento cresce molto velocemente e questo comporterà una maggiore cura organizzativa». Negli ultimi giorni ci sono state polemiche per il suo libro «Veni Vidi Web»... «Il libro riprende alcuni capitoli pubblicati anni fa su libri che non sono più in commercio, più qualche contributo recente tratto dal blog». Lei però parla di ipermercati rasi al suolo, di rieducazione forzata, di gogna pubblica, di stop alla caccia, di chiusura per parrucchieri e macellerie, di ministeri della Pace: sono provocazioni? «Quelle che lei cita sono provocazioni e non un programma di governo. Però chi non vorrebbe un Ministero della Pace? Internet non è una panacea per tutti i mali che affliggono la società però bisogna prendere atto che cambia la realtà e gestire il cambiamento piuttosto che subirlo». 24 dicembre 2015 (modifica il 24 dicembre 2015 | 10:33) © RIPRODUZIONE RISERVATA] l’intervista
Casaleggio: vogliamo vincere a Roma
È la prova prima del governo»
Il guru 5 Stelle: bene la Consulta, certe scelte rapide non sono possibili sul web.
E sul suo libro: stop a macellai e parrucchieri? Provocazioni, non è il programma
di Emanuele Buzzi
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Dalle prossime Amministrative a Roma alle polemiche per il suo ultimo libro, dalla crescita nei sondaggi del M5S all’accordo sulla Consulta, Gianroberto Casaleggio replica alle accuse e contrattacca.
Gli ultimi sondaggi vi accreditano quasi al 30%, a soli due punti dal Pd. Pensa sia uno scenario verosimile? Cosa comporta?
«Che gli italiani cominciano ad accreditarci come forza di governo nonostante le falsità dell’informazione e la barriera messa in atto dai partiti in ogni forma possibile».
Di Maio sempre secondo gli stessi dati gode di una fiducia molto alta. Grillo una volta ha detto che le somiglia: lei si rivede in lui?
«Un po’ sì, ma alla sua età mi occupavo di altro. Facevo il progettista software all’Olivetti di Ivrea».
In questi giorni è mancata Laura Olivetti, figlia di Adriano. Lei ha lavorato nella sua impresa per molti anni. Che cosa le ha lasciato quella esperienza?
«Ho conosciuto personalmente Laura Olivetti e sono molto dispiaciuto della sua scomparsa. Adriano Olivetti metteva la persona prima dell’impresa, la sua idea di comunità ricorda un po’ la nostra filosofia. In un certo senso siamo figli di Adriano».
In primavera si va al voto. Roma, per chiunque vinca, potrebbe essere un problema da amministrare e un boomerang in vista delle prossime Politiche. Voi avete paura di vincere?
«Noi vogliamo vincere. Roma è una tappa obbligata prima del governo. Un banco di prova. Se avessimo paura di governare Roma non potremmo neppure pensare di voler governare il Paese».
Quali sono le priorità per il rilancio dell’Italia?
«Innovazione, istruzione, eliminazione della corruzione, diminuzione del livello di tassazione contemporaneamente a una seria lotta all’evasione, etica».
Avete oltre 230 potenziali candidati a sindaco di Roma: che profilo auspicherebbe? Se sarà un volto poco noto non teme possa avere dei problemi a confrontarsi con chi mastica politica da anni?
«Una competizione elettorale non può essere ricondotta a degli spot o a chi “mastica” politica, Il nostro punto fermo è il programma. Siamo partiti dai municipi di Roma per raccogliere le candidature che sono state spontanee e che stiamo vagliando in questi giorni».
Come procederete?
«Abbiamo identificato dieci aree di intervento per la città di Roma, la cui priorità sarà decisa con una votazione online. Sulle prime tre interverremo immediatamente dopo le elezioni. Da qui partiremo per un percorso di partecipazione, che si articolerà sia online sia con incontri in cui iscritti, comitati di quartiere, associazioni, organizzazioni attive sul sociale si confronteranno per poter avanzare proposte e priorità. Il candidato sindaco e la lista comunale saranno infine scelti online dagli iscritti di Roma».
Non solo Roma ma anche molte altre città importanti: quali sono le vostre ambizioni? Auspicate una svolta?
«La svolta c’è già stata nel 2013 quando il M5S vinse le elezioni, poi sappiamo come è andata».
A Bologna c’è stata polemica...
«Una polemica artificiosa. Comunque è un buon segno, significa che a Bologna ci temono».
Al Nord il Movimento presenta nuovi volti - bocconiani, pragmatici, vicini alle imprese - sta puntando senza snaturarsi ad attrarre i moderati indecisi?
«È probabile che si stiano avvicinando al M5S persone con profili sociali diversi rispetto all’inizio, ma non sono frutto di una scelta calata dall’alto».
Cosa pensa dell’accordo sulla Consulta?
«Credo che alla fine possa essere considerato un buon accordo, frutto di un confronto da parte nostra chiaro e trasparente con le altre forze politiche».
Pensa si possa replicare per altri temi?
«Ogni volta che viene fatta una proposta che riteniamo corretta per il Paese noi la voteremo. Ogni volta che una proposta parte del nostro programma verrà presentata in Parlamento noi la voteremo. Bisogna ricordare però che a causa di una legge elettorale incostituzionale, noi siamo minoranza».
Lei da sempre sostiene la partecipazione del web. Per la Consulta, come per la Rai, non siete riusciti a esprimervi. I militanti si sono divisi: pensate a un correttivo?
«Ci sono situazioni, come la Consulta e la Rai, che richiedono decisioni continue e veloci, per ora ancora impraticabili con il web. In ogni caso il gruppo parlamentare ha discusso e approvato le scelte a maggioranza».
Negli ultimi mesi voi vi siete spesi molto per il reddito di cittadinanza. La vostra proposta però è arenata: cosa farete adesso?
«Il reddito di cittadinanza è il primo punto del nostro programma per le elezioni politiche, sono due anni che cerchiamo di farlo approvare, ma siamo ostacolati in ogni modo. È presente in tutti i Paesi europei tranne che in Grecia e in Italia, la stessa Ue ne ha chiesto l’introduzione nel nostro Paese».
Si è discusso molto dei Comuni amministrati dal Movimento. A Livorno sono stati espulsi tre consiglieri e la maggioranza ora ha numeri risicati: c’erano altre soluzioni a suo avviso? La giunta Nogarin riuscirà ad andare avanti?
«La strategia del Pd è dimostrare che i Comuni amministrati da noi non funzionano perché in questo caso il M5S non sarebbe neppure affidabile per governare il Paese. Nel caso di Livorno i problemi non ci sono. Sta di fatto che quando vinciamo ci troviamo quasi sempre i conti dissestati dalle precedenti amministrazioni e per prima cosa dobbiamo metterli in ordine, come stiamo facendo ovunque. La situazione di Livorno è legata a una municipalizzata con un buco di 42 milioni di euro. Chi governava Livorno prima di noi?».
Dopo l’addio di Grillo dal simbolo, ci saranno altre novità formali o organizzative nel 2016?
«Non credo, anche se il Movimento cresce molto velocemente e questo comporterà una maggiore cura organizzativa».
Negli ultimi giorni ci sono state polemiche per il suo libro «Veni Vidi Web»...
«Il libro riprende alcuni capitoli pubblicati anni fa su libri che non sono più in commercio, più qualche contributo recente tratto dal blog».
Lei però parla di ipermercati rasi al suolo, di rieducazione forzata, di gogna pubblica, di stop alla caccia, di chiusura per parrucchieri e macellerie, di ministeri della Pace: sono provocazioni?
«Quelle che lei cita sono provocazioni e non un programma di governo. Però chi non vorrebbe un Ministero della Pace? Internet non è una panacea per tutti i mali che affliggono la società però bisogna prendere atto che cambia la realtà e gestire il cambiamento piuttosto che subirlo».
24 dicembre 2015 (modifica il 24 dicembre 2015 | 10:33)
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http://www.corriere.it/politica/15_dice ... 341c.shtml
pancho
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da pancho »

Veni vidi web, Casaleggio nel suo ultimo libro vede un futuro con supermercati rasi al suolo e rieducazioni forzate

David Allegranti, L'Huffington Post
Pubblicato: 21/12/2015 17:47 CET Aggiornato: 21/12/2015 17:47 CET

A che cosa servono i sindacati, i partiti politici, a che cosa servono i vertici aziendali, anzi a cosa servono, proprio, i leader? A che servono le librerie, le macellerie e i tabaccai? A niente, e infatti non ci saranno più.
Il mondo immaginato da Gianroberto Casaleggio in “Veni vidi web” (Adagio editore, la casa editrice digitale della Casaleggio Associati, 75 pp) è governato secondo i ritmi, i riti e le regole della Rete.

]Una Rete di cui Casaleggio nel suo libro, con prefazione di Fedez, sottolinea soprattutto gli aspetti positivi, in preda a quello che Evgeny Morozov chiamerebbe tecno-entusiasmo, in grado di costruire un mondo in cui al centro c’è il cittadino attivo, correttamente informato, capace di votare in maniera deliberata e non per mera appartenenza o simpatia, ma perché ne è realmente convinto.

Quello che Gianroberto spiega è come la rete stia cambiando i rapporti fra le persone, ponendo proprio l’individuo al centro del tutto”, scrive Fedez nella sua introduzione in cui magnifica Internet, “o come dicono i radical chic ‘l’internet’”. E quello di Casaleggio, scrive il rapper, è un “manuale chiaro e fruibile su quello che dovrebbe essere il miglior approccio possibile al web, declinato attraverso le fisiologiche conseguenze economiche, sociali e politiche”.

Un manifesto in cui il guru del M5S racconta come Internet cambierà la storia del mondo, in modo “radicale e assoluto”. E nell’era della Rete “solo il senso di comunità e appartenenza, il riconoscersi in valori comuni consentirà alle società di sopravvivere”. In sostanza, la società deve assomigliare a un gigantesco MeetUp del M5S, nella quale l’appartenenza prevale sul resto.
Il problema, però, che Casaleggio non sottolinea, è che non c’è spazio per tutto ciò che è divergente, in questo fantastico mondo che funziona secondo la Rete, come si vede anche dalle espulsioni nel M5S nell’ultimo anno e mezzo: “Petrolio e carbone sono proibiti insieme alla circolazione di macchine private. I mezzi pubblici sono gratuiti. L’emissione di Co2 è punita con la reclusione fino a 30 anni. Taxi, tabaccai, macellerie e librerie sono scomparsi. La più grande impresa del mondo produce biciclette e monopattini. Le spiagge sono libere…”.

Segue la visione del mondo secondo Casaleggio: “Gli ipermercati sono stati rasi al suolo ovunque. I beni alimentari prodotti e consumati a chilometro zero sono defiscalizzati. Le imprese di costruzione sono state riconvertite in imprese di decostruzione. Distruggono edifici e infrastrutture inutili”.

E ancora: “Non si possono possedere complessivamente mobili e immobili per un valore superiore a cinque milioni di euro. Ogni euro in più deve andare a favore della comunità. Chi si sottrae è rieducato alla comprensione della vita in appositi centri yoga gestiti da neomaoisti. La parola leader è diventata un insulto”. Per non dire del destino riservato a “corrotti e corruttori”, “esposti in apposite gabbie sulle circonvallazioni delle città”.

Anche gli intermediari, in questa utopia (o distopia…), sono banditi, perché la Rete stessa nasce come strumento di disintermediazione. “Via Internet si può acquisire direttamente un bene, un servizio, un’informazione. Senza intermediari”. Vale per l’acquisto dei biglietti aerei o per la sottoscrizione di un abbonamento, ma la disintermediazione può essere applicata anche in politica.
La Rete ha una valenza anticapitalista, con la sua diffusione aumenta il valore delle idee e della conoscenza e diminuisce quello del denaro”, scrive Casaleggio in uno dei suoi comandamenti, che chiama “alberi della neve”, come quelli di Franz Kafka, alberi apparentemente appoggiati ma anche altrettanto in apparenza legati solidamente al terreno.

La Rete cambia la politica introducendo una relazione tra politici e cittadini: la democrazia diretta”, dice il compagno d’avventure politiche di Beppe Grillo, che chiede venia in anticipo qualora le previsioni dovessero rivelarsi erronee. “Solo chi fa previsioni le può sbagliare, concedetemi quindi la possibilità d’errore”. In futuro in politica esisteranno, dunque, nuovi politici: nascerà la figura dell’“interactive leader”, colui che trasforma in continuazione i desideri della pubblica opinione in realtà.

Questo nuovo politico non avrà bisogno di essere interpretato dai media attuali, che perderanno quindi la loro importanza. L’interactive leader da una parte acquisterà potere, ma dall’altra lo perderà perché dovrà rendere conto ai cittadini delle sue azioni e a perseguire la volontà dell’elettorato in tempo reale”. Il politico sarà considerato in termini utiliritaristici dai cittadini: se farà un buon lavoro “avrà successo e potrà considerarsi immune da valutazioni morali, etiche o ideologiche”.

Potrà insomma continuare ad abitare nella Cosa del Grande Fratello Gianroberto Casaleggio.

http://www.huffingtonpost.it/2015/12/21 ... _ref=italy

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Attendo vs. commenti a riguardo. Anche quelli di Paolino.

un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
iospero
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da iospero »

Anche io attendo una risposta dal nostro amico Paolino, avevo chiesto:
perché il M5S ha condiviso con il PD la nomina dei tre per la CONSULTA, se non l'avesse fatto da più parti
si ritiene che il Presidente della Repubblica sarebbe stato costretto a indire le elezioni politiche, non essendo possibile l'esistenza di uno Stato senza la completezza dlle sue istituzioni.
Il M5S non si sente ancora pronto per governare l'Italia ?


camillobenso
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da camillobenso »

pancho ha scritto:Veni vidi web, Casaleggio nel suo ultimo libro vede un futuro con supermercati rasi al suolo e rieducazioni forzate

David Allegranti, L'Huffington Post
Pubblicato: 21/12/2015 17:47 CET Aggiornato: 21/12/2015 17:47 CET

A che cosa servono i sindacati, i partiti politici, a che cosa servono i vertici aziendali, anzi a cosa servono, proprio, i leader? A che servono le librerie, le macellerie e i tabaccai? A niente, e infatti non ci saranno più.
Il mondo immaginato da Gianroberto Casaleggio in “Veni vidi web” (Adagio editore, la casa editrice digitale della Casaleggio Associati, 75 pp) è governato secondo i ritmi, i riti e le regole della Rete.

]Una Rete di cui Casaleggio nel suo libro, con prefazione di Fedez, sottolinea soprattutto gli aspetti positivi, in preda a quello che Evgeny Morozov chiamerebbe tecno-entusiasmo, in grado di costruire un mondo in cui al centro c’è il cittadino attivo, correttamente informato, capace di votare in maniera deliberata e non per mera appartenenza o simpatia, ma perché ne è realmente convinto.

Quello che Gianroberto spiega è come la rete stia cambiando i rapporti fra le persone, ponendo proprio l’individuo al centro del tutto”, scrive Fedez nella sua introduzione in cui magnifica Internet, “o come dicono i radical chic ‘l’internet’”. E quello di Casaleggio, scrive il rapper, è un “manuale chiaro e fruibile su quello che dovrebbe essere il miglior approccio possibile al web, declinato attraverso le fisiologiche conseguenze economiche, sociali e politiche”.

Un manifesto in cui il guru del M5S racconta come Internet cambierà la storia del mondo, in modo “radicale e assoluto”. E nell’era della Rete “solo il senso di comunità e appartenenza, il riconoscersi in valori comuni consentirà alle società di sopravvivere”. In sostanza, la società deve assomigliare a un gigantesco MeetUp del M5S, nella quale l’appartenenza prevale sul resto.
Il problema, però, che Casaleggio non sottolinea, è che non c’è spazio per tutto ciò che è divergente, in questo fantastico mondo che funziona secondo la Rete, come si vede anche dalle espulsioni nel M5S nell’ultimo anno e mezzo: “Petrolio e carbone sono proibiti insieme alla circolazione di macchine private. I mezzi pubblici sono gratuiti. L’emissione di Co2 è punita con la reclusione fino a 30 anni. Taxi, tabaccai, macellerie e librerie sono scomparsi. La più grande impresa del mondo produce biciclette e monopattini. Le spiagge sono libere…”.

Segue la visione del mondo secondo Casaleggio: “Gli ipermercati sono stati rasi al suolo ovunque. I beni alimentari prodotti e consumati a chilometro zero sono defiscalizzati. Le imprese di costruzione sono state riconvertite in imprese di decostruzione. Distruggono edifici e infrastrutture inutili”.

E ancora: “Non si possono possedere complessivamente mobili e immobili per un valore superiore a cinque milioni di euro. Ogni euro in più deve andare a favore della comunità. Chi si sottrae è rieducato alla comprensione della vita in appositi centri yoga gestiti da neomaoisti. La parola leader è diventata un insulto”. Per non dire del destino riservato a “corrotti e corruttori”, “esposti in apposite gabbie sulle circonvallazioni delle città”.

Anche gli intermediari, in questa utopia (o distopia…), sono banditi, perché la Rete stessa nasce come strumento di disintermediazione. “Via Internet si può acquisire direttamente un bene, un servizio, un’informazione. Senza intermediari”. Vale per l’acquisto dei biglietti aerei o per la sottoscrizione di un abbonamento, ma la disintermediazione può essere applicata anche in politica.
La Rete ha una valenza anticapitalista, con la sua diffusione aumenta il valore delle idee e della conoscenza e diminuisce quello del denaro”, scrive Casaleggio in uno dei suoi comandamenti, che chiama “alberi della neve”, come quelli di Franz Kafka, alberi apparentemente appoggiati ma anche altrettanto in apparenza legati solidamente al terreno.

La Rete cambia la politica introducendo una relazione tra politici e cittadini: la democrazia diretta”, dice il compagno d’avventure politiche di Beppe Grillo, che chiede venia in anticipo qualora le previsioni dovessero rivelarsi erronee. “Solo chi fa previsioni le può sbagliare, concedetemi quindi la possibilità d’errore”. In futuro in politica esisteranno, dunque, nuovi politici: nascerà la figura dell’“interactive leader”, colui che trasforma in continuazione i desideri della pubblica opinione in realtà.

Questo nuovo politico non avrà bisogno di essere interpretato dai media attuali, che perderanno quindi la loro importanza. L’interactive leader da una parte acquisterà potere, ma dall’altra lo perderà perché dovrà rendere conto ai cittadini delle sue azioni e a perseguire la volontà dell’elettorato in tempo reale”. Il politico sarà considerato in termini utiliritaristici dai cittadini: se farà un buon lavoro “avrà successo e potrà considerarsi immune da valutazioni morali, etiche o ideologiche”.

Potrà insomma continuare ad abitare nella Cosa del Grande Fratello Gianroberto Casaleggio.

http://www.huffingtonpost.it/2015/12/21 ... _ref=italy

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Attendo vs. commenti a riguardo. Anche quelli di Paolino.

un salutone

Punti di vista fuori dal forum





Società
Ipermercati addio: luoghi abbandonati senza un futuro
di Maurizio Chierici | 15 dicembre 2015
Commenti (317)




Si illuminano come alberi di Natale, ma la seduzione dei supermercati comincia a sfiorire: primi passi verso il viale del tramonto. Anni fa hanno spento i negozi delle vecchie città; adesso non sopportano la concorrenza elettronica. Nuove generazioni sempre più lontane dalle file beduine del compra-compra. Fanno spesa col clic dello smart. Eppure anche l’Italia senza banda larga ruba clienti alle grandi botteghe, sia pure col passo lento di una rete arretrata che pasticcia nell’esportazione online mentre la Cina allarga i mercati e moltiplica gli affari e-commerce: 710 milioni di oggetti proposti nelle vetrine virtuali, 310 miliardi di dollari, 400 nel 2016. Da noi clienti più uomini che donne, ma la differenza diventa sottile appena Internet arriva nella tasca dei telefoni. Giovani avventori che aumentano il 3 per cento l’anno. Comprano cosmetici, pentole, gioielli, biglietti aereo-treno, vestiti, magliette. Diffidenti sulle scarpe; oscar dei desideri telefoni e computer. Mai più di 35 anni. I pensionati si contano sulle mani.


Iper e super mercati resisteranno fino a quando non diventeremo un paese elettronicamente normale mentre gli Stati Uniti già programmano come trasformare in “spazi culturali” capannoni senza finestre e senza orologi, bunker del consumismo di chi ha i minuti contati. Per dire le prime ipotesi: angoli con orchestrine, sale conferenze, cinema, saune, campi da tennis mentre ormai lontani dai desideri gli scaffali dei nostri giorni sopravviveranno negli angoli degradati alle borse della spesa.

Quarant’anni fa, Iper e Super avevano rivoluzionato le abitudini dell’Italia che non sopportava la fortuna del restare di provincia. Botteghe degli incontri e delle chiacchiere, vetrine che rallentavano i passi sui marciapiedi trasformati in salotti dove i ragazzi ciondolavano nell’anticamera dei desideri. Sono arrivati gli stanzoni senza aria e senza tempo. Spogliano nell’anonimato il sapore di ogni città. Nessuno fa salotto con bottiglie e verdure che grondano dai carrelli. Super e Iper diventano l’alibi della speculazione edilizia che seppellisce nel cemento le campagne asfissiate dalle new town.

Nel dopoguerra le città si allargavano attorno a chiese, scuole, bocciofile, spazi per i discorsi di chi cercava di capire. Poi Iper e Super riuniscono nei palazzoni senz’anima inquilini smarriti dai giorni vuoti: figli al lavoro, nipoti fra i banchi. Per scambiare due parole devono scendere e comprare. Urbanistica che associa strutture teoricamente inconciliabili: speculatori e cooperative. Coprono di cemento 70 ettari al giorno, cento campi da calcio: strade, rotonde, parcheggi per le carovane dei clienti attorno ai pancali dei “mercati della modernità”. Eccoli invecchiati dalle nuove abitudini.


Chirac presidente non progressista aveva capito 30 anni fa che il fascino della sua Parigi ingrigiva senza vetrine, malinconia dei cinema spenti. Invita chi è scappato nelle banlieue a riaccendere le luci: purché tornino paga lo Stato. Figuriamoci se era possibile fermare gli affari nell’Europa mediterranea. Eccoci al capolinea. Da Los Angeles a New York analizzano ipotesi per non demolire strutture che sembravano eterne. Oltre alle vetrine piccoli bed and breakfast, sale da ballo, tennis coperti, mini zoo. Si immagina il déco del grande magazzino di Standford cornice di una fondazione California. Di rigore, come in ogni altro posto, smart, tablet, telefoni per navigare in chissà quale futuro. Per le nostre periferie qualcuno immagina qualcosa?

Da Il Fatto Quotidiano del 15/12/2015


http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12 ... obinsource
iospero
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da iospero »

A che punto è Rousseau, la piattaforma del M5S ?
camillobenso
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

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LA GUERRA INTERNA E’ INIZIATA


La guerra interna è iniziata oggi pomeriggio. E’ Enrico Mentana ad annunciarla questa sera in un servizio del TG7 delle 20,00.

E’ l’intero stato maggiore del PD a sferrare l’attacco. Apre le ostilità Matteo(guarda caso anche lui) Orfini. Il che mi fa abbastanza ridere.

Ma proprio lui che da mesi nuota all’interno dell’autobotte della “Biraghi Spurghi”??????
camillobenso
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

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STAR WARS - 1




La guerra contro i 5S è iniziata a causa di quanto accaduto a Quarto, comune dell'area flegrea.

A dare la notizia bombastica sui quotidiani di stamani, è Guido Ruotolo fratello del più noto Sandro, su La Stampa. Notizia che poi non è sfuggita a Dagospia.

________________________________________
6 gen 2016 18:20
VOTO INQUINATO A 5 STELLE

- LA CAMORRA: ‘’A VOTARE M5S PORTIAMO ANCHE LE OTTANTENNI’’

– “COMINCIA A CHIAMARLO. HA PRESO 890 VOTI, È IL PRIMO DEGLI ELETTI. NOI CI SIAMO MESSI CON CHI VINCE”

- LA "PECORA NERA", GIOVANNI DE ROBBIO, È STATO CACCIATO

- GLI SVILUPPI DELL'INCHIESTA WOODCOCK SI ANNUNCIANO CLAMOROSI



Guido Ruotolo per La Stampa

È una intercettazione telefonica che risale al primo giugno scorso, tra il primo e secondo turno delle comunali di Quarto, comune dell'area flegrea. L' imprenditore legato al clan camorrista dei Polverino, Alfonso Cesarano, dà indicazioni di appoggiare al ballottaggio il candidato a sindaco dei Cinque Stelle, Rosa Capuozzo: «Adesso si deve portare a votare chiunque esso sia, anche le vecchie di ottant'anni. Si devono portare là sopra, e devono mettere la X sul Movimento 5 Stelle».

Per non essere equivocato, l' imprenditore sospettato di essere colluso con la camorra spiega al suo interlocutore: «L'assessore glielo diamo noi praticamente. E lui ci deve dare quello che noi abbiamo detto che ci deve dare. Ha preso accordi con noi. Dopo, così come lo abbiamo fatto salire così lo facciamo cadere».

La "pecora nera" dei Cinque Stelle, l' uomo del presunto patto inconfessabile con la camorra, Giovanni De Robbio, è stato cacciato dai Cinque stelle quando ormai l'inchiesta del pm John Henry Woodcook cominciava a essere stringente. De Robbio, in cambio di voti avrebbe promesso a Cesarano la gestione del campo sportivo e comunque di agevolarlo negli affari legati alla amministrazione comunale.

De Robbio avrebbe poi promesso a un altro maneggione, Mario Ferro, l' assunzione al cimitero del figlio. Ma c' è un altro nervo scoperto per i grillini: la scelta recente del sindaco di stravolgere la gestione del campo sportivo. La procura di Napoli aveva sequestrato la società sportiva del camorrista Castrese Parigliola (ora al 41 bis) affidando la squadra di calcio a "Sos Impresa".

Il sindaco Rosa Capuozzo che fa? Decide di cacciare la società affidando la gestione del campo a "Quartograd", una associazione locale molto discussa. Non c' è Beppe Grillo e non ci sono i Cinque Stelle a piazza Plebiscito, a presidiare la Prefettura di Napoli per chiedere lo scioglimento del consiglio comunale di Quarto, per inquinamento del voto.

Per cacciare un sindaco che la lotta all' abusivismo edilizio fatica a farla, vivendo lei stessa in una casa in parte abusiva. Dal 22 dicembre scorso, da quando ufficialmente è esploso il caso Quarto - che sembra azzerare la «orgogliosa diversità» grillina rispetto al sistema dei partiti - c' è un imbarazzante silenzio dei vertici Cinque Stelle. Che forse pensavano di aver risolto il problema con l' espulsione del candidato più votato al consiglio comunale, Giovanni De Robbio.

Nel decreto di perquisizione del 22 dicembre scorso, scrive il pm John Henry Woodcook che De Robbio e il geometra Giulio Intemerato «minacciavano» il sindaco Rosa Capuozzo. Lei stessa ha ammesso le pressioni del suo collega di partito: «Agli inizi di ottobre, il De Robbio venne da me a casa, mi mostrò una foto aerea di casa mia che aveva sul cellulare. Lo stesso mi disse che c' era un problema urbanistico riguardante la mia abitazione ma che dovevo essere meno aggressiva, non dovevo scalciare, dovevo essere più tranquilla con il territorio».

Un' altra volta - denuncia il sindaco - De Robbio era entrato nel suo ufficio, con il geometra Intemerato, dicendole che il geometra aveva in cassaforte la fotografia dell' abuso edilizio.
Insomma, De Robbio avrebbe premuto sul sindaco per ottenere «la gestione del campo sportivo da affidare ai suoi imprenditori; per poter nominare capi settore e assessori e per affidare al geometra Intemerato le pratiche del condono».

Prima di Natale ci sono state le perquisizioni. Lunedì si terrà il Riesame. Di sicuro gli sviluppi dell' inchiesta Woodcock si annunciano clamorosi.
camillobenso
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

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STAR WARS - 2




M5S e camorra, Pd all’attacco: “Vertici in silenzio su Quarto”. La replica: “Fate ridere, avete sostenuto De Luca”

Politica
Grillo e i parlamentari campani Di Maio e Fico accusati di non aver preso posizione sulle infiltrazioni camorristiche che emergono dall'inchiesta che vede indagato per voto di scambio e tenata estorsione il più votato del movimento, già espulso. Serracchiani: "In campagna elettorale davano lezioni di onestà". Carbone: "Audire il sindaco in Antimafia". Sel prefigura lo scioglimento per mafia. La nota M5S: "Molti comuni di centrosinistra già sciolti"
di F. Q. | 6 gennaio 2016
Commenti (1110)



Il Pd va all’attacco del Movimento 5 Stelle sui rapporti con la camorra.

Il caso è quello di Quarto, in provincia di Napoli, dove un’inchiesta della magistratura ha fatto emergere le pressioni sulla nuova giunta comunale grillina da parte di un imprenditore ritenuto vicino al clan Polverino.

E dove il più votato del Movimento, Giovanni De Robbio, già espulso, è indagato per voto di scambio tentata estorsione nei confronti del sindaco Rosa Capuozzo.

I dem contestano soprattutto “il silenzio dei vertici”, da Beppe Grillo ai parlamentari campani Luigi Di Maio e Roberto Fico e rinfacciano due pesi e due misure rispetto alle tante denunce di malaffare provenienti dal Movimento.


E ci si mette anche Sinistra Italiana, prefigurando lo scioglimento per mafia del Comune conquistato dall’M5s appena sei mesi fa.

In serata arriva la replica, in una nota del Movimento: “Fa francamente ridere che sia il Pd a ergersi a cattedra morale della politica, un partito che è persino stato in grado di sostenere un condannato come De Luca alla presidenza della Regione Campania in una lista-ammucchiata sostenuta da Ciriaco De Mita“.


LE INTERCETTAZIONI: “L’ASSESSORE GLIELO DIAMO NOI”.

Ad accendere lo scontro un articolo della Stampa che riporta alcune intercettazioni agli atti dell’inchiesta coordinata da Henry John Woodcock, già pubblicate da ilfattoquotidiano.it il 24 dicembre.

Conversazioni nelle quali il figlio dell’imprenditore Alfonso Cesarano, Giacomo, afferma di aver spinto il boom elettorale di De Robbio e di voler continuare a sostenere i 5 Stelle al ballottaggio: “Adesso si deve portare a votare chiunque esso sia, anche le vecchie di ottant’anni.

Si devono portare là sopra, e devono mettere la X sul Movimento 5 Stelle”.

Convinto della vittoria finale, Cesarano aggiunge: “L’assessore glielo diamo noi praticamente.

E lui – il riferimento è ancora a De Robbio – ci deve dare quello che noi abbiamo detto che ci deve dare. Ha preso accordi con noi.

Dopo, così come lo abbiamo fatto salire così lo facciamo cadere”.


Dite a Grillo che Quarto non è uno scoglio di Genova ma uno dei comuni amministrati dal M5S Silenzio su voto di scambio con camorra?“, twitta l’eurodeputata Pd Simona Bonafè.

Un silenzio rimproverato anche dal vicesegretario Debora Serracchiani a Di Maio e Fico, che “a Quarto hanno fatto campagna elettorale a tappeto, dando lezioni di onestà.
Credo sia quindi legittimo chiedere chiarimenti e spiegazioni”.

Sulla stessa linea il vicepresidente Sandra Zampa: “Grave è il silenzio dei vertici del Movimento 5 stelle che proprio in quel territorio vanta la presenza e l’attività di due suoi esponenti di primissimo piano, Di Maio e Fico”, dichiara.



Ai due parlamentari chiede spiegazioni anche il senatore Stefano Esposito: “Nei pochi posti dove amministrano o falliscono o sembra abbiano rapporti perversi con la malavita organizzata”, afferma Esposito, che si chiede se il Movimento di Grillo a Quarto “mangi nello stesso piatto della camorra“.
E se non stia diventando “un facile cavallo di troia per i poteri malavitosi. Certo”, conclude, “aver detto, come fece Grillo, che la mafia non esiste non aiuta proprio per nulla”.

DAI DEM FUOCO DI FILA: “IL CASO IN COMMISSIONE ANTIMAFIA”.
al fronte dem è un fuoco di fila: “La prossima settimana chiederò che in commissione parlamentare Antimafia venga audito il sindaco di Quarto. Spero che i colleghi del Movimento 5 Stelle non si oppongano”, annuncia su Twitter il deputato Ernesto Carbone.

Mentre il presidente Pd Matteo Orfini si toglie un sassolino dalla scarpa: “Quando segnalai che a Ostia i clan inneggiavano al M5S, Di Maio disse che mi dovevano ricoverare. Lo disse da Quarto,dove la camorra vota M5S”. E ancora, Andrea Romano punta sui meccanismi di selezione dei candidati tanto caro a Grillo e Casaleggio: “Certo le modalità opache di reclutamento dei candidati a 5 Stelle e la stessa opacità dei rapporti tra blog e movimento non aiutano”.


Non è solo il Pd a sollevare il caso. Mentre Scelta civica, con Gianfranco Librandi, parla di “pericolosi intrecci”, il capogruppo alla Camera di Sinistra italiana Arturo Scotto prefigura l’onta, per il Comune conquistato a giugno dal Movimento di Grillo, di una “commssione d’accesso”, anticamera del possibile scioglimento per condizionamento mafioso. E tornando al Pd osserva Emanuele Fiano: “Ma come mai il Movimento 5 Stelle non manifesta davanti alla Prefettura di Napoli per chiedere lo scioglimento del Comune di Quarto, da loro amministrato? Strano, io sono certo, che se questo fosse successo in un comune amministrato dal Pd o da altri i vari Di Maio, Di Battista o Fico, si starebbero stracciando le vesti di fronte alla prefettura”.


M5S: “DAL ’91 SCIOLTI UN CENTINAIO DI COMUNI DI CENTROSINISTRA”. La nota dell’M5s ribadisce che le accuse del Pd “fanno ridere”, perché il partito di Matteo Renzi “oggi ha fatto della questione morale una reliquia”, dunque non può “avanzare lezioni di trasparenza nei confronti dell’unica forza politica onesta e pulita”. Il Movimento rinfaccia a Orfini “di aver difeso fino all’ultimo l’ex presidente Pd di Ostia Andrea Tassone nonostante – come lui stesso dichiarò – avesse avuto contezza ben prima della magistratura dei suoi legami con i clan mafiosi del litorale”. E ricorda poi che “dal ’91 a oggi circa un centinaio di Comuni, se non di più, sotto l’amministrazione di centrosinistra sono stati sciolti e commissariati per infiltrazioni mafiose”. Da decenni, inoltre, “la mafia prova a infiltrarsi nella politica e quando ha incontrato Forza Italia e il Pd ci ha fatto affari, piazzando anche i suoi uomini in Parlamento.

Quando ha provato ad avvicinarsi al M5S è stata messa alla porta. Questo è accaduto a Quarto, dove il M5S ha espulso De Robbio prima ancora che fosse indagato ed oggi è parte lesa”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/01 ... a/2353534/
paolo11
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Iscritto il: 22/02/2012, 14:30

Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da paolo11 »

http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2014/ ... ro-il-m5s/
Il governo regala 120 milioni di euro agli editori #PropagandaDiRegime
"Il premier sa di essere quasi il più odiato tra gli italiani e per cercare di non far crollare definitivamente la sua popolarità, ha pensato bene di regalare 120 milioni di euro agli editori. Tra questi anche Carlo De Benedetti presidente del Gruppo Editoriale L'Espresso nonché tessera numero 1 del PD. Cioè, se non è chiaro, con 9 milioni di italiani che vivono al di sotto della soglia di povertà, il premier del Pd,di quello che dovrebbe essere un partito di sinistra, cosa fa? Regala 120 milioni a chi dovrebbe disorientare gli italiani per far sembrare buono colui che sta rovinando il nostro paese.
Adesso capite perché i giornali fanno disinformazione? Condividete, tutti devono sapere!
Ciao
Paolo11
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