Riflessioni sulla SX prima di soccombere in questo pantano

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
camillobenso
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Re: Riflessioni sulla SX prima di soccombere in questo panta

Messaggio da camillobenso »

Prima però di decidere dove vogliamo andare occorre una riflessione profonda sulla realtà che ci circonda.

Diventa quindi utile riflettere su quanto ha segnalato ieri su LIBRE, Francesco Maria Toscano:


Colonia Italia, i media pro-austerity controllati da Londra
Scritto il 13/2/16 • LIBRE nella Categoria: Recensioni


Un bel libro di Fasanella e Cereghino, “Colonia Italia” edito da Chiarelettere, offre uno squarcio decisivo per comprendere il rapporto che lega politica e informazione.

Dietro il paravento di una libertà di stampa brandita a mo’ di slogan si cela sempre una realtà differente e puzzolente, fatta di corruzione, manipolazione e compromessi che nulla hanno a che vedere con l’informazione.

Non si tratta, badate bene, di singole devianze ma di un sistema rodato e collaudato: solo chi è disposto a prostituirsi intellettualmente può sperare di entrare nell’empireo del giornalismo.

Partendo dallo spaccato preciso e puntuale preparato da Fasanella, offrirò un affresco del panorama informativo italiano, dominato da dinastie di “venduti con la penna” che mentono di generazione in generazione per indole, sport, interesse, malvagità e pavidità.

Ma, badate bene di nuovo, non si tratta di storie del passato raccontate solo ora a bocce ferme.

Tutt’altro. I metodi svelati nel libro in argomento sono attualissimi e tutt’ora dominanti.

Ma per davvero c’è ancora in giro qualcuno che può credere alla buona fede di chi predica il “successo delle politiche di austerità” volute dalla Merkel?

Fino a qualche anno fa, prima dello scempio assoluto che oggi è sotto gli occhi di tutti, qualche allocco intimamente convinto del fatto che Monti e quelli come lui lavorassero al “risanamento dei conti nell’interesse dell’Italia e degli italiani” esisteva per davvero. Ora no.

Nessuno è così stupido da non accorgersi che il fuoco brucia dopo avere visto per dieci volte di fila qualcuno ustionarsi maneggiando lo stesso braciere.

I giornali italiani sono in malafede. Peggio: sono etero-diretti da centrali di intelligence occulte e deviate che tengono a libro paga la gran parte dei principali editorialisti nostrani, lautamente retribuiti in denaro o altre utilità in misura direttamente proporzionale alla mancanza di scrupoli, amore di verità e deontologia professionale ripetutamente dimostrata.

I giornali italiani, da destra a sinistra, scrivono tutti le stesse cose.

Ricordate i fiumi di bava che accompagnarono nel 2011 l’ascesa al potere di Monti per volontà del divino Napolitano?

Ci vuole molto a capire che il nostro sistema informativo, formalmente plurale, si abbevera in realtà nascostamente presso le stesse identiche e velenose fonti?

Una volta sedimentata simile ovvietà sarà allora giusto e possibile riconoscere l’esistenza di due categorie principali che separano i maggiori “intellettuali” italiani.

Da un lato esistono quelli che scrivono a pagamento sotto dettatura del sistema massonico dominante; dall’altro ci sono quelli che raccontano le stesse cose gratis, per mero servilismo o innata subalternità nei confronti del potere.

Mi viene difficile capire quale delle due categorie faccia più schifo.

E’ pur vero che è possibile manipolare solo gli ingenui e gli ignoranti.

Un popolo colto e fiero non si farà facilmente impressionare dalle tante menzogne scritte solo perché ripetute all’infinito da un manipolo di giullari al servizio dell’oligarchia finanziaria di comando.

Paradossalmente, dopo avere aperto gli occhi ai troppi ciechi ancora in circolazione, le manipolazioni pacchiane cucinate nelle redazioni de “Il Corriere della Sera”, “La Stampa”, e “La Repubblica”– solo per citare i manganelli più grossi usati dai padroni – finiranno per agevolare il nostro compito.

Quando tutti sapranno che simili quotidiani difendono costitutivamente interessi malvagi e privati, esperti nell’arte della bugia e del raggiro per meglio realizzare i sottesi obiettivi massonici perseguiti nell’ombra, la credibilità di ciascuno di loro finirà necessariamente sottoterra, rendendo automaticamente più forti e preganti le posizioni di tutti quelli che sostengono il contrario, divenuti adesso degni di attenzione e di rispetto per il solo fatto di non condividere – neppure casualmente e sporadicamente – le linee di indirizzo sposate da note centrali di disinformazione finalmente smascherate e offerte al pubblico ludibrio e all’ignominia eterna.

La dittatura eurocratica imposta dai vari Merkel, Schaueble e Draghi – quest’ultimo così ridicolo da denunciare la presenza di complotti globali che ne ostacolerebbero l’operato – non potrebbe reggersi senza il sostegno indispensabile dell’informazione corrotta e prezzolata.

Nulla viene lasciato al caso.

E’ bello tuttavia constatare come oggettivamente aumenti il livello di consapevolezza di tanti cittadini non più disposti ad accettare acriticamente l’interessato punto di vista offerto dalle élite.

Siamo dentro un passaggio storico decisivo.

Troppi lestofanti cercano disperatamente di salvare uno schema che non regge più.

E’ solo questione di tempo, ma la perfida piramide costruita dagli apprendisti stregoni che ancora (per poco) guidano l’Europa è destinata ad affondare.

Ognuno di loro raccoglierà quanto seminato e a nulla varranno i cambi di casacca dell’ultima ora.

I ripetuti attentati contro le democrazie dei diversi Stati europei costituiscono una prassi pericolosissima da sanzionare con la massima severità a scopo paradigmatico.

Cosicché nessuno, nel prossimo futuro, immagini di poter a cuor leggero rispolverare le gesta di Merkel, Schaueble e Draghi, tristi epigoni del reich autentico, finiti anch’essi nella polvere e nel disonore nonostante le maggiori cautele adottate rispetto ai più truci predecessori.

Francesco Maria Toscano, “L’informazione putrida e corrotta tiene in piedi ancora per poco il tecnonazismo di Draghi e Schaeuble”, dal blog “Il Moralista” sel 6 gennaio 2016. Il libro: Mario Cereghino e Giovanni Fasanella, “Colonia Italia. Giornali, radio e tv: così gli inglesi ci controllano. Le prove nei documenti top secret di Londra”, Chiarelettere, 483 pagine, euro 18,60).
pancho
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Re: Riflessioni sulla SX prima di soccombere in questo panta

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:Caro pancho, in primo luogo dobbiamo stabilire dove dobbiamo andare. Anche se sa un po’ di Totò.

Tutti noi, quando ci immettiamo su di una banchina della metropolitana, su quella di una stazione ferroviaria, o all’ingresso di un’autostrada, o di un aeroporto, in una stazione di autobus, sappiamo tutti dove dobbiamo andare.

Quindi, la domanda:
Noi con il viaggio nella sinistra dove vogliamo andare?


PS.
per andare dove dobbiamo andare dove dobbiamo andare
https://www.youtube.com/watch?v=VQ0tvs9Egj0


^^^^^


Quindi la mia domanda originale rimane sempre la stessa e sulla quale chiedo si dia una risposta.

Dentro o fuori al PD, visto come sono andati i risultati in questo decennio di pseudo sinistra ?

pancho



Il PD è una fogna a cielo aperto, non un partito.

Il PD sta in piedi perché ha l’appoggio esterno di Verdini (P2-P3-P4-P5?)

Hanno aderito unilateralmente Totò Cuffaro e i cuffariani.

Ieri Cosentino, dal carcere di Trani ha dichiarato:

“Centrosinistra e centrodestra per come li abbiamo vissuti noi per vent'anni non esisteranno più.

E un polo moderato con a capo un giovane premier come Renzi non è del tutto sbagliato.

È una buona idea - continua Cosentino - Anche perché nel Pd la convivenza tra renziani e minoranza sarà sempre più inconciliabile e la sinistra interna andrà via".



Lasciala pure tutta intera questa nuova fogna, che a chi ha la nostra età, ricorda solo la peggiore DC.

Lasciamo alla meglio gioventù di questi tempi la facoltà di arrotolarsi grufando nel fango.
Avere la palla di vetro in questo momento non ci servirebbe perché pure lei farebbe molta fatica a prevedere quello che succederà domani, non fra mesi ma domani.

I politici che abbiamo davanti sono poca cosa.

Sono delle comuni persone in cerca di assicurarsi una poltrona per un tempo più possibile lungo, quindi non ci rimangono le ns. discussioni intende anche se sappiamo che sono poca cosa rispetto al confronto che ci spetterebbe su questo tema e non solo.

Quindi do una mia piccola analisi alla discussione:
Qualora il PD implodesse su se stesso cosa potrebbe succedere? Credo che la destra con tutte le sue attuali difficoltà interne avrebbe vita facile e cosa succederebbe a sinistra?

Probabilmente si costituirebbe una nuova formazione e tutto potrebbe sembrare essere più facile per noi ma purtroppo ci troveremmo difronte ad un'invasione di ex "collaborazionisti" pronti a salire nel nuovo carro e la storia sarebbe costretta nuovamente a ripetersi.

Sarebbe da fidarsi di coloro che finora si sono tenuti strette le loro poltrone o di costoro bisognerebbe disfarcene?

Questa è una domanda che io stesso non so dare risposta poiche costoro volente o nolente hanno un loro seguito e di questo seguito bisognerebbe tenerne conto o no?

Tutto questo, costoro lo sanno ed è appunto per questo che continuano ad esserci all'interno del mondo politico.

Dovremmo pure tener ci questa pseudo intellighenzia che finora si è sempre divisa e non è riuscita , da quel che possiamo constatare, a far nascere qualcosa di diverso a sx.

E poi a tutto questo dovremmo aggiungere degli obiettivi a breve e lungo tempo che probabilmente a molti di costoro non andranno bene perché pur trotto ognuno di noi e di loro nel frattempo si sono costruiti una loro sinistra dando a questa il proprio significato.

Quindi, Zione, come possiamo venirne fuori?

Si potrebbe formare una nuova formazione e si potrebbe anche vincere ma da lì a poco non sarebbe altro che la fotocopia dell'attuale PD. I cuculi son sempre presenti nell'attività politica poiché altro non sanno fare e quindi su questo saremmo in grado di difenderci o li accetteremo come il solito male minore.

Oppure dovremmo noi ora fare la parte del cuculo all'interno del PD?

Un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
pancho
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Re: Riflessioni sulla SX prima di soccombere in questo panta

Messaggio da pancho »

pancho ha scritto:
camillobenso ha scritto:Caro pancho, in primo luogo dobbiamo stabilire dove dobbiamo andare. Anche se sa un po’ di Totò.
Tutti noi, quando ci immettiamo su di una banchina della metropolitana, su quella di una stazione ferroviaria, o all’ingresso di un’autostrada, o di un aeroporto, in una stazione di autobus, sappiamo tutti dove dobbiamo andare.
Quindi, la domanda:
Noi con il viaggio nella sinistra dove vogliamo andare?
PS.
per andare dove dobbiamo andare dove dobbiamo andare
https://www.youtube.com/watch?v=VQ0tvs9Egj0

^^^^^
Quindi la mia domanda originale rimane sempre la stessa e sulla quale chiedo si dia una risposta.
Dentro o fuori al PD, visto come sono andati i risultati in questo decennio di pseudo sinistra ?

pancho

Il PD è una fogna a cielo aperto, non un partito.

Il PD sta in piedi perché ha l’appoggio esterno di Verdini (P2-P3-P4-P5?)

Hanno aderito unilateralmente Totò Cuffaro e i cuffariani.

Ieri Cosentino, dal carcere di Trani ha dichiarato:

“Centrosinistra e centrodestra per come li abbiamo vissuti noi per vent'anni non esisteranno più.

E un polo moderato con a capo un giovane premier come Renzi non è del tutto sbagliato.

È una buona idea - continua Cosentino - Anche perché nel Pd la convivenza tra renziani e minoranza sarà sempre più inconciliabile e la sinistra interna andrà via".

Lasciala pure tutta intera questa nuova fogna, che a chi ha la nostra età, ricorda solo la peggiore DC.

Lasciamo alla meglio gioventù di questi tempi la facoltà di arrotolarsi grufando nel fango.
Avere la palla di vetro in questo momento non ci servirebbe perché pure lei farebbe molta fatica a prevedere quello che succederà domani, non fra mesi ma domani.

I politici che abbiamo davanti sono poca cosa.

Sono delle comuni persone in cerca di assicurarsi una poltrona per un tempo più possibile lungo, quindi non ci rimangono le ns. discussioni intende anche se sappiamo che sono poca cosa rispetto al confronto che ci spetterebbe su questo tema e non solo.

Quindi do una mia piccola analisi alla discussione:
Qualora il PD implodesse su se stesso cosa potrebbe succedere? Credo che la destra con tutte le sue attuali difficoltà interne avrebbe vita facile e cosa succederebbe a sinistra?

Probabilmente si costituirebbe una nuova formazione e tutto potrebbe sembrare essere più facile per noi ma purtroppo ci troveremmo difronte ad un'invasione di ex "collaborazionisti" pronti a salire nel nuovo carro e la storia sarebbe costretta nuovamente a ripetersi.

Sarebbe da fidarsi di coloro che finora si sono tenuti strette le loro poltrone o di costoro bisognerebbe disfarcene?

Questa è una domanda che io stesso non so dare risposta poiche costoro volente o nolente hanno un loro seguito e di questo seguito bisognerebbe tenerne conto o no?

Tutto questo, costoro lo sanno ed è appunto per questo che continuano ad esserci all'interno del mondo politico.

Dovremmo pure tener ci questa pseudo intellighenzia che finora si è sempre divisa e non è riuscita , da quel che possiamo constatare, a far nascere qualcosa di diverso a sx.

E poi a tutto questo dovremmo aggiungere degli obiettivi a breve e lungo tempo che probabilmente a molti di costoro non andranno bene perché pur trotto ognuno di noi e di loro nel frattempo si sono costruiti una loro sinistra dando a questa il proprio significato.

Quindi, Zione, come possiamo venirne fuori?

Si potrebbe creare una nuova formazione e si potrebbe anche vincere ma da lì a poco saremmo costretti a renderci conto che abbiamo fatto una fotocopia dell'attuale PD.

I cuculi son sempre presenti nell'attività politica poiché altro non sanno fare. Quindi saremmo in grado di difenderci da questa ignobile transumanza o ancora una volta sara' da scegliere il male minore?.

Oppure...... dovremmo noi ora fare la parte del cuculo all'interno del PD?


un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
erding
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Re: Riflessioni sulla SX prima di soccombere in questo panta

Messaggio da erding »

Quindi la mia domanda originale rimane sempre la stessa e sulla quale chiedo si dia una risposta.

Dentro o fuori al PD, visto come sono andati i risultati in questo decennio di pseudo sinistra ?

Pancho

Mi è consentito fare una citazione?
...mi prendo la licenza... :


"Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano». Mt. 9,16-17


Al punto in cui siamo non bastano più ritocchi e aggiustamenti bensì cambiamenti radicali.
camillobenso
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Re: Riflessioni sulla SX prima di soccombere in questo panta

Messaggio da camillobenso »

Sostiene pancho:

Quindi, Zione, come possiamo venirne fuori?

Si potrebbe formare una nuova formazione e si potrebbe anche vincere ma da lì a poco non sarebbe altro che la fotocopia dell'attuale PD. I cuculi son sempre presenti nell'attività politica poiché altro non sanno fare e quindi su questo saremmo in grado di difenderci o li accetteremo come il solito male minore.



Sostiene Yanis Varoufakis, «Muoviamoci. O sarà la disintegrazione»,
ieri sul Manifesto


Già mesi addietro,iospero, aveva accenato di guardare all'Europa



il manifesto 14.2.16
Yanis Varoufakis, «Muoviamoci. O sarà la disintegrazione»
Intervista. L’economista ed ex ministro delle finanze greco parla del Movimento per la democrazia in Europa lanciato a Berlino. "La tempesta perfetta del 2015 allarma anche chi non aveva posizioni critiche sull’Unione. C’è spazio per nuove coalizioni"La versione integrale dell’intervista è pubblicata nel sito http://www.euronomade.info
di Marco Bascetta, Sandro Mezzadra


Incontriamo Yanis Varoufakis il giorno dopo il lancio del Movimento per la democrazia in Europa (DiEM 25) alla Volksbühne di Berlino, chiedendogli, per iniziare, un’illustrazione del progetto.
Nel 2015 abbiamo avuto in Europa una sorta di tempesta perfetta, per il sommarsi di molteplici fattori di crisi: lo scontro tra il governo greco e la troika, i rifugiati, l’assenza di una politica estera europea su quanto accade in Nord Africa e in Siria, in Ucraina. Queste crisi hanno due conseguenze essenziali: accelerano una tendenza alla disintegrazione dell’Unione Europea, ma mettono in allarme anche quanti, in questi anni, non hanno avuto posizioni critiche sull’Europa: molti democratici liberali, moderati, affezionati alla democrazia, difficilmente possono sentirsi a loro agio in questa Unione, dopo quanto è avvenuto nel 2015. Questo disagio lascia spazio a nuove coalizioni, tra democratici liberali, socialdemocratici, radicali di sinistra, verdi, attivisti come quelli della rete Blockupy. È una possibilità che non durerà a lungo. Se non la cogliamo, se non costruiamo un movimento “pan-europeo” capace di interrompere la tendenza alla disintegrazione dell’Europa, al riemergere dei nazionalismi, mancheremmo un compito decisivo.
Il progetto e il manifesto di DiEM pongono al centro la questione della democrazia. Ma come intendono superare quella crisi della democrazia rappresentativa così evidente non solo a livello europeo ma anche nei singoli Stati membri? A noi sembra che vi siano ragioni strutturali che spingono verso l’emergere di processi di governo “post-democratici”. E che dunque il riferimento alla democrazia debba essere qualificato in maniera radicalmente innovativa.
Credo che si debbano distinguere due aspetti. C’è una crisi generale della democrazia, nell’epoca del capitalismo finanziarizzato. Il capitale finanziario è nemico della democrazia ovunque nel mondo, negli Usa come in Europa. Ma c’è una specificità tossica per quanto riguarda l’Europa: non abbiamo una federazione con specifiche istituzioni democratiche, la stessa Banca Centrale Europea ha uno statuto non paragonabile ad esempio a quello della Federal Reserve. Non abbiamo neppure i checks and balances di base che caratterizzano le democrazie. La stessa crisi della democrazia negli Stati nazionali è qui connessa con il modo in cui funziona l’Ue: quest’ultima prende tutte le decisioni che contano per un Paese come l’Italia, ad esempio, e il demos non ha la possibilità di intervenire. I suoi rappresentanti nazionali non hanno alcun potere di realizzare le loro promesse, come abbiamo visto in Grecia.
Ci sembra tuttavia che in questo modo non venga aggirata la difficoltà di riproporre sul livello europeo soluzioni istituzionali centrate attorno alla rappresentanza, nel momento in cui questa si trova di fronte a fattori di crisi che hai definito «universali».
Non sono un federalista nel senso conservatore del termine, non penso che la soluzione consista semplicemente nel fatto che i governi si riuniscano e decidano qualche tipo di federazione. Penso ad esempio alle proposte di Schäuble: non determinerebbero democrazia ma autocrazia, condurrebbero a una sorta di dispotismo fiscale. L’unione politica non è necessariamente democratica. Il punto fondamentale è questo: noi non pensiamo che la democratizzazione possa venire dall’alto! Può solo venire dal basso, e questa convinzione è ciò che fa di DiEM un movimento, e non un think tank o un partito federalista europeo. Il primo passaggio per noi è la trasparenza dei processi decisionali: siamo fortemente convinti che questo punto possa cambiare le regole del gioco. La seconda priorità, per discutere sulla democratizzazione dell’Ue, è rimuovere i fattori che ne stanno determinando la disintegrazione. Penso a interventi radicali sul debito, sul sistema bancario, sul basso tasso di investimenti, sulla povertà e sulle migrazioni. Si può farlo reinterpretando le regole esistenti, non semplicemente invocando “flessibilità” come fa Renzi, e cioè la gentile concessione di non seguire le regole. Dobbiamo riorganizzare le istituzioni esistenti, cambiare la politica della Bce, della Banca Europea per gli Investimenti. È possibile lavorare all’interno delle regole, ma reinterpretandole radicalmente: Schäuble lo fa di continuo, a modo suo.
La disintegrazione dell’Europa ha tra l’altro aspetti che si possono definire in termini geografici. Alla divisione tra Nord e Sud si aggiunge ora, in maniera molto aspra quella tra Est e Ovest, che non riguarda solo la questione dei rifugiati ma l’idea stessa del rapporto tra governanti e governati. In queste condizioni come può svilupparsi un’iniziativa “pan-europea”?
La frattura tra Est e Ovest attraversa ogni ambito, dal tema dei migranti a quello dell’organizzazione della zona euro e della politica estera. Molti Paesi dell’Est reclamano una politica aggressiva, militaristica contro la Russia, pretendono la nostra solidarietà su questo terreno senza offrirne alcuna su questioni come la ristrutturazione del debito pubblico. Come possiamo costruire ponti tra Est e Ovest? L’unico modo è attraverso movimenti capaci di coinvolgere i democratici, i progressisti di quei Paesi, offrendo loro un’opportunità. Immaginate di essere giovani dissidenti ungheresi, non avete un’iniziativa, un soggetto a cui aderire. Il partito europeo della sinistra non accetta iscrizioni dirette, è una confederazione di partiti nazionali, e i suoi rappresentanti in Paesi come l’Ungheria o la Repubblica Ceca sono screditati. Se il DiEM riesce ad affermarsi come punto di riferimento credibile e attraente per i democratici nell’Europa dell’Est, può costruire dei ponti.
La questione del rapporto con la Russia ci sembra cruciale e gravida di pericoli. Alle sue spalle c’è la questione del rapporto tra l’Unione europea e gli Stati uniti e in particolare il ruolo della Nato. Che cosa ne pensi?
Ho lavorato a lungo negli Stati Uniti, e ho avuto colleghi collaboratori della Nato. Molti di loro sono convinti che la Nato abbia esaurito la sua funzione. Il problema è che la Nato è alla costante ricerca di ragioni che ne legittimino l’esistenza. Deve inventare continuamente nuovi nemici. È quel che vogliamo in Europa? Non credo. Prendiamo Putin. Lo considero un criminale di guerra, non per l’Ucraina ma per quel che ha fatto in Cecenia. Il più grande regalo alla carriera politica di Putin è stata l’espansione della Nato a est. Può dire al suo popolo che l’autoritarismo in Russia è giustificato dall’incombere di un nemico. Oggi la Nato offre un senso di sicurezza fittizio a Paesi come l’Estonia, la Georgia, l’Ucraina. In realtà la sua espansione a est comporta militarizzazione e continue occasioni di conflitto con la Russia. Una Ue consapevole dei suoi interessi dovrebbe semplicemente non partecipare a questo gioco.
L’obiettivo di lungo termine del DiEM è la convocazione di un’assemblea costituente in Europa. Quali sono le condizioni per compiere questo passo che, nella storia, ha sempre seguito grandi rotture e sommovimenti sociali?
La mia compagna, un’artista, una volta mi ha detto: perché sugli aerei c’è una scatola nera che ci potrà dire dopo la catastrofe per quali ragioni siamo morti? Non sarebbe meglio averne una da aprire prima dell’incidente, in modo che questo non avvenga? Mi sembra un’ottima domanda: perché dovremmo aspettare il disastro per organizzare un’assemblea costituente e non farlo invece perché non avvenga? Le condizioni oggettive per un’assemblea costituente sono date in Europa per la frammentazione di fronte a cui ci troviamo. Abbiamo bisogno di un insieme di movimenti che impongano alle istituzioni europee un’agenda di stabilizzazione nel senso che cercavo di spiegare prima. Solo su questa base si può creare un sistema elettorale inclusivo e realmente europeo per l’elezione dell’assemblea. I tedeschi, ad esempio, devono avere la possibilità di votare candidati italiani o francesi (e viceversa). Una buona fonte di ispirazione possono essere i progetti di ricerca finanziati dalla Commissione nelle università: se vuoi fare domanda per un finanziamento devi creare un consorzio tra Università di almeno sette Paesi. Perché non immaginare che per candidarsi alla costituente sia necessario formare liste con candidati di dieci o quindici Paesi?
Hai parlato in questi giorni dell’austerità come una forma di “guerra di classe” dall’alto. Ma quali forze oggi possono essere messe in campo dal basso non solo per difendersi dall’attacco ma per esercitare un reale potere costituente?
Molti compagni e amici mi hanno rimproverato un riferimento troppo generico alla democrazia. Ma pensate alla definizione che ne ha dato Aristotele, il quale non era certo un democratico: il governo dei liberi e dei poveri. È una buona definizione: i poveri, i subalterni, gli sfruttati sono la maggioranza. E dunque una democrazia reale non può che essere dominata dai movimenti dei poveri. Le democrazia liberali, che hanno le loro radici nella tradizione della Magna Charta, sono state certo un’altra cosa. La Magna Charta è una carta dei baroni, dei proprietari terrieri contro il Re, che garantiva loro di avere i propri servi e di non vederseli portare via dal sovrano. La democrazia liberale ha questo pedigree. Questa democrazia è arrivata ai suoi limiti con il capitalismo finanziarizzato. Un movimento democratico oggi è per definizione un movimento che punta a mettere fine alla guerra di classe dall’altro organizzando un contrattacco dal basso.
Questo pone il problema, per noi fondamentale, di pensare una nuova articolazione tra movimento democratico e lotta di classe. Come pensi concretamente una simile articolazione?
Se è la stabilizzazione il problema basilare in Europa, questa non è possibile senza la crescita tumultuosa di un movimento democratico. I poteri esistenti non ne sono in grado. Immaginate un movimento che imponga alla Banca centrale di cominciare ad acquistare il debito della Banca Europea per gli Investimenti anziché quello tedesco o italiano, per finanziare un ambizioso Green New Deal per l’Europa. Invece di stampare moneta per i circuiti del capitale finanziario, la creazione di moneta andrebbe a finanziare la cooperazione produttiva, a creare posti di lavoro in settori innovativi, ponendo al tempo stesso condizioni favorevoli per l’organizzazione e la lotta dei lavoratori e contrastando la mercificazione e la precarizzazione del lavoro.
DiEM ha l’ambizione di costituire una forza transnazionale di tipo nuovo, collegando attivisti, politici, intellettuali, artisti, sindacalisti su un terreno immediatamente “pan-europeo”. Non è una scommessa facile e sono pochi i modelli a cui ispirarsi. Qual è il processo innovativo che hai in mente?
La disintegrazione dell’Ue è qualcosa di inedito, contraddice una storia fondata sul progressivo avanzamento dell’integrazione. Per questo c’è bisogno di uno strumento nuovo. I partiti di sinistra europei hanno la loro base negli Stati nazionali, e il Gue ne costituisce una sorta di confederazione, che non mette in discussione il fondamento nazionale. È una delle ragioni della loro impotenza. Non è una questione di cattiva volontà: sono costretti ad articolare programmi di governo che non potranno mai essere attuati. Se questa diagnosi è corretta una piattaforma comune per i democratici in Europa deve essere costruita attraverso un’azione politica che non abbia la propria base negli Stati nazionali. E non può essere un partito, per definizione gerarchico. I militanti dei partiti di sinistra possono aderire a DiEM e continuare a militare nel loro partito nazionale. Ma in DiEM affrontiamo i nostri problemi comuni indipendentemente dalla affiliazione partitica o dalle convinzioni filosofiche di ciascuno. La risposta alla vostra domanda non potrà che essere trovata gradualmente. È un work in progress. Come diceva Brian Eno alla Volksbühne martedì, se non hai una ricetta comincia a cucinare, la ricetta arriverà.
Quali saranno i prossimi passi di DiEM?
Abbiamo già annunciato una petizione, indirizzata ai Presidenti dell’Eurogruppo, del Consiglio Europeo e della Bce, chiedendo che assicurino lo streaming delle loro riunioni (alla Bce chiediamo di fare quello che fa la Federal Reserve: rendere pubblici i verbali delle riunioni due settimane dopo che si sono tenute). Sarà anche un’occasione per cominciare a organizzare il movimento attorno a una campagna concreta. Stiamo cominciando a costituire gruppi di lavoro per costruire una piattaforma digitale che ci consenta di intervenire nel dibattito pubblico e di articolare il nostro lavoro. Abbiamo poi individuato cinque aree tematiche, di cruciale importanza per il futuro dell’Europa: il Green New Deal, la questione del debito e del sistema bancario, le migrazioni e i confini, la trasparenza e il tipo di Costituzione di cui l’Europa ha bisogno. Vogliamo arrivare nel giro di un anno ad avere cinque policy papers su questi temi. Cominceremo con il comporre un elenco di problemi e di domande per ciascuna di queste aree tematiche, per poi lanciare una grande campagna di consultazione in diverse sedi e in diversi Paesi. Da queste riunioni emergeranno proposte che verranno “filtrate” e “ricombinate” da gruppi di lavoro che sottoporranno il risultato a grandi assemblee tematiche. Queste assemblee voteranno un documento finale, che sarà poi sottoposto al giudizio di tutti i membri di DiEM. È un processo che può essere definito di democrazia in azione, da cui emergerà un vero Manifesto di DiEM, non una semplice dichiarazione di principi.
(La versione integrale dell’intervista è pubblicata nel sito http://www.euronomade.info)
pancho
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Iscritto il: 21/02/2012, 19:25

Re: Riflessioni sulla SX prima di soccombere in questo panta

Messaggio da pancho »

erding ha scritto:Quindi la mia domanda originale rimane sempre la stessa e sulla quale chiedo si dia una risposta.

Dentro o fuori al PD, visto come sono andati i risultati in questo decennio di pseudo sinistra ?

Pancho

Mi è consentito fare una citazione?
...mi prendo la licenza... :


"Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano». Mt. 9,16-17


Al punto in cui siamo non bastano più ritocchi e aggiustamenti bensì cambiamenti radicali.
In teoria le tue osservazioni non fanno una piega come pure quelle dello Zione, purtroppo questo e' il popolo italiano e lo stesso popolo che si definisce di sinistra ha perso il suo lancio degli anni 60-70. Si e' adagiato, non si fida piu di niente ed e' diventato amorfo.

Ha in testa ancora degli ideali sani ma questi diventano sempre piu confusi dagli attuali poteri dei media e quindi anche dai loro lecchini che spesso si definiscono di sinistra. Noi stessi ora ci differenziamo su quello che ci sta succedendo in questi anni.
Cose che mai prima potevamo pensare potessero passare per le ns. menti.

Ora difronte atuttto questo e vedendo come stanno andando le cose all'interno della sinistra in cui non si riesce a concludere una mazza, pongo dei ragionamento che possono aiutare la discussione senza aver la presunzione che siano delle verita'.

Quindi, ritornando a quanto detto precedentemente, quale sarebbe la soluzione migliore per non sparire definitivamente e sapendo, purtroppo, che quel Godot che aspettiamo difficilmente arrivara' ?

Meglio contare come il 2 di coppe a briscola o fare come il Labour Party ?


un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
iospero
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Iscritto il: 24/02/2012, 18:16

Re: Riflessioni sulla SX prima di soccombere in questo panta

Messaggio da iospero »

Sei stato iscritto qualche volta nel PD ?

Io son rimasto iscritto per 2 anni, poi visto che non contavo niente, mai votato una decisione presa dai vertici, non ho più rinnovato la tessera
erding
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Iscritto il: 21/02/2012, 22:55

Re: Riflessioni sulla SX prima di soccombere in questo panta

Messaggio da erding »

purtroppo questo e' il popolo italiano e lo stesso popolo che si definisce di sinistra ha perso il suo lancio degli anni 60-70.
Si e' adagiato, non si fida piu di niente ed e' diventato amorfo.
È esatto! Ma sopratutto si è perso spirito critico!!


“Con il termine pubblicità si intende quella forma di comunicazione di massa usata dalle imprese per creare consenso
intorno alla propria immagine ovvero per conseguire i propri obiettivi di marketing.”(wikipedia)
Questa più o meno è la definizione del termine “pubblicità”.

I pubblicitari, specialisti nell'arte di confezionare slogan accattivanti e convincenti atti a convincere, appunto,
della bontà di un prodotto, ricorrono a tutte le astuzie possibili ed immaginabili. Non di rado si ricorre all'inganno
tanto che alcune pubblicità vengono definite ingannevoli.
L'obiettivo prioritario della pubblicità, se non l'unico, è quello di vendere il prodotto pubblicizzato affinché il
produttore ne abbia un profitto economico il maggiore possibile.

In questi giorni colpisce uno slogan in particolare che dice: ”Le nuove tecnologie ci stanno dando la libertà
di NON DOVER scegliere. Non è fantastico? “

Questo, per un verso, dal punto di vista sociologico mi incuriosisce ma, dall'altro, mi offende anche molto.
Il pubblicitario facendo leva sulla pigrizia della gente fa passare "la libertà di scelta" come un onere gravoso,
come un peso, una fatica e la possibilità di non scegliere come una stato di grazia, una liberazione.
Come se dicesse: non affaticarti a scegliere, scegliamo noi per te.

NO, NON È FANTASTICO!!
È la trappola micidiale in cui muore la democrazia.
In questi tristi tempi, il cittadino ha barattato la sua dignità per essere solo un consumatore sempre più insoddisfatto
e vittima del perverso meccanismo del consumo, che va solo a beneficio di pochi e che risponde ad un unico imperativo:
il profitto.

Se i pubblicitari ricorrono a questo tipo di sollecitazione è perché sanno che funziona.
I politici italiani, commisti con organizzazioni più o meno malavitose, adottano lo stesso sistema
camillobenso
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Re: Riflessioni sulla SX prima di soccombere in questo panta

Messaggio da camillobenso »

Mi spiace per chi mi ha preceduto, perché di questi tempi preferisco che compaiano altri Nick oltre mio per non rendere questo forum un blog personale, ma ho passato le ultime tre ore a scrivere questo intervento.





Premessa, più che doverosa:


La definizione di ottimismo e pessimismo la potete trovare qui in campo neutro.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

https://it.wikipedia.org/wiki/Ottimismo
https://it.wikipedia.org/wiki/Pessimismo

Io non mi considero né pessimista né ottimista, ma in base alla mia esperienza di vita, solo realista.

Mi sono reso conto, attraversandola, che la vita scorre in fretta. Troppo in fretta. Pancho e Paolo11, di cui conosco l’età, suppongo che possano dire altrettanto.

Alla domanda: “Meglio non essere mai nato, piuttosto che vivere i tempi dell’ennesimo declino dell’umanità?” - Rispondo sempre con convinzione che per quanto mi riguarda vale la pena comunque di viverla.

Non ho avuto mai malformazioni, o malattie tali da relegarmi ai margini della vita e della società. Ed è per questo che sono indotto a formulare una risposta come sopra.

Non so non se avendo le malformazioni che ho sempre visto intorno a me, avrei il coraggio di affermare che la vita è comunque bella malgrado chi intende sempre rovinarla in tutti i sensi.

Ho sempre potuto correre in mezzo ai prati, tirare i calci dietro a un pallone, arrampicarmi su un albero, correre sulla sabbia e nuotare in mezzo all’acqua solo per mio gradimento e mio piacere.

Altri questa possibilità non l’hanno mai avuta e quindi li posso capire se non la vedono come me in merito alla vita.

Non che la mia vita sia trascorsa scivolando sul burro in discesa. Al contrario, è sempre stata in salita da quando ad 11 anni ho perso mia madre.

Non amo la guerra anche se da piccolo mi affascinava al punto tale che quando mio padre mi portava al cinema volevo vedere solo film di guerra. Mi innervosivo quando ci accompagnavano mia madre e le mie zie che volevano vedere solo film d’amore.

Crescendo ed acquistando cognizione della vita ho cominciato a ripudiare la guerra anche se provengo da una famiglia militarista. Il nonno di mio nonno ha comandato le truppe d’occupazioni inglesi in Sicilia nel 1806. Mio nonno era un ribelle in tutti i sensi e diversamente dal resto della famiglia si è messo fuori dal ramo militarista.

Gli islamici credono nel Corano che cita che i maschi, si badi bene solo i maschi, in un’altra vita dopo la vita, avranno in premio 72 vergini, che rimarranno sempre tali, anche dopo esercizi ginnici in questo ipotetico al aldilà.

Mi sembra solo una grande sciocchezza che solo un popolo primitivo può credere.

I cattolici credono anch’essi in una seconda vita ultraterrena. Un hanno fa, sono andato al funerale di un giovane amico.

Quello che mi ha colpito sono state le parole del sacerdote.

“Quando Gesù Cristo vorrà risorgeremo tutti”.

Credo volesse consolare la madre e i parenti, oltre ai fedeli.

Già, ma alcuni che ci hanno preceduti sono 2000 anni che sono sotto terra.

I buddisti, invece, credono nella reincarnazione, ma non credo che abbiano delle prove confermative, da spingere ad una credenza.

Solo Socci crede che sua figlia morta sia ritornata su questa Terra. Ma non è buddista ma cattolico.

Ergo, “corriggetemi” se sbaglio. Se stiamo alle tre grandi religioni monoteiste(gli ebrei aspettano ancora il Messia), la vita su questa Terra scorre per tutti allo stesso modo. In un tempo limitato in media oggi pari a 72 anni.

Ragion per cui chi si può arrogare il diritto di accorciare la vita agli altri esseri umani?

CONTINUA
camillobenso
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Re: Riflessioni sulla SX prima di soccombere in questo panta

Messaggio da camillobenso »

CONTINUA
Premessa, più che doverosa:


Vi autorizzo a darmi del matto su quanto vi sto proponendo, alla sola condizione che quanto proponiate nella risposta sulla mia presunta pazzia, sia corredata da una debita motivazione, in modo tale che io sia in grado di comprendere l’errore commesso.

Sono passati 70 anni dalla fine dell’ultima guerra mondiale.

La mia generazione si è impegnata come quella dei nostri padri nella ricostruzione.

Da tempo siamo arrivati alla fine della ricostruzione.

Tutto quello che c’era da ricostruire è stato ricostruito.

Inoltre siamo in regime di saturazione in tutti i campi. Ad eccezione delle Pompe Funebri perché quello è un mercato che tira sempre anche nei periodi in cui non ci sono le guerre.

Lottando, non solo in Italia, si sono acquisiti diritti che erano sconosciuti fino alla prima metà del novecento.

L’ultimo mio ricordo della sinistra che si batteva per i diritti del mondo del lavoro in modo energico, risale a Enrico Berlinguer attaccato ai cancelli della Fiat di Mirafiori.

Citano le cronache che in quelle ore l’avvocato “nazionale” fosse intenzionato, essendosi sentito battuto, a far sloggiare i macchinari e trasferire la Fiat altrove.

Poi con il trascorrere delle ore, i suoi collaborati lo consigliarono di passare al contrattacco e lasciare la Fiat dove stava.

Nacque così la “Marcia dei quarantamila”, e da lì lentamente anno dopo anno vennero erosi tutti i diritti conquistati sino allora, fino ad arrivare all’oggi.

Nell’Eurozona da anni stanno dominando le volontà della Massoneria mescolata all’Alta finanza.

J.P. Morgan è alla guida della nuova normalizzazione.

Nel documento del 18 giugno 2013, di Redazione Wall Street Italia possiamo leggere:
Le riforme strutturali piu’ urgenti, oltre a quelle politiche, sono secondo la banca quelle in termini di riduzione dei costi del lavoro, di aumento della flessibilita’ e della liberta’ di licenziare, di privatizzazione, di deregolamentazione, di liberalizzazione dei settori industriali “protetti” dallo stato.

Un’indietro tutta di oltre sessant’anni.

L’Europa non tiene più e non è in grado di risolvere i problemi interni dell’Unione aggravati anche dall’emigrazione epocale. In più non ha gli uomini rappresentativi all’altezza della situazione.

Ma anche lo stesso mondo è in subbuglio.

Tutto il mondo risente della fine della ricostruzione.

Siamo all’interno della Terza Guerra Mondiale, fino a questo momento condotta a bassa intensità.

Ma i poteri forti a livello internazionale desiderano che si trasformi in una Guerra Mondiale classica, in modo di creare le condizioni di distruggere il massimo possibile per poi ripartire in una nuova ricostruzione.

La nuova demolizione dovrà essere più intensa di quella della Seconda Guerra Mondiale perché a quei livelli hanno già tenuto conto dell’evoluzione della tecnologia. In modo particolare del settore automazione.

C'è quindi un surplus di mano d'opera da impiegare e popolazione da mantenere.(Secondo i poteri forti che governano il mondo)

Bisogna quindi dare corso ad una nuova grande sfoltitura.

E cosa c'è di meglio di una nuova Guerra Mondiale?

Problema che tutti i politici e i giornalisti del mondo Occidentale evitano con cura di dare la giusta collocazione al problema.

Si tratta quindi di trovare la nuova Sarajevo.

Maucat, in altro 3D, ha ben descritto cosa sta succedendo in Siria. Lì come in Libia si stanno cercando le motivazioni per scatenare la guerra tradizionale.

Solo sabato scorso il Primo ministro francese Valls, ha avvertito che l’Europa sarà teatro di nuovi grandi attentati.

Dal punto di vista strettamente militare si può pensare che l’Isis in Libia, non alleggerisca la pressione esercitata degli alleati europei sotto l’input della Casa Bianca, minacciando ritorsioni di tipo terroristico in tutta Europa???

“Se mi attacchi ti faccio saltare per aria.”

E qui si va a toccare la popolazione civile, che prima o poi si rivolgerà ai propri governi.

Se si trova l’incidente giusto possono incendiarsi tre continenti. Europa. Asia, ed Africa. E poi chi li ferma più.

CONTINUA
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