Diario della caduta di un regime.
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Re: Diario della caduta di un regime.
CRONACHE DI UN PAESE ALLO SFASCIO
Togliete la solita zavorra della notizia della propganda mirata di Sallusti, ma alla fine la notizia ci stà.
Artigiano si uccide, il fratello: "Gli hanno spostato la pensione al 2025"
In provincia di Padova un elettricista si toglie la vita: alla base del suicidio ci sarebbe lo choc dopo aver scoperto di dover attendere dieci anni per la pensione. Il fratello: "Lavorava da quando era giovanissimo"
Ivan Francese - Mer, 24/02/2016 - 17:57
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Un altro suicidio di Stato? Sarebbe l'ennesimo.
La tragedia stavolta è andata in scena a Vigonza, in provincia di Padova: lunedì sera un elettricista di 57 anni, Guglielmo Pantano, si è tolto la vita nel garage di casa.
Ancora ignote le cause del decesso, anche se si sospetta che l'uomo avrebbe potuto essere depresso.
Tuttavia, come riporta il Mattino di Padova, tra i motivi dell'insano gesto potrebbero esserci gli effetti della legge Fornero, che avrebbe indotto l'uomo a rimandare il momento della pensione al 2025.
"Guglielmo non aveva problemi economici - assicura il fratello Silvano Pantano - Anche se le cose non andavano come negli anni passati, quando avevamo grosse commesse, qualche lavoretto lo avevamo sempre. Il nostro mestiere oggi è come il Pronto soccorso, interventi flash. Ma le prospettive erano più che buone perché avevamo in vista dei lavori importanti."
"Mio fratello aveva i requisiti per andare in pensione - spiega -l’età ce l’aveva da un po’ perché aveva cominciato a lavorare giovanissimo. Aveva fatto 13 anni da dipendente e si era licenziato, con la liquidazione si è pagato i versamenti per avere i 20 anni garantiti. Ma quando un anno e mezzo fa era andato a verificare, gli hanno detto che i contributi da lavoratore autonomo e i versamenti non vengono considerati. E gli hanno mandato una lettera in cui scrivevano che sarebbe andato in pensione nel 2025. Non l’aveva presa bene, per lui è stata una batosta. Aveva raggiunto il minimo, ma non gliel’hanno conteggiato".
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 28844.html
Togliete la solita zavorra della notizia della propganda mirata di Sallusti, ma alla fine la notizia ci stà.
Artigiano si uccide, il fratello: "Gli hanno spostato la pensione al 2025"
In provincia di Padova un elettricista si toglie la vita: alla base del suicidio ci sarebbe lo choc dopo aver scoperto di dover attendere dieci anni per la pensione. Il fratello: "Lavorava da quando era giovanissimo"
Ivan Francese - Mer, 24/02/2016 - 17:57
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Un altro suicidio di Stato? Sarebbe l'ennesimo.
La tragedia stavolta è andata in scena a Vigonza, in provincia di Padova: lunedì sera un elettricista di 57 anni, Guglielmo Pantano, si è tolto la vita nel garage di casa.
Ancora ignote le cause del decesso, anche se si sospetta che l'uomo avrebbe potuto essere depresso.
Tuttavia, come riporta il Mattino di Padova, tra i motivi dell'insano gesto potrebbero esserci gli effetti della legge Fornero, che avrebbe indotto l'uomo a rimandare il momento della pensione al 2025.
"Guglielmo non aveva problemi economici - assicura il fratello Silvano Pantano - Anche se le cose non andavano come negli anni passati, quando avevamo grosse commesse, qualche lavoretto lo avevamo sempre. Il nostro mestiere oggi è come il Pronto soccorso, interventi flash. Ma le prospettive erano più che buone perché avevamo in vista dei lavori importanti."
"Mio fratello aveva i requisiti per andare in pensione - spiega -l’età ce l’aveva da un po’ perché aveva cominciato a lavorare giovanissimo. Aveva fatto 13 anni da dipendente e si era licenziato, con la liquidazione si è pagato i versamenti per avere i 20 anni garantiti. Ma quando un anno e mezzo fa era andato a verificare, gli hanno detto che i contributi da lavoratore autonomo e i versamenti non vengono considerati. E gli hanno mandato una lettera in cui scrivevano che sarebbe andato in pensione nel 2025. Non l’aveva presa bene, per lui è stata una batosta. Aveva raggiunto il minimo, ma non gliel’hanno conteggiato".
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 28844.html
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Re: Diario della caduta di un regime.
CRONACHE DI UN PAESE ALLO SFASCIO
C'era una volta la democrazia. Adesso c'è la mercatocrazia
Partiti, fino a 150mila euro per un seggio. Il tariffario della democrazia in vendita
(Thomas Mackinson)
25/02/2016 di triskel182
Le chiamano “erogazioni liberali” ma di libero hanno ben poco: quei “contributi volontari” in realtà sono obbligati in forza di scritture private, atti notarili e contratti fatti sottoscrivere ai candidati prima di metterli in lista. Chi non si impegna a versare non viene candidato, chi non versa non sarà ricandidato. I partiti hanno anche fatto in modo che i versamenti (a loro stessi) siano esentasse. Ecco le quotazioni, partito per partito.
Con 150mila euro il Pd è quello che, a conti fatti, propone il seggio al prezzo più caro. Segue la Lega, che ai suoi candidati ne chiede145mila, poi i Cinque Stelle, che però non incassa i 114mila euro più quanto avanzato della diaria. Forza Italia, ormai in declino, si accontenta di 70mila euro. Ecco il “tariffario” della democrazia in Italia, dove dal 2008 – complice il Porcellum e i listini bloccati – tutti i partiti impongono ai propri candidati ed eletti una tassa sullo scranno in Parlamento, nei consigli regionali e nei comuni.
Le chiamano “erogazioni liberali” ma di libero, in realtà, hanno ben poco: quei “contributi” sono tanto obbligati da fungere comecondizione stessa della candidatura e della permanenza nelle Camere in forza di scritture private, atti notarili e contratti. Da corrispondere anche in comode rate. Chi non sottoscrive l’impegno decade dalla lista. L’eletto che non versa viene deferito alle “commissioni di garanzia” e non ricandidato al prossimo giro, salvo conguaglio. Così i partiti, senza eccezioni, si vendono i seggi alla luce del sole, così li vincolano poi in forza di statuti, regolamenti finanziari e perfino di pretesi “codici etici”. Un pratica che non fa scandalo e non tramonta mai. Tanto che già si preparano i nuovi “contratti” in vista delle prossime amministrative.
Il commercio delle candidature passa sotto silenzio. Non come la famosa “multa” da 150mila euro con cui i Cinque Stelle pensano d’imporre ai propri eletti il vincolo di fedeltà per arginare transfughi e dissenzienti. Quel “patto di candidatura” che viene proposto – senza eccezioni – da quasi dieci anni a questa parte non è però migliore: si fonda sempre sulla preventiva sottoscrizione di obbligazioni patrimoniali della persona, con l’aggravante (semmai) di agire non sul vincolo di mandato quanto sull’accesso dei cittadini all’esercizio democratico dell’elezione. “E’ una pratica estorsiva”, arriva a dire l’ex tesoriere del Pdl Maurizio Bianconi che all’ultima tornata delle politiche stracciò assegni e contratti in via dell’Umiltà. Di sicuro è un veleno altrettanto fatale per la vita democratica che incrocia, non a caso, analoghi dubbi di incostituzionalità. Ma mica per ragioni “alte”, come può essere l’insindacabilità del mandato elettivo: per la pretesa dei partiti di esentare dal Fisco le “restituzioni” dei loro eletti. Beneficio che, manco a dirlo, hanno prontamente concesso (a se stessi). Per legge.
Da ilfattoquotidiano.it
C'era una volta la democrazia. Adesso c'è la mercatocrazia
Partiti, fino a 150mila euro per un seggio. Il tariffario della democrazia in vendita
(Thomas Mackinson)
25/02/2016 di triskel182
Le chiamano “erogazioni liberali” ma di libero hanno ben poco: quei “contributi volontari” in realtà sono obbligati in forza di scritture private, atti notarili e contratti fatti sottoscrivere ai candidati prima di metterli in lista. Chi non si impegna a versare non viene candidato, chi non versa non sarà ricandidato. I partiti hanno anche fatto in modo che i versamenti (a loro stessi) siano esentasse. Ecco le quotazioni, partito per partito.
Con 150mila euro il Pd è quello che, a conti fatti, propone il seggio al prezzo più caro. Segue la Lega, che ai suoi candidati ne chiede145mila, poi i Cinque Stelle, che però non incassa i 114mila euro più quanto avanzato della diaria. Forza Italia, ormai in declino, si accontenta di 70mila euro. Ecco il “tariffario” della democrazia in Italia, dove dal 2008 – complice il Porcellum e i listini bloccati – tutti i partiti impongono ai propri candidati ed eletti una tassa sullo scranno in Parlamento, nei consigli regionali e nei comuni.
Le chiamano “erogazioni liberali” ma di libero, in realtà, hanno ben poco: quei “contributi” sono tanto obbligati da fungere comecondizione stessa della candidatura e della permanenza nelle Camere in forza di scritture private, atti notarili e contratti. Da corrispondere anche in comode rate. Chi non sottoscrive l’impegno decade dalla lista. L’eletto che non versa viene deferito alle “commissioni di garanzia” e non ricandidato al prossimo giro, salvo conguaglio. Così i partiti, senza eccezioni, si vendono i seggi alla luce del sole, così li vincolano poi in forza di statuti, regolamenti finanziari e perfino di pretesi “codici etici”. Un pratica che non fa scandalo e non tramonta mai. Tanto che già si preparano i nuovi “contratti” in vista delle prossime amministrative.
Il commercio delle candidature passa sotto silenzio. Non come la famosa “multa” da 150mila euro con cui i Cinque Stelle pensano d’imporre ai propri eletti il vincolo di fedeltà per arginare transfughi e dissenzienti. Quel “patto di candidatura” che viene proposto – senza eccezioni – da quasi dieci anni a questa parte non è però migliore: si fonda sempre sulla preventiva sottoscrizione di obbligazioni patrimoniali della persona, con l’aggravante (semmai) di agire non sul vincolo di mandato quanto sull’accesso dei cittadini all’esercizio democratico dell’elezione. “E’ una pratica estorsiva”, arriva a dire l’ex tesoriere del Pdl Maurizio Bianconi che all’ultima tornata delle politiche stracciò assegni e contratti in via dell’Umiltà. Di sicuro è un veleno altrettanto fatale per la vita democratica che incrocia, non a caso, analoghi dubbi di incostituzionalità. Ma mica per ragioni “alte”, come può essere l’insindacabilità del mandato elettivo: per la pretesa dei partiti di esentare dal Fisco le “restituzioni” dei loro eletti. Beneficio che, manco a dirlo, hanno prontamente concesso (a se stessi). Per legge.
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Re: Diario della caduta di un regime.
Il PD in subbuglio per il caso Verdini votazioni al senato.
Qualcuno dice allora c'è una nuova maggioranza.
Sicuramente Verdini in seguito non potrà tornare nel centrodestra da Berlusconi.
Quindi !!!!!!!
Ciao
Paolo11
Qualcuno dice allora c'è una nuova maggioranza.
Sicuramente Verdini in seguito non potrà tornare nel centrodestra da Berlusconi.
Quindi !!!!!!!
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Paolo11
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Re: Diario della caduta di un regime.
ULTIMO ATTO
8 marzo 2016 | di Franz Baraggino e Alessandro Madron
Verdini e Renzi? “C’è un patto, Matteo è in debito”. Tradimenti, soldi, potere: storia di Denis, “il cortigiano”
Gli “strani amori” di cui parla Matteo Renzi quando incassa i voti di Denis Verdini sulla riforma del Senato non sono un breve flirt. Il viaggio in Toscana delle telecamere de ilfattoquotidiano.it racconta una passione che brucia da anni e che di strano ha ben poco. Ma è fin troppo imbarazzante. A trasformare i due in una coppia chiacchierata ci pensa l’ambizione di Matteo, che nel 2009 si candida a sindaco di Firenze. “E’ da allora che Verdini lavora attivamente per Renzi, se non prima”. A parlare non è l’invidia di chi ha perso le primarie del Pd, ma l’ex senatore di Forza Italia Paolo Amato, vicino a Verdini dagli esordi in politica. E non ha dubbi: “Tra i due c’è un patto…”. A pagarne le conseguenze già nella corsa a Palazzo Vecchio è il candidato scelto da Verdini per sfidare Renzi, l’ex calciatore Giovanni Galli che al Fatto racconta una strana, questa sì, campagna elettorale e l’amarezza di “scaldare la sedia” tra i banchi dell’opposizione. “Abbiamo l’ordine di non disturbare Renzi”, diranno i consiglieri forzisti. Ma se al cuore non si comanda, ai guai giudiziari si dovrebbe almeno fare caso. Sì, perché prima di votare la fiducia sulle Unioni civili il 25 febbraio scorso ed entrare di fatto in maggioranza, il senatore Verdini ha già cinque rinvii a giudizio. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei? Noi intanto siamo andati a Campi Bisenzio, il paese alle porte di Firenze dove Verdini è cresciuto e dove si è messo in affari guidando il Credito cooperativo fiorentino dagli anni novanta al 2012, quando la ‘banchina’ centenaria dei campigiani fallisce. “Le assemblee della banca? Con i clown e il carretto dei gelati”, ci racconta un ex socio. Ma a Campi ci sono anche gli amici di una vita. Giampiero dice di volergli ancora bene, “anche se ha tradito un po’ tutti, guarda quel che ha fatto con la banca”. Ma al Denis i campigiani un merito lo riconoscono: la rielezione “di un sindaco comunista“. A ricordare quest’altra, stranissima storia di provincia sono ancora una volta amici e alleati. A sentire loro, non serve altro per capire chi è davvero l’alleato più prezioso di Renzi. Nel 2007 scoppia uno scandalo che mette in discussione il regolamento urbanistico di Campi. Arresti, occupazione del Consiglio comunale, cantieri bloccati. La giunta di sinistra non regge: elezioni anticipate. Ma la scelta del candidato di Verdini lascia tutti di stucco. “Voleva perdere”, ragiona chi correva con il centrodestra, che spiega al Fatto come quella decisione riguardasse gli affari della banca. Conflitto d’interessi, lo chiamavano una volta. La Banca d’Italia stimerà in 60 milioni quello di Verdini, “che finanziava anche sua moglie, anche se stesso”, sostiene la magistratura. E allora? “Verdini non è il mostro di Loch Ness”, dice Renzi. L’amore è cieco? A Firenze preferiscono parlare di “debiti”
VIDEO
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/03/ ... no/489182/
8 marzo 2016 | di Franz Baraggino e Alessandro Madron
Verdini e Renzi? “C’è un patto, Matteo è in debito”. Tradimenti, soldi, potere: storia di Denis, “il cortigiano”
Gli “strani amori” di cui parla Matteo Renzi quando incassa i voti di Denis Verdini sulla riforma del Senato non sono un breve flirt. Il viaggio in Toscana delle telecamere de ilfattoquotidiano.it racconta una passione che brucia da anni e che di strano ha ben poco. Ma è fin troppo imbarazzante. A trasformare i due in una coppia chiacchierata ci pensa l’ambizione di Matteo, che nel 2009 si candida a sindaco di Firenze. “E’ da allora che Verdini lavora attivamente per Renzi, se non prima”. A parlare non è l’invidia di chi ha perso le primarie del Pd, ma l’ex senatore di Forza Italia Paolo Amato, vicino a Verdini dagli esordi in politica. E non ha dubbi: “Tra i due c’è un patto…”. A pagarne le conseguenze già nella corsa a Palazzo Vecchio è il candidato scelto da Verdini per sfidare Renzi, l’ex calciatore Giovanni Galli che al Fatto racconta una strana, questa sì, campagna elettorale e l’amarezza di “scaldare la sedia” tra i banchi dell’opposizione. “Abbiamo l’ordine di non disturbare Renzi”, diranno i consiglieri forzisti. Ma se al cuore non si comanda, ai guai giudiziari si dovrebbe almeno fare caso. Sì, perché prima di votare la fiducia sulle Unioni civili il 25 febbraio scorso ed entrare di fatto in maggioranza, il senatore Verdini ha già cinque rinvii a giudizio. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei? Noi intanto siamo andati a Campi Bisenzio, il paese alle porte di Firenze dove Verdini è cresciuto e dove si è messo in affari guidando il Credito cooperativo fiorentino dagli anni novanta al 2012, quando la ‘banchina’ centenaria dei campigiani fallisce. “Le assemblee della banca? Con i clown e il carretto dei gelati”, ci racconta un ex socio. Ma a Campi ci sono anche gli amici di una vita. Giampiero dice di volergli ancora bene, “anche se ha tradito un po’ tutti, guarda quel che ha fatto con la banca”. Ma al Denis i campigiani un merito lo riconoscono: la rielezione “di un sindaco comunista“. A ricordare quest’altra, stranissima storia di provincia sono ancora una volta amici e alleati. A sentire loro, non serve altro per capire chi è davvero l’alleato più prezioso di Renzi. Nel 2007 scoppia uno scandalo che mette in discussione il regolamento urbanistico di Campi. Arresti, occupazione del Consiglio comunale, cantieri bloccati. La giunta di sinistra non regge: elezioni anticipate. Ma la scelta del candidato di Verdini lascia tutti di stucco. “Voleva perdere”, ragiona chi correva con il centrodestra, che spiega al Fatto come quella decisione riguardasse gli affari della banca. Conflitto d’interessi, lo chiamavano una volta. La Banca d’Italia stimerà in 60 milioni quello di Verdini, “che finanziava anche sua moglie, anche se stesso”, sostiene la magistratura. E allora? “Verdini non è il mostro di Loch Ness”, dice Renzi. L’amore è cieco? A Firenze preferiscono parlare di “debiti”
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Re: Diario della caduta di un regime.
ULTIMO ATTO
Primarie, D’Alema: “Pd in mano a un gruppo di arroganti. Per Orfini ricorso di Bassolino in ritardo? E’ stupidità”
Politica
L'ex presidente del Consiglio in un'intervista al Corriere della Sera attacca: "Enorme malessere a sinistra. Il partito della Nazione è già accaduto". Il senatore Tocci: "Il presidente dem se ne vada". La replica: "C'è chi ha nostalgia del partito di Mafia capitale"
di F. Q. | 11 marzo 2016
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03 ... a/2536390/
Primarie, D’Alema: “Pd in mano a un gruppo di arroganti. Per Orfini ricorso di Bassolino in ritardo? E’ stupidità”
Politica
L'ex presidente del Consiglio in un'intervista al Corriere della Sera attacca: "Enorme malessere a sinistra. Il partito della Nazione è già accaduto". Il senatore Tocci: "Il presidente dem se ne vada". La replica: "C'è chi ha nostalgia del partito di Mafia capitale"
di F. Q. | 11 marzo 2016
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Re: Diario della caduta di un regime.
ULTIMO ATTO
Anas, affari discussi nella fondazione di Matteoli
E’ un “ufficio politico”, microspie fuori per legge
Nei locali a disposizione dei parlamentari vietate le intercettazioni: per gli investigatori sono il luogo più sicuro per discutere gli accordi. Il consiglio all’imprenditore corrotto: “Non telefonare, fai un salto lì”
Giustizia & Impunità
Grazie al sistema delle guarentigie parlamentari, nei locali che hanno lo status di ufficio politico di deputati e senatori non possono aver luogo intercettazioni ambientali: per gli inquirenti sono il luogo più sicuro per discutere di affari. Dopo l’operazione dell’ottobre 2015 la principale indagata, Antonella Accroglianò, ha iniziato a raccontare quello che avveniva in cene e riunioni lontane dalle “cimici”. Al centro del sistema la “Fondazione della libertà per il bene comune” presieduta dall’ex ministro Matteoli, non indagato
di Andrea Palladino
^^^^^
Corruzione Anas, Guardia di Finanza Roma esegue 19 arresti. Indagato Martinelli, uomo di Matteoli
Giustizia & Impunità
Seconda tranche dell’inchiesta scattata a ottobre su mazzette pagate da imprenditori a funzionari della società che gestisce la rete stradale. L’operazione è partita sulla base della ammissioni della “dama nera”
di F. Q. | 11 marzo 2016
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03 ... o/2536298/
Anas, affari discussi nella fondazione di Matteoli
E’ un “ufficio politico”, microspie fuori per legge
Nei locali a disposizione dei parlamentari vietate le intercettazioni: per gli investigatori sono il luogo più sicuro per discutere gli accordi. Il consiglio all’imprenditore corrotto: “Non telefonare, fai un salto lì”
Giustizia & Impunità
Grazie al sistema delle guarentigie parlamentari, nei locali che hanno lo status di ufficio politico di deputati e senatori non possono aver luogo intercettazioni ambientali: per gli inquirenti sono il luogo più sicuro per discutere di affari. Dopo l’operazione dell’ottobre 2015 la principale indagata, Antonella Accroglianò, ha iniziato a raccontare quello che avveniva in cene e riunioni lontane dalle “cimici”. Al centro del sistema la “Fondazione della libertà per il bene comune” presieduta dall’ex ministro Matteoli, non indagato
di Andrea Palladino
^^^^^
Corruzione Anas, Guardia di Finanza Roma esegue 19 arresti. Indagato Martinelli, uomo di Matteoli
Giustizia & Impunità
Seconda tranche dell’inchiesta scattata a ottobre su mazzette pagate da imprenditori a funzionari della società che gestisce la rete stradale. L’operazione è partita sulla base della ammissioni della “dama nera”
di F. Q. | 11 marzo 2016
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Re: Diario della caduta di un regime.
ULTIMO ATTO
Possiamo dirla tranquillamente in milanese. GHE SEM. (Ci siamo)
La ruota della storia si è rimessa in moto.
Chi dimentica la storia è costretto a riviverla (Primo Levi)
Correva l’anno 1992, e a Milano iniziava il crollo della Prima Repubblica con l’arresto di Mario Chiesa.
Adesso è iniziato il crollo della Seconda Repubblica.
Ne stanno succedendo troppe per poter reggere.
Le primarie con TRUFFA del PD hanno superato ogni limite della decenza. Ma per i banditi del vertice PD và tutto bene così madama la Marchesa.
Oggi seconda parte del sistema tangenti dell’Anas.
Poi ritorna sulla scena politica Baffetto. Troppo tardi. Il PD è ridotto ad una autobotte della BIRAGHI SPURGHI.
continua
Possiamo dirla tranquillamente in milanese. GHE SEM. (Ci siamo)
La ruota della storia si è rimessa in moto.
Chi dimentica la storia è costretto a riviverla (Primo Levi)
Correva l’anno 1992, e a Milano iniziava il crollo della Prima Repubblica con l’arresto di Mario Chiesa.
Adesso è iniziato il crollo della Seconda Repubblica.
Ne stanno succedendo troppe per poter reggere.
Le primarie con TRUFFA del PD hanno superato ogni limite della decenza. Ma per i banditi del vertice PD và tutto bene così madama la Marchesa.
Oggi seconda parte del sistema tangenti dell’Anas.
Poi ritorna sulla scena politica Baffetto. Troppo tardi. Il PD è ridotto ad una autobotte della BIRAGHI SPURGHI.
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Re: Diario della caduta di un regime.
ULTIMO ATTO
IlFattoQuotidiano.it / Politica
Salvini retwitta: “Giudici comunisti di merda. Spariamo a loro”. Poi cancella: “Smentisco e condanno, colpa dello staff”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03 ... a/2538193/
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Re: Diario della caduta di un regime.
ULTIMO ATTO
La necessità di mantenere il potere a tutti i costi, visto che gli stà sfuggendo di mano per problemi più grossi di lui, induce il duce a pronunciare frasi sconnesse degne di Hitler, Stalin e Mussolini.
L'Italia ha imboccato, purtoppo, una deriva in cui non si intravvede la conclusione, ma che sarà obbligatoriamente tragica.
Renzi: “Chi discute primarie offende democrazia
Ma le irregolarità di Napoli sono state evidenti”
Il premier-segretario: ‘Giusto valutare ricorsi senza dare per scontato che chi ha perso vinca e viceversa
Alternative? I capibastone. O i gazebo di Fi dove si vota solo sì. O le Comunarie M5s decise da Casaleggio’
^^
Primarie Pd, Renzi: “Chi le attacca offende la democrazia e il partito, ma le irregolarità sono state evidenti”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03 ... i/2540497/
^^^
Alla minoranza PD: QUI COMANDO IO
La necessità di mantenere il potere a tutti i costi, visto che gli stà sfuggendo di mano per problemi più grossi di lui, induce il duce a pronunciare frasi sconnesse degne di Hitler, Stalin e Mussolini.
L'Italia ha imboccato, purtoppo, una deriva in cui non si intravvede la conclusione, ma che sarà obbligatoriamente tragica.
Renzi: “Chi discute primarie offende democrazia
Ma le irregolarità di Napoli sono state evidenti”
Il premier-segretario: ‘Giusto valutare ricorsi senza dare per scontato che chi ha perso vinca e viceversa
Alternative? I capibastone. O i gazebo di Fi dove si vota solo sì. O le Comunarie M5s decise da Casaleggio’
^^
Primarie Pd, Renzi: “Chi le attacca offende la democrazia e il partito, ma le irregolarità sono state evidenti”
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Re: Diario della caduta di un regime.
Più che gazebarie mi sembrano berluscarie senza competizione dove invece i candidati devono essere almeno due
Chi c’è in linea
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