Diario della caduta di un regime.

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camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Valli a capire questi renziani.

E dire che alcuni di loro sono stati comunisti e ancora oggi si dichiarano di sinistra.

Uno di questi continua a chiedere a tutti: Ma tu non ami Renzi????

L'altro insiste nel dire che se noi non lo stimiamo, è stimatissimo all'estero.

CON QUESTA ARMATA BRANCALEONE NON POTEVA CHE FINIRE COSI'.

Quando si tratta di rubare i meriti il bamboccio sbruffone di Rignano è sempre in prima fila.

Quando si tratta di prendere i pesci in faccia manda avanti gli schiavetti che per la poltrona si adattano a tutto.



Armi spuntate
Palazzo Chigi fa
parlare Gentiloni,
che però ammette:
“L’Egitto è strategico”






PESI PIUMA Le bugie del Cairo su Regeni e l’assalto tedesco a Kessler (Olaf) per Vw
Dall’Egitto alla Germania:
prendiamo sberle da tutti


Il premier e la cantilena su “pretendiamo la verità” che va avanti da due mesi senza alcun
risultato. Intanto Berlino silura il nostro uomo all’Antifrode europea (Volkswagen rischia di dover ridare alla Ue 1,8 miliardi per lo scandalo dei diesel) per occupare anche quella casella

D’ONGHIA, PALOMBI E SANSA A PAG. 2 - 3

^^^^^

IL CASO La diplomazia italiana alla prova del delitto

Regeni, due mesi di parole:
la realpolitik batte i proclami
Renzi insiste: “Non ci accontentiamo”. Ma il governo subisce le “verità ”del Cairo



» SILVIA D’ONGHIA

Sono due le espressioni
che tornano più spesso
tra le “dure prese di posizione”
del governo sul
caso Regeni, dal giorno in cui è
stato ritrovato il cadavere del
ricercatore ucciso in Egitto:
“Niente verità di comodo” e
“pretendiamo collaborazione”.
Quasi come un mantra,
quasi a voler ripetere ossessivamente
ciò che – è ormai
chiaro –non potrà mai realizzarsi.
In questi due mesi dalla
scomparsa (25 gennaio) e poco
meno dal ritrovamento del
corpo (3 febbraio), a dispetto
dei proclami, degli annunci,
dell’“ira” delle autorità italiane,
troppe “verità di comodo”
sono invece arrivate, nel goffo
tentativo di depistare le indagini
e l’opinione pubblica italiana
e internazionale.
UN MANTRA, perché il governo
sa benissimo di non poter
fare altro, di non poter chiedere
di più al governo di Al Sisi.
Troppi interessi economici
(l’Eni su tutti), troppe paure (il
fronte dell’Isis), troppe cautele
diplomatiche da mantenere.
Poco hanno potuto, finora, i
nostri investigatori inviati là a
“collaborare” con i colleghi egiziani,
che invece tutto hanno
tirato fuori (persino i cinque
morti dell’altro giorno, colpevoli
di una “rapina” finita male)
tranne che la “verità”. Nulla
ha potuto il fronte diplomatico:
nessun atto di forza, nessuno
strappo. E nulla ha potuto, e
potrà, la politica, le mani legate
da troppi lacci. E infatti Matteo
Renzi, che ha chiaro il quadro
fin dall’inizio e che ieri ha
affidato alla sua E-news l’en -
nesima richiesta di chiarezza,
la maggior parte delle volte ha
mandato avanti, a mo’di ariete
ma di gomma, il suo ministro
degli Esteri, Paolo Gentiloni.
“Chiediamo fermamente
all’Egitto che le autorità italiane
possano
c o l l a bo r a r e
alle indagini,
perché vogliamo
che la
verità emerga
fino in fondo”,
auspicava
il titolare
della Farnesina
il 4 febbraio,
all’indomani della scoperta
di quel corpo martoriato.
“Abbiamo un solo obiettivo: la
verità – gli faceva eco il ministro
Alfano, il giorno dopo –so -
no convinto che Al Sisi non si
sottrarrà alla collaborazione”.
Eppure già qualche ora dopo si
andava delineando quello che
sarebbe stato: un muro di gomma.
“Siamo lontani dalla verità”,
sempre Gentiloni il 6 febbraio,
giorno del rientro della
salma di Giulio, attesa a Fiumicino
dalla famiglia e dal ministro
Orlando. Non da Renzi.
La voce di Gentiloni in quei
giorni sembrava un’arma
spuntata. “Non ci accontenteremo
di verità presunte” (8
febbraio); “Contiamo sulla
possibilità che ai nostri investigatori
sia consentito di collaborare
pienamente” (9 febbraio);
“Abbiamo reagito immediatamente
con fermezza
con il governo amico egiziano”
(10 febbraio, davanti alle commissioni
Esteri-Politiche Ue
di Camera e Senato).
Renzi si è fatto sentire per la
prima volta il 12 febbraio a Ra -
dio Anch’io,
nove giorni
dopo il ritrovamento,
per
quella che
poteva sembrare
una velata
minaccia:
“L’amici -
zia è un bene
prezioso ed è
possibile solo nella verità”.
Quindi un’azione forte, il richiamo
del nostro ambasciatore
al Cairo? Assolutamente
no: un simile atto avrebbe avuto
conseguenze disastrose. E
allora, di nuovo, Alfano e Gentiloni
nei giorni successivi a ribadire
la necessità della “coo -
perazione”e a sbattere i pugni
su un tavolo inesistente: “Non
accetteremo ricostruzioni facili
o verità di comodo”. Lo
stesso tavolo al quale, durante
l’assemblea del Pd (21 febbraio)
si è risieduto il premier
– “Non c’è business o realpolitik
che tenga, non è un optional
la verità per Giulio” –, che
però ha dovuto ammettere:
“L’Egitto è strategico per contrastare
procuratore capo di Roma, Pignatone,
trasferta che sembrava
andare nel segno di
quella “collaborazione” tanto
auspicata. È sotto gli occhi di
tutti che non è così, o almeno
finora non lo è stato, contrariamente
a quanto “assicurato”
dallo stesso presidente Al Sisi
nelle due interviste concesse a
R e pu b b li c a il 16 e 17 marzo:
“Non ci fermeremo finché non
sarà stata raggiunta la verità”
anche se –per Al Sisi – “l’obiet -
tivo è colpire l’economia egiziana
e isolare il Paese”. Le relazioni
vanno mantenute a livello
bilaterale: siamo importanti
per l’Egitto anche più di
quanto l’Egitto lo sia per noi.
IL TORMENTONEgovernativo,
dicevamo, è tornato ieri: “L’Italia
non si accontenterà di
nessuna verità di comodo –ha
scritto Renzi sulla E-news –.
Consideriamo un passo in avanti
importante il fatto che le
autorità egiziane abbiano accettato
di collaborare e che i
magistrati locali siano in coordinamento
con i nostri, guidati
da una figura autorevolissima
come il procuratore di Roma
Pignatone”.
La parola mantra nasce
dall ’unione dei termini sanscriti
manas cioè mente e tra -
yati che vuol dire liberare. Ecco:
liberare la mente serve anche
a non cercare “verità”sco -
mode.
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camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Dopo essermi preso tutti i virus del web, sono pronto per la seconda ondata.




Dalla prima pagina del FATTO di stamani:


IL PENTITODi Carlo nella causa su un libro
L’ex boss di Altofonte ripete quanto dichiarò già
venti anni fa: “Tra il 1963 e il 1964 mi fu presentato
come uomo d’onore di Castellammare del Golfo”
RIZZA A PAG. 9
“Il padre di Mattarella
era un mafioso doc”


Molti dicono: Lo sapevamo.


Vabbè.

Ma può restare presidente il figlio di un mafioso doc???
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »


Federica Guidi, la ministra si dimette: “Buona fede, ma opportunità politica”. Renzi la scarica: “Scelta che condivido”


La titolare dello Sviluppo economico si congeda dal governo ma dice: "Sono assolutamente certa della correttezza del mio operato". I retroscena descrivono il premier infuriato: "Indifendibile". Poi la lettera di risposta in cui accoglie il passo indietro. Le opposizioni: "Se ne deve andare anche la Boschi"
di F. Q. | 31 marzo 2016
COMMENTI (250)

“Caro Matteo sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato”. Inizia così la lettera con cui la ministra dello Sviluppo Economico Federica Guidi ha rassegnato le sue dimissioni dal governo Renzi. Il nome della Guidi ricorre più volte nelle carte dell’inchiesta sugli impianti petroliferi Eni in Basilicata. Agli atti ci sono le telefonate con il compagno Gianluca Gemelli, indagato per traffico d’influenze, a proposito di emendamenti favorevoli alla Total, con cui Gemelli è in rapporti d’affari. In particolare, le carte di magistrati di Potenza riportanto una conversazione in cui Gemelli e la Guidi parlano di un emendamento – bocciato nello Sblocca Italia – da inserire di nuovo nella legge di stabilità. Un emendamento “nell’interesse di Total”, annotano gli investigatori, e che poi sarà approvato. Guidi dunque si dice in buona fede, ma aggiunge: “Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese”.

I retroscena a caldo raccontano però di un Renzi infuriato, che ha giudicato “indifendibile” la posizione della sua ministra dello Sviluppo. Impegnato nella missione negli Stati Uniti, il premier ha scaricato la Guidi quando i suoi, dall’Italia, gli hanno spiegato i dettagli del caso. “E’ gravissimo che Federica non ci avesse detto chi fosse e che cosa facesse il fidanzato”, fanno trapelare fonti di maggioranza provando ad accreditare la tesi della sorpresa a Palazzo Chigi. Pubblicamente, il premier dirama una nota (in forma di lettera di risposta) in cui esprime stima e apprezzamento per la decisione presa: “Cara Federica, ho molto apprezzato il tuo lavoro di questi anni. Serio, deciso, competente. Rispetto la tua scelta personale, sofferta, dettata da ragioni di opportunità che condivido: procederò nei prossimi giorni a proporre il tuo successore al capo dello Stato. Nel frattempo ti invio un grande abbraccio. Continueremo a lavorare insieme perché l’Italia sia sempre più forte e solida. A presto, Matteo”.

Di certo, a differenza del precedente di Maurizio Lupi, quando il premier attese le dimissioni in nome del garantismo, stavolta si è fatto capire alla titolare del Mise che la scelta doveva essere tempestiva. Anche perché tra meno di 20 giorni gli italiani voteranno per un referendum che riguarda proprio le lobby del petrolio. E il governo è schierato per l’astensione.

La consultazione in programma il 17 aprile ricorre spesso nelle reazioni della politica. “Che la Guidi facesse l’interesse dei petrolieri, si sapeva, non c’era bisogno dell’intercettazione. C’è un modo immediato per rispondere a cotanta arroganza mista a conflitto di interessi, mettendo a tacere le lobby che lei rappresenta: andare a votare sì al referendum del 17 aprile”. Lo scrive su facebook il portavoce dei Verdi di Roma Gianfranco Mascia.


Le opposizioni, dai 5 Stelle a Sinistra italiana, passando per Lega e Forza Italia, chiedono un passo indietro anche a Maria Elena Boschi. “Anche il ministro Boschi, come la Guidi, ha le mani sporche di petrolio – dice la capogruppo M5S in Senato Nunzia Catalfo -. Come si evince dalle intercettazioni, lei stessa fu d’accordo nell’inserire l’emendamento incriminato nella Legge di Stabilità e in ogni caso il maxi emendamento finale porta la sua firma, le sue responsabilità sono dunque chiarissime. Ora più che mai torna ad essere urgente la calendarizzazione della nostra mozione di sfiducia. Le dimissioni della Guidi sono la prova delle responsabilità gravissime ed evidenti dell’intero governo”. Stesso concetto per Renato Brunetta (Forza Italia) che su Twitter scrive: “Dimissioni Guidi: nel governo Renzi non si muove foglia che la Boschi non voglia. Tanto nelle banche quanto nella legge di stabilità. Premier tragga conseguenze”. Più greve, ma allineato agli altri, il commento del vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli: “Dopo che si è ‘spintaneamente’ dimessa l’ape operaia, Federica Guidi, ora aspettiamo le dimissioni dell’ape regina, Maria Elena Boschi. A questo punto il fuco Matteo Renzi rientri immediatamente dagli Stati Uniti e salga subito al Colle a riferire al presidente Mattarella rispetto ad un Governo che sta cadendo a pezzi”.

Al suo rientro – riferiscono i retroscena dell’agenzia Ansa – Renzi controfirmerà le dimissioni formali del ministro al Capo dello Stato e prenderà per un breve periodo l’interim al Mise in attesa di scegliere il successore. Ogni toto-nomi è prematuro ma oltre al nome di Andrea Guerra, tornato in realtà al settore privato dopo un anno come consulente del governo, gira quello di Teresa Bellanova, molto stimata dal presidente del consiglio che l’ha promossa nel mini-rimpasto di governo da sottosegretario al Lavoro a viceministro dello Sviluppo.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03 ... i/2597925/
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

LA VOX POPULI


Sand • 3 ore fa
A breve il parlamento troverà una seria soluzione a questi problemi di corruzione e conflitto di interessi: UNA BELLA STRETTA ALLE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE!
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Sand • 3 ore fa
Personaggione Renzi. Il classico personaggio che appena ti distrai un attimo ti si incul@ in ogni direzione. Come ho scritto in passato: Venderebbe sua madre per ottenere il potere, aumentare il potere e conservare il potere. Avrebbe sfanculat@ anche la Boschi se non le fosse legata a doppio filo o sia in parte complice o ricattabile. E questa è solo la prima mezza giornata, aspettiamo col proseguito delle indagini...
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Eccomi • 4 ore fa
.."Sono stata corretta e in buona fede". Chissà cosa avrebbe combinato se fosse stata scorretta ed in malafede.
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McGyver • 5 ore fa
Quanti anni si beccherà in... Total?
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Sand McGyver • 3 ore fa
AL massimo (Q)8
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Eccomi • 5 ore fa
Spero che chi voleva astenersi al referendum del 17 Aprile, abbiano trovato una buona motivazione per andare a votare SI-
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Roberto Altiri • 5 ore fa
Non si può certo dubitare delle buone fedi. D'altra parte i nostri sedicenti politici sono talmente impegnati a tempo pienissimo con la loro sedicente politica che vuoi che abbiano tempo di parlare con coniugi, compagni, amanti, figli di quello che fanno e di quello che fanno loro?
D'altra parte il super politico, quello impegnato più di tutti, ci fa sapere dagli USA che "è il momento di correre. Questa è l'unica soluzione in un mondo globalizzato". Ma qui l'unico che corre è lui, tant'è che è assente quando qui accade qualcosa. E anche quando non accade: e fortuna che l'Air Zero non è ancora pronto.
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Alessandro • 5 ore fa
Intanto il Cdm presieduto da Renzi ha varato in via definitiva il decreto legislativo In attuazione della legge delega 67/2014.sulla depenalizzazione dei reati con pena fino ai 5 anni. Sono 113 reati depenalizzati. Per non superare i 1.500 caratteri, ecco solo quelli che iniziano con la "F".
– Fabbricazione o detenzione di materie esplodenti – art.435 c.p.
– False informazioni al P.M. – art.371 bis
– Falsità materiale del P.U. – art.477 c.p.
– Favoreggiamento personale – art-378 c.p.
– Favoreggiamento reale art.379 c.p.
– Frode informatica – art.640ter co.1-2 c.p.
– Frode in emigrazione art.645 c.p.co.1
– Frode nelle pubbliche forniture – art.356
– Frode processuale – art.374 c.p.
– Frodi contro le industrie nazionali – art.514 c.p.
– Frode nell’esercizio del commercio – art.515 c.p.
– Furto – art.624 c.p.
Adesso Renzi potrà dire che con il suo governo sono diminuiti i reati.
http://www.comuni.it/servizi/f...
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McGyver Alessandro • 5 ore fa
Fortunatamente la f1ga è ancora "PENALizzabile" (siamo in seconda serata)
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Sand McGyver • 3 ore fa
Ovazione!
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Eccomi • 5 ore fa
Ora i sondaggi diranno che la popolarità del governo è al 99%
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ginobonatesta (0ccfec30) • 5 ore fa
Devo dire la verità, buona fede a parte, (che può significare: ho detto quel che ho detto ma non ero io a parlare -che sono in buona fede- ma il mio avatar birichino) riconosco più "dignità" alla Federica che alla madonnina dei boschi che nonostante tutto quel che sappiamo e al fatto di aver mentito al parlamento e agli italiani, non ha ritenuto, neanche per finta "opportunità" politica di dimettersi salvando la sua "buonafede". Vuol dire che proprio non ne ha, neanche per finta.
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Roberto Altiri ginobonatesta (0ccfec30) • 5 ore fa
Vero. Per quanto, come dice l'antico adagio, in un paese di ciechi ecc. ecc.
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ginobonatesta (0ccfec30) Roberto Altiri • 4 ore fa
... appunto ma, è colpa dell'avatar.
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Emilio M. • 5 ore fa
Che brutta giornata per Renzi,mentre stava a pavoneggiarsi in America,questa mattina gli è arrivata la batosta che deve mostrare gli scontrini e adesso pure quest'altra figuraccia del ministro Guidi. Che bella immagine dell'Italia all'estero.
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Roberto Altiri Emilio M. • 5 ore fa
Credo che all'estero l'immagine ce l'abbiano già ben chiara.
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Eccomi Emilio M. • 5 ore fa
L'immagine c'è l'aveva già rovinata , facendo l'imitizione della rana, mentre tentava di parlare l'americano ran , ran, ran, Andate a riascoltare il TG3 delle 19 al minuto 22,48. Buona risata.
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Eccomi • 6 ore fa
Ora si è liberato un posto per Verdini.
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Sand Eccomi • 3 ore fa
Rina è impegnato, Bin Laden morto e Il banana severinizzato... ci accontentiamo...
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MacFerrin • 6 ore fa
Total fail
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Giuliano Caruso • 6 ore fa
Ed è pure certa di essere in buona fede.

Capisco. Se cresci in un mondo che ti fa sentire un'eletta, non soggetta alle leggi ed ai limiti imposti ai cittadini comuni, è chiaro che hai una personale visione nella quale tu sei tu e gli altri sono nulla.
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Eccomi Giuliano Caruso • 6 ore fa
Ha ragione, perchè non pensava di essere intercettata.
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paregam • 6 ore fa
http://www.corriere.it/cronach...

Dopo aver fatto passare qust'emendamento
è vidente che si è resa complice di reati.
> che famo, je damo la benedizione ?

-Visto poi che non troviamo sufficienti pianeti
da metter sulla stadera.
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AvvisoDiSfratto • 6 ore fa
Questa e' la punta dell'iceberg... figurarsi cosa non spuntera' fuori
Se ha dato immediatamente le dimissioni vuol dire che hanno scoperchiato il vaso di Pandora....

c'e' da prepararsi al peggio, ma tant'e' che con questo governo non e' che ci si possa aspettare qualcosa di positivo
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MASTRUCATO • 6 ore fa
per i PDINI la vera vergona è che si sia dimessa , neanche una mozione di sfiducia da respingere ........ma allora il governo che ci sta a fare
13 • Rispondi•Condividi › Un'altra persona sta scrivendo...
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Francesco • 6 ore fa
Dice buona fede, quale buona fede?
Si chiama rubare, si chiama tradire il popolo italiano, non buona fede, la buona fede è altra cosa.
10 • Rispondi•Condividi › Un'altra persona sta scrivendo...
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il Bannato 2.0 • 6 ore fa
Da parte di questi del PD non ci si deve aspettare altro.
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paolosenzabandiere • 6 ore fa
FATICA INUTILE.

Il piddi ha fatto di tutto per formare una classe dirigente proterva, insensibile alle esigenze di giustizia provenienti dal paese e poi basta una ministra proveniente dalla società "civile" che si dimette a vanificare, anni, decenni, di scuola quadri per i profittatori.
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saro45 • 6 ore fa
Figlia d'arte, era stata messa lì per curare gli interessi della Confindustria e quindi delle Lobby. Lo ha ben fatto e ora se ne sta ritornando a fare, anzi a continuare il lavoro che faceva prima e cioè l'industriale. Un governo che dà un incarico importante ad un rappresentante dell'industria, la dice lunga se è nato per difendere di più i lavoratori o i padroni (termine caduto in disuso da quando è scomparsa la vera sinistra).
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Francesco • 6 ore fa
A parte la Guidi, grandi risultati del governo Renzi
https://it.finance.yahoo.com/n...
Neppure con berlusconi eravamo così in basso, altro che rimborsare gli azionisti di banca etruria, questa è la caporetto del sistema bancario italiano
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Di Noia Davide • 6 ore fa
Gli interessi economici e di sviluppo che predica questo governo non coincidono in nessun modo con gli interessi reali del nostro Paese. Sono necessarie nuove elezioni politiche per ripristinare un minimo di Democrazia, Giustizia e Morale Istituzionale. Un presidente del consiglio non votato dai cittadini è stato un grande errore, imperdonabile, del fu PD.
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

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James Rutland • 6 ore fa
servire le lobby è SOVVERSIONE.
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Il contadino • 6 ore fa
In un paese in balia della MAFIA, dal 1861, non possiamo aspettarci che Metodi Mafiosi a Tutti i Livelli!
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smack • 6 ore fa
non vedo le pillole di saggezza di democraticonondiretto.......povero piddino iniziamo a perdere i pezzi.....brutta cricca indifendibile ha ragione quell'inutile ex sindaco di Roma se vi seguiva finiva diritto in galera.....
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Ale Butcher • 6 ore fa
avete voluto i partiti sovvenzionati dalle lobby. ecco i risultati.
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ipazia8 • 6 ore fa
Le quote rosa...
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Luca Palazzi • 6 ore fa
nomina infelice, epilogo tristissimo. Veramente una figura indecente del governo, ma soprattutto della Guidi che dimostra di non conoscere manco le basi della politica. Una totale incapace. Non si può davvero gestire il proprio innegabile conflitto di interessi in modo cosi scemo e sfacciato. senso civico inesistente.
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Mario Rosini • 6 ore fa
Evviva il Mago Di Firenze!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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James Rutland • 6 ore fa
anche questa in CONFLITTO DI INTERESSI... ma le norme sul conflitto di interessi chi dovrebbe farle applicare!?
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MISCIA SIGNOR TENENTE... • 6 ore fa
questa è l'italia che NON vorrei!!!
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billy • 6 ore fa
Non può essere vero !
Una ministra che "tiene famiglia " di- missionaria ?
Colpisce e commuove la toccante lettera DA LIBRO CUORE a renzi sul " meraviglioso paese " . A molti italioti sarà scappata la lacrimuccia !
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gratefulred19 • 6 ore fa
Ho capito perchè il PD è TOTALmente contrario al Referendum sulle trivellazioni
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Il capitano • 6 ore fa
Ci fosse mai un ministro che opera nell'interesse della collettività e non per mero guadagno personale.
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Snoopix Il capitano • 5 ore fa
Non lamentiamoci troppo...almeno si è dimessa in fretta senza tante lagne...altri ministri intercettati ci hanno messo ben di più oppure, come la Cencellieri, proprio non l'hanno fatto...
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WalterD • 6 ore fa
Non sara' una bella serata per il fidanzato Gianluca ....
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Roberto A. Massa Martana • 6 ore fa
Un po di umana pietà, per il compagno della ex ministra Guidi: pensate a lui e a che cosa ha dovuto fare e sopportare per "tirare a campare".

Voi lo avreste fatto? Guardatela bene, e dopo datevi una risposta!
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Snoopix Roberto A. Massa Martana • 5 ore fa
Business is business...
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®Satiro Roberto A. Massa Martana • 6 ore fa
Per Matteo Renzi la ormai ex ministra, davanti agli ultimi fatti sarebbe "indifendibile".

tanto che, da dove si trova negli States in missione, avrebbe liquidato la questione chiedendo un passo indietro immediato. "E' gravissimo che Federica non ci avesse detto chi fosse e che cosa facesse il fidanzato"
PS
ma qualcuno riesce a credergli? ... se tanto mi da tanto allora non sapevano neanche chi fosse il papà dell'etruria boschetta..
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Bela Lugosi is dead • 6 ore fa
Come cantava a il grandissimo Paolo Rossi in una trasmissione di tanti, tanti anni fa
"Senta, queste cose qua, succedevano una volta! Adesso non è più così! Adesso c'è il Nuovo che avanza!
Sì, ma il Nuovo che avanza e il Vecchio telefona!"

Buona serata
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Lorenzo • 6 ore fa
In altri paesi verrebbe messo in discussione l'equilibrio dell'intero governo per una cosa del genere. In altri paesi..
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Eccomi Lorenzo • 5 ore fa
Succederà anche da noi.
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Pino Ab • 6 ore fa
Vedrete, ora la faranno diventare una povera martire, una che non doveva essere nominata ministro Remzi la farà diventare una santa.
P. S. Speriamo che al posto della Guidi non metta babbo Boschi, la fccia da lato B non gli banca
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ezio88 • 6 ore fa
Comunque buona serata
meglio il cambio di una ministra che senza la minestra

(quanta invidia, ira , son 7 i vizi capitali contiamoli)
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stezzano • 6 ore fa
queste cose sono come gli scarafaggi, se ne vedi uno sicuramente ce ne sono alti cento.
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wesley • 6 ore fa
Ooooh e meno male, finalmente comincia il disboscamento di questo governo illegittimo.
E ha anche avuto il coraggio di dire "Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese”.
Si appunto lavorare per il bene comune, della famigghia.
p.s. e bisogna anche ringraziare che si è dimessa, pensa invece Renzi, Boschi e tutti gli altri.
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camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Governo Renzi, il vero ministro Guidi è il papà (che decide le nomine sul treno)

Palazzi & Potere

I SEGRETI DEL POTERE/6 Nelle intercettazioni dell'indagine Breakfast della Procura di Reggio Calabria le conversazioni tra il capofamiglia Guidalberto (padre di Federica, che ha la delega allo Sviluppo) e l'avvocato della Lega Nord, Domenico Aiello, fedelissimo di Maroni, con la proposta di incarico di commissario straordinario della Geo Ambiente
di Marco Lillo | 24 dicembre 2015
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Continua la galleria dei personaggi che emergono dalle telefonate dei leghisti intercettati. Abbiamo già svelato i retroscena dell’accordo Lega-Pdl con le minacce di Berlusconi a Maroni di usare la clava mediatica contro il Carroccio, l’impegno leghista per aiutare l’imprenditore Salini che mirava alle penali per la mancata costruzione del Ponte sullo Stretto, le chiamate di Malagò che cercava il voto di un leghista per la presidenza del Coni. L’indagine Breakfast della Procura di Reggio Calabria contiene intercettazioni della Dia effettuate sotto il coordinamento del pm Giuseppe Lombardo e del procuratore Federico Cafiero De Raho. L’indagine va avanti in gran segreto dal 2012. Probabilmente le intercettazioni non porteranno a nulla. Ma a prescindere dalla rilevanza penale, devono essere pubblicate perché svelano fatti di rilievo pubblico dietro le quinte del potere.

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Era euforico al telefono l’avvocato della Lega Nord Domenico Aiello il 14 marzo 2014. Era stato appena nominato commissario straordinario della Geo Ambiente Srl dal ministro Guidi: “Amministrazione straordinaria! La legge Marzano! La Prodi bis! Siamo a livello di Parmalat! Non puoi capire… siamo avanti, noi…”. Dialogando con il commercialista Massimo De Dominicis, Aiello già vedeva le praterie verdi delle nomine milionarie delle amministrazioni straordinarie come Parmalat. Da tre settimane al governo però non c’era la Lega ma la sinistra. Eppure era convinto, dopo avere incontrato Federica Guidi, di avere fatto “breccia” nel dicastero. A De Dominicis confidava: “Ce ne sono altre due grossissime in arrivo!”.

Le telefonate intercettate dalla Dia di Reggio Calabria per conto del pm Giuseppe Lombardo spiegano come ha fatto Aiello, che pure ha un curriculum non indifferente, a entrare nella lista dei commissari straordinari.

Ci vogliono 19 minuti per percorrere il tragitto da Reggio Emilia a Bologna con il treno ad alta velocità. Tanto è bastato ad Aiello, 46 anni, avvocato del governatore lombardo Roberto Maroni per entrare nel cuore del papà del ministro di centrosinistra.

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Il 20 febbraio 2014, giorno prima della nomina di Federica Guidi a ministro dello Sviluppo economico di Renzi, papà Guidalberto Guidi, 74 anni, presidente dell’azienda di famiglia Ducati Energia, nonché ex vicepresidente di Confindustria, chiama Aiello. Vuole fissare un incontro perché gli deve fare “un discorso a voce … c’è un problema, un’ipotesi, una opportunità” però ha bisogno “di un consiglio che deve dare a un amico”. Il 21 febbraio, giorno della formazione del governo Renzi, Aiello e Guidi senior si parlano con modalità da spy story. Alle 8 e 40 del mattino Guidi sale sul treno a Reggio Emilia e nella carrozza 3 del treno Italo incontra Aiello. Poi scende a Bologna dove c’è l’autista ad attenderlo. L’8 marzo del 2014, due settimane dopo l’insediamento della figlia, il padre dice ad Aiello che potrebbe “fare il commissario straordinario in qualcuna delle … o no?”. Aiello risponde di sì e Guidi chiede se si trovi in situazione di incompatibilità. Aiello replica: “Assolutamente no!”. Poi i due ricominciano a parlare in modo criptico. Guidi dice “per quella cosa quindi non gli ha già detto tutto” e si danno appuntamento a Roma o a Milano. Passano tre giorni e il cellulare di Aiello squilla ancora. È Elisabetta Franzaroli, 50 anni, capo segreteria del papà in Ducati Energia per vent’anni, ma appena nominata il 5 marzo del 2014, capo segreteria della figlia al ministero. Franzaroli dice ad Aiello che il ministro vuole incontrarlo al ministero in via Veneto alle 15 e 30. Due giorni dopo l’incontro il 13 marzo 2014, il ministro Guidi nomina Aiello commissario straordinario della Geo Ambiente srl di Belpasso (Catania). La società raccoglie e smaltisce i rifiuti per molti Comuni del Catanese e per la sua dimensione (250 dipendenti, 11 milioni di fatturato) il ministero la mette sotto tutela affidandola ad Aiello. L’avvocato, sempre al telefono con il commercialista De Dominicis, all’inizio è entusiasta: “Mi hanno nominato commissario dell’azienda che gestiva la raccolta dei rifiuti in 30 comuni della Sicilia orientale e in una parte della Calabria”. Molti professionisti sognano di entrare in quel giro senza riuscirci. I compensi dei commissari sono parametrati all’attivo e passivo: per Alitalia, Parmalat o Cirio diventano milionari. Non è mai stato un mistero che la politica scelga persone vicine. Nel giugno 2014 proprio Federica Guidi è stata costretta a rispondere a un’interrogazione M5S che avanzava dubbi sulla nomina da parte del ministro Pd Flavio Zanonato, a commissario della Casa Divina Provvidenza di Bisceglie, dell’ex vicesindaco di Bisceglie del Pd.

La stranezza è però che in questo caso l’avvocato della Lega è nominato da un ministro di centrosinistra su indicazione del papà. La Geo Ambiente, va detto, non è la Parmalat. Tanto che Aiello dice a De Dominicis: “Anche se il ministro mi ha fatto un piacere in realtà è un danno”. Il commercialista però lo invita a insistere perché “si inizia sempre con la suppostina”. Dopo pochi mesi Aiello lascia il posto proprio all’amico De Dominicis, nominato con decreto Guidi (Federica) del 6 agosto 2014. Solo le intercettazioni svelano che dietro le quinte dello spettacolo inscenato per il pubblico l’economia prende il sopravvento sulla politica e gli accordi trasversali si fanno beffe delle contrapposizioni. Così il legale del governatore leghista ottiene un incarico da un governo di sinistra grazie allo ‘chef express’ Guidi.

Guidi padre replica al Fatto: “Aiello mi è stato presentato da Maroni ed è un avvocato molto bravo ma non mi pare abbia incarichi dal nostro gruppo. Non ricordo quel viaggio in treno. Non posso essere stato io comunque a indicare Aiello a mia figlia che si sarebbe certamente irritata. Una ventina di persone mi hanno chiesto una segnalazione per le amministrazioni straordinarie però vi sfido a scorrere la lista dei nominati e non troverete nessun amico”. A dire il vero ci sarebbe un certo Piero Gnudi, amico per decenni e già presidente del collegio sindacale dell’azienda paterna. Poi nominato dal ministro-figlia consigliere economico e commissario straordinario dell’Ilva. Proprio con Gnudi l’avvocato Aiello dialoga al telefono. A maggio Gnudi gli chiede il curriculum per inserirlo in una commissione di riforma della legge. E al solito De Domenicis, nel marzo 2014, Aiello confidava: “Domani vedo il mio cliente. Abbiamo un progetto importante su Ilva di Taranto. Roba seria”. Federica Guidi non parla ma dal ministero fanno sapere che “Domenico Aiello aveva tutti i requisiti necessari per ricoprire quel ruolo. Era un commissariamento complicato e non si trattava di un favoritismo. Tanto è vero che, dopo pochi mesi, l’avvocato Aiello ha lasciato l’incarico. Più che un favore era una rogna”.

Da Il Fatto Quotidiano del 23 dicembre 2015


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"Quell'emendamento passerà". La Guidi intercettata si dimette
Agli atti una telefonata con il compagno Gianluca Gemelli indagato per traffico di influenze illecite. Parlano anche della Boschi. Opposizioni in fibrillazioni. E il ministro Guidi si dimette: "Ma sono certa della mia buona fede"


Sergio Rame - Gio, 31/03/2016 - 22:21


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“Ceto medio in crisi, impiegati e operai sempre più poveri. Attenti alla logica di mercato nei servizi pubblici”

Economia
Il sociologo Arnaldo Bagnasco nel libro La questione del ceto medio racconta perché oggi la middle class si ritrova stretta tra una minoranza di facoltosi e un nuovo proletariato a cui si è aggiunto un esercito di precari. E spiega che potrebbe diventare un "luogo sociale del rischio":​ u​n gruppo radicalizzato, travolto dal panico di arretrare ancora
di Chiara Brusini | 1 aprile 2016
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Il ceto medio non è in via di estinzione. E la società uscita dalla grande recessione del 2008-2009 e dalla crisi dei debiti sovrani del 2011-2013 non è spaccata in due tra un’elite che ha potere e ricchezza e le classi popolari, senza nulla in mezzo. E’ vero, però, che la classe media si ritrova stretta tra una minoranza di facoltosi e una working class ​a cui si è aggiunto un esercito di precari. Ha sempre più difficoltà a riconoscersi e si sente poco rappresentata dalla politica e poco assistita dallo Stato sociale, proprio nella fase in cui ne avrebbe più bisogno.​ E’ il quadro tracciato da La questione del ceto medio – Un racconto del cambiamento sociale (Il Mulino), excursus del sociologo Arnaldo Bagnasco sull’evoluzione del capitalismo e della regolazione del mercato e i loro effetti sulla stratificazione sociale.

Secondo Bagnasco, se ​queste tendenze dovessero continuare e le condizioni degli strati più bassi della piramide peggiorassero ancora, ​il ceto medio ​potrebbe diventare – insieme al precariato “esplosivo” descritto da Guy Standing – quello che i sociologi definiscono un “luogo sociale del rischio“​: u​n gruppo radicalizzato, travolto dal panico di arretrare ancora e finire nel gruppo di chi non ha certezze lavorative e non può contare su ammortizzatori. Gli esiti, nello scenario peggiore, potrebbero essere simili a quello causato dalla reazione delle classi medie europee alla crisi degli anni Trenta del secolo scorso: l’ascesa dei totalitarismi.

​Il racconto dell’accademico dei Lincei intreccia ​storia, politologia e risultati della ricerca empirica. Il punto di partenza è la nascita del “capitalismo organizzato” nella seconda metà del Novecento, quando si sviluppano in parallelo la grande industria e il welfare state e il ceto medio prende la ribalta. Poi arrivano la svolta liberista, la globalizzazione e le delocalizzazioni. La finanza, da strumento, diventa cuore dell’economia. La sicurezza del posto di lavoro viene meno, le famiglie si indebitano, i redditi ristagnano e anche le classi medie iniziano a fare i conti con la “sindrome della quarta settimana“. Uno shock.

Il capitolo finale è dedicato al caso italiano. Bagnasco dà conto di come, secondo diversi studi, nel nostro Paese la disuguaglianza dagli anni Novanta a oggi sia rimasta sostanzialmente stabile. Ma i dati aggregati nascondono cambiamenti significativi: i redditi di autonomi e dirigenti sono aumentati mentre quelli di impiegati e operai hanno perso terreno. Bankitalia calcola che, fatto 100 il reddito medio dei lavoratori indipendenti, nel 2004 quello di un operaio era pari a 82, quello di un impiegato 106, quello di un dirigente 184. Nel 2012 il primo è sceso a 79, gli altri due sono saliti rispettivamente a 107 a 196. Il risultato? “Nel 2006, prima della crisi, il 60,5% degli operai si considerava di classe media, percentuale dimezzata oggi al 31%”.

Così, se nel 2006 il 60% degli italiani dichiarava di far parte del ceto medio, ora vi si identifica solo il 41%, mentre il 51,5% si colloca nelle categoria “classe operaia” o “popolare” e un 7% di happy few si definisce borghesia o classe dirigente. Società più polarizzata e ceto medio “strizzato”, appunto. Ma con un elemento in più che caratterizza l’Italia rispetto agli altri Paesi europei: da noi il divario è aumentato soprattutto per effetto di uno “slittamento verso il basso delle famiglie e delle persone ai gradini inferiori della scala”. Nel frattempo accanto ai lavoratori autonomi, categoria storicamente più ampia in Italia che nel resto d’Europa, è cresciuta una vasta zona grigia di precari per i quali lo status percepito non corrisponde al reddito (basso) e a cui lo Stato impone obblighi contributivi e normativi senza offrire “cittadinanza sociale“, cioè accesso a certi standard di consumo, salute, istruzione.

A questo punto Bagnasco mette sotto la lente il ruolo, nel determinare le difficoltà del ceto medio, delle politiche sociali neoliberiste. L’Inghilterra, che ha avviato riforme di quel segno ben prima della Penisola e ne sta toccando con mano gli effetti, offre secondo il sociologo una pietra di paragone preziosa. Stando a uno studio recente, “l’introduzione della logica di mercato nella produzione di servizi collettivi e in infrastrutture, misure come lo scorporo di attività ministeriali in agenzie definite quasi non governative, la forte delega di autonomia a scuole e ospedali, l’uso di indicatori standard per valutare gli esiti contrattuali e l’uso di agenzie indipendenti per il monitoraggio” hanno prodotto esiti deleteri: “gigantesche procedure burocratiche”, “aziende subappaltatrici che non hanno fornito i servizi stabiliti”, “individui che hanno imparato a ingannare il sistema degli indicatori”, “erosione della fiducia nello spirito del servizio pubblico”. Una “ingegneria sociale”, nota Bagnasco, che “sembra proprio portare in direzione dei tradizionali mali d’Italia“. Italia che però, nel tentativo di recuperare efficienza, sta prendendo esempio proprio da quell’esperienza.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04 ... i/2524378/
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IL FIATO SUL COLLO




Petrolio Basilicata, indagato il capo della Marina
I pm di Potenza sentiranno Guidi. E anche Boschi
L’ammiraglio De Giorgi accusato di associazione a delinquere nel nuovo filone dell’inchiesta che ha
portato alle dimissioni della Guidi. Lui: “Sorpreso”. Il premier: “Mozioni? Non ci manderanno a casa”

Giustizia & Impunità
Anche il capo di Stato maggiore della Marina, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, è indagato per traffico illecito di rifiuti nell’inchiesta di Potenza che ha già fatto dimettere l’ex ministro dello Sviluppo Federica Guidi. Lo scrive oggi Repubblica: “A settembre scorso è stato notificato un avviso di proroga delle indagini al capo di stato maggiore della Marina, indagato insieme al compagno dell’ex ministro Guidi per associazione a delinquere finalizzata al traffico di influenze per una storia riguardante l’Autorità portuale di Augusta”

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Inchiesta petrolio, indagato il numero uno della Marina De Giorgi. Pm vogliono sentire Boschi e Guidi

Giustizia & Impunità
All'alto ufficiale che ha voluto Mare Nostrum, riferisce Repubblica, sono contestati gli stessi reati del compagno dell'ex ministro Guidi. Nelle ultime settimane era in odore di candidatura per il vertice della Protezione Civile. I Pm si preparano ad ascoltare Boschi e Guidi
di F. Q. | 2 aprile 2016
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Anche il capo di Stato Maggiore della Marina inciampa sull’inchiesta sul petrolio in Basilicata. E intanto la Procura lucana si appresta a sentire l’ex ministro Federica Guidi e la collega Maria Elena Boschi. Secondo quanto riferisce Repubblica, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Potenza insieme a Valter Pastena, dirigente della Ragioneria dello Stato. Le accuse per il militare ruotano intorno vanno dall’associazione per delinquere all’abuso d’ufficio fino al traffico di influenze e al traffico illecito di rifiuti, stessi illeciti contestati a Gianluca Gemelli, compagno della Guidi.

Per De Giorgi, comandante in capo che ha voluto Mare Nostrum, spiega Repubblica, si era vociferata nelle ultime settimane una “candidatura per il vertice della Protezione civile“.”A settembre scorso è stato notificato un avviso di proroga delle indagini al capo di stato maggiore della Marina, indagato insieme al compagno dell’ex ministro Guidi per associazione a delinquere finalizzata al traffico di influenze per una storia riguardante l’Autorità portuale di Augusta (la città di Gemelli, ndr)”, scrive ancora Repubblica spiegando che lo stralcio nasce sempre dalle intercettazioni di Gemelli. Figlio d’arte, De Giorgi è il primo ufficiale italiano a occupare lo stesso incarico del padre in scadenza a breve. E come lui, ricorda ancora il quotidiano del gruppo De Benedetti, ha ottenuto il varo di una “legge navale” con fondi straordinari – oltre 5 miliardi di euro – per l’ammodernamento della flotta sotto la bandiera umanitaria nonostante la spending review. A beneficiare dell’operazione sono state innanzitutto Fincantieri e Finmeccanica oltre all’industria dell’acciaio. “Non conosco sulla base di quali fatti il mio nome venga associato a questa vicenda. La cosa mi sorprende e mi amareggia, e tutelerò la mia reputazione nelle sedi opportune”, ha fatto sapere De Giorgi poche ore dopo la notizia del suo coinvolgimento nell’inchiesta della procura di Potenza.



Per quanto riguarda invece le due ministre, secondo quanto riferisce l’Ansa i magistrati si recheranno a Roma per ascoltare Boschi e Guidi. Il nome del ministro dei Rapporti con il Parlamento compare nelle carte dell’inchiesta lucana perché citato dalla stessa Guidi in una conversazione con il compagno in cui gli annuncia il via libera di “Mariaelena” all’emendamento alla Legge di Stabilità 2015 agognato dal cliente di Gemelli, la Total. Circostanza che ha fatto saltare sulla seggiola le opposizioni tornate a chiedere le dimissioni della Boschi già nell’occhio del ciclone per lo scandalo di Banca Etruria che vede indagato suo padre Pier Luigi. Matteo Renzi, quindi, è tornato a fare scudo intorno alla ministra e al governo, al grido di “non ci manderanno a casa” e sventolando come un trofeo le dimissioni della Guidi.

Quest’ultima dal canto suo, in una lunga lettera al Corriere della Sera, parla di punti da chiarire e dati “strumentalizzati e deformati”, sostenendo di essersi limitata a riferire al “marito” una notizia nota. “Comincerei dall’inizio, ricordando che la polemica nasce da una telefonata a colui che considero a tutti gli effetti mio marito, nella quale lo informavo di un provvedimento parlamentare di portata nazionale – scrive -. In particolare, gli davo una notizia nota, su un fatto avvenuto in un luogo pubblico – il Parlamento – al quale hanno dato risalto tutti i media e del quale molti addetti ai lavori avevano già conoscenza perché di rilevante interesse per l’economia nazionale. Insomma, nessuno ha rivelato segreti di Stato”. Nella telefonata al centro della polemica, “lo informavo – prosegue – di un emendamento che avrebbe consentito di accelerare i processi autorizzativi di molte opere strategiche, tra cui il cosiddetto progetto Tempa Rossa di Taranto, bloccato da anni. La società di mio marito, invece, operava come subappaltatrice in Basilicata per un lavoro che nulla aveva a che vedere con lo sviluppo del progetto di Taranto e risaliva ad epoca precedente a quella in cui sono stata nominata ministro”. Quindi secondo la Guidi “non era necessario un mio speciale interessamento per mandare avanti una norma così importante. E comunque, dopo che è stata approvata, non abbiamo attivato i poteri sostitutivi che la legge ci conferiva”.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04 ... e/2601721/
camillobenso
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Cetto La qualunque in: Matteo Renzi - IL DISCORSO ELETTORALE


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