Panama i nostri Italiani
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Re: Panama i nostri Italiani
Agli italiani, il grande fratello, che negli anni ha effettuato con successo il lavaggio, il controlavaggio, il risciacquo, e il candeggio del cervello, interesseranno più i nomi alla Barbara D'Urso oppure quelli del Giglio Magico???????
Panama Papers, c'è anche Barbara D'Urso: ecco gli affari offshore della presentatrice tv
L'Espresso in edicola da venerdì 8 aprile rivelerà 100 nomi di italiani coinvolti nel caso delle società con sede nei paradisi fiscali. Tra questi c'è anche la star delle trasmissioni Mediaset
DI R.I.
06 aprile 2016
http://espresso.repubblica.it/inchieste ... =HEF_RULLO
Panama Papers, c'è anche Barbara D'Urso: ecco gli affari offshore della presentatrice tv
L'Espresso in edicola da venerdì 8 aprile rivelerà 100 nomi di italiani coinvolti nel caso delle società con sede nei paradisi fiscali. Tra questi c'è anche la star delle trasmissioni Mediaset
DI R.I.
06 aprile 2016
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Re: Panama i nostri Italiani
ESCLUSIVO
Panama Papers: così vip e potenti del mondo hanno nascosto miliardi nei paradisi fiscali
È la più grande fuga di notizie nella storia della finanza. Undici milioni e mezzo di file segreti su oltre 200mila società offshore. Create dallo studio Mossack Fonseca di Panama. Ecco gli affari riservati degli uomini di Putin, della famiglia Cameron, dei vertici comunisti cinesi. Insieme a star come Leo Messi e Jackie Chan
DI INTERNATIONAL CONSORTIUM OF INVESTIGATIVE JOURNALISTS *
03 aprile 2016
http://espresso.repubblica.it/inchieste ... e-1.256370
SE LE COSE STANNO COSI', POTREBBE AVERE RAGIONE IL GIORNALE CHE ADDEBITA A SATANA SOROS L'OPERAZIONE.
CON 11 MILIONI E MEZZO DI FILE SEGRETI, C'E' DA FAR SALTARE IL MONDO.
E I BUONI AMMERICA' CI SARANNO, A PARTIRE DAL FINANZIERE LEGATO ALLA CIA,
SATANA SOROS???????
Panama Papers: così vip e potenti del mondo hanno nascosto miliardi nei paradisi fiscali
È la più grande fuga di notizie nella storia della finanza. Undici milioni e mezzo di file segreti su oltre 200mila società offshore. Create dallo studio Mossack Fonseca di Panama. Ecco gli affari riservati degli uomini di Putin, della famiglia Cameron, dei vertici comunisti cinesi. Insieme a star come Leo Messi e Jackie Chan
DI INTERNATIONAL CONSORTIUM OF INVESTIGATIVE JOURNALISTS *
03 aprile 2016
http://espresso.repubblica.it/inchieste ... e-1.256370
SE LE COSE STANNO COSI', POTREBBE AVERE RAGIONE IL GIORNALE CHE ADDEBITA A SATANA SOROS L'OPERAZIONE.
CON 11 MILIONI E MEZZO DI FILE SEGRETI, C'E' DA FAR SALTARE IL MONDO.
E I BUONI AMMERICA' CI SARANNO, A PARTIRE DAL FINANZIERE LEGATO ALLA CIA,
SATANA SOROS???????
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Re: Panama i nostri Italiani
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IL RACCONTO
Panama Papers, una fonte anonima e un anno di lavoro per svelare i segreti offshore
Oltre 300 giornalisti di tutto il mondo per analizzare un'immensa banca dati finanziaria. La stessa su cui ora indagano le autorità fiscali negli Stati Uniti e in Germania, tra società fiduciarie e conti bancari
DI LEO SISTI
03 aprile 2016
http://espresso.repubblica.it/inchieste ... e-1.256443
IL RACCONTO
Panama Papers, una fonte anonima e un anno di lavoro per svelare i segreti offshore
Oltre 300 giornalisti di tutto il mondo per analizzare un'immensa banca dati finanziaria. La stessa su cui ora indagano le autorità fiscali negli Stati Uniti e in Germania, tra società fiduciarie e conti bancari
DI LEO SISTI
03 aprile 2016
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Re: Panama i nostri Italiani
REAZIONI
Panama Papers: inchieste, silenzi e polemiche. Cosa succede dopo l'esplosione del caso
Richieste di elezioni anticipate. Indagini della magistratura. Dibatti infuocati su presunte censure. Le rivelazioni sulle società offshore create dallo studio di Mossack Fonseca stanno avendo un impatto globale. Scuotendo sistemi politici e finanziari in tutto il mondo
DI LUCA PIANA E FRANCESCA SIRONI
04 aprile 2016
http://espresso.repubblica.it/internazi ... i-1.256754
Panama Papers: inchieste, silenzi e polemiche. Cosa succede dopo l'esplosione del caso
Richieste di elezioni anticipate. Indagini della magistratura. Dibatti infuocati su presunte censure. Le rivelazioni sulle società offshore create dallo studio di Mossack Fonseca stanno avendo un impatto globale. Scuotendo sistemi politici e finanziari in tutto il mondo
DI LUCA PIANA E FRANCESCA SIRONI
04 aprile 2016
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Re: Panama i nostri Italiani
IL CASO
Panama Papers, "Io non c'entro", "È un complotto": le reazioni dei personaggi coinvolti
Il portavoce del presidente russo parla di "Putinofobia" nei media occidentali, e di una campagna orchestrata "anche dai servizi segreti". E in molti corrono a negare di aver mai avuto partecipazioni o quote. Mentre Downing Street chiude: "è una faccenda privata". Gli unici a non negare nulla? I familiari del premier pakistano Sharif: E' una via legale per evitare tasse non necessarie attraverso compagnie offshore"
DI FRA. SI.
04 aprile 2016
http://espresso.repubblica.it/attualita ... s-1.256843
Panama Papers, "Io non c'entro", "È un complotto": le reazioni dei personaggi coinvolti
Il portavoce del presidente russo parla di "Putinofobia" nei media occidentali, e di una campagna orchestrata "anche dai servizi segreti". E in molti corrono a negare di aver mai avuto partecipazioni o quote. Mentre Downing Street chiude: "è una faccenda privata". Gli unici a non negare nulla? I familiari del premier pakistano Sharif: E' una via legale per evitare tasse non necessarie attraverso compagnie offshore"
DI FRA. SI.
04 aprile 2016
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Re: Panama i nostri Italiani
IL PUNTO
Perché i Panama Papers riguardano tutti noi
L'elusione fiscale, moralmente deplorevole ma non necessariamente illegale, sottrae risorse a tutti i cittadini onesti che pagano regolarmente le tasse. Il giornalismo d'inchiesta può fare la sua parte. Ma se i governi non adatteranno misure di giustizia fiscale non cambierà niente
DI MARCO PRATELLESI
04 aprile 2016
http://espresso.repubblica.it/internazi ... i-1.256847
Perché i Panama Papers riguardano tutti noi
L'elusione fiscale, moralmente deplorevole ma non necessariamente illegale, sottrae risorse a tutti i cittadini onesti che pagano regolarmente le tasse. Il giornalismo d'inchiesta può fare la sua parte. Ma se i governi non adatteranno misure di giustizia fiscale non cambierà niente
DI MARCO PRATELLESI
04 aprile 2016
http://espresso.repubblica.it/internazi ... i-1.256847
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Re: Panama i nostri Italiani
FAQ
Panama Papers, 10 cose da sapere sulla più grande fuga di notizie di tutti i tempi
Chi è la fonte dei documenti? E' legale avere una società offshore? Davvero non ci sono cittadini americani nella lista? Perché sono stati publicati solo pochi nomi dei circa 800 italiani coinvolti? Ecco tutto quello che conta per capire il grande scandalo finanziario che fa tremare politici e vip
DI STEFANO VERGINE
05 aprile 2016
http://espresso.repubblica.it/inchieste ... =HEF_RULLO
Panama Papers, 10 cose da sapere sulla più grande fuga di notizie di tutti i tempi
Chi è la fonte dei documenti? E' legale avere una società offshore? Davvero non ci sono cittadini americani nella lista? Perché sono stati publicati solo pochi nomi dei circa 800 italiani coinvolti? Ecco tutto quello che conta per capire il grande scandalo finanziario che fa tremare politici e vip
DI STEFANO VERGINE
05 aprile 2016
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Re: Panama i nostri Italiani
Sta bene la notizia :
La società dei genitori di Renzi
con l'uomo dei depositi a Panama
La Party srl nasce e muore in pochi mesi: era costituita da papà Tiziano e Fagostino, al centro del risiko off shore
Pubblicata da Il Giornale.it.
Ma dovrebbe pubblicare anche la notizia di Barbara D’Urso. Ma dato che lavora nelle reti Mediaset del “PARON”, Sallusti fa finta di non saperlo.
Siamo al livello dei bambini dell’Asilo Mariuccia.
^^^^^^^^^^^
La strana società dei genitori di Renzi con l'uomo dei depositi a Panama
La Party srl nasce e m uore in pochi mesi: era costituita da papà Tiziano e Fagostino, al centro del risiko off shore
Fabrizio Boschi - Gio, 07/04/2016 - 08:16
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La distanza tra Rignano sull'Arno e Panama City è di 8.269 chilometri. Eppure spulciando le visure delle tante società che Tiziano Renzi, padre del premier e il suo amico e compagno in affari Luigi Dagostino hanno aperto e chiuso negli anni, sembra a un tiro di schioppo.
Il nome di quest'ultimo, imprenditore di Barletta col pallino dei soldi, lambisce lo scandalo Panama Papers. Come abbiamo scritto ieri Giovanni Donzelli, coordinatore dell'esecutivo nazionale e capogruppo in Regione Toscana di Fratelli d'Italia, ha scoperto anomali passaggi di denaro provenienti dai paradisi fiscali Cipro e Panama e finiti nei conti di tre società legate a Tiziano Renzi e soci.
Tra le società c'è la Party Srl l'unica nella quale il padre del presidente del Consiglio appare nero su bianco. All'atto costitutivo l'8 ottobre 2014 intervengono davanti al notaio di Reggello, Rita Abbate, Tiziano Renzi, a cui va il 40%, e la Nikila Invest Srl amministrata dalla moglie di Dagostino, Ilaria Niccolai, a cui va il 60%. Amministratore unico della Party la mamma del premier, Laura Bovoli. La società si occupa, tra le altre cose, dell'acquisto e gestione di immobili, della costruzione, acquisto e gestione di alberghi e residence, dell'ideazione, organizzazione, realizzazione, produzione, distribuzione, importazione ed esportazione di prodotti di comunicazione, pubblicità, promozione e marketing. Nemmeno un mese dopo, il 5 novembre, già la prima cessione di quote da parte di Nikila (20%) alla Creazioni Focardi Srl di Iacopo Focardi, pellettiere di Figline Valdarno con la fissa per gli outlet. Dagostino, che costruisce outlet in tutta Italia (portandosi dietro Renzi padre come consulente) e al quale vengono attribuiti strane cessioni di quote e trasferimenti di capitali a Panama, in tutti questi affari c'è ma non si vede. Un vero stacanovista, a giudicare dalla mole di società presenti sulla sua visura camerale: dieci le cariche attuali in altrettante società, 26 le cariche recesse e venti le imprese nelle quali era presente. Dagostino è il rappresentante di buona parte delle società estere e off-shore che tra il 2010 e il 2015 comprano terreni o controllano le quote delle immobiliari coinvolte negli affari dei mall del lusso. Il suo nome (o quello delle sue società) compare praticamente in tutte le operazioni che riguardano babbo e mamma Renzi e che ora si spostano in Puglia, a Fasano. Tiziano Renzi non è da meno: dieci le società nelle quali è presente dal 1997 al 2016. Ma nella posizione patrimoniale presentata alla presidenza del Consiglio dei ministri si dichiara agente di commercio con un reddito da 51.901 euro in tre anni (17mila all'anno). Quindici mesi dopo la sua costituzione, la Party Srl si scioglie: davanti al notaio si ritrovano Tiziano Renzi, Luigi Dagostino (che nel frattempo è diventato amministratore della Nikila), Iacopo Focardi e Laura Bovoli. Liquidatore sempre il Dagostino. Che strani rigiri.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 43199.html
La società dei genitori di Renzi
con l'uomo dei depositi a Panama
La Party srl nasce e muore in pochi mesi: era costituita da papà Tiziano e Fagostino, al centro del risiko off shore
Pubblicata da Il Giornale.it.
Ma dovrebbe pubblicare anche la notizia di Barbara D’Urso. Ma dato che lavora nelle reti Mediaset del “PARON”, Sallusti fa finta di non saperlo.
Siamo al livello dei bambini dell’Asilo Mariuccia.
^^^^^^^^^^^
La strana società dei genitori di Renzi con l'uomo dei depositi a Panama
La Party srl nasce e m uore in pochi mesi: era costituita da papà Tiziano e Fagostino, al centro del risiko off shore
Fabrizio Boschi - Gio, 07/04/2016 - 08:16
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La distanza tra Rignano sull'Arno e Panama City è di 8.269 chilometri. Eppure spulciando le visure delle tante società che Tiziano Renzi, padre del premier e il suo amico e compagno in affari Luigi Dagostino hanno aperto e chiuso negli anni, sembra a un tiro di schioppo.
Il nome di quest'ultimo, imprenditore di Barletta col pallino dei soldi, lambisce lo scandalo Panama Papers. Come abbiamo scritto ieri Giovanni Donzelli, coordinatore dell'esecutivo nazionale e capogruppo in Regione Toscana di Fratelli d'Italia, ha scoperto anomali passaggi di denaro provenienti dai paradisi fiscali Cipro e Panama e finiti nei conti di tre società legate a Tiziano Renzi e soci.
Tra le società c'è la Party Srl l'unica nella quale il padre del presidente del Consiglio appare nero su bianco. All'atto costitutivo l'8 ottobre 2014 intervengono davanti al notaio di Reggello, Rita Abbate, Tiziano Renzi, a cui va il 40%, e la Nikila Invest Srl amministrata dalla moglie di Dagostino, Ilaria Niccolai, a cui va il 60%. Amministratore unico della Party la mamma del premier, Laura Bovoli. La società si occupa, tra le altre cose, dell'acquisto e gestione di immobili, della costruzione, acquisto e gestione di alberghi e residence, dell'ideazione, organizzazione, realizzazione, produzione, distribuzione, importazione ed esportazione di prodotti di comunicazione, pubblicità, promozione e marketing. Nemmeno un mese dopo, il 5 novembre, già la prima cessione di quote da parte di Nikila (20%) alla Creazioni Focardi Srl di Iacopo Focardi, pellettiere di Figline Valdarno con la fissa per gli outlet. Dagostino, che costruisce outlet in tutta Italia (portandosi dietro Renzi padre come consulente) e al quale vengono attribuiti strane cessioni di quote e trasferimenti di capitali a Panama, in tutti questi affari c'è ma non si vede. Un vero stacanovista, a giudicare dalla mole di società presenti sulla sua visura camerale: dieci le cariche attuali in altrettante società, 26 le cariche recesse e venti le imprese nelle quali era presente. Dagostino è il rappresentante di buona parte delle società estere e off-shore che tra il 2010 e il 2015 comprano terreni o controllano le quote delle immobiliari coinvolte negli affari dei mall del lusso. Il suo nome (o quello delle sue società) compare praticamente in tutte le operazioni che riguardano babbo e mamma Renzi e che ora si spostano in Puglia, a Fasano. Tiziano Renzi non è da meno: dieci le società nelle quali è presente dal 1997 al 2016. Ma nella posizione patrimoniale presentata alla presidenza del Consiglio dei ministri si dichiara agente di commercio con un reddito da 51.901 euro in tre anni (17mila all'anno). Quindici mesi dopo la sua costituzione, la Party Srl si scioglie: davanti al notaio si ritrovano Tiziano Renzi, Luigi Dagostino (che nel frattempo è diventato amministratore della Nikila), Iacopo Focardi e Laura Bovoli. Liquidatore sempre il Dagostino. Che strani rigiri.
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Re: Panama i nostri Italiani
Sallusti si è appena corretto ma fornisce una versione per merli doc.
Da Carlo Verdone a Valentino gli italiani nei Panama Papers
Il gruppo L'Espresso pubblica i primi 100 nomi degli italiani coinvolti. Da Montezemolo a Unicredit ecco chi c'è nelle carte della società Mossak Fonseca
Sergio Rame - Gio, 07/04/2016 - 09:08
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E adesso tocca all'Italia. Le notizie principali arrivano da Repubblica, che attraverso l'Espresso ha potuto sbirciare le carte della società Mossak Fonseca.
Come atteso da giorni il gruppo della famiglia De Benedetti ha iniziato a snocciolare gli 800 italiani che si trovano nei Panama Papers. Tra questi spuntano nomi importanti ma già conosciuti, come Luca Cordero di Montezemolo, il pilota Jarno Trulli e il manager Donaldo Nicosia. E nomi nuovi, come Carlo Verdone e lo stilista Valentino Garavani.
Dei primi 100 nomi di italiani, che compaiono nell'archivio ottenuto dall'International Consortium of Investigative Journalists (Icij), nei giorni scorsi era stato dato già un assaggio. Il nome più noto era stato sicuramente Luca Cordero di Montezemolo. Ma il grosso deve ancora essere svelato. Perché se già si sa del coinvolgimento di grandi gruppi finanziari come Unicredit e Ubi banca, che negli anni scorsi hanno avuto rapporti d'affari con lo studio Mossack Fonseca, il consorzio punta sui nomi noti per fare scalpore in tutto il mondo. E così, puntuale, oggi l'Espresso snocciola un primo elenco di cento italiani che figurerebbero tra gli oltre 11 milioni di documenti. Lo scandalo dei Panama Papers si prepara così a colpire anche il Belpaese. Tra i nomi noti spicca sicuramente che Verdone che risulta titolare della Athilith Real Estate, una offshore registrata a Panama. Il comico si è detto "sorpreso di essere accostato a una società con sede a Panama" e, attraverso i suoi avvocati, ha spiegato che "non ha idea dei motivi per cui sia stata costituita". Athilith è arrivata presto al capolinea. Registrata nel 2009 è stata liquidata nel 2014. Spunta poi Valentino che, insieme al socio Giancarlo Giammetti, sarebbe associato a due sigle delle Isole Vergini britanniche, la Jarra Overseas e la Paramour finance. I legali dello stilista hanno, però, fatto notare che il cliente è residente a Londra da più di dieci anni.
L'Espresso ha provato a tirare in mezzo anche Barbara D'Urso perché "risulta come director della società Melrose Street Ltd, registrata nel 2006 alle isole Seychelles". Il legale della showgirl ha, tuttavia, diffidato formalmente il settimanale "dal divulgare notizie che appaiono lacunose e gravemente lesive della sua immagine", chiarendo che "la società in questione era stata aperta ai fini di un'operazione immobiliare che la D'Urso intendeva compiere all'estero; operazione che non si era poi concretizzata; la società era conseguentemente sempre rimasta inattiva, poi ufficialmente chiusa nel 2012".
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 43288.html
Da Carlo Verdone a Valentino gli italiani nei Panama Papers
Il gruppo L'Espresso pubblica i primi 100 nomi degli italiani coinvolti. Da Montezemolo a Unicredit ecco chi c'è nelle carte della società Mossak Fonseca
Sergio Rame - Gio, 07/04/2016 - 09:08
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E adesso tocca all'Italia. Le notizie principali arrivano da Repubblica, che attraverso l'Espresso ha potuto sbirciare le carte della società Mossak Fonseca.
Come atteso da giorni il gruppo della famiglia De Benedetti ha iniziato a snocciolare gli 800 italiani che si trovano nei Panama Papers. Tra questi spuntano nomi importanti ma già conosciuti, come Luca Cordero di Montezemolo, il pilota Jarno Trulli e il manager Donaldo Nicosia. E nomi nuovi, come Carlo Verdone e lo stilista Valentino Garavani.
Dei primi 100 nomi di italiani, che compaiono nell'archivio ottenuto dall'International Consortium of Investigative Journalists (Icij), nei giorni scorsi era stato dato già un assaggio. Il nome più noto era stato sicuramente Luca Cordero di Montezemolo. Ma il grosso deve ancora essere svelato. Perché se già si sa del coinvolgimento di grandi gruppi finanziari come Unicredit e Ubi banca, che negli anni scorsi hanno avuto rapporti d'affari con lo studio Mossack Fonseca, il consorzio punta sui nomi noti per fare scalpore in tutto il mondo. E così, puntuale, oggi l'Espresso snocciola un primo elenco di cento italiani che figurerebbero tra gli oltre 11 milioni di documenti. Lo scandalo dei Panama Papers si prepara così a colpire anche il Belpaese. Tra i nomi noti spicca sicuramente che Verdone che risulta titolare della Athilith Real Estate, una offshore registrata a Panama. Il comico si è detto "sorpreso di essere accostato a una società con sede a Panama" e, attraverso i suoi avvocati, ha spiegato che "non ha idea dei motivi per cui sia stata costituita". Athilith è arrivata presto al capolinea. Registrata nel 2009 è stata liquidata nel 2014. Spunta poi Valentino che, insieme al socio Giancarlo Giammetti, sarebbe associato a due sigle delle Isole Vergini britanniche, la Jarra Overseas e la Paramour finance. I legali dello stilista hanno, però, fatto notare che il cliente è residente a Londra da più di dieci anni.
L'Espresso ha provato a tirare in mezzo anche Barbara D'Urso perché "risulta come director della società Melrose Street Ltd, registrata nel 2006 alle isole Seychelles". Il legale della showgirl ha, tuttavia, diffidato formalmente il settimanale "dal divulgare notizie che appaiono lacunose e gravemente lesive della sua immagine", chiarendo che "la società in questione era stata aperta ai fini di un'operazione immobiliare che la D'Urso intendeva compiere all'estero; operazione che non si era poi concretizzata; la società era conseguentemente sempre rimasta inattiva, poi ufficialmente chiusa nel 2012".
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 43288.html
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Re: Panama i nostri Italiani
Quel filo rosso tra Etruria e il Paese dei conti off-shore
La banca di Arezzo ha coperto i movimenti di oro tra le aziende orafe e Panama. E tra i mediatori per sbloccare le operazioni figura pure un ex deputato Pds-Ds
Fabrizio Boschi - Gio, 07/04/2016 - 08:20
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Gli aretini che contano, quelli dell'oro, della grande industria, della massoneria, delle banche, con Panama hanno sempre avuto a che fare.
E adesso nomi eccellenti di colossi del settore orafo potrebbero spuntare anche dai famigerati Panama Papers.
Già anni fa Arezzo, da capitale dell'oro, rischia di diventare quella del riciclaggio di denaro sporco. Commercianti e proprietari di aziende orafe trafficano col cartello della droga in Colombia e i dirigenti di Banca Etruria non avrebbero segnalato movimenti di soldi sospetti. L'operazione Unigold scoperchia un mondo sommerso: le vie del riciclaggio sono infinite, i narcodollari vengono lavati acquistando oro lavorato tra Arezzo e Vicenza. Triangolazioni tra banche, centinaia di miliardi spostati negli istituti di mezzo mondo con semplici bonifici. Questo è ciò che verrebbe fuori oggi dai Panama Papers.
L'istituto di Arezzo è una piccola Fort Knox: tra lingotti dei clienti per circa 3,5 tonnellate (oltre 10mila pezzi), lingotti della stessa banca che ha una giacenza giornaliera di due tonnellate e quattro tonnellate per il distretto industriale orafo di Arezzo (1.300 aziende), il totale è 9 tonnellate e mezzo. Un tesoro da 310 milioni di euro, la più grande concentrazione d'oro in Italia dopo quella di Bankitalia.
Dal Centroamerica arrivano a due banche di Arezzo 300 miliardi di dollari (circa 230 miliardi di euro) per l'acquisto di due tonnellate di oro. La Dea americana scopre un accredito sospetto di 50mila dollari inviati da una banca di Atlanta a una di Arezzo, denaro che sarebbe servito per l'acquisto di oro. Unigold rinvia a giudizio tredici imprenditori del settore orafo di Arezzo tra cui i fratelli Francesco e Luciano Pataro titolari della Aurea trading di Arezzo e della Universe Gold Enteprise di Panama, le principali società off-shore al centro dell'inchiesta servite per lavare i soldi nell'oro. Nei guai finiscono sei funzionari di tre banche sospettati di aver accettato addebiti e trasferimenti miliardari sospetti: Monte dei Paschi di Siena, Banca Etruria e Banca Popolare Vicentina.
Tra i mediatori aretini per sbloccare l'oro di Panama figura Vasco Giannotti (indagato a Modena con la compagna Giorgia Artiano per riciclaggio e turbativa d'asta), imprenditore nel campo sanitario, ex deputato Pds-Ds, esponente di spicco del Pci. Lui è il motore del colosso aretino specializzato nel risk management, Gutenberg (società finita nella carte dell'inchiesta Cpl Concordia per fatture sospette), che organizza ogni anno il Forum Risk Management in Sanità al quale partecipano l'ex sindaco oggi al Csm, Giuseppe Fanfani, e il procuratore che segue l'inchiesta Etruria, Roberto Rossi. Main sponsor delle prime 9 manifestazioni Banca Etruria insieme a Manutencoop che ha interessi con la banca. Prima di dedicarsi alla sanità Giannotti aveva messo in piedi per Cna e Banca Etruria un consorzio nel quale convogliarono diverse imprese orafe clienti della banca.
Con la Dea americana ha avuto problemi (poi risolti) pure Ivana Ciabatti, amministratore e principale azionista di Italpreziosi, da gennaio 2015 presidente di Federorafi, membro della consulta degli orafi insieme a Andrea Boldi di Confartigianato che nel maggio scorso spese parole di elogio per Maria Elena Boschi «per il prezioso lavoro sul blocco delle esportazioni di oreficeria in Algeria che ha causato per la città un mancato export di 165 milioni». Al vertice italo-algerino c'era anche il ministro per lo Sviluppo economico, Federica Guidi. Matteo Renzi promise (anche lì) «maggiore valorizzazione e la rimozione dei vincoli che impediscono lo sviluppo dei distretti dell'oro di Arezzo e Vicenza».
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 43258.html
La banca di Arezzo ha coperto i movimenti di oro tra le aziende orafe e Panama. E tra i mediatori per sbloccare le operazioni figura pure un ex deputato Pds-Ds
Fabrizio Boschi - Gio, 07/04/2016 - 08:20
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Gli aretini che contano, quelli dell'oro, della grande industria, della massoneria, delle banche, con Panama hanno sempre avuto a che fare.
E adesso nomi eccellenti di colossi del settore orafo potrebbero spuntare anche dai famigerati Panama Papers.
Già anni fa Arezzo, da capitale dell'oro, rischia di diventare quella del riciclaggio di denaro sporco. Commercianti e proprietari di aziende orafe trafficano col cartello della droga in Colombia e i dirigenti di Banca Etruria non avrebbero segnalato movimenti di soldi sospetti. L'operazione Unigold scoperchia un mondo sommerso: le vie del riciclaggio sono infinite, i narcodollari vengono lavati acquistando oro lavorato tra Arezzo e Vicenza. Triangolazioni tra banche, centinaia di miliardi spostati negli istituti di mezzo mondo con semplici bonifici. Questo è ciò che verrebbe fuori oggi dai Panama Papers.
L'istituto di Arezzo è una piccola Fort Knox: tra lingotti dei clienti per circa 3,5 tonnellate (oltre 10mila pezzi), lingotti della stessa banca che ha una giacenza giornaliera di due tonnellate e quattro tonnellate per il distretto industriale orafo di Arezzo (1.300 aziende), il totale è 9 tonnellate e mezzo. Un tesoro da 310 milioni di euro, la più grande concentrazione d'oro in Italia dopo quella di Bankitalia.
Dal Centroamerica arrivano a due banche di Arezzo 300 miliardi di dollari (circa 230 miliardi di euro) per l'acquisto di due tonnellate di oro. La Dea americana scopre un accredito sospetto di 50mila dollari inviati da una banca di Atlanta a una di Arezzo, denaro che sarebbe servito per l'acquisto di oro. Unigold rinvia a giudizio tredici imprenditori del settore orafo di Arezzo tra cui i fratelli Francesco e Luciano Pataro titolari della Aurea trading di Arezzo e della Universe Gold Enteprise di Panama, le principali società off-shore al centro dell'inchiesta servite per lavare i soldi nell'oro. Nei guai finiscono sei funzionari di tre banche sospettati di aver accettato addebiti e trasferimenti miliardari sospetti: Monte dei Paschi di Siena, Banca Etruria e Banca Popolare Vicentina.
Tra i mediatori aretini per sbloccare l'oro di Panama figura Vasco Giannotti (indagato a Modena con la compagna Giorgia Artiano per riciclaggio e turbativa d'asta), imprenditore nel campo sanitario, ex deputato Pds-Ds, esponente di spicco del Pci. Lui è il motore del colosso aretino specializzato nel risk management, Gutenberg (società finita nella carte dell'inchiesta Cpl Concordia per fatture sospette), che organizza ogni anno il Forum Risk Management in Sanità al quale partecipano l'ex sindaco oggi al Csm, Giuseppe Fanfani, e il procuratore che segue l'inchiesta Etruria, Roberto Rossi. Main sponsor delle prime 9 manifestazioni Banca Etruria insieme a Manutencoop che ha interessi con la banca. Prima di dedicarsi alla sanità Giannotti aveva messo in piedi per Cna e Banca Etruria un consorzio nel quale convogliarono diverse imprese orafe clienti della banca.
Con la Dea americana ha avuto problemi (poi risolti) pure Ivana Ciabatti, amministratore e principale azionista di Italpreziosi, da gennaio 2015 presidente di Federorafi, membro della consulta degli orafi insieme a Andrea Boldi di Confartigianato che nel maggio scorso spese parole di elogio per Maria Elena Boschi «per il prezioso lavoro sul blocco delle esportazioni di oreficeria in Algeria che ha causato per la città un mancato export di 165 milioni». Al vertice italo-algerino c'era anche il ministro per lo Sviluppo economico, Federica Guidi. Matteo Renzi promise (anche lì) «maggiore valorizzazione e la rimozione dei vincoli che impediscono lo sviluppo dei distretti dell'oro di Arezzo e Vicenza».
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